L'articolo «Worship,
unzione ed esperienze iperestetiche» ha suscitato varie
reazioni dei lettori. Diamo qui di seguito spazio alla discussione.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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1.
{Corrado Salmé}
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Contributo:
Nicola, […] Non condivido una sola virgola di
ciò che scrivi. Si capisce che sei totalmente fuori dall’esperienza carismatica
e da un rapporto personale con lo Spirito Santo. Smettila di pubblicare queste
cose. […] {27 maggio 2008}
▬
Risposta: Guardando certi video in rete, in cui compare Corrado
Salmé
(link),
mi chiedo di quale «spirito» parli e se le sue pubbliche performance non siano
una commistione carismaticista fra show ed evangelizzazione, fra sciamanesimo e
cristianesimo. Dove nella Scrittura si parla d’un «rapporto personale con lo
Spirito Santo»? Quest’ultimo non indica a sé, ma è colui che riempie i credenti,
permette loro un «rapporto personale con Gesù Cristo» e la pratica del «frutto
dello Spirito».
■ Stefano, «essendo pieno dello Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo,
vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio… Stefano…
invocava Gesù» (At 7,55s).
■ «Or voi non siete nella carne ma nello spirito, se pur lo Spirito di Dio
abita in voi; ma se uno non ha lo Spirito di Cristo, egli non è di lui» (Rm
8,9).
■ «…offriamo il nostro culto per mezzo
dello Spirito di Dio, che ci gloriamo in Cristo Gesù, e non ci confidiamo nella
carne» (Fil 3,3).
■ «Da questo conoscete lo Spirito di Dio: ogni spirito che
confessa Gesù Cristo venuto in carne, è da Dio» (1 Gv
4,2).
Il fine dello
Spirito Santo non è mai di farsi invocare o di mettersi al centro
dell’attenzione, ma di rendere grande la persona e l’opera compiuta da Gesù
Cristo (1 Gv 5,6). In caso contrario, si tratta d’un altro spirito. Allora la
cosiddetta «esperienza carismatica» attinge da un «fuoco estraneo».
Per il resto si vedano le risposte già dategli in questo tema di discussione: «Fare
missione con un «morto» vivente? Parliamone 1». {Nicola Martella}
2.
{Giovanni Cappellini}
▲
■
Contributo: Cosa c’entra inserire la locuzione «Feet Worship» facendo
credere che si tratti d’un genere musicale cristiano? Il termine «Worship» è
neutrale. Sarebbe come dire che bisogna stare attenti alla «lettura» della
Bibbia, perché esiste anche la «lettura» del Corano, e la «lettura» di manuali
esoterici.
Mi sembra che a monte di quest’articolo ci fosse comunque la certezza che la
persona si fosse illusa. Ma se leggiamo nella Bibbia delle visioni di Paolo e di
Giovanni, perché oggi se qualcuno ha delle visioni non dovremmo credere?
Io alla lettrice avrei semplicemente risposto: «Le manifestazioni soprannaturali
di Dio sono comunque votate a cambiare la vita delle persone. Se la vita di
quella è persona è cambiata, questo testimonierà dell’autenticità della
visione». {27 maggio 2008}
▬
Risposta: Ho parlato di «Feet Worship» e di altro tipo di
«worship» non per indicare che si tratti d’un genere musicale (né tanto meno
cristiano), ma di un termine oramai abusato quasi per tutto (p.es. feticismo),
oltre al fatto che gli viene oramai attribuito uno spettro di significati che
vanno oltre la religione (e oltre il cristianesimo); infatti anche nei gruppi
esoterici e occultistici si parla di «worship», in connessione con la musica di
genere o meno. L’esempio con la «lettura» è semplicistico, poiché si tratta di
una parola italiana e non viene usata come un termine alla moda.
Quanto alle «visioni» odierne, la Bibbia ci mette in guardia che esistono anche
quelle che provengono dalla propria psiche (cfr. Gr 14,14; 23,16; Col 2,18) e da
una fonte diabolica (1 Tm 4,1s). Quindi si fa bene a discernere gli spiriti (1
Gv 4,1) e a non farsi ingannare. Nell’articolo «Visioni dell’aldilà» (Escatologia
2), pp. 313-328, analizzo varie presunte «visioni» presenti in libri e in
internet e ne mostro la reale consistenza alla luce della Bibbia.
Inoltre fenomeni iperestetici e parestetici non hanno nulla a che vedere con le
visioni, ma rientrano nel campo delle allucinazioni, che la psicologia ben
chiarisce e pone specialmente in connessione con l’isterismo.
Chi ha detto che si tratta di «manifestazioni soprannaturali di Dio»? E chi può
mettere la mano sul fuoco che si tratta di una visione autentica, senza averla
analizzata e verificata? Anche i falsi profeti parlano di una vita cambiata
rispetto a prima (cfr. Col 2,18ss); questo non è un vero criterio. Bisogna ogni
volta verificare la conformità con la Parola di Dio (cfr. Dt 13,1ss; Balaam,
Simone il mago). Il resto è «teologia dell’esperienza», quindi un arbitrio
spiritualista, pericoloso per sé e per gli altri.
3.
{Abele Aureli}
▲
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Contributo: Tu scrivi: «In Corinto c’era un nutrito gruppo di cristiani
che avevano cristianizzato concezioni gnostiche e pratiche mistiche,
influenzati com’erano da “sommi apostoli”, che avevano introdotto tutto ciò
e che Paolo considerava “operai fraudolenti”; l’apostolo ebbe con loro molte
“gatte da pelare”. Egli pose l’attenzione a fenomeni mistici pericolosi
in cui «ben prega lo spirito mio, ma la mia intelligenza rimane infruttuosa»
(1 Cor 14,14). A tali espressioni mistiche della spiritualità, Paolo
rispose così: “Io pregherò con lo spirito, ma pregherò anche con
l’intelligenza; salmeggerò con lo spirito, ma salmeggerò anche con
l’intelligenza” (v. 15).
Il fine è la comunione intellegibile e l’edificazione pratica, non il
misticismo individuale o di gruppo» (N.d.R. grassetto del lettore).
Hai usato l’aggettivo «Sommi Apostoli» come per... falsi Apostoli. È stato un
errore? Pregare o salmeggiare solo nello Spirito in un’assemblea pubblica, non
sarà proprio in ordine, ma non si può neppure associare a «pratiche o fenomeni
mistici pericolosi». {28 maggio 2008}
▬
Risposta: Per «sommi apostoli» nel senso d’autonominati
super-apostoli (erano gnostici di stampo giudaico) vedi 2 Cor 11,5; 12,11; vi è
certamente un pizzico d’ironia nelle parole di Paolo. In 2 Cor 11,13 li chiama
poi esplicitamente «falsi apostoli, operai fraudolenti, che si travestono da
apostoli di Cristo».
Quanto al resto, tutte le espressioni nella pubblica riunione deve mirare alla
comunicazione esplicita che crea l’edificazione, come certamente concorderei. Se
vuoi formulare un contributo nel merito dell’intero articolo, sarà benaccetto.
{Nicola Martella}
4.
{Sonia Sciabica}
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■
Contributo 1:
[…] far valere le proprie... non idee... ma...
dottrine, non dando spazio alla
libertà dello Spirito Santo, ci
rende come aquile ingabbiate!! Ricordiamoci che
Lui è
Dio e quindi
infinito e
immenso, a volte incomprensibile... incomprensibile anche per
una persona che conosceva perfettamente la Torah e costui era Nicodemo il
fariseo, eppure lui in tutta la sua conoscenza non comprese il messaggio di
Gesù... ecco non tengo nemmeno a concludere il discorso, ma dico soltanto che
chi ha orecchie per intendere intenda!!
Dio ci guidi con la Sua
sapienza,
saggezza e soprattutto
amore. {28 maggio 2008}
■
Contributo 2:
[…] ti ho già spiegato il punto
principale della questione in
merito a quell’esperienza, facendoti l’esempio di Nicodemo il fariseo capo dei
Giudei... Nicola sai bene che l’albero lo si riconosce dai frutti... dobbiamo
essere anche pronti a rompere i nostri schemi e avere un’apertura maggiore al «movimento»
dello Spirito Santo, questo accade quando apriamo i nostri cuori e per «rivelazione»
riceviamo, come l’apostolo Pietro che per rivelazione ricevette la
consapevolezza della vera «natura» di Gesù Cristo... non ci può essere
Parola di
Dio senza il Suo stesso Spirito Santo che guida e
rivela... sarebbe solo
legge... carta scritta... Un ultima
cosa ti sei mai chiesto se in un qualcosa di falsificato non ci sia qualcosa che
sia vero e autentico? Esempio come l’imitazione della borsa Gucci essa è
un’imitazione «falsa» della «vera»...
esempio molto elementare ma concreto per capire certi passaggi dottrinali e
spirituali... Che la grazia e il
suo amore si manifestino in tutta la nostra vita, e possiamo
essere in unità con un solo spirito
nello Spirito nonostante le nostre
diversità di cultura, denominazione, ecc. Grazie ancora per avermi dato
dedicazione. {29 maggio 2008}
▬
Risposta: Rispondo qui di seguito ad ambedue le missive. Il tuo
discorso rientra in una logica spiritualista. La cosiddetta «libertà dello
Spirito» sembra una licenza ad aprirsi a tutto ciò che suona di «spirituale» e
di attingere quindi a ogni «fuoco estraneo» che si vuole. Questa è la porta per
la contaminazione. Dio, quantunque «infinito
e
immenso, a volte incomprensibile», si è rivelato nella sua
Parola e ha messo in guardia da commistioni spirituali, dovute a false
rivelazioni. «Nessuno a suo talento vi defraudi del vostro premio per via
d’umiltà e di culto degli inviati, affidandosi alle proprie visioni, gonfiato di
vanità dalla sua mente carnale, e non attenendosi al Capo...» (Col 2,18s). «E
non c’è da meravigliarsene, perché anche Satana si
traveste da angelo di luce. Non è
dunque gran che se anche i suoi ministri si
travestono da ministri di
giustizia; la fine loro sarà secondo le loro opere» (2 Cor 11,14s).
Infine, oltre a sapienza e amore, ci vuole la «verità»; ed essa ci viene dalla
Parola di Dio (Gv 17,17). Chi si affida al proprio soggettivismo e arbitrio,
resterà confuso. Gli apostoli ci tenevano perché i credenti imparassero «a
praticare il “non oltre quel che è scritto”» (1 Cor 4,6). Ecco l’antidoto
alla confusione dottrinale e morale: «Studiati di presentar te stesso
approvato dinanzi a Dio: operaio che non abbia a esser confuso, che
tagli rettamente la parola della
verità» (2 Tm 2,15).
Nella seconda missiva ripeti lo stesso schema spiritualista. Nicodemo non
c’entra con questa questione, visto che oggi abbiamo la Parola di Dio in modo
completo. Per «apertura maggiore al “movimento”
dello Spirito Santo» s’intende spesso un’apertura a dottrine gnostiche e a
esperienze psichiche ed esoteriche cristianamente spiritualizzate; ciò è
inaccettabile dal punto di vista biblico. Le «rivelazioni» che vanno di là da
ciò che è scritto, sono pericolose e non possono venire dallo Spirito di Gesù.
Dio vuole essere adorato in «spirito e verità» (Gv 4,24). In molti brani del NT
lo Spirito è posto in relazione alla verità rivelata, e cioè a quella della
Parola di Dio («Spirito della verità» Gv 14,17; 15,26; 16,13; «la santificazione
nello Spirito e la fede nella verità» 2 Ts 2,13). Andare oltre è pericoloso e ci
si espone a seduzioni e contaminazioni di vario genere.
Il principio dev’essere ribaltato, se si vuole rimanere nella «sana dottrina»:
non si tratta dello Spirito Santo laddove esso non porta alla Parola di Dio!
Gesù e gli apostoli usarono l’espressione «sta scritto» per evidenziare la
verità e la legittimità biblica. Il resto è arbitrio spiritualista. Sarà proprio
sulla base di tale «carta scritta», come tu la chiami, che Gesù giudicherà gli
uomini. «Chi mi respinge e non accetta le mie parole, ha chi lo giudica: la
parola che ho annunziata è quella che lo giudicherà nell’ultimo giorno… il suo
comandamento è vita eterna» (Gv 12,48; cfr. Gcm 4,11). «Non crediate che
io sia colui che vi accuserà davanti al Padre; v’è chi v’accusa, ed è Mosè, nel
quale avete riposta la vostra speranza» (Gv 5,45). Nelle loro argomentazioni
Gesù e gli apostoli usarono la Legge e i Profeti come autorità (At 28,23). Chi
aggiunge o toglie dalla Parola di Dio, scrive la sua propria condanna (Ap
22,18s).
Le «imitazioni» devono essere confrontate con il modello originale e questo si
trova nella sacra Scrittura. Chi pone altri metri di misura, espone se stessi e
gli altri al pericolo di seduzione e contaminazione. «Bada a te stesso e
all’insegnamento; persevera in queste cose, perché, facendo così, metterai al
sicuro te stesso e quelli che ti ascoltano» (1 Tm 4,16). {Nicola Martella}
5.
{Mobili e mobili, ps.}
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■
Contributo:
Inviterei la persona che ha testimoniato e
quella che ha sentito il profumo a rivolgersi a uno psicologo per curare
l’estasi religiosa che colpisce moltissimi credenti in buona fede. {29 maggio
2008}
▬
Risposta: Non commento quanto affermato dal lettore, ma lo lascio
al giudizio di chi leggerà. Preferirei comunque che al posto dello pseudonimo ci
fosse il suo nome. {Nicola Martella}
6.
{Orlando Nencini}
▲
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Contributo:
Contento??? Complimenti!!! Magari sei un pozzo
di scienza, non ne discuto, ma per favore non usarla per sviare le persone dalla
«semplice» fede. Ricorda che Dio usa le cose «pazze» di questo mondo... Esiste
un bellissimo libro con titolo giusto per l’occasione: Ma voi ragionate troppo.
Credimi, carissimo Nicola, Dio c’è... ma non sei te. Rilassati. {29 maggio 2008}
▬
Risposta: Certo, sarcastico, ironico e a effetto. Il contenuto di
verità e di conoscenza biblica che trapela è però scarso. La Parola parla di
«semplicità di cuore» (At 2,46), del donare con semplicità ossia senza calcoli
(Rm 12,8) e del servire i propri padroni «nella semplicità del cuor vostro,
come a Cristo» (Ef 6,5; Col 3,22). Inoltre Paolo espresse le proprie riserve
verso la deriva gnostico-spiritualista dei Corinzi: «Temo che come il
serpente sedusse Eva con la sua astuzia, così le vostre menti siano corrotte e
sviate dalla semplicità e dalla
purità rispetto a Cristo. Infatti, se uno viene a predicarvi un
altro Gesù, diverso da quello che
abbiamo predicato noi, o se si tratta di ricevere uno
Spirito diverso da quello che avete
ricevuto, o un evangelo diverso da
quello che avete accettato, voi ben lo sopportate!» (2 Cor 11,3s). Quindi,
la semplicità della fede è solo rispetto all’Evangelo (persona e opera di Gesù).
I «sommi apostoli» (v. 5) che avevano preso il potere in Corinto, avevano
trascinato i credenti proprio in tale deriva gnostico-mistica (vv. 13ss),
allontanandoli dalla semplicità rispetto all’Evangelo. Così avviene oggi con
tanti pseudo «unti» e la loro deriva gnostico-mistica chiamata carismaticismo.
Le «cose pazze» che Dio ha usato per svergognare quelle apparentemente sagge di
questo mondo, non sono tali esperienze gnostico-mistiche, ma l’Evangelo («pazzia
della predicazione», «Cristo crocifisso»; 1 Cor 1,21-31)). Quando si parla senza
conoscenza biblica, se ne dicono di cose a effetto, ma senza contenuto di
verità. Allora sì che si sviano i semplici dalla fede in nome di una «teologia
dell’esperienza»!
Credimi, carissimo Orlando, Dio c’è... ma non sei neppure tu. Acquista
conoscenza e passa dal «latte» al «cibo sodo», perché è ora (Pr 23,23; Eb
5,12ss).
7.
{Gianni Siena}
▲
■
Contributo: Caro Nicola, Pace! Affronto l’argomento cominciando con una
storiella «pepata»: Un prete, studia sessuologia (si prepara all’incarico per
l’istruzione delle future coppie) e sta facendo esperimenti sull’eccitazione
sensoriale d’uomini e donne durante l’innamoramento. È abituato a considerare
gli esseri umani come «cavie», egli (= celibe e prete) non capisce cosa trovano
di «eccitante» e godibile nel fare certe cose... finché un giorno nota la
giovane suora che gli redige i dati: era un avvenente esemplare di «femmina».
Inutile raccontare il seguito, è facilmente intuibile: i due s’innamorano e
gettano le tonache alle ortiche.
L’animo umano ha bisogno di «godere» ed essere «felice», non per nulla il libro
più «scandaloso» della Bibbia contiene espressioni e immagini sessuali d’una
tenera e delicata sensualità (= Il Cantico dei Cantici). Il significato
spirituale di queste pagine è evidente, illustra l’amore tra Dio e il suo
Popolo, tra Cristo e la sua Chiesa.
I nostri culti somigliano più a riunioni d’una Spa che discute i bilanci annuali
e non a un incontro d’amore con lo Sposo Celeste: anche per questo v’è un
proliferare di misticismo «cristiano»... che sconfina nell’occulto e
nell’esoterismo! Uno degli aspetti più criticati del pentecostalismo (da parte
di chi non lo condivide) è la gioia esuberante che accompagna l’adorazione e il
culto... Anche ammettendo che, a volte, il rumore sia troppo, io non potrei fare
a meno di quella «gioia»! Ieri sono stato al culto ed è finito in modo
abbastanza «piatto»... Sono contento della predicazione quando è fatta con della
buona dottrina, ma nella preghiera voglio una certa libertà d’espressione vocale
e partecipativa.
Il worship è l’estensione oltre i limiti scritturali di questa libertà, possono
avvenire anche manifestazioni non bibliche: occorre vigilare, ma non bisogna
«proibire» tutto! Anche i credenti più «imbalsamati» riescono a gioire quando si
cantano i cori del risveglio, perché «no»!? Bando a tutto quello che viene
dall’inferno, ma godiamoci la nostra intimità con Cristo! Essa è l’unico rimedio
alla «tentazione carismatica»: un cuore sazio d’amore non cerca «sensazioni»
strane. {30 maggio 2008}
▬
Risposta: Non tutte le «rime» del contributo mi aggradano (p.es.
applicazione spiritualista del Cantico), ma nel complesso è condivisibile. Il
resto lo lascio all'analisi e al giudizio dei lettori. {Nicola Martella}
8.
{Giovanni Cascato}
▲
Shalom a tutti, ho letto la domanda di Sonia
Sciabica e la risposta che il fratello Nicola Martella ha dato. Condivido la
risposta che Nicola ha dato, complimenti! Mi meraviglio del contributo che ha
dato Corrado Salmé, una persona tanta conosciuta, veramente mi ha deluso tanto.
Certo Corrado canta molto bene, tanto che ci sembra d’essere in una discoteca,
dove si possono attingere molte emozioni che viene scambiata per unzione e
benedizione. Consiglierei a Corrado di leggere un po’ la Bibbia in modo di
potere affrontare il fratello Nicola Martella; capisco che non condividi una
virgola, questo però non è colpa del fratello Nicola, ma della tua scarsa
conoscenza della Parola di Dio. Personalmente sono un ex pentecostale e conosco
bene le chiese carismatiche e posso dire che di spiritualità ce n’è poca. Poi
non parliamo dell’ordine del culto e di tutti gli scandali che vi sono, penso
che le chiese carismatiche e pentecostali hanno superato la chiesa di Corinzi da
molto. Poi dire a un fratello che si trova fuori da un rapporto con lo Spirito
Santo, solo perche non condividi quello che ha detto, posso solo dire che
d’amore fraterno ne hai ben poco. Shalom a tutti. {4 giugno 2008}
9.
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10.
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11.
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12.
{}
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►
Unzione
{Nicola
Martella} (Diz)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Worship_iperestesia_parla_Car.htm
02-06-2008; Aggiornamento: 07-06-2010
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