«Vieni
a prendere il tuo miracolo!»: questo è stato lo slogan, che
abbiamo affrontato in un articolo.
Il nostro motto rimane questo: «Non partecipare a tale mercato dei
prodigi a bacchetta!». Infatti, la Scrittura parla del Dio sovrano, che agisce
secondo il suo segreto consiglio e a proprio arbitrio. Gesù stesso insegnò ai
suoi apostoli di pregare così: «Padre nostro…
venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà anche in terra, com'è fatta
nel cielo» (Mt 6,9s). Gesù stesso pregò
nell’ora estrema: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me
questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma
come tu vuoi» (Mt 26,39.42). Il Signore
rifiutò preghiere insistenti di suoi servi eccellenti, che erano nel bisogno,
rispondendo loro: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si
dimostra perfetta nella debolezza» (2 Cor 12,9).
Al contrario, oggigiorno
i miracoli sono presentati da certi taumaturghi cristiani come articoli da
fastfood o da supermercato, che basta andare a ritirare alla cassa. Essi
promettono in anticipo ciò, che credono Dio sia obbligato a fare a loro comando.
Propagano così una falsa immagine del Signore: non il Dio vivente e sovrano, ma
una proiezione mentale carismaticista, un «zio buono», che non può fare
diversamente, un «Dio» al servizio del guaritore di turno.
Come si pongono le chiese bibliche rispetto a proclami miracolistici del
genere da «mercato dei prodigi», in cui taumaturghi cristiani promettono
miracoli, che basta venire a prendere, come se fossero pacchi regalo? Anche i
membri e le chiese bibliche devono prendere posizione su cose del genere! Qual è
la vostra esperienza in merito?
È immancabile che alcuni pongano anche qui la questione se carismi e miracoli
siano cessati o meno. Tuttavia, non essendo qui il luogo di confronto fra
«continuazionisti» e «cessazionisti», chiedo a tutti i lettori, che partecipano
al dibattito, di evitare di trasformare questo tema in un sondaggio su
«miracoli sì» e «miracoli no» (più glossolalia, ecc.). Questo snaturerebbe
il tema attuale. Di tali cose ne abbiamo discusso altrove e non mancherà
occasione per farlo nuovamente. Per altro io non sono un «continuazionista»
(ciò, che fecero gli apostoli, può essere fatto anche oggi) né un
«cessazionista» (i carismi sono cessati), ma un «diversificazionista» (Dio
agisce in modo diversificato in ogni periodo della storia della salvezza; questo
magari lo spiegherò altrove all’occasione).
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
opinioni?
Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster
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Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli
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I contributi sul tema ▲
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contributi attivi hanno uno sfondo bianco)
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1. {Fortuna
Fico}
▲
1. Purtroppo molte persone si avvicinano
al Signore, poiché fraintendono i messaggi o la Parola, quando sentono
parlare di benedizioni o di miracoli, non pensano mai che si riferiscano al lato
spirituale, in modo particolare, ma pensano di usare Dio, come un
distributore di miracoli; e quando non hanno ciò che chiedono, rimangono
delusi! Una volta, un simpatizzante lasciò l’assemblea, che frequentava,
perché aveva chiesto come segno, che non morisse sua suocera, che era
affetta da una malattia seria e dalla quale percepiva una congrua pensione.
Quando la poveretta morì, lui non andò più in chiesa, perché Dio non l’aveva
guarita! C’è un piccolo particolare tralasciato: la signora in questione aveva
100 anni! Certo, Dio può ogni cosa, ma Lui legge i nostri cuori, e sa
dove sono i nostri tesori! {18-11-2012}
2. Beh, far
diventare Dio come un distributore automatico di miracoli, mi era del
tutto nuovo! Ma di sicuro con questo non si vuole esaltare il nome di Dio, ma
quello di chi si definisce «guaritore»! Un po’ come Simon Mago, che
voleva acquistare la possibilità di poter operare miracoli, per la propria
gloria! Il Signore ha il potere di operare miracoli sicuramente, ma secondo la
sua santa volontà, non quella del richiedente!
{18-11-2012}
2. {Luca Sini}
▲
Eh, beh, ormai la chiesa è un porta fortuna.
«Vieni in chiesa da noi e ti porteremo fortuna in
tutto».
Ogni volta che do il benvenuto a un nuovo arrivato
in chiesa, gli dico solo:
qui troverai Gesù, non lavoro, né fidanzate, né
soldi, o salute.
(Dio può dare queste cose, ma nessuno deve
avvicinarsi alla chiesa, se non per ricercare la salvezza in Gesù).
Comunque, dare speranze del genere fa molti
più adepti e rende tutto più «facile».
Anche dimenticarsi di parlare del peccato.
Dio non ha più problemi col peccato, dicono.
«Vuole solo farti ricco e famoso».
Alla fine, ci si ritrova in una chiesa dove ci sono
20.000 membri e 5 salvati.
Per lo meno è l’idea che mi sono fatto in questi
anni.
Sono pienamente d’accordo con l’articolo.
{18-11-2012}
3. {Edoardo
Piacentini}
▲
■
Contributo:
Lo slogan è sicuramente accattivante. Chi si trova in condizioni
disperate di salute, è invitato a confidare nella potenza del guaritore,
che promette con sicurezza guarigioni a buon mercato.
Il problema non è che Dio non possa guarire, perché malgrado quello che
ritengono alcuni evangelici, che definiamo cessazionisti, l’epoca dei
miracoli, e in particolare quello della glossolalia e degli altri doni dello
Spirito Santo, non è cessata con la dispensazione dei primi apostoli. Tale idea
non ha alcun fondamento biblico, in quanto scaturisce dall’errata
interpretazione di 1 Corinzi 13,8-10, dove per perfezione deve intendersi non il
completamento del canone dei Nuovo Testamento, ma la seconda venuta di Cristo,
perché solo allora gli uomini avranno una conoscenza completa, non si
ammaleranno più, le profezie saranno tutte adempiute e Dio sarà tutto in tutti!
L’autore dell’epistola agli Ebrei afferma: «Gesù Cristo è lo stesso, ieri
oggi e in eterno!».
Tuttavia il
grande mandato, che Gesù ha dato ai suoi discepoli, è questo: «Andate per
tutto il mondo e predicate l’Evangelo a ogni creatura» (Marco 16,15). Chi
accetta questo «lieto messaggio» riceve la giustificazione per grazia
mediante la fede e inizia un cammino di santificazione, attraverso il quale lo
Spirito Santo cambia e trasforma i nostri cuori, sempre che ci disponiamo a fare
la sua volontà. Chi davvero ama il Signore e desidera ardentemente servirlo e
piacere a Lui, sperimenta in prima persona la rigenerazione spirituale,
di cui parla il Nuovo Testamento. E il credente nato di nuovo influenza con
il suo zelo e il suo entusiasmo nel servire il Signore sia la fratellanza,
sia tutti coloro che entrano in contatto con lui, i quali vengono conquistati
dall’amore di Dio attraverso la sua predicazione e la sua testimonianza.
L’Evangelo del ravvedimento dalle opere morte e della fede nel
sacrificio espiatorio compiuto da Gesù sul duro legno della croce deve avere
la priorità nella nostra predicazione agli inconvertiti, i quali sono chiamati
dalla Scrittura a riconoscersi peccatori dinanzi a Dio e ad accettare Gesù quale
personale Salvatore e a riceverlo nel cuore quale Signore della
loro vita, impegnandosi, anche attraverso il battesimo per immersione, a
servirlo tutti i giorni della loro vita.
La guarigione fisica, che è solo per un tempo, di fronte alla
salvezza eterna che Gesù dona a chi crede in Lui, è ben poca cosa. Per cui, a
mio avviso, è errato sottolineare i miracoli, che pure avvengono tra di
noi, a discapito del dono della salvezza in Cristo Gesù, benedetto in eterno!
Amen! {18-11-2012}
▬
Nicola Martella:
Apprezzo la maggior parte delle cose espresse qui da Edoardo Piacentini.
Chiaramente essendo egli un pastore pentecostale, sono note le sue
convinzioni, secondo cui tutto ciò che fecero gli apostoli di Gesù, sarebbero
possibili parimenti in tutto e per tutto anche oggigiorno. Di ciò ne abbiamo già
discusso insieme; non c’è che da rispettare le opinioni altrui, mantenendo le
proprie. Tralasciamo, quindi, di intervenire in merito, non essendo questo l’oggetto
di questo tema.
Faccio soltanto notare che Ebrei 13,8 non si trova in un contesto di
carismi e miracoli, per cui è scorretto citarlo in merito; inoltre, la corretta
traduzione in conformità con l’epistola dovrebbe essere questa: «Gesù è lo
stesso Cristo, ieri oggi e in perpetuo!». L’autore ci teneva a evidenziare
che Gesù è il Messia (= unto a re) e non smette di essere, da quando ha iniziato
il suo ministero terrestre!
Ho premesso che io credo nel Dio sovrano, il quale è libero di agire come
vuole e senza costrizioni umane. Quindi, qui non sono in discussione i miracoli
veraci di Dio, ma il miracolismo degli uomini, che spostano gli accenti
del messaggio biblico. È meglio credere nel Dio sovrano, che fa miracoli a suo
arbitrio, che credere nei prodigi in se stessi o nei taumaturghi cristianizzati,
che credono di comandare Dio a bacchetta. Il più grande dei miracoli è
certamente la rigenerazione degli uomini morti nei loro falli e nei loro
peccati! Similmente a come è stato ricordato da Edoardo Piacentini, affermo che
ogni guarigione fisica o psichica è per un breve tempo, la guarigione dalla
ribellione e dall’incredulità, che fa accedere alla salvezza, ha un valore
per tutta l’eternità. È per questa «perla preziosa» e per questo «tesoro
nascosto» che vale la pena investire ogni cosa della propria vita (Mt 13,44ss).
4. {Mario
Mennella}
▲
Il vero e più grande miracolo nella
nostra vita è senz’altro avere accettato la Signoria di Dio in noi, attraverso
la grazia, che ci è stata offerta nell’opera unica e irripetibile, ricca di
pietà, che Cristo Gesù ha compiuto alla croce in nostra sostituzione. Presentare
il Signore Cristo Gesù come la condizione di soluzione alle ansietà e
alle afflizioni, che attanaglia questo mondo, è in sé un fatto improprio,
quando è visto come una condizione di accesso all’esaudimento del proprio
essere. È vero l’inverso: «Cercate prima il regno e la
giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più» (Matteo 6,33).
Se non si realizza la propria condizione naturale, cioè di essere nemici davanti
a Dio, e non si confessa la condizione di separazione e il bisogno di essere
giustificati da Dio (Romani 3,23-26), la preghiera non arriva neanche al
tetto della propria casa. Gesù venne invocato da un cieco come «Gesù,
figlio di Davide». Gesù rispose: «Che vuoi che io ti faccia?». L’uomo disse:
«Signore, che io ricuperi la vista». E Gesù gli rispose: «Ricupera la vista;
la tua fede ti ha salvato». L’accento, che spesso (molto spesso) si pone, è
la propria appartenenza a una tale denominazione religiosa; c’è sempre un
parteggiare, un dividere. Il fatto certo è che nessuna religione salva.
Tagliare rettamente la Parola di Dio, è questa la grande responsabilità, che
ha in cuore ogni fedele e sincero operaio nel campo di Dio. La condizione
vincolante e la pretesa di esaudimento, che si pone per credere in
Colui che è, in sé è fuorviante. La preghiera del giusto ha esaudimento
davanti al trono della grazia; e la nostra giustizia è giustificante nel
Signore Cristo Gesù, il grande Pastore delle anime nostre. Solo a Dio la gloria!
{18-11-2012}
5. {Gianpirro
Venturini}
▲
Che Dio faccia miracoli, è vero, ieri
come oggi; coloro, non li vedono, sono le persone che non si affidano a Lui o
sono troppo occupate a «cercare il demonio», autore dei misfatti! Ma la Parola
di Dio ci esorta a cercare «solo Dio». Va detto inoltre che l’operare
miracoli o potenti operazioni non è una opzione della fede e tantomeno di
qualche «aggregazione religiosa», che pretende di avere un diritto di
prelazione presso l’Eterno; quando questo avviene, è fin troppo evidente
l’aspetto strumentale e sovente utilitaristico, che si nasconde
dietro certe iniziative «iper-spirituali». Va detto che, già al tempo di Gesù,
questo avveniva; infatti Gesù reagì con decisione e determinazione, mettendo in
guardia anche i discepoli e fornendo loro il discernimento necessario: «Mi
diranno in quel giorno: “Signore, Signore non abbiamo noi profetizzato in
nome tuo e in nome tuo cacciato demoni e fatto in nome tuo molte opere
potenti?”. Allora dichiarerò loro: “Io non vi ho mai conosciuti,
allontanatevi da me malfattori”» (Matteo 7,22s). Meditate bene queste
parole! {18-11-2012}
6. {Stefano
Carta}
▲
Tutti cercano «segni e prodigi». Ciò,
che mi meraviglia negativamente, è vedere come sempre più, anche in quelle
chiese, che sono sempre state convinte che la Parola di Dio sia il metro di
giudizio, sul quale ogni esperienza, persino quelle miracolose, deve essere
vagliata, invece stanno cambiando registro. Oggi, ormai la Parola viene
interpretata e insegnata in base alle proprie esperienze, e non più in
base alla sua verità oggettiva, che è superiore alle esperienze; quando le
esperienze diventano il «magistero, che interpreta la Scrittura»,
automaticamente si sta dicendo che la Scrittura non è sufficiente, ma che c’è
bisogno di altro: segni! Era così anche nei Vangeli. Io credo che Dio interviene
ancora oggi con dei miracoli, in risposta alle preghiere e come sua
sovrana decisione (anche se certi doni a mio avviso sono cessati); e questo
posso trovarlo anche nelle Scritture. Ma che Dio intervenga a comando,
non ne trovo alcun cenno. In ogni caso, come credenti dovremmo ritrovare, se mai
l’avessimo perso, il centro della nostra vita e della nostra esperienza
cristiana solamente nel mettere in pratica la Parola di Dio. È solo
camminando nella luce, che sperimentiamo Dio, il quale è luce, e in Lui non
ci sono tenebre (1 Gv 1,5-7). Tutti coloro, che accettano senza batter ciglio
ogni «operatore di miracoli», sono facilmente sviabili, perché
dimostrano di non aver fondato la propria fede sulla Parola di Dio, di non
possedere la fede di Ebrei 11,1, poiché in realtà sono increduli. {18-11-2012}
7. {Gianni
Siena}
▲
Mi viene in mente
la battuta ironica di Pino Caruso, un comico siciliano, che impersonando
un detenuto «eccellente», diceva: «Venga a prendere un caffè da noi…
all’Ucciardone». Così lasciava immaginare cosa poteva succedere.
Oggi, in certi ambiti «cristiani», non esiste più la dignità del servo di Dio
che, annunciando l’Evangelo, aggiunge al messaggio di ravvedimento la frase un
po’ «trita» (anche in ambito pentecostale), ma sempre efficace: «Dio può / vuole
prendersi cura dei tuoi problemi, anche personali e/o di salute, ma prima devi
metterti a posto con Lui. E se glielo chiedi, il Signore può guarirti». Poi si
lascia a Dio la responsabilità del che cosa fare.
Chi chiama le anime al ravvedimento e alla nuova nascita, se ha fede, conosce
risposte del genere alla sua preghiera e, soprattutto, alla fede del
neocredente: questo è in definitiva colui, che dovrà relazionarsi con Dio.
Lo scopo d’incoraggiare la fede negli esaudimenti di Dio sta nell’accentuare un
aspetto esistente nella Scrittura: Dio promette di guarire singoli individui o
un intero paese, se vede il pentimento del suo popolo,
Questo avviene sempre nella massima umiltà da parte di chi espone l’Evangelo
della grazia, sapendo che tutto proviene dalla sovrana volontà di Dio.
Alcuni servitori del Signore hanno ricevuto speciale consapevolezza dell’opera,
che il Signore stava per fare, ma altri hanno pregato domandando e affidandosi
alla misericordia divina… in ogni caso, tutti sapevano che non dipendeva da loro
guarire le persone.
Ma dove Iddio è stato trasformato in un sorta di «Babbo Natale», buono
per 365 giorni, colà non si conosce più la preghiera modello di Gesù: «Padre
nostro, che sei nei cieli,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà in terra, come è fatta nel
cielo…»
Temo che certi predicatori abbiano fatto del Dio che fa miracoli (lo ha
predetto) uno
specchio per le allodole, che serve a catturare anime, legarle ai banchi dei
loro locali di riunione e poi a «tosarle» (non soltanto del denaro…) e
dominarle.
Non conosco la chiesa di Marcianise, ma se essa è scaduta a questo livello, c’è
poco da stare allegri. {19-11-2012}
8. {Liliane
Vitanza}
▲
Sapete, quando si
soffre, si è vulnerabile e ci si aggrappa alla speranza di non soffrire
più! Ci sono, quindi, quelli che approfittano di questa debolezza e
fragilità, per fare credere una volta in più a questo miracolo. E poi ci sono
quelli che ti dicono: «È perché non hai fede, che non sei guarito». Tutto
questo provoca ferite e delusioni. Quindi, chi soffre, deve avere il
discernimento di chi è vero amico, imparare a difendersi dagli altri e rifiutare
queste persone.
Ho vissuto
sulla mia pelle quel, che scrivo, anche le promesse non realizzate; ma è una
battaglia ogni volta, per rifiutare questi miracoli. Perché io so che Dio non
guarisce sempre sulla terra, ma che un giorno sarò guarita, quando vedrò il
mio Signore. Questa è la promessa in Apocalisse. {20-11-2012}
9. {}
▲
Si rende la fede in
Gesù una specie di «supermercato di offerte speciali»: salute, lavoro
famiglia, amore, denaro, ecc., da prendere prima che scadano (cfr. invece
Giovanni 15,18ss odio e persecuzioni dal mondo).
Poi c’è l’appartenenza a una congregazione come a un «club di benessere e
relax» (cfr. invece Matteo 16,24: «Allora Gesù disse ai suoi discepoli:
“Se uno vuole venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi
segua”»).
Tutto ciò non solo è deleterio per chi vede, dal di fuori, un cristianesimo dai
frutti avariati, con credenti che non credono più se non vedono e toccano
(cfr. Gv 20,29). Essi si stressano, se il culto dura 5 minuti più del
solito; o se il fratello, ispirato dallo Spirito, porta un sermone per
riprendere la comunità (cfr. Pr 12,1), pensano avrà litigato con la moglie o si
è svegliato male.
Tempo fa, frequentavo una chiesa, che aveva questo modo di evangelizzare, sopra
descritto. Un caso particolare, che mi è rimasto impresso, è stato di un
ragazzo, che dopo essersi lasciato con la ragazza cadde in depressione.
Un fratello itinerante lo avvicinò, promettendogli che, «se lui avesse dato il
cuore al Signore, Dio gli avrebbe fatto riavere la ragazza», prendendo senza
senso e contesto vari versi (tipo Pr 3,5s), usati da lui come un imbonitore
all’asta. Il giorno, che si battezzò, diede con mio dispiacere la seguente
testimonianza: «Mi sono battezzato, perché Dio mi deve restituire ciò,
che è stato tolto al mio cuore». Come prevedibile, dopo neanche mezzo anno,
lasciò la comunità amareggiato con Dio, «che non aveva mantenuto la
promessa»; e non solo questo, ma con chiunque cominciò a parlare male
della comunità e a diffamare il cristianesimo.
Per me, fresco nella fede, fu un grande monito a predicare, dicendo esattamente
le Parole della Bibbia e in armonia con il contesto. Purtroppo per altri nella
comunità, quel ragazzo era come Simon Mago; e questo mi addolorò, perché
non vollero riconoscere l’errore di una evangelizzazione basata sulla
menzogna.
Il Signore Gesù «disse a quei Giudei, che avevano creduto in lui: “Se
perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la
verità e la verità vi farà liberi”» (Gv 8,31s).
Paolo avvisò i Galati che alcuni annunziavano un altro evangelo e la sua
condanna fu dura: «Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi
annunciasse un evangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema»
(Gal 1,8). È vero che Paolo parlava qui dei giudaizzanti e di quelli della
circoncisione, ma un annunzio dell’evangelo mischiato con menzogna è un
«altro evangelo». Dio ci doni saggezza e un santo timore. {20-11-2012}
10. {Franco
Cicala}
▲
Di quale
miracolo l’uomo ha bisogno oggi: di vivere altri anni sulla terra senza
speranza o di accedere alla presenza di Dio?
Gesù mandò i discepoli ad annunciare «il
regno dei cieli è vicino» con il potere di fare miracoli di
guarigioni; Gesù stesso annunciava
il ravvedimento e allo stesso tempo faceva miracoli; agli apostoli fu dato
il mandato di annunziare l’Evangelo e di operare miracoli. Ecco lo scopo dei
miracoli, che sbalordivano la gente: indirizzare la mente di chi ascoltava
la Parola, affinché avesse la certezza che fosse Parola di Dio e non parola di
uomini. In Atti 14,3 è scritto che il Signore stesso attestava con i miracoli
che quella predicazione veniva dal cielo ed era diretta al cuore dell’uomo per
la sua salvezza.
A tutti i lettori, che vedono quelle scene scabrose
nel
filmato ponessero la mente che oggi non c’è più bisogno dei miracoli del
tempo apostolico, perché l’altro più grande miracolo, oltre a quello della
salvezza, è avere la Parola di Dio a nostra portata: «Abbiamo inoltre la
parola profetica più salda: farete bene a prestarle attenzione, come a
una lampada splendente in luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la
stella mattutina sorga nei vostri cuori» (2 Pt 1,19). «Trofimo l’ho
lasciato ammalato a Mileto» (2 Tm 4,20); è strano che Paolo avesse
esaurito i bonus delle guarigioni o forse non era più in grado di usare
il Signore per guarire!? Paolo applica a sé e a quanti amano il Signore
l’assoluta sovranità di Dio di gestire come meglio crede la vita di chi
gli è figlio.
Joe Ferreyra, questo mistificatore, di cui ho
visto il
filmato, non può essere considerato guaritore, ma un lestofante a scopo
di lucro. {21-11-2012}
11. {}
▲
12. {Autori
vari}
▲
■
Claudio Bagno: Chissà per
quanto ancora Dio sopporterà queste mistificazioni. «Icabod» (non
più gloria di Dio) è l’unica parola che mi viene in mente!
{18-11-2012}
▬
Nicola Martella:
Riguardo alla nuora del sacerdote Eli è scritto: «E al suo bambino pose nome
“Ikabod”, dicendo: “La gloria ha esulato da Israele”, perché l’arca di
Dio era stata presa, e a motivo del suo suocero e del suo marito. E disse: “La
gloria ha esulato da Israele, perché l’arca di Dio è stata presa”» (1 Sm
4,21s; 14,3). Il termine ebraico ’î-kābôd
significa
«no-possanza (o gloria, o onore)» ed era usato per dire qualcosa come:
malfamato, famigerato, infamato, diffamato, disonorato. Effettivamente così
fanno alcuni taumaturghi odierni con l’Evangelo, perseguendo fini strumentali,
se non utilitaristici.
■
Leonardo Bernardi: È
veramente da restare sgomenti come tante pseudo-chiese sono supermarket
del miracolo; e hanno trasformato Dio in un istrione, che «tira conigli
dal cilindro», come certi maghi da avanspettacolo, distruggendo il vero senso
dei segni dati da Dio. Purtroppo non lo fanno del tutto disinteressatamente,
spesso questi piazzisti del miracolo sono a caccia di denaro. Il guaio è
che riescono a trascinare grandi folle. Stranamente gli scettici italiani stanno
recependo con entusiasmo certi messaggi {20-11-2012}
■
Adolfo Monnanni: Quanti ne
saranno
abbagliati e confusi da questo evento! Il problema è che questi avvisi sono
più apprezzati degli avvisi di pericolo, che si possano dare, nessuno vuole che
c’intromettiamo nelle scelte personali; ognuno vuol fare come vuole.
Prepariamoci a raccogliere i pezzi di quelli che saranno coerenti e
vorranno ammettere che si sono lasciati ingannare. E comunque continuiamo ad
avvisare i semplici e i ribelli. {18-11-2012}
■
Antonio Capasso: Pur
credendo che ancora oggi Dio guarisca e faccia miracoli, usandosi di chi
vuole e quando vuole, essendo i carismi patrimonio spirituale della chiesa di
ogni tempo, tutto ciò che dici, caro Martella Nicola, lo condivido appieno.
{18-11-2012}
■
Stefano Frascaro: Mi
rispecchio in quello, che ha affermato anche Antonio Capasso. Dio può,
anche oggi e secondo la sua volontà, fare miracoli e manifestarsi in vari modi.
Ma questi tizi vogliono
costringere Dio a essere un semplice burattino nelle loro mani di pseudo
burattinai. Occhi aperti su questi falsi profeti! Grazie anche al prezioso
servizio che fai, caro Martella Nicola, per mettere in guardia i giovani nella
fede e/o sprovveduti. E sì che Giovanni ha avvertito che «sarebbero usciti
da noi...». {19-11-2012}
■
Alfonso Pesce: Sono
mercanti di favole, guide cieche, per chi aspira a un possibile evento,
emanano fumo senza arrosto... Si corre, corre, dove le folle si ammassano; e le
aquile sono pronte a mietere morte, satollandosi dei loro corpi... Il
Signore conosce i suoi santi. {18-11-2012}
■
Gaetano Nunnari: 1. «Ma lo
Spirito dice esplicitamente che nei tempi futuri alcuni apostateranno
dalla fede,
dando retta a spiriti seduttori e a dottrine di demoni» [1 Tm 4,1,
N.d.R.].
2. «Perciò Dio manda loro una
potenza d’errore, perché credano alla menzogna; affinché tutti quelli, che
non hanno creduto alla verità, ma si sono compiaciuti nell’iniquità, siano
giudicati» [2 Ts 2,11s, N.d.R.]. {18-11-2012}
■
Sandro Carini: Quanti
pesciolini saranno presi in questa rete «colorata»? Spero che questo tuo
articolo ne salvi almeno una parte, grazie Nicola. {18-11-2012}
■
Luigi Gravina: Condivido
pienamente. Dobbiamo finirla con queste pagliacciate. Il popolo perisce
per mancanza di conoscenza . {18-11-2012}
■
Samuele Maodda: Sono
disgustato! {18-11-2012}
■
Cristian Careddu:
«Carissimi, non crediate a ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se
sono da Dio; perché molti falsi profeti sono sorti nel mondo» (1 Gv 4,1).
{20-11-2012}
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Tuo_miracolo_Esc.htm
20-11-2012; Aggiornamento: 22-11-2012
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