Entriamo in tema
Anni fa avevamo una cellula a Frascati, ma poi dopo la partenza della coppia che
ci ospitava, rimanemmo senza sede. Poi c’incontrammo nello studio di una
psicologa, ma solo per pochi mesi. Col tempo scoprimmo che lì c’era una «Chiesa
di Cristo», una particolare denominazione. Ci andammo per comunione. Erano
pochi membri e perlopiù anziani. Notai una certa diffidenza, dovuta certamente
al loro isolamento. Poi però, a mano a mano che ci conoscemmo, ci mostrarono
cordialità. I loro incontri sono semplici, basati sulla lettura della Parola,
spiegazioni spirituali d’essa, canti e poche preghiere. Il clima è austero. Essi
fanno parte della fazione «non musicale» della «chiesa di Cristo». Siccome non
avevano una riunione infrasettimanale, chiedemmo di poter usare il loro locale e
che essi potevano partecipare; furono titubanti, poi accettarono. Ma dopo pochi
mesi ci «sfrattarono» per motivi familiari: il locale era parte di un
appartamento, in cui abitava l’anziana moglie del fondatore della comunità. Per
un tempo tornai a visitarli ogni tanto, prima che gli impegni mi hanno assorbito
in altra direzione.
Un po' di tempo fa, un lettore attivo (Vanni Fogato) mi ha segnalato i punti di
fede della «Chiesa di Cristo». Un punto particolare riguarda la dottrina del
battesimo. Egli è rimasto sorpreso dal sacramentalismo battesimale di tale
chiesa e mi ha scritto: «Sono sacramentalisti, credono che la nuova nascita
avviene tramite il battesimo in acqua. Fanno mi sa un pochino di confusione tra
il “battesimo di Spirito Santo” e il “battesimo in acqua”» {17-11-2007}. Mi ha
chiesto perciò di affrontare e approfondire tale tema.
Avevo preparato questo articolo, ma ne ho rimandato la pubblicazione, finché non
mi sono arrivate altre sollecitazioni, che riporto qui sotto.
Dapprima mi è arrivata la seguente lettera: «Nella mia comunità (Chiesa di
Cristo - Movimento di Restaurazione) si insegna che il battesimo è “essenziale”
alla salvezza. Da un po’ di tempo ho molta confusione sull’argomento. Tu che ne
pensi?» {Roberto Pascali; 10-01-2008}. Dopo
di essa eccone un'altra ancora: «Carissimo Nicola, ti vorrei fare due domande.
La prima è cosa ne pensi del battesimo per immersione, per la salvezza delle
anime? Secondo te è essenziale, oppure si può essere salvati anche senza
battesimo? La seconda domanda che ti pongo, è: cosa ne pensi della musica
strumentale nel culto cristiano?» {Giuseppe Perrone; 13-01-2008}. Anche questa
lettera svela come suo sfondo l'appartenenza alla «Chiesa di Cristo»; qui di
seguito non affronterò la seconda domanda.
Battesimo dispensatore della rigenerazione?
Sul sito della «chiesa di Cristo» di Firenze fra i
principi di fede si legge in modo lapidario: «Crediamo che attraverso la
rigenerazione spirituale ottenuta per mezzo del Battesimo diveniamo figli di Dio
e riceviamo il dono dello Spirito Santo, ottenendo la salvezza nella certezza
della vita eterna».
La prima impressione è quella di un sacramentalismo evangelico. Si viene
rimandati a un approfondimento sul
battesimo che corrobora questa impressione.
■ Marco 16,16: Subito all’inizio di tale articolo d’approfondimento viene
citato Marco 16,16: «Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato...».
È interessante come da Mc 16,9-20 diversi movimenti (p.es. quello
carismaticista) traggano dottrine fondamentali per il loro modo d’intendersi e
d’essere. Eppure tale brano manca nei più antichi e migliori manoscritti e molti
studiosi presumono che tale glossa provenga da un amanuense che — ritenendo tale
Evangelo un po’ monco — fece una sintesi degli altri Evangeli, di alcuni brani
degli Atti e delle idee correnti del suo gruppo d’appartenenza. Tale dubbio
dovrebbe trattenere i credenti dal trarre da tale brano importanti dottrine che
poi vanno a caratterizzare particolarmente un certo movimento! [►
Marco 16,16-20]
Salta anche all’occhio che il verso sia citato a metà, tralasciando: «…ma chi
non avrà creduto sarà condannato». Il verso mostra nell’analogia che come
chi rifiuta di credere è condannato, chi crede è salvato; «e sarà stato
battezzato» può valere come inciso consequenziale, tipico degli Ebrei e
della loro mentalità, che anticipa ciò che viene dopo.
A ciò si aggiunga che la combinazione «creduto - battezzato - salvato» (o
variazioni di ciò) non si trova in nessuna altra parte del NT. Si fa sempre bene
a non trarre da un solo verso una dottrina così importante, soprattutto perché è
dubbio che tale brano abbia mai fatto parte dell’Evangelo di Marco!
In Rm 10,9 si trova la sequenza «confessato - creduto - salvato» (cfr. v. 10),
ma non si parla di battesimo in acqua.
■
Battesimo e remissione dei peccati: Si afferma letteralmente: «La chiesa di
Cristo insegna e pratica il battesimo degli adulti per immersione, per la
remissione dei peccati. Il battesimo è quel gesto attraverso il quale s’accetta
e si confessa Cristo come figlio di Dio e salvatore; è quindi necessario, prima
d’essere battezzati, credere e ravvedersi dei propri peccati: “Chi avrà
creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà
condannato” (Marco 16,16). Il battesimo è un passaggio indispensabile perché
Dio possa farci entrare a far parte della Sua chiesa e avere la certezza della
salvezza…».
Come si
vede, realmente la «chiesa di Cristo» crede che il battesimo dia la remissione
dei peccati e mediante esso s’accetta Cristo; sebbene il tutto viene poi un po’
addolcito con la necessità di credere e ravvedersi dei propri peccati prima
d’essere battezzati, poi però il tutto viene incanalato sui binari
interpretativi di Mc 16,16. Alla base di
tutto ciò c’è evidentemente una mal comprensione della grammatica greca in
alcuni brani del NT in cui compare in greco la preposizione eis. Ecco
alcuni esempi pertinenti al caso.
●
«Apparve Giovanni il Battista nel deserto predicando un’immersione di
ravvedimento per la remissione dei peccati» (Mc 1,4). Il testo è da
intendere così chi si ravvedeva, si lasciava battezzare in vista della
remissione dei peccati (cfr. v. 5). Non era il battesimo a elargire ciò, ma
sarebbe stato il Messia a farlo. Tant’è che subito dopo Giovanni annunciò: «Io
vi ho immersi mediante acqua, ma lui vi immergerà mediante [lo] Spirito Santo»
(v. 8). La rigenerazione e il perdono sarebbero venuti mediante il Messia!
Infatti il perdono dei peccati sarebbe coinciso con l’avvento del regno e con
l’entrata in esso.
Infatti, se il battesimo avesse comunicato il perdono dei peccati non avrebbe
detto alle «turbe che uscivano per esser battezzate da lui: “Razza di vipere,
chi v’ha mostrato a fuggir dall’ira a venire?”. 8Fate dunque dei
frutti degni del ravvedimento» (Lc 3,3.7s). Poi annunziò il giudizio nel
regno messianico, che era visto come incombente (v. 9), e l’azione purificatrice
del Messia (vv. 16s). L’immersione in acqua era visto come un impegno al
ravvedimento e all’emendazione della propria vita (vv. 10-14) in vista di tale
avvento.
La concezione di Gesù al riguardo era la stessa, visto che Egli proseguì il
lavoro di Giovanni, dopo il suo arresto. Quando Gesù, dopo la risurrezione, aprì
ai discepoli la mente per intendere le Scritture riguardo a sé e alla sua opera
di riscatto (Lc 24,45s), affermò «che nel suo nome si predicherebbe
ravvedimento e remissione dei peccati a tutte le genti, cominciando da
Gerusalemme» (v. 47), ma non menzionò il battesimo in acqua!
●
A Pentecoste Pietro disse ai Giudei, toccati dal messaggio dell’Evangelo,
quanto segue: «Ravvedetevi e ciascun di voi sia immerso nel nome di Gesù
Cristo, per la remissione dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello
Spirito Santo» (At 2,38). Pietro aveva al riguardo la stessa dottrina di
Giovanni battista e di Gesù: l’immersione era conseguente al ravvedimento ed
eis «in vista» della remissione dei peccati! Il fine era questo: «Salvatevi
da questa perversa generazione» (At 2,40); ciò intendeva la salvezza
ritenuta imminente nel regno messianico. Tant’è vero che i credenti, ritenendo
incombente l’arrivo del regno di Dio, vendevano i loro possedimenti e avevano
tutto in comune (v. 44ss). In corrispondenza con la dottrina dell’AT, di cui il
giudaismo del tempo era cultore, all’avvento del Messia ci sarebbe stato il
«giubileo», «l’anno di grazia» in cui Dio avrebbe perdonato mediante il Messia i
peccati del popolo penitente (Is 61,1ss; cfr. Lv 25,9). Citando tale brano
isaianico nella sinagoga di Nazaret, Gesù affermò: «Oggi, s’è adempiuta
questa scrittura, e voi l’udite» (Lc 4,21). Per realizzarsi, però, c’era
bisogno dell’intronizzazione di Gesù quale Messia e quindi l’inizio del regno
messianico; quando però egli venne come re per adempiere le predizioni
profetiche e fu acclamato come tale dalla folla (Mt 21,4-9.12ss), i capi del
popolo lo rifiutarono come Unto a re (vv. 15.23.42-46) e, anzi, l’uccisero.
A ciò si doveva l’espressione di Gesù «chi avrà perseverato sino alla fine,
sarà salvato» (Mt 10,22; 24,13), ossia fino all’avvento del regno
messianico, ritenuto incombente; esso fu poi rimandato per l’incredulità
specialmente dei capi di Giuda (Mt 21,43; 23,39), ma la chiesa primitiva
l’attendeva dappresso.
●
Dopo Pentecoste lo stesso Pietro annunziò: «Ravvedetevi dunque e
convertitevi, in vista che siano cancellati i vostri peccati, 20affinché
vengano dalla presenza del Signore dei tempi di refrigerio e che Egli vi mandi
il Cristo che v’è stato destinato, 21cioè Gesù, che il cielo deve
tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose» (At
3,19ss; cfr. similmente Paolo in At 26,20). Si noti che nell’ingiunzione del v.
19 manca l’immersione e la preposizione eis e sostituita qui da pròs
con lo stesso significato: la cancellazione dei peccati è vista coincidente con
i «tempi di refrigerio» (= anno di grazia; v. 20) o «restaurazione di
tutte le cose» (v. 21) che verranno col Messia.
■
Traduzioni e tradimenti: Un problema legato al battesimo e alla sua
comprensione è dato dal fatto che i traduttori non sempre traducono i testi
originali, ma li traslitterano (cfr. angelo, apostolo, profeta, Cristo, ecc.); e
ciò crea molti problemi di comprensione in brani in cui tali parole hanno un
significato normale (p.es. anghelos «inviato»). Lo stesso vale per
il termine greco baptismòs «immersione». Perciò
brani, in cui si parla dell’immersione nel corpo di Cristo quale atto spirituale
avvenuto mediante lo Spirito Santo, vengono impropriamente applicati
all’immersione in acqua, creando solo confusione dottrinale. Infatti, il
sito della «chiesa di Cristo», citando Romani 6,4-9, afferma impropriamente: «Il
battesimo è l’atto culminante che simboleggia sia la sepoltura di Gesù, che la
sepoltura del credente e della sua natura peccatrice con Lui, e allo stesso
tempo sia la risurrezione di Cristo che la rinascita a nuova vita». A tale
concezione sacramentale bisogna contrapporre la dottrina della «simultaneità
con Cristo», condensata da Paolo così: «Sono stato crocifisso con Cristo,
e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me» (Gal 2,10). Qui
Paolo espresse il fatto che quando Cristo morì, lo Spirito Santo lo aveva
tuffato in Lui; e quando Paolo si convertì, lo Spirito Santo aveva tuffato
Cristo in lui. Questa verità di chiama correttamente «Santo» (non la dottrina
carismatica!), ossia «immersione mediante lo Spirito Santo» nel corpo di Cristo.
Traducendo correttamente 1 Cor 12,13, si evincerà questa verità: «Infatti noi
tutti siamo stati immersi mediante un unico Spirito dentro un unico corpo, e
Giudei e Greci, e schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un unico
Spirito». Perciò
Romani 6,4-9 non parla dell’immersione in acqua, ma di quella mediante lo
Spirito nel corpo di Cristo. L’esperienza fatta in Adamo (Rm 5) è fatta qui in
senso contrario in Cristo: la sua passione, la sua morte e la sua risurrezione
sono avvenute anche al credente rigenerato sia due millenni fa (aspetto
oggettivo) sia al momento della rigenerazione (aspetto soggettivo). Si rilegga
tale brano in questo senso, ossia in senso storico, e si scoprirà la ricchezza
della dottrina della «simultaneità con Cristo»:
«Siamo
dunque stati sepolti con lui mediante
l’immersione nella sua morte, affinché, come Cristo è stato risuscitato
dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di
vita. 5Perché, se siamo
divenuti una
stessa cosa con lui per una morte
somigliante alla sua, lo saremo anche in una risurrezione simile alla sua,
sapendo questo: 6che il nostro vecchio uomo
è stato crocifisso con lui,
affinché il corpo del peccato fosse annullato, in modo che noi non serviamo più
al peccato; 7infatti colui che
è morto, è libero dal peccato. 8Ora, se
siamo morti con Cristo, crediamo
pure che vivremo con lui, 9sapendo che Cristo, essendo risuscitato
dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui» (Rm 6,4-9). Si noti che
non si parla di «acqua». Si notino i verbi che evidenziano un fatto già accaduto
nel passato, ossia sulla croce, e i verbi che indicano il futuro quanto alla
risurrezione. Similmente Paolo, dopo aver parlato della rigenerazione come della
«circoncisione di Cristo» (Col 2,11), prosegue spiegando come è avvenuto «lo
spogliamento del corpo della carne: 12essendo
stati con lui sepolti nell’immersione, nella quale siete anche stati risuscitati
con lui mediante la fede nella potenza di Dio che ha risuscitato lui dai morti».
L’immersione è quella avvenuta in Cristo secondo Gal 2,20. Ciò è avvenuto sulla
croce come fatto storico (Col 2,13ss), di cui ci si appropria nel momento della
conversione.
La dottrina della «simultaneità con Cristo» ha anche un altro vantaggio: toglie ogni dubbio
a chi pensa che la salvezza si possa ancora perdere. Per l'approfondimento si
veda Nicola Martella, «La pastorale della libertà»,
Entrare nella breccia (Punto°A°Croce, Roma 1996), p. 80 (La simultaneità con Cristo).
Aspetti conclusivi
■
L’immersione non rigenera: Da tutto ciò che abbiamo detto, risulta errata la
dottrina secondo cui l’immersione in acqua comunichi la rigenerazione
spirituale.
■ Il dono
dello Spirito: È errato pure affermare, come si legge in tale articolo:
«Attraverso il battesimo Dio ci dona lo Spirito Santo». Se lo Spirito di Dio è
colui che rigenera e ciò avviene nel momento di una sincera conversione e di
atto di fede in Gesù quale Salvatore e Signore, l’immersione in acqua non
aggiungerà nulla a tutto ciò. Anche in At 2,38 il «voi riceverete il dono
dello Spirito Santo» non è connesso primariamente a «e ciascuno di voi
sia battezzato nel nome di Gesù Cristo» come premessa, ma a «ravvedetevi». Infatti in
diversi brani degli Atti lo Spirito si manifestò nel momento della fede efficace
e poi seguì il battesimo. A casa di Cornelio il «dono dello Spirito Santo»
fu comunicato ai Gentili credenti, mentre «Pietro parlava» e «tutti
coloro che udivano la Parola» (At 10,45s); poi coloro «che hanno ricevuto
lo Spirito Santo» sono stati immersi in acqua (vv. 47s). Anche nel carcere
di Filippi, avvenne prima l’ingiunzione a credere nel Signor Gesù sulla base
dell’annunzio della parola del Signore (At 16,30ss) e poi ci fu l’immersione (v.
33). I termini greci batpismòs «immersione» e pneuma «spirito» si
trovano da Atti in poi solo in 1 Cor 12,13, di cui ho parlato sopra.
■ La
concezione sacramentale: È quindi estremamente sbagliata e pericolosa tale
concezione sacramentale dell’immersione in acqua quale atto che comunicherebbe
la rigenerazione e lo Spirito Santo. Ma è così che si legge sul sito della
«chiesa di Cristo»: «La rinascita a nuova vita e l’opera dello Spirito Santo
conseguente al battesimo permette all’essenza della natura di Cristo di
svilupparsi e manifestarsi nel nuovo cristiano». Poi viene citato proprio Galati
2,20, ma impropriamente, come abbiamo visto sopra. Come si
vede, si parte da false premesse storiche e teologiche e si costruisce una
dottrina che era estranea al pensiero non solo giudaico, ma anche biblico. Tutto
ciò avviene non tenendo presente il linguaggio e le concezioni del tempo del NT.
Il NT non ha una tale concezione sacramentale, secondo cui cose (qui
l’immersione) comunichino realtà spirituali (qui rigenerazione e Spirito Santo).
Il tutto viene reso plausibile, partendo da un brano discutibile come Mc 16,9-20
e dall’accostamento improprio di versetti biblici (versettologia) che, come
abbiamo visto, intendono qualcos’altro. Proiettando in tali versi una concezione
a essi estranea, si pretende poi — con la convenzione e la ripetizione — che
tale comprensione sia anche la spiegazioni di tali versi. Ma ciò è eisegesi
(proiezione) e non
esegesi (spiegazione contestuale in senso letterario, storico,
culturale). Con tutto
l’amore verso i credenti della «chiesa di Cristo», che amano la Parola di Dio e
si esercitano nella santificazione, ci sentiamo di rifiutare questa loro
dottrina sacramentale venuta dagli Stati Uniti.
■ Intenti e realtà: Un mio motto recita: «Le persone sono spesso migliori
delle dottrine che professano». Sul sito della «chiesa di Cristo» si afferma che
essa non vuole essere una denominazione, ma in effetti lo è. Questa sua dottrina
particolare la differenzia alquanto dalla maggior parte dei cristiani
evangelici. Anzi, con tutti i dovuti distinguo, tale concezione sacramentale del
battesimo l’accosta alquanto alla dottrina corrispondente del romanesimo.
Su un altro sito della «chiesa di Cristo» si va ben oltre. Sebbene in Italia e
nel mondo tali chiese siano una sparuta minoranza, con una certa dose di
tracotanza tale sito identifica la vera chiesa del Signore Gesù solo con la
propria «chiesa di Cristo», solo perché ci si è appropriati di tale nome, e
squalifica perciò tutte le altre chiese. Su tale
sito si afferma letteralmente: «La Chiesa di Cristo non è una “nuova
chiesa»”; è la sola e unica chiesa che il
signore ha voluto e fondato. È l’unica alternativa alle divisioni che
lacerano il Corpo di Cristo. Solo in essa i
cristiani possono
essere tutti uno, come Gesù stesso
pregò prima di morire (Giovanni 17,21)». Chiaro, no? Basta quindi un’etichetta
ecclesiologica per dire che fuori di tale denominazione non vi sia la vera
chiesa!? Anche il romanesimo fa altrettanto.
►
Battesimo e rigenerazione? Parliamone {Nicola Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Battesimo_rigenerazione_UnV.htm
19-11-2007; Aggiornamento: 20-01-2008
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