Come comportarsi,
quando si è diventati credenti evangelici, ma si ha un coniuge cattolico,
praticante o meno, che per tradizione ci tiene alla prima comunione dei figli?
Come minimo questa è un’evenienza, che si teme come probabile e per cui ci si
vuole preparare opportunamente. A volte, è la pressione di ambedue le famiglie
dei coniugi che complica le cose. Quanto vale al riguardo la libertà dei ragazzi
stessi? Come arrivare a una decisione accettabile?
Nell’articolo «Fede biblica e prima comunione dei figli» ho trattato proprio una
questione del genere. Ora, qui di seguito, diamo l’occasione per discutere tale
tema.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
opinioni?
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I contributi sul tema
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(I
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1. {Gianni
Siena}
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La più bella
risposta che un cristiano possa dare al coniuge relativamente alle pratiche
religiose cattoliche, a cui il secondo tiene in relazione ai figli, è quella che
ho visto da parte di un credente, che conoscevo. Era emigrato in Canada, dove
sposò la donna della sua vita; lei era sincera cattolica. Mentre era in Canada,
si convertì al Signore, ma la moglie no; non fece pressione sui figli e
decise di lasciare loro la libertà di scegliere con chi stare. La moglie non si
convertì per molti anni, ma l’influenza di tale fratello sulla famiglia
fu positiva. Oggi sono credenti tutti e tre; intanto lui è andato con il
Signore. Per molti anni, non fece una sola rimostranza a nessuno della sua
famiglia, si limitò a pregare e mostrare il volto felice di un
redento, che aveva conosciuto Cristo realmente.
Penso che questa sia la «ricetta» più efficace. E se i ragazzi volessero
seguire il cattolicesimo, «pazienza»! Dio è più forte dei legami della religione
di Stato. Saluti e benedizioni. {16-03-2011}
2. {Pietro
Calenzo}
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Carissimo Nicola,
ho letto con molta attenzione sia la richiesta della giovane credente, sia
l’alto profilo scritturale delle risposte e dei consigli, che le hai dato.
Infatti, al di là del caso specifico della prima comunione della figliuola
della tua interlocutrice, casi di coscienza uguali o similari sorgono
molto spesso con parenti e affini, che c’invitano a matrimoni, cresime, nozze
(con relativi banchetti), funerali, ufficiati da ministri e nei luoghi di culto
della religione ufficiale. Ciò a una prima analisi, spesso comporta nei credenti
perplessità e dubbi, che nascono da una nuova coscienza rigenerata dallo
Spirito Santo. In tale ottica, trovo molto, ma molto preziosi gli esempi
scritturali, da te riportati, di Naaman, Ester e le carni sacrificate agli
idoli nella lettera paolina.
Nell’ambito strettamente
correlato alla domanda della giovane mamma credente, trovo molto sapiente il
consiglio di
esternare le proprie convinzioni cristiane al coniuge non-credente e alla
figliuola, e di fare del tutto per far comprendere ai familiari, con amore
perseverante e in verità, l’inutilità di tale rito e la sua non
scritturalità, demandando ogni possibile comunanza o responsabilità
davanti a Dio e agli uomini a coloro, che eventualmente confermassero di voler
in ogni caso ufficiare tale cerimonia non biblica.
La risposta, che ti ha
comunicato la sorella, dimostra che lì dove viene eseguita una consulenza
spirituale efficace o una cura pastorale scritturale, essa è di molto
sollievo per quelle anime, che sono giustamente turbate o perplesse da tali
inutili pratiche religiose. Pertanto il pensiero degli anziani e dei fratelli
più maturi dell’assemblea di appartenenza è e resta molto prezioso, e dimostra
una volta più di tanto, che quando delle anime neofite confidano le loro
giuste perplessità in merito a riti, ufficiati da sacerdoti della religione
dominante, le raccomandazioni o consigli scritturali, proposti da tali
fratelli, rivestono un’importanza rilevante per il sollievo di quei credenti,
più o meno maturi, che li richiedessero. Benedizioni in Gesù il Cristo.
{16-03-2011}
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11. {Vari
e medi}
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Maria Angela Vender:
Concordo pienamente con il tuo commento e sono sicura che sarà di grande aiuto
per i tanti che vivono questi dilemmi, per le decisioni da
prendere, quando uno dei due coniugi non è credente ecc. Che Dio ti benedica,
Nicola, per quanto fai e per l’aiuto che dai ai fratelli e alle sorelle in
Cristo! {16-03-2011}
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Francesco Grassi: Davvero ottimo consiglio, Nicola. È vero, un
peso condiviso è un peso diviso; spesso il solo parlare con qualcuno aiuta
chi è nel dubbio e nelle difficoltà a chiarirsi le idee. Sì, la saggezza sta
nell’affrontare caso per caso le specifiche questioni, evitando rigidi
schemi pre-impostati. Ahinoi, spesso si preferisce «tagliare la testa al toro»
che sviluppare ed esercitare un sano
discernimento biblico. Che il Signore ci aiuti mediante quella saggezza, che
viene dall’altro, da Dio. {16-03-2011}
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Luisa Lauretta: Caro Nicola, prima o poi, le coppie che vivono una
situazione simile, si scontreranno su molti fronti. Come al solito il dialogo
e la pazienza sono d’obbligo per affrontare situazioni di questo tipo. Il
tuoi consigli sono sempre interessanti, sicuramente la sorella ne avrà tratto
giovamento. {16-03-2011}
12. {Vari
e brevi}
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Samuele Maodda: Sono pienamente d’accordo. A volte questi temi
vengono affrontati in maniera rigorosa, quasi farisaica direi. Do gloria a Dio
per l’episodio citato di
Naaman, che aiuta a capire tante cose e sentirsi più leggeri in circostanze
simili. {16-03-2011}
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Salvatore Paone:
Sono pienamente in accordo circa quando hai detto nella nota. {16-03-2011}
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Eliseo Paterniti: Condivido la tua risposta, quindi non credo che
dovrei fare ulteriori commenti. {16-03-2011}
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Prima_comunione_UnV.htm
17-03-2011; Aggiornamento: 18-03-2011 |