Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Manuale Teologico dell’AT

 

Dottrine (generale)

 

 

 

 

Dopo una introduzione alle problematiche della teologia dell’AT, segue il dizionario teologico dell’AT.

   Ecco le parti principali dell’introduzione alla teologia dell’AT:
■ Il compito e l’oggetto della Teologia dell’AT
■ Le posizioni teologiche più ricorrenti
■ I patti e gli altri approcci
■ Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT.

 

Al dizionario teologico dell’AT sono acclusi un registro delle voci e un registro ragionato delle stesse detto «percorsi teologici».

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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ANTROPOLOGIA SOTTO VERIFICA

 

 di Nicola Martella

 

1. ENTRIAMO IN TEMA: Dovendo approvare uno scritto in un gruppo, che gestisco, in Internet, l’ho letto. Di per sé tale scritto di Franco D’Antoni ricalcava le (più o meno) «quattro leggi spirituali». Egli, partendo dal senso della vita, parlò brevemente di questi aspetti, come fossero una piccola dogmatica: 1. Il piano di Dio; 2. L’uomo; 3. La caduta dell’uomo; 4. Cristo compì la redenzione; 5. La nuova nascita dell’uomo.

     Riguardo all’uomo, scriveva quanto segue: «Per eseguire questo suo piano, Dio creò l’uomo come un vaso in tre parti: il corpo, l’anima e lo spirito (1 Tessalonicesi 5,23). Il corpo è in relazione con il mondo materiale e accoglie ciò che è materiale. L’anima con le sua facoltà intellettuali è in contatto col mondo psichico e accoglie cose nell’ambito psichico. Lo spirito dell’uomo, la sua parte intima, celata, fu creata da Dio, perché l’uomo vi accogliesse Dio stesso e con lui avesse famigliarità e lo adorasse (Giovanni 4,24). In sostanza l’uomo fu creato da Dio allo scopo di accogliere Dio col suo spirito e di essere con Lui in relazione (Efesini 5,18)». {20-06-2013} Ed è di questo che vogliamo parlare qui di seguito, mostrando dapprima la discussione così come si è sviluppata.

     Mi aveva colpito che lui parlasse di «tre parti» dell’essere, ma poi descrivesse tre funzioni. Non si comprendeva neppure perché l’uomo dovesse accogliere «Dio stesso» solo col suo spirito e non con tutto il suo essere, come se l’essere umano potesse mai agire a compartimenti stagni e non nella sua interezza di essere fisico-spirituale, quindi con i suoi sensi, il suo intelletto e i suoi sentimenti.

     Per l’approfondimento di vedano i seguenti scritti:

Elementi di antropologia biblica {Nicola Martella} (D)

L’uomo e i suoi componenti basilari {Nicola Martella} (A) [1 Ts 5,23; Eb 4,12]

 

2. ANALISI DELLE ASSERZIONI: Si fa sempre bene a ricordare le «quattro leggi spirituali» e a comunicare l’Evangelo. Faccio qualche osservazione:

     ■ Si afferma nel punto 1: «Dio creò l’uomo come un vaso in tre parti: il corpo, l’anima e lo spirito». Tuttavia in Genesi 2,7 si parla di solo due «sostanze» (corpo e alito), da cui poi l’uomo divenne «un’anima vivente», ossia un essere vivente, quindi una «persona».

     ■ Si afferma nel punto 1: «L’anima con le sua facoltà intellettuali è in contatto col mondo psichico e accoglie cose nell’ambito psichico». Tuttavia, nella Bibbia all’«anima» (quale funzione) sono attribuite le passioni (non sempre positive) non le facoltà intellettuali. Paolo parlò dell’uomo lontano da Dio letteralmente come «uomo psichico» (1 Cor 2,14; «l’uomo naturale» non rende l’originale psychikòs ántrōpos), ossia l’uomo che si basa sui suoi sensi e percezioni psichiche.

     ■ Si afferma nel punto 1: «Lo spirito dell’uomo, la sua parte intima, celata, fu creata da Dio, perché l’uomo vi accogliesse Dio stesso e con lui avesse famigliarità…». Tuttavia, nella Bibbia non c’è nulla di tutto ciò, ossia del fatto che l’uomo possa accogliere in sé «Dio stesso» (è più religione orientale, che dottrina biblica); l’uomo è creatura e non può contenere in sé il Creatore. Dio rigenera il credente mediante un seme incorruttibile, ossia per mezzo della parola di Dio (1 Pt 1,23), e mostra la sua «presenza» mediante l’influenza dello Spirito Santo nel rigenerato (cfr. Rm 5,5; 2 Cor 1,22; 3,3; Gal 4,6); ma ciò è altra cosa, visto che Dio non può essere contenuto neppure dai cieli dei cieli (2 Cr 2,6; 6,18). «Spirito» è la parte immateriale dell’uomo, che alla morte si separa dal corpo (Ec 12,9) e va nel luogo d’attesa. Ad esso sono attribuite le parti intellettuali dell’uomo, come del resto accade per il «cuore».

     ■ Si afferma nel punto 4: «Allorché Cristo risorse dalla morte, divenne Spirito, che dà la vita». E ancora: «Cristo... è diventato Spirito vivificante». Tuttavia, una tale opinione non si trova nella Bibbia. Mentre Adamo era una «anima vivente», ossia una persona necessaria di sostegno per vivere, di Cristo è scritto che «l’ultimo Adamo, è spirito vivificante» (1 Cor 15,45), ossia un essere spirituale, che trasmette vita. Il verbo essere (presente continuo) mostra che ciò non è avvenuto alla risurrezione in poi, ma lo è almeno dall’incarnazione in poi, se non da sempre. Infatti, è scritto del «Logos», quale «Dio presso Dio» prima dell’incarnazione: «In lui era la vita; e la vita era la luce degli uomini» (Gv 1,4).

 

3. LA DISCUSSIONE: Facciamo sempre bene a verificare fino in fondo le cose, che scriviamo, come i Bereani, «esaminando tutti i giorni le Scritture, per vedere se le cose stavano così» (At 17,11). Ringrazio i miei interlocutori, che mi hanno dato qui l’occasione di approfondire con loro il tema dell’antropologia biblica, sebbene io l’abbia affrontata sistematicamente già nelle mie opere pubblicate (vedi sotto) e in rete. Fa sempre bene sforzarsi a rispondere a nuovo alle obiezioni altrui.

 

Franco D’Antoni: Sai che su questo punto la penso come te. Una volta m’imbattei su questo punto, ossia che alcune versioni di Bibbie chiamano «cuore» e intendono la parte spirituale dell’uomo; e così approfondii la cosa e venne fuori che alcuni dicono che siamo «anima, spirito e corpo», mentre altri siamo «corpo e spirito». Allora la domanda nasceva spontanea: Quante parti immateriali abbiamo? Ma poi il Signore mi fece intendere che la parte, che e salvata, è una e non due. L’anima, come dici tu, fa parte dell’uomo materiale. Un fratello, poi, mi feci intendere; ma c’è divergenza su questo punto. {20-06-2013}

 

Nicola Martella: Io non ho mai affermato che «l’anima... fa parte dell’uomo materiale». Sul piano strutturale, l’anima è l’uomo nella sua interezza, è — per dirla con un termine più consono all’oggi — la persona; essa è formata di corpo e di spirito personali. Infatti, dire «morirono 20 anime» significa che morirono 20 persone.

 

Biagio Schiattarella: 1 Tessalonicesi 5,23 dice: «L’intero essere vostro — lo spirito, l’anima e il corpo — sia conservato irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo». Questo versetto mostra chiaramente che la creatura umana è composta di tre parti. Se la completa santificazione dei credenti includesse soltanto due elementi, l’apostolo Paolo avrebbe detto semplicemente: la vostra anima e il vostro corpo. Invece ha detto: spirito, anima e corpo. {28-06-2013}

 

Nicola Martella: Paolo non stava parlando qui di antropologia e delle parti dell’uomo, ma di santificazione dell’intero essere, che è il soggetto della frase. Quello che segue non sono parti (come in Gn 2,7), ma aspetti funzionali, che devono essere permeati dalla santificazione: lo spirito sta per la mente (come il «cuore»); l’anima sta per i sentimenti (come le «viscere»); il corpo sta per gli aspetti biologici e fisiologici (come la «carne»).

     Esistono quindi brani strutturali, in cui si parla della creazione (Gn 2,7) e della distruzione dell’uomo (Ec 12,9), e brani funzionali, che parlano di aspetti della persona nell’esplicazione delle sue funzioni (1 Ts 5,23). Come abbiamo visto, nei brani funzionali il modo di chiamare le stesse cose, può variare (p.es. cuore, spirito, intelletto, mente). Purtroppo, i credenti che non distinguono questi due specie di brani, cadono sempre nello stesso errore di confondere parti con funzioni e di costruirsi un’antropologia poco aderente all’idea biblica dell’uomo.

 

Biagio Schiattarella: «E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo nella Geenna» Matteo 10,28 {28-06-2013}

 

Nicola Martella: Questo importante verso corrobora la visione biblica di Genesi 2,7. L’uomo «divenne un’anima vivente», ossia un essere vivente, una persona. Gesù ingiunse a non temere chi può uccidere solo una parte (il corpo, come possono fare uomini e spiriti), ma il tutto: la parte (il corpo) e l’intera persona (l’anima; questo lo può far solo Dio). Come luogo di uccisione è visto qui la Geenna.

     Anche nel caso si volesse vedere nel «corpo» la parte esteriore (= carne) e nell’«anima» la parte interiore (= spirito), le sostanze di base dell’uomo sarebbero anche qui solo due.

     Per l’approfondimento rimando alla letteratura segnalata sotto, dove presento dettagliatamente i termini ebraici e la concezione teologica dell’AT, che rimane quella biblica anche nel NT.

     Solo chi si libera dalla convenzioni comuni del corrente dogmatismo e studia il testo biblico per quello, che è (esegesi), otterrà conoscenza del pensiero biblico.

 

4. LETTERATURA UTILE: Per approfondire l’antropologia biblica consiglio la seguente letteratura:

     ■ Nicola Martella, Esegesi delle origini. Le Origini 2 (Punto°A°Croce, Roma 2006), particolarmente «L’uomo tratto dalla terra 2,7», pp. 115-127. Si veda qui anche l’esegesi di Gn 1,26s; 3,19.

     ■ Nicola Martella, Temi delle origini. Le Origini 1 (Punto°A°Croce, Roma 2006): «L’uomo quale immagine di Dio», pp. 134-145; «Immagine di Dio e dominio della terra», pp. 146-163; «La creazione dell’uomo», pp. 232-247.

     ■ Nicola Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002): «Antropologia 1: specie e genere», pp. 86s; «Antropologia 2: globalità dell’essere», pp. 87s; «Antropologia 3: componenti principali», pp. 89s; «Antropologia 4: funzioni principali», pp. 90ss; «Immagine e somiglianza di Dio», p. 183; «Persona», pp. 274ss; «Uomo (essere umano)», pp. 372s.

     ■ Nicola Martella, Dizionario delle medicine alternative, Malattia e guarigione 2 (Punto°A°Croce, Roma 2003): «Antropologia e Bibbia», pp. 47s; «Antropologia e medicina alternativa», pp. 48s; «Antropologia e paramedicina», pp. 49-53.

     ■ Nicola Martella, La salute fra scienza, religioni e ideologie, Malattia e guarigione 1 (Punto°A°Croce, Roma 2003): «Valore di un quadro antropologico globale per malattia e guarigione», pp. 141-145.

     ■ Nicola Martella (a cura di), Escatologia biblica essenziale. Escatologia 1 (Punto°A°Croce, Roma 2007): «La morte», pp. 187ss; «Lo stato personale dopo la morte», pp. 193-196; «Il sonno dell’anima?», pp. 197-209.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Antropol_verific_MT_AT.htm

04-07-2013; Aggiornamento:

 

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