Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Tutto ciò che serve per istruire il neofita nella sana dottrina e in una sana morale cristiana, per così orientarsi nell'insegnamento biblico di base, nella devozione e nel discernimento spirituale riguardo alle questioni che attengono alla fede biblica e al saggio comportamento nel mondo. È «vademecum» per chiunque voglia trasmettere la fede biblica.

   Ecco le singole parti principali:
01. La via che porta a Dio;
02. Le basi della fede
03. La Sacra Scrittura
04. Dio
05. Creazione e caduta dell’uomo
06. Gesù Cristo
07. Lo Spirito Santo
08. La salvezza dell’uomo
09. Il cammino di fede
10. La chiesa biblica
11. Ordinamenti e radunamenti
12. L’opera della chiesa
13. Il diavolo
14. Le cose future
15. Aspetti dell’etica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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PAROLE DEL PAPA E PAROLA DI DIO

 

 a cura di Nicola Martella

 

Si moltiplicano coloro, che prendono frammenti di discorsi del vescovo di Roma, il gesuita Jorge Mario Bergoglio, e ne fanno delle massime da mettere in rete come citazioni o immagini sotto rubriche come «Messaggi del papa».

     Ecco le parole di Bergoglio riportate su un’immagine: «Tutti noi siamo vasi d’argilla, fragili e poveri, ma nei quali c’è il tesoro immenso che portiamo». Tale asserzione è vera per i cristiani rigenerati; a guardar bene, essa non è neppure segatura del suo sacco, trovandosi già nella Bibbia. Inoltre, a tali parole mirabili, su cui possiamo concordare, seguono subito altre parole, che stanno in netto contrasto con la sacra Scrittura.

     Infatti, per chi non conosce la sacra Scrittura, può trovare Bergoglio originale, quando parla, ma è spesso soltanto una imitazione o un surrogato del pensiero biblico. Nelle sue parole si trova, dal punto di vista biblico, bene e male, luce e oscurità, dolce e amaro, l’uno accanto all’altro. A parole, che si trovano sulla falsariga della sacra Scrittura sul piano dottrinale o morale, seguono parole, che sono in netto contrasto con la Bibbia, ad esempio: ingiunzione a pregare Maria di Roma (quella di Nazareth non lo ha mai chiesto) e altre creature, pregare per i morti, venerazione di statue e immagini, tutti gli uomini quali figli di Dio e fratelli (e addirittura «carne») di Cristo, il rosario quale medicina per l’anima, arbitrio di dichiarare beati e santi degli uomini, specialmente i suoi predecessori, ecc.

 

L’originale delle summenzionate parole di Bergoglio si trova qui e fu pronunciato già circa due millenni fa dall’apostolo Paolo: «Il Dio che disse: “Splenda la luce fra le tenebre”, è quello che risplendé nei nostri cuori per far brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio, che rifulge nel volto di Gesù Cristo. Ma noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché l’eccellenza di questa potenza sia di Dio e non da noi» (2 Cor 4,6s).

     E ancora: «Tuttavia il solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo sigillo: “Il Signore conosce quelli che sono suoi”, e “Si ritragga dall’iniquità chiunque pronuncia il nome del Signore”. [20] In una grande casa non ci sono soltanto vasi d’oro e d’argento, ma anche vasi di legno e di terra; e gli uni sono destinati a un uso nobile e gli altri a un uso ignobile. [21] Se dunque uno si conserva puro da quelle cose, sarà un vaso nobile, santificato, utile al servizio del padrone, preparato per ogni opera buona» (2 Tm 2,19-21).

 

Sinceramente preferisco l’originale rispetto ai surrogati e alle imitazioni. Infatti, come al solito, a parole che rimandano al pensiero della sacra Scrittura, seguono immediatamente dopo altre che sono in pieno contrasto con essa.

     Faccio notare che l’idolatria è una delle massime iniquità dinanzi a Dio! Jorge Mario Bergoglio non fa eccezione nella sua pratica e non se ne fa scrupolo. Anzi spiritualizza e rende accettabile ciò, che la Bibbia chiama abominio. Chi vuole essere usato come «vaso nobile» per un «uso nobile», deve santificarsi, ossia allontanarsi da ogni iniquità, e conservarsi puro, in primis da qualsiasi forma d’idolatria, che per Dio è un atto di lesa maestà. L’idolatria, infatti, se non ci si ravvede e la si abbandona veramente, esclude dal regno di Dio (1 Cor 6,9) e dalla città celeste (Ap 22,15) e destina allo Stagno di fuoco, ossia all’inferno (Ap 21,8). In questo non ci sono sconti per nessuno; anzi, chi pretende di guidare altri, avrà maggiore condanna.

     Ho scelto apposta un esempio non controverso di citazione, per avviare la discussione. Lascio ai lettori le ulteriori analisi.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema 

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Fabrizio Martin

2. Edoardo Piacentini

3. Pietro Calenzo

4. Vincenzo Russillo

5.

6.

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8.

9.

10.

11. Vari e medi

12. Vari e brevi

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Fabrizio Martin}

 

Contributo: Dire come gli Efesini «grande è l’Artemide degli Efesini» e dire come i cattolici «grande è la Madonna di Medjugorje o di Lourdes» è la stessa cosa? Per me sì. Per me dire con Gesù a Pietro «pasci le mie pecorelle» e dire con Gesù a Francesco «pasci le mie pecorelle» è la stessa cosa. Sono cattolico, ma vi seguo con attenzione e affetto. Spero con voi di scrutare le Scritture il più possibile. Comunque il primato spetta sempre alla Carità. {22-11-2013}

 

Nicola Martella: L’accostamento fra Diana di Efeso e Maria di Roma è interessante; non è un caso che uno dei dogmi mariani è nato proprio durante un concilio a Efeso. Le vecchie divinità non vogliono cadere nell’oblio, ma si riciclano.

     L’accostamento fra Pietro e Bergoglio è meno convincente, poiché nella Scrittura non esiste una figura unica, chiamata «papa». Gesù non ha chiamato uno, ma dodici discepoli, che poi chiamò suoi emissari; essendo Egli stesso il Capo della chiesa, non comandò a nessuno degli apostoli di fargli da vicario in terra. Il vescovo di Roma si è arrogato il titolo di papa solo nel 7° secolo. Stefano Testa scrive: «Il titolo di Papa, ossia di vescovo universale, venne per la prima volta dato dall’empio imperatore Foca al vescovo di Roma nell’anno 610. Ciò egli fece per far dispetto al vescovo Ciriaco di Costantinopoli che lo aveva scomunicato per aver egli fatto assassinare il suo predecessore, l’imperatore Maurizio. L’allora vescovo di Roma, Gregorio I, ricusò il titolo, e fu il suo successore, Bonifacio III il primo ad avvalersi del titolo di Papa» [Lista delle Eresie e delle invenzioni umane adottate e perpetrate dalla Chiesa Cattolica Romana nel corso di 1600 anni (Edizioni Centro Biblico, sesta edizione)].

 

Fabrizio Martin: Sono cattolico, concordo con quanto detto da Nicola Martella. Come Paolo agli Efesini pregherei cosi: «Non smetto mai di rendere grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione, perché possiate conoscerlo pienamente» (Ef 1,16-17). Prego per voi e per cattolici. Già, certe dottrine con la Sacra Scrittura non centrano nulla; ma allora che origine hanno? {23-11-2013}

 

Nicola Martella: Rispondo all’ultima domanda di Fabrizio Martin. Non poche dottrine sono entrate nella chiesa di Roma da altre esperienze e ideologie religiose (gnosticismo, religioni dei misteri, religioni popolari, ecc.) e sono state cristianizzate. Ciò è avvenuto sia per analogia verso altre religioni (p.es. il clero), per acquisizione da altre religioni (p.es. il «rosario» dall’induismo e dall’islam), sia perché pagani entrati nelle chiese (spesso per battesimo forzato da parte della nomenclatura religiosa), hanno semplicemente cristianizzato i loro riti millenari e le loro dottrine pagane e le hanno continuate. Ancora oggigiorno, certi antichi riti pagani vengono perpetuati in nome di Cristo, di Maria o di qualche santo protettore (sacrifici di animali, festa dei serpenti, ecc.); in certi luoghi le entità venerate portano ancora oggi un doppio nome: quello pagano e quello identificato con un santo protettore cattolico.

     La stessa concezione sacramentale proviene dalle religioni dei misteri (gr. mysterion = lat. sacramentum), in cui riti particolari avrebbero dato protezione agli iniziati (battesimo di sangue nei misteri di Mitra) o avrebbero trasformato la carne di un neonato (ucciso e cotto nella pasta) in quella del dio di riferimento (cfr. la concezione che la messa trasformi pane e vino in corpo e sangue di Cristo); o, comunque sia, il rito avrebbe trasformato una sostanza profana in una speciale (transustanziazione), comunicante virtù trascendentali (cfr. acqua, olio, ecc. consacrati).

 

 

2. {Edoardo Piacentini}

 

Sono d’accordo con Nicola, le dottrine cattoliche romane riguardo a Maria, ai santi e alle immagini costituiscono una gran barriera nel dialogo ecumenico, perché esse hanno un ruolo fondamentale nel Cattolicesimo, ma nessuna di queste devozioni si trova in accordo con la Parola di Dio. Secondo la Bibbia, infatti, Dio differisce totalmente da ogni essere e nessuno può essere mai associato a Lui nel culto che Gli è reso. L’oggetto del culto cattolico, però, è Dio insieme a Maria e ai santi canonizzati; anzi bisogna constatare che dalla Riforma protestante ai nostri giorni il culto a Maria, come quello ai santi e alle immagini, va assumendo proporzioni sempre più radicate ed eclatanti. Basti pensare cosa è avvenuto in questi ultimi tempi a S. Giovanni Rotondo, dove la chiesa romana, servendosi del miracoloso, impone l’idolatria a folle di pellegrini, invitati a porre fiducia non in Cristo, ma nel monaco guaritore Pio da Pietralcina. Questi pellegrinaggi, inoltre, vanno di pari passo a un commercio non trascurabile di statuette, quadri, immagini, medaglie, candele, scapolari, ecc. Tale commercio alimenta nel cattolico lo sviluppo della superstizione, perché tutti questi oggetti rappresentano dei supporti materiali, che il pellegrino adotta a sostegno della fede e per sentirsi, in qualche maniera, magicamente «protetto». Lo sviluppo di queste pratiche mostra chiaramente come il Cattolicesimo consideri la Chiesa, con le sue tradizioni e gli apporti del Magistero, al di sopra della Scrittura. Non vi può essere, pertanto, una divergenza più fondamentale tra questo Cattolicesimo e quel Protestantesimo, che si attiene alla Bibbia e riconosce la «sola Scriptura» quale guida dei credenti e termine di paragone d’ogni dottrina. {22-11-2013}

 

 

3. {Pietro Calenzo}

 

Purtroppo è così. Spesso mi domando come si possa credere a un culto che si allontana dal cristianesimo biblico e in tale maniera. Personalmente sono persuaso, per Bergoglio e per tutti i cattolici, che abbiano una conoscenza delle Scritture, che sarebbe molto pedagogico il trasportarsi, con una ipotetica macchina del tempo, nell’anno 56-57 d.C. (anno della stesura della lettera ai Romani di Paolo apostolo) e di essere tra coloro, che ricevettero tale lettera per la prima volta. Leggerla come per la prima volta con i destinatari di quel tempo, e poi guardarsi intorno. Pietro e Paolo? Assenti. Culto di Maria? Assente. Culto dei fratelli defunti? Assente. Pratica del rosario? Assente. E si potrebbe continuare a lungo; è sufficiente leggere questa lettera, o tutte le lettere scritte dalla prigionia di Roma da Paolo a tutti i credenti di quel tempo. Sono persuaso che non potrebbero che rimanere stupiti, ritornando ai giorni nostri, sempre con la macchina del tempo, in piazza san Pietro ad ascoltare Bergoglio, che parla alle folle. Un caro saluto nel Signore, fr. Nicola, il Signore benedica il tuo servizio ai santi. {22-11-2013}

 

 

4. {Vincenzo Russillo}

 

Bergoglio rispetto al suo predecessore, ha usato una strategia d’apertura ed è sicuramente un buon oratore. Si propone per un cambiamento, ma ciò deve avvenire mediante la Parola di Dio, altrimenti è solo slogan di facciata. Mi sembra che, a parte i tanti messaggi, che non ci sia nulla di nuovo, alla luce del sole. La Bibbia dice: «Infatti i costumi dei popoli sono vanità; poiché si taglia un albero nella foresta e le mani dell’operaio lo lavorano con l’ascia; lo si adorna d’argento e d’oro, lo si fissa con chiodi e con i martelli perché non si muova. Gli idoli sono come spauracchi in un campo di cocomeri, e non parlano; bisogna portarli, perché non possono camminare. Non li temete! perché non possono fare nessun male, e non è in loro potere di far del bene. Non c’è nessuno pari a te, Signore; tu sei grande, e grande in potenza è il tuo nome» (Ger 10,3-6). {22-11-2013}

 

 

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11. {Vari e medi}

 

Luciano Leoni: Il Cattolicesimo Romano è abituato a prendere a mani piene nel sacco altrui e far di tutto una propria farina. La storia è piena di esempi. Non dimentichiamo le false donazioni di Costantino, o il far passare passi biblici come frutto della «santità» di qualcuno (possiamo citare come sommo esempio il Cantico dei Cantici di Francesco), per finire a cose più banali, come l’appropriarsi di un indumento tipico dei ministri del protestantesimo (il clergy) e farlo talmente proprio che ora se lo indossi vieni preso per prete. {22-11-2013}

 

Giacomo Cannizzaro:Fratello carissimo; il mondo gli va dietro per questi motivi: 1° non ha rivelazione; 2° non legge la Bibbia, anche se c’è la in casa e non si accorge, che le parole da lui pronunciate sono tratte dalla Bibbia; 3° lui è un bravo ingannatore e porta le persone ad adorare la creatura anziché il Creatore. Egli tiene il miele in bocca, ma... noi non possiamo fare altro che annunciare l’Evangelo, il resto lo farà lo Spirito Santo. {22-11-2013}

 

Costanzo Ciccioni: È di qualche domenica fa che l’attuale Papa proferì le parole: «Per il Signore non c’è peccato, che non possa essere perdonato». Invece è scritto: «E chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato» (Luca 12,10). Mi sorge un dubbio che non conosca questo verso?

 

Nicola Martella: Anche il peccato dell’incredulità riguardo a Gesù quale Messia, ossia quale personale Signore e Salvatore, non potrà essere perdonato da Dio. «Se non credete che sono io (il Cristo), morrete nei vostri peccati» (Gv 8,24).

 

Enzo Corsini: È proprio vero. Basta dare un ruolo a una persona e improvvisamente tutti lo seguono. In questo signor Bergoglio è interessante notare la banalità di quanto dice. Ma quello che è più evidente, è la grande campagna mediatica messa in atto sulle TV nazionali e i mezzi di stampa. {23-11-2013}

 

 

12. {Vari e brevi}

 

Giulia Papi: Sono pienamente d’accordo e voglio aggiungere che la figura del papa non esiste nella Bibbia, è una pura invenzione umana. {22-11-2013}

 

Antonio Strigari: Condivido al 100%. {22-11-2013}

 

Guido Palombo: Mi piace, condivido al 100%. {22-11-2013}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Papa_Parola_EdF.htm

22-11-2013; Aggiornamento: 24-11-2013

 

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