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SPIRITO E RIVELAZIONE OLTRE LA SCRITTURA?

PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Un lettore ha posto la questione se lo Spirito Santo parli oltre alla Scrittura e se ciò che alcuni attribuiscono allo Spirito sia una rivelazione divina o farina del loro sacco. Qui di seguito diamo quindi ai lettori l’opportunità di confrontarsi sul contenuto dell’articolo «Spirito e rivelazione oltre la Scrittura?». Alle questioni poste dal lettore Nicola Martella ha dato una risposta. Oltre a ciò, che cosa gli rispondereste voi?

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Claudio Zappalà

2. Massimiliano Monti

3. Nicola Martella

4. Pippo Croce

5. Rinaldo Diprose

6. Roberta Sbodio

7.

8.

9.

10.

11.

12.

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Claudio Zappalà}

 

Il problema è molto antico; sia nel periodo dell’A.T. che in quello circostanziato del N.T. E nei secoli successivi è sorto il problema della «rivelazione continua» di Dio. La chiesa cattolica di Roma ne fa un cavallo di battaglia, affermando che oltre alla Scrittura, bisogna prendere in considerazione la «tradizione» e l’insegnamento del «magistero della chiesa»; quindi niente di nuovo sotto il sole. Cosa penso? Che la Rivelazione di Dio è nelle Sacre Scrittura ed è completa. Molti preferiscono inventarne altre di rivelazioni al posto di scoprire quelle che ci sono, che sono tante, buone e meravigliose per la vita dei credenti. Dimenticavo di dire che certi atteggiamenti di «nuove rivelazioni» fanno parte dei gruppi esoterici (l’origine del termine è dal verbo greco eisoteo, che significa «far entrare», quindi «aprire una porta, offrire agli uomini la possibilità di penetrare nell’interiore attraverso l’esteriore; simbolicamente, è rivelare una verità nascosta, un senso occulto». L’esoterismo è «una dottrina segreta, un’iniziazione, una spiegazione del mondo rivelata in un consesso scelto, isolato dall’esterno e dalla moltitudine e spesso tramandata in forma orale»).

     L’apostolo Giovanni, a 60 anni circa dalla nascita della chiesa disse: «Queste cose sono scritte, affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome» (Gv 20,31). Quindi le «cose scritte» sono idonee per ricevere «la vita eterna» con tutti i benefici (ce ne sono miliardi) durante la vita terrena. {04-08-2008}

 

 

2. {Massimiliano Monti}

 

Lo Spirito Santo, proprio perché è lo Spirito di Dio, ci rivela tutto ciò che Gesù Cristo ha fatto, e fin qui penso nessuno possa dire: «No, non è così». La stessa Bibbia, Parola di Dio dice che se avessero provato a scrivere tutto ciò che Gesù Cristo avesse fatto, non sarebbero bastati tutti i libri possibili, questo lo dice la scrittura.

     A prescindere da ciò, se noi siamo persuasi che lo Spirito Santo venga dispensato ancora oggi, io non credo, ma sono altresì persuaso che lo Spirito Santo ci ricordi ciò che Gesù ha fatto, anche ciò che non è stato scritto né detto nella Bibbia, poiché Gesù disse io vi manderò il Consolatore, non dice io vi darò un libro, ma vi manderò lo Spirito Santo, il quale appunto vi ricorderà tutto ciò che io ho detto e fatto.

     Ora possiamo girare intorno al discorso quanto vogliamo, ma la parola di Dio, che non ho scritto certamente io, mi sembra molto chiara su questo.

     Poi ognuno se crede d’essere profeta o spirituale valuti che quanto ho scritto non viene da me ma dallo Spirito Santo.

     Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento. Grazie dell’attenzione. A presto e che Dio ti benedica grandemente. {04-08-2008}

 

 

3. {Nicola Martella}

 

È un discorso molto azzardato quello che fa il lettore. I gruppi esoterici dicono proprio ciò e si presentano come rivelatori di ciò che Gesù avrebbe detto, ma che i discepoli non avrebbero scritto.

     Questo però non è un fatto nuovo. Già nei primi secoli dopo Cristo comparirono personaggi gnostici cristianizzati che ebbero la pretesa di essere il «Paracleto» promesso e di rivelare ciò che gli apostoli non avrebbero scritto. Guarda caso, si basarono — oltre che sui brani del Paracleto (Gv 14,16.26; 16,26; 16,7) — su Giovanni 21,25: «Ora vi sono ancora molte altre cose che Gesù ha fatte, le quali se si scrivessero a una a una, credo che il mondo stesso non potrebbe contenere i libri che se ne scriverebbero». Nel 2° e 3° secolo nacquero molti evangeli apocrifi, pieni di speculazioni gnostiche ed esoteriche, pieni di false dottrine e in contraddizione con gli Evangeli canonici. Lo stesso Maometto fece leva sul Paracleto che sarebbe venuto e presentò se stesso come tale. Così è stato in tutti i secoli e anche negli ultimi. Chiunque abbia voluto portare una nuova rivelazione, estranea alla sacra Scrittura, ha usato proprio un tale ragionamento; si vedano al riguardo Gioacchino Fiore, i Mormoni, i movimenti apocalittici avventisti e apostolici del 19° e del 20° secolo (compreso il massone Russel e il suo geovismo), gli gnostici cristianizzati, i mistici, i seguaci del nuovo profetismo carismaticista, e così via. [Per l’approfondimento si vedano in Nicola Martella (a cura di), Escatologia fra legittimità e abuso. Escatologia 2 (Punto°A°Croce, Roma 2007), le sezioni: «Escatologia e primo millennio», pp. 27-52; «Escatologia e secondo millennio», pp. 53-113.] Tale argomento si trova sovente nella letteratura dello spiritualismo gnostico ed esoterico (rosacroce, massoneria, spiritismo cristianizzato).

     In tutto ciò si dimentica che i discepoli si ricordarono delle cose dette da Gesù e le scrissero pure (Gv 2,22). Si dimentica pure il fatto che lo Stesso Giovanni affermò nello stesso Evangelo: «Ora Gesù fece in presenza dei discepoli molti altri miracoli, che non sono scritti in questo libro; ma queste cose sono scritte, affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome» (Gv 20,30s). Questo apostolo scrisse, quando gli altri tre Evangeli erano già a disposizione, per questo preferì presentarne solo alcuni e immetterli in un discorso teologico (in Gv sono i discorsi a essere importanti!). Anche per questo apostolo le cose da lui scritte erano sufficienti per conseguire la vita eterna. Perciò, quanto Giovanni disse in Gv 21,25 era un modo di dire che non voleva spingere alla speculazione, ma voleva far capire quanto fosse stata ricca la vita di Gesù durante il suo ministero. La sufficienza di ciò che aveva scritto, venne ribadita anche nelle sue epistole, in cui non aggiunse altri fatti della vita di Gesù: «Io v’ho scritto queste cose affinché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio» (1 Gv 5,13).

     Inoltre le parole di Gv 14-16 non le disse a tutti i cristiani di tutti i tempi e neppure a tutti i discepoli del tempo di Gesù, ma solo ai suoi futuri apostoli durante i discorsi di commiato durante l’ultima pasqua. La preoccupazione di Gesù è che le cose dette e fatte da lui, cadessero nell’oblio e del dimenticatoio; affinché ciò non accadesse, egli promise di mandare il Parakletos «rivelatore, soccorritore, avvocato». Poiché possono ricordare delle cose solo coloro che le hanno vissute, lo Spirito Santo avrebbe avuto proprio tale funzione di stimolatore del ricordo.

     Qui si vede che, quando non si fa un’esegesi contestuale, si snaturano immancabilmente i testi biblici e si fa dire loro, a proprio arbitrio, ciò che si vuole, a danno proprio e di quanti ascoltano o leggono! Lo stesso Giovanni ammise tale ricordo col senno del poi: «Quando dunque fu risorto dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che egli aveva detto questo; e credettero alla Scrittura e alla parola che Gesù aveva detta» (Gv 2,22). Tale ricordo riguardò anche il collegamento fra le predizioni dell’AT sul Messia, le parole di Gesù e i fatti che lo avevano riguardato: «Ora i suoi discepoli non capirono dapprima queste cose; ma quando Gesù fu glorificato, allora si ricordarono che queste cose erano state scritte di lui, e che essi gliele avevano fatte» (Gv 12,16).

     Non si tratta quindi di altre parole o fatti riguardo a Gesù che lo Spirito possa e debba ancora rivelare oggigiorno, da soltanto di ciò che gli apostoli avevano sentito da Gesù e vissuto con lui. Punto e basta.

     Sì, la Parola di Dio, che non ha scritto certamente il lettore né il sottoscritto, è molto chiara al riguardo, ma diversamente da quanto egli asserisca.

     Il lettore ha citato a senso poi le parole di Paolo (1 Cor 14,37), purtroppo senza virgolette e riferimento, per accreditare ciò che egli ha asserito e sfidando a valutare se, quanto egli ha scritto, provenga da lui stesso o dallo Spirito Santo. Visto l’invito, asserisco: è farina del sacco di Massimiliano Monti, il quale si basa sulla versettologia indebita e sul metodo speculativo conseguente, invece che sull’esegesi contestuale. Come non si può capire e spiegare, ad esempio, 2 Tm 4,13 — «Quando verrai porta il mantello che ho lasciato a Troas da Carpo, e i libri, specialmente le pergamene» — senza un’esegesi contestuale, così non si può farlo di Gv 14,9: «Da tanto tempo sono con voi e tu non m’hai conosciuto, Filippo?», e quindi di Gv 14-16, capitoli che descrivono le raccomandazione di Gesù ai suoi apostoli (Gv 15,16 «voi che... io ho scelto e v’ho costituiti...»), prima della sua dipartenza. «Queste cose vi ho detto, stando ancora con voi; ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi rammenterà tutto quello che v’ho detto» (Gv 14,25s). Quindi non c'è altro da aggiungere, visto che lo Spirito ha insegnato agli apostoli già tutto e ha ricordato loro tutte le parole di Gesù.

     Gesù ci teneva, quindi, al fatto che i suoi discepoli si ricordassero delle cose da lui dette: «Io v’ho dette queste cose, affinché quando sia giunta l’ora in cui avverranno, vi ricordiate che ve l’ho dette» (Gv 16,4). Lo Spirito Santo aveva la funzione di ricordare agli stretti discepoli di Gesù proprio le parole rivolte loro (Gv 2,17.22; 12,16; 14,25s). Lo Spirito di Dio ha ispirato negli scrittori biblici le parole da scrivere e tramandare («uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santoo» 2 Pt 1,21). Lo Spirito Santo non rivelerà mai nulla che sia in contrasto con ciò che è scritto nella Bibbia. Così anche noi siamo esortati a non andare oltre a ciò che è scritto (1 Cor 4,6). E proprio Giovanni mise in guardia dall’aggiungere e togliere dalla rivelazione biblica (Ap 22,18s).

     Lo Spirito Santo non ha oggi il compito di ricordare agli apostoli le cose dette e fatte da Gesù, poiché tali seguaci sono morti. Il suo compito è di illuminare i credenti nella comprensione delle parole che essi hanno scritte sotto ispirazione (Ef 1,17s).

 

 

4. {Pippo Croce}

 

Grazie, Nicola, per la risposta, data sullo Spirito Santo. Sono pienamente d’accordo con te sull’interpretazione di Giovanni 14,26. Purtroppo la pura esperienza pentecostale, spesso, viene travisata anche da quelli che si dicono pentecostali, ma non lo sono. Succede oggi che molti predicatori, evangelisti, profeti, tendono a folclorizzare l’influenza dello Spirito per attirare le folle, ma non è questo quello che fece Gesù durante il suo ministero terreno; è vero che davanti ai prodigi di Gesù la gente diceva: «Oggi abbiamo visto cose strane», tuttavia erano le persone che accorrevano a Lui per vederlo e sentirlo parlare, ma spesso dopo il miracolo si nascondeva e non voleva che il miracolato ne parlasse in giro. Purtroppo, oggi nessuno si nasconde più nemmeno il Papa che ogni sera è in televisione.

     Tu sai che sono un pastore pentecostale e che mia madre fu una pioniera di questo movimento, e posso dirti in verità d’aver vissuto e visto cose meravigliose operate dal Signore attraverso lo Spirito Santo, il quale tende sempre secondo le Scritture, e come tu hai ben risposto al quesito posto dal lettore, a glorificare Gesù nella sua azione di guida, consolazione e disciplina. Mai prendersi la gloria che va a Dio, perché è un grave errore. Personalmente credo che qualsiasi azione compiuta nel nome di Gesù passa sempre per lo Spirito, perché Lui ci guida sempre nella verità; perciò qualsiasi sia il successo, se così si può dire, possano avere gli uomini che Dio usa per l’espansione del Suo regno sulla terra, devono gridare a se stessi: «Conviene che Lui cresca e che io diminuisca». Di solito, e con rammarico, dobbiamo dire che questo non succede, ma, come dice Paolo, la resistenza nella prova determinerà che cosa dell’edificio, posto sul fondamento (Cristo), sussisterà [1 Cor 3, N.d.R.]. {04-08-2008}

 

 

5. {Rinaldo Diprose}

 

Ovviamente il «vi» in Giovanni 14,26 si riferisce agli apostoli. {06-08-2008}

 

 

6. {Roberta Sbodio}

 

Leggevo con interesse la domanda del Lettore e le varie considerazioni. Non aggiungo commenti dottrinali, già la prima risposta di Nicola fornisce esauriente spiegazione. Ripensando a esperienze fatte o in prima persona o vissute attraverso persone amiche, ritengo pericolosissimo e assolutamente anti-biblico pensare che lo Spirito Santo si riveli oltre la Scrittura? Questo per i seguenti diversi motivi.

 

     ■ 1. Lo Spirito Santo è stato dato per ricordarci / aprirci occhi sulla Scrittura. C’è anche scritto «Guai a chi toglie / aggiunge alla Scrittura». Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è nella Bibbia e non ci basterà la vita terrena per gustare nella pratica tutta la bellezza delle promesse e delle benedizioni che la Scrittura contiene per i credenti

     ■ 2. Lo Spirito Santo non può muoversi su altra base perché se no contraddirebbe se stesso: prima lo Spirito ispira la Scrittura e poi ci porta a esperienze che ne sono al di fuori?

     ■ 3. La Bibbia è definita la spada dello spirito, che taglia in modo chiaro ovvero ci aiuta a fare ordine dentro di noi: onestamente nessuno è esente da sentimenti che non sono sempre secondo la volontà di Dio; non parlo di brutture particolari dell’animo, però a volte noi possiamo sentimentalmente desiderare cose che sembrano buone, ma che non sono secondo la volontà del Padre per noi; e praticando quello e che è scritto, noi ci mettiamo al riparo da noi stessi, dai nostri sentimenti ingannevoli. Ci mettiamo anche al riparo dagli altri, da tentativi di manipolazione: cosa che va molto di moda oggigiorno! Troppe persone dipendono da profezie che vengono inviate attraverso la rete per guidare la vita dei credenti, per dire loro cosa Dio desidera riguardo a tale o tal’altra situazione: ma stiamo scherzando? Conosco persone spinte a fare investimenti da certi pseudo-profeti, poi dopo che l’operazione è andata in malo modo, a questi cari credenti restano le rate da pagare, gli pseudo-profeti sono invece spariti, occupati a sparare profezie che rovineranno la vita ad altre persone!

     ■ 4. Andare oltre la Scrittura è come dire «andiamo oltre Gesù perché Lui non ci basta». [N.d.R.: Infatti, confondendo il Logos (Gesù) con il Rema (la Scrittura) e dicendo che «Gesù è la Parola vivente», egli viene trattato da alcuni con lo stesso arbitrio con cui trattano la sacra Scrittura.]

     ■ 5. Lo Spirito Santo ci ricorda la Scrittura e nella vita pratica ci porta alle mente quei versi, quegli insegnamenti, la Parola attraverso la quale Dio agisce per risolvere situazioni, per liberarci da pesi personali, etc. Dio non agirà mai al di fuori della Scrittura perché sarebbe come rinnegare se stesso, sarebbe come se Dio dicesse: scusate mi sono dimenticato d’alcune cose, ma vi mando il profeta tizio al quale io ho affidato il compito di completare l’opera, Gesù sulla croce ha detto: «tutto è compiuto»; quindi tutto è perfetto, tutto è sufficiente, abbiamo tutto pienamente in Cristo.

     ■ 6. In generale questi insegnamenti «oltre la Scrittura» vengono «venduti» (perché spesso si tratta anche di operazioni commerciali) ai credenti, spacciandoli come la «chiave» per raggiungere il tanto agognato risveglio, la pienezza dello Spirito, ecc. Peccato che sono ormai almeno 30 anni (gli studiosi sapranno quantificare meglio la durata del fenomeno) che regolarmente spunta un profeta, che diffonde le sue rivelazioni, tante care persone seguono queste cose e nulla succede. Le Chiese sono sempre più o meno vuote, le vere conversioni sono rare, i malati non guariscono, ecc., ecc. E nessuno ha poi il coraggio di fermarsi e di fare il punto della situazione... No, si corre dall’altro profeta, che organizzerà l’ennesima conferenza e via dicendo, il tempo passa e noi rischiamo di mancare al vero obiettivo, troppo indaffarati a cercare cose talmente «spirituali» che ci dimentichiamo di vivere la pratica della Parola.

 

Il Signore ci aiuti a camminare in Lui, a fare luce sulla nostra strada, solo Lui è la garanzia, solo Gesù è autore e compitore della fede, tutto il resto è fumo!!! {11-08-2008}

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Spirito_rivela_BB_parla_MeG.htm

04-08-2008; Aggiornamento: 13-08-2008

 

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