Questo tema è stato ispirato dal primo contributo, che un lettore mi ha mandato
e a cui sono quindi grato.
Fame di misticismo, di visioni e di messaggi profetici
in un tempo che sembra diventare buio e senza orientamento. Ricerca di «canali»,
di nuovi messaggi divini, di «unti» da consultare e da seguire. Questo è ciò di
cui si sente bisogno nel nostro tempo. C’è certamente bisogno che Dio ci parli,
quali suoi discepoli, in questo tempo, specialmente con il suo Spirito; ma Egli
non può che portarci alla Parola di Dio e non può dire qualcosa che la
contraddica. Può darsi che alcuni di noi hanno qualche problema con i fenomeni
mistici, profetici e visionari. Tutto ciò che è mistico, profetico e visionario
è semplicemente sempre legittimo o sempre sospetto? Quand’è che tali
fenomeni e tali persone sono legittimi? Quando bisogna diffidarne? Una sfida per
tutti noi. Parliamone.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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I contributi sul tema
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1.
{Massimo Cuofano}
▲
Avendo letto da un tuo intervento il grande
Amore che hai per la Parola del Signore, luce ai nostri passi, vengo ad
augurarti una felice Domenica del Signore. Con questa vengo a riferirti di una
mistica del nostro tempo, anima veramente innamorata della Parola, e alla quale
Gesù si è fatto confidente e catechista, lasciandogli pagine veramente
meravigliose, che avvicinano ancor più e alimentano l’amore per il Vangelo e per
la persona divina di Gesù benedetto. Si chiama Maria Valtorta. Ne hai sentito
parlare?
2.
{Nicola Martella}
▲
Sì ho sentito già parlare della mistica Maria Valtorta. Qui di seguito non entro
in merito a lei né al fatto se il Gesù glorioso sia assiso sul suo trono in
cielo (Eb 8,8) o si manifesti in modo ricorrente agli uomini quale istitutore
(mi sembra comunque che il compito di «Paracleto» — ossia avvocato, difensore,
rivelatore — sia attualmente quello dello Spirito di Dio; Gv 14,16.26; 15,26;
16,7). Vedo, in ogni modo, che mi si presenta l’occasione propizia per trattare,
in generale, questo tema dal punto di vista biblico.
Ammetto che come esegeta non mi appassiono né per la
dogmatica né per la mistica. Quando ho avuto occasione di leggere le parole di
antichi e moderni mistici, visionari e profeti, quelle parole — a me che vivo
dell’esegesi biblica — sembravano così usuali e normali, a volte anche banali,
quando si trattava di persone che dicevano la verità, che ho preferito studiare
direttamente la Bibbia, magari approfondendo dall’ebraico e dal greco. In altri
casi, ho notato una commistione fra cose ovvie, baggianate rivestite di
spiritualità, semi-verità, pensieri umanistici e spiritualistici, e palesi
menzogne cristianizzate.
Studiando la sacra Bibbia, noto almeno tre classi
di mistici, visionari e profeti: ▪ 1) Coloro che distorcono la Parola di Dio o
l’annullano con le loro visioni e proclamazioni (cfr. 2 Pt 3,16s; Mt 15,6); ▪ 2)
Coloro che aggiungono a quanto è stato rivelato nella sacra Scrittura (cfr. Pr
30,6; Ap 22,18); ▪ 3) Coloro che confermano quanto è stato scritto dagli
scrittori sacri, perché mossi dallo Spirito di Dio (cfr. 2 Cor 2,17; 2 Pt 1,21).
Quanto all’ispirazione di visionari e profeti,
distinguo almeno tre fonti: ▪ 1) Dio mediante la sua santa Parola; ▪ 2) L’uomo
stesso, i suoi sogni, desideri, preoccupazioni morali, concezioni, idee,
ideologie, ecc. (Col 2,8.20ss); ▪ 3) Il diavolo con la sua gnosi occulta,
l’esoterismo, il falso profetismo, lo spiritualismo mistico e visionario che
prescinde dalla rivelazione della Parola (1 Tm 4,1ss).
Come già detto, io m’appassiono specialmente per una
teologia esegetica corretta (testo nel contesto) e non speculativa. Per il
resto, ogni cosa che abbia del visionario, del mistico e del profetico non ha
biblicamente un valore assoluto, ma quando ciò è scritto o enunciato nella
chiesa locale, gli altri hanno il diritto di verificare — Bibbia alla mano — se
ciò viene da Dio (come hanno fatto i Bereani con Paolo; At 17,11) e, in caso
contrario, di denunciare ciò come non conforme alla Parola. Ciò lo insegna la
Parola stessa (1 Cor 14,29). Paolo raccomandò a Timoteo di non dare retta a
favole o miti che circolavano (1 Tm 4,7; cfr. 1,4; 2 Tm 4,4; 2 Pt 1,16), ma di
tagliare rettamente la «Parola della verità» (2 Tm 2,15), ossia di farne una
corretta esegesi.
Mi inquieta che la maggior parte delle eresie, al tempo
dell’AT, del NT e della chiesa, siano venute proprio da «visionari» e «profeti»,
che si ritenevano «canali» di Jahwè (o dell’Eterno) nell’AT e di una delle tre
persone della Trinità al tempo del NT e della chiesa, oppure di un’altra
personalità presente nella Bibbia o nella storia della chiesa.
Non si può trascurare il fatto che i profeti legittimi
dell’AT denunciassero visionari, indovini e profeti che annunciavano visioni
contrarie alla Torà. Dio dichiarava che non li aveva mandati e che erano visioni
della loro mente o del loro cuore (Gr 14,14; 23,16; Ez 13,7). Anche nel NT Gesù
denunciò a più riprese il sorgere dei «falsi profeti» (oltre che ai «falsi
messia»; Mt 7,15; 24,11). L’apostolo Paolo parlò di chi, «affidandosi alle
proprie visioni, [era] gonfiato di vanità dalla sua mente carnale» e dava
rivelazioni, appellandosi a culti d’angeli (greco
angheloi «messaggeri, mediatori, ambasciatori»), ossia o celesti (entità
superiori, esseri celesti) o terrestri (mistici, santoni quali canali; Col
2,18). Addirittura Paolo parlò di persone, negli ultimi tempi, che daranno
ascolto a coloro avranno la coscienza marchiata a fuoco e che annunceranno
dottrine di demoni, spacciando tutto per divino (1 Tm 4,1ss). Il Signor Gesù
parlò nell’Apocalisse di cristiani abbindolati da gnostici che pretendevano di
rivelare loro profondi misteri, chiamandoli le «profondità di Satana» (Ap 2,24).
Per questi motivi, l’apostolo Giovanni esortò i
credenti a non credere a ogni spirito (umano o trascendente che sia), ma di
provare gli spiriti per appurare se erano da Dio, «perché molti falsi profeti
sono usciti fuori nel mondo» (1 Gv 4,1). L’apostolo Paolo lanciava la
maledizione su chi (angelo o uomo che fosse) predicava un «altro messia» e un
«altro evangelo» (Gal 1,8s).
Per tutti questi motivi e per il mio stretto
attaccamento all’esegesi della Parola di Dio, non mi appassiono molto né per le
costruzioni dogmatiche né per visionari, mistici e profeti. Laddove una
qualunque persona fa un’asserzione qualunque di tipo mistico, visionario o
profetico, ritenendo di averla ricevuta da Dio, dal Messia o dallo Spirito
Santo, io mi sento autorizzato di analizzare tutto alla luce della Parola di
Dio, per affermarne la conformità o la difformità rispetto essa. In caso di
difformità, per essere un discepolo e servo di Cristo, non devo esitare a
denunciare e a riprendere ciò, secondo i casi, o come costruzione umana o come
ispirazione diabolica (cfr. Ef 5,11).
In ogni modo, visto che conosco l’originale pensiero di
Dio nella sua santa Parola, da cui posso attingere quotidianamente, tutte le
altre fonti (seppur scevre da errori) impallidiscono al suo confronto.
Personalmente invece di occuparmi di copie, echi e imitazione della Parola che
dura in eterno (cfr. Sal 119,160), preferisco fare l’esegesi di quest’ultima.
Quando tutte le parole degli uomini invecchieranno nei meandri della storia,
così non sarà della parola di Gesù che ha detto: «Il cielo e la terra
passeranno, ma le mie parole non passeranno» (Mt 24,35). Essa rimane una
lampada per il piede del credente in cammino e una luce sicura sul suo sentiero
(Sal 119,105).
Ammettiamo che Dio dia qui e là sogni, visioni e
messaggi in situazioni particolari — sia per sgomentare (Gb 7,14), sia per
avvertire (Gb 33,14ss) — dove il buio delle tenebre è forte e non c’è chi
insegni la Parola (Pr 29,18), il suo impatto è pur sempre relativo e transitorio
(Gb 20,8; Is 29,7s); allora perché dovrei concentrarmi su tali «lumicini», utili
nella tetra notte (cfr. Gal 4,3.9), quando ho a disposizione nella sacra
Scrittura la «lampada splendente in luogo oscuro» (2 Pt 1,19) che ho il
privilegio di leggere e studiare ogni giorno? Non a caso il salmista confessava:
«Oh, quanto amo la tua Torà [= ebr. istruzione]! è la mia meditazione di
tutto il giorno» (Sal 119,97; cfr. vv. 99s).
Per l’approfondimento cfr. Nicola Martella, «Medium, estasi, falsi profeti e Bibbia»,
La lieve danza delle tenebre (Veritas, Roma 1992), pp.
363-366. ▪ Si vedano i seguenti articoli in Nicola Martella,
Carismosofia (Punto°A°Croce, Roma 1995): «Estasi, visione e falsa profezia», pp. 147-153;
«Facoltà extrasensoriali», pp. 154-162; «Autorità e rivelazione», pp. 191-194. |
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Misticismo_MeG.htm
06-04-2007; Aggiornamento: 03-07-2010 |