Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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INVOCARE IL SANGUE E INVOCARE L’UNZIONE?

PARLIAMONE 1

 

 a cura di Nicola Martella

 

Qui di seguito discutiamo il confronto «Invocare il sangue e invocare l’unzione» avuto fra Enzo D’Avanzo e il sottoscritto.

    Lui aveva scritto sulla sua bacheca di un social network quanto segue: «Nel Nome di Gesù c’è potenza, liberazione, invoco il sangue di Gesù sulla Vita dei miei contatti, costantemente prego per i miei nemici... invoco la liberazione divina l’unzione dello Spirito Santo, prego per i terremotati di Haiti, e per i problemi sociali della sorella Barbara... nel nome di Gesù, amen» (13-01-2010). 

    In un breve intervento chiedevo quanto segue: «Enzo D’Avanzo afferma: “Invoco il sangue di Gesù”: interessante. Mi piacerebbe conoscere almeno un brano, dove ciò è contemplato proprio in tale modo; potrebbe essermi sfuggito. Egli afferma pure: “Invoco... l’unzione dello Spirito Santo”: è interessante pure questo. Anche qui mi piacerebbe conoscere almeno un brano della Scrittura, dove si trova una invocazione proprio in tale modo; anche questo potrebbe essermi sfuggito».

    Tali semplici questioni poste con pacatezza e con l'attesa di una risposta nel merito, lo hanno indotto a scrivere una decina di interventi sulla mia bacheca dello stesso social network. Sebbene io abbia abbastanza presto smesso di rispondergli, subodorando il peggio, ciò che è nato come venticello, è diventato poco alla volta una tempesta e poi un tornado in lui, inducendolo ossessivamente a scrivere sulla mia bacheca, a cancellare, a scrivere altro, a minacciare... facendo tutto da solo. Infatti, avendo visto le prime avvisaglie di tempesta carismaticista, mi ero subito ritirato e avevo smesso di rispondergli. Il suo crescendo arrivò fino a quasi notte fonda, quando infine cancellò tutti i suoi interventi e si ritirò. 

    Dovremmo invocare il sangue, quindi una cosa, come se fosse una personificazione, quando possiamo invocare il Signore vivente? Dovremmo invocare, allo stesso modo, l'unzione? Tutt'al più si dovrebbe invocare il Signore per averla. Perché, però, dovremmo invocare il Signore per qualcosa che già abbiamo (1 Gv 2,20.27), visto tutti i credenti la ricevono con la rigenerazione?

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Alessandro Nasti

2. Fortuna Fico

3. Patrizia Miceli

4. Salvatore Paone

5. Pietro Cruccas

6. Gianni Siena

7. Vincenzo Russillo

8. Pietrina Porzia, ps.

9. Antonio Capasso

10. Patrizia Miceli

11. Guerino De Masi

Continua

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Alessandro Nasti}

 

Contributo: Ciao, scusa, ma ti voglio fare una domanda, ti ringrazio comunque, ma gradirei ricevere una risposta; la domanda è: quale è il tuo credo, in cosa credi, quale è il tuo fondamento? {15 gennaio 2010}

 

Risposta: La domanda è legittima, visto che è scritto: «Abbiate nei vostri cuori un santo timore di Cristo il Signore, sempre pronti a rispondere a vostra difesa a chiunque vi domanda ragione della speranza che è in voi» (1 Pt 3,15). Perciò rispondo come segue:

     ■ Ciò che credo, si trova qui: «Il credo biblico».

     ■ L’approfondimento si trova qui: «Le dottrine bibliche».

     ■ Per un maggiore approfondimento delle singole questioni, si veda nella mia opera «Elementi della fede: Dottrine fondamentali della fede cristiana». Per una lunga contrapposizione con le dottrine dell'occultismo si veda qui: Nicola Martella, «La dottrina occulta e la Bibbia», La lieve danza delle tenebre (Veritas, Roma 1992), pp. 389-417.

     Spero che basti. {Nicola Martella}

 

 

2. {Fortuna Fico}

 

Contributo: Chi parla d’amore, di carità è il primo a non averne! Aspettano ancora il «battesimo dello Spirito»; e invece inveiscono contro chi afferma già d’averlo.

     Un mio contatto evangelico «carismatico» inveiva politicamente contro una certa parte di persone; quando gli dissi che era meglio usare Facebook per parlare del Signore piuttosto che di politica, mi disse le seguenti testuali parole: «Attenta, io posseggo "tutti" i doni dello Spirito [quale spirito?], e posso farti quello che voglio!». Poi parla d’amore, di pace... di unzione! {15 gennaio 2010}

 

Risposta: Sì, è proprio strano sentire qualcuno parlare d'amore, intanto inveisce contro di te e ti apostrofa nei modi più incredibili! Intanto si manda in soffitta proprio «l'amore per la verità».

    Inoltre l'ignoranza biblica domina spesso proprio tra coloro che reclamano particolari poteri spirituali. I carismi [= azioni di grazia] e le funzioni ministeriali sono stati dati dallo Spirito Santo ai credenti per il bene e l'edificazione della chiesa, non per diventare «potenti giustizieri»; questa è magia. «Ora a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l’utile comune» (1 Cor 12,7). «Ed è lui che ha dato gli uni... per l’equipaggiamento dei santi riguardo all’opera del servizio, per la costruzione del corpo di Cristo» (Ef 4,12). {Nicola Martella}

 

 

3. {Patrizia Miceli}

 

Contributo: Ma questi carismatici perché non li tolgono almeno da Facebook? Non basta che ce li sopportiamo in città con le loro «chiese» aziende? {15 gennaio 2010}

 

Risposta: Capisco lo sfogo di chi è rimasta molto bruciata con i carismaticisti della «ideologia della prosperità». E capisco pure tale esatta definizione di «chiese aziende». Comunque, fintantoché tutti possono accedere ai social network e ad altri servizi, si può sperare bene per la pace e la democrazia in Italia e nel mondo. Certo sarebbe auspicabile che si potesse discutere insieme con pacatezza e nel merito. Non tutti coloro, però, che si sentono «eletti», «unti», «potenti di spirito» e quant'altro, sono capaci di praticare il «frutto dello Spirito», che è la vera prova del nove di una fede genuina e di una vita trasformata. {Nicola Martella}

 

 

4. {Salvatore Paone}

 

Contributi: 1. Caro Nicola, non c’è affatto bisogno che ti giustifichi riguardo allo scritto di Enzo Davanzo. È un uomo litigioso, ama le liti, attacca senza sapere né valutare che cosa un altro possa dire... È prevenuto. L’ha fatto anche con me. E c’è da dire che tu sei stato molto corretto rispetto a quanto abbia potuto fare io. Magari io avrei potuto meritare una reazione del genere, tu proprio no! {15 gennaio 2010}

     2. […] È scioccante come Enzo si accanisce contro di te (!), usando un linguaggio mistico cristianizzato, cosa che mi sono scandalizzato. Io gli ho detto, più di una volta, che lui, invece di fare guerre o crociate, poteva rispondere in modo scritturale delle tue domande, ma lui è fanatico. pieno di sé. {15 gennaio 2010}

 

Risposta: È veramente strano come aver posto pacatamente sue semplici domande, su cui volevo avere una sua spiegazione, abbiano fatto montare in lui un maltempo tale, che presto è diventato una tempesta e poi un uragano. Chi mi ha riempito di impropri, pur parlando di carità, è finito alle minacce e poi a presentare un esposto a Facebook (!)... pur essendo stato lui a scrivere (e cancellare), per un giorno intero, i suoi scritti sulla mia bacheca. Chi è affetto dal «virus» del misticismo entusiastico, non sa probabilmente dove il realismo stia di casa. {Nicola Martella}

 

 

5. {Pietro Cruccas}

 

Contributo: Ti ringrazio della segnalazione. Ci sono tanti falsi profeti in giro. Bisogna avere gli occhi aperti. Ma questa è una battaglia molto grande per combatterla da soli. Solo Dio ci può dare la forza per smascherarli. Comunque, bisogna essere vigilanti, e quello che state facendo è un’opera utile per l’edificazione cristiana. {15 gennaio 2010}

 

Risposta: Conosco troppo poco Enzo Davanzo per potergli dare una qualche etichetta particolare. Certo i segni non sono incoraggianti. E se l'albero si mostra dai frutti, la sua reazione spropositata non lo rende certo raccomandabile come «l'uomo di Dio», unto e potente, che vorrebbe apparire. {Nicola Martella}

 

 

6. {Gianni Siena}

 

Molti anni fa, durante un periodo tribolato (ero appena convertito), invocai diverse volte il sangue di Gesù: sapevo d’essere sotto attacco spirituale e la risposta interiore era d’un immediato sollievo... finché poi il Signore mi liberò completamente da quell’oppressione spirituale.

     Sapevo che quest’invocazione era rivolta al Signore stesso e il sangue invocato ricordava al nemico la sua sconfitta alla croce e a me la libertà di figlio di Dio; da qualche parte c’è scritto: «Mediante la fede nel sangue di Lui...»

     Fin qua nulla da dire e, senza fare del sangue fisico di Gesù un «talismano», io credo che il Signore risponda a chi ha bisogno di soccorso: m’era chiaro già nel 1975 la valenza redentrice del Sangue di Gesù sparso sul Golgota.

     Detto questo, però, trovo singolare e puerile (quando lo facevo, ero appena convertito) che un pastore (?) invochi il «sangue» e «l’unzione»... Già dobbiamo difenderci da accuse (talvolta false) di non essere biblicamente in «squadra», ci manca soltanto questo; ma non mi stupisco più di niente, in ogni modo la cosa non mi tocca: ognuno deve rendere conto delle «diverse dottrine» che insegna.

     Io, per principio ormai, non mi faccio più avanti, quando qualcuno fa l’appello e vorrebbe impormi le mani, pregando. Credo nel valore della preghiera fatta con certezza di fede, ritengo che sia (solo qualche volta!!!!!!!!!!) utile imporre le mani a chi riceve la preghiera di fede, ma di questo si è abusato abbondantemente.

     Infine, occorre fare i conti con gente che non conosce limiti e sobrietà scritturali, che ha sviluppato il talento seduttivo esercitato in veste di «ministero» cristiano. Alle «Iene» (Italia 1) uno psicologo ha dimostrato che con un po’ d’esercizio e suoni adeguati riesce a ipnotizzare un bel po’ di gente e a farla cadere: le cose che uno può indurre a far fare dipendono dalla fiducia passiva del soggetto.

     Devo concludere che le invocazioni eterodosse (anche quando sono mutuate dalla Bibbia) non hanno una base scritturale: preferisco tenermi la mia fede piccola e bisognosa di crescere, ma non con questo «cibo». {15 gennaio 2010}

 

 

7. {Vincenzo Russillo}

 

Non conosco Enzo D’Avanzo, ma è facile capire che è poco avvezzo al confronto fraterno e ha dei paraocchi dottrinali. Inoltre mi ha colpito la sua affermazione: «Voi vi limitate alla sola lettera». Non c’è scritto forse nella Bibbia: «Io lo dichiaro a chiunque ode le parole della profezia di questo libro: se qualcuno v’aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i flagelli descritti in questo libro; se qualcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dell’albero della vita e della santa città che sono descritti in questo libro» (Apocalisse 22,18-19)? Io credo che abbia preso un enorme abbaglio. Paolo disse altresì: «Ma tu esponi le cose che sono conformi alla sana dottrina» (Tito 2,1). Inoltre ci viene ingiunto: «Ma esaminate ogni cosa e ritenete il bene» (1 Ts 5,21).

     Andando a vedere nella Sacra Scrittura, non viene mai invocata l’unzione. Anzi questo termine viene usato con due accezioni diverse, come segue:

     ■ Chriô: Viene usato con il significato di strofinare con olio per la chiamata a un ufficio o a un servizio. In questo caso, è intesa la consacrazione di Gesù per la sua chiamata messianica; infatti c’è scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me, perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato per annunciare la liberazione ai prigionieri e il ricupero della vista ai ciechi; per rimettere in libertà gli oppressi, per proclamare l’anno accettevole del Signore» (Lc 4,18s).

 

     ■ Aleifô: Vuol dire ungere. Ora, però, tale termine non viene mai usato per una chiamata quasi magica di benedizione dello Spirito Santo, questo andrebbe contro lo stesso insegnamento della Bibbia, perché Cristo ci ha lasciato il dono dello Spirito Santo e tutti i cristiani sono unti da Lui: «Quanto a voi, avete ricevuto l’unzione dal Santo e tutti avete conoscenza» (1 Gv 2,20). Inoltre c’è scritto: «Or colui che con voi ci fortifica in Cristo e che ci ha unti, è Dio; egli ci ha pure segnati con il proprio sigillo e ha messo la caparra dello Spirito nei nostri cuori» (2 Cor 1,21-22). Non si ha bisogno d’invocare lo Spirito o presunte unzioni.

 

Quanto al sangue, anche questa invocazione pare faccia parte più d’un formulario magico che di una preghiera a Gesù. Infatti il sangue versato dal nostro Signore è il pieno significato del suo sacrificio a fine espiatorio. Esso ha un significato materiale, poiché è stato versato sulla croce; oltre a ciò ha anche il potere d’espiare i peccati. Infatti il sacrificio viene fatto una volta per tutte e mai viene invocato il suo sangue. Gesù Cristo «non ha ogni giorno bisogno d’offrire sacrifici, come gli altri sommi sacerdoti, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo; poiché egli ha fatto questo una volta per sempre, quando ha offerto se stesso» (Ebrei 7,27).

     Per terminare questo breve excursus, aggiungo che non bisogna considerare la preghiera come una formula magica, ma preghiamo per dare onore a Dio come ci ha insegnato Gesù (Matteo 6,9-13). Dev’essere una preghiera con il cuore puro e soprattutto senza nulla togliere e aggiungere a ciò che è scritto nella Sacra Scrittura. {16-01-2010}

 

 

8. {Pietrina Porzia, ps.}

 

Contributo: Comunque... devo dirti Martella che la tua prima risposta l’ho trovata un po’ provocatoria e di conseguenza ha trovato un campo fertile in quel momento.... Cerchiamo di andare d’accordo, non provocandoci gli uni gli altri sottilmente, perché questo non conduce a saggezza. Non siamo noi che ci dobbiamo difendere... ma è Dio che prende in mano ogni situazione e conosce i cuori di ciascuno e sopratutto le vite! Noi dobbiamo solo amarci! Non siate in molti a far da maestri... ma con umiltà sopportatevi, cioè portate sopra!! Pace {16-01-2010}

 

Risposta: Chi vuol dialogare, dà risposte pacate alle domande e spiega il suo punto di vista. La provocazione è tale, se chi riceve una semplice domanda, è prevenuto e la considera un affronto. Io ricevo ogni giorno domande, richieste e quant’altro (rimproveri, affronti, impropri). Mi esercito a rispondere a tutti nel merito, con pacatezza e con la forza della ragione e del buon senso, riportando le questioni a ciò che afferma la Scrittura.

     Quanto all’andare d’accordo, per prima cosa dobbiamo andare d’accordo con la verità. Un amore senza verità, è sentimentalismo. La saggezza è l’efflusso del timor di Dio, che viene dalla Parola di Dio; se la consideriamo «lettera morta», c’è solo arbitrio e quindi stoltezza e pericolo per sé e per gli altri.

     Certo che «è Dio che prende in mano ogni situazione», ma ciò non ci esime dalle nostre responsabilità di tagliare «rettamente la parola della verità» (2 Tm 2,15) e di «combattere strenuamente per la fede, che è stata una volta per sempre tramandata ai santi» (Gd 1,3).

     «Noi dobbiamo solo amarci»? No, noi dobbiamo amare «sopra tutto» Dio (Dt 6,5; 10,12; 11,13…) e la sua verità (2 Ts 2,10). La comunione con chi si chiama «fratello» è condizionata dalla sua dottrina (Gal 2,4; 1 Gv 2,19) o dalla sua condotta morale (1 Cor 5,11s).

     Se Paolo avesse applicato tale romantica tolleranza, che Ornella propone, poteva risparmiarsi la lettera ai Galati (contro i giudaisti; cfr. Gal 1,6-9), le lettere ai Corinzi (contro i super-apostoli giudaici di stampo gnostico, appunto carismaticisti; cfr. 2 Cor 11), la lettera ai Colossesi (mise in guardia da santoni giudaici con strane filosofie basate su visioni, cfr. Col 2,16ss) e le epistole ai suoi collaboratori (1-2 Tm; Tt), in cui parlò dei suoi combattimenti e delle sue persecuzioni e mise in guardia da falsi maestri (cfr. 2 Tm 4,3; cfr. anche Pietro in 2 Pt 2,1). Paolo poteva anche risparmiarsi di chiamare a Mileto i conduttori della chiesa di Efeso per fare loro severe raccomandazioni: «Io so che dopo la mia partenza, entreranno fra voi dei lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; e di fra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trarre i discepoli dietro a sé» (At 20,29s; cfr. Mt 7,15).

     Quando Giacomo affermava: «Fratelli miei, non siate molti a far da maestri» (Gcm 3,1), non intendeva certo affermare che chi aveva ricevuto carismi e responsabilità, dovesse far finta di niente verso le questioni dottrinali e morali. Questa è colpevole tolleranza. Chi sta a guardare, senza agire, diventa complice. Giacomo più di altri ha giudicato varie situazioni e ha sentenziato quale sia il volere divino. Egli intendeva l’uso sbagliato della lingua in campo interpersonale (vv. 2ss), e non l’obbligo che gli uomini di Dio hanno di difendere la verità biblica. Altrimenti non si capisce perché Paolo raccomandò al suo discepolo e collaboratore: «Predica la Parola, insisti a tempo e fuor di tempo, riprendi, sgrida, esorta con grande pazienza e sempre istruendo. Perché verrà il tempo che non sopporteranno la sana dottrina; ma per prurito d’udire si accumuleranno dottori secondo le loro proprie voglie e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole» (2 Tm 4,2ss).

     Quindi, non strumentalizziamo la Parola di Dio per il nostro tornaconto, sebbene buonista, ciò ci renderebbe colpevoli. Chi vuol procedere così, lo faccia senza di me. Io non voglio far  ingrassare agnelli per destinarli ai lupi di turno. {Nicola Martella}

 

 

9. {Antonio Capasso}

 

Fratello Nicola, pace. Invocare il sangue o l’unzione, non è biblico, non si sa come, ma purtroppo, queste espressioni sono entrate a far parte del linguaggio di molti pentecostali dei primi anni, quando avevano poca conoscenza biblica. I primi credenti pentecostali, per lo più appartenenti a un’estrazione sociale povera e contadina, non avevano una preparazione teologica, né una tradizione evangelica alle spalle, venendo quasi tutti dal cattolicesimo. Tanti sono stati purtroppo gli errori fatti all’inizio, avendo zelo senza conoscenza.

     Nei primi anni della mia conversione (32 anni fa), vedevo credenti invocare il sangue di Gesù anche per liberare le persone possedute da demoni, nonostante che Gesù abbia detto: «Nel nome mio scacceranno i demoni». Questo modo di fare è stato sempre riprovato da quei fratelli che avevano maggiore conoscenza della Parola di Dio. Negli ambienti pentecostali classici questo è ormai quasi del tutto scomparso, ma continua a prosperare nell’ambito carismaticista. [...] Fraterni saluti… {16-01-2010}

 

 

10. {Patrizia Miceli}

 

Contributo: Una cosa non capisco: questi «unti» non dovrebbero essere mansueti, uomini di pace, riflessivi e ponderati? Non è il primo esempio di comportamento «isterico» di cui leggo. Ricordo quel tale che esorcizzava le e-mail e scacciava il diavolo dall’indirizzo di posta elettronica. [ Paranoia carismaticista? Parliamone 1] Vedo che è un comportamento standard per questi «oliati»; l’arroganza la fa da padrona nelle loro esternazioni. Se vedi uno agitato che inveisce contro tutto e tutti… bene, quello è un «oliato carismatico».

     Magari, con tutto questo «olio» non dovrebbero attaccarsi addosso, eppure... Mi chiedo: Contro gli unti-santoni lo sgrassatore dovrebbe andare bene o no? {17 gennaio 2010}

 

Risposta: Per una che è uscita scottata e traumatizzata dal «movimento della prosperità» (e da una «chiesa azienda»), è comprensibile il sarcasmo usato; bisogna comunque tenerlo nei limiti. In ogni modo, oltre all’esorcismo dell’indirizzo e-mail, non bisogna dimenticare quello del serbatoio. [ Paranoia carismaticista? Parliamone 2]

     Gli «oliati» (!) non dovrebbero attaccarsi? Invece s’attaccano e come (gonfiano pulci, inghiottono elefanti), t’attaccano (non avendo validi argomenti, passano alle ingiurie) e ti fanno attaccare (spesso altri, senza neppure conoscerti né presentarsi, scrivono le cose più indicibili, per venire in soccorso a «unti» e «santoni»). Come si sa, lolio rende viscido ciò che si vorrebbe afferrare; così è anche per gli «unti» e i loro accoliti. 

     Per gli «oliati» è tutto «power» e «prosperità» (la loro), parlano d’amore, ma non sanno dove stia di casa il «frutto dello Spirito», visto che lo mettono ben presto fuori servizio, credendo di avere una licenza particolare in merito, quando ti scrivono, ti attaccano e ti minacciano. Devo pensare a qual pastore carismaticista che un giorno mi ha telefonato, cominciando con queste parole: «Io ti denuncio!». Tralascio il resto; per calmarlo e portarlo alla ragione, non è stato facile. {Nicola Martella}

 

 

11. {Guerino De Masi}

 

E ancora una volta mi è toccato tornare a «Fede controcorrente» per rileggermi il tutto prima d’esprimermi.

     Sai cosa ho visto Nicola? Il focoso «pastore D’Avanzo» si è lanciato con le sue stilettate alle 11 e dieci e per un quarto d’ora. Poi per un buon tre quarto d’ora ancora, dalle 12 meno venti fino alle 12 e trenta quasi. Un buon venti minuti ancora, dalle cinque in poi. Per poi riprendere subito per altri dieci minuti fino alle 17 e trenta. E botto finale, alle 21 e trenta.

     Ma ti rendi conto? Gli hai rovinato la giornata e l’appetito! Pensa se tu lo avessi offeso o contraddetto (!!!), gli prendeva un infarto...

     È fin troppo lampante la sua sprovveduta e scarsa preparazione. Poveri credenti che si devono affidare alla sua cura pastorale, visto che è pastore.

    Io t’avrei risposto così: Se devo affrontare un caso particolarmente delicato (e mi è successo davvero), sento tutto il bisogno d’affidarmi al Signore, riportando al mio cuore i benefici del sangue prezioso che il Signore Gesù ha versato alla croce per darmi la salvezza e la vittoria sulla morte e sul nemico.

    Mi sono riletto tutti quei brani, in cui è evidenziata la vittoria di Cristo alla croce, che diventa nostra vittoria con la sua risurrezione, la garanzia e la certezza della nostra salvezza. Così come quei brani, in cui è evidenziata la sconfitta e la messa alla berlina delle potenze avversarie («sgabello dei suoi piedi»!!!).

     Certamente, non mi sarei messo in vetrina, per una situazione così delicata. Tutt’al più avrei chiesto (come feci a suo tempo, e parlo di trent’anni fa circa), aiuto e consiglio a qualche fratello maturo e con esperienza in quel dato problema.

     Non ti ha dato risposta? Non ne ha di risposte da darti, caro Nicola. Io preferirei lasciarlo nel suo brodo... ma non finirà per lessare? {18-01-2010}

 

Benny Hinn e la mistica del sangue {Nicola Martella} (D)

Invocare il sangue e invocare l’unzione {Enzo D’Avanzo - Nicola Martella} (T/A)

Invocare il sangue e invocare l’unzione? Parliamone 2 {Nicola Martella} (T)

Unzione {Nicola Martella} (Diz)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Invoca_sangue_unzione_Car.htm

15-01-2010; Aggiornamento: 01-09-2012

 

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