Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

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Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.
 Ecco le parti principali:
■ Entriamo in tema (il problema)
■ Uniti nella verità
■ Le diversità quale risorsa
■ Le diversità e le divisioni
■ Aspetti connessi.
 
Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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BATTESIMO E RIGENERAZIONE

 

 di Nicola Martella

 

Entriamo in tema

     Anni fa avevamo una cellula a Frascati, ma poi dopo la partenza della coppia che ci ospitava, rimanemmo senza sede. Poi c’incontrammo nello studio di una psicologa, ma solo per pochi mesi. Col tempo scoprimmo che lì c’era una «Chiesa di Cristo», una particolare denominazione. Ci andammo per comunione. Erano pochi membri e perlopiù anziani. Notai una certa diffidenza, dovuta certamente al loro isolamento. Poi però, a mano a mano che ci conoscemmo, ci mostrarono cordialità. I loro incontri sono semplici, basati sulla lettura della Parola, spiegazioni spirituali d’essa, canti e poche preghiere. Il clima è austero. Essi fanno parte della fazione «non musicale» della «chiesa di Cristo». Siccome non avevano una riunione infrasettimanale, chiedemmo di poter usare il loro locale e che essi potevano partecipare; furono titubanti, poi accettarono. Ma dopo pochi mesi ci «sfrattarono» per motivi familiari: il locale era parte di un appartamento, in cui abitava l’anziana moglie del fondatore della comunità. Per un tempo tornai a visitarli ogni tanto, prima che gli impegni mi hanno assorbito in altra direzione.

     Un po' di tempo fa, un lettore attivo (Vanni Fogato) mi ha segnalato i punti di fede della «Chiesa di Cristo». Un punto particolare riguarda la dottrina del battesimo. Egli è rimasto sorpreso dal sacramentalismo battesimale di tale chiesa e mi ha scritto: «Sono sacramentalisti, credono che la nuova nascita avviene tramite il battesimo in acqua. Fanno mi sa un pochino di confusione tra il “battesimo di Spirito Santo” e il “battesimo in acqua”» {17-11-2007}. Mi ha chiesto perciò di affrontare e approfondire tale tema.

    Avevo preparato questo articolo, ma ne ho rimandato la pubblicazione, finché non mi sono arrivate altre sollecitazioni, che riporto qui sotto.

    Dapprima mi è arrivata la seguente lettera: «Nella mia comunità (Chiesa di Cristo - Movimento di Restaurazione) si insegna che il battesimo è “essenziale” alla salvezza. Da un po’ di tempo ho molta confusione sull’argomento. Tu che ne pensi?» {Roberto Pascali; 10-01-2008}.

   Dopo di essa eccone un'altra ancora: «Carissimo Nicola, ti vorrei fare due domande. La prima è cosa ne pensi del battesimo per immersione, per la salvezza delle anime? Secondo te è essenziale, oppure si può essere salvati anche senza battesimo? La seconda domanda che ti pongo, è: cosa ne pensi della musica strumentale nel culto cristiano?» {Giuseppe Perrone; 13-01-2008}. Anche questa lettera svela come suo sfondo l'appartenenza alla «Chiesa di Cristo»; qui di seguito non affronterò la seconda domanda.

 

Battesimo dispensatore della rigenerazione?

     Sul sito della «chiesa di Cristo» di Firenze fra i principi di fede si legge in modo lapidario: «Crediamo che attraverso la rigenerazione spirituale ottenuta per mezzo del Battesimo diveniamo figli di Dio e riceviamo il dono dello Spirito Santo, ottenendo la salvezza nella certezza della vita eterna».

     La prima impressione è quella di un sacramentalismo evangelico. Si viene rimandati a un approfondimento sul battesimo che corrobora questa impressione.

 

     ■ Marco 16,16: Subito all’inizio di tale articolo d’approfondimento viene citato Marco 16,16: «Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato...». È interessante come da Mc 16,9-20 diversi movimenti (p.es. quello carismaticista) traggano dottrine fondamentali per il loro modo d’intendersi e d’essere. Eppure tale brano manca nei più antichi e migliori manoscritti e molti studiosi presumono che tale glossa provenga da un amanuense che — ritenendo tale Evangelo un po’ monco — fece una sintesi degli altri Evangeli, di alcuni brani degli Atti e delle idee correnti del suo gruppo d’appartenenza. Tale dubbio dovrebbe trattenere i credenti dal trarre da tale brano importanti dottrine che poi vanno a caratterizzare particolarmente un certo movimento! [► Marco 16,16-20]

     Salta anche all’occhio che il verso sia citato a metà, tralasciando: «…ma chi non avrà creduto sarà condannato». Il verso mostra nell’analogia che come chi rifiuta di credere è condannato, chi crede è salvato; «e sarà stato battezzato» può valere come inciso consequenziale, tipico degli Ebrei e della loro mentalità, che anticipa ciò che viene dopo.

     A ciò si aggiunga che la combinazione «creduto - battezzato - salvato» (o variazioni di ciò) non si trova in nessuna altra parte del NT. Si fa sempre bene a non trarre da un solo verso una dottrina così importante, soprattutto perché è dubbio che tale brano abbia mai fatto parte dell’Evangelo di Marco!

     In Rm 10,9 si trova la sequenza «confessato - creduto - salvato» (cfr. v. 10), ma non si parla di battesimo in acqua.

 

     ■ Battesimo e remissione dei peccati: Si afferma letteralmente: «La chiesa di Cristo insegna e pratica il battesimo degli adulti per immersione, per la remissione dei peccati. Il battesimo è quel gesto attraverso il quale s’accetta e si confessa Cristo come figlio di Dio e salvatore; è quindi necessario, prima d’essere battezzati, credere e ravvedersi dei propri peccati: “Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato” (Marco 16,16). Il battesimo è un passaggio indispensabile perché Dio possa farci entrare a far parte della Sua chiesa e avere la certezza della salvezza…».

     Come si vede, realmente la «chiesa di Cristo» crede che il battesimo dia la remissione dei peccati e mediante esso s’accetta Cristo; sebbene il tutto viene poi un po’ addolcito con la necessità di credere e ravvedersi dei propri peccati prima d’essere battezzati, poi però il tutto viene incanalato sui binari interpretativi di Mc 16,16.

     Alla base di tutto ciò c’è evidentemente una mal comprensione della grammatica greca in alcuni brani del NT in cui compare in greco la preposizione eis. Ecco alcuni esempi pertinenti al caso.

            ● «Apparve Giovanni il Battista nel deserto predicando un’immersione di ravvedimento per la remissione dei peccati» (Mc 1,4). Il testo è da intendere così chi si ravvedeva, si lasciava battezzare in vista della remissione dei peccati (cfr. v. 5). Non era il battesimo a elargire ciò, ma sarebbe stato il Messia a farlo. Tant’è che subito dopo Giovanni annunciò: «Io vi ho immersi mediante acqua, ma lui vi immergerà mediante [lo] Spirito Santo» (v. 8). La rigenerazione e il perdono sarebbero venuti mediante il Messia! Infatti il perdono dei peccati sarebbe coinciso con l’avvento del regno e con l’entrata in esso.

     Infatti, se il battesimo avesse comunicato il perdono dei peccati non avrebbe detto alle «turbe che uscivano per esser battezzate da lui: “Razza di vipere, chi v’ha mostrato a fuggir dall’ira a venire?”. 8Fate dunque dei frutti degni del ravvedimento» (Lc 3,3.7s). Poi annunziò il giudizio nel regno messianico, che era visto come incombente (v. 9), e l’azione purificatrice del Messia (vv. 16s). L’immersione in acqua era visto come un impegno al ravvedimento e all’emendazione della propria vita (vv. 10-14) in vista di tale avvento.

     La concezione di Gesù al riguardo era la stessa, visto che Egli proseguì il lavoro di Giovanni, dopo il suo arresto. Quando Gesù, dopo la risurrezione, aprì ai discepoli la mente per intendere le Scritture riguardo a sé e alla sua opera di riscatto (Lc 24,45s), affermò «che nel suo nome si predicherebbe ravvedimento e remissione dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme» (v. 47), ma non menzionò il battesimo in acqua!

            ● A Pentecoste Pietro disse ai Giudei, toccati dal messaggio dell’Evangelo, quanto segue: «Ravvedetevi e ciascun di voi sia immerso nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo» (At 2,38). Pietro aveva al riguardo la stessa dottrina di Giovanni battista e di Gesù: l’immersione era conseguente al ravvedimento ed eis «in vista» della remissione dei peccati! Il fine era questo: «Salvatevi da questa perversa generazione» (At 2,40); ciò intendeva la salvezza ritenuta imminente nel regno messianico. Tant’è vero che i credenti, ritenendo incombente l’arrivo del regno di Dio, vendevano i loro possedimenti e avevano tutto in comune (v. 44ss). In corrispondenza con la dottrina dell’AT, di cui il giudaismo del tempo era cultore, all’avvento del Messia ci sarebbe stato il «giubileo», «l’anno di grazia» in cui Dio avrebbe perdonato mediante il Messia i peccati del popolo penitente (Is 61,1ss; cfr. Lv 25,9). Citando tale brano isaianico nella sinagoga di Nazaret, Gesù affermò: «Oggi, s’è adempiuta questa scrittura, e voi l’udite» (Lc 4,21). Per realizzarsi, però, c’era bisogno dell’intronizzazione di Gesù quale Messia e quindi l’inizio del regno messianico; quando però egli venne come re per adempiere le predizioni profetiche e fu acclamato come tale dalla folla (Mt 21,4-9.12ss), i capi del popolo lo rifiutarono come Unto a re (vv. 15.23.42-46) e, anzi, l’uccisero.

     A ciò si doveva l’espressione di Gesù «chi avrà perseverato sino alla fine, sarà salvato» (Mt 10,22; 24,13), ossia fino all’avvento del regno messianico, ritenuto incombente; esso fu poi rimandato per l’incredulità specialmente dei capi di Giuda (Mt 21,43; 23,39), ma la chiesa primitiva l’attendeva dappresso.

            ● Dopo Pentecoste lo stesso Pietro annunziò: «Ravvedetevi dunque e convertitevi, in vista che siano cancellati i vostri peccati, 20affinché vengano dalla presenza del Signore dei tempi di refrigerio e che Egli vi mandi il Cristo che v’è stato destinato, 21cioè Gesù, che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose» (At 3,19ss; cfr. similmente Paolo in At 26,20). Si noti che nell’ingiunzione del v. 19 manca l’immersione e la preposizione eis e sostituita qui da pròs con lo stesso significato: la cancellazione dei peccati è vista coincidente con i «tempi di refrigerio» (= anno di grazia; v. 20) o «restaurazione di tutte le cose» (v. 21) che verranno col Messia.

 

     ■ Traduzioni e tradimenti: Un problema legato al battesimo e alla sua comprensione è dato dal fatto che i traduttori non sempre traducono i testi originali, ma li traslitterano (cfr. angelo, apostolo, profeta, Cristo, ecc.); e ciò crea molti problemi di comprensione in brani in cui tali parole hanno un significato normale (p.es. anghelos «inviato»). Lo stesso vale per il termine greco baptismòs «immersione».

     Perciò brani, in cui si parla dell’immersione nel corpo di Cristo quale atto spirituale avvenuto mediante lo Spirito Santo, vengono impropriamente applicati all’immersione in acqua, creando solo confusione dottrinale.

     Infatti, il sito della «chiesa di Cristo», citando Romani 6,4-9, afferma impropriamente: «Il battesimo è l’atto culminante che simboleggia sia la sepoltura di Gesù, che la sepoltura del credente e della sua natura peccatrice con Lui, e allo stesso tempo sia la risurrezione di Cristo che la rinascita a nuova vita».

     A tale concezione sacramentale bisogna contrapporre la dottrina della «simultaneità con Cristo», condensata da Paolo così: «Sono stato crocifisso con Cristo, e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me» (Gal 2,10). Qui Paolo espresse il fatto che quando Cristo morì, lo Spirito Santo lo aveva tuffato in Lui; e quando Paolo si convertì, lo Spirito Santo aveva tuffato Cristo in lui. Questa verità di chiama correttamente «Santo» (non la dottrina carismatica!), ossia «immersione mediante lo Spirito Santo» nel corpo di Cristo. Traducendo correttamente 1 Cor 12,13, si evincerà questa verità: «Infatti noi tutti siamo stati immersi mediante un unico Spirito dentro un unico corpo, e Giudei e Greci, e schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un unico Spirito».

     Perciò Romani 6,4-9 non parla dell’immersione in acqua, ma di quella mediante lo Spirito nel corpo di Cristo. L’esperienza fatta in Adamo (Rm 5) è fatta qui in senso contrario in Cristo: la sua passione, la sua morte e la sua risurrezione sono avvenute anche al credente rigenerato sia due millenni fa (aspetto oggettivo) sia al momento della rigenerazione (aspetto soggettivo). Si rilegga tale brano in questo senso, ossia in senso storico, e si scoprirà la ricchezza della dottrina della «simultaneità con Cristo»:

     «Siamo dunque stati sepolti con lui mediante l’immersione nella sua morte, affinché, come Cristo è stato risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita. 5Perché, se siamo divenuti una stessa cosa con lui per una morte somigliante alla sua, lo saremo anche in una risurrezione simile alla sua, sapendo questo: 6che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui, affinché il corpo del peccato fosse annullato, in modo che noi non serviamo più al peccato; 7infatti colui che è morto, è libero dal peccato. 8Ora, se siamo morti con Cristo, crediamo pure che vivremo con lui, 9sapendo che Cristo, essendo risuscitato dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui» (Rm 6,4-9).

     Si noti che non si parla di «acqua». Si notino i verbi che evidenziano un fatto già accaduto nel passato, ossia sulla croce, e i verbi che indicano il futuro quanto alla risurrezione. Similmente Paolo, dopo aver parlato della rigenerazione come della «circoncisione di Cristo» (Col 2,11), prosegue spiegando come è avvenuto «lo spogliamento del corpo della carne: 12essendo stati con lui sepolti nell’immersione, nella quale siete anche stati risuscitati con lui mediante la fede nella potenza di Dio che ha risuscitato lui dai morti». L’immersione è quella avvenuta in Cristo secondo Gal 2,20. Ciò è avvenuto sulla croce come fatto storico (Col 2,13ss), di cui ci si appropria nel momento della conversione.

     La dottrina della «simultaneità con Cristo» ha anche un altro vantaggio: toglie ogni dubbio a chi pensa che la salvezza si possa ancora perdere. Per l'approfondimento si veda Nicola Martella, «La pastorale della libertà», Entrare nella breccia (Punto°A°Croce, Roma 1996), p. 80 (La simultaneità con Cristo).

 

Aspetti conclusivi

     ■ L’immersione non rigenera: Da tutto ciò che abbiamo detto, risulta errata la dottrina secondo cui l’immersione in acqua comunichi la rigenerazione spirituale.

 

     ■ Il dono dello Spirito: È errato pure affermare, come si legge in tale articolo: «Attraverso il battesimo Dio ci dona lo Spirito Santo». Se lo Spirito di Dio è colui che rigenera e ciò avviene nel momento di una sincera conversione e di atto di fede in Gesù quale Salvatore e Signore, l’immersione in acqua non aggiungerà nulla a tutto ciò. Anche in At 2,38 il «voi riceverete il dono dello Spirito Santo» non è connesso primariamente a «e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo» come premessa, ma a «ravvedetevi».

     Infatti in diversi brani degli Atti lo Spirito si manifestò nel momento della fede efficace e poi seguì il battesimo. A casa di Cornelio il «dono dello Spirito Santo» fu comunicato ai Gentili credenti, mentre «Pietro parlava» e «tutti coloro che udivano la Parola» (At 10,45s); poi coloro «che hanno ricevuto lo Spirito Santo» sono stati immersi in acqua (vv. 47s). Anche nel carcere di Filippi, avvenne prima l’ingiunzione a credere nel Signor Gesù sulla base dell’annunzio della parola del Signore (At 16,30ss) e poi ci fu l’immersione (v. 33). I termini greci batpismòs «immersione» e pneuma «spirito» si trovano da Atti in poi solo in 1 Cor 12,13, di cui ho parlato sopra.

 

     ■ La concezione sacramentale: È quindi estremamente sbagliata e pericolosa tale concezione sacramentale dell’immersione in acqua quale atto che comunicherebbe la rigenerazione e lo Spirito Santo. Ma è così che si legge sul sito della «chiesa di Cristo»: «La rinascita a nuova vita e l’opera dello Spirito Santo conseguente al battesimo permette all’essenza della natura di Cristo di svilupparsi e manifestarsi nel nuovo cristiano». Poi viene citato proprio Galati 2,20, ma impropriamente, come abbiamo visto sopra.

     Come si vede, si parte da false premesse storiche e teologiche e si costruisce una dottrina che era estranea al pensiero non solo giudaico, ma anche biblico. Tutto ciò avviene non tenendo presente il linguaggio e le concezioni del tempo del NT. Il NT non ha una tale concezione sacramentale, secondo cui cose (qui l’immersione) comunichino realtà spirituali (qui rigenerazione e Spirito Santo). Il tutto viene reso plausibile, partendo da un brano discutibile come Mc 16,9-20 e dall’accostamento improprio di versetti biblici (versettologia) che, come abbiamo visto, intendono qualcos’altro. Proiettando in tali versi una concezione a essi estranea, si pretende poi — con la convenzione e la ripetizione — che tale comprensione sia anche la spiegazioni di tali versi. Ma ciò è eisegesi (proiezione) e non esegesi (spiegazione contestuale in senso letterario, storico, culturale).

     Con tutto l’amore verso i credenti della «chiesa di Cristo», che amano la Parola di Dio e si esercitano nella santificazione, ci sentiamo di rifiutare questa loro dottrina sacramentale venuta dagli Stati Uniti.

 

     ■ Intenti e realtà: Un mio motto recita: «Le persone sono spesso migliori delle dottrine che professano». Sul sito della «chiesa di Cristo» si afferma che essa non vuole essere una denominazione, ma in effetti lo è. Questa sua dottrina particolare la differenzia alquanto dalla maggior parte dei cristiani evangelici. Anzi, con tutti i dovuti distinguo, tale concezione sacramentale del battesimo l’accosta alquanto alla dottrina corrispondente del romanesimo.

     Su un altro sito della «chiesa di Cristo» si va ben oltre. Sebbene in Italia e nel mondo tali chiese siano una sparuta minoranza, con una certa dose di tracotanza tale sito identifica la vera chiesa del Signore Gesù solo con la propria «chiesa di Cristo», solo perché ci si è appropriati di tale nome, e squalifica perciò tutte le altre chiese. Su tale sito si afferma letteralmente: «La Chiesa di Cristo non è una “nuova chiesa»”; è la sola e unica chiesa che il signore ha voluto e fondato. È l’unica alternativa alle divisioni che lacerano il Corpo di Cristo. Solo in essa i cristiani possono essere tutti uno, come Gesù stesso pregò prima di morire (Giovanni 17,21)». Chiaro, no? Basta quindi un’etichetta ecclesiologica per dire che fuori di tale denominazione non vi sia la vera chiesa!? Anche il romanesimo fa altrettanto.

 

Battesimo e rigenerazione? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Battesimo_rigenerazione_UnV.htm

19-11-2007; Aggiornamento: 20-01-2008

 

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