Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Manuale Teologico dell’AT

 

Dottrine (generale)

 

 

 

 

Dopo una introduzione alle problematiche della teologia dell’AT, segue il dizionario teologico dell’AT.

   Ecco le parti principali dell’introduzione alla teologia dell’AT:
■ Il compito e l’oggetto della Teologia dell’AT
■ Le posizioni teologiche più ricorrenti
■ I patti e gli altri approcci
■ Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT.

 

Al dizionario teologico dell’AT sono acclusi un registro delle voci e un registro ragionato delle stesse detto «percorsi teologici».

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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I CHERUBINI SULL’ARCA DEL PATTO

 

 di Nicola Martella

 

 Qui di seguito rispondo a due questioni simili. Inoltre, sembra questa una questione molto attuale, visto che un credente mi ha telefonato dalla Sicilia, chiedendomi le stesse cose. Egli ha confermato che quello della presenza dei cherubini nel luogo santissimo è uno degli argomenti maestri di chi vuole accreditare il culto delle immagini, e mi ha incoraggiato a pubblicare una risposta in merito.

 

 

1.  I CHERUBINI SULL’ARCA DEL PATTO ERANO DUE IDOLI?

 

1.1.  LE QUESTIONI: Ciao Nicola, ho bisogno di un aiuto. Sulla pagina «Bibbia e dottrine cattoliche a confronto» mi hanno chiesto perché Dio ha voluto i due cherubini sull’arca, se poi proibisce le immagini e le sculture. Ho cercato tra le tue note e ho trovato una discussione a riguardo. Ora mi è chiaro, anche se, devo dire, non mi sono mai chiesta nulla a riguardo di questi due cherubini. Il problema è che io non saprei proprio come rispondergli, e se non rispondo, non penso di fare bene. Come posso fare? {Claudia Biscotti; 31-07-2011}

 

1.2.  LE RISPOSTE: Chi usa tali argomenti, cerca solo giustificazioni arbitrarie, non la verità storica e teologica. Come avrebbe potuto il Dio d’Israele dargli due idoli da adorare, dopo aver sancito nella Costituzione del patto (Decalogo; Es 20) la proibizione di farsi idoli di qualsiasi genere e a offrire loro un qualsiasi tipo di culto? Il Dio che non sopportò la sua propria rappresentazione come un vitello d’oro (Es 32), come avrebbe potuto sopportare proprio nel suo santuario due idoli concorrenti?

     I cherubini sull’arca non erano un oggetto di culto, poiché nessuno poteva vederli. Essi erano solo i braccioli del trono di Dio e le loro ali formava anche lo schienale. Infatti l’arca del patto era fatto come un trono visibile del Dio invisibile e segnalava la presenza del Dio del patto nel santuario. Si parla della «l’arca di Dio, sulla quale è invocato il Nome, il nome dell’Eterno degli eserciti, che siede sopra di essa fra i cherubini» (2 Sm 6,2; 1 Cr 13,6). L’arca è il trono terrestre di Dio e raffigura quello celeste (cfr. 1 Re 22,19; 2 Cr 18,18; Is 6,1; Ez 10,1).

 Hiram, re di Biblo, seduto sul suo trono con cherubini (10° sec. a.C.)

     Troni del genere con leoni e addirittura con cherubini ne sono stati trovati diversi nel Medio Oriente. Le comuni figure in libri e dizionari, che rappresentano due angeli con due ali (gli angeli non hanno ali; i cherubini ne hanno 4), sono semplicemente false. La differenza fra i cherubini del Medio Oriente (cfr. la sfinge di Cheope) e quelli biblici è, in genere, dato dal fatto che quelli descritti nella Bibbia hanno quattro ali (e non due) e hanno quattro facce (e non una), oltre ad avere mani umane alla fine delle ali (Ez 1,6.8; 10,21). Tuttavia, faccio presente che nelle sale di arte romana del «Kunsthistorisches Museum» di Vienna esiste una sfinge quadricefala dalle sembianze umane (cfr. qui), tuttavia dalle fattezze femminili, cosa che la Bibbia non corrobora.

     Chi si mette ad adorare i braccioli ornamentali e lo schienale di un trono? L’arca veniva coperta durante il trasporto e nessuno la vedeva. Nel luogo santissimo entrava solo il sommo sacerdote, una volta l’anno e solo dopo aver creato in esso una nuvola di incenso, per non vedere la gloria di Dio. In tale atmosfera fumogena spruzzava il sangue sull’arca e se ne andava, per timore d’essere stroncato dal Signore.

     In ogni modo, i due cherubini stilizzati a braccioli e schienale del trono di Dio non erano immagini di culto, né erano accessibili agli Ebrei, anzi neppure ai leviti (operavano fuori del santuario) né ai normali sacerdoti (entravano solo nel luogo santo).

 

 

2.  L’ORIGINALE E LA RAPPRESENTAZIONE

 

2.1.  LE QUESTIONI: Caro Nicola, ho appena terminato un’aspra e animata discussione con alcuni evangelici. E ho bisogno del tuo consiglio. Il tema della discussione era riguardo ai cherubini posti sull’arca. Ora questi evangelici sostengono che tali cherubini posti sull’arca erano fatti a forma di cherubino. All’udire quelle affermazioni, ho domandato loro se avevano mai visto un angelo? O semmai avessero visto un cherubino? A tale domanda tutti hanno taciuto. Ho spiegato loro, che i cherubini posti sull’arca, altro non erano che due sfingi con le ali. Da qui in poi, si e scatenato un pandemonio, e non ti nego la vergogna che provo nel dirti che erano per lo più pastori.

     Ora, io non ho altro a cui potermi affidare, per avere la giusta interpretazione; per cui chiedo a te, Nicola. Questo è quanto io ho detto loro: Tali esseri posti sull’arca erano a forma di veri cherubini, oppure erano a forma di sfinge? Poiché essi ben conoscevano questo tipo di cherubino, dato che, trascorsero più di 400 anni in mezzo a queste cose. Infatti, Mosè che scriveva, usava i geroglifici, segni, insomma la scrittura egizia. Infatti, i 40 anni nel deserto, servirono a Dio per togliere di mezzo al popolo tutta quella tradizione egizia. Per cui erano sfingi! Questo è quanto io ho detto loro. E loro mi hanno gentilmente detto che devo chiedere perdono a Dio, per averlo bestemmiato, paragonando gli angeli, che stanno sotto al suo trono, a degli idoli pagani.

     Ora mi puoi dire tu, se questi fratelli sono andati fuori melone, oppure io sono veramente un cretino? Aspetto con ansia la tua risposta, al fine di togliermi, questo peso che mi aggrava... Dio ti benedica, Nicola. Pace. {Giuseppe Lo Porto; 02-08-2011}

 

2.2.  LE RISPOSTE: All’ultima questione non sono in grado di rispondere; la dovete appurare alla fine di questa trattazione da voi stessi. Qui di seguito rispondo solo ad alcune questioni essenziali.

     ■ 1. I cherubini non sono angeli (inviati, messi), e viceversa. Gli «angeli» (ebr. male’ākim inviati = gr. angheloi) sono una delle tre categorie degli esseri celesti; mischiarli, sarebbe come dire agli elefanti che sono dei felini. I cherubini (ebr. kerûbîm «benedicenti o consacrati») sono, per così dire, uno status symbol della teofania, una specie di «guardie del corpo» o corazzieri di Dio e, come tali, sono continuamente intorno a Lui, quando Egli lascia il santuario celeste (Is 37,16; Ez 9,3; 10,1-22; 11,22). Gli angeli sono mandati a eseguire i disegni di Dio in terra.

 

     ■ 2. Come già ricordato sopra, i cherubini hanno quattro ali e quattro tipi di faccia, oltre a quattro mani, ognuna alla fine d’ogni ala; gli angeli non hanno ali e posseggono una sola faccia.

 

     ■ 3. I cherubini non sono rappresentazioni di sfingi, essendo essi gli originali. Al contrario, le sfingi e simili illustrazioni sono immagini di cherubini. Si trovano in tutto il Medio Oriente e in Grecia. I monarchi solevano farne delle rappresentazioni con la propria faccia e le mettevano in tutto il loro regno, intendendo quando segue: ▪ 1. Io ti proteggo, se ubbidisci alla mie leggi; ▪ 2. Io ti controllo e ti punirò, se trasgredisci alla mie leggi. Per questo il re di Tiro (Ez 28,2.12) si titolava volentieri come il «cherubino protettore» (Ez 28,14.16), applicando a sé l’antica tradizione dell’Eden.

 

     ■ 4. È vero che gli Israeliti conoscevano la tradizione egiziana, secondo cui le sfingi (p.es. quella famosa di Giza) erano rappresentazioni di cherubini, ma essa era conosciuta in tutto il Medio Oriente, quindi anche in Canaan. Tali costumi si rifacevano alle antiche tradizioni bibliche, che furono poi usate religiosamente e politicamente, come sopra illustrato. I 40 anni nel deserto servirono di punizione a Israele, a causa della loro ribellione, non principalmente a depurare il popolo da tutta la tradizione egiziana. Ogni re mediorientale intendeva se stesso, come detto, al pari di «un cherubino dalle ali distese, un protettore» (Ez 28,14) e, in qualche modo, divino (v. 9).

 

 

3.  ASPETTI CONCLUSIVI: Abbiamo visto che l’arca del patto era, in effetti, stilizzato come un trono orientale (cfr. quello di Salomone; 1 Re 10,18ss), di cui le gambe e braccioli erano formati rispettivamente dalle zampe e dalla testa dei cherubini e lo schienale era formato dalle loro ali, che si toccavano l’una con l’altra.

     Chi fa riferimento ai cherubini nel luogo santissimo, cerca in genere un pretesto per accreditare l’arte sacra nelle chiese e nelle cattedrali, a cui si offre venerazione e culto. Tutto ciò è sbagliato ed equivoco, visto che l’arca fatta fare da Mosè era la rappresentazione di un trono di giustizia (nel fondo dell’arca si trovavano le due tavole della legge) e i due cherubini erano solo elementi ornamentali. Chi si mette offrire un culto alle gambe, ai braccioli e lo schienale di un trono?

     Inoltre abbiamo considerato che nessun ebreo poteva mai accedere al luogo santissimo, se non solo il sommo sacerdote, una sola volta l’anno, dopo aver riempito l’ambiente di fumo d’incenso. Tali cherubini non erano, quindi, oggetto di culto, ma solo elementi ornamentali come tanti troni orientali.

     Essi non devono diventare un falso alibi per la venerazione odierna delle immagini sacre. Infatti, non c’è quasi pagina della Bibbia che non metta in guardia contro l’idolatria quale offesa della maestà di Dio e fornicazione spirituale (Ap 2,14.20) e «adulterio con la pietra e col legno» (Ger 3,9), ossia «adulterio con i loro idoli… con tutte le loro abominazioni» (Ez 6,9; 23,37). Il culto delle immagini esclude dal regno di Dio (1 Cor 6,9; Ef 5,5) ed è il foglio di via migliore per andare all’inferno (Ap 21,8) e per essere esclusi dalla futura città di Dio (Ap 22,15), se non ci si ravvede.

 

     ■ Sugli esseri celesti si vedano in Nicola Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), i seguenti articoli: «Cherubini», pp. 107ss; «Esseri celesti», pp. 157s; «Figli di Dio (esseri celesti)», p. 162; «Inviato di Jahwè», pp. 194s.

 

I cherubini sull’arca del patto? Parliamone {Nicola Martella} (T)

Arca del patto, cherubini e iconolatria {Nicola Martella} (T)

Immagini di angeli in casa? {Nicola Martella} (D)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Cherub_arca_MT_AT.htm

05-08-2011; Aggiornamento: 17-08-2011

 

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