Sennonché il tutto è stato posto in particolare evidenza da due e-mail di Andrea
Diprose dal titolo «Battutaccia…» e «A proposito della battutaccia sul sito
Punto A Croce». Lui stesso ha messo in allarme qualcuno dei battisti dell’UCEBI.
Sebbene io non ne avessi l’intenzione, a questo punto sono stato costretto ad
aprire questo tema di discussione. Intanto tale satira è stata rivista e resa
meno mordace.
(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.
Caro Andrea, quanto
da te incriminato non sta in un tema di discussione sulle scelte morali dei
battisti dell’UCEBI, ma si tratta di satira. A volte possono più l’umorismo, la
parodia e l’ironia che tanti sermoni e articoli di denuncia. A volte
consideriamo «battutacce» quelle fatte su di noi, sul nostro gruppo
d’appartenenza o su quanti ci sono vicini o affini, ma ci gongoliamo quando sono
fatte sugli altri, sui diversi o sui distanti. Chi ha umorismo, non si
scandalizza, ma prende una caricatura per quello che è; se impara da ciò qualche
«morale della favola», tanto meglio.
Tale satira è la reazione alla lettera d’un lettore, conduttore di chiesa e
battista militante, che preoccupato mi ha informato degli ultimi sviluppi
nell’UCEBI (vedi lo scambio di corrispondenza nel prossimo punto).
Come vedo, non hai perso tempo a mettere in allarme qualcuno dei battisti
ucebini, e ora il tam-tam farà forse il resto. Tale tua ricorrente «premura» mi
ha costretto, anche ora, ad aprire un tema di discussione. A questo punto, fa'
che siano i battisti ucebini a prendere la parola e a difendere se stessi, se lo
riterranno opportuno. Sarà un piacere discutere con loro al riguardo ed
estendere il confronto con tutti coloro che vorranno.
■
Contributo: Caro Nicola, pace a te. Sapevo della deriva che ormai
accompagna l’UCEBI ma non pensavo che arrivassero a tanto. T’invio quanto
riportato sul sito della chiesa battista di Cagliari che «esprime solidarietà»,
in quanto l’UCEBI sarebbe stata ripresa per avere un pastore dichiaratamente
omosessuale. Dopo le donne pastore, ora anche pastori omosessuali, e poi?
Il testo lo trovi
qui, dove lo scritto comincia così [6 marzo 2009]:
«Vita delle Chiese / Lettera del Consiglio di Chiesa di Cagliari all’UCEBI
Il Consiglio della nostra Chiesa esprime solidarietà al Comitato Esecutivo
dell’UCEBI dopo lo sconcertante richiamo della Federazione Battista Europea che
ritiene contraria ai principi evangelici la presenza d’un pastore omosessuale
alla guida d’una comunità. La solidarietà è espressa anche al pastore in
questione (leggi tutto)». {30 marzo 2009}
▬
Risposta: Caro Luciano, sì, è triste la fine che stanno facendo i
battisti dell’UCEBI. Hanno proprio perso il senso delle cose di Dio, ma non da
oggi, visto che tutto è cominciato, decenni or sono, col liberalismo teologico e
col femminismo. Bisogna ribattezzare l’acronimo UCEBI in «Unione ciechi e biechi
italiani» o con qualcosa di simile.
Ti invio un’e-mail appena arrivatami da parte di un altro confuso pronipote di
Branham, che sostiene ancora che il suo defunto santone sia «l’Elia che doveva
venire». […] {Nicola Martella}
■ Replica:
Caro Nicola, pace a te. Grazie per il messaggio che mi hai inviato. I falsi
profeti si stanno moltiplicando come funghi: chi, come Branham, s’espone in modo
«eclatante» e apocalittico e chi, come l’UCEBI e tutti i liberali che le stanno
dietro, con parole suadenti di un linguaggio pseudo cristiano e mielosi richiami
a un amore universale che nulla a che a vedere con l’Amore infinito di Dio che
chiama al ravvedimento.
Ti comunico che da poco ho avviato un
sito che vuole essere un forum di richiamo per chi vuole rifondare un battismo sano in Italia. Ti saluto con un
fraterno abbraccio nel Signore Gesù, il Messia. {Luciano Leoni; 4 aprile 2009}
4.
{Luciano Leoni}
▲
Nota editoriale: Ho messo al corrente questo lettore della reazione di
Andrea Diprose. Ecco la sua controreazione schietta e ponderata.
Satira? Non satira? Eccessiva? Dunque il merito
della questione è stato, volontariamente o meno, spostato. Ritengo, invece,
opportuno riflettere sui motivi che hanno generato la satira per capire,
se questa possa in qualche modo aver leso od offeso qualcuno o se, al contrario,
abbia portato alla luce dei problemi esistenti.
Il fratello Andrea ha
giustamente evidenziato che nell’UCEBI «ci sono vari
nostri
fratelli in Cristo (nati di nuovo e discepoli di Cristo)»; questo deve
indurci, dunque, a rinunciare a dire le cose come stanno? Io non credo, anzi,
ciò deve spingerci a evidenziare quanto d’errato si compia nelle chiese che
accettano di derogare ai principi biblici. Essere cristiani non è un appartenere
a un movimento politico, a un’idea filosofica o a un principio umanistico. No!
Essere cristiani significa essere seguaci di Cristo, discepoli di Colui
che ci chiama al ravvedimento. Gesù non ha detto: «Io sono venuto a
chiamare i peccatori per lasciarli come sono…».
No! Ha detto invece: «Io non sono venuto per
chiamare a ravvedimento i giusti, ma i peccatori».
È chiaro
come il sole che ormai si sta giungendo a un punto di non ritorno, i
vertici di queste organizzazioni fanno il bello e il cattivo tempo perché gli
viene concesso di farlo. Tutti tacciono per non «disputare», per timore di
«offendere» o per «rispetto». Ma il rispetto per il Corpo di Cristo dove lo
abbiamo relegato? Dunque ognuno s’assuma le sue responsabilità e abbia il
coraggio di denunciare, d’opporsi e, se non vi è risultato, di decidere di
trovare, o costituire, delle chiese sane. {16-04-2009}
5.
{Nicola Martella}
▲
Come non dare ragione a Luciano Leoni? Quando,
per quieto vivere, per tolleranza mal capita o per cavalcare l’attuale onda
lunga del compromesso morale, i sorveglianti dormono o diventano conniventi con
i mercenari, i malcapitati che ci lasciano le cuoia sono sempre le pecore.
Il virus del
liberalismo teologico
insegna oramai che, quando qualcosa non piace, si afferma che era solo per quei
tempi. Oppure, dinanzi a certi chiari e incontrovertibili brano biblici, la
«frittata» viene girata e rigirata tante volte con la dialettica filosofica
e la manipolazione psicologica, finché dice proprio il contrario di ciò che vi è
scritto. E allora che fanno i pronipoti del liberalismo, del femminismo e di
altri «ismi» assurti a teologia? Invece di adeguare se stessi alla «Parola della
Verità», emendando di corrispondenza la propria vita, sterilizzano la sacra
Scrittura del suo vigore, chiudendole così la bocca, o l’adattano ai propri
gusti filosofici e morali. Ci penserà la retorica modernista, la
dialettica storico-critica e il sentimentalismo umanista a spiegare che non si
andati per nulla «oltre a ciò che è scritto» (1 Cor 4,6) e che non si è né
aggiunto e né tolto alla Rivelazione (Ap 22,18s) ma che, anzi, si è interpretato
il «vero e autentico spirito» del messaggio dell’«amore» cristiano!
Che resta da dire
dinanzi a tutti i
accattivanti discorsi di abili seduttori sedotti, che si stanno facendo
strada nelle chiese?
■ Davide
constatava nel suo canto: «Quando i
fondamenti
sono rovinati che può fare il giusto? […] L’Eterno è giusto; egli ama la
giustizia; gli uomini retti
contempleranno la sua faccia» (Salmo 11,3.7).
■ Isaia
proclamava nel suo tempo decadente prima del giudizio storico per mano assira: «Guai
a quelli che chiamano bene il male,
e male il bene, che mutano le
tenebre in luce e la luce in tenebre, che
mutano
l’amaro in dolce e il dolce in amaro!
Guai a quelli che si reputano
esperti e si credono
intenditori»
(Isaia 5,20s).
■ Gesù scrisse
al conduttore della chiesa di Laodicea: «Io conosco le tue opere: tu non sei
né freddo né fervente. Oh fossi tu pur freddo o fervente! Così, perché sei
tiepido, e non
sei né freddo né fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca. Poiché tu dici: “Io
sono ricco, e mi sono arricchito, e
non ho bisogno di nulla”, e non sai che tu sei
infelice fra tutti, e
miserabile e
povero e
cieco e
nudo, io ti consiglio di comprare
da me dell’oro affinato col fuoco, affinché tu arricchisca; e delle vesti
bianche, affinché tu ti vesta e non apparisca la vergogna della tua nudità; e
del collirio per ungertene gli occhi, affinché tu veda. Tutti quelli che amo, io
li riprendo e li castigo; abbi dunque zelo e
ravvediti» (Apocalisse
3,15-19).
■ Riguardo al resto
fedele in mezzo a una massa gretta e fedifraga, Dio fece dire a Malachia
quanto segue: «Quelli che temono l’Eterno […] saranno, nel giorno che io
preparo, saranno la mia
proprietà particolare, dice
l’Eterno degli eserciti; e io li
risparmierò, come uno risparmia il figlio che lo serve. E voi vedrete
di nuovo la differenza che v’è
fra il giusto e l’empio, fra colui che serve Dio e colui che non lo serve»
(Malachia 3,16ss).
Mi interesserebbe proprio sapere che cosa pensano il cognato di Andrea
Diprose e gli altri parenti di sua moglie i quali, entrando con la loro comunità
a far parte della chiesa battista di Trastevere, hanno dovuto poi ingoiare già
la pratica del pastorato femminile. Che cosa faranno ora visto il placet
dell'UCEBI verso un pastore omosessuale? Considerando la reazione della chiesa
battista di Cagliari, si saranno sbagliati tutti gli altri battisti della
Federazione Europea? Per effetto domino, quale sarà la prossima diga morale che
cederà in casa dell'UCEBI? Magari una pastora lesbica che convive
ecumenicamente con una donna agnostica? Quando si agita lo spumante e poi si
dà la stura, è meglio preparare gli ombrelli!
Ho dovuto pensare alla parola di Gesù, che egli ha detto
all'interno della «Legge messianica»: «Voi siete il sale della terra. Ora, se
il sale diviene insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a
essere gettato via e calpestato dagli uomini» (Matteo 5,13).
6.
{Gianni Siena}
▲
Non è ammissibile;
uno prima si converte da questa condizione (non è una malattia ma un modo
di pensare e sentire sbagliato che perverte persino i gusti sessuali naturali
della persona). La Bibbia la chiama peccato: come si fa a dare l’incarico di
conduttore a un peccatore non convertito?
Nel relativo passo, dove Paolo prescrive a Timoteo il «curriculum vitae» dei
candidati al
ministero episcopale, giacché il «pastorato» attuale vi corrisponde, parla
di «un uomo [= maschio] d’una sola donna [= femmina]» (1 Ti 3,3). Paolo chiede
che sia «irreprensibile», marito d’una sola moglie e con una serie di requisiti
che escludono altre «soluzioni». Nella chiesa dei primi secoli, dopo quella
primitiva, uomini vedovi risposati erano esclusi dal candidarsi al ministero,
presbiteri e diaconi rimanevano vedovi, pena l’esclusione del servizio: tutto
perché la chiesa aveva preso (molto) sul serio la parola detta da Paolo a
Timoteo. Certo la chiesa latina, prendendo Paolo a pretesto, è arrivata poi a
togliere al prete la libertà di sposarsi, con il pretesto di concretizzare
l’ideale di Paolo: celibi come lui... ma questa è un’altra storia.
Gli omosessuali, insieme a fornicatori e adulteri, sono persone da redimere,
come si sa. Ora, però, se in una chiesa [= quella battista, N.d.R.] che rese ben
altra testimonianza, oggi, succedono cose del genere, questo è un indice
negativo dei tempi in cui viviamo. L’omosessualità e la fornicazione sono
ben rappresentate nei luoghi dove gli uomini, seguendo un ideale religioso, si
sono segregati per pregare e vivere comunitariamente. Questo non avveniva al
tempo dei fondatori dei cosiddetti «ordini monastici», ma in epoca successiva,
quando lo zelo e la fede primieri s’erano affievoliti. Questo è segno che la
sessualità, nel bene e nel male, ha una sua importanza «sotto questo sole».
Conosco credenti battisti che però non sono d’accordo con questa «linea».
Tutte le chiese evangeliche sono nate da un moto di ribellione verso una chiesa
«teocratica» che non esitò a perseguitarle, ma la libertà non può diventare
un’occasione all’indecenza carnale che in qualche ambiente è ormai parte del
paesaggio ecclesiale. Siamo cristiani e, al di là d’ogni distinzione, dovremo
rendere conto al Signore della nostra condotta.
È vero che gli omosessuali sono stati sempre maltrattati e perseguitati per
questa loro condizione, ma essa resta pur sempre una condizione moralmente
inaccettabile. Sappiamo pure che chi si converte tra loro, a prescindere
dallo sposarsi o meno, recide i legami con questa sessualità equivoca. Per le
cose dette escluderei senz’altro d’accettare un pastore «omosessuale»... non ho
altro da aggiungere! {17 aprile 2009}
7.
{Gaetano Nunnari}
▲
Devo ammettere che
l’affermazione d’Andrea Diprose mi ha sbalordito! Visto che tutti si fanno
chiamare «evangelici» ho pensato alle seguenti parole di Paolo:
■ «Quel che vi ho scritto è di non mischiarvi con chi,
chiamandosi fratello, sia un fornicatore,
un avaro, un idolatra, un oltraggiatore, un ubriacone, un ladro; con quelli non
dovete neppure mangiare»
(1 Corinzi 5,11).
■ «Fratelli, v’ordiniamo nel nome del nostro Signore Gesù Cristo che vi
ritiriate da ogni fratello che si
comporta disordinatamente e non secondo l’insegnamento che avete ricevuto
da noi» (2 Tessalonicesi 3,6).
■ «Ora v’esorto, fratelli, a tener d’occhio quelli che provocano le
divisioni e gli scandali in
contrasto con l’insegnamento che avete ricevuto.
Allontanatevi da loro»
(Romani 16,17).
Spero che i veri
battisti dell’UCEBI non facciano l’errore dei protagonisti di Giovanni 12,43.
[N.d.R.: «…non lo confessavano, per non essere espulsi dalla sinagoga, perché
amarono la gloria degli uomini più della gloria di Dio» (Gv 12,42s)]. {16
aprile 2009}
8.
{Francesco Pannaccione}
▲
Nota editoriale:
Questo lettore è il pastore della chiesa battista di Soccavo (Na). Egli,
lavorando secolarmente per sostenersi, porta avanti con sacrificio l’opera del
Signore insieme alla sua famiglia e ad altri fratelli responsabili. La sua
chiesa e quella di Monteruscello (Na) sono nate dall’opera di missionari
americani.
Carissimo Nicola, ti ringrazio di tenermi sempre al
corrente delle tue riflessioni bibliche, frutto di studi e approfondimenti e
quindi sempre scritturali. Per quanto riguarda la questione in oggetto, da
sempre controversa, mi addolora moltissimo per i seguenti motivi…
■ 1. Concordo con quello che tu dici: «Questo
è un tempo di grande confusione spirituale».
■ 2. In un mondo dove tutto è lecito e permesso,
chi come noi è chiamato a fare la differenza,diversamente
contribuisce ad aumentare la confusione.
■ 3. Mi addolora il fatto che, pensandoci, non è solo in
qualche denominazione particolare che sono «permesse o tollerate» queste scelte.
■ 4. Mi piacerebbe conoscere le motivazioni che hanno
portato a questa decisione.
■ 5. Sinceramente non riesco a capire come sia possibile
poter svolgere un ministero così delicato, che richiede delle qualifiche
specificate chiaramente dall’apostolo Paolo in 1 Tim 3,1-7.
■ 6. Ci sono riferimenti scritturali che lasciano
intendere questa possibilità?
■ 7. Ecc., ecc.
Ovviamente (pur nel rispetto delle convinzioni
altrui) non condivido questa decisione né io, né i miei fratelli. La Parola di
Dio è chiara, interpreta se stessa e non si contraddice mai. Che questa Parola
possa sempre illuminarci nel cammino della fede e nel servizio e farlo verso
quanti con cuore puro desiderano fare la volontà di Dio e lo glorificarlo nella
propria vita. Dio ti benedica,sperando di aver dato un piccolo contributo; ti
saluto fraternamente in Cristo Gesù. {16 aprile 2009}
9.
{Nicola Martella}
▲
Seguo la numerazione del contributo precedente e
cerco di dare un commento.
■ 1. L’antidoto per la «confusione spirituale» è questo: «Studiati di presentare te
stesso approvato dinanzi a Dio: operaio che non abbia a essere confuso, che
tagli rettamente la parola della verità»
(2 Tm 2,15).
■ 2. Dopo che da tempo diverse chiese si sono
accomodate nel «mondo», volendo essere al passo con i tempi e condividendone
gli «ismi» (liberalismo, femminismo, filosofismi assurti a «teologia,
libertinismo), oggi il mondo si trova oramai in tali chiese. Stare dentro o
stare fuori, fa poca differenza oramai. Dinanzi a tele nuova convenzione
spirituale e morale, non meraviglia perciò che tali chiese siano anche quelle
che spingono verso l’ecumenismo. Resta loro solo un glorioso passato di uomini
di fede e martiri, di cui però non sono degni. Avendo essi smarrito il cammino e
la ragione della fede biblica, bisognerebbe dire loro con le parole di Gesù
rivolte a Pietro: «Vattene via da me, satana [ebr. avversario]; tu mi sei di
scandalo. Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini»
(Mt 16,23).
■ 3. Se si va al fondo delle cose, le chiese in cui si
tollerano tali cose sono specialmente quelle della federazione (FCEI), o
BMV: Battisti (UCEBI), Metodisti e Valdesi. Tale pensiero si sta facendo
strada anche in alcune frange dei carismatici.
Infatti Jay Bakker — il figlio del famoso
telepredicatore Jim Bakker (poi caduto dalle stelle alle stalle) — a sua volta
predicatore punk e alquanto tatuato, afferma di aver ricevuto in visione,
durante la sua meditazione, la conferma che l’omosessualità non è peccato; ed
ora questo è il suo «verbo». In certi ambienti basta metterla in visione e
attribuire qualcosa allo «Spirito» (quale?) per accreditare nelle chiese falsi e
abominevoli insegnamenti. Ci si può figurare la «strage degli innocenti» che
farà tale falso profeta, confuso e confondente.
Per
il resto non mi sembra che altre chiese accettino e tollerino (ancora) di avere
conduttori omosessuali o con una vita moralmente dubbia.
■ 4. È da anni che nelle chiese della federazione si
tollerano gruppi di cosiddetti «omosessuali cristiani» (p.es. Refo),
mettendo a loro disposizione i loro locali di culto per conferenze e
proselitismo. In tali conferenze contro l’omofobia e per l’omofilia s’incontrano
gruppi di omosessuali battisti, metodisti e valdesi con gruppi cattolici,
specialmente delle «chiese di base» e del movimento «noi siamo chiesa». Alcuni
omosessuali militanti appartengono a chiese battiste dell’UCEBI e hanno tanto di
sito con il placet de della conduzione delle chiese d’appartenenza. Sempre più
si tollerano in tali chiese protestanti e cattoliche convivenze tra omosessuali
sedicentemente cristiani. Addirittura Franco Barbero (prete sospeso dalla curia)
delle «chiese di base» celebra unioni fra omosessuali e lesbiche. In tale humus
è nato anche il bisogno di avere un pastore omosessuale; dove è stato creato
oramai il consenso, il passo è stato breve. [►
Etica: Omosessualità]
■ 5. Quando con la critica biblica e il liberalismo
teologico si afferma che la Bibbia non è la «Parola di Dio», ma la contiene
soltanto, e ognuno può decidere che cosa nel nuovo patto sia «per quei tempi» e
che cosa sia soggettivamente «parola di Dio» per me, allora all’arbitrio
soggettivo non sono più posti freni e il resto lo farà l’abilità retorica e
la dialettica. Di Dio stesso si tira fuori solo ciò che aggrada, specialmente un
amore falsamente compreso; e in nome di tale sentimentalismo umanista
(l’importante è amare; vogliamoci bene), si affoga la verità biblica. Non
meraviglia perciò che la seguente preghiera di Gesù: «Io non ti prego che tu
li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno» (Gv 17,15), venga
ribaltata nel suo contrario: «Io non ti prego che tu li preservi dallo spirito
del tempo, ma che tu li uniformi al mondo».
■ 6. Non ci sono brani biblici che permettono la
possibilità che un conduttore sia omosessuale. L’integrità morale doveva essere
provata prima che il soggetto potesse accedere alla guida di una chiesa
locale. Quando la sacra Scrittura non è più un libro ispirato da Dio, ma solo
una testimonianza di varie e contrapposte teologie presenti nelle chiese del
primo secolo, allora la chiave ermeneutica non è più «la Bibbia spiega la
Bibbia», ma la cultura dominante nella società d’oggi e le convenzioni morali
che si stabiliscono nelle chiese sulla base dei desideri e delle voglie dei
contemporanei. Allora non meraviglia che brani chiave, in cui viene richiesta
l’integrità morale dei conduttori, vengano semplicemente rimossi, esorcizzati o
sterilizzati con filosofismi relativistici, ribaltando così con la dialettica
l’evidenza dei fatti.
■ 7. Una domanda ce l’avrei io. Come fanno chiese battiste missionarie (quindi
non legate direttamente alle chiese battiste storiche italiane e non nate da
esse) a rimanere all’interno di un consesso e un consenso sempre più moralmente
liberale, quale vige nelle chiese della federazione (FCEI) e perciò nell’UCEBI?
Rimando nuovamente alla
presa di posizione della chiesa battista di Cagliari (6 marzo 2009) alla reazione della Federazione Battista
Europea riguardo alla presenza di un pastore omosessuale nelle chiese battiste.
(Ricordo che la chiesa battista di Cagliari è stata la prima a battezzare un
omosessuale dichiarato, non pentito e praticante anche dopo. In seguito a questo
vi è stata una scissione in tale comunità. Ecco come la racconta il gruppo
omosessuale militante «
Gionata», che è operante fra le chiese della FCEI.) Stranamente non si trova traccia nel
Web di tale ammonizione della Federazione Battista Europea. Perché l’UCEBI l’ha
tacitata? Nel Web ho trovato poche reazioni (
1;
2), ma non un comunicato dell’UCEBI in proposito.
10.
{Calogero Fanara}
▲
Nota redazionale:
Questa lettera è stata inviata dal lettore all’amministrazione dell’UCEBI l’8
aprile 2009. L’autore vive in Belgio.
Cari Fratelli in Cristo, ho appena letto la
lettera di «sostegno» pubblicata dalla Chiesa Battista di Cagliari e mandata al Comitato Esecutivo dell’UCEBI
riguardo al richiamo fatto dalla Federazione Battista Europea.
Sono profondamente rattristo nell’aver saputo che l’UCEBI non sostiene più le
posizioni bibliche, ribadite dalla Federazione Battista Europea riguardo a
importantissimi argomenti sull’etica cristiana, in questo caso l’omosessualità.
Non riesco ancora a farmi convinto che una chiesa evangelica battista, fondata
sulla solida e sana eredità biblica, possa scivolare e prendere posizione in
favore all’omosessualità (cfr.
qui). Sono sconcertato, veramente... Mi sarei aspettato una tale «caduta» dalle chiese storiche
liberali, ma non certo da una chiesa evangelica battista...
Cito dalla
lettera summenzionata: «In particolare è apparso sempre con maggior evidenza che i passi biblici citati per
sostenere un giudizio di riprovazione, riguardino fatti ed eventi che hanno una
somiglianza solo esteriore e superficiale con l’omosessualità, la quale è,
invece, condizione d’esistenza, d’affetto, e di relazione». Come si possono
sostenere tali argomenti alla luce di quello che la Parola di Dio c’insegna al
riguardo???
Non è perché la Bibbia affermi chiaramente che un tale orientamento sia
peccaminoso che noi cristiani dobbiamo giudicare, rigettare e mettere gli
omosessuali al bando. Anzi, è proprio il contrario. Perché li amiamo e li
vogliamo portare a Cristo, bisogna avere il coraggio di dire la verità sul
peccato. E questo non riguarda soltanto il peccato dell’omosessualità ma tanti
altri, come la fornicazione, l’adulterio, ecc... Spero e prego che torniate
all’ubbidienza a Cristo, rimanendo nel vincolo dei Suoi insegnamenti...
Il richiamo della Federazione Battista Europea riguardo all’omosessualità è
giustificato e sostenuto dall’insegnamento biblico. È sostenuto anche dalle
altre realtà evangeliche, non solo nell’ambito battista, ma anche pentecostale.
E lo è sempre stato, anche se tanti oggi, purtroppo, escono fuori binario... «Voi
correvate bene; chi vi ha ostacolato, impedendovi d’ubbidire alla verità?»
(Galati 5,7) {20 aprile 2009}
11.
{Andrea Ferrari}
▲
Caro Nicola, rispondo alla tua lettera con dispiacere, considerando il problema
che sollevi insieme con altri segni della secolarizzazione e dell'apostasia
incipienti... Penso che molte persone siano accecate e, al tempo stesso, prego
che Dio mi preservi dall'errore insieme alla mia famiglia e alla chiesa... [...]
La grazia ti sia moltiplicata... {20 aprile 2009 }
12.
{}
▲