Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

Prima pagina

Contattaci

Domande frequenti

Novità

Arte sana

Bibbia ed ermeneutica

Culture e ideologie

Confessioni cristiane

Dottrine

Religioni

Scienza e fede

Teologia pratica

▼ Vai a fine pagina

 

Offensiva intorno a Gesù 1

 

Cattolicesimo

Vai ai contributi sul tema

Norme di fair-play

 

 

«Chi dice la gente ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 1: È ciò che dicono gli altri su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nei mass-media
■ Gesù fra teologia e filosofia
■ Gesù fra filosofia e ideologia
■ Gesù fra ideologie e religioni
■ Excursus: La via che porta a Dio

 

«E voi, chi dite ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 2: È ciò che la Bibbia dice su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nella Bibbia e nella storia
■ La questione giudaica
■ Aspetti conclusivi (Gesù e le donne, Il Gesù sacramentale, Interrogativi)
■ Dizionarietto dei termini

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 Offensiva intorno a Gesù 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Serviti della e-mail sottostante!

E-mail

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL LENZUOLO FUNEBRE DI TORINO O SACRA SINDONE?

PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Il lenzuolo funebre di Torino o sacra Sindone». Esso prende spunto dalla seguente singolare tesi della rivista evangelica «factum»: «Il lenzuolo funebre di Torino mostra il cadavere d’un uomo crocifisso. L’origine dell’immagine documenta forse il momento della resurrezione?». Rimane singolare la difesa che fa «factum» di tale lenzuolo funebre.

     A tale tesi risponde dapprima Alexander Seibel, che ha scritto una lettera al direttore di tale rivista. A ciò si aggiungono mie riflessioni e obiezioni riguardo a tale cosiddetta «sacra Sindone».

     Nel primo contributo riporto una lettera di Alexander Schick, esperto di archeologia, il quale fa un’interessante osservazione, che relega tale lenzuolo funebre nell’ambito di una sepoltura pagana!

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito può dare uno pseudonimo, se richiesto.

I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Alexander Seibel

2. Vari e minimi

3. Nicola Martella

4. Pietro Calenzo

5. S. S. Ellesmere

6. Salvatore Paone

7. Matteo Lanata

8. Interventi impropri

9. Vincenzo Russillo

10. Pietro Calenzo

11. Gianni Siena

12. Nicola Martella

13. Stefano Ferrero

   

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Alexander Seibel}

 

Caro Nicola, qualcuno, che è veramente un esperto riconosciuto in simili questioni e reperti archeologici, è Alexander Schick, autore di diversi libri su Qumran e antichi scritti. Egli ha risposto al mio articolo con la seguente e-mail: «Sono appena stato in Gerusalemme nella mostra della Sindone di Torino (presentata in modo molto evangelistico, molto interessante!). In merito ho notato che l’immagine del cadavere presenta due monete sugli occhi. Questo sarebbe il prezzo per il viaggio nel regno dei morti. Scriverò al riguardo a “factum” un breve resoconto. Sono rimasto anche sorpreso della valutazione positiva fatta da “factum” in merito!».

 

Oltre a ciò, «factum» ha promesso di pubblicare la mia lettera al direttore e ha ammesso che sono stati un po’ acritici su tale questione.

     Forse puoi aggiungere ancora che queste monete palesano un’usanza pagana. Soldi per il viaggio per il regno dei morti da dare al Principe della vita e Vincitore della morte! Che idea; un inganno e una confusione peggiori sono difficilmente immaginabili. Shalom... (30-05-2010)

 

 

2. {Vari e minimi}

 

Francesco Lo Russo: A noi cedenti non interessa se il lenzuolo è o non è [originale], a parte il fatto che, per sapere realmente se è di Gesù Cristo, dovrebbero avere qualcosa del Signore, per fare la prova del DNA. Tuttavia, visto che il nostro amato Signore è risorto, non possono avere questa prova... o fare questa prova. Poi c’è il fatto che, a quel tempo, tutti i morti in croce venivano avvolti in un lenzuolo, visto che era l’usanza funebre; quindi, è come trovare un ago nel pagliaio, è impossibile risalire a ciò che essi affermano, ossia che corrisponde al lenzuolo che ha avvolto il corpo di Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore. Anche questa è una reliquia per fare soldi o per attirare attenzione. Tra non molto troveranno anche i sandali. I cattolici non sanno più come fare per fare proseliti... {31-05-2010}

 

Alberto Mazzeo Giannone: Più che fare proseliti, penso che lo scopo sia di mantenere stretti a sé quelli che ancora credono nella chiesa del Vaticano. Infatti nei paesi aumentano statue e relative feste religiose idolatriche e culti ai morti, come anche feste dette laiche. Per il popolo o popolino ci sono messe e suffragi, per i potenti e con i potenti ci sono incontri politici e d’alta finanza a livello mondiale. E Gesù sta per tornare e come ai tempi di Noè; nessuno se ne accorge o si muore e nessuno se ne rende conto! Che lo Spirito Santo liberi la mente dalle tante illusioni del diavolo! Shalom. {31-05-2010}

 

Umberto Speciale: Concordo con voi. È triste vedere tante creature del nostro Papà [celeste] incantate dall’illusionista di questo mondo; mi sento di ringraziare Dio perché non siamo semplici creature, noi siamo i suoi figli. Questo dovrebbe permetterci di guardare oltre la superficie mascherata, che il gioco di satana vuole imporre. Mi sa però che abbiamo una responsabilità verso le creature di Dio, che fare dunque? Andiamo in qualsiasi posto a raccontare a tutti che non importa di chi sia la Sindone, se abbia avvolto Gesù o no; la Sindone finirà come questo mondo, invece Gesù è risorto e al contrario della Sindone Lui è infinito. È stupendo il nostro Dio… che vi benedica in eterno. {31-05-2010}

 

Enzo Corsini: Forse (anche se ne sono certo) questo lenzuolo ha permesso d’accrescere le ricchezze vaticane. Pecunia not olet. Si veda «Report». {31-05-2010}

 

Osservazioni: Il programma di Rai3 è «Il boccone del prete» (Versione integrale) del 30-05-2010. Qui è detto: «Nel corso della nostra inchiesta abbiamo cercato di fare i conti in tasca al Vaticano e alla Chiesa italiana, analizzando bilanci, per vedere quanto entra e come spende». In ogni modo, questo è un altro tema. {Nicola Martella}

 

 

3. {Nicola Martella}

 

Abbiamo già parlato nell’articolo del fatto che il lenzuolo funebre chiamato «sacra Sindone» non corrisponde alla descrizione degli indumenti funebri posti sul corpo di Gesù. Qui ci interessa l’esistenza delle due monetine, poste una su ogni occhio dell’uomo della Sindone. La loro effettiva esistenza sono confermate anche da altri studiosi (p.es. P.L. Baima Bollone e N. Balossino). Il prof. Pier Luigi Baima Bollone, presidente del Centro internazionale di Sindonologia, dichiara: «Abbiamo raggiunto la certezza che le due tanto discusse monetine esistano senza possibilità d’errore» [«Teologica» n° 14 (Edizioni Segno, Udine, marzo/aprile 1998), p. 5; cfr. dello stesso «Sindone la Prova», Nuovi Misteri (Oscar Mondadori)]. Secondo lui si tratterebbe di due monete di circa 17 millimetri di diametro, emesse nell’anno 16 dell’impero di Tiberio (29 d.C.) dal prefetto Ponzio Pilato. Certo resta un mistero, di là dall’impronta delle monetine, il fatto che si possa essere così sicuri che le monete impresse sulla Sindone siano proprio quelle. Altri studiosi, pur confermando l’impronta delle monete, non corroborano tanta sicurezza.

     A noi comunque non interessa tutto tale discorso della presunta datazione dell’impronta delle monetine, quanto la loro presenza! Tale costume non era giudaico, ma pagano. È veramente l’ironia della sorte che, comunque venga datata la Sindone (1° secolo, Medioevo), ai credenti cattolici venga dato in venerazione il lenzuolo funebre di un pagano!

     Lo stesso prof. Pier Luigi Baima Bollone dichiara in merito: «In realtà… le due monetine… sollevano un maggior numero di dubbi rispetto a quelli che risolvono… le dimensioni delle scritte sono al di là delle possibilità teoriche di impressione di una struttura tessile come quelle della Sindone… non è noto un uso giudaico di quell’epoca di porre… delle monetine, sulle palpebre dei defunti… È quindi inspiegabile come per la sepoltura di un Maestro come indiscutibilmente era Gesù siano state messe sulle palpebre del suo cadavere monete contrarie alla sua fede e ai suoi insegnamenti» [«Sindone la Prova», Nuovi Misteri (Oscar Mondadori), p. 242; grassetto nostro].

     Bisogna considerare che Giuseppe di Arimatea e Nicodemo erano pii Giudei, membri del Sinedrio e discepoli segreti di Gesù di Nazareth. Come fare a immaginarsi che proprio loro avrebbero posto le monete sugli occhi del cadavere del loro Maestro, perché Gesù potesse essere fornito per il traghettamento all’aldilà, ossia per pagare il Caronte della mitologia pagana?!

 

Si noti l'alone per le monetine sugli occhi. Le differenze nelle immagini sono date dalla presentazione reale e dalla riproduzione in negativo.

 

 

4. {Pietro Calenzo}

 

Ho conosciuto, tanti anni addietro, il fratello Seibel, e conosco l’integrità e l’accuratezza storica e biblica che pone in ogni sua ricerca. Trovo molto edotte e illuminanti le sue considerazioni che si fondano sull’esegesi dei testi scritturali che c’informano come realmente andarono i fatti relativi a questo sudario (sarebbe più utile, come c’indica il fr. Seibel specificare che i pannilini e il tessuto che ricoprivano il corpo e il volto del nostro Signore, erano più di uno, dunque una molteplicità).

     La chiesa romana, avendo perso, sin dai suoi albori, ogni serio approccio al materiale scritturale, seguendo le sue ideologie che gridano più all’occhio che alle coscienze dei suoi seguaci, è divenuta oggi più che mai una religione che, più che basarsi sulla Scrittura, si fonda su una caricatura a volte irriverente e antistorica delle sue stesse fonti cultuali. Oltre agli oggetti ritenuti degni nel culto cattolico, ma estranei al cristianesimo delle origini, come giustamente sottolinea il fratello Seibel, ossia foreste di croci e vagonate di santi chiodi, tutti venerati (direi meglio adorati) come veraci e autentici, sono da ricordarsi le molteplici anfore che custodiscono il latte materno di Maria, le diverse lingue d’Antonio da Padova, la caricatura (mi si consenta) della casa della natività di Loreto, o ancora i diversi corpi d’una medesima santa, cui si genuflettono gli ignari adoratori. E che dire dell’altro iper-adorato lenzuolo d’Edessa? È pacificamente chiarito che i due volti non coincidono? Ma sono venerati entrambi come autentici dalla o dalle religioni ufficiali.

     È nella vita, non favolista d’ogni giorno, che i veri adoratori, i seguaci del Signore Gesù, il Messia, sperimentano in spirito e verità la vera natura del Signore Gesù, allorquando egli permea e guida per mezzo del suo Spirito ogni attimo, ogni anelito del nostro essere nel nostro cammino verso la patria celeste. Egli è il Vivente, che non abita in teche o monumenti fatti da mano d’uomo, ed è proprio la sua resurrezione corporale, che è pegno, certezza e garanzia, della nostra speranza eterna, ossia di coloro che non sono nati né da carne, né da sangue, ma sono nati da Dio. A Gesù, l’eterno Logos umanato, risorto e vivente, sia la gloria nei secoli dei secoli. {31-05-2010}

 

 

5. {Sebastiano Stranges Ellesmere}

 

Contributo: Non viene mai menzionato il riscontro dei pollini fatto da un botanico israelita che comprova la presenza di polline di una pianta endemica della collina del Golgota. L’usanza delle monetine sugli occhi non è solo pagana; in alcune tombe miste giudaico e cristiane del periodo tardo antico ho riscontrato tale usanza (necropoli di Condofuri datata 4-5 sec. d.C.). {01-06-2010}

Risposta (Nicola Martella): Ti ricordi gli anni Sessanta e i suoi trend allora scontati? Li vivresti ora, in una società trasformata solo dopo alcuni decenni? Se risuscitasse una persona morta in quegli anni, non direbbe che oggi è un altro mondo? Che testo fa, quindi, una necropoli del 4°-5° sec. d.C. con la sepoltura a Gerusalemme di un Giudeo ortodosso, Gesù di Nazareth, da parte di seguaci giudei, strenui seguaci della Legge mosaica? Giudeppe di Arimatea e Nicodemo erano membri del Sinedrio, il tribunale supremo dei Giudei e organo di controllo della ortodossia dottrinale. Confondere tempi, luoghi e culture non aiuta la verità.

 

 

6. {Salvatore Paone}

 

Contributo: Io personalmente non so se il sudario, sindone, lenzuolo, come lo vogliamo chiamare sia quell’autentico, originale. Però c’è qualcosa nella scrittura che mi lascia pensare. Quel che mi lascia «perplesso» è Giovanni 20,7: «…e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte». Questa specificazione di Giovanni intorno a queste parole ben specificate «bende» e «sudario» mi lasciano pensare che forse avrà un senso, potremmo applicare tali parole alla Sindone di Torino? Rimane un dubbio.

     Una volta ho visto un documentario riguardo alla «Sindone» rimasi esterrefatto dal modo in cui, dopo alcuni anni di studi e ricerca tirarono le conclusioni (prima dicevano che risaliva ai tempi di Gesù, poi smentirono e sostennero che la Sindone risaliva intorno al 1.300 d.C.). Gli studiosi e ricercatori conclusero nel dire che molto probabilmente la Sindone era stata ricucita con un’altra stoffa molto simile all’altra ed essa era stata manomessa. Inoltre ancora oggi non ci si spiega come mai abbiano sovrapposto l’una con l’altra. {01-06-2010}

Risposta (Nicola Martella): In che cosa consiste la perplessità in Giovanni 20,7, non s’è capito. Lì parla di due diverse cose: il sudario (per la testa) e i pannilini (o bende; per il corpo) ben distinti e separati. Come si fa ad «applicare tali parole alla Sindone di Torino», visto che si tratta qui di un unico lungo telo, alla cui metà fu posto il cadavere di tale uomo?

     Perché dovremmo rimanere esterrefatti, inseguendo le teorie e contro-teorie dei «sindonologi», visto che il corredo funebre di Gesù del NT e quello dell’uomo della Sindone non si corrispondono? Inoltre abbiamo visto che l’apposizione delle monete sugli occhi era tipico dei rituali funebri dei pagani. Far venerare un lenzuolo funebre di un pagano, su questo sì si può rimanere sbigottiti.

 

 

7. {Matteo Lanata}

 

Notevole!!!! Il dettaglio delle due monetine, poste sugli occhi del cadavere impresso nella Sindone, m’era sconosciuto!

     Signori, non si può adorare uno straccio con l’impronta d’uno sconosciuto, creato poco meno di mille anni fa, trafugato e ricomparso (anche in diverse copie), sorretto, giustificato e per giunta contenente elementi totalmente pagani. Se anche per assurdo si volesse accettare un simile surrogato, si vorrebbe che fosse perfetto. Ma a quel punto, s’avrebbe la presunta fede conseguente? Questo non è un invito a non cercare le ragioni della propria fede, ma a concentrare le proprie energie a cercare quelle essenziali, che stanno in un libro preciso, nella propria anima, nel creato intero e chiedere la grazia per comprendere.

     Grazie, Nicola, per questo link. {01-06-2010}

 

 

8. {Interventi impropri}

 

Cari lettori, prima di intervenire, bisogna aver già letto l’articolo di base e i contributi altrui, oltre ad avere le sinapsi accese, per così rispondere nel merito.

 

Matteo Ricciotti: Ma perché perdere tempo, andando dietro a queste favole? {01-06-2010}

 

Risposta (Nicola Martella): Matteo Ricciotti, perché non contribuisci, se hai qualcosa da dire? Perché poi non aprire gli occhi a chi è alla ricerca della verità? Oppure sei tu a stabilire, di volta in volta, ciò che è una «perdita di tempo»?

    Evidentemente Paolo non pensava che l'apologetica fosse una «perdita di tempo»: «Le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti nel cospetto di Dio a distruggere le fortezze; poiché distruggiamo i ragionamenti e ogni altezza che si eleva contro alla conoscenza di Dio, e facciamo prigioniero ogni pensiero, traendolo all’ubbidienza di Cristo» (1 Cor 10,4s).

 

<—~~°°*^*°°~~—>

 

Rosario D’amico: Caro Nicola, senza offesa, a cosa serve dirti se credo o non credo nella sacra Sindone? Anche perche ti faccio un esempio: a cosa mi servirebbero se io possedessi i chiodi che hanno trafitto il Signore Gesù e non sarei nato di nuovo? Dio ti benedica. {02-06-2010}

 

Risposta (Nicola Martella): Rosario D’amico, hai letto l’articolo? Temo di no. Chi ha detto che io creda a tale lenzuolo funebre? Prendere posizione su un articolo, che non si è letto interamente, è come voler dare un giudizio su un piatto che non si è mangiato. Nell’articolo affermiamo proprio il contrario di ciò che tu ci addebiti, prendendo posizione proprio contro alcuni evangelici che danno una visione singolarmente positiva del lenzuolo funebre di Torino.

 

<—~~°°*^*°°~~—>

 

Salvatore Piscopo: Se serve ad avvicinare alla fede allora non è Fede. Allora a cosa serve? Boh! A far correre tanta gente per andare a vederlo e per cosa? Misteri. Aggrapparsi a tutto, tranne che all’Unica Via e all’Unica Verità, Cristo Gesù, morto, risorto, salito in cielo e spiritualmente presente in ogni angolo dell’universo, compreso il cuore di chi lo rende disponibile. Dio ci benedica. {02-06-2010}

 

Risposta (Nicola Martella): Salvatore Piscopo, temo che anche tu non hai letto l’intero articolo! Rimane per me un mistero il fatto che ci si esponga pubblicamente così a essere giudicati per tale leggerezza, per non dire altro. Se leggi l’intero articolo e il resto, ti accorgerai che affermiamo proprio l’inutilità della venerazione di un lenzuolo funebre di dubbia provenienza, anzi del tutto differente da quanto raccontano gli Evangeli e con segni evidenti (p.es. monetine sugli occhi) che il cosiddetto «uomo della Sindone» era appartenuto a un ambiente pagano.

 

 

9. {Vincenzo Russillo}

 

Da piccolo, all’età d’undici anni, durante un viaggio a Torino, ho potuto osservare da vicino la sacra Sindone, durante l’ostensione pubblica. Sul panno di lino si può constatare, come riportato nelle varie foto, il volto d’un uomo e i segni evidenti della tortura subita e i segni della crocifissione. Di certo, già vedendo la grandissima fila di persone, che aspettavano anche solo per vederla, si può capire che c’è un grande alone di mistero. Ma è davvero il lenzuolo che avvolse il Cristo? Ci sono svariate opinioni a riguardo: chi lo fa risalire al 10° secolo a.C., chi al 1° secolo d.C.; le misurazioni al radiocarbonio hanno dato sempre dati differenti. Al di là del grande clamore che riesce a provocare questa reliquia, che molto probabilmente è un falso riprodotto da un’artista, come sostengono molti — quel che mi colpisce è la grande massa di persone, che riesce a smuovere. Molte persone s’inginocchiavano o aspettavano lì per ore, solo per baciarlo attraverso la teca. Queste cose sono «figlie» d’un mondo che procede sempre più per visioni e non per fede; oggi molti sono gli «emuli» di Tommaso, molti vogliono una prova della risurrezione. Ma Gesù ha già risposto: «Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!» (Giovanni 20,29). {02-06-2010}

 

 

10. {Pietro Calenzo}

 

Molto interessante, caro Nicola, è anche il contributo, che date tu e il fratello Seibel sull’impossibilità che la cosiddetta Sindone possa appartenere a un cadavere cristiano [o giudaico, N.d.R.], in relazione al fatto che sopra le orbite degli occhi fossero state poste due monete, come è ineluttabilmente provato dalla ricerca scientifica e da ampia documentazione tecnica-fotografica o digitale. Tali prassi, come rettamente argomentate è una prassi pagana (il pedaggio da pagare per accedere nel mondo dei trapassati con buona sorte), che senza dubbio non poteva essere messa in atto da discepoli timorati di Dio, come Nicodemo e Giuseppe, né tanto meno da qualsiasi credente giudeo ortodosso.

    Ringrazio personalmente te, caro Nicola, e il fratello Seibel, per averci arricchiti con nuove e preziose informazioni, che smascherano una volta ancora (se mai ce ne fosse stato bisogno) la simulazione e la riottosa mala-coscienza della religione ufficiale, che pur d’appagare l’occhio (e non lo spirito) di quei pochi cattolici che ancora seguono le sue pronunce, non lesina d’abbindolare i propri adepti, omettendo con omertà la verità oggettiva con dolosa volontà. D’altro canto, conoscendo sia le pubblicazioni della DLC (ottime quelle sul disastro del darwinismo), sia la rivista Ethos, che hanno prodotto sempre buona letteratura cristiana ed evangelica, mi spiace che la redazione e il direttore siano pervenuti a valutazioni, che anche il sottoscritto trova imbarazzanti, e non corrispondenti né alle asserzioni scritturali, né a oggettive ricerche scientifiche e storiche, ampiamente documentate. Ancora grazie e che Dio vi benedica. Shalom. {02-06-2010}

 

 

11. {Gianni Siena}

 

Evidentemente ai «sindonofili» questo non interessa, ma noi dobbiamo denunciare il pericolo insito in questi mezzucci (reliquie) per suscitare la fede nelle persone.

     A me interessa, soprattutto, sottolineare talune significative reazioni ebraiche rispetto a questo discusso telo.

     ■ 1. Un rabbino fu tra i primi a vederlo e disse: «Io non ho mai visto un ebreo sepolto in questo modo». Si riferiva a un dettaglio rivelatore: gli ebrei seppelliscono i loro morti con le braccia distese sui fianchi, parallele al corpo; mentre l’impronta della Sindone mostra l’uomo che nasconde i genitali con le mani. Per un ebreo toccare i genitali è un gesto estremamente vergognoso.

 

     ■ 2. Il foro dei chiodi è sui polsi, mentre le testimonianze storiche della crocifissione parlano del reo legato al patibolo con corde sugli avambracci, inchiodato nelle palme delle mani e issato sul palo fisso verticale, dove l’affissione era completata inchiodando i piedi.

     Questo testimonia che l’iconografia tradizionale cattolica dei crocifissi è sostanzialmente esatta.

 

     ■ 3. La scoperta della dottoressa Rebecca Jackson, se confermata, invaliderebbe la messianicità di Gesù, se tale Sindone fosse appartenuto veramente a lui. Ella, ebrea di famiglia ortodossa ed esperta d’usanze giudaiche, ha identificato il telo di Torino come «hasadeenhakadosh» o «santo velo pietoso». Si tratta d’un sacco di lino destinato al trasporto dei corpi dei condannati a morte, su ordine della comunità giudaica.

     Il sacco era lungo 8 cubiti e largo 2 cubiti (440 cm X 110 cm) e spesso 1 mm (= le misure originarie del telo torinese). Questo telo «pietoso» è l’unico oggetto previsto per coprire la nudità del giudeo peccatore, morto per le sue trasgressioni.

     Due discepoli che espongono colui, che essi credono essere il Messia, all’obbrobrio d’una infame sepoltura giudiziaria? «Se» questo telo fosse effettivamente usato da Giuseppe d’Arimatea e da Nicodemo per trasportare il corpo di Gesù al sepolcro, c’è di che essere allibiti circa le loro convinzioni messianiche sul Redentore!

     Fortunatamente l’intervento dei due maggiorenti ebrei è descritto in ben altro modo nei testi evangelici: ▪ a) Un funerale degno d’un ricco (Is 53,9). ▪ b) Avvolto in bende, secondo l’uso dei nobili giudei. ▪ c) Vestito con un abito di squisita fattura (ancora in uso tra gli ebrei). ▪ d) In testa gli fu posto un copricapo (sudario, una tiara o un turbante, forse; o lo stesso che usò durante il ministero pubblico). ▪ e) Avvolto in un lenzuolo funebre, secondo l’uso del tempo (= ancora oggi si chiama «tadesh»).▪ f) Il sepolcro cosparso d’aromi costosi (anche questo dettaglio è ricordato dai Vangeli). ▪ g) Il primo giorno della settimana si sarebbe completato la preparazione del corpo con unguenti. ▪ h) Per altri dettagli non menzionati, possiamo guardare alle usanze funebri attuali: i giudei sono molto conservatori.

     Detto questo credo che non andrò mai a Torino per vedere il famoso telo; esistono inoltre numerose testimonianze che provano oltre ogni dubbio l’inautenticità del telo.

     Insistere sulla sua «antichità» se, a qualche titolo, «provata», essa metterebbe in seria discussione la messianicità di Gesù: se fu seppellito avvolto in quel telo da condannato, salta la prova cardine della sua innocenza profetizzata da Isaia: «Gli era stata riservata la sepoltura degli empi, ma nella sua morte un ricco provvederà al suo funerale» (Is 53,9; secondo una traduzione cattolica italiana destinata agli italoamericani). {03-06-2010}

 

 

12. {Nicola Martella}

 

La trattazione del contributo precedente ha molti interessanti aspetti. Sul secondo punto, però, bisogna far notare che non c’era un solo modo di appiccare il reo alla croce. C’era il metodo di inchiodare le palme della mani, dopo che i polsi o gli avambracci erano stati legati con corde. C’era però anche l’uso di inchiodare i polsi, perché più resistenti. Ciò è mostrato dal ritrovamento in Palestina delle ossa calcinate di un polso con ancora dentro il chiodo. Un ritrovamento osseo appartenente allo scheletro di un uomo crocifisso di nome Jehochanan, proveniente da una tomba ebraica in Giv’at Ha-mivtar, nei pressi di Gerusalemme, e risalente all’anno 70 d.C., conferma tutto ciò; qui il chiodo era stato conficcato attraverso il polso. Ciò fu confermato anche da resoconti storici dei Romani.

     Se Gesù fosse stato crocifisso nelle palme delle mani, non si sarebbe potuta adempiere la predizione, che recita: «[Dell’agnello] non ne spezzate alcun osso» (Es 12,46; Nu 9,12; Gv 19,36).

 

 

13. {Stefano Ferrero}

 

Nota redazionale: Il seguente contributo è arrivato a discussione oramai conclusa. Lo riportiamo lo stesso, sebbene non gli diamo alcuna risposta, visto che il tutto richiederebbe un’analisi approfondita di tutti gli articoli linkati, cosa che va di là dal contenuto dell’articolo di riferimento e dalle intenzioni d’esso. A noi interessava soprattutto dimostrare che la cosiddetta Sindone di Torino non corrisponde alla descrizione del corredo funebre descritto negli Evangeli. In ogni modo, ringraziamo questo lettore per le interessanti informazioni. Lasciamo ai lettori i relativi approfondimenti e le conclusioni.

 

Caro Nicola, avendo letto del dibattito e avendo notato molte cose interessanti, mi è sembrato doveroso intervenire sul tema. Abito a Torino e ho visto la sindone nel 1998 e nel 2000 quando ero ancora cattolico, mi sono interessato parecchio dell’argomento e penso che vadano puntualizzati alcuni aspetti. Seibel, ha fatto una corretta esegesi riguardo ai panni funebri: Gesù è stato sepolto avvolto da pannilini e con un sudario sul capo di ridotte dimensioni, che è inassimilabile alla sindone, prima di tutto per dimensioni.

     La sindonologia è in realtà una pseudoscienza, che di scientifico non ha proprio niente, al pari di naturopatia, astrologia, numerologia e magia.

 

     ■ 1. Le presunte monete romane nella sindone non sono affatto documentate, ma solo un effetto della pareidolia in chi osserva il lenzuolo. [N.d.R.: Secondo Wikipedia, la pareidolia «è l'illusione subcosciente che tende a ricondurre a forme note oggetti o profili (naturali o artificiali) dalla forma casuale».] [Link esterno: ► La farsa delle monetine sugli occhi]

 

     ■ 2. Le prove scientifiche della datazione al medioevo sono in realtà schiaccianti, confermate contemporaneamente da tre laboratori d’altissimo livello e le presunte confutazioni della datazione sono solo una bufala di livello internazionale, creata da un astuto imbroglione per fare soldi e avere fama. Nonostante sia stato smascherato, i media hanno insabbiato la cosa il più possibile, spalleggiati sicuramente dal Vaticano. [Link esterni: ► Dossier Kouznetsov; ► Quello strano silenzio sulla frode di Kuznetsov; ► Lo scienziato immaginario]

 

     ■ 3. Secondo una bolla di papa Clemente VII del 6-1-1390 (poi considerato un antipapa) riguardo alla sindone era specificato che quando il popolo si raduna, si deve proclamare e dire al popolo «con voce alta e intelligibile, per far cessare ogni frode, che la suddetta figura o rappresentazione non è il vero sudario di Nostro Signore Gesù Cristo, ma una “pictura seu tabula”, pittura o quadro, fatta come figura o rappresentazione del sudario», che fu di Gesù Cristo. Era noto alle autorità ecclesiali dell’epoca che si trattava d’una creazione artistica recente e che non era risalente al 1° secolo. [Link esterno: ► Sindone, falsi, bolle papali]

 

     ■ 4. Che si sia ammesso che la datazione al medioevo fatta nel 1988 era errata, è un altra bufala giornalistica. [Link esterni: ► Caso Ramsey: disinformazione a oltranza; ► Sindone Ramsey infuriato con La Stampa] {09-06-2010}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Lenzuol_funebr-sindone_OiG.htm

31-05-2010; Aggiornamento: 10-06-2010

 

▲ Vai a inizio pagina ▲

Proprietà letteraria riservata

© Punto°A°Croce