Si moltiplicano
coloro, che prendono frammenti di discorsi del vescovo di Roma, il gesuita Jorge
Mario Bergoglio, e ne fanno delle massime da mettere in rete come citazioni o
immagini sotto rubriche come «Messaggi del papa».
Ecco le parole di Bergoglio riportate su un’immagine: «Tutti noi siamo vasi
d’argilla, fragili e poveri, ma nei quali c’è il tesoro immenso che
portiamo». Tale asserzione è vera per i cristiani rigenerati; a guardar bene,
essa non è neppure segatura del suo sacco, trovandosi già nella Bibbia. Inoltre,
a tali parole mirabili, su cui possiamo concordare, seguono subito altre parole,
che stanno in netto contrasto con la sacra Scrittura.
Infatti, per chi non conosce la sacra Scrittura, può trovare Bergoglio
originale, quando parla, ma è spesso soltanto una imitazione o un
surrogato del pensiero biblico. Nelle sue parole si trova, dal punto di vista
biblico, bene e male, luce e oscurità, dolce e amaro, l’uno accanto all’altro. A
parole, che si trovano sulla falsariga della sacra Scrittura sul piano
dottrinale o morale, seguono parole, che sono in netto contrasto con la
Bibbia, ad esempio: ingiunzione a pregare Maria di Roma (quella di Nazareth
non lo ha mai chiesto) e altre creature, pregare per i morti, venerazione di
statue e immagini, tutti gli uomini quali figli di Dio e fratelli (e addirittura
«carne») di Cristo, il rosario quale medicina per l’anima, arbitrio di
dichiarare beati e santi degli uomini, specialmente i suoi predecessori, ecc.
L’originale delle
summenzionate parole di Bergoglio si trova qui e fu pronunciato già circa due
millenni fa dall’apostolo Paolo: «Il Dio che disse: “Splenda la luce
fra le tenebre”, è quello che risplendé nei nostri cuori per far brillare la
luce della conoscenza della gloria di Dio, che rifulge nel volto di Gesù Cristo.
Ma noi abbiamo questo tesoro in vasi di
terra, affinché l’eccellenza di questa potenza sia di Dio e non da
noi» (2 Cor 4,6s).
E ancora: «Tuttavia il solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo
sigillo: “Il Signore conosce quelli che sono suoi”, e “Si ritragga
dall’iniquità chiunque pronuncia il nome del Signore”. [20] In una grande
casa non ci sono soltanto
vasi d’oro e d’argento, ma
anche vasi di legno e di terra; e gli uni sono destinati a un
uso nobile e gli altri a un uso
ignobile. [21] Se dunque uno si conserva puro da quelle cose, sarà un
vaso nobile, santificato, utile
al servizio del padrone, preparato per ogni opera buona» (2 Tm 2,19-21).
Sinceramente
preferisco l’originale rispetto ai surrogati e alle imitazioni. Infatti,
come al solito, a parole che rimandano al pensiero della sacra Scrittura,
seguono immediatamente dopo altre che sono in pieno contrasto con essa.
Faccio notare che l’idolatria è una delle massime iniquità dinanzi a Dio!
Jorge Mario Bergoglio non fa eccezione nella sua pratica e non se ne fa
scrupolo. Anzi spiritualizza e rende accettabile ciò, che la Bibbia chiama
abominio. Chi vuole essere usato come «vaso nobile» per un «uso nobile»,
deve santificarsi, ossia allontanarsi da ogni iniquità, e conservarsi
puro, in primis da qualsiasi forma d’idolatria, che per Dio è un atto di
lesa maestà. L’idolatria, infatti, se non ci si ravvede e la si
abbandona veramente, esclude dal regno di Dio (1 Cor 6,9) e dalla città celeste
(Ap 22,15) e destina allo Stagno di fuoco, ossia all’inferno (Ap 21,8). In
questo non ci sono sconti per nessuno; anzi, chi pretende di guidare altri, avrà
maggiore condanna.
Ho scelto apposta un esempio non controverso di citazione, per avviare la
discussione. Lascio ai lettori le ulteriori analisi.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
opinioni?
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I contributi sul tema ▲
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1. {Fabrizio
Martin}
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Contributo:
Dire come gli Efesini «grande è l’Artemide degli Efesini» e dire come i
cattolici «grande è la
Madonna di Medjugorje o di Lourdes» è la stessa cosa? Per me sì. Per me
dire con Gesù a
Pietro «pasci le mie pecorelle» e dire con Gesù a Francesco «pasci
le mie pecorelle» è la stessa cosa. Sono cattolico, ma vi seguo con attenzione e
affetto. Spero con voi di scrutare le Scritture il più possibile. Comunque il
primato spetta sempre alla Carità. {22-11-2013}
▬
Nicola Martella:
L’accostamento fra Diana di Efeso e Maria di Roma è interessante;
non è un caso che uno dei dogmi mariani è nato proprio durante un concilio a
Efeso. Le vecchie divinità non vogliono cadere nell’oblio, ma si riciclano.
L’accostamento fra Pietro e Bergoglio
è meno convincente, poiché nella Scrittura non esiste una figura unica, chiamata
«papa». Gesù non ha chiamato uno, ma dodici discepoli, che poi chiamò suoi
emissari; essendo Egli stesso il Capo della chiesa, non comandò a nessuno degli
apostoli di fargli da vicario in terra. Il vescovo di Roma si è arrogato il
titolo di papa solo nel 7° secolo. Stefano Testa scrive: «Il titolo di Papa,
ossia di vescovo universale, venne per la prima volta dato dall’empio imperatore
Foca al vescovo di Roma nell’anno 610.
Ciò egli fece per far dispetto al vescovo Ciriaco di Costantinopoli che
lo aveva scomunicato per aver egli fatto assassinare il suo predecessore,
l’imperatore Maurizio. L’allora vescovo di Roma, Gregorio I, ricusò il titolo, e
fu il suo successore, Bonifacio III il primo ad avvalersi del titolo di Papa» [Lista
delle Eresie e delle invenzioni umane adottate e perpetrate dalla Chiesa
Cattolica Romana nel corso di 1600 anni (Edizioni
Centro Biblico, sesta edizione)].
■
Fabrizio Martin: Sono
cattolico, concordo con quanto detto da Nicola Martella. Come Paolo agli Efesini
pregherei cosi: «Non smetto mai di rendere grazie per voi, ricordandovi nelle
mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della
gloria vi dia uno
spirito di sapienza e di rivelazione, perché possiate conoscerlo pienamente»
(Ef 1,16-17). Prego per voi e per cattolici. Già, certe dottrine con la
Sacra Scrittura non centrano nulla; ma allora che origine hanno?
{23-11-2013}
▬
Nicola Martella:
Rispondo all’ultima domanda di Fabrizio Martin. Non poche dottrine sono
entrate nella chiesa di Roma da altre esperienze e ideologie religiose
(gnosticismo, religioni dei misteri, religioni popolari, ecc.) e sono state
cristianizzate. Ciò è avvenuto sia per
analogia verso altre religioni (p.es. il clero), per acquisizione da
altre religioni (p.es. il «rosario» dall’induismo e dall’islam), sia perché
pagani entrati nelle chiese (spesso per battesimo forzato da parte della
nomenclatura religiosa), hanno semplicemente cristianizzato i loro riti
millenari e le loro dottrine pagane e le hanno continuate. Ancora oggigiorno,
certi antichi riti pagani vengono perpetuati in nome di Cristo, di Maria
o di qualche santo protettore (sacrifici di animali, festa dei serpenti, ecc.);
in certi luoghi le entità venerate portano ancora oggi un doppio nome:
quello pagano e quello identificato con un santo protettore cattolico.
La stessa
concezione sacramentale proviene dalle religioni dei misteri (gr.
mysterion = lat. sacramentum), in cui riti particolari avrebbero dato
protezione agli iniziati (battesimo di sangue nei misteri di Mitra) o avrebbero
trasformato la carne di un neonato (ucciso e cotto nella pasta) in quella del
dio di riferimento (cfr. la concezione che la messa trasformi pane e vino in
corpo e sangue di Cristo); o, comunque sia, il rito avrebbe trasformato una
sostanza profana in una speciale (transustanziazione), comunicante virtù
trascendentali (cfr. acqua, olio, ecc. consacrati).
2. {Edoardo
Piacentini}
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Sono d’accordo con Nicola, le dottrine
cattoliche romane riguardo a Maria, ai santi e alle immagini costituiscono
una gran barriera nel dialogo ecumenico, perché esse hanno un ruolo fondamentale
nel Cattolicesimo, ma nessuna di queste devozioni si trova in accordo con la
Parola di Dio. Secondo la Bibbia, infatti, Dio differisce totalmente da
ogni essere e nessuno può essere mai associato a Lui nel culto che Gli è reso.
L’oggetto del culto cattolico, però, è Dio insieme a Maria e ai santi
canonizzati; anzi bisogna constatare che dalla Riforma protestante ai nostri
giorni il culto a Maria, come quello ai santi e alle immagini, va assumendo
proporzioni sempre più radicate ed eclatanti. Basti pensare cosa è avvenuto in
questi ultimi tempi a S. Giovanni Rotondo, dove la chiesa romana, servendosi del
miracoloso, impone l’idolatria a folle di pellegrini, invitati a porre fiducia
non in Cristo, ma nel monaco guaritore Pio da Pietralcina. Questi
pellegrinaggi, inoltre, vanno di pari passo a un commercio non
trascurabile di statuette, quadri, immagini, medaglie, candele, scapolari, ecc.
Tale commercio alimenta nel cattolico lo sviluppo della superstizione,
perché tutti questi oggetti rappresentano dei supporti materiali, che il
pellegrino adotta a sostegno della fede e per sentirsi, in qualche maniera,
magicamente «protetto». Lo sviluppo di queste pratiche mostra chiaramente come
il Cattolicesimo consideri la Chiesa, con le sue tradizioni e gli apporti del
Magistero, al di sopra della Scrittura. Non vi può essere, pertanto, una
divergenza più fondamentale tra questo Cattolicesimo e quel Protestantesimo, che
si attiene alla Bibbia e riconosce la «sola Scriptura» quale guida dei
credenti e termine di paragone d’ogni dottrina. {22-11-2013}
3. {Pietro
Calenzo}
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Purtroppo è così. Spesso mi domando come si
possa credere a un culto che si allontana dal cristianesimo biblico e in tale
maniera. Personalmente sono persuaso, per Bergoglio e per tutti i cattolici, che
abbiano una conoscenza delle Scritture, che sarebbe molto pedagogico il
trasportarsi, con una ipotetica macchina del tempo, nell’anno 56-57 d.C.
(anno della stesura della lettera ai Romani di Paolo apostolo) e di
essere tra coloro, che ricevettero tale lettera per la prima volta. Leggerla
come per la prima volta con i destinatari di quel tempo, e poi guardarsi
intorno. Pietro e Paolo? Assenti. Culto di Maria? Assente.
Culto dei fratelli defunti? Assente. Pratica del rosario? Assente.
E si potrebbe continuare a lungo; è sufficiente leggere questa lettera, o tutte
le lettere scritte dalla prigionia di Roma da Paolo a tutti i credenti di quel
tempo. Sono persuaso che non potrebbero che rimanere stupiti, ritornando ai
giorni nostri, sempre con la macchina del tempo, in piazza san Pietro ad
ascoltare Bergoglio, che parla alle folle. Un caro saluto nel Signore, fr.
Nicola, il Signore benedica il tuo servizio ai santi. {22-11-2013}
4. {Vincenzo
Russillo}
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Bergoglio rispetto al suo
predecessore, ha usato una strategia d’apertura ed è sicuramente un buon
oratore. Si propone per un cambiamento, ma ciò deve avvenire mediante la
Parola di Dio, altrimenti è solo slogan di facciata. Mi sembra che, a parte i
tanti messaggi, che non ci sia nulla di nuovo, alla luce del sole. La Bibbia
dice: «Infatti i costumi dei popoli sono vanità; poiché si taglia un
albero nella foresta e le mani dell’operaio lo lavorano con l’ascia; lo
si adorna d’argento e d’oro, lo si fissa con chiodi e con i martelli perché non
si muova. Gli idoli sono come spauracchi in un campo di cocomeri, e non
parlano; bisogna portarli, perché non possono camminare. Non li temete! perché
non possono fare nessun male, e non è in loro potere di far del bene. Non c’è
nessuno pari a te, Signore; tu sei grande, e grande in potenza è il tuo nome»
(Ger 10,3-6). {22-11-2013}
5. {}
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6. {}
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7. {}
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8. {}
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9. {}
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10. {}
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11. {Vari e
medi}
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Luciano Leoni:
Il Cattolicesimo Romano è abituato a prendere a mani piene nel sacco altrui
e far di tutto una propria farina. La storia è piena di esempi. Non
dimentichiamo le false donazioni di Costantino, o il far passare passi
biblici come frutto della «santità» di qualcuno (possiamo citare come sommo
esempio il Cantico dei Cantici di Francesco), per finire a cose più banali, come
l’appropriarsi di un indumento tipico dei ministri del protestantesimo (il
clergy) e farlo talmente proprio che ora se lo indossi vieni preso per
prete. {22-11-2013}
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Giacomo Cannizzaro:Fratello
carissimo; il mondo gli va dietro per questi motivi: 1° non ha
rivelazione; 2° non legge la Bibbia, anche se c’è la in casa e non si accorge,
che le parole da lui pronunciate sono tratte dalla Bibbia; 3° lui è un bravo
ingannatore e porta le persone ad adorare la creatura anziché il Creatore. Egli
tiene il miele in bocca, ma... noi non possiamo fare altro che annunciare
l’Evangelo, il resto lo farà lo Spirito Santo. {22-11-2013}
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Costanzo Ciccioni: È di
qualche domenica fa che l’attuale Papa proferì le parole: «Per il Signore non
c’è peccato, che
non possa essere perdonato». Invece è scritto: «E chiunque parlerà contro il
Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito
Santo, non sarà perdonato» (Luca 12,10). Mi sorge un dubbio che non
conosca questo verso?
▬
Nicola Martella:
Anche il peccato dell’incredulità
riguardo a Gesù quale Messia, ossia quale personale Signore e Salvatore, non
potrà essere perdonato da Dio. «Se non credete che sono io (il Cristo),
morrete nei vostri peccati» (Gv 8,24).
■
Enzo Corsini: È proprio
vero. Basta
dare un ruolo a una persona e improvvisamente tutti lo seguono. In questo
signor Bergoglio è interessante notare la banalità di quanto dice. Ma quello che
è più evidente, è la grande campagna mediatica messa in atto sulle TV
nazionali e i mezzi di stampa. {23-11-2013}
12. {Vari
e brevi}
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■
Giulia Papi:
Sono pienamente d’accordo e voglio aggiungere che la
figura del papa non esiste nella Bibbia, è una pura invenzione umana.
{22-11-2013}
■
Antonio Strigari: Condivido
al 100%. {22-11-2013}
■
Guido Palombo: Mi piace,
condivido al 100%. {22-11-2013}
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Papa_Parola_EdF.htm
22-11-2013; Aggiornamento:
24-11-2013 |