Riguardo al rapporto dei cristiani verso Israele quale terra e nazione, i Giudei
messianici (essi formano proprie chiese e che in genere seguono la legge mosaica
e le tradizioni dei loro padri) e i Giudei cristiani in genere (essi come
«Israele di Dio» si trovano all’interno delle chiese dei Gentili) ci sono
atteggiamenti diversi. Alcuni lettori hanno reagito agli articoli sul «sionismo
cristiano» in genere e sul «sionismo
cristianizzato» in riferimento particolare ad «Alleanza
Messianica». Apriamo quindi al riguardo un tema di discussione che permetta un
confronto fraterno. Abbiamo dato la parola a Giovanni Melchionda per presentare il punto di vista di «Alleanza
messianica» e, rispondendo a ciò, abbiamo aperto alcune discussioni
specifiche riguardo all'uso del nome «Dio
d’Israele nel NT», al fatto se «Giudei
hanno rifiutato Gesù>» quale Messia e se i cristiani hanno un «ministero
per la nazione d’Israele».
È immancabile che i contributi si intersechino. Chiediamo comunque di fare
interventi specifici al singolo tema di discussione.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster
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I contributi sul tema
▲ (I contributi
rispecchiano le opinioni personali degli autori. I contributi attivi
hanno uno
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1.
{Ivan Basana} ▲
Nota redazionale:
Visto che Ivan Basana gestisce «EDIPI», l’ho invitato a esprimere il suo punto
di vista sul tema del «sionismo cristian(izzat)o». Lo ringrazio perché esprime
qui di seguito il suo pensiero, anche in connessione con l'EDIPI.
Come premessa ti consiglio di visitare il ns. sito
www.edipi.net poiché avrai forse più chiara la posizione di EDIPI riguardo
al sionismo cristianizzato.
Con Giovanni Melchionda — che assieme ad Angelo Lodetti
e al sottoscritto è stato uno dei precursori di EDIPI — ci siamo successivamente
dissociati proprio sul sionismo.
Ti darò più avanti un contributo più circostanziato.
Per quanto riguarda il mio punto di vista arricchito da un una esperienza
duodecennale di visite in Israele in tutte le sue sfaccettature posso affermare
quanto segue.
■ 1) Il sionismo è un movimento laico nato
dall’intuizione di Teodoro Herzl, avversato fin dall’inizio dai religiosi e
anche attualmente dagli ultraortodossi.
■ 2) L’aspetto pragmatico del sionismo si è realizzato
con i Kibbutz, che erano delle comuni strutturate come colonie agricole
collettivistiche; negli ultimi 20 anni i kibbutz sono interessati da un processo
di riforma in senso privatistico che ne ha di fatto impoverito lo spirito
sionista che invece si sta manifestando nei 17 kibbutz più importanti tra
l’altro tutti gestiti da ebrei religiosi.
■ 3) Nello stesso periodo è nato il sionismo
cristianizzato che ha avuto nell’Ambasciata Cristiana Internazionale di
Gerusalemme il riferimento più importante.
■ 4) Edipi collabora con l’Ambasciata Cristiana nella
misura e nei confini dei nostri fini e obbiettivi. Abbiamo più volte rifiutato
di diventare i loro rappresentanti in Italia perche EDIPI rappresenta
soprattutto un ministero di insegnamento al servizio della chiesa italiana.
Il problema del sionismo cristianizzato è che rappresenta cristiani che
estremizzano il sostegno a Israele.
Brevemente la posizione di EDIPI si può sintetizzare in
quattro punti:
■ 1) Prima di tutto, i cristiani non devono mai
soccombere al pensiero che qualsiasi critica diretta contro Israele equivalga a
opporsi a Dio.
■ 2) I responsabili di chiesa devono resistere alla
tentazione di dire cose su Israele che la gente vuole sentire piuttosto quelle
che la gente deve sapere.
■ 3) I cristiani non devono imporre i loro programmi
politici o religiosi agli ebrei israeliani.
■ 4) Infine, né i cristiani né gli ebrei devono
assolutizzare la terra o in qualche modo idolatrarla.
2.
{Giovanni Melchionda}
▲
Caro Nicola, ho letto gli ultimi interventi a proposito di sionismo cristiano e
colgo l’occasione per distinguere un sionismo politico, da un sionismo biblico e
segnatamente messianico.
Ci sono cristiani che incondizionatamente sostengono lo
stato d’Israele che a volte fa cose giuste, come proteggere il popolo d’Israele
dagli attacchi militari o terroristici, altre volte si fa portatore d’istanze di
trattative sotto la pressione della politica internazionale. Ci sono sionisti
cristiani che s’arruolano acriticamente alla politica dello stato d’Israele pur
di cavalcare l’onda ignorando completamente quello che dice la Scrittura. Per quel che mi riguarda il sionismo cristiano biblico
è specificamente quello che lega il nome del Messia alla collina di Sion (Salmo
2). A proposito della terra d’Israele e di Gerusalemme per
quelli che seguono la politica, piuttosto che le Scritture, si tratta
d’idolatria, per noi messianici invece si tratta di scegliere il pensiero che
Dio manifesta nella sua Parola.
Mosè profetizzando per la prima volta di Gerusalemme,
così afferma: «Tu li introdurrai [= gli Israeliti] e li pianterai sul monte
del tuo retaggio, nel luogo che hai preparato, o Eterno, per tua dimora, nel
santuario che le tue mani, o Signore, hanno stabilito. L’Eterno regnerà per
sempre, in perpetuo» (Esodo 15,17s) nel testo originale ebraico la parola
Santuario e dimora indicano che questi luoghi sono speculari del trono divino
che sta nei cieli e la Gerusalemme terrestre è il riflesso inseparabile di
quella celeste (non l’antitesi di quella celeste come a volte si sente dire in
certi insegnamenti). Questo che per noi cristiani è un semplice versetto per
l’apostolo Giovanni è così importante da far cantare agli angeli questa profezia
di Mosè: «I 7 angeli ... E quelli che avevano ottenuto vittoria sulla
Bestia... cantavano il cantico di Mosè... giuste e veraci sono le tue vie o Re
delle nazioni» (Apocalisse 15,1ss). Dunque da Mosè fino a Giovanni
dell’Apocalisse (vedi cap. 21-22) la terra d’Israele, la città di Gerusalemme,
sono disponibili solo per la glorificazione del nome del Signore di cui Israele
è servo (Isaia 49,3). E poiché la parola di Dio non è negoziabile, chi vuole
strizzare l’occhiolino alla politica delle nazioni e allo Stato d’Israele che ne
subisce le blandizie parlando di giustizia e di politica, farà la fine che hanno
fatto tutte le trattative politiche e negoziati che si sono fin qui viste, cioè
il nulla. Oggi vi è in Israele una grave crisi della visione politica dello
stato e i suoi leader sono allo sbando. Nessuno si ricorda più dell’abbandono
dalla striscia di Gaza, un anno e mezzo or sono, ne di Sharon. Questa è la pace
che consegue a chi confida nella politica. Per quel che ci riguarda aspettiamo
la pace del Principe di Pace. Re dei re, Signore dei politici (1 Timoteo 6,15).
Shalom Giovanni
3.
{Nicola Martella} ▲
Qui dovrebbe seguire la mia risposta a Giovanni, del cui intervento ringrazio.
Dovrei affrontare la questione del valore che molti «amici d'Israele»
attribuiscono alla loro presenza fisica in Gerusalemme, specialmente durante
alcune feste giudaiche. Alcuni di loro attribuiscono a tale presenza personale
in quei luoghi un valore altamente spirituale, quasi mistico. Visto che ho
dovuto affrontare dettagliatamente il rapporto fra i cristiani e Gerusalemme,
come si evince dal NT, ho messo il risultato di tale analisi in un articolo a
parte, a cui rimando:
►
Gerusalemme e i cristiani.
4. {}
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6. {}
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12. {}
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/T1-Sionismo_cristianizzato_Ori.htm
06-02-2007; Aggiornamento: 03-07-2010
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