Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.

 

Ecco le parti principali:
■ Entriamo in tema (il problema)
■ Uniti nella verità
■ Le diversità quale risorsa
■ Le diversità e le divisioni
■ Aspetti connessi.

 

Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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PASTORE OMOSESSUALE IN CASA UCEBI

Abominio in luogo sacro?

 

 a cura di Nicola Martella

 

Tempo fa, mi scrisse un conduttore di chiesa per mettermi al corrente sugli ultimi sviluppi in casa UCEBI. Tutto rimase fra di noi, proponendomi di affrontare la questione appena il tempo l’avrebbe permesso. Dopo alcuni giorni, ripensando alla cosa con tristezza e rammarico, mi venne l’ispirazione e scrissi di getto una satira sull’argomento. Poi misi tale parodia sul sito nella rubrica umorismo (clicca qui e cerca «Homo Ucebi»).

     Sennonché il tutto è stato posto in particolare evidenza da due e-mail di Andrea Diprose dal titolo «Battutaccia…» e «A proposito della battutaccia sul sito Punto A Croce». Lui stesso ha messo in allarme qualcuno dei battisti dell’UCEBI. Sebbene io non ne avessi l’intenzione, a questo punto sono stato costretto ad aprire questo tema di discussione. Intanto tale satira è stata rivista e resa meno mordace.

    Dopo una lettera del pastore battista Massimo Basile, per spiegargli le mie ragioni, ho scritto e pubblicato pure l'articolo «Pastore omosessuale in casa UCEBI». In esso analizzo tale questione e specialmente la lettera che il consiglio della chiesa battista di Cagliari ha scritto al comitato esecutivo dell'UCEBI per esprimergli la solidarietà per essersi opposta alle ragioni della Federazione Battista Europea, cha aveva biasimato la scelta di consacrare un pastore omosessuale.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito può dare uno pseudonimo, se richiesto.

I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Andrea Diprose

2. Nicola Martella

3. Luciano Leoni

4. Luciano Leoni

5. Nicola Martella

6. Gianni Siena

7. Gaetano Nunnari

8. F. Pannaccione

9. Nicola Martella

10. Calogero Fanara

11. Andrea Ferrari

12.

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Andrea Diprose}

 

Caro Nicola, pur non appartenendo a una chiesa UCEBI e pur conoscendo i loro difetti, soprattutto nel campo dell’etica, alla luce del fatto che ci sono vari nostri fratelli in Cristo (nati di nuovo e discepoli di Cristo) all’interno dell’UCEBI, penso che il paragrafo di cui sotto (che ho trovato sul tuo sito) sia offensivo: […] [Segue il testo incriminato, N.d.R.]

     CC. a G.P. Marussich, anziano d’una chiesa UCEBI in Roma. {14 aprile 2009}

 

 

2. {Nicola Martella}

 

Caro Andrea, quanto da te incriminato non sta in un tema di discussione sulle scelte morali dei battisti dell’UCEBI, ma si tratta di satira. A volte possono più l’umorismo, la parodia e l’ironia che tanti sermoni e articoli di denuncia. A volte consideriamo «battutacce» quelle fatte su di noi, sul nostro gruppo d’appartenenza o su quanti ci sono vicini o affini, ma ci gongoliamo quando sono fatte sugli altri, sui diversi o sui distanti. Chi ha umorismo, non si scandalizza, ma prende una caricatura per quello che è; se impara da ciò qualche «morale della favola», tanto meglio.

     Tale satira è la reazione alla lettera d’un lettore, conduttore di chiesa e battista militante, che preoccupato mi ha informato degli ultimi sviluppi nell’UCEBI (vedi lo scambio di corrispondenza nel prossimo punto).

     Come vedo, non hai perso tempo a mettere in allarme qualcuno dei battisti ucebini, e ora il tam-tam farà forse il resto. Tale tua ricorrente «premura» mi ha costretto, anche ora, ad aprire un tema di discussione. A questo punto, fa' che siano i battisti ucebini a prendere la parola e a difendere se stessi, se lo riterranno opportuno. Sarà un piacere discutere con loro al riguardo ed estendere il confronto con tutti coloro che vorranno.

 

 

3. {Luciano Leoni}

 

Nota editoriale: Come precedentemente detto, questo confronto è avvenuto tempo fa e tale lettore titolava la sua missiva così: «Sconcertante!!!». Esso mostra che sono parecchi a preoccuparsi per le ultime scelte dell'UCEBI, e non solo per quelle...

 

Contributo: Caro Nicola, pace a te. Sapevo della deriva che ormai accompagna l’UCEBI ma non pensavo che arrivassero a tanto. T’invio quanto riportato sul sito della chiesa battista di Cagliari che «esprime solidarietà», in quanto l’UCEBI sarebbe stata ripresa per avere un pastore dichiaratamente omosessuale. Dopo le donne pastore, ora anche pastori omosessuali, e poi?

     Il testo lo trovi qui, dove lo scritto comincia così [6 marzo 2009]:

     «Vita delle Chiese / Lettera del Consiglio di Chiesa di Cagliari all’UCEBI

     Il Consiglio della nostra Chiesa esprime solidarietà al Comitato Esecutivo dell’UCEBI dopo lo sconcertante richiamo della Federazione Battista Europea che ritiene contraria ai principi evangelici la presenza d’un pastore omosessuale alla guida d’una comunità. La solidarietà è espressa anche al pastore in questione (leggi tutto)». {30 marzo 2009}

 

Risposta: Caro Luciano, sì, è triste la fine che stanno facendo i battisti dell’UCEBI. Hanno proprio perso il senso delle cose di Dio, ma non da oggi, visto che tutto è cominciato, decenni or sono, col liberalismo teologico e col femminismo. Bisogna ribattezzare l’acronimo UCEBI in «Unione ciechi e biechi italiani» o con qualcosa di simile.

     Ti invio un’e-mail appena arrivatami da parte di un altro confuso pronipote di Branham, che sostiene ancora che il suo defunto santone sia «l’Elia che doveva venire». […] {Nicola Martella}

 

Replica: Caro Nicola, pace a te. Grazie per il messaggio che mi hai inviato. I falsi profeti si stanno moltiplicando come funghi: chi, come Branham, s’espone in modo «eclatante» e apocalittico e chi, come l’UCEBI e tutti i liberali che le stanno dietro, con parole suadenti di un linguaggio pseudo cristiano e mielosi richiami a un amore universale che nulla a che a vedere con l’Amore infinito di Dio che chiama al ravvedimento.

     Ti comunico che da poco ho avviato un sito che vuole essere un forum di richiamo per chi vuole rifondare un battismo sano in Italia. Ti saluto con un fraterno abbraccio nel Signore Gesù, il Messia. {Luciano Leoni; 4 aprile 2009}

 

 

4. {Luciano Leoni}

 

Nota editoriale: Ho messo al corrente questo lettore della reazione di Andrea Diprose. Ecco la sua controreazione schietta e ponderata.

 

Satira? Non satira? Eccessiva? Dunque il merito della questione è stato, volontariamente o meno, spostato. Ritengo, invece, opportuno riflettere sui motivi che hanno generato la satira per capire, se questa possa in qualche modo aver leso od offeso qualcuno o se, al contrario, abbia portato alla luce dei problemi esistenti.

     Il fratello Andrea ha giustamente evidenziato che nell’UCEBI «ci sono vari nostri fratelli in Cristo (nati di nuovo e discepoli di Cristo)»; questo deve indurci, dunque, a rinunciare a dire le cose come stanno? Io non credo, anzi, ciò deve spingerci a evidenziare quanto d’errato si compia nelle chiese che accettano di derogare ai principi biblici. Essere cristiani non è un appartenere a un movimento politico, a un’idea filosofica o a un principio umanistico. No! Essere cristiani significa essere seguaci di Cristo, discepoli di Colui che ci chiama al ravvedimento. Gesù non ha detto: «Io sono venuto a chiamare i peccatori per lasciarli come sono…». No! Ha detto invece: «Io non sono venuto per chiamare a ravvedimento i giusti, ma i peccatori».

     È chiaro come il sole che ormai si sta giungendo a un punto di non ritorno, i vertici di queste organizzazioni fanno il bello e il cattivo tempo perché gli viene concesso di farlo. Tutti tacciono per non «disputare», per timore di «offendere» o per «rispetto». Ma il rispetto per il Corpo di Cristo dove lo abbiamo relegato? Dunque ognuno s’assuma le sue responsabilità e abbia il coraggio di denunciare, d’opporsi e, se non vi è risultato, di decidere di trovare, o costituire, delle chiese sane. {16-04-2009}

 

 

5. {Nicola Martella}

 

Come non dare ragione a Luciano Leoni? Quando, per quieto vivere, per tolleranza mal capita o per cavalcare l’attuale onda lunga del compromesso morale, i sorveglianti dormono o diventano conniventi con i mercenari, i malcapitati che ci lasciano le cuoia sono sempre le pecore.

     Il virus del liberalismo teologico insegna oramai che, quando qualcosa non piace, si afferma che era solo per quei tempi. Oppure, dinanzi a certi chiari e incontrovertibili brano biblici, la «frittata» viene girata e rigirata tante volte con la dialettica filosofica e la manipolazione psicologica, finché dice proprio il contrario di ciò che vi è scritto. E allora che fanno i pronipoti del liberalismo, del femminismo e di altri «ismi» assurti a teologia? Invece di adeguare se stessi alla «Parola della Verità», emendando di corrispondenza la propria vita, sterilizzano la sacra Scrittura del suo vigore, chiudendole così la bocca, o l’adattano ai propri gusti filosofici e morali. Ci penserà la retorica modernista, la dialettica storico-critica e il sentimentalismo umanista a spiegare che non si andati per nulla «oltre a ciò che è scritto» (1 Cor 4,6) e che non si è né aggiunto e né tolto alla Rivelazione (Ap 22,18s) ma che, anzi, si è interpretato il «vero e autentico spirito» del messaggio dell’«amore» cristiano!

     Che resta da dire dinanzi a tutti i accattivanti discorsi di abili seduttori sedotti, che si stanno facendo strada nelle chiese?

     ■ Davide constatava nel suo canto: «Quando i fondamenti sono rovinati che può fare il giusto? […] L’Eterno è giusto; egli ama la giustizia; gli uomini retti contempleranno la sua faccia» (Salmo 11,3.7).

     ■ Isaia proclamava nel suo tempo decadente prima del giudizio storico per mano assira: «Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene, che mutano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che mutano l’amaro in dolce e il dolce in amaro! Guai a quelli che si reputano esperti e si credono intenditori» (Isaia 5,20s).

     ■ Gesù scrisse al conduttore della chiesa di Laodicea: «Io conosco le tue opere: tu non sei né freddo né fervente. Oh fossi tu pur freddo o fervente! Così, perché sei tiepido, e non sei né freddo né fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca. Poiché tu dici: “Io sono ricco, e mi sono arricchito, e non ho bisogno di nulla”, e non sai che tu sei infelice fra tutti, e miserabile e povero e cieco e nudo, io ti consiglio di comprare da me dell’oro affinato col fuoco, affinché tu arricchisca; e delle vesti bianche, affinché tu ti vesta e non apparisca la vergogna della tua nudità; e del collirio per ungertene gli occhi, affinché tu veda. Tutti quelli che amo, io li riprendo e li castigo; abbi dunque zelo e ravvediti» (Apocalisse 3,15-19).

     ■ Riguardo al resto fedele in mezzo a una massa gretta e fedifraga, Dio fece dire a Malachia quanto segue: «Quelli che temono l’Eterno […] saranno, nel giorno che io preparo, saranno la mia proprietà particolare, dice l’Eterno degli eserciti; e io li risparmierò, come uno risparmia il figlio che lo serve. E voi vedrete di nuovo la differenza che v’è fra il giusto e l’empio, fra colui che serve Dio e colui che non lo serve» (Malachia 3,16ss).

 

Mi interesserebbe proprio sapere che cosa pensano il cognato di Andrea Diprose e gli altri parenti di sua moglie i quali, entrando con la loro comunità a far parte della chiesa battista di Trastevere, hanno dovuto poi ingoiare già la pratica del pastorato femminile. Che cosa faranno ora visto il placet dell'UCEBI verso un pastore omosessuale? Considerando la reazione della chiesa battista di Cagliari, si saranno sbagliati tutti gli altri battisti della Federazione Europea? Per effetto domino, quale sarà la prossima diga morale che cederà in casa dell'UCEBI? Magari una pastora lesbica che convive ecumenicamente con una donna agnostica? Quando si agita lo spumante e poi si dà la stura, è meglio preparare gli ombrelli!

    Ho dovuto pensare alla parola di Gesù, che egli ha detto all'interno della «Legge messianica»: «Voi siete il sale della terra. Ora, se il sale diviene insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini» (Matteo 5,13).

 

 

6. {Gianni Siena}

 

Non è ammissibile; uno prima si converte da questa condizione (non è una malattia ma un modo di pensare e sentire sbagliato che perverte persino i gusti sessuali naturali della persona). La Bibbia la chiama peccato: come si fa a dare l’incarico di conduttore a un peccatore non convertito?

     Nel relativo passo, dove Paolo prescrive a Timoteo il «curriculum vitae» dei candidati al ministero episcopale, giacché il «pastorato» attuale vi corrisponde, parla di «un uomo [= maschio] d’una sola donna [= femmina]» (1 Ti 3,3). Paolo chiede che sia «irreprensibile», marito d’una sola moglie e con una serie di requisiti che escludono altre «soluzioni». Nella chiesa dei primi secoli, dopo quella primitiva, uomini vedovi risposati erano esclusi dal candidarsi al ministero, presbiteri e diaconi rimanevano vedovi, pena l’esclusione del servizio: tutto perché la chiesa aveva preso (molto) sul serio la parola detta da Paolo a Timoteo. Certo la chiesa latina, prendendo Paolo a pretesto, è arrivata poi a togliere al prete la libertà di sposarsi, con il pretesto di concretizzare l’ideale di Paolo: celibi come lui... ma questa è un’altra storia.

     Gli omosessuali, insieme a fornicatori e adulteri, sono persone da redimere, come si sa. Ora, però, se in una chiesa [= quella battista, N.d.R.] che rese ben altra testimonianza, oggi, succedono cose del genere, questo è un indice negativo dei tempi in cui viviamo. L’omosessualità e la fornicazione sono ben rappresentate nei luoghi dove gli uomini, seguendo un ideale religioso, si sono segregati per pregare e vivere comunitariamente. Questo non avveniva al tempo dei fondatori dei cosiddetti «ordini monastici», ma in epoca successiva, quando lo zelo e la fede primieri s’erano affievoliti. Questo è segno che la sessualità, nel bene e nel male, ha una sua importanza «sotto questo sole».

     Conosco credenti battisti che però non sono d’accordo con questa «linea». Tutte le chiese evangeliche sono nate da un moto di ribellione verso una chiesa «teocratica» che non esitò a perseguitarle, ma la libertà non può diventare un’occasione all’indecenza carnale che in qualche ambiente è ormai parte del paesaggio ecclesiale. Siamo cristiani e, al di là d’ogni distinzione, dovremo rendere conto al Signore della nostra condotta.

     È vero che gli omosessuali sono stati sempre maltrattati e perseguitati per questa loro condizione, ma essa resta pur sempre una condizione moralmente inaccettabile. Sappiamo pure che chi si converte tra loro, a prescindere dallo sposarsi o meno, recide i legami con questa sessualità equivoca. Per le cose dette escluderei senz’altro d’accettare un pastore «omosessuale»... non ho altro da aggiungere! {17 aprile 2009}

 

 

7. {Gaetano Nunnari}

 

Devo ammettere che l’affermazione d’Andrea Diprose mi ha sbalordito! Visto che tutti si fanno chiamare «evangelici» ho pensato alle seguenti parole di Paolo:

     ■ «Quel che vi ho scritto è di non mischiarvi con chi, chiamandosi fratello, sia un fornicatore, un avaro, un idolatra, un oltraggiatore, un ubriacone, un ladro; con quelli non dovete neppure mangiare» (1 Corinzi 5,11).

     ■ «Fratelli, v’ordiniamo nel nome del nostro Signore Gesù Cristo che vi ritiriate da ogni fratello che si comporta disordinatamente e non secondo l’insegnamento che avete ricevuto da noi» (2 Tessalonicesi 3,6).

     ■ «Ora v’esorto, fratelli, a tener d’occhio quelli che provocano le divisioni e gli scandali in contrasto con l’insegnamento che avete ricevuto. Allontanatevi da loro» (Romani 16,17).

 

Spero che i veri battisti dell’UCEBI non facciano l’errore dei protagonisti di Giovanni 12,43. [N.d.R.: «…non lo confessavano, per non essere espulsi dalla sinagoga, perché amarono la gloria degli uomini più della gloria di Dio» (Gv 12,42s)]. {16 aprile 2009}

 

 

8. {Francesco Pannaccione}

 

Nota editoriale: Questo lettore è il pastore della chiesa battista di Soccavo (Na). Egli, lavorando secolarmente per sostenersi, porta avanti con sacrificio l’opera del Signore insieme alla sua famiglia e ad altri fratelli responsabili. La sua chiesa e quella di Monteruscello (Na) sono nate dall’opera di missionari americani.

 

Carissimo Nicola, ti ringrazio di tenermi sempre al corrente delle tue riflessioni bibliche, frutto di studi e approfondimenti e quindi sempre scritturali. Per quanto riguarda la questione in oggetto, da sempre controversa, mi addolora moltissimo per i seguenti motivi…

     ■ 1. Concordo con quello che tu dici: «Questo è un tempo di grande confusione spirituale».

     ■ 2. In un mondo dove tutto è lecito e permesso, chi come noi è chiamato a fare la differenza,diversamente contribuisce ad aumentare la confusione.

     ■ 3. Mi addolora il fatto che, pensandoci, non è solo in qualche denominazione particolare che sono «permesse o tollerate» queste scelte.

     ■ 4. Mi piacerebbe conoscere le motivazioni che hanno portato a questa decisione.

     ■ 5. Sinceramente non riesco a capire come sia possibile poter svolgere un ministero così delicato, che richiede delle qualifiche specificate chiaramente dall’apostolo Paolo in 1 Tim 3,1-7.

     ■ 6. Ci sono riferimenti scritturali che lasciano intendere questa possibilità?

     ■ 7. Ecc., ecc.

 

Ovviamente (pur nel rispetto delle convinzioni altrui) non condivido questa decisione né io, né i miei fratelli. La Parola di Dio è chiara, interpreta se stessa e non si contraddice mai. Che questa Parola possa sempre illuminarci nel cammino della fede e nel servizio e farlo verso quanti con cuore puro desiderano fare la volontà di Dio e lo glorificarlo nella propria vita. Dio ti benedica,sperando di aver dato un piccolo contributo; ti saluto fraternamente in Cristo Gesù. {16 aprile 2009}

 

 

9. {Nicola Martella}

 

Seguo la numerazione del contributo precedente e cerco di dare un commento.

     ■ 1. L’antidoto per la «confusione spirituale» è questo: «Studiati di presentare te stesso approvato dinanzi a Dio: operaio che non abbia a essere confuso, che tagli rettamente la parola della verità» (2 Tm 2,15).

 

     ■ 2. Dopo che da tempo diverse chiese si sono accomodate nel «mondo», volendo essere al passo con i tempi e condividendone gli «ismi» (liberalismo, femminismo, filosofismi assurti a «teologia, libertinismo), oggi il mondo si trova oramai in tali chiese. Stare dentro o stare fuori, fa poca differenza oramai. Dinanzi a tele nuova convenzione spirituale e morale, non meraviglia perciò che tali chiese siano anche quelle che spingono verso l’ecumenismo. Resta loro solo un glorioso passato di uomini di fede e martiri, di cui però non sono degni. Avendo essi smarrito il cammino e la ragione della fede biblica, bisognerebbe dire loro con le parole di Gesù rivolte a Pietro: «Vattene via da me, satana [ebr. avversario]; tu mi sei di scandalo. Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini» (Mt 16,23).

 

     ■ 3. Se si va al fondo delle cose, le chiese in cui si tollerano tali cose sono specialmente quelle della federazione (FCEI), o BMV: Battisti (UCEBI), Metodisti e Valdesi. Tale pensiero si sta facendo strada anche in alcune frange dei carismatici. Infatti Jay Bakker — il figlio del famoso telepredicatore Jim Bakker (poi caduto dalle stelle alle stalle) — a sua volta predicatore punk e alquanto tatuato, afferma di aver ricevuto in visione, durante la sua meditazione, la conferma che l’omosessualità non è peccato; ed ora questo è il suo «verbo». In certi ambienti basta metterla in visione e attribuire qualcosa allo «Spirito» (quale?) per accreditare nelle chiese falsi e abominevoli insegnamenti. Ci si può figurare la «strage degli innocenti» che farà tale falso profeta, confuso e confondente.

     Per il resto non mi sembra che altre chiese accettino e tollerino (ancora) di avere conduttori omosessuali o con una vita moralmente dubbia.

 

     ■ 4. È da anni che nelle chiese della federazione si tollerano gruppi di cosiddetti «omosessuali cristiani» (p.es. Refo), mettendo a loro disposizione i loro locali di culto per conferenze e proselitismo. In tali conferenze contro l’omofobia e per l’omofilia s’incontrano gruppi di omosessuali battisti, metodisti e valdesi con gruppi cattolici, specialmente delle «chiese di base» e del movimento «noi siamo chiesa». Alcuni omosessuali militanti appartengono a chiese battiste dell’UCEBI e hanno tanto di sito con il placet de della conduzione delle chiese d’appartenenza. Sempre più si tollerano in tali chiese protestanti e cattoliche convivenze tra omosessuali sedicentemente cristiani. Addirittura Franco Barbero (prete sospeso dalla curia) delle «chiese di base» celebra unioni fra omosessuali e lesbiche. In tale humus è nato anche il bisogno di avere un pastore omosessuale; dove è stato creato oramai il consenso, il passo è stato breve. [► Etica: Omosessualità]

 

     ■ 5. Quando con la critica biblica e il liberalismo teologico si afferma che la Bibbia non è la «Parola di Dio», ma la contiene soltanto, e ognuno può decidere che cosa nel nuovo patto sia «per quei tempi» e che cosa sia soggettivamente «parola di Dio» per me, allora all’arbitrio soggettivo non sono più posti freni e il resto lo farà l’abilità retorica e la dialettica. Di Dio stesso si tira fuori solo ciò che aggrada, specialmente un amore falsamente compreso; e in nome di tale sentimentalismo umanista (l’importante è amare; vogliamoci bene), si affoga la verità biblica. Non meraviglia perciò che la seguente preghiera di Gesù: «Io non ti prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno» (Gv 17,15), venga ribaltata nel suo contrario: «Io non ti prego che tu li preservi dallo spirito del tempo, ma che tu li uniformi al mondo».

 

     ■ 6. Non ci sono brani biblici che permettono la possibilità che un conduttore sia omosessuale. L’integrità morale doveva essere provata prima che il soggetto potesse accedere alla guida di una chiesa locale. Quando la sacra Scrittura non è più un libro ispirato da Dio, ma solo una testimonianza di varie e contrapposte teologie presenti nelle chiese del primo secolo, allora la chiave ermeneutica non è più «la Bibbia spiega la Bibbia», ma la cultura dominante nella società d’oggi e le convenzioni morali che si stabiliscono nelle chiese sulla base dei desideri e delle voglie dei contemporanei. Allora non meraviglia che brani chiave, in cui viene richiesta l’integrità morale dei conduttori, vengano semplicemente rimossi, esorcizzati o sterilizzati con filosofismi relativistici, ribaltando così con la dialettica l’evidenza dei fatti.

 

     ■ 7. Una domanda ce l’avrei io. Come fanno chiese battiste missionarie (quindi non legate direttamente alle chiese battiste storiche italiane e non nate da esse) a rimanere all’interno di un consesso e un consenso sempre più moralmente liberale, quale vige nelle chiese della federazione (FCEI) e perciò nell’UCEBI? Rimando nuovamente alla presa di posizione della chiesa battista di Cagliari (6 marzo 2009) alla reazione della Federazione Battista Europea riguardo alla presenza di un pastore omosessuale nelle chiese battiste. (Ricordo che la chiesa battista di Cagliari è stata la prima a battezzare un omosessuale dichiarato, non pentito e praticante anche dopo. In seguito a questo vi è stata una scissione in tale comunità. Ecco come la racconta il gruppo omosessuale militante « Gionata», che è operante fra le chiese della FCEI.) Stranamente non si trova traccia nel Web di tale ammonizione della Federazione Battista Europea. Perché l’UCEBI l’ha tacitata? Nel Web ho trovato poche reazioni ( 1; 2), ma non un comunicato dell’UCEBI in proposito.

 

 

10. {Calogero Fanara}

 

Nota redazionale: Questa lettera è stata inviata dal lettore all’amministrazione dell’UCEBI l’8 aprile 2009. L’autore vive in Belgio.

 

Cari Fratelli in Cristo, ho appena letto la lettera di «sostegno» pubblicata dalla Chiesa Battista di Cagliari e mandata al Comitato Esecutivo dell’UCEBI riguardo al richiamo fatto dalla Federazione Battista Europea.

     Sono profondamente rattristo nell’aver saputo che l’UCEBI non sostiene più le posizioni bibliche, ribadite dalla Federazione Battista Europea riguardo a importantissimi argomenti sull’etica cristiana, in questo caso l’omosessualità.

     Non riesco ancora a farmi convinto che una chiesa evangelica battista, fondata sulla solida e sana eredità biblica, possa scivolare e prendere posizione in favore all’omosessualità (cfr. qui). Sono sconcertato, veramente... Mi sarei aspettato una tale «caduta» dalle chiese storiche liberali, ma non certo da una chiesa evangelica battista...

     Cito dalla lettera summenzionata: «In particolare è apparso sempre con maggior evidenza che i passi biblici citati per sostenere un giudizio di riprovazione, riguardino fatti ed eventi che hanno una somiglianza solo esteriore e superficiale con l’omosessualità, la quale è, invece, condizione d’esistenza, d’affetto, e di relazione». Come si possono sostenere tali argomenti alla luce di quello che la Parola di Dio c’insegna al riguardo???

     Non è perché la Bibbia affermi chiaramente che un tale orientamento sia peccaminoso che noi cristiani dobbiamo giudicare, rigettare e mettere gli omosessuali al bando. Anzi, è proprio il contrario. Perché li amiamo e li vogliamo portare a Cristo, bisogna avere il coraggio di dire la verità sul peccato. E questo non riguarda soltanto il peccato dell’omosessualità ma tanti altri, come la fornicazione, l’adulterio, ecc... Spero e prego che torniate all’ubbidienza a Cristo, rimanendo nel vincolo dei Suoi insegnamenti...

     Il richiamo della Federazione Battista Europea riguardo all’omosessualità è giustificato e sostenuto dall’insegnamento biblico. È sostenuto anche dalle altre realtà evangeliche, non solo nell’ambito battista, ma anche pentecostale. E lo è sempre stato, anche se tanti oggi, purtroppo, escono fuori binario... «Voi correvate bene; chi vi ha ostacolato, impedendovi d’ubbidire alla verità?» (Galati 5,7) {20 aprile 2009}

 

 

11. {Andrea Ferrari}

 

Caro Nicola, rispondo alla tua lettera con dispiacere, considerando il problema che sollevi insieme con altri segni della secolarizzazione e dell'apostasia incipienti... Penso che molte persone siano accecate e, al tempo stesso, prego che Dio mi preservi dall'errore insieme alla mia famiglia e alla chiesa... [...] La grazia ti sia moltiplicata... {20 aprile 2009 }

 

12. {}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Pastore_omosex_ucebi_UnV.htm

14-04-2009; Aggiornamento: 21-04-2009

 

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