Il primo articolo
di Alexander Seibel sui miracoli di Reinhard Bonnke ha suscitato le reazioni dei
lettori. [►
I miracoli di Reinhard Bonnke 1] Abbiamo perciò aperto
questo tema di discussione per il confronto. Di per sé dovrebbe rispondere qui
Alexander Seibel, ma essendo troppo macchinoso tradurre tutto in tedesco e poi
fare altrettanto delle sue risposte in italiano, modererò io questo tema di
discussione.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi
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I contributi sul
tema
▲
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sottostante
1.
{Andrea Lippuner}
▲
Bell’articolo, ben fatto! Dvb {Creactio; 23-11-2007}
2.
{Roberto Sferruzzo}
▲
Caro Nicola
Martella, lei che s’erge a giudice e indagatore di fenomeni religiosi o presunti
tali fino al punto di definire un ministero indiscutibile e indiscusso come
quello di Reinard Bonnke, con queste parole: «Qui non si può più assolutamente
parlare di sola manipolazione, ma si tratta d’aperta arroganza. In ogni caso, un
tale comportamento corrisponde pienamente alla nostra epoca magica».
Perché lei non parla delle centinaia di migliaia di persone che si sono
convertite all’Evangelo tramite questo ministero? Ha mai pensato che forse
criticando tutti questi uomini, tra questi sta anche dando addosso a qualche
autentico servo di Dio? Non le sembra qualunquista e sommario il suo giudizio su
servi che non fanno altro che predicare l’Evangelo in maniera efficace e
autentica?
Dopo una lettura attenta delle sue e-mail […] riscontro la seguente lista
cattivi by Nicola Martella: Reinard Bonnke, Bob Hazlett, James e Kim Stanton,
Apostolo Martin e IdaHosa-Odiri, C.P. Wagner, Davide Civile, Emile Okoka, Benny
Hinn, Rick Joyner, Paul Yonggi Cho e altri che mi sfuggono. Quella dei buoni?
Per il momento mi sembra contenga solo il nome di Nicola Martella, sia umile ne
aggiunga qualche altro, in giro per il mondo penso che riuscirà a trovare un
autentico servo di Dio, sprema le meningi; tutti noi poveri «disillusi»,
manovrati da una sorta di carismatici dai carismi deviati e devianti tutti
prontamente inventariati nelle sue carismografie carismosofiche, attendiamo un
suo autorevole, intervento in tal
senso, ci dica... pazientemente attendiamo!?!
Credo che le priorità siano altre, fuori c’è un mondo che attende la
manifestazione dei figli di Dio, un mondo che muore nel peccato, mentre lei
scrive fiumi di parole denigratorie su servi di Dio come Reinhard Bonnke, sì
mentre lei scrive, loro agiscono compiendo il grande mandato di Matteo 28; e
sempre mentre lei scrive centinaia di migliaia di persone, danno la loro vita a
Cristo. Continui a scrivere non si preoccupi, però non accetto che lei offenda e
ingiuri chi autenticamente e seriamente diffonde la novella di Cristo, no questo
non lo condivido. […]
Matteo 7,2: «Perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati;
e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi». Giacomo 2,13: «Perché
il giudizio è senza misericordia contro chi non ha usato misericordia. La
misericordia invece trionfa sul giudizio».
Benedizioni, Sferruzzo Roberto, Ministero Fiumi di Grazia {23-11-2007}
3.
{Nicola Martella}
▲
Dopo aver ricevuto
la sua lettera, scrissi a Roberto, facendogli notare che l’articolo non è mio,
ma di Alexander Seibel, esperto internazionale di temi carismaticisti.
Gli avevo offerto di rivedere il suo contributo prima di pubblicarlo e di
rispondervi, per evitargli una brutta figura. Gli avevo anche offerto di dargli
l’indirizzo e-mail di tale fratello perché gli scrivesse direttamente. Ma non ho
ricevuto risposta.
Se quello di Reinard Bonnke fosse un «ministero indiscutibile e indiscusso»
non sarebbero stati scritti migliaia di articoli in riviste, in libri e in
internet che mettono pesantemente in forse tale ministero; ometto la lunga
lista. L’articolo di Seibel va in questa direzione. Solo in Italia ci si
meraviglia quanto discutibili siano Bonnke e il suo ministero. All’estero gli
osservatori di fenomeni religiosi anche fra gli evangelici (e perfino fra i
pentecostali) sono scontati.
In tali osservatori (ma anche la stampa secolare) nutrono seri dubbi che Bonnke
predichi «l’Evangelo in maniera efficace e autentica» e hanno denunciato
ormai da decenni le bugie, le predizioni non adempiutesi, i metodi discutibili e
la commistione con lo sciamanismo africano di cui Bonnke è affetto.
Salta all’occhio il metodo usato da Roberto Sferruzzo, ma non solo da
lui: invece di giudicare il merito dell’articolo di Seibel, per dimostrarne con
prove l’infondatezza, si serva di argomenti generici e inconsistenti. Invece di
dimostrare, contrattacca!
Leggendo il NT, prendo atto che nessuno era risparmiato dalle critiche da parte
di altri fratelli. Paolo, rimproverando addirittura uno dei dodici apostoli,
Pietro, non si preoccupò di guardarsi dal dare «addosso a qualche autentico
servo di Dio», ma gli interessò primariamente se Pietro stava camminando
in quel momento secondo la «sana dottrina»:
«Quando Cefa fu venuto ad Antiochia, io gli resistei in faccia perché egli
era da condannare… 14Quando vidi che non procedevano con dirittura
rispetto alla verità dell’Evangelo, io dissi a Cefa in presenza di tutti…»
(Gal 2,11.14). Egli non metteva in dubbio che mediante Pietro si erano
convertite migliaia di persone. Ma ciò non fu un motivo sufficiente per non
intervenire. Il giudizio di Paolo fu considerato «qualunquista e sommario»?
Sbagliò a scriverlo in una lettera destinata a un’intera etnia (i Galati) e che
avrebbe raggiunto milioni di lettori in tutto il mondo?
Quanto alla lista di cattivi e buoni, essa è stata fatta qui da Roberto
Sferruzzo e non da me. Egli farebbe bene a rispondere sempre nel merito. Se io
e altri abbiamo preso posizione su qualcuno, abbiamo sempre affrontato ciò
che tali persone hanno scritto e dichiarato. Persone pubbliche, che scrivono,
compaiono su registrazioni (video, audio), danno interviste, eccetera, sono
assoggettate in tutto il mondo a critiche nel merito — solo in Italia ci
si meraviglia e scandalizza di ciò!?
Il sarcasmo e l’ironia di Roberto Sferruzzo possono fare un certo
effetto, ma non aggiungono nulla nel merito. Egli dimentica che mai
l’Evangelo è stato predicato senza l’uso dell’apologetica, sia verso quelli di
fuori sia verso quelli di dentro. C’è l’idea che l’Evangelo sia fatto solo di
proclami e di annunci. Una lettura del NT ci mostra che esso fu predicato in
continua tensione sia verso quelli di fuori sia verso quelli di dentro.
Gesù difese la sua predicazione contro scribi e farisei (questi potevano usare
gli stessi argomenti sarcastici e ironici di Roberto Sferruzzo), chiamandoli in
modi oggi incredibili (Mt 23). Paolo difese la sua predicazione contro i
«superapostoli» gnostici dell’ebraismo che avevano preso il potere in Corinto
(anche questi «falsi apostoli» e «operai fraudolenti» si travestivano da
«apostoli di Cristo» [2 Cor 11,13] e ricoprivano l’apostolo Paolo con sarcasmo e
ironia). Sbagliò Gesù a criticare scribi e farisei? Errò Paolo a prendere
posizione contro i giudaisti nelle chiese e contro «superapostoli» gnostici
ebrei nella chiesa di Corinto? Fu egli fuori di testa ad avvertire i suoi
collaboratori Timoteo e Tito (oltre che le chiese) contro «falsi apostoli» e
«operai fraudolenti» che si aggiravano fra le chiese?
Roberto Sferruzzo crede che «le priorità siano altre» ossia quelle
evangelistiche. E facendo ciò mi attribuisce «parole denigratorie», che io
«offenda e ingiuri chi autenticamente e seriamente diffonde la novella di
Cristo», eccetera. Rimando al mittente tali semplificazioni, che per di più non
ha dimostrato in nessun punto, ma ha solo fatto dichiarazioni; inoltre,
possibile che non abbia visto che l’articolo su Bonnke è di Alexander Seibel e
quelli di Benny Hinn anche di
Antonio Morlino e Yves. A. Brault? Se Dio ha
dato vari ministeri, oltre che a quello evangelistico, chi ha ricevuto quello di
insegnante (di cui un aspetto è appunto l'apologetica), deve pur esercitarlo in
ubbidienza al Signore, o no?
[►
L’importanza dell’apologetica;
►
A ognuno la sua «missione possibile»]
L’Evangelo e la «sana dottrina» sono stati predicati sempre in tensione,
difendendoli da false dottrine; una visione rosea dell’annuncio dell’Evangelo
senza apologetica, è puro romanticismo e pura ingenuità. Io e altri non abbiamo
fatto per nulla dichiarazioni gratuite, ma siamo partiti da ciò che le persone
hanno scritto e dichiarato. Questa è una critica legittima. Possibile che solo
in Italia ci «scandalizziamo» di ciò? Siamo così «provinciali»?
Terminare una lettera minacciando il destinatario con due versi presi
fuori contesto (Mt 7,2; Gcm 2,13) e poi augurargli «benedizioni» e firmarsi come
gerente del ministero «Fiumi di Grazia» — non so se è ironia o sarcasmo.
Constato sempre di nuovo una confusione dottrinale fra il piano personale (Mt
7,2) e quello ministeriale o ecclesiale. Si istilla nei credenti che criticare
qualche «unto» o qualche servitore (anche sulla base di prove documentarie), sia
peccato per il Signore. Secondo tale logica, bisognerebbe squalificare Gesù,
Paolo e gli altri apostoli, perché hanno criticato apertamente e pubblicamente
persone specifiche, chiamandole anche per nome (Gal 2 Cefa; 1 Tm 1,20 Imeneo ed
Alessandro; 2 Tm 4,10.14 Dema, Alessandro il ramaio; 3 Gv 1,9s Diotrefe). Questa
però è una tragica ingenuità che terrà i credenti sempre bambini nella fede e
permetterà ai prepotenti e agli «operai fraudolenti» di proseguire la loro
infausta opera.
Ai tolleranti Corinzi Paolo disse: «Poiché, ho io forse da giudicar quelli di
fuori? Non giudicate voi
quelli di dentro? Quelli di fuori
li giudica Dio. Togliete il malvagio di mezzo a voi stessi» (1 Cor 5,12).
4.
{Michele Buonfiglio}
▲
Caro Nicola,
secondo me occorre fare attenzione a queste guarigioni, che possono essere di
natura paranormale (come la pranoterapia e altre forme simili di guarigioni). I
demoni possono usare guaritori che gridano e compiono gesti e pensano di
guarire. Non possiamo costringere Dio a fare dei miracoli. La preghiera semplice
fatta con il cuore e con la fede è sufficiente. Il Signore sa se può esaudirla o
no. Dio non altera le leggi della natura, ma ogni qualvolta accade una
guarigione, v’è sicuramente il suo intervento. {23-11-2007}
5.
{Nicola Martella}
▲
Il contributo di
Michele Buonfiglio, professore avventista e autore di varie opere, è
condivisibile nel suo complesso. Ritengo che la sua frase finale: «Ogni
qualvolta accade una guarigione, v’è sicuramente il suo intervento», sia scritta
male o sia assolutamente ambigua. Forse egli intende una guarigione naturale,
dovuta ai meccanismi che Dio ha posto a difesa dell’uomo. Ciò è legittimo, se
egli intende proprio questo.
Inoltre, accadono anche guarigioni demoniache. Esistono pure «guarigioni
spontanee» di cui maghi, sciamani, esoteristi e carismaticisti volentieri si
fregiano per mostrare i loro «successi» o che i guariti attribuiscono alla loro
entità spirituale di riferimento (nel romanismo ad esempio a Maria, al
protettore di cui si è devoto, a Padre Pio, ecc.). A ciò si aggiunga che,
secondo la Bibbia, per il tempo della fine è annunciato un grande risveglio
esoterico, magico ed occultista che penetrerà anche nelle chiese, provocando in
esse la disaffezione dalla fede (o apostasia).
Per le «guarigioni spontanee» rimando ai seguenti articoli presenti in Nicola
Martella,
Dizionario delle medicine alternative,
Malattia e guarigione 2
(Punto°A°Croce, Roma 2003): «Guarigioni spontanee», pp. 217s;
«Guarigioni: meccanismi sconosciuti», p. 228; si vedano qui anche gli articoli:
«Guaritori trascendentali 3», pp. 222-227; «Placebo (Effetto ~)», pp. 430-435.
6.
{Claudia Ciccarelli}
▲
Grazie di cuore per le tue e-mail... Ho dovuto interrompere la lettura de «La
lieve danza delle tenebre», ma molto presto la riprenderò!!!
Comunque, leggendo certi articoli del sito, rimango veramente sbigottita. Gli
ultimi tempi sono alle porte. Grazie ancora. che Gesù ti strabenedica!!!!!!
{23-11-2007}
7.
{Ferruccio Parrinello}
▲
In risposta alla
lettera inerente le guarigioni di Reinhard Bonnke.
Ancora una volta noto con rammarico quanto sia facile screditare piuttosto che
accreditare, bocciare piuttosto che promuovere… ogni fenomeno carismatico!
È vero che Satana si traveste da angelo di luce, così come è vero che negli
ultimi tempi ci saranno segni e prodigi bugiardi che sedurrebbero anche gli
eletti se il Signore lo permettesse, (Matteo 24,23). Ma è giustificabile e
possibile che nessuno e ribadisco nessun miracolo sia da voi riconosciuto come
da parte di Dio?
Si, è vero, la Salvezza è il miracolo più grande di tutti, ma non per questo
dobbiamo impedire allo Spirito di Dio d’operare i segni e i prodigi citati in
Marco 16,18!
Non ho mai sentito parlare nessuno di voi d’un miracolo genuino, mai!!!
Forse la vostra fede non vi permette di credere ai miracoli e per il senso di
colpa che ne deriva li screditate con sofismi dettati da una logica puramente
umana?
Criticate il modo e i contesti in cui Dio si muove! A volte nel disordine e nel
caos, cosa che nemmeno io condivido, Dio si muove ugualmente… per fede e non per
rigore teologico!
Nahaman il Siro non gradì l’indicazione d’Eliseo (2 Re 5,1-14) che avrebbe
portato la sua guarigione, come sicuramente nemmeno il cieco di cui narra Gv
1,41 avrà gradito un impasto di saliva e fango sugli occhi per essere guarito!
Ciononostante Gesù fece così!
Emblematico anche il passo del sordomuto che fu condotto a Gesù supplicandolo
d’imporgli le mani per essere sanato; Gesù, sebbene tutti fossero abituati a
vedere guarigioni effettuate per imposizione delle mani, preferì mettergli le
dita nelle orecchie e toccare la lingua del malato con la sua saliva (peraltro
umanamente disgustoso come atto!).
Se fosse stato Reinhard Bonnke o chi per lui a perpetrare una guarigione fuori
dagli schemi, così come Gesù fece, lo avreste criticato a spron battuto!
Non sta a noi giudicare come e perché Dio opera, né tanto meno possiamo
rinchiuderlo nei nostri schemi! Dio ha dato delle indicazioni d’ordine e di
governo, ma Egli è sovrano e decide come, e decide se, e decide quando
operare!!!
Per ciò che concerne il presunto «comandare» allo Spirito, citando Reinhard
Bonnke, non è esattamente così che va analizzata la questione!
Anche Pietro,
quando guarì il paralitico chiese alcun consenso; agì così perché sapeva bene
che stava muovendosi per fede e nella volontà di Dio e ciò è chiaramente esposto
in Atti 3,4-9. Il passo in esame recita testualmente così: «Pietro, con
Giovanni, fissando gli occhi su di lui (il paralitico), disse: “Guardaci!”. Ed
egli li guardava attentamente, aspettando di ricevere qualcosa da loro. Ma
Pietro disse: “Dell’argento e dell’oro io non ne ho; ma quello che ho, te lo do:
nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!”. Lo prese per la mano destra, lo
sollevò; e in quell’istante le piante dei piedi e le caviglie gli si
rafforzarono. E con un balzo s’alzò in piedi e cominciò a camminare; ed entrò
con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio. Tutto il popolo lo vide
che camminava e lodava Dio».
Come conclude il passo, al verso 9 vediamo chiaramente cosa mosse Pietro e cosa
portò Dio a operare con lui: la testimonianza evangelistica e non la gloria
personale!!!
Pietro non chiese alcun consenso a Dio perché sapeva con chiarezza a cosa
avrebbe portato quella guarigione. Dio non si fa di certo manipolare da nessuno,
ma se il cuore del credente è realmente in accordo con la volontà di Dio, Dio
opera perché non può smentire sé stesso!
Concludo simpatizzando con il latino che insegna: «Noli tu quaedam referenti
credere semper: exigua est tribuenda fides, qui multa locuntur». (Non credere
sempre a chi ti dà notizie: abbi poca fiducia in chi parla molto!) {24-11-2007}
8.
{Nicola Martella}
▲
Noto che anche
Ferruccio Parrinello non è entrato nel merito di quanto ha detto Alexander
Seibel, l’autore dell’articolo. Si è fermato alle questioni generali e a
convincere i non carismaticisti che esistano veri e genuini miracoli, che Dio
possa fare e faccia. Ma chi lo ha messo in discussione? La questione è se i
miracoli (e quanti), di cui rinomati carismaticisti e qui specialmente
l’evangelista-guaritore Reinhard Bonnke scrivono di esserne stati strumenti,
siano genuini e veri. Molte analisi, fra cui quella di Alexander Seibel,
mostrano che le cose non stanno proprio così e, quando si va alla ricerca di
prove oggettive, esse non ci sono.
È assurdo affermare che nessun miracolo sia da noi riconosciuto come proveniente
da parte di Dio. Io stesso ho vissuto miracoli o sono stato coinvolto come
strumento da parte di Dio. Non sta qui il punto. È una questione di accertamento
della veracità caso per caso. Provare gli spiriti non è un optional, ma
un comandamento (1 Gv 4,1).
Quanto a Marco 16,18 rimando all’articolo che lo discute. [►
Marco 16,16-20]
Ribadisco che esistono miracoli divini che risiedono nella sovranità di Dio e
«miracoli» che hanno altre cause. Ho ricordato le «guarigioni spontanee» e
quelle psicosomatiche dovute all’«effetto placebo»; ci sono poi
pseudo-guarigioni dovute all’euforia del momento e alla produzione di endorfina;
ci sono infine guarigioni esoteriche, magiche e occultistiche (si vedano qui gli
articoli corrispondenti nel Dizionario
delle medicine alternative,
Malattia e guarigione 2).
Sorvolo sulle accuse a buon mercato e senza forza probatoria. Non abbiamo «sensi
di colpa» ma esercitiamo il discernimento comandato dalla Scrittura. L’oggetto
della critica non è Dio, ma gli uomini. Gesù ha comandato di vegliare perché
alla fine dei tempi ci sarà un vero risveglio di segni, prodigi e miracoli fatti
per efficacia di Satana; e noi vogliamo ubbidire a Lui. È meglio il «rigore
teologico» basato sull’esegesi che la creduloneria verso ogni vento di dottrina!
Non si capisce che c’entrano nell’argomentazione Nahaman il Siro, il cieco e
sordomuto; mistero. Mica dubitiamo di ciò! Reinhard Bonnke non è Eliseo né Gesù
Cristo!
Non stiamo a giudicare come e perché Dio opera né a sindacare se e come voglia
operare, ma ad accertare se è Lui veramente a farlo e se i presunti «miracoli»
sono veramente accaduti. Chi li ha analizzati con serietà e rigore, nutre non
pochi dubbi.
Quanto a Pietro e Giovanni, leggiamo mai che essi o altri apostoli abbiano mai
fatto qualcosa di simile a R. Bonnke, Benny Hinn o altri evangelisti-guaritori,
ossia incontri particolari di guarigioni con annesso show e spettacolo? Hanno
mai gli apostoli invitato a incontri, annunciati fin dall’inizio come
«evangelizzazione con prodigi e guarigioni»? Prodigi e guarigioni sono nel NT
sempre e solo segni che hanno accompagnato le predicazioni apostoliche e che
sono avvenuti da parte di Dio e senza che gli apostoli li abbiano potuti né
preannunziare né esercitare di loro volontà. L’autore dell’epistola agli Ebrei,
guadando al tempo speciale degli apostoli, ormai passato (i verbi sono al
passato!), affermava: «…salvezza, la quale, dopo essere stata prima
annunziata dal Signore, ci è stata confermata da quelli che l’avevano udita,
4mentre
Dio stesso aggiungeva la sua
testimonianza alla loro, con dei segni e dei prodigi, con opere potenti
svariate, e con doni dello Spirito Santo distribuiti
secondo la sua volontà» (Eb 2,3s). Anche nel brano
discutibile di Mc 9 si parla di «segni che li accompagnavano» e del Signore che
operava confermando la Parola annunziata (vv. 17.20).
Dio opera quando decide Lui e non si fa coercizzare dagli uomini, quali essi
siano. Gesù stesso rifiutò di fare miracoli. E gli apostoli non decidevano loro
quando poterli fare. Paolo stesso aveva un’infermità (Gal 4,13s). Egli consigliò
a Timoteo del vino per il suo stomaco e delle sue «frequenti infermità»
(1 Tm 5,23). L’apostolo lasciò a Mileto uno dei suoi collaboratori e
accompagnatori, perché malato (2 Tm 4,20 Trofimo; cfr. anche Fil 2,25ss
Epafròdito). Non si accenna a nessuna guarigione particolare e sovrannaturale in
tali casi. Il tempo dei miracoli come accreditamento apostolico era ormai
passato. Poi subentrò la normalità nelle chiese, in cui al «debole» viene
raccomandato di chiamare gli anziani della sua chiesa e perché tali anziani
pregassero sopra di lui ungendolo con olio (Gcm 5,14ss). Giacomo non consigliò
di chiamare un particolare «unto» o di recarsi da lui.
[Per l’approfondimento cfr. Nicola Martella,
«Vie di guarigione nella cura pastorale: ravvedimento e unzione»,
La
salute fra scienza, religioni e ideologie,
Malattia e guarigione 1
(Punto°A°Croce, Roma 2003), pp.
146-155]. Dio rimase sovrano, ma l’epoca dell’accreditamento apostolico
mediante grandi segni e prodigi era passato.
La massima latina finale vale per ognuno, quindi anche per chi l’ha citata,
simpatizzandone.
9.
{Michele Buonfiglio}
▲
Caro Nicola, nel
risponderti, ho dimenticato un «che». Forse ora la frase con il «che» è più
chiara: «ma ogni qualvolta
che
accade una guarigione, v’è sicuramente il suo intervento (cioè di
Dio)».Vi sono falsi prodigi che provengono dai demoni, ma vi sono anche
autentiche guarigioni fatte da Dio. A volte preghiamo perché una persona possa
guarire e se questa guarisce, dimentichiamo di ringraziare Dio, che ha agito
senza alterare le leggi del creato e in modo silenzioso, senza niente di
spettacolare o di prodigioso, come sono i prodigi fatti da maghi e sedicenti
falsi profeti. {28-11-2007}
10.
{}
▲
11.
{}
▲
12.
{}
▲
►
Bonnke e guarigioni: fra marketing e risposte evasive
{Roberta Sbodio - Nicola Martella} (A)
►
I miracoli di Reinhard Bonnke 1
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2
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3
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4
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5
{Alexander Seibel} (A)
►
Fare missione con un «morto» vivente? Parliamone 1
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2
{Nicola Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-R_Bonnke1_Car.htm
26-11-2007; Aggiornamento: 08-04-2009
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