Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Il sabato, l’anno sabbatico e il giubileo.

 

Ecco le parti principali:
■ Il patto, l'etica e il pensiero sabbatico
■ Il sabato nell’Antico Testamento, nel giudaismo, nel Nuovo Testamento e relative questioni odierne
■ L’estensione del sabato: l’anno sabbatico e lo jôbel nella Torà e nella storia
■ L’ideale e le funzioni teologiche risultanti
■ Excursus: Storia del giubileo cattolico
■ Le feste principali in Israele.

 

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DOTTRINA ANTITRINITARIA DI GIANNI MONTEFAMEGLIO? PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Dottrina antitrinitaria di Gianni Montefameglio». Il suo antitrinitarismo è di stampo giudaico, anzi geovista, essendo stato per tanto tempo un anziano dei Testimoni di Geova. Da cripto-geovista mira a giudaizzare i presupposti dell’umanesimo mediante una sorta di erudizione lessicale, filosofica e razionalistica; tale conoscenza viene presentata essa stessa come una via di elevazione dello spirito e, quindi, di redenzione.

     Anche ai tempi del NT non mancavano nell’ellenismo coloro che presentavano la gnosis (la conoscenza) e la paideia (l’istruzione), spesso intrisa di elementi esoterici rivisitati in senso giudaico, come via di (auto-)redenzione. Non meraviglia che a una tale visione della sofia (sapienza, filosofia) quale strumento di elevazione eroica, la predicazione della croce appariva come una pazzia (1 Cor 1,18-25).

     Abbiamo constatato che Gianni Montefameglio col suo sito «Biblistica» è diventato la segreta fonte ispiratrice di Angelo Ficara e d’altri moderni Ebioniti. Un’attenta analisi ha mostrato che Angelo Ficara ne importa interi articoli sul suo sito «Regno Messianico», senza citarne neppure la fonte, il che è singolare; in tal modo, chi legge pensa erroneamente che si tratti della «dotta» farina del suo sacco, mentre egli è invece un semplice «replicante» del pensiero altrui. Egli pensa di usare Gianni Montefameglio per i propri fini (divulgazione delle dottrine ebionite) e non si accorge che, non capendone fino in fondo l’ideologia dottrinaria cripto-geovista né le cose che riproduce (p.es. ebraico, greco), è diventato lui stesso strumento e divulgatore di un colto umanesimo giudaizzante o cripto-geovista auto-redentivo.

 

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Giuseppe Vitale

2. Nicola Martella

3. Claudia Guiati

4. Pietro Calenzo

5. Gianni Siena

6. Maurizio Ruffino

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Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Giuseppe Vitale}

 

Proprio ieri sera riflettevo su come molti movimenti cristiani si siano secolarizzati e abbiano lasciato la sana e semplice dottrina delle Scritture per introdurre grandi nozioni teologiche o filosofiche. Questi grandi dottori della dottrina, pur di far sembrare grande la loro istruzione, il loro intelletto, rinunciano ad annunciare il semplice messaggio dell’Evangelo. Sia lodato Dio che ha tratto più lode dalla bocca dei lattanti e dagli analfabeti che dai sapienti (naturalmente non demonizzo la cultura, anzi!).

     Il passo che mi fece riflettere su questo è in Atti 4, dove Pietro e Giovanni guariscono uno zoppo davanti al tempio e annunciano l’Evangelo ai Giudei. «Essi, vista la franchezza di Pietro e di Giovanni, si meravigliavano, avendo capito che erano popolani senza istruzione; riconoscevano che erano stati con Gesù e, vedendo l’uomo che era stato guarito, lì presente con loro, non potevano dir niente in contrario” (Atti 4,13-14). Erano dei popolani eppure riuscirono a meravigliare gli istruiti sacerdoti. Cosa voglio dire con questo? Che una fede vera è semplice pur nelle più approfondite conoscenze bibliche (chi più degli apostoli conoscevano la Parola?). Non c’è bisogno di grandi maestri, che fanno delle supposizioni dottrinali, basandosi sulle loro conoscenze secolari o sulla loro prolissità o su vocaboli elaborati. Molte volte dietro a questi grandi maestri si nascondono dei falsi dottori, che con parole seducenti vogliono far di noi «sua preda con la filosofia e con vani raggiri secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non secondo Cristo» (Colossesi 2,8). Non corriamo appresso a queste persone, piuttosto facciamoci istruire in primo luogo dalla Scrittura e dallo Spirito Santo e poi anche da persone franche nel parlare, che il Signore mette a nostra disposizione. {04-04-2011}

 

 

2. {Nicola Martella}

 

Tale interessante contributo non va nel merito del problema, che sta alla base del pensiero di Gianni Montefameglio, ossia l’antitrinitarismo di stampo giudaico. Egli preferisce affrontare aspetti concomitanti, ossia l’erudizione che strumentalizza la Scrittura. Pur concordando con questo lettore, sono costretto a precisare alcune cose.

     Premettiamo che la via apparentemente «pazza» di Dio nel mondo, poiché passa per il patibolo della croce, non è il risultato delle nozioni acquisite dai «savi secondo la carne», ma della scelta di rendere Cristo la «sapienza» di chi crede (1 Cor 1,26-31).

     Detto questo, è evidente che la cultura, l’istruzione, le nozioni teologiche e lessicali e quant’altro possono essere usate per spiegare il testo biblico in modo legittimo e verace oppure possono essere usati dagli ideologi per travisare la verità scritturale. È vero che Dio può trarre una lode dalla bocca di fanciulli e lattanti (Sal 8,2; Mt 21,16); difficilmente però essi sapranno spiegare correttamente un testo biblico. È vero che riguardo al regno di Dio Gesù lodò il Padre, dicendo «…hai nascoste queste cose ai savi e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli fanciulli» (Mt 11,25); ma qui Egli si riferiva a coloro, che l’avevano rifiutato come Messia all’interno del giudaismo in contrapposizione ai suoi seguaci.

     Se Dio ha dato alla chiesa alcuni come insegnanti della Parola (Ef 4,11), significa che hanno la loro ragione d’essere «per il perfezionamento dei santi, per l’opera del ministero, per la edificazione del corpo di Cristo» (v. 12). La questione è se tagliano rettamente la «Parola della verità» (2 Tm 2,15) o se vanno di là da ciò, che è scritto (1 Cor 4,6).

     Lo stesso Pietro non si nascose dietro la «santa ignoranza» o una «democrazia dello Spirito», ma ammise i suoi limiti e fece l’encomio di Paolo: «…come anche il nostro caro fratello Paolo ve l’ha scritto, secondo la sapienza, che gli è stata data; e questo egli fa in tutte le sue epistole, parlando in esse di questi argomenti; nelle quali epistole sono alcune cose difficili a capire» (2 Pt 3,15s). Poi aggiunse il pericolo, parlando di cose «che gli uomini ignoranti e instabili torcono, come anche le altre Scritture, a loro propria perdizione»; tale specie di persone si trova, culturalmente parlando, sia tra gli ignoranti, sia tra gli istruiti. Non è un caso che Dio si servì dell’apostolo Paolo per scrivere la maggior parte del NT e per fornire alla chiesa le dottrine fondamentali. Sul piano dell’istruzione teologica egli era competente per comprendere la teologia e la filosofia del suo tempo (At 22,3). Chiaramente ciò non bastava, poiché egli necessitò di un incontro personale di Cristo e di una rivelazione speciale (Gal 1,11s.15s), che lo rendesse «insegnante dei Gentili in fede e in verità» (1 Tm 2,7; 2 Tm 1,11).

 

 

3. {Claudia Guiati }

 

Condivido pienamente. L’albero si conosce dai frutti che porta. Leggendo il sito «Biblistica» fino in fondo, ho cercato di capire dove conducesse tanta erudizione. Ho notato che l’aspetto centrale del Vangelo, cioè la croce di Cristo, l’espiazione, la redenzione, il perdono dei peccati sono totalmente assenti.

     Al contrario si parla di «lectio divina» come pratica spirituale per raggiungere un cambiamento etico. E infatti il passo successivo è quello della «psicologia biblica individuale», dove l’autore Gianni Montefameglio conduce l’incauto lettore... un passo che non prevede ravvedimento, conversione e santificazione, bensì «mettere mano alla nostra vita e trovare la serenità».

     Ripeto che l’albero si conosce dai frutti che porta. E questo «albero» non ci conduce ai piedi della croce di Cristo. «Noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia» (1 Corinzi 1,23).

     Approfitto di questo messaggio per ringraziare Nicola per l’aiuto, che ci fornisce nell’individuare le insidie dell’avversario! {04-04-2011}

 

 

4. {Pietro Calenzo}

 

Al pari dei fratelli, che mi hanno preceduto, mi sorprende come tali falsi apostoli trovino un certo seguito nel mondo evangelico. In primo luogo, voglio ringraziare il fratello Nicola Martella, per la sua esegesi della morfologia del nome di Gesù e per tutte le inedite e preziose informazioni su questi due personaggi. Ciò che più preoccupa, è che il signor Montefameglio spande l’allettante velenosa esca, che propina nei suo sito. Nega la divinità di Gesù, utilizza versioni della Scrittura che fanno accapponare la pelle; pur di avvalorare le proprie ipotetiche tesi, sposa le dottrine devianti degli ebioniti, degli ariani e dei testimoni di Geova (in parte). Che dire di più!?

     Il signor Montefameglio quale «messianico» (molto virgolettato) si propone dotato di una vasta cultura biblica, ma che non porta i peccatori ai piedi della croce e a ricercare la salvezza in Gesù; ciò non giova a nulla, anzi confonde le anime dei casuali lettori. «Lectio divina», per ricercare una crescita interiore per raggiungere il traguardo di una più o meno indistinta moralità. Sembra di sentir parlare di filosofia e non di cristianesimo biblico. La Parola di Dio nel Nuovo Testamento ci onora di poterci chiamare, per la grazia dell’Eterno Padre, «cristiani» in virtù del sacrificio, dell’espiazione, della glorificazione, della piena divinità di Gesù. Il mondo non ha bisogno di una propedeutica elevazione morale, etica, concettuale, ma ha bisogno della salvezza del nostro grande Dio e Salvatore Gesù, il Cristo vivente.

     Per quanto possa valere o essere letto il mio appello, coloro che propongono tali falsi dottrine, sono dei falsi apostoli, e come tali vanno identificati. Grazie, carissimo Nicola, poiché la tua veglia sul gregge di Dio è continua e solerte, scritturalmente, storicamente dettagliata e precisa. Mi sia consentito ringraziare anche la gentile sorella, che ha interrogato il caro Nicola su tale argomento, in modo da appurare nuove informazioni, atte a smascherare questi presunti esegeti della Scrittura. {04-04-2011}

 

 

5. {Gianni Siena}

 

Nota redazionale: Il lettore si limita qui a fare obiezioni alla tesi di Gianni Montefameglio relativa al termine «cristiano».

 

Sulla legittimità del termine «cristiano», dato per la prima volta ai discepoli in Antiochia, Gianni Montefameglio e i suoi accoliti stanno facendo solamente un polverone. Il nome «cristiano» significa «appartenente a Cristo», vale a dire un suo «seguace».

     Tale nome è un termine onorato; la chiesa di Antiochia aveva cominciato a «seguire» il Maestro con una serietà degna della chiesa di Gerusalemme, al punto che Barnaba, vista la grazia sparsa su questa chiesa, li esortò a continuare così, seguendo Gesù o, se preferite, Yeshùah.

     Questo nome è diventato, ahimè, sinonimo negativo di altro. Se gli ebrei hanno respinto il Messia, i pagani «convertiti» si sono fregiati della croce per fare cose che diffamano il carattere mite e amorevole del Messia.

     Il rimedio consiste nel vivere in modo degno di questo Nome che si porta. La ritrosia di alcuni giudeocristiani nel nominare Gesù «Cristo», è un sentimento negativo da superare.

     L’apostolo Paolo (= Saulo da Tarso) mette, infine, in guardia dalle questioni / dispute «stolte», intorno alle parole... temo che Gianni Montefameglio e i suoi accoliti appartengano a questa categoria di «disputatori». {05-04-2011}

 

 

6. {Maurizio Ruffino}

 

Contributo: Sono andato a vedere un sito dei TdG [= Testimoni di Geova], dove affermano che Giovanni Montefameglio è un loro ex anziano, distaccatosi per fondare un movimento proprio. Se è così, molte sue interpretazioni si spiegano. {06-04-2011}

 

Osservazioni (Nicola Martella): Gianni Montefameglio scrive ad esempio nel forum «Testimoni di Geova: Storia, Sociologia, Teologia». La cosa curiosa per chi sa che la traduzione dei Testimoni di Geova è poco letterale e molto manipolata, meraviglia questa sua affermazione, che ho letto in tale forum: «Di solito nelle mie citazioni utilizzo la Versione Nuova Riveduta (NR). […] Per avere una traduzione più letterale utilizzo la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (TNM)».

     In un altro forum simile, dove lui scrive e dove altri hanno scritto di lui, si legge: «È un ex anziano dei TdG… ma ha cambiato parrocchia, o meglio, ne ha fatta una propria». Poco più sotto qualcuno scrive: «La sua appartenenza ai TdG è molto vecchia… divenne inattivo per molti anni, ma forse non è mai stato disassociato formalmente come a volte succede con chi rimane inattivo per molti anni, nei quali non si identificava più come TdG. Ma lo era ed era anche un anziano, punto».

     Ora, sappiamo da dove Gianni Montefameglio trae la sua ispirazione, essendo rimasto un cripto-geovista. Non è un caso che un ebionita come Angelo Ficara abbia trovato in lui un’affinità elettiva, visto che ne riproduce varie pagine; il cripto-geovismo di Gianni Montefameglio è forse il motivo, per cui Angelo Ficara non cita il vero autore. Sembra che il «Regno Messianico» di Angelo Ficara e la «Sala del Regno» di Gianni Montefameglio abbiano una porta intercomunicabile.

    Ricordo che un cripto-geovista è qualcuno che aderisce alla dottrina del geovismo, in cui ha militato attivamente in passato e di cui ha mantenuto l'impostazione dottrinaria di base. Oppure si tratta di chi milita tuttora nelle file dei seguaci della Torre di Guardia, ma evita di dirlo apertamente per motivi di opportunismo, sia perché teme il pregiudizio altrui, sia perché sotto mentite spoglie riesce meglio nell'approccio con altri e nel loro indottrinamento. Per questo si danno la parvenza di studiosi delle Scritture, di esegeti o di apologeti, evitando di mettere allo scoperto il loro «segreto». Tempo fa ci siamo occupati di un altro cripto-geovista nell'articolo «Un Dio a immagine di Carlo Siracusa: Apologetica antitrinitaria d'un cripto-geovista».

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Montefameglio_antitrinitar_Sh.htm

05-04-2011; Aggiornamento: 06-04-2011

 

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