Qui prosegue il confronto basato sull’articolo «I
miracoli di Reinhard Bonnke 5» di Alexander Seibel. Nel primo tema di discussione [►
Fare missione con un «morto» vivente? Parliamone 1]
i contributi sono stati particolarmente «violenti» nei confronti dell’autore e
di me. Di argomentazioni razionali e bibliche però se ne sono viste poche. Visto
che sono arrivati altri contributi, diamo qui l’occasione di continuare il
confronto. Ricordo che quanto detto, rispecchia le opinioni dei singoli autori.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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I contributi sul
tema
▲
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sottostante
1.
{Gaio Rannuni}
▲
■
Contributo: Caro Nicola, dopo che mi sono letto gli interventi di tutti i
tuoi «ammiratori» cosa posso dirti? Eh già caro mio... ricordati che in ogni
modo sono tuoi (e non di sicuro miei!) «fratelli» in Cristo..., infatti si vede
dal loro modo di fare.
■ «In questo si distinguono i figli di Dio dai
figli del diavolo: chiunque non pratica la giustizia non è da Dio; come pure chi
non ama suo fratello» (1 Giovanni 3,10).
■ E soprattutto dalle parole del Signore: «Le
mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono»
(Giovanni 10,27).
■ Inoltre ti
ricordo: «Sono usciti di mezzo a noi, ma non
erano dei nostri; perché se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi;
ma ciò è avvenuto perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri»
(1 Giovanni 2,19).
Chiamiamo le cose
con il loro nome! Altro che «fratelli»!... {19 aprile 2008}
▬
Risposta: Capisco che la lunga militanza nel movimento carismatico
e le esperienze di prima mano fatte in tali ambienti portino ora, a chi è
fuoriuscito da tale compagine, a vedere le cose con occhi diversi e con una
certa radicalità.
Faccio mie le parole di Paolo: «Ma pure il solido fondamento di Dio rimane
fermo, portando questo sigillo: “Il Signore conosce quelli che sono suoi”; e:
“Si ritragga dall’iniquità chiunque nomina il nome del Signore”» (2 Tm
2,19). L’apostolo disse tali parole dopo aver messo in guardia riguardo ai suoi
avversari d’allora dalle «profane ciance», che fanno progredire nella empietà, e
dalla «loro parola [che] andrà rodendo come fa la cancrena» (vv. 16ss), parlando
anche di casi specifici di «uomini… sviati dalla verità» che «sovvertono
la fede di alcuni». Lascio quindi al Signore l’ultima parola e il giudizio
proprio in riferimento a tale verso 19.
Del resto ho affrontato tali questioni in precedenza e la mia posizione non è
mutata al riguardo. Rimando perciò alla risposta a queste due domande, la prima
delle quali l’hai posta tu stesso:
►
Neopentecostali e neocarismatici sono «fratelli»? {Nicola Martella} (D)pan>
►
Pentecostali e carismaticisti: distingui necessari {Nicola Martella} (D)
Dio è stato longanime verso di me, io voglio esserlo verso il mio prossimo,
badando soprattutto a questa raccomandazione che precede le altre parole su
menzionate di Paolo: «Studiati di presentare te stesso approvato dinanzi a
Dio: operaio che non abbia ad esser confuso, che tagli rettamente la parola
della verità» (2 Tm 2,15).
Del resto, poi, ciò che certifica un figlio
di Dio non sono tanto i carismi che ha (o che pretende di avere), ma l’esercizio
del «frutto dello Spirito» (Gal 5,22s).
Un giorno i libri
verranno aperti e ognuno riceverà il premio o il disonore secondo le sue opere.
«Nessuno a suo talento vi defraudi del vostro premio per via d’umiltà e di
culto degli inviati, affidandosi alle proprie visioni, gonfiato di vanità dalla
mente della sua carne, e non attenendosi al Capo» (Col 2,18s). Il culto
della personalità, corrisposto specialmente a persone «umili» nel modo di
presentarsi, a unti e santoni, ha fatto da sempre molto danno nelle chiese e
alla sana dottrina.
Guai perciò a chi in
quel giorno si troverà nella seguente situazione: «Molti mi diranno in quel
giorno: “Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo, e in nome
tuo cacciato demoni, e fatte in nome tuo molte opere potenti?”.
E allora dichiarerò loro: “Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me, voi tutti
operatori d’iniquità”»
(Mt 7,22s). {Nicola Martella}
2.
{Roberta Sbodio}
▲
■
Contributo:
Caro Nicola, ho letto con interesse e, devo dire, con dolore e stupore i
vari articoli su Bonkke e le varie mail dei lettori, desolanti i vari anatemi...
Ho scritto personalmente a CfaN di R. Bonkke per chiedere loro se ricevono dei
feed-back dalle persone che guariscono, dove non sia possibile appurare
immediatamente la guarigione. Mi spiego: una persona storpia che si mette a
camminare speditamente, non ha bisogno d’un referto medico, una persona colpita
da un tumore avrà ovviamente necessità d’una dichiarazione di «recessione
completa». Una prova scientifica potrà essere usata come testimonianza per non
credenti e anche per credenti che non hanno forse un’apertura per quelle che
possono essere le manifestazioni soprannaturali di Dio, anche se il più grande
miracolo è e resterà sempre la nuova
nascita per quello che Gesù ha compiuto sulla croce.
Una domanda a chi dei lettori si è forse già documentato: ma è esistito o esiste
un ministero di guarigione che chieda alle persone guarite di portare dei
referti medici per poterli pubblicare e dare gloria al Signore per la realtà
delle cose che
Lui compie ? In modo che tutto sia talmente inequivocabile da
non lasciare spazio a dubbi ? Poi penso che alcune persone, dal cuore duro,
metterebbero in dubbio anche la veridicità d’un referto medico, ma sono certa
che molti «perplessi» lo sarebbero di meno, se ci fosse un «coraggio della
verità», proprio perche Dio non mente!!
Qualcuno mi ha detto: come la salvezza non si può vedere, ma ci crediamo, cosi è
anche per le guarigioni. A ciò vorrei però rispondere quanto segue La salvezza
non si vede nell’immediato, ma vi posso assicurare che quando una persona è
salvata, si vedono dei frutti... Lo Spirito Santo si manifesta con frutti nella
vita, vite cambiate, matrimoni salvati, ecc. ecc.. Anche Gesù disse che
«l’albero si vede dai frutti». E anche la fede senza le opere è morta. Quando la
vita c’è, si vede in parole molto povere. E allora quando il miracolo c’è, si
vede, deve essere provato, perché Dio è troppo leale e ama troppo la verità per
restare sul vago. {21 aprile 2008}
▬ Risposta: Chissà se e che cosa ti risponderà l'associazione di R. Bonnke. Su tale
tema rimando alla seguente risposta, che Alexander Seibel ti ha già dato:
►
Guarigioni: in Africa sì e in Occidente no? Anche in questo specifico caso vale il motto: «Fidarsi è bene,
controllare è meglio».
La via legittima,
indicataci dalla sacra Scrittura, non è quella di pellegrinare da un «unto»
all’altro e partecipare a spettacoli di guarigione, pieni di suggestione e
mesmerismo, ma quella di chiamare i propri conduttori: «C’è qualcuno fra voi
malfermo? Chiami gli anziani della chiesa, e preghino essi su lui, ungendolo
d’olio nel nome del Signore; e la preghiera della fede salverà il malato, e il
Signore lo ristabilirà; e s’egli ha commesso dei peccati, gli saranno rimessi»
(Gcm 5,14).
Al riguardo rimando, oltre alla discussione delle guarigioni carismatiche in
Carismosofia»
e alla trattazione pastorale di Giacomo 5 in «Entrare
nella breccia», opera di cura d'anime, anche al seguente articolo: Nicola Martella,
«Vie di guarigione nella cura pastorale: ravvedimento e unzione», La salute fra scienza, religioni e ideologie,
Malattia e guarigione 1 (Punto°A°Croce, Roma 2003). Inoltre nel secondo volume di tale opera
(Dizionario delle medicine alternative) metto in guardia in vari articoli dalle
false guarigioni fatte in nome di una spiritualità esoterica spesso
cristianamente addomesticata.
3.
{Gaetano Nunnari}
▲
Devo ammettere che
è sconcertante anche per me vedere queste persone che si dicono cristiane,
anteporre invece poi la superstizione alla parola di Dio. Se non è Dio che
prepara i cuori, è inutile continuare a confrontarsi.
Caro Nicola, la nota editoriale finale alla fine del
primo tema di discussione rispecchia perfettamente la
realtà delle cose. Posso comunque dire che ho visto personalmente e più d’una
volta proclamare miracoli che in realtà non sono mai avvenuti.
Io stesso ho vissuto tale esperienza. [►
Cammino dall’arbitrio neocarismatico all’ubbidienza della Parola]
Ma quando si vede una persona arrivare in sedia a rotelle a una «riunione di
guarigione» e vedere che tale persona s’alza e comincia a camminare fra lo
stupore della folla, con il guaritore che dal pulpito enfatizza tale evento, e
poi sentir dire al «pastore», che accompagna a braccetto tale invalido: «Non
senti proprio nessun miglioramento?». Tutto questo ha del fraudolento. L’ho
vissuto di persona, e so cosa significa.
Mi vengono in mente questi versi: «Poiché il mondo non ha conosciuto Dio
mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i
credenti con la pazzia della predicazione. I Giudei infatti chiedono miracoli e
i Greci cercano sapienza, ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei
è scandalo, e per gli stranieri pazzia» (1 Cor 1,21ss).
Costoro sono ancora
presenti nella cristianità, e ahimè gli permettiamo di farsi chiamare
evangelici. Essi invece non ci pensano due volte a chiamare «figlio del diavolo»
chi vaglia con la Parola di Dio i loro sedicenti messaggi. Invito a riflettere i
cristiani biblici su quanto ho detto.
Bravo Nicola, hai tutto
il mio sostegno, sei sempre nelle nostre preghiere. Dio vi benedica. {22
aprile 2008}
4.
{Francesco Cicala}
▲
Caro fratello
Nicola, mi sa che dobbiamo disfare la Bibbia che il Signore ci ha dato, per
poter inserire altre rivelazioni di fondamentale importanza per chi deve credere
non per fede, ma per visione (la resurrezione d’un morto) e nuove rivelazioni
che ci vengono dall’aldilà.
Bisogna veramente aggiungere queste nuove rivelazioni d’un morto tornato in
vita, che ci ha parlato di cosa ha visto e udito dall’aldilà con la pretesa di
dargli fiducia.
Sarebbe bello se ci facesse un identikit alla maniera poliziesca per conoscere
il viso d’Abramo, questo grande fratello della fede, nei cui confronti mi sento
un moscerino riguardo alla fede (quanta delicatezza si dovrebbe avere nei
confronti d’Abramo da accomunarlo in una visione catastrofistica).
■ 1. Secondo questo credente morto e tornato in vita, bisogna che gli crediamo
anche se non c’è nessuna autenticità che le nuove rivelazioni dell’aldilà siano
ispirate dallo Spirito Santo. Con quale autorità pensano che gli crediamo? E con
quale autorità, essendo un uomo, predicano che sia una nuova rivelazione?
Non ha il Signore ripreso aspramente in Matteo 15,9
chi insegnava cose non ispirate dallo Spirito Santo? Lo stesso apostolo Paolo in
1 Timoteo 1,3 e 4,1 non è stato categorico nel mettere in guardia la chiesa da
cose non ispirate dallo Spirito di Dio? La Bibbia c’insegna che nelle nostre
relazioni fraterne l’amore ci porta ad avere fiducia nei fratelli fintantoché
non propugnano cose diverse da ciò che è scritto né nuove rivelazioni, dottrine
e insegnamenti non biblici.
■ 2. Il figlio della vedova di Nain, la figlia di Iairo e Lazzaro, resuscitati
da Gesù, i santi che risuscitarono alla morte di Gesù ed entrarono in
Gerusalemme, Tabita resuscitato da Pietro: come mai questi credenti non hanno
detto nulla dell’aldilà? Eppure, essendo dapprima il periodo della presenza
terrena del Messia e poi quello, in cui gli apostoli erano ancora in vita,
sarebbero stati più credibili.
■ 3. Come mai gli autori del NT non hanno fatto indagini su queste resurrezioni
per parteciparci delle esperienze dell’aldilà? Certamente per loro poteva essere
molto interessante affinché i loro scritti potessero avere maggiore credibilità.
Meraviglia che lo stesso Luca — così accurato nelle ricerche fatte da ogni dove,
per scrivere della vita terrena di Gesù e della sua opera — non abbia fatto
ricerche riguardo a quelle persone resuscitate, per conoscere l’esperienza
dell’aldilà e riportarle sui suoi scritti (quegli scritti che oggi sono di
fondamentale importanza per la conoscenza di cui abbiamo di bisogno).
■ 4. Dinanzi a quello che è stato scritto sulle guarigioni miracolose, mi chiedo
come dovrei interpretare Matteo 4,23, dove la predicazione e l’insegnamento
avvennero ancora prima della guarigione, affinché attraverso quel miracolato
Gesù fosse conosciuto come il Messia-Re promesso nelle sacre Scritture (il
vangelo del regno). Marco 2,5,10-11 conferma quanto sto dicendo: chi può
perdonare i peccati se non Dio solo; la guarigione miracolosa viene sempre dopo,
affinché si rendessero conto che egli era Dio fatto uomo che ancora oggi perdona
e salva ancora. Che dire quando in modo esplicito la Parola ci rivela qual era
l’importanza dei miracoli? Essi servivano solo ed esclusivamente per rendere
credibile la predicazione del vangelo non come parola d’uomini ma come Parola di
Dio (Atti 14,3). In questo brano è lo Spirito Santo che rivela qual era lo scopo
dei miracoli, oltre naturalmente al grande beneficio di chi veniva guarito.
I miracoli e le
guarigioni, oltre al beneficio che portava allora, è servito nelle mani degli
apostoli per la credibilità della Parola stessa fino alla loro morte, poiché più
tardi abbiamo la rivelazione più grande: tutti i loro scritti che si leggevano
nelle chiese; e ora anche noi possiamo leggerli, visto che il Signore li ha
fatti assemblare e li ha date nelle nostre mani, ed essi danno più gioia al
cuore e hanno potenza per salvare (Romani 1,16-17). Di tutti coloro, che nel
periodo apostolico avevano doni di guarigione e miracoli, non ne hanno fatto uso
personale e propagandistico per la fede; non hanno mai messo in evidenza che per
avere fede in Dio, erano necessari miracoli e guarigioni (Romani 10,14-17).
Tutto questo c’insegna tantissimo sulla spettacolarità inefficace dei doni di
guarigione e dei miracoli; la potenza di Dio è l’Evangelo, come ricordato in
Romani 1,16-17.
Oltre agli Atti degli apostoli, in tutte le restanti epistole non c’è più spazio
per questi due doni; sembrano cessati e neanche a Corinto, dove vengono
menzionati questi due doni, c’è ricordo di qualche guarigione miracolosa; e
pensare che in quella chiesa c’erano molti malati e parecchi morivano.
Lo Spirito Santo ha voluto rivelare come questi due doni sarebbero cessati
proprio per tutto quello che abbiamo detto prima: altrimenti non si spiega il
perché questo grande mezzo del miracolo, che è servito allora, non possa servire
ancora oggi. Perché il Signore ci ha privati di questi doni? Perché la mia
felicità è nell’aver creduto per non aver visto niente di spettacolare (Giovanni
20,29).
Vedo come è facile cadere in interpretazioni sbagliate quando non si tiene conto
di tutto il contesto biblico. La mia fede spero che si rafforzi sempre più come
anche l’amore per Cristo e per tutti i santi che sono sulla faccia della terra.
{14 agosto 2009}
5.
{Francesco Cicala}
▲
Nel rispetto della Parola di Dio e della chiesa, che il nostro Signore Gesù
Cristo ha acquistato con il suo sangue, credo sia giusto che la rivelazione di
Dio sia meditata e studiata per l’edificazione personale e di compartecipazione
alla fratellanza per la mutua edificazione. «Ti ripeto l’esortazione che ti
feci mentre andavo in Macedonia, di rimanere a Efeso per ordinare ad alcuni di
non insegnare dottrine diverse e di non occuparsi di favole e di genealogie
senza fine, le quali suscitano discussioni invece di promuovere l’opera di Dio,
che è fondata sulla fede. Lo scopo di quest’incarico è l’amore che viene
da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera. Alcuni hanno
deviato da queste cose e si sono abbandonati a discorsi senza senso» (1
Timoteo 1,3-6).
Prendendo a cuore quello che Gesù stesso ha rivelato nella sua Parola in
Apocalisse 22,18-21, mi permetto d’invitare la fratellanza ad avere il giusto
timore per essa e a rifiutare simili messaggi-notizie, affinché il cuore
di chi ha bisogno di conoscenza del Signore, non venga confuso con rivelazioni
che lasciano dubbi e tristezza e non la forza spirituale. Non dimentichiamoci
che abbiamo un nemico astuto e in grado di gettare la fratellanza verso strade
che non portano alla fede in Dio, ma alla instabilità personale e delle chiese
stesse.
Riporto una
faccenda vissuta in prima persona. Per tre anni come collaboratore
scolastico ho vissuto insieme con un ragazzo, quest’anno diplomato, con è
affetto da un grave handicap. Inoltre da naziskin si è convertito a Cristo,
frequentando una chiesa pentecostale insieme alla madre, già da tempo credente.
Egli mi parlava d’un morto tornato in vita ed era raggiante per questo miracolo;
cercai di dissuaderlo da questa notizia. Essendo egli giovane nella fede, era un
po’ contristato. Domanda: Cosa penserà lui del Signore, quando proverà a
chiedere per una sua possibile guarigione dalla distrofia muscolare; potrà mai
crescere genuina la sua fede e servire il Signore nonostante l’handicap?
Secondo quanto rivelato da Gesù, un morto tornato in vita è di nessun
giovamento per l’Evangelo (Luca 16,31 «Se non ascoltano Mosè e i profeti,
non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita»). Se non
persuade, fa dubitare della reale consistenza del miracolo stesso da parte di
Dio. Potrebbe il Signore contraddire quello che ha rivelato ai discepoli? Ecco
perché gli apostoli non hanno mai portato in giro un morto tornato in vita per
evangelizzare o come trofeo di gloria personale.
Le chiese forse si raffreddano o l’Evangelo trova ostacoli perché mancano dei
morti che tornano in vita? Dio forse sta deliberatamente spegnendo le chiese e
mandando gente all’inferno perché non ci sono morti tornati in vita? Dio sta
venendo meno alla sua fedeltà?
Non sarà mai un morto tornato in vita a dare forza all’Evangelo, ma solo «noi
morti fatti viventi» (Romani 6,13 «ma presentate voi stessi a Dio, come
morti fatti viventi, e le vostre membra come di giustizia a Dio») possiamo
dare forza all’Evangelo, senza che ci possiamo sostituire alla cooperazione
dello Spirito Santo e della Parola di Dio (Giovanni 16,5-15).
Non è forse il mondo che s’oppone all’Evangelo (2
Timoteo 3,1-5) insieme ai falsi profeti (2 Pietro 2,1-2)? Chi predica la croce
di Cristo con un morto tornato in vita non conosce la potenza della sua Parola
(Ebrei 4,12: «Infatti la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di
qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l’anima dallo
spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del
cuore»). {26-08-2009}
6.
{Vincenzo Russillo}
▲
Premessa
Le mie considerazioni si riferiscono alla lettura di un
articolo in cui Giacinto Butindaro muove accuse a Nicola Martella. Non entro in merito ai toni usati,
quanto ai contenuti correlati all’altro articolo di Seibel, legato a Bonnke.
L’articolo sopra citato, si sofferma a parlare d’una presunta diffamazione o
d’imprecisioni di testo. Ma forse ci si dimentica del tema principale: la
presunta resurrezione del pastore Daniel. Questo avvenimento si dà per scontato
e non s’entra nello specifico, trattando l’accaduto dal punto di vista biblico.
Mi cimento brevemente a trattare, questi doni carismatici e l’operato di questi
presunti santoni.
Cos’è il
movimento carismatico?
Per movimento carismatico (fino a poco tempo fa definito neo-pentecostale)
s’intende l’esperienza del battesimo (o la pienezza) dello Spirito Santo, con le
manifestazioni simili a quelle che avvengono in riunioni pentecostali (non
obbligatoriamente tutte le manifestazioni, soprattutto la glossolalia), ma fuori
dell’ambiente pentecostale e rimanendo nell’ambito di chiese cristiane
consolidate. Ciò perché, mentre i pentecostali hanno precisi riferimenti
millenaristi — attendono, in altre parole, la seconda venuta di Cristo e quindi
non sono interessati alla riforma delle chiese storiche; i carismatici vedono la
pienezza dello Spirito Santo come un dono utile per il rinnovamento della
propria chiesa. Vi sono, infatti, gruppi carismatici cattolici, ortodossi,
anglicani, luterani, presbiteriani, metodisti, battisti e mennoniti.
[Definizione tratta da
Eresie: «Movimento carismatico»]
I carismatici quindi ritengono che le manifestazioni dello Spirito Santo siano
possibili ancora oggi. Ma questi doni continuano a esistere? Spesso si riprende
l’operato degli apostoli, descritto nel libro degli Atti e le Epistole. Tuttavia
è importante capire che la Chiesa primitiva non aveva completato la Bibbia,
invece noi oggi abbiamo la piena rivelazione della Scrittura (2 Timoteo
3,16-17). Pertanto, i doni della profezia, della conoscenza, della sapienza
erano importanti per mostrare ai primi cristiani il glorioso progetto di Dio. Ai
giorni nostri che la rivelazione è compiuta, questi doni non sono più necessari.
Quindi possiamo ben affermare che i doni del parlare in lingue e le guarigioni
attribuite ai seguaci di Cristo sono terminati. Con questo, non voglio
certamente affermare che Dio non possa intervenire con segni miracolosi.
Tuttavia, bisogna fare un distinguo. Prendendo gli esempi posti dalle Scritture,
i miracoli fatti da Dio si sono presentati in circostanze specifiche, ovvero per
autenticare un nuovo messaggio. Pensiamo a Mosè che era in grado di fare
miracoli (Esodo 4,1-8), Elia (1 Re 17,1.18.24) o gli stessi apostoli (Atti
4,10.16). Gesù stesso autenticò il suo ministero con dei «segni» sopranaturali
(Gv 2,11). Tuttavia, una volta che il ministero degli apostoli era terminato,
non v’era più bisogno di doni particolari come appunto afferma Paolo: «L’amore
non verrà mai meno. Le profezie verranno abolite; le lingue cesseranno di per
sé; e la conoscenza verrà abolita…» (1 Cor 13,8).
Bonnke
Andiamo a parlare nello specifico di questo presunto «santone». Si è già
discusso approfonditamente dell’opera di Bonnke ma vorrei fare delle mie
considerazioni. Egli afferma di fare dei miracoli. Ma questi eventi
sopranaturali, come misteriosi guarigioni si possono ritrovare anche oggi, in
vari culti: stregoni, guaritori new age o chirurghi psichici.
I suoi miracoli, secondo lui, sarebbero diversi perché seguono lo stile biblico:
«I ciechi vedono, i zoppi camminano e i muti parlano….». Anche il
presidente nigeriano ha potuto attestare ciò, ovvero che Bonnke emana «la
potenza risanatrice di Dio», quando va a predicare nel suo paese. Ma tutto
questo può essere confermato dalla Parola di Dio? Questa domanda dovrebbe essere
essenziale per ogni seguace di Cristo.
Gesù non cercò mai di spettacolarizzare i suoi miracoli (Mt 8,4, Lc 5,14). Ma
lasciò che le guarigioni, provassero che lui era il Messia e che il suo
messaggio proveniva da Dio. Le guarigioni di Gesù quindi avevano uno scopo ben
preciso. Inoltre i suoi miracoli erano abbondanti e istantanei, alcuni di questi
non richiedevano la sua presenza fisica. Il Cristo era capace di guarire in
qualsiasi luogo e in qualsiasi circostanza ed erano incontestabili dai suoi
critici. Bisogna poi precisare che non fece mai nessun appello per avere dei
soldi per i suoi miracoli!
Bonnke è esattamente agli antipodi di Gesù. Egli spettacolarizza i suoi
miracoli, è un vero e proprio showman. I suoi «prodigi», si verificano in
condizioni particolari e in riunioni specifiche. Di certo i suoi critici hanno
ben potuto affermare che i suoi miracoli sono degli imbrogli, semplicemente
degli artefatti. Bisogna evidenziare che egli usa queste guarigioni per scopi di
lucro. Esattamente il contrario di quanto faceva il Messia. Tenendo conto che le
pratiche da lui usate non sono bibliche, ma spesse volte si rifà ai rituali
della New Age.
Ad esempio egli stesso si vanta che i locali portarono dei sacchi pieni
d’articoli legati alla stregoneria. Quindi li bruciarono, affinché Bonnke
potesse prendere autorità sui poteri del nemico, predicando sul sangue di
Cristo. Si dice che dopo questo evento, numerose persone videro cadere dal cielo
del fuoco sulle loro teste. Iniziarono quindi a muovere ininterrottamente le
loro teste e a parlare in lingue diverse dalla loro. È facile capire che queste
manifestazioni non si ritrovano mai nel ministero di Gesù o dei suoi apostoli.
Ma si cade nel mondo dell’occulto.
Perché c’è tanta folla allora a seguire questo presunto «guaritore»?
Semplicemente perché riprende le vecchie superstizioni, riadattandole al
messaggio cristiano. Egli infatti viene chiamato «il prete voodoo», usa degli
incantesimi (vedi esperienza citata sopra) da usare contro i suoi nemici. Ma
Gesù disse di non odiare i propri nemici, ma d’amarli.
Conclusioni
Gesù ci mise in guardia dai falsi profeti. Inoltre Egli aggiunse che molti
sorgeranno a fare dei segni in nome suo, affermando d’essere gli unti,
ingannando molti. Anche Paolo disse: «Io so che dopo la mia partenza
s’introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge e
anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per
trascinarsi dietro i discepoli» [At 20,28s]. Anche Paolo esortò gli altri
fratelli a stare attenti a certi incantatori: «E come Iannè e Iambrè
s’opposero a Mosè, così anche costoro s’oppongono alla verità: uomini dalla
mente corrotta, che non hanno dato buona prova quanto alla fede» (2 Tim
3,8).
È evidente che persone come Bonnke predicano un altro Vangelo, come disse
l’apostolo Paolo, solo uno è quello da seguire (1 Cor 15,1 -4). Nelle sue
predicazioni invece dimentica messaggi che sono il fulcro della Parola di Dio
come: il peccato, la giustizia e la sentenza finale. Egli si limita a far alzare
le mani e invocare Cristo. Ma per chi distorce la Parola di Dio la sentenza è
chiara ( Gal 1,6-10). Una terribile verità è che la chiesa si è stancata di
sentire il messaggio di Dio, per distogliere le proprie orecchie dalla verità,
per sentire le favole. Bisogna quindi respingere questi falsi maestri, per
portare il «gregge» all’unica Verità: il Vangelo di Cristo morto e risorto per
salvare il mondo. Le Sacre Scritture ci mettono in guardia dai falsi maestri
(Matteo 24,23-27). Proviamo ogni dottrina e impariamo a riconoscere gli «operai
di Cristo» (2 Timoteo 2,15). Evitiamo dunque coloro che «si sono incamminati
per la via di Caino, e per amor di lucro si sono gettati nei traviamenti di
Balaam, e sono periti per la ribellione di Core» (Giuda 11). Rispondo a
coloro che cercano un segno con le parole di nostro Signore: «Questa
generazione malvagia e adultera chiede un segno; e segno non le sarà dato,
tranne il segno del profeta Giona. Poiché, come Giona stette nel ventre del
pesce tre giorni e tre notti, così il Figlio dell’uomo starà nel cuore della
terra tre giorni e tre notti» [Mt 12.39s]. Esorto coloro che sono alla
ricerca d’un carisma particolare, a ritrovare la retta via e seguire solo la
Parola di Cristo: «Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e
spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per
essa» [Mt 7,13].
7.
{}
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8.
{}
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9.
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10.
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11.
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12.
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Bonnke e guarigioni: fra marketing e risposte evasive {Roberta Sbodio - Nicola Martella} (A)
►
I miracoli di Reinhard Bonnke 1 |
2 | 3 |
4 |
5
{Alexander Seibel} (A)
►
Fare missione con un «morto» vivente? Parliamone 1 {Nicola Martella} (T)
►
Guarigioni: in Africa sì e in Occidente no? {Alexander Seibel} (D)
►
Reinhard Bonnke? Parliamone {Nicola Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-R_Bonnke_morvivo2_MeG.htm
23-04-2008; Aggiornamento: 21-03-2010 |