Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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■ Il paranormale
■ La religione
■ I fenomeni estatici e la falsa profezia
■ L’esoterismo
■ La dottrina occulta
■ I fenomeni occulti nella prospettiva biblica

 

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PROFEZIE DI COMODO, SPECIALMENTE AMOROSE?

PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Qui di seguito trattiamo le nuove forme di divinazioni cristianizzate, strumentalizzate per la ricerca di un coniuge! Parliamo di presunti «profeti», che fungono da agenzia matrimoniale!

     Come vedremo sotto, il grande equivoco sta proprio nell’uso ideologico dei termini «profezia, profeta e profetare», che in greco significano semplicemente «proclamazione, proclamatore e proclamare» e non erroneamente «predizione, veggente (o divinatore) e predire». [ 4.; 7.]

     C’è stata una ricca partecipazione. Si potranno leggere testimonianze personali da parte di conduttori di chiesa, che hanno assistito a tali false predizioni amorose, reagendo con indignazione. C’è anche il punto di vista delle vittime, le cui ferite sanguinano ancora.

     Si fa bene a leggere prima interamente l’articolo di riferimento: «Profezie di comodo, specialmente amorose».

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

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I contributi sul tema 

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Michele Pace

2. Samuele Maodda

3. Stefano Baiesi

4. Enzo D’Avanzo

5. Giovanni Cappellini

6. Santina Rallo

7. Enzo D’Avanzo

8. Paola Chiarapini

9.

10. Umorismo assortito

11. Vari e medi

12. Vari e brevi

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Michele Pace}

 

Contributo: Ho visto alcuni matrimoni «profeticamente combinati» da ministri, il cui risultato è stato di produrre solo persone coniugate e frustrate. Un disastro coniugale! Tuttavia credo che Dio possa rivelare a due individui congiuntamente di essere l’uno per l’altra. Così è stato tra me e mia moglie. E, nonostante che ci siamo fidanzati molto giovani e anche sposati giovani (avevamo mia moglie 18 anni io 23 anni), dopo 10 anni di matrimonio e in mezzo a tante tempeste, siamo più innamorati di prima. {27-09-2012}

 

Nicola Martella: Il Signore lo ha rivelato alle vostre menti mediante un convincimento interiore e un avvicinamento reciproco, oppure avete consultato un «profeta» matrimoniale, che vi ha dato certezza della vostra reciproca predestinazione mediante una sua rivelazione speciale?

 

Michele Pace: Fratello Nicola, non c’è stato nessun profeta, se non l’intima comunione con lo Spirito Santo. C’è stata, inoltre, una buona consulenza pastorale, e inoltre abbiamo aspettato il tempo di tutte le cose! Oggi, la gente nelle chiese ha una ossessione maniacale verso profezie e previsioni! C’è una sorta di fattucchieria spiritualizzata con olio santo, come fosse una pozione, e che usa la Bibbia o i versetti della Bibbia (es. pane di vita) come fossero oroscopi o tarocchi da leggere, eccetera. Per non parlare delle pseudo chiese virtuali, create da persone scontente di vivere la realtà della chiesa visibile, e che sono individui ribelli, disordinati, eccetera. {27-09-2012} [ Dottori di dottrina in rete, «senza chiesa» a casa]

 

 

2. {Samuele Maodda}

 

Contributo: È un argomento interessante. Un caro fratello di mia conoscenza è caduto in questo genere d’inganni. Ringrazio Dio perché adesso è molto cresciuto nella fede, nella conoscenza della Parola e nel discernimento. Cionondimeno, tempo fa, attratto da una ragazza, sorella in fede, si è ritrovato a chiedere a Dio dei «segni». «Oh Signore, se è lei la ragazza, che tu vuoi per me, fa che adesso mi arrivi un suo squillo sul cellulare». Squillo, che poi arrivava, visto che era consuetudine per loro sentirsi in tal maniera. Qualcuno lascia intendere e credere, soprattutto in ambiente carismaticista, che possiamo indagare la volontà di Dio in questi modi, che a mio parere sembrano la modernizzazione e semplificazione di pratiche pagano-mistiche, come interrogare le ossa di animali morti. Qualcuno utilizza la pratica di aprire la Bibbia a caso e cercare nel testo così «provvidenzialmente apertosi innanzi» qualche frase, che sia la risposta ai propri interrogativi. Costoro non sanno che questa è una pratica divinatoria e, quindi, in abominio al nostro Signore, pratica chiamata bibliomanzia. Manifesto anch’io tutta la mia indignazione per la mancanza di applicazione di quel decreto, citato dal fratello: «Se il fatto non si avvera, quel tale è un falso profeta».

     Oggi, in ambito pentecostale-carismaticista questi «profeti» vengono giustificati da una presunta logica credenza, secondo la quale alla profezia divina si miscela una parte di umanità, che porta agli errori. Così, il profeta, diventa una sorta di canale, in cui scorre la parola divina mescolata ai suoi sentimenti, alle sue emozioni, alla sua cultura, insomma alla sua personalità, risultando così la profezia spesso alterata da tali cose e, quindi, non infallibile. Senza contare l’altrettanta aberrante pratica di colpevolizzare coloro, i quali sono protagonisti della profezia, se non agiscono in accordo a essa. «Non hai avuto fede!», tuonano questi ministri, che pretendono avere autorità divina, secondo la scuola del «rhema». [ Rhema] Voglio interrompere questo fiume di parole, che sgorga da me, causato dall’indignazione. Voglia Dio stabilirci nella sobrietà, nella fedeltà, con discernimento e coraggio! L’Iddio sovrano sia benedetto in eterno. {27-09-2012}

 

Nicola Martella: Come ha mostrato questo lettore, certi segni richiesti sono così ovvi e banali, che è come chiedere la sera che il giorno dopo esista il sole. In effetti, in tal modo, un credente disavveduto auto-adempie i propri desideri, che interpreta arbitrariamente come volontà di Dio. È come uno che si inventa un oroscopo e lo auto-adempie per confermare le sue capacità di preveggente. Quando credenti sprovveduti strumentalizzano così la fede, allora i confini fra superstizione religiosa e devozione cristiana diventano molto flebili. Allora si cristianizzano pratiche usuali nell’esoterismo, come la sticomanzia (divinare mediante frasi prese a caso in un testo qualunque), sostituendo testi profani con la Bibbia (bibliomanzia).

     Se nelle rivelazioni odierne, falsamente designate come «profezia», si mescola divino e umano, e quest’ultimo porta ad alterazioni e a errori, perché darle credito, visto che tutti, chi più o chi meno, sono fallibili? Non era così anche per i proclamatori d’Israele? E allora, perché chi proclamava l’idolatria e l’apostasia, parlava falsamente in nome di Dio o faceva predizioni di cose, che non si avveravano, non veniva scusato, ma doveva essere messo a morte? (Dt 13,1-5; 18,20ss).

     Come è stato evidenziato, in ambienti carismaticisti, quando una predizione non si avvera, invece di squalificare il presunto «veggente», si colpevolizza il suo destinatario per presunta mancanza di fede o per presunta presenza di un peccato nascosto.

 

 

3. {Stefano Baiesi}

 

Contributo: Caro fratello, capisco la tua frustrazione sull’argomento. Frequento una chiesa di origine Pentecostale, che in passato ha creduto in queste profezie; oggi è maturata e ha compreso quali sono i profeti, non di certo dei veggenti. Ti dico questo, perché è vero che nelle chiese pentecostali vi sono queste eresie, ma vi sono anche tante chiese sane, che proclamano la Parola di Dio in maniera sana. {27-09-2012}

 

Nicola Martella: L’intento è parlare qui di tale fenomeno di predizione amorosa, non delle chiese pentecostali. Tali fenomeni pseudo-profetici sono molto in voga soprattutto nelle chiese carismaticiste (o neo-pentecostali) e in persone influenzate da Kenneth Hagin (rhema), da Ben Hinn e da altri simili, che s’identificano con «parola delle fede» e simili movimenti. In tali ambienti le «profetesse matrimoniali» sono molto in voga. Di per sé o sono ciarlatane o sono sedotte da uno spirito di divinazione come Iezabel (Ap 2,20).

 

 

4. {Enzo D’Avanzo}

 

Contributo: Cari, anche io nel mio ambiente pentecostale ho fatto esperienze «amare», ma ho anche goduto di benedizioni di un ministero pacifico, puro ed edificante di veri profeti con vere profezia; si sono avverate tutte prima su di me stesso e anche in quelle, dove sono stato testimone. No, non posso tacere davanti a tale benedizioni! Cari, purtroppo esistono realtà pentecostali diverse: ci sono gli estremisti, i moderati, i cascatori, quelli delle risate, quelli delle esagerazioni, dei canali [trascendentali, N.d.R.], eccetera. Non facciamo l’errore di fare di tutta l’erba una fascio. {28-09-2012}

 

Simona La Battaglia: La profezia come veggenza non esiste più, c’è la Parola di Dio, che rivela tutto, basta volerla mettere in pratica. Inoltre, per trovare una compagna non basta che te lo dica Dio in nessun modo, vedi il Vecchio Testamento. Se ti piace, pregate e iniziate ad amarvi come Dio e Gesù comandano per il prossimo, e la benedizione verrà. L’amore non cresce, se l’aspetto fisico, che si cerca, allora svanisce; ma se ci si perdona e si ama come Gesù c’indica in 1 Corinzi 13, si ricostruisce ogni giorno. Fratelli, il vero problema è che cerchiamo nell’uomo manifestazioni, che solo Dio ci ha dato come certezze nella Bibbia; e nessuno vuole veramente amare come Dio chiede. E questo tanto più che l’amore è l’ultima cosa, che rimarrà rispetto alla fede e alla profezia; nessuno si preoccupa di farlo come Gesù, senza aspettarsi niente, ma donando tutto se stesso/a. {28-09-2012}

 

Enzo D’Avanzo: Simona, questo non è biblico, sono supposizioni. La profezia esiste ed è un dono per la chiesa e funziona ancora oggi. Mi consta di persona che molte buone profezie fatte si sono avverate. Dopo Gesù, le quattro figlie dell’evangelista Filippo profetizzavano tutte. Dio parla ancora. Oggi, dice in Pietro, dopo aver parlato anticamente. Dio è lo stesso ieri, oggi e domani. Le profezie, che non abbiamo bisogno, sono riferite a Gesù, si sono tutte adempiute; ma le profezie ci vengono ministrate per valido aiuto ministeriale. Ripeto che ci sono tanti falsi, ma ci sono pochi rari cari onesti, che si lasciano guidare da Dio. {28-09-2012}

 

Nicola Martella: Ammetto che, nonostante abbia cercato di correggere e redigere al meglio il contributo di Enzo D’Avanzo, mi risulta poco chiaro e pieno di punti oscuri, se non contraddittori. Come mostrerò sotto, questa visione del concetto «profezia» è viziato dal consenso che esso significhi «predizione». Se la «profezia» esiste (nel senso di «predizione»), ma ci sono «tanti falsi» e «pochi rari cari onesti», chi stabilisce che proprio tali predizioni siano tali? Lo affermerà il nostro sentimento, la nostra sensibilità, la nostra esperienza, la nostra analisi biblica, il fatto che lo affermi qualcuno in particolare o altro?

     Inoltre, Pietro non dice mai «oggi, dopo aver [Dio] parlato anticamente». L’epistola agli Ebrei, invece, comincia col fatto che Dio ha «parlato anticamente in modo molteplice e polivalente ai padri per mezzo dei profeti» (Eb 1,1); poi aggiunge che, dopo ciò, dal punto di vista temporale dell’autore, «in questi ultimi giorni ha parlato a noi mediante il suo Figlio». Quindi Gesù è il punto finale del discorso di Dio agli uomini, arrivato al suo culmine e all’eccellenza in Cristo. I «profeti» erano semplicemente i proclamatori di Dio nei secoli, mentre Gesù era il Figlio, che conosceva come unico intimamente il Padre e ha spiegato come nessun altro chi Egli fosse (Gv 1,18).

 

Simona La Battaglia: Ho parlato di veggenza. Cosa ti dovrebbe comunicare Dio che già non trovi nella Parola? Comunque noto che nelle profezie [odierne] Dio ripete ciò, che c’è nella Scrittura. Il profeta esiste ancora, ma parla per bocca di Dio attraverso la comprensione della sua Parola, esortando, riprendendo e incoraggiando; questo è un dono, che altri ministeri non hanno. E non è supposizione, lo dice 1 Corinzi 13. Inoltre, Paolo ci esorta a non ricercare solo manifestazioni, miracoli o altro, ma a fondare la nostra ubbidienza e santità sull’Evangelo e sulla Parola di Dio. {28-09-2012}

 

Enzo D’Avanzo: Ti rispondo con 1 Corinzi 14,1: «Desiderate ardentemente l’amore, non tralasciando però di ricercare i doni spirituali, principalmente il dono di profezia». {28-09-2012}

 

Simona La Battaglia: Infatti, ti ho spiegato che la profezia esiste ancora. È il dono è per l’edificazione comune, non per [trovare] l’uomo o la donna; ma sparirà e resisterà solo il dono di Dio, unitamente a chi lo avrà ricercato e ubbidito al comandamento... quello dell’amore! {28-09-2012}

 

Nicola Martella: 1. Vorrei dire anche qualcosa a Simona La Battaglia. È vero che nelle «profezie» (= proclamazioni) odierne viene ripetuto «ciò, che c’è nella Scrittura»; tuttavia, non è «Dio [che] ripete» ciò, ma c’è la cattiva abitudine di iniziare i propri discorsi così: «Così dice il Signore…», per poi far seguire spesso o un ricalco della Scrittura o la farina del proprio sacco, rendendosi colpevole. Inoltre non è il «profeta… [che] parla per bocca di Dio», ma al contrario, essendo il proclamatore il portavoce del Signore. Fatto sta che, come tu accenni, il proclamatore parla per far comprendere la Parola di Dio, non come un insegnante che istruisce, ma col fine di esortare ed edificare come fa un curatore d’anime (1 Cor 14,3).

 

2. Inoltre, vorrei aggiungere qualcosa di generale su questa intera discussione fra Enzo D’Avanzo e Simona La Battaglia. Per dire se una cosa (qui la cosiddetta «profezia») ci sia o meno oggigiorno, bisogna definirlo correttamente. Purtroppo vedo un diffuso uso scorretto del termine «profezia», come se fosse preveggenza o predizione. Nel NT greco un profētēs era un «proclamatore», ossia uno che parlava pubblicamente e che usava un «linguaggio di edificazione, di esortazione e di consolazione» (1 Cor 14,3), non era un annunciatore di fatti futuri. Non aver tradotto correttamente il termine greco profēteia (= proclamazione), ma averlo adattato all’italiano con «profezia», ha creato molti equivoci e false dottrine. Oggigiorno, è diffusa la falsa concezione che profezia sia predizione, chiaroveggenza (presente) o preveggenza (futuro); ciò è semplicemente sbagliato. In presunte odierne «scuole dei profeti» s’insegna alla gente addirittura a divinare in nome di Dio!

     Coloro, che annunciano ad altri che sposeranno Tizia o Caio, sono o ciarlatani (che sperano che ci azzeccheranno) o indovini, che strumentalizzano il nome di Dio (Ger 14,14). Inoltre, bisogna notare che in tali presunte predizioni c’è, come quello che gli esperti chiamano «auto-adempimento inconscio». È un po’ come chi crede nell’oroscopo: tanto ne è succube, che adempie egli stesso ciò, che gli viene prescritto (non preannunciato); a sua volta, ciò rafforza la sua fede nell’oroscopo. Così è per le «predizioni» matrimoniali e simili.

     Se uno mi chiede: «Credi che esistano oggigiorno i “profeti” nella chiesa?». Rispondo di sì, se s’intende correttamente i proclamatori secondo 1 Corinzi 14,3. Quelli che invece osano fare predizioni future, sono per me «indovini» cristianizzati. Lo stesso vale per coloro, che iniziano i loro discorsi con frasi del tipo: «Così parla il Signore:...», per poi aggiungere o un miscuglio di frasi estrapolate dalla Bibbia o direttamente la farina del loro sacco cerebrale, mettendo parole in bocca a Dio; ciò è un modo di fare colpevole.

 

 

5. {Giovanni Cappellini}

 

Contributo: È molto importante sottolineare il punto della sovranità di Dio. Sono capaci tutti a essere profeti, quando poi ci si rifugia nel «Dio aveva stabilito una cosa, ma tu con il tuo comportamento non hai permesso che il suo piano si attuasse». Ragionando per assurdo, se il mio comportamento può mutare i piani di Dio, allora o sono più grande di Dio o Dio non è capace di prevedere i miei mutamenti. Siccome la gente non riesce a concepire un ragionamento per assurdo, per ridurre i sensi di colpa e scaricare le proprie responsabilità, va in cerca di queste rivelazioni.

     Al di là delle pseudo-profezie degli ambienti carismatici, ho riscontrato anche in ambienti non pentecostali il brutto vizio da parte dei conduttori di presentare una bella ragazza al giovane malcapitato, che passa per quella comunità in visita. In questo modo la coppia sarà eternamente riconoscente al pastore, e questo è fonte di cieca sottomissione.

     Ma voglio condividere anche una cosa bella, che tiene accesa la speranza di una sana profezia e di un sano matrimonio. Una sorella m’impose le mani, affinché trovassi moglie, e nel giro di un mese incontrai la mia attuale compagna, che non aveva alcun contatto con la sorella in questione. {28-09-2012}

 

Nicola Martella: Penso ci sia una differenza fra presentare una ragazza a un giovane, sebbene in modo sbagliato, e mettere il tutto in termini di «predizione celeste». Il giovane può sempre rifiutare; nel secondo caso si crea un clima fatalista da «peccato imperdonabile».

     Inoltre, vorrei capire dove in tutto il NT è espressamente dichiarato e concesso a una «sorella» d’imporre le mani a qualcuno, tanto più affinché egli trovi moglie! Questo è un abuso ministeriale e un uso bizzarro dell’imposizione delle mani.

 

Giovanni Cappellini: Nel caso specifico, a cui mi riferisco, quel ministro di culto non pentecostale cambiò completamente atteggiamento nei miei confronti, una specie di ricatto emotivo. Sinceramente mi sembra una cosa ancora più subdola. Quanto a quella imposizione delle mani, non prenderla come una cosa ufficiale, io so solo che questa sorella ha pregato per me e io ho conosciuto mia moglie. Oggi facciamo cinque anni di matrimonio. {29-09-2012}

 

Nicola Martella: Ogni ricatto emotivo è sbagliato, sia quello autoritario, sia anche quello, che usa cosiddette «profezie amorose». Quanto a ciò, che è accaduto nel trovare moglie, bisognerebbe sapere quanta casualità esiste in ciò rispetto a tale preghiera di una sorella, che secondo me si è preso l’arbitrio di imporre le mani. Ora, però, ammesso e non concesso che tale evento preliminare ti avesse realmente portato a trovare moglie (tuttavia la fonte d’autorità di tale donna non è accertata), non si comprende perché successivamente — come scrivi altrove, se ben ricordo — tu abbia sviluppato un atteggiamento ostile verso tutte le chiese, cosicché attualmente mi sembra che tu viva un’esistenza da «senza chiesa». Se ritieni che Dio (di là da tale imposizione di mani, a mio avviso, abusiva) ti abbia dato la moglie, che cercavi (e confido anche  viceversa), ciò non dovrebbe portarti più vicino al piano di Dio e all'ubbidienza a Lui?

 

 

6. {Santina Rallo}

 

Contributo: All’inizio della fede, insieme a mio marito, mi piaceva visitare le comunità evangeliche. Ci raccontarono una storia, che mi rese triste; mi ribellai a tale cosa. Una donna, anziana «sorella» (?) predicava l’Evangelo con il marito. Avevano adottato un bambino. Poi, arriva il tempo che il marito muore e il bambino diventa adulto. «Fatto successo», lei ha avuto una rivelazione, secondo cui si doveva risposare; sapete con chi? Col giovane adottato e che era oramai cresciuto! Un giorno quel ragazzo ebbe anche lui ha la stessa rivelazione, secondo cui doveva sposarsi con la sua mamma adottiva. Lui non lo accettava, piangeva, ma per ubbidienza l’ha sposata! E, poi, insieme giravano le chiese, predicando l’Evangelo. Poteva essere mai da Dio? NO, miei cari! Crediamo sì alle profezie, ma da uomini compiuti nella fede e nella santificazione. Finiamola con questi profeti di qui e di là! {28-09-2012}

 

Nicola Martella: Questo è proprio un eclatante esempio di dipendenza da una falsa concezione di rivelazioni e «profezie», dove si mette in soffitta il buon senso, oltre alla comprensione biblica. Si adempie a un presunto ordine del Signore, sebbene non si è convinti nella coscienza! Se non si provano gli spiriti in questi casi (1 Gv 4,1), in quale caso lo si deve fare? Nella Scrittura un caso del genere è chiamato abominio.

     Al tempo della Scrittura, un figlio era a tutti gli effetti sia quello generato, sia quello adottato. Egli aveva gli stessi diritti e doveri dei figli generati. Ad esempio, Gesù era giuridicamente figlio di Giuseppe, sebbene egli non fosse il suo padre biologico (Gv 6,42), e compariva nella sua genealogia (Lc 3,23). Scoprire la nudità della moglie del padre (biologico o adottivo), era un abominio degno di morte. Il comandamento contemplava sia il caso della madre biologica (Lv 18,7), sia della moglie o della concubina del padre, che non sia la sua madre biologica (v. 8). Paolo considerò fornicazione un tale caso, in cui uno dei Corinzi si teneva «la moglie di suo padre» (1 Cor 5,1). L’apostolo era così scandalizzato che decise di dare quel tale in man di Satana, a perdizione della sua carne (v. 5).

     Invece, nel caso narrato, tale coppia, che viveva nell’abominio spirituale e morale, continuava ad andare per le chiese a predicare? Qui si tratta di poco discernimento dei soggetti, che hanno fatto posto al diavolo e alle loro seduzioni, ma anche dei conduttori di chiesa, che non hanno vegliato e non hanno messo fuori comunione persone del genere.

 

 

7. {Enzo D’Avanzo}

 

Contributo: Io vivo di Scritture. La Bibbia dice che esistono i doni di profezie, il ministero profetico, e lo spirito di profezia. Ovvio che tutto cesserà. I doni di guarigioni, che Dio dona ancora oggi, usando ancora uomini unti dello Spirito Santo per dispensarle, essi un domani cesseranno assieme alla profezia; ma rimane la carità, la speranza e la fede. Ma oggi esiste ancora. Mi spiace, ma io ho le prove evidenti. Non sono un «Bastian contrario», ma davanti all’evidenza devo dire cose vere: ho l’esperienza che sulla mia vita ci fu una serie, non una ma diverse profezie, che riguardavano me; io avevo 12 anni allora, tutte si sono avverate nel corso degli anni. Come faccio a dire che non esistono? {29-09-2012}

 

Nicola Martella: Si fa male a mettere davanti come chiave ermeneutica la prorpia «dottrina dell’esperienza»; ciò è una grave trappola per tutti coloro, che vogliono servire Dio con pura coscienza. Non dobbiamo leggere la Scrittura all’ombra delle nostre esperienze, ma interpretare queste ultime alla luce della Bibbia. Certamente ciò premette che la intendiamo per quello, che veramente afferma, e non per quello che le facciamo dire con nostro consenso religioso.

     Ora, «profezia» è uno dei termini più strapazzato e mal compreso della Scrittura; ciò è dovuto al fatto che non è stato tradotto in italiano con un termine chiaro corrispondente, ma è stato solo italianizzato, creando così molti equivoci e molte bizzarre dottrine in merito e molte pesanti conseguenze, ad esempio il pullulare di sedicenti «profeti», che hanno i tratti di indovini cristianizzati, e l’insorgere di cosiddette «scuole profetiche», in cui s’insegna a divinare in nome di Dio (Ger 14,14). Poi, tali sedicenti «profeti» reclamano il loro posto nelle chiese e che le loro «divinazioni cristianizzate» valgano come «nuove rivelazioni» di Dio per l’oggi (cfr. il rhema di Kenneth Hagin e del suo movimento «parola di fede»; cfr. W.M. Branham e la sua «parola per l’oggi», con cui ha inquinato la dottrina di molte chiese e con cui ha voluto accreditarsi come «l’Elia» del tempo della fine). Farò, quindi, un ulteriore sforzo per far capire l’equivoco di «profezia, profetare, profeta» come s’è imposto falsamente nel contesto religioso e come invece è da intendere in termini letterari e scritturali.

     Quelle che alcuni chiamano «profezie», si chiamano correttamente «predizioni, previsioni, preveggenza», tuttavia tale significato non è contenuto nei termini greci profemi «parlare davanti a» e profēteia «discorso dinanzi a». Ho già ricordato che cosa faceva nella chiesa il profētēs «proclamatore»: «Chi proclama, invece, parla agli uomini un linguaggio di edificazione, di esortazione e di consolazione... chi proclama edifica la chiesa» (1 Cor 14,3s). La cosa tragica e pericolosa è proiettare nei termini biblici significati spuri, che sono stati aggiunti col tempo e che sopravvivono soltanto col consenso errato.

     Che profēteia (proclamazione) non è «predizione» è mostrato dal fatto che tra i carismi esiste un altro dono, differente da esso e che è «rivelazione». Si noti come le attività verbali sono differenti: «se vi parlassi in rivelazione (apokalypsis), o in conoscenza (gnōsis), o in proclamazione (profēteia), o in insegnamento (didachē)» (1 Cor 14,6). Per «rivelazione» (apokalypsis) si può intendere sia quella, che viene dallo studio della Scrittura (aspetti specialmente cristologici), sia avvertimenti di Dio per la chiesa; in ambedue i casi, bisogna valutare come chiesa, se ciò viene da parte di Dio o è frutto dell’immaginazione umana o di una seduzione diabolica (cfr. 1 Cor 14,29ss).

     Paolo stesso ricevette una rivelazione, che aveva a che fare col ministero e la storia della salvezza (Gal 1,12; 2,2), quindi non con beghe personali, ma non si definì mai un profētēs «proclamatore», ma sempre un didaskalos «insegnante». Tutti i credenti possono ricevere «uno spirito di sapienza e di rivelazione per la piena conoscenza di lui», quando Egli illumina gli occhi del loro cuore (Ef 1,17s); si tratta quindi della rivelazione personale della conoscenza, che Dio ha già rivelato nella Scrittura. Paolo stesso ebbe tale tipo di rivelazione scritturale, quando «per rivelazione mi sia stato fatto conoscere il mistero» (Ef 3,3; cfr. Rm 16,25), ossia Cristo stesso e il fatto che «i Gentili sono eredi con noi, membra con noi d’un medesimo corpo e con noi partecipi della promessa fatta in Cristo Gesù mediante l’Evangelo» (Ef 3,5).

     Si noti che in 1 Corinzi 12,5ss si parla di diversità di carismi, di ministeri e di operazioni. Paolo associò insieme il «dono di proclamazione» e l’eventualità di conoscere «tutti i misteri e tutta la conoscenza» (1 Cor 13,2), ossia tutto ciò che Dio ha rivelato. Paolo usò i termini «misteri» (mysterion) e «conoscenza» (gnōsis) per la rivelazione di Cristo, tenuta precedentemente nascosta nei secoli, sebbene fosse già contenuta nelle Scritture ebraiche (Ef 3,9ss.

     Pietro usò tale termine per la rivelazione finale, quando Cristo tornerà in gloria (1 Pt 1,7.13; 4,13); similmente Paolo parlò della «rivelazione del giusto giudizio di Dio» (Rm 2,5).

     Giovanni ricevette una «rivelazione di Gesù Cristo, che Dio gli ha data per mostrare ai suoi servitori le cose, che debbono avvenire rapidamente» (Ap 1,1). Ciò venne chiamata anche profēteia (proclamazione), poiché Giovanni, su ordine di Gesù stesso, scrisse e proclamò tali cose nelle chiese (v. 3). Perciò si parla anche delle «parole della proclamazione di questo libro» (Ap 22,7.10), ossia della proclamazione dei contenuti di questo libro, a cui non bisogna né aggiungere né togliere (Ap 22,18s).

     Sempre in Apocalisse i due uomini particolari, chiamati anche «due proclamatori» (Ap 11,10) proclameranno per il tempo del «giorno del Signore» (v. 3) e tale «loro proclamazione» (v. 6) non avrà a che fare con rivelazioni future, ma viene definita «testimonianza» (martyria; v. 7), ossia essi proclameranno che Gesù è il Messia. Infatti, «la testimonianza di Gesù è lo spirito della proclamazione» (Ap 19,10).

     Si parla pure dei «servitori [di Dio], i proclamatori» (Ap 10,7; 11,18; 20,10), e Giovanni stesso doveva proclamare di nuovo quanto già ricevuto «sopra molti popoli e nazioni e lingue e re» (Ap 10,11).

     Si parla anche della falsa «proclamatrice» Iezabel, la quale non portava nuove rivelazioni, ma insegnava cose sbagliate (Ap 2,20); come si vede, profēteia (proclamazione) ha a che fare principalmente con l’insegnamento (estemporaneo), non primariamente con rivelazioni.

     Il «falso proclamatore» (Ap 16,13) farà falsi prodigi; non porterà nuove rivelazioni, ma convincerà «tutti i re di tutta la terra» con falsi insegnamenti (v. 14), imbrogliando le genti (Ap 19,20).

     Al contrario il Signore si presentò come «il Dio degli spiriti dei proclamatori» (Ap 22,6) legittimi, ossia di coloro, che Egli ispira a proclamare ciò, che ha già rivelato, e cioè ai «fratelli, i proclamatori, e di quelli che conservano le parole di questo libro» (vv. 7.9).

 

 

8. {Paola Chiarapini}

 

Contributo: Cosa consigli in caso di matrimonio combinato dalle chiese, come devono comportarsi questi credenti distrutti da coloro, che dovevano essere le loro guide? Una sorella mi ha chiesto di rispondere con la mia storia, ma dopo tanti anni la ferita ancora sanguina; vi prego pregate affinché si chiuda. Il Signore è grande e non mi ha mai abbandonata. Il male passato è perdonato, ciò che resta è tanta solitudine. {29-09-2012}

 

Edoardo Piacentini: La Parola di Dio dovrebbe essere la sola guida, sia in materia di dottrina sia in materia di condotta, per la comunità locale, che dovrebbe essere guidata, poi, da un collegio di anziani. Ebbene, spesso le comunità sono guidate da un unico pastore e i credenti sono influenzati dalla spiritualità di tale pastore. Per cui se il pastore è fervente, i fedeli sono ferventi; se è un buon insegnante della Scrittura, i fedeli sono buoni conoscitori della Parola di Dio; ma se egli è ignorante, lo sono anche i fedeli; se è spento nello Spirito o è un esaltato, i fedeli sono spenti o esaltati come lui.

     È quello che è accaduto alla sorella Paola. Io non la conosco, ma si comprende dal suo intervento che è stata vittima di qualche cialtrone, che si è spacciato per ministro di culto senza avere ricevuto da Dio né la chiamata, né la vocazione al pastorato, lasciando in lei molteplici ferite nell’anima, che difficilmente potranno rimarginarsi, se non interviene direttamente lo Spirito Santo, che sa come lenire le nostre sofferenze. Cara Paola, sappi solo questo, che Dio ti ama, sei la pupilla dei suoi occhi (Zaccaria 2,8), che le tue sofferenze sono state il mezzo per farti aprire il cuore alla verità, e per farti maturare nelle sue vie. Oggi, dopo la tua amara esperienza, hai imparato a discernere il bene e il male, a separare «il prezioso dal vile» (Geremia 15,19), e sei pronta per essere usata da Dio, quale suo strumento, per incoraggiare coloro che si trovano oggi nella tua situazione d’ieri.

     Attraverso le prove e le avversità della vita, Dio ci dona un cuore compassionevole, tant’è che l’autore dell’Epistola agli Ebrei, parlando di Gesù, afferma che il Padre lo rese perfetto attraverso le sofferenze, che ha patito nella carne: «Conveniva infatti a Colui, per il quale e per mezzo del quale sono tutte le cose, nel portare molti figli alla gloria, di rendere perfetto per mezzo di sofferenze l’autore della salvezza» (Ebrei 2,10). La conseguenza di tali sofferenze fu che Gesù, essendo diventato esperto nei languori, è oggi il nostro sommo sacerdote che simpatizza con le nostre infermità (Ebrei 4,14-16). L’autore dell’epistola, infatti, afferma: «Perciò, Egli doveva diventare simile ai suoi fratelli in ogni cosa, per essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per compiere l’espiazione dei peccati del popolo. Infatti, poiché Egli stesso ha sofferto la tentazione, può venire in aiuto di quelli, che sono tentati» (Ebrei 2,17-18). Per tale motivo, «sii forte e coraggiosa; non aver paura e non sgomentarti, perché l’Eterno, il tuo Dio, è con te dovunque tu vada» (Giosuè 1,9). {29-09-2012}

 

Michele Pace: Sorella Paola Chiarapini, mi sembra di capire che questo è accaduto con te? Una coppia formata da rivelazioni da spiritualoidi, è una coppia che può essere curata e coordinata verso una buona relazione coniugale. Basta trovare un pastore, che è competente in materia di consulenza pastorale o meglio che sappia fare quello per cui è stato chiamato. Per quanto riguarda la tua solitudine e le tue ferite parla con il tuo pastore; egli avrà un buon suggerimento da darti; e se dovessi avere bisogno, basta farcelo sapere, e io e mia moglie pregheremo per te! {29-09-2012}

 

Nicola Martella: Questo è un esempio eclatante dei danni, che possono creare siffatti matrimoni combinati da parte di chi, pur giocando con la vita degli altri, crede di avere un «sesto senso» o un’antenna particolare per la volontà di Dio. Posso immaginarmi che tali persone, che hanno messo le mani in tale triste affare, si giustificheranno col fatto che le persone copulate abbiano impedito l’opera di Dio con la loro poca fede e col peccato presente nella loro vita. Ciò che resta, sono macerie esistenziali e una ferita, che ancora sanguina.

     Ogni vero curatore d’anime non potrà dare consigli su due piedi su una piazza pubblica, qual è Internet. Tutt’al più si possono dare consigli spirituali generali, come ha fatto specialmente Edoardo Piacentini. Per dare consigli completi, bisogna conoscere la situazione completa in tutti i suoi risvolti, per potersi fare un quadro preciso, per addivenire a una diagnosi completa e per suggerire vie terapeutiche da parte della Scrittura e dell’esperienza alla scuola di Dio. Chiaramente la persona, che dovrà curare tale caso, non può essere la stessa, che è stata la causa della ferita. Sarebbe come aggiungere al danno anche la beffa.

 

 

9. {}

 

 

10. {Umorismo assortito}

 

Nota redazionale: Alla fine del mio articolo riporto un episodio umoristico, che ha spinto i lettori a riportare casi simili. Ciò mostra che la questione è molto diffusa, per trovare tanta diffusione umoristica.

 

Antonio Strigari: Un giorno un ragazzo credente, guardando una bella ragazza seduta nella chiesa, disse al fratello seduto accanto a lui: «Il Signore mi ha rivelato che quella sarà mia moglie». Il fratello gli rispose: «Sì? vai a dirlo al marito, che le siede accanto». {27-09-2012}

 

Giuseppe Mascari: Quanti matrimoni falliti a causa di queste balordaggini. Per paura di disubbidire e andare sotto il castigo, si sono fatti errori tremendi. «Sorella, il Signore mi ha detto che tu sei la donna preparata per me - cosi dice l’Eterno». La sorella risponde candidamente: «Va bene, però aspetta un attimo che vado a dirlo a mio marito. ☺ Sorridiamo, ma purtroppo il santo Evangelo è stato disonorato a motivo dell’iper-spiritualità mistica. Dio è un Dio d’ordine, non è a nostro uso e consumo. {28-09-2012}

 

Antonino Cannatella: La Parola c’insegna a esaminare le profezie, e qui ci vuole il discernimento dello Spirito. Mi viene da ridere per alcuni commenti letti. Io ne conosco un’altra. Dopo la riunione del culto in una grande chiesa, un fratello (ubbidiente e sottomesso all’autorità) va dal pastore e le dice: «Sai, pastore sento nello spirito che quella sorella giù in fondo, che io non conosco e che il Signore ha messo nel mio cuore, è la mia futura moglie». Il pastore, conoscendo la sorella, gli dice: «Fratello, sarebbe meglio che prima di tutto lo andresti a dire a suo marito, per vedere se è d’accordo con quello, che pensi tu».

     Voglio dire questo: purtroppo questi profeti sono quelli, che stanno rovinando le chiese e per mezzo di loro avvengono l’80% delle divisioni. Sarebbe meglio tenerli sempre sotto osservazioni e anche mandarli via dalle chiese. {29-09-2012}

 

 

11. {Vari e medi}

 

Lucia Vitangeli Giannicola: Non comprendo perché mai Dio possa rivelare a un altro e non alle persone in questione cose relative a una scelta di vita così importante. Credo piuttosto che, se credenti maturi possano vedere qualcosa, che non va (problemi, che agli occhi di chi s’innamora a volte, sono invisibili) fra due persone, che stanno pregando per la loro vita in comune, andrebbero almeno ascoltate e considerare per riflettere, fermo restando che la scelta resta sempre alla coppia. {27-09-2012}

 

Fortuna Fico: Beh, se Internet da una parte è un ottimo mezzo per venire a conoscenza di tante verità bibliche, per me un tempo sconosciute, è altresì un mezzo per conoscere cose così strambe e strane, che nemmeno il pensiero lontano poteva sfiorarmi. Così è stato per Eva e il serpente [ Ebbe Eva rapporti sessuali con un serpente?], e adesso lo è per le sedicenti profezie sentimentali del tipo «anime gemelle». Ma il Signore non ci dà il dono del discernimento? O è più comodo sentirci dire da Dio le cose, che più ci fa piacere sentirci dire? Poi questi profeti brasiliani, stanno combinando certi guai. Addirittura entrò nella nostra assemblea una persona, che dichiarava di aver ricevuto il battesimo nello Spirito, guardando, per televisione, una predicazione di un profeta brasiliano, che dal lontano Brasile parlava proprio rivolto a lui! Signore aiutaci tu a discernere la Verità! {27-09-2012}

 

Edoardo Piacentini: Premesso che «chi profetizza, invece, parla agli uomini un linguaggio di edificazione, di esortazione e di consolazione» (1 Corinzi 14,3), questa «profezia amorosa» è un atto di violenza psichica nei confronti del soggetto, a cui è indirizzata, a mio avviso perseguibile anche penalmente, perché essa ha lo scopo di fare coercizione sulla volontà altrui. Nella mia esperienza quasi quarantennale di ministero pastorale mi è capitato, in qualche occasione, di assistere a questa manifestazione e la mia reazione è stata sempre ferma e determinata a zittire e, persino, a ridicolizzare chi ha usato questo stratagemma per corteggiare una sorella in Cristo non innamorata. Chi mi conosce sa bene che io sono, di solito, una persona molto tollerante, ma in questo caso sono stato costretto ad agire anche contro la mia natura, per affermare la verità. E la verità è che queste profezie sono opera di persone fraudolenti, che non dovrebbero nemmeno trovare posto tra i figli di Dio, fino a quando non si ravvedono sul serio. {28-09-2012}

 

 

12. {Vari e brevi}

 

Massimo Galante: È un’esperienza, che è capitata anche a me in ambito pentecostale. Sogni, visioni e poi il nulla! {27-09-2012}

 

Liliane Vitanza Hoffer: Mi viene spontanea la risposta al commento: «Dio mi ha rivelato che sei l’uomo [o la donna, N.d.R.] della mia vita»: «Ma a me Dio non ha rivelato niente!». Dio dovrebbe parlare a tutti e due, o no? {27-09-2012}

 

Omar Stroppiana: Ormai nella cosiddetta «chiesa visibile» si assiste a tutti i tipi di pratiche, che uno si aspetterebbe di trovare tra i pagani. Che dire? «Uscite da essa [Babilonia], o popolo mio, affinché non siate complici dei suoi peccati e non siate coinvolti nei suoi castighi» (Ap 18,4). {28-09-2012}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Profez_comod_amor_Oc.htm

29-09-2012; Aggiornamento: 30-09-2012

 

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