W.M.
Branham non credeva che l’inferno sarà eterno. Ecco quanto riporta un
certo «Angelo Liberato», etichetta di fantasia dietro cui si nasconde
Mariano Guagliardo, pastore d’una chiesa branhamita di Bolognetta (PA). Chi lo
conosce, afferma che è in rete anche con altri pseudonimi, anche femminili, di
cui omettiamo qui l’elenco. Alle sue asserzioni, contenute in un suo testo
comparso in rete a nome di «Angelo Liberato», seguono le mie osservazioni e
obiezioni, e cioè punto per punto.
1. CHE COS’È L’ETERNITÀ?
■ La tesi
(Angelo Liberato): Di «eterno» c’è solo uno: Dio. La parola «eterno»
significa: «senza inizio e senza fine». E solo Dio è senza inizio e senza
fine. Tutte le altre cose hanno avuto un inizio e, quindi, non possono essere
eterne. E quando Dio è in noi, allora noi diveniamo eterni, a motivo che
in noi c’è la vita eterna.
■
Osservazione e obiezione (Nicola Martella): Tutto ciò si basa su un sofisma
ideologico preconcetto di chi non è capace di fare un’analisi esegetica e
linguistica della Bibbia. È sbagliato asserire che il termine «eterno» intenda «senza
inizio e senza fine», ma significa «ciò che perdura nel tempo senza
interruzione né termine», quindi ciò, che è perpetuo, perenne, continuo,
intendendo dal suo inizio in poi per le cose create.
A ciò si aggiunga che nella Bibbia esiste già concettualmente una diversità
di eternità. C’è una «eternità assoluta», che solo Dio possiede; ed esiste
una «eternità relativa», che possiedono le creature create dal punto, in cui
sono sorte. Inoltre, nessuna creatura diventa eterna, ma vive in
eterno. La «eternità assoluta» è espressa nella Bibbia con la locuzione
«ab eterno in eterno» (o dall’eternità all’eternità), è riservata solo a Dio e
nessuna creatura potrà mai dirlo di se stessa. Poi, esiste una «eternità
relativa», che nella Bibbia è espressa con la locuzione «da ora in eterno» o
anche «in eterno», ossia da quando è sorta in poi; questa è la condizione di
tutti gli esseri celesti, del diavolo e dei suoi angeli, di tutti gli uomini e
dei luoghi trascendentali (Cielo, Paradiso, Ades, Stagno di fuoco).
2. LE COSE PREPARATE NON SONO ETERNE?
■ La tesi
(Angelo Liberato): Branham prende la Scrittura di Matteo 25,41, dove Gesù dice
che l’inferno fu «preparato». Ora, una cosa è «preparata», perché prima non
esisteva. Questo, dunque, esclude che l’inferno sia eterno.
■
Osservazione e obiezione (Nicola Martella): Questo falso sillogismo si basa
su false premesse riguardo al concetto di «eterno» nella Scrittura. Abbiamo
parlato sopra di «eternità assoluta», riservata solo a Dio, e di «eternità
relativa», che è inerente agli esseri celesti e ai luoghi trascendentali. Nella
Bibbia anche le cose «preparate» (gr. hetoimázō)
da Dio durano per sempre, partendo dal punto in poi che vengono all’esistenza.
Nello stesso contesto, anche «il regno… è
stato preparato fin dalla fondazione del mondo»
(Mt 25,34), eppure non finirà mai (Lc 1,33; 2 Pt 1,11). Ciò vale anche per la
salvezza (Lc 2,30s), per le cose invisibili e inaudite, che «Dio
ha preparate per coloro, che l’amano» (1 Cor
2,9), per la città celeste per i credenti (Eb 11,16; cfr. Gv 14,3). Ciò
vale anche per «i vasi di misericordia, che [Dio] aveva già innanzi
preparati per la gloria» (Rm 9,23). Perciò, ciò vale anche per il «fuoco
eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli»
(Mt 25,41) e per i «vasi d’ira preparati per la
perdizione» (Rm 9,22). Quindi, anche le cose
preparate sono considerate nella Bibbia senza fine, dal punto in poi, in cui
sono sorte. Quindi, anche il fuoco dell’inferno è considerato da Gesù eterno.
3. ETERNO E NEI SECOLI DEI SECOLI
■ La tesi
(Angelo Liberato): Però Matteo 25,41 dice «fuoco eterno». La versione inglese
della KJV dice: «everlasting fire». Ora Branham dice che qui i traduttori
sbagliarono a tradurre. Anziché «fuoco eterno» essi avrebbero dovuto scrivere:
«...nei secoli dei secoli». E questo per il fatto che questo inferno fu
«preparato».
■
Osservazione e obiezione (Nicola Martella): Qui si sacralizza una
traduzione, invece di analizzare l’originale greco! Inoltre, si usano
approssimazioni linguistiche, che mostrano l’ignoranza dei preponenti al
riguardo. Per prima cosa, chi consulta un dizionario di inglese, si renderà
conto che «everlasting» intende «eterno, perenne»; quindi non fa
differenza. Seconda cosa, affermare che i traduttori si siano sbagliati a
tradurre, ma che avrebbero dovuto scrivere non «eterno», ma «nei secoli dei
secoli», mostra incapacità linguistica e di appurare l’originale greco.
Quest’ultimo recita eis tò pũr tò aiōnōn «nel fuoco eterno». Per
il fatto che fu preparato, il fuoco dell’inferno dura da quel momento in
poi per sempre, senza interruzione né fine.
Se qui ci fosse effettivamente l’espressione «nei secoli dei secoli»,
sarebbe ancor più rafforzativo, poiché tale modo di formulare il superlativo
assoluto (cfr. «santo dei santi» per «santissimo»), non lascerebbe alcuna ombra
di dubbio, indicando un tempo assolutamente continuo e che mai termina (p.es.
onore, gloria, ecc. di Dio Rm 16,27; 1 Tm
1,17; 1 Pt 4,1; Ap 7,12), visto che è Dio a vivere nei secoli dei secoli (Ap
4,9s; 15,7) ed è Cristo che «regnerà nei secoli dei secoli»
(Ap 11,15). Perciò è scritto dei dannati: «Il fumo del loro
tormento sale nei secoli dei secoli» (Ap 14,11). E del diavolo, dei suoi
seguaci, della bestia e del falso profeta è detto
esplicitamente: «Saranno tormentati giorno e notte, nei secoli dei
secoli» (Ap 20,10). Tale superlativo assoluto,
che si può correttamente tradurre «nelle eternità delle eternità», non
lascia alcun dubbio
Questo è un
terribile autogol da parte di coloro, che non mostrano ignoranza esegetica e
linguistica.
4. GESÙ E L’INFERNO
■ La tesi
(Angelo Liberato): Se le persone che verranno gettate all’inferno vivranno lì
dentro in «eterno», allora essi devono avere in sé qualcosa di «eterno». Ora,
siccome l’unica cosa eterna è Dio, allora essi all’inferno devono avere Dio in
loro onde poter vivere in eterno. Poiché la vita eterna è una persona.
«Gesù Cristo» è la vita eterna. E se essi vivono all’inferno in eterno,
allora per forza maggiore essi devono avere in sé Gesù Cristo. Pensate che Gesù
Cristo stia all’inferno assieme a quei dannati? Spero che non crediate a questo!
Chi crede questo, deve per forza avere una mente spirituale malata.
■
Osservazione e obiezione (Nicola Martella): Tale tesi si basa su un falso
sillogismo. Se le premesse sono sbagliate, lo saranno anche le conclusioni.
L’eternità è una sequenza ininterrotta di tempi, non qualcosa, che si possa
avere in sé. Inoltre Dio non è una «cosa eterna», ma una persona.
Una volta nati su questa terra, non bisogna avere Dio in sé; infatti, i malvagi
esistono sulla terra, sebbene siano ribelli e siano sotto l’ira di Dio (Gv
3,36). La vita eterna non è una persona, ma uno stato di beatitudine, che non
termina mai, è vivere per sempre presso Dio.
La «vita eterna» è qualcosa che Gesù certo è (1 Gv 5,20) e che, perciò,
dà soltanto a chi crede in Lui, non ad altri (Gv 3,16; 10,28; 17,2), ossia solo
a chi è «passato dalla morte alla vita» (Gv
5,24). È la conseguenza di ciò, che Cristo dà al credente soltanto (Gv
4,14; 6,27). È la destinazione finale e il dono di Dio per i soli credenti (Rm
6,22s). È ciò che si miete dallo Spirito (Gal 6,8).
Essa, essendo data da Dio, è nel Figlio suo; perciò «chi ha il Figlio ha la
vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita» (1 Gv 5,11s).
Coloro, che andranno all’inferno in eterno, non avranno Cristo in sé, ma
saranno lontani da Dio. Gesù dirà ai dannati: «Andate
via da me, maledetti, nel fuoco eterno» (Mt 25,41a). Come sarebbe
quindi in loro? Ricordiamo che l’inferno fu creato per il diavolo e i
suoi inviati. Infatti, Gesù disse che il «fuoco eterno» è stato «preparato
per il diavolo e per i suoi angeli!» (Mt
25,41b). Coloro, che seguono il diavolo, sono sua progenie e fanno
i desideri di questo loro padre,
che è omicida fin dal principio, privo di verità, bugiardo e padre della
menzogna (Gv 8,44s). Come farebbe Cristo a stare in lui e nei suoi seguaci
nell’inferno? Chi afferma il contrario, è anche lui un bugiardo e senza verità
biblica. Infatti, Gesù, parlando del «principe di
questo mondo», disse: «Ed egli non ha nulla in me»
(Gv 14,30), cosa che vale anche viceversa; così il greco (kai en emoi uk
échei udén), mentre la Cei e la NR sbagliano a interpretare, invece che
tradurre letteralmente. Lo stesso vale per i dannati col diavolo. Inoltre, Paolo
affermò chiaramente ciò, quando chiese retoricamente: «O quale comunione c’è
fra la luce e le tenebre? E quale armonia c’è fra Cristo e Beliar?»
(1 Cor 6,14s).
Cristo non ha nulla a che
fare con l’inferno.
Gesù dirà ai dannati: «Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi
da me, voi tutti operatori d’iniquità» (Mt 7,23). Gli angeli di
Cristo prenderanno questi ultimi «e li
getteranno nella fornace del fuoco. Qui sarà il
pianto e lo stridore dei denti» (Mt
13,41). Al contrario, è scritto: «Allora i giusti risplenderanno come
il sole nel regno del Padre loro» (v. 42). Due destini eterni
differenti, senza commistione. Quindi, tale tesi è solo una scusa pretestuosa,
oltre che falsa. La commistione fra Cristo e il diavolo (chiamato falsamente
Lucifero «portatore di luce») e i suoi seguaci è tipica dell’esoterismo, da cui
Branham ha attinto. Chi afferma che i dannati e il
diavolo debbano avere in sé Gesù Cristo, per vivere, è lui malato
spiritualmente e storce le sacre Scritture a propria perdizione.
5. AUTOESTINZIONE INFERNALE
■ La tesi
(Angelo Liberato): Branham credeva che le persone che andranno all’inferno
vivranno lì per forse milioni di anni. Ma alla fine saranno annichilite,
scompariranno, poiché lì dentro non c’è vita eterna. Essi saranno come un albero
quando viene tagliato. Per un po’ di tempo esso è ancora verde; ma piano-piano,
siccome è tagliato, esso si secca e muore. Così saranno le persone che andranno
all’inferno.
■
Osservazione e obiezione (Nicola Martella): Queste sono congetture
umanistiche, tipiche anche dell’esoterismo cristianizzato, non affermazioni
derivanti da un’analisi esegetica e linguistica incontrovertibile della Bibbia.
Già Giovanni Battista parlò riguardo al Messia con una metafora, affermando che
«arderà la pula con fuoco inestinguibile» (gr.
ásbestos Mt 3,12). Gesù, usando lo stesso
termine, affermò che nella Geenna c’è un «fuoco
inestinguibile» (Mc 9,43.45). Già Isaia scrisse
da parte di Dio quanto segue, parlando degli empi ribelli: «Il loro
verme non morrà, e il loro fuoco non si estinguerà»
(Is 66,24; LXX û + sbénnymi); tali empi avranno, per così dire,
una «esistenza cadaverica», rosi dai vermi e arsi dal fuoco, senza che mai
potranno consumarsi. Nella Settanta, la traduzione greca dell’AT, il verbo
sbénnymi «estinguer(si), spegner(si)», unito alla negazione (û) e a
fuoco (pũr), indicava, ad
esempio il fuoco dell’altare, che non doveva mai estinguersi, giorno e
notte (Lv 6,2.5s), a costo di fare i turni fra i Leviti. Similmente l’ira di
Dio fu paragonata al fuoco inestinguibile: «…affinché il mio furore
[thymós] non scoppi come un fuoco [pũr],
e non si infiammi e nessuno possa spengerlo [ûk + sbénnymi]»
(Ger 4,4 LXX; cfr. 2 Re 22,17; 2 Cr 34,25; Gr 7,20). Se questo vale per l’ira
storica di Dio, quanto più vale per quella eterna, dopo il suo giudizio finale
verso quanti hanno rifiutato il suo Figlio come Salvatore e Signore? (cfr. Gv
3,36; Ap 19,15; 20,13ss).
Gesù usò proprio tale
citazione di Isaia 66,24 per descrivere l’esistenza degli empi nella Geenna
(Mc 9,48), dove il fuoco non terminerà mai. A chi bisogna credere, a Branham o a
Cristo, visto che le loro opinioni sono agli antipodi? Io preferisco dare
credito al Figlio di Dio.
6. PROFETA E MAESTRO DI FALSITÀ
■ La tesi
(Angelo Liberato): Ora, per il fatto che Branham spiegava la condizione
infernale in questo modo, questo lo fa essere un falso profeta? Ma fratelli, per
piacere, non siamo bambini!
■
Osservazione e obiezione (Nicola Martella): La dottrina di Branham è tratta
dall’esoterismo (piramidologia, gnosticismo), per poi essere «cristianizzata».
Da ciò derivano le seguenti false dottrine: l’antitrinitarismo modalista
(la Deità sarebbe composta da una sola persona, che si mostra in modi
differenti); i rapporti sessuali di Eva col serpente; l’usurpazione a Giovanni
Battista di essere l’Elia, che doveva venire (cfr. Mt 11,14; Lc 1,17);
l’auto-attribuzione di essere il «settimo angelo» dell’Apocalisse, quindi un
essere celeste; il presunto ritorno invisibile di Cristo nel 1963 e il falso
ritorno fisico nel 1977; sarebbe terminato il tempo per diffondere l’Evangelo,
trovandoci oramai nella tribolazione; la divisione della storia della chiesa in
sette epoche, snaturando le lettere di Cristo a sette chiese storiche (Ap 2-3);
l’Inferno non sarebbe eterno; e così via. Tutto ciò rende Branham un «falso
profeta» per le predizioni non adempiute. Infatti, Branham aveva predetto
che Gesù sarebbe venuto fisicamente ai suoi giorni per instaurare il suo regno
politico in terra; egli è morto da vari decenni ormai, ma Cristo non è ancora
tornato. Tutto ciò rende Branham «falso maestro» confuso e confondente,
che è andato oltre a ciò, che sta scritto (1 Cor 4,6), non ha tagliato
rettamente la Parola della verità (2 Tm 2,15) e ha aggiunto e tolto dalla
profezia dell’Apocalisse (Ap 22,18s).
7. NON ANDARE ALL’INFERNO
■ La tesi
(Angelo Liberato): Di una cosa però credo siamo d’accordo: «non andare
all’inferno»! È vero? E allora, che l’inferno sia eterno o solo per un lungo
tempo, la cosa che dobbiamo studiarci ardentemente di fare è: non
finirci dentro. Siete d’accordo con me almeno in questo?
■
Osservazione e obiezione (Nicola Martella): Branham ha attinto le sue
dottrine dall’esoterismo, cristianizzandole. Egli si è auto-celebrato come Elia
escatologico; i suoi seguaci insegnano la necessità di seguire i suoi
insegnamenti. Essi designano come «progenie del diavolo» tutti coloro, che hanno
accettato Gesù Cristo come personale Salvatore e Signore, solo perché rifiutano
Branham come «ultimo profeta» e i suoi insegnamenti come dottrina di Dio.
Branham e i suoi seguaci insegnano che non bisogna più evangelizzare, né
adempiere più al grande mandato, poiché il tempo è oramai scaduto e ci
troveremmo già nella tribolazione finale. Con queste e altre simili dottrine
essi spalancano l’inferno alla gente, che li segue. Invece di diffondere
l’Evangelo della grazia, essi pubblicizzano le dottrine esoteriche di Branham.
Essi diffondono quindi una dottrina di perdizione che, ingannando la gente, la
destina all’inferno.
Branham era effettivamente il «Balaam degli ultimi tempi», e i suoi
seguaci sono paragonabili ai Nikolaiti e a Iezabel, che dominavano nelle
chiese dell’Asia (Ap 2s), e ai falsi «super apostoli», che presero il
potere nella chiesa di Corinto, seducendo i credenti con dottrine esoteriche,
che essi spacciavano come provenienti da Dio (2 Cor 11,3ss.13ss).
Personaggi come Joseph Smith (1805-1844; Mormoni), Charles Taze Russell
(1852-1916; Torre di guardia) e William M. Branham (1909-1965) avevano in comune
il fatto di aver praticato arti occulte (p.es. la piramidologia; il
mausoleo di Russel e la tomba di Branham sono a forma di piramide, come nella
massoneria) e di aver dato credito a un presunto «angelo», che aveva
portato loro un «altro evangelo» e un «altro cristo», perché mossi da un «altro
spirito» (2 Cor 11,4; Gal 1,6s).
►
Per Branham l’inferno non è eterno? Parliamone {Nicola Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Branham_inferno_Esc.htm
16-01-2013; Aggiornamento: 01-02-2013 |