Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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L’occultismo viene presentato quale problema sociale, razionale e biblico.

  Alcuni dei temi principali sono i seguenti:
■ La superstizione
■ La divinazione
■ L’astrologia
■ Medianismo e fenomeni extra-sensoriali
■ Lo spiritismo
■ La magia
■ La massoneria
■ La neostregoneria
■ Il satanismo
■ Il paranormale
■ La religione
■ I fenomeni estatici e la falsa profezia
■ L’esoterismo
■ La dottrina occulta
■ I fenomeni occulti nella prospettiva biblica

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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SPIRITUALITÀ QUALE VIA PER UNA FALSA DEVOZIONE?

PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Nell’articolo «Spiritualità quale via per una falsa devozione» siamo partiti dalla massima sull’immagine, che recita così: «Senza verità biblica si cade indietro nel labirinto di una religiosità “fai da te”, chiamandola “spiritualità”». Qui di seguito riportiamo i contributi dei lettori e la discussione avvenuta.

 

 

Nel mondo si cerca la religione e non la fede in Cristo, si preferisce parlare genericamente di «Dio» (si dice: «Tanto di Dio ce n’è uno solo») e non di «Gesù Cristo», poiché Egli divide fra le religioni. Invece di parlare della legittima devozione verso il Dio vivente, unico Creatore d’ogni cosa, si preferisce parlare di «spiritualità», ossia di esperienze religiose.

     Tale falso lievito sta entrando anche nelle chiese, che si richiamano alla Bibbia. In alcuni ambienti, la cosiddetta «dottrina dell’esperienza» sta rimuovendo sempre più l’accertamento della verità biblica mediante l’esegesi contestuale. Anche in tali ambiti la «spiritualità fai da te» sta avendo una grande eco. Persone, che conoscono poco della dottrina biblica e dell’esegesi contestuale, si appellano alle loro sublimi esperienze mistiche e si propongono come maestri o sacerdoti di «spiritualità».

     Non mancano pericolose commistioni fra spiritualismo e spiritismo. [ Dallo spiritualismo allo spiritismo] Tutte le esperienze religiose sono fatte diventare «spiritualità», sia quelle nate dal proprio arbitrio, sia quello importate da altre religioni, culti, rituali, cerimoniali, eccetera (p.es. induismo, animismo, macumba, vudù, santeria), basta cristianizzarle. [ Canalizzazione e visualizzazione; Preghiere sull’altare? Missionari per l’Evangelo o divulgatori di pratiche esoteriche cristianizzate?]

     Vediamo con preoccupazione che anche i conduttori di chiese bibliche usano tale linguaggio dai pulpiti. Essi, invece di parlare di santificazione, di etica biblica, di ubbidienza alla Scrittura, di timor di Dio e di fedeltà a Cristo, preferiscono parlare di «spiritualità», un termine che ognuno riempie a suo arbitrio e che appaga ognuno.

     Particolarmente in chiese liberali, in cui si tollerano varie espressioni del peccato, dell’amoralità e della fornicazione di ogni genere, sia nei membri, sia nei conduttori, fa comodo il termine «spiritualità», che ognuno riempie a suo arbitrio con pratiche religiose, senza doversi sentire con la coscienza sporca, senza doversi ravvedere e senza dover cambiare il suo modo di vivere. Così era spesso in Israele e in Giuda, così in Corinto (2 Cor 11,3ss.13ss) e a Laodicea (Ap 3,14ss), così in parecchie chiese odierne. Allora, in nome della «spiritualità», si praticano cerimoniali religiosi, pensando di onorare Dio, ma Cristo sta ancora fuori della porta e bussa, per entrare (Ap 3,20).

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

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I contributi sul tema 

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Antonino Buonamico

2. Donatella N. Festa

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7.

8.

9.

10.

11.

12. Autori vari

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Antonino Buonamico}

 

Contributo: Si dice che Dio abbia creato l’uomo a sua immagine e somiglianza. Il problema è quando l’uomo si fa un’idea di Dio a sua immagine e somiglianza, con tutti i difetti umani, come il desiderio di potere. {09-12-2014}

 

Nicola Martella: L’idolatria di ogni specie, anche quella mentale di un «Dio» a propria immagine, è un abominio per il Dio vivente. L’Onnipotente si è rivelato nella storia e questa rivelazione sta nella sacra Scrittura; chi vuole conoscere veramente Lui, legga la Bibbia. È solo la verità a rendere liberi, specialmente la verità, che Dio ha dato di se stesso. Essa ci libera dal potere degli uomini, anche dal potere degli uomini religiosi e dalle sovrastrutture ecclesiastiche, che legano gli uomini mediante il clericalismo, il ritualismo, il sacramentalismo e un falso spiritualismo, tutte forme di un’idolatria religiosa. Chi ha Gesù Cristo come Signore e Salvatore, non necessita di altri capi e mediatori. Cristo è la vera immagine di Dio; chi ha Gesù, non necessita di farsi un «Dio» a propria immagine né di coltivare le idolatrie religiose.

 

Antonino Buonamico: La lettura della Bibbia non ci libera completamente dal potere degli altri uomini. Anche gli esegeti interpretano e quindi danno una loro lettura personale. {10-12-2014}

 

Nicola Martella: Non so perché si debba stare continuamente dietro a tali cavilli cervellotici, per cercare di relativizzare tutto. Probabilmente non sai che cosa sia veramente l’esegesi biblica. Essa è l’interpretazione del testo nel suo contesto letterario, storico, religioso e culturale; ossia essa risale a ciò, che pensava effettivamente lo scrittore, quando scriveva. L’esegesi biblica è da distinguere dalle interpretazioni dogmatiche (spiritualiste, religiose), a cui non interessa che cosa pensava l’autore, ma lo strumentalizza per altri scopi. Ma quest’ultime non interessano a un vero esegeta.

     Per l’approfondimento vedi il mio articolo «L’interpretazione biblica».

 

Antonino Buonamico: Non era tanto per cavillare, è che il tuo mi sembra un giudizio al quale ho opposto il mio. Ti ricordo il passo del Vangelo di Matteo: «In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell’occhio tuo c’è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello» [Mt 7,1-5, N.d.R.]. {10-12-2014}

 

Nicola Martella: Se tu conoscessi la Scrittura, sapresti che qui Gesù parlava del rapporto interpersonale nella quotidianità, non di etica né di dottrina. Sul piano etico e dottrinale, il Messia non solo giudicò Egli stesso (Matteo 5,22.28.32.23.39.44; cap. 23), ma ingiunse ai suoi seguaci e ai suoi contemporanei di giudicare secondo la Parola di Dio. «E perché non giudicate da voi stessi ciò, che è giusto?» (Luca 12,57). Anche Pietro e Giovanni sfidarono il Sinedrio affermando: «Giudicate voi, se è giusto nel cospetto di Dio, di ubbidire a voi anzi che a Dio» (At 4,19). Così fece Paolo con la chiesa di Corinto (1 Cor 5,11-13; cfr. 10,15).

     Per l’approfondimento del testo da te citato e della questione generale, vedi «Apologetica e giudizio».

 

Antonino Buonamico: Come vedi non basta la lettura, l’interpretazione è importante {10-12-2014}

 

Nicola Martella: Gran maestro, t’inviteremo presto come docente a un simposio di ermeneutica biblica, esegesi e apologetica, così ci farai parte della tua profonda interpretazione lessico-grammaticale del libro dell’Ecclesiaste. In tale occasione, avrai anche spazio per presentare la tua filosofia di vita, secondo il tuo eccelso principio: «Un Buon Amico è un tesoro e un buon investimento, se fai sì che paga lui».

 

Antonino Buonamico: Gran maestro io? Magari. Sono così ignorante in materia. Al massimo verrei come uditore. {10-12-2014}

 

Nicola Martella: Tutti i maestri hanno iniziato come uditori. Sei sulla buona via. Evita solo i capogiri alle rotatorie per strada!

 

 

2. {Donatella Nancy Festa}

 

Mi viene in mente, al riguardo, Colossesi 2,18s: «Nessuno a suo talento vi defraudi del vostro premio per via di umiltà e di culto degli angeli, affidandosi alle proprie visioni, gonfiato di vanità dalla sua mente carnale e non attenendosi al Capo, dal quale tutto il corpo... prende l’accrescimento, che viene da Dio». E mi colpiscono due aspetti; questo brano è riferito ai falsi dottori e a quei credenti, che corrono il rischio di essere derubati del loro premio. Se il rischio non ci fosse, l’apostolo non ne avrebbe parlato.

     Si può essere sviati con la filosofia umana, con ragionamenti contro la Scrittura (v. 8), ma anche applicando o ostentando comportamenti finti, che giovano solo alla carne: una finta umiltà, l’esteriore sfigurato, come diceva Gesù, per apparire digiunanti, ma io penso anche a una finta spiritualità esasperata da urla e clamori inutili per l’ottenimento della risposta di Dio.

     Si può essere sviati con il culto degli angeli (penso p.es. ai Mormoni, che credono alle rivelazioni dell’angelo, che avrebbe dettato il libro di Mormon). Ma che dire di quelli, che si affidano alle proprie visioni o ispirazioni, come se fossero una sorta di Bibbia parallela, dalla quale trarre maggior giovamento che dalla Parola di Dio vivente ed efficace?

     Il vero problema non è, se rivolgersi meglio al Padre o al Figlio per la risposta alle preghiere (non credo che Gesù si offenda se chiediamo qualcosa direttamente a lui, del resto mezzo Israele lo ha fatto ai suoi tempi terreni, e lui non li ha ripresi). A tal proposito mi viene in mente questo brano: «“Cosa vuoi che io ti faccia?”… “Maestro, che io recuperi la vista”» (Marco 10,51). Il problema serio è quello d’interi gruppi, che si affidano all’uomo o agli uomini, che li guidano verso una religiosità finta e «spiritualizzata» con forme carnali. Il nostro essere interiore, invece, deve essere ricolmo di Dio, dell’amore di Cristo, della conoscenza e della rivelazione, fatta dallo Spirito Santo, riguardo alle Scritture e alla persona del Signore. {10-12-2014}

 

 

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12. {Autori vari}

 

Carlo Neri: All’inizio della mia conversione qualcuno mi ha detto: «Quando senti sprecare gli “alleluia” [cioè quando trovi che c’è un eccesso di spiritualità], fai attenzione, quasi sicuramente si sta cercando di mascherare un problema». Confermo! {09-12-2014}

 

Roberta Sbodio: Lo Spirito Santo rivela sempre e solo la Parola. La vera spiritualità è vivere la Parola. Buonismo e positività sono illusioni. Dio dà un cuore nuovo per sconoscerlo; e se lo conosci, lo ami; e se lo ami, fai quello che Lui dice. Semplice, efficace. {09-12-2014}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Spiritual_fals_Oc.htm

13-12-2014; Aggiornamento: 18-04-2017

 

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