Avevo cominciato l'articolo «
Questioni sui profeti del NT», in cui mi sono confrontato con Emanuela Crespi, con le seguenti parole.
Sui profeti del nuovo patto ci sono opinioni differenti tra i cristiani. Alcuni ritengono che essi siano sullo stampo dei
profeti d’Israele dell’AT (soprattutto in campo carismaticista). Altri affermano
che i profeti siano cessati con il completamento del canone del NT (soprattutto
in campo darbista e non carismaticista). Io personalmente dissento da queste due
posizioni. La Scrittura mi convince che i profeti teocratici siano cessati con
Giovanni battista. Dopo di Lui nessuno si presento chiamandosi personalmente
«profeta con nome» (p.es. «profeta Giovanni»; cfr. invece apostolo).
Avevo pure dato una
definizione di profezia per il NT: In seno alle assemblee cristiane del
NT l’interpretazione ispirata delle sacre Scritture ebraiche — specialmente in
senso messianologico (o cristologico) — era chiamata «profezia» o «profetare».
Si trattava di una «proclamazione ispirata» sulla base della lettura comunitaria
dell’AT di ciò che riguardava specialmente il «mistero di Gesù» quale Messia,
secondo l’assunto di Ap 19,10: «La testimonianza di Gesù; è lo spirito della
profezia» (Ap 19,10).
Avevo altresì rimandato a due articoli scritti per l'occasione: ►
Profeta con nome nel NT►
Profezia e profetare nel NT.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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I contributi sul
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sottostante
1.
{Gaetano Nunnari} ▲
Caro Nicola, grazie
per l’articolo scritto per Emanuela Crespi, ci ha edificato molto. Dovresti
scrivere un libro proprio su queste tematiche. Ce ne davvero bisogno. Trattando
a fondo i doni spirituali e i ministeri dei credenti. Ti incoraggio a farlo.
Inoltre voglio ringraziare anche il fratello Erik per il suo articolo, è stato
davvero «benevolo» per i nostri cuori. [►
Riflessione sullo stile d’un carismaticista] {10-11-2007}
2.
{Erik Benevolo} ▲
Caro Nicola, ho
letto lo scambio di lettere fra Emanuela e te. Interessante, effettivamente: e
stimolante.
E nel caso
sui generis, sono anch’io convinto che se la profezia edifica, esorta e
consola, altre azioni spirituali producono lo stesso effetto; e se il contrario
è indice di falsa profezia, la profezia in se stessa resta maggiore delle
definizioni che potremmo darne. [N.d.R.: Qui segue una trattazione sul «mistero»
che, per la sua lunghezza, metterò altrove.]
Personalmente, credo che la differenza fra il profeta dell’Antico e
quello del Nuovo Testamento ritracci esattamente la differenza fra il modo con
cui lo Spirito di Dio si configurava nell’Antico e nel
Nuovo. Allora,
sopra; dalla Pentecoste in poi,
dentro.
Allora, mettendo l’uomo da parte perché Dio parlasse; dopo, insegnando all’uomo
rigenerato come parlare lui stesso, da parte di Dio (Ef 6,20). Quindi si passò
dal «Così dice
l’Eterno» al «vi
dico io, Paolo»: il Nuovo Testamento non è
forse un insieme di lettere firmate? Se l’Antico è stato «parlato
dal cielo», il Nuovo lo è stato dalla
terra perché lo Spirito era finalmente sceso nel suo tempio. E paradossalmente,
se il profeta nell’Antico Testamento doveva essere infallibile se no
andava lapidato, nel Nuovo invece ha diritto all’errore perché apprende,
scrutato e giudicato da chi lo ascolta, come un bambino che impara a parlare con
l’imprecisione tipica d’un essere vivente, ben lungi dalla precisione d’una
radio che parlava da altrove.
Nota redazionale: Faccio due note al paragrafo precedente. Personalmente
non sono convinto che lo Spirito di Dio nell’AT fosse «sopra» e nel NT
«dentro». Per brevità rimando all’articolo «Spirito Santo: collocazione» nel
Manuale Teologico dell’Antico Testamento, p. 340; si veda qui anche «Spirito di
Dio», pp. 336ss.
Faccio notare altresì che Dio ha parlato perlopiù
sulla terra, sia nell’AT sia nel NT. Sono pochi i brani nell’AT in cui Dio
parlò dal cielo (Gn 21,17 angelo; 22,15 angelo dell’Eterno; Dt 6,36 Dio;
Dn 4,31 una voce); al riguardo non bisogna contare le descrizioni poetiche delle
teofanie (2 Sm 22 14 [= Sal 18,13]; 68,33; Gr 10,13 [= 51,16]; Gle 3,16). Quando
Dio si manifestava, la teofania avveniva sulla terra (così anche sul Sinai). In
effetti, nel NT i brani, in cui Dio parlò dal cielo sulla terra, sono
molti di più (Dio Mt 3,17 [= Mc 1,11; Lc 3,22]; Gv 12,28; At 11,9; 2 Pt 1,16; Ap
4,1; 10,4.8; 12,10; 14,2.6s.13; 18,4; 19,17; futuro 1 Ts 4,16; Ap 11,12).
{Nicola Martella} |
Questo, per
esternare le mie convinzioni e, magari, far qualche passetto in più... Tuttavia,
accanto allo stimolo che ne traggo, ho avvertito pure un’impressione di disagio,
dovuta più alla tensione dialettica che al suo contenuto. Infatti,
dottrinalmente ne ho tratto spunti interessanti di riflessione personale che so
che elaborerò nei prossimi giorni o nelle mie rare notti insonni: il confronto è
sempre arricchente, come un coltello ne affila un altro, e costruttivo... Ma
quel che mi spiace, è che ne risultino alla fine delle ferite: che il coltello
sfugga di mano e ferisca a volte il braccio di chi lo usa.
Quelli che mi conoscono lo sanno: da sempre la mia tendenza è al confronto.
Pur avendo io smesso il «karate» dagli anni della mia gioventù, il «furor della
pugna» m’aveva drogato per anni e mi tenta ancora e sempre... ma lentamente il
mio Maestro mi riconverte dall’adrenalina alla mansuetudine. E non solo perché,
come dice Manzoni, perdute le zanne, non mi resta
che digrignar le gengive; ma perché «non
sapevo da quale spirito ero animato»... E ormai, lentamente, inizio a
saperlo.
Allora, imparo. Ultimamente il mio Maestro diventa un po’ più severo, e gliene
sono grato. Talché voglio trovare una miglior sintesi fra fermezza e dolcezza,
imparando a imitare un po’ meglio la sua saggezza mansueta. Combattere secondo
le regole, ancora: Colossesi 3 docet...
E divento più sensibile a quelle cose che la tua risposta ben mette in luce sul
testo a cui ribatti: preconcetto, voglia di prevalere, mutazione
dell’argomento altrui in caricatura per poterlo meglio combattere... ma chi di
noi ne è esente? Io comunque no di certo. Forse è per questo che vorrei quasi
scusare Emanuela, magari forse per salvare un po’ me stesso... o per lasciar la
pietra che finirebbe per ricadere addosso a me la prossima volta. Si direbbe a
volte che nel mondo cristiano la lotta sia più un fine che un mezzo. E m’assale
il dubbio che forse non siamo abbastanza perseguitati, perché forse non viviamo
abbastanza «piamente» perché questo succeda, per cui finiamo per cercarci un
nemico all’interno delle mura stesse che difendiamo. La sindrome del «Deserto
dei Tartari»?
Nicola, che il Signore ti dia forza e saggezza. Il tuo compito non è
facile. E nello stesso tempo, è utile che nella posizione in cui ti trovi, tu
metta un freno all’arroganza del dottore improvvisato che sonnecchia nella
maggioranza di noi cristiani postmoderni, perché il timore in sé è principio di
saggezza; e sapere che una risposta tua arriva, tagliente come una lama, crea
timore — e quindi prudenza e saggezza.
Sei un avversario temibile; ringrazio il Signore che t’abbia messo nella
posizione in cui sei, e gli chiedo di tenerti in piedi — perché ti fai
senz’altro dei nemici. Che il Signore ti mantenga la gioia imprendibile della
sua approvazione.
E che ci dia quella potenza d’argomentazione tipica della «dolcezza della
saggezza» di Gcm 3,13: è quel che gli chiedo per me, perché in quel campo lì
non ho ancora ottenuto la sufficienza. Ma imparo, e oggi stesso durante la
lettura di 2 Corinzi ne ho avuto un esempio di più nella figura di Paolo:
l’equilibrio fra il rigore dei limiti, e l’amore senza limiti...
La dolcezza della saggezza! né compromesso né ferita, ma la fermezza d’un amore
che trova l’equilibrio fra la verità e la vita, e ne fa la propria via. Che Dio
ci guardi. {09-11-2007}
3.
{Erica Strulli, ps.}
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Caro Nicola, ho letto quanto hai scritto alle due sorelle. [►
Profezie personali] Ho notato delle cose che prima non avevo considerato, grazie ai brani che tu hai
riportato del Nuovo Testamento. Trovandomi anch’io in una chiesa pentecostale,
in cui viene praticata la «profezia personale», credo che per me tante cose non
cambieranno... Quando nella mia chiesa s’usa «profetizzare» così, a volte sembra
che alcune cose tornino, ma quando si tratta d’indicazioni ben precise e
personali (sul modello d’Anania e Saulo), non ci azzeccano mai almeno per quanto
ne so. {23-11-2007}
4.
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► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Questioni_profeti_NT_parla_S&A.htm
10-11-2007; Aggiornamento: 26-11-2007
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