1. ENTRIAMO
IN TEMA: Dovendo approvare uno scritto in un gruppo, che gestisco, in
Internet, l’ho letto. Di per sé tale scritto di Franco D’Antoni ricalcava le
(più o meno) «quattro leggi spirituali». Egli, partendo dal senso della vita,
parlò brevemente di questi aspetti, come fossero una piccola dogmatica: 1. Il
piano di Dio; 2. L’uomo; 3. La caduta dell’uomo; 4. Cristo compì la redenzione;
5. La nuova nascita dell’uomo.
Riguardo all’uomo, scriveva quanto segue: «Per eseguire questo suo piano,
Dio creò l’uomo come un vaso in tre parti: il corpo, l’anima e lo spirito
(1 Tessalonicesi 5,23). Il corpo è in relazione con il mondo materiale e
accoglie ciò che è materiale. L’anima con le sua facoltà intellettuali è
in contatto col mondo psichico e accoglie cose nell’ambito psichico. Lo
spirito
dell’uomo, la sua parte intima, celata, fu creata da Dio, perché l’uomo vi
accogliesse Dio stesso e con lui avesse famigliarità e lo adorasse (Giovanni
4,24). In sostanza l’uomo fu creato da Dio allo scopo di accogliere Dio col
suo spirito e di essere con Lui in relazione (Efesini 5,18)». {20-06-2013}
Ed è di questo che vogliamo parlare qui di seguito, mostrando dapprima la
discussione così come si è sviluppata.
Mi aveva colpito che lui parlasse di «tre parti» dell’essere, ma poi
descrivesse tre funzioni. Non si comprendeva neppure perché l’uomo dovesse
accogliere «Dio stesso» solo col suo spirito e non con tutto il suo essere,
come se l’essere umano potesse mai agire a compartimenti stagni e non nella sua
interezza di essere fisico-spirituale, quindi con i suoi sensi, il suo
intelletto e i suoi sentimenti.
Per l’approfondimento di vedano i seguenti scritti:
►
Elementi di antropologia biblica
{Nicola Martella} (D)
►
L’uomo e i suoi componenti basilari
{Nicola Martella} (A) [1 Ts 5,23; Eb 4,12]
2. ANALISI
DELLE ASSERZIONI: Si fa sempre bene a ricordare le «quattro leggi
spirituali» e a comunicare l’Evangelo. Faccio qualche osservazione:
■ Si afferma nel punto 1: «Dio creò l’uomo come un vaso in tre parti: il
corpo, l’anima e lo spirito». Tuttavia in Genesi 2,7 si parla di solo due
«sostanze» (corpo e alito), da cui poi l’uomo divenne «un’anima
vivente», ossia un essere vivente, quindi una «persona».
■ Si afferma nel punto 1: «L’anima con le sua facoltà intellettuali è in
contatto col mondo psichico e accoglie cose nell’ambito psichico». Tuttavia,
nella Bibbia all’«anima» (quale funzione) sono attribuite le passioni (non
sempre positive) non le facoltà intellettuali. Paolo parlò dell’uomo lontano da
Dio letteralmente come «uomo psichico» (1 Cor 2,14; «l’uomo naturale» non
rende l’originale
psychikòs ántrōpos), ossia l’uomo che si basa sui suoi sensi e percezioni
psichiche.
■ Si afferma nel punto 1: «Lo spirito dell’uomo, la sua parte intima,
celata, fu creata da Dio, perché l’uomo vi accogliesse Dio stesso e con
lui avesse famigliarità…». Tuttavia, nella Bibbia non c’è nulla di tutto ciò,
ossia del fatto che l’uomo possa accogliere in sé «Dio stesso» (è più
religione orientale, che dottrina biblica); l’uomo è creatura e non può
contenere in sé il Creatore. Dio rigenera il credente mediante un seme
incorruttibile, ossia
per mezzo della parola di Dio (1 Pt 1,23), e
mostra la sua «presenza» mediante l’influenza dello Spirito Santo nel rigenerato
(cfr. Rm 5,5; 2 Cor 1,22; 3,3; Gal 4,6); ma ciò è altra cosa, visto che Dio non
può essere contenuto neppure dai cieli dei cieli (2 Cr 2,6; 6,18). «Spirito»
è la parte immateriale dell’uomo, che alla morte si separa dal corpo (Ec 12,9) e
va nel luogo d’attesa. Ad esso sono attribuite le parti intellettuali dell’uomo,
come del resto accade per il «cuore».
■ Si afferma nel punto 4: «Allorché Cristo risorse dalla morte, divenne
Spirito, che dà la vita». E ancora: «Cristo... è diventato Spirito
vivificante». Tuttavia, una tale opinione non si trova nella Bibbia. Mentre
Adamo era una «anima vivente», ossia una persona necessaria di sostegno per
vivere, di Cristo è scritto che «l’ultimo Adamo, è
spirito vivificante» (1 Cor 15,45), ossia un essere spirituale, che
trasmette vita. Il verbo essere (presente continuo) mostra che ciò non è
avvenuto alla risurrezione in poi, ma lo è almeno dall’incarnazione in poi, se
non da sempre. Infatti, è scritto del «Logos», quale «Dio presso Dio» prima
dell’incarnazione: «In lui era la vita; e la vita
era la luce degli uomini» (Gv 1,4).
3. LA
DISCUSSIONE: Facciamo sempre bene a verificare fino in fondo le cose,
che scriviamo, come i Bereani, «esaminando tutti i giorni le Scritture, per
vedere se le cose stavano così» (At 17,11). Ringrazio i miei interlocutori,
che mi hanno dato qui l’occasione di approfondire con loro il tema
dell’antropologia biblica, sebbene io l’abbia affrontata sistematicamente già
nelle mie opere pubblicate (vedi sotto) e in rete. Fa sempre bene sforzarsi a
rispondere a nuovo alle obiezioni altrui.
■
Franco D’Antoni: Sai che su questo punto la
penso come te. Una volta m’imbattei su questo punto, ossia che alcune versioni
di Bibbie chiamano «cuore» e intendono la parte spirituale dell’uomo; e
così approfondii la cosa e venne fuori che alcuni dicono che siamo «anima,
spirito e corpo», mentre altri siamo «corpo e spirito». Allora la
domanda nasceva spontanea: Quante parti immateriali abbiamo? Ma poi il Signore
mi fece intendere che la parte, che e salvata, è una e non due. L’anima,
come dici tu, fa parte dell’uomo materiale. Un fratello, poi, mi feci intendere;
ma c’è divergenza su questo punto. {20-06-2013}
▬
Nicola Martella:
Io non ho mai affermato che «l’anima... fa parte dell’uomo
materiale». Sul piano strutturale, l’anima è l’uomo nella sua interezza, è — per
dirla con un termine più consono all’oggi — la persona; essa è formata di corpo
e di spirito personali. Infatti, dire «morirono 20 anime» significa che morirono
20 persone.
■
Biagio Schiattarella: 1 Tessalonicesi 5,23
dice: «L’intero essere vostro — lo spirito, l’anima e il corpo — sia
conservato irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo».
Questo versetto mostra chiaramente che la creatura umana è composta di tre
parti. Se la completa santificazione dei credenti includesse soltanto due
elementi, l’apostolo Paolo avrebbe detto semplicemente: la vostra anima e il
vostro corpo. Invece ha detto: spirito, anima e corpo. {28-06-2013}
▬
Nicola Martella:
Paolo non stava parlando qui di antropologia e delle parti dell’uomo, ma
di santificazione dell’intero essere, che è il soggetto della
frase. Quello che segue non sono parti (come in Gn 2,7), ma aspetti
funzionali, che devono essere permeati dalla santificazione: lo spirito sta
per la mente (come il «cuore»); l’anima sta per i sentimenti (come
le «viscere»); il corpo sta per gli aspetti biologici e fisiologici (come
la «carne»).
Esistono quindi brani strutturali, in cui si parla della creazione (Gn
2,7) e della distruzione dell’uomo (Ec 12,9), e brani funzionali, che
parlano di aspetti della persona nell’esplicazione delle sue funzioni (1 Ts
5,23). Come abbiamo visto, nei brani funzionali il modo di chiamare le stesse
cose, può variare (p.es. cuore, spirito, intelletto, mente). Purtroppo, i
credenti che non distinguono questi due specie di brani, cadono sempre nello
stesso errore di confondere parti con funzioni e di costruirsi
un’antropologia poco aderente all’idea biblica dell’uomo.
■
Biagio Schiattarella: «E non abbiate
paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere
l’anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima e
il corpo nella Geenna» Matteo 10,28 {28-06-2013}
▬
Nicola Martella:
Questo importante verso corrobora la visione biblica di Genesi 2,7.
L’uomo «divenne un’anima vivente», ossia un essere vivente,
una persona. Gesù ingiunse a non temere chi può uccidere solo una parte
(il corpo, come possono fare uomini e spiriti), ma il tutto: la parte (il
corpo) e l’intera persona (l’anima; questo lo può far solo Dio). Come luogo di
uccisione è visto qui la Geenna.
Anche nel caso si volesse vedere nel «corpo» la parte esteriore (= carne) e
nell’«anima» la parte interiore (= spirito), le sostanze di base
dell’uomo sarebbero anche qui solo due.
Per l’approfondimento rimando alla letteratura segnalata sotto, dove presento
dettagliatamente i termini ebraici e la concezione teologica dell’AT, che rimane
quella biblica anche nel NT.
Solo chi si
libera dalla convenzioni comuni del corrente dogmatismo e studia il testo
biblico per quello, che è (esegesi), otterrà conoscenza del pensiero biblico.
4.
LETTERATURA UTILE: Per approfondire l’antropologia biblica consiglio la
seguente letteratura:
■ Nicola Martella, Esegesi delle origini.
Le Origini 2 (Punto°A°Croce, Roma 2006), particolarmente
«L’uomo tratto dalla terra 2,7», pp. 115-127. Si veda qui anche l’esegesi di Gn
1,26s; 3,19.
■ Nicola Martella, Temi delle origini.
Le Origini 1 (Punto°A°Croce, Roma 2006): «L’uomo quale
immagine di Dio», pp. 134-145; «Immagine di Dio e dominio della terra», pp.
146-163; «La creazione dell’uomo», pp. 232-247.
■ Nicola Martella,
Manuale Teologico dell’Antico Testamento
(Punto°A°Croce, Roma 2002): «Antropologia 1: specie e genere», pp. 86s;
«Antropologia 2: globalità dell’essere», pp. 87s; «Antropologia 3: componenti
principali», pp. 89s; «Antropologia 4: funzioni principali», pp. 90ss; «Immagine
e somiglianza di Dio», p. 183; «Persona», pp. 274ss; «Uomo (essere umano)», pp.
372s.
■ Nicola Martella, Dizionario delle
medicine alternative,
Malattia e guarigione 2
(Punto°A°Croce, Roma 2003): «Antropologia e Bibbia», pp. 47s; «Antropologia e
medicina alternativa», pp. 48s; «Antropologia e paramedicina», pp. 49-53.
■ Nicola Martella, La salute fra scienza,
religioni e ideologie,
Malattia e guarigione 1 (Punto°A°Croce, Roma 2003): «Valore di un quadro antropologico
globale per malattia e guarigione», pp. 141-145.
■ Nicola Martella (a cura di), Escatologia biblica essenziale.
Escatologia 1 (Punto°A°Croce, Roma 2007): «La morte», pp.
187ss; «Lo stato personale dopo la morte», pp. 193-196; «Il sonno dell’anima?»,
pp. 197-209.
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Antropol_verific_MT_AT.htm
04-07-2013;
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