Qui di seguito
discutiamo il confronto «Invocare
il sangue e invocare l’unzione»
avuto fra
Enzo D’Avanzo e il sottoscritto.
Lui
aveva scritto sulla sua bacheca di un social network quanto segue:
«Nel Nome di Gesù c’è potenza, liberazione,
invoco il sangue di Gesù sulla Vita dei miei contatti, costantemente prego
per i miei nemici... invoco la liberazione divina l’unzione dello Spirito
Santo, prego per i terremotati di Haiti, e per i problemi sociali della sorella
Barbara... nel nome di Gesù, amen» (13-01-2010).
In
un breve intervento chiedevo quanto segue: «Enzo D’Avanzo afferma: “Invoco il
sangue di Gesù”: interessante. Mi piacerebbe conoscere almeno un brano, dove
ciò è contemplato proprio in tale modo; potrebbe essermi sfuggito. Egli afferma
pure: “Invoco... l’unzione dello Spirito Santo”: è interessante pure
questo. Anche qui mi piacerebbe conoscere almeno un brano della Scrittura, dove
si trova una invocazione proprio in tale modo; anche questo potrebbe essermi
sfuggito».
Tali semplici questioni poste con pacatezza e con l'attesa di una risposta nel
merito, lo hanno indotto a scrivere una decina di interventi sulla mia
bacheca dello stesso
social network. Sebbene io abbia abbastanza presto smesso di rispondergli,
subodorando il peggio, ciò che è nato come venticello, è diventato poco alla
volta una tempesta e poi un tornado in lui, inducendolo ossessivamente a
scrivere sulla mia bacheca, a cancellare, a scrivere altro, a minacciare...
facendo tutto da solo. Infatti, avendo visto le prime avvisaglie di tempesta
carismaticista, mi ero subito ritirato e avevo smesso di rispondergli. Il suo
crescendo arrivò fino a quasi notte fonda, quando infine cancellò tutti i suoi
interventi e si ritirò.
Dovremmo invocare il sangue, quindi una cosa, come se fosse una
personificazione, quando possiamo invocare il Signore vivente? Dovremmo
invocare, allo stesso modo, l'unzione? Tutt'al più si dovrebbe invocare
il Signore per averla. Perché, però, dovremmo invocare il Signore per qualcosa
che già abbiamo (1 Gv 2,20.27), visto tutti i credenti la ricevono con la
rigenerazione?
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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1.
{Alessandro Nasti}
▲
■ Contributo:
Ciao, scusa, ma ti voglio fare una
domanda, ti ringrazio comunque, ma gradirei ricevere una risposta; la
domanda è: quale è il tuo credo, in cosa credi, quale è il tuo
fondamento? {15 gennaio 2010}
▬
Risposta: La domanda è legittima, visto che è scritto: «Abbiate
nei vostri cuori un santo timore di Cristo il Signore, sempre
pronti a rispondere
a vostra difesa a chiunque vi
domanda ragione
della speranza che è in voi» (1 Pt 3,15). Perciò rispondo come
segue:
■ Ciò che credo, si trova qui: «Il
credo biblico».
■ L’approfondimento si trova qui: «Le
dottrine bibliche».
■ Per un maggiore approfondimento delle singole
questioni, si veda nella mia opera «Elementi
della fede: Dottrine fondamentali della fede cristiana». Per una
lunga contrapposizione con le dottrine dell'occultismo si veda qui:
Nicola Martella, «La
dottrina occulta e la Bibbia»,
La lieve danza delle tenebre
(Veritas, Roma 1992), pp.
389-417.
Spero che basti. {Nicola Martella}
2. {Fortuna Fico}
▲
■
Contributo: Chi parla d’amore, di carità è il primo a non averne!
Aspettano ancora il «battesimo dello Spirito»; e invece inveiscono contro chi
afferma già d’averlo.
Un mio contatto
evangelico «carismatico» inveiva politicamente contro una certa parte di
persone; quando gli dissi che era meglio usare Facebook per parlare del Signore
piuttosto che di politica, mi disse le seguenti testuali parole: «Attenta,
io posseggo "tutti" i doni dello Spirito [quale spirito?],
e posso farti quello che voglio!». Poi parla d’amore, di pace... di
unzione! {15 gennaio 2010}
▬
Risposta: Sì, è proprio strano sentire qualcuno parlare
d'amore, intanto inveisce contro di te e ti apostrofa nei modi più incredibili!
Intanto si manda in soffitta proprio «l'amore per la verità».
Inoltre l'ignoranza biblica domina spesso proprio tra coloro
che reclamano particolari poteri spirituali. I carismi [= azioni di grazia] e le
funzioni ministeriali sono stati dati dallo Spirito Santo ai credenti per il
bene e l'edificazione della chiesa, non per diventare «potenti giustizieri»;
questa è magia. «Ora a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito
per l’utile comune» (1 Cor 12,7). «Ed è lui che ha dato gli uni...
per l’equipaggiamento dei santi riguardo all’opera del servizio, per la
costruzione del corpo
di Cristo» (Ef 4,12). {Nicola Martella}
3.
{Patrizia Miceli}
▲
■ Contributo:
Ma questi carismatici perché non li tolgono
almeno da Facebook? Non basta che ce li sopportiamo in città con le loro
«chiese» aziende? {15 gennaio 2010}
▬
Risposta: Capisco lo sfogo di chi è rimasta molto bruciata
con i carismaticisti della «ideologia della prosperità». E capisco pure tale
esatta definizione di
«chiese aziende». Comunque, fintantoché tutti possono accedere ai social network
e ad altri servizi, si può sperare bene per la pace e la democrazia in Italia e
nel mondo. Certo sarebbe auspicabile che si potesse discutere insieme con
pacatezza
e nel merito. Non tutti coloro, però, che si sentono «eletti», «unti», «potenti
di spirito» e quant'altro, sono capaci di praticare il «frutto dello Spirito»,
che è la vera prova del nove di una fede genuina e di una vita trasformata.
{Nicola Martella}
4.
{Salvatore Paone}
▲
■
Contributi:
1. Caro Nicola, non c’è affatto bisogno che ti giustifichi riguardo allo
scritto di Enzo Davanzo. È un uomo litigioso, ama le liti, attacca senza sapere
né valutare che cosa un altro possa dire... È prevenuto. L’ha fatto anche con
me. E c’è da dire che tu sei stato molto corretto rispetto a quanto abbia potuto
fare io. Magari io avrei potuto meritare una reazione del genere, tu proprio no!
{15 gennaio 2010}
2.
[…] È scioccante come Enzo si accanisce contro di te (!), usando un linguaggio
mistico cristianizzato, cosa che mi sono scandalizzato. Io gli ho detto, più di
una volta, che lui, invece di fare guerre o crociate, poteva rispondere in modo
scritturale delle tue domande, ma lui è fanatico. pieno di sé. {15 gennaio 2010}
▬
Risposta: È veramente strano come aver posto pacatamente
sue semplici domande, su cui volevo avere una sua spiegazione, abbiano
fatto montare in lui un maltempo tale, che presto è diventato una
tempesta e poi un uragano. Chi mi ha riempito di impropri, pur parlando
di carità, è finito alle minacce e poi a presentare un esposto a
Facebook (!)... pur essendo stato lui a scrivere (e cancellare),
per un giorno intero, i suoi scritti sulla mia bacheca. Chi è
affetto dal «virus» del misticismo entusiastico, non sa probabilmente
dove il realismo stia di casa. {Nicola Martella}
5.
{Pietro Cruccas}
▲
■ Contributo:
Ti ringrazio della segnalazione. Ci sono tanti falsi profeti in giro.
Bisogna avere gli occhi aperti. Ma questa è una battaglia molto grande
per combatterla da soli. Solo Dio ci può dare la forza per smascherarli.
Comunque, bisogna essere vigilanti, e quello che state facendo è
un’opera utile per l’edificazione cristiana. {15 gennaio 2010}
▬
Risposta: Conosco troppo poco Enzo Davanzo per potergli
dare una qualche etichetta particolare. Certo i segni non sono
incoraggianti. E se l'albero si mostra dai frutti, la sua reazione
spropositata non lo rende certo raccomandabile come «l'uomo di Dio»,
unto e potente, che vorrebbe apparire. {Nicola Martella}
6.
{Gianni Siena}
▲
Molti anni fa,
durante un periodo tribolato (ero appena convertito), invocai
diverse volte il sangue di Gesù: sapevo d’essere sotto attacco spirituale e la
risposta interiore era d’un immediato sollievo... finché poi il Signore mi
liberò completamente da quell’oppressione spirituale.
Sapevo che quest’invocazione era rivolta al Signore stesso e il sangue invocato
ricordava al nemico la sua sconfitta alla croce e a me la libertà di figlio di
Dio; da qualche parte c’è scritto: «Mediante la fede nel sangue di
Lui...»
Fin qua nulla da dire e, senza fare del sangue fisico di Gesù un «talismano», io
credo che il Signore risponda a chi ha bisogno di soccorso: m’era chiaro già nel
1975 la valenza redentrice del Sangue di Gesù sparso sul Golgota.
Detto questo, però, trovo singolare e puerile (quando lo facevo, ero appena
convertito) che un pastore (?) invochi il «sangue» e
«l’unzione»... Già dobbiamo difenderci da accuse (talvolta false) di non essere
biblicamente in «squadra», ci manca soltanto questo; ma non mi stupisco più di
niente, in ogni modo la cosa non mi tocca: ognuno deve rendere conto delle
«diverse dottrine» che insegna.
Io, per principio ormai, non mi faccio più avanti, quando qualcuno fa l’appello
e vorrebbe impormi le mani, pregando. Credo nel valore della preghiera
fatta con certezza di fede, ritengo che sia (solo
qualche volta!!!!!!!!!!) utile imporre le mani a chi riceve la preghiera
di fede, ma di questo si è abusato abbondantemente.
Infine, occorre fare i conti con gente che non conosce limiti e sobrietà
scritturali, che ha sviluppato il talento seduttivo esercitato in veste
di «ministero» cristiano. Alle «Iene» (Italia 1) uno psicologo ha dimostrato che
con un po’ d’esercizio e suoni adeguati riesce a ipnotizzare un bel po’ di gente
e a farla cadere: le cose che uno può indurre a far fare dipendono dalla fiducia
passiva del soggetto.
Devo
concludere che le invocazioni eterodosse (anche quando sono mutuate dalla
Bibbia) non hanno una base scritturale: preferisco tenermi la mia fede piccola e
bisognosa di crescere, ma non con questo «cibo».
{15 gennaio 2010}
7.
{Vincenzo Russillo}
▲
Non conosco Enzo
D’Avanzo, ma è facile capire che è poco avvezzo al confronto fraterno e ha dei
paraocchi dottrinali. Inoltre mi ha colpito la sua affermazione: «Voi
vi limitate alla sola
lettera». Non c’è scritto forse nella Bibbia: «Io lo dichiaro a
chiunque ode le parole della profezia di questo libro: se qualcuno v’aggiunge
qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i flagelli descritti in questo libro; se
qualcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli
toglierà la sua parte dell’albero della vita e della santa città che sono
descritti in questo libro» (Apocalisse 22,18-19)? Io credo che abbia preso
un enorme abbaglio. Paolo disse altresì: «Ma tu esponi le cose che sono
conformi alla sana dottrina» (Tito 2,1). Inoltre ci viene ingiunto: «Ma
esaminate ogni cosa e ritenete il bene» (1 Ts 5,21).
Andando a vedere nella Sacra Scrittura, non viene mai invocata l’unzione.
Anzi questo termine viene usato con due accezioni diverse, come segue:
■
Chriô: Viene usato con il significato di strofinare con olio per la chiamata
a un ufficio o a un servizio. In questo caso, è intesa la consacrazione di Gesù
per la sua chiamata messianica; infatti c’è scritto: «Lo Spirito del Signore
è sopra di me, perciò mi ha
unto per evangelizzare i poveri; mi
ha mandato per annunciare la liberazione ai prigionieri e il ricupero della
vista ai ciechi; per rimettere in libertà gli oppressi, per proclamare l’anno
accettevole del Signore» (Lc 4,18s).
■
Aleifô: Vuol dire ungere. Ora, però, tale termine non viene mai usato per
una chiamata quasi magica di benedizione dello Spirito Santo, questo andrebbe
contro lo stesso insegnamento della Bibbia, perché Cristo ci ha lasciato il dono
dello Spirito Santo e tutti i cristiani sono unti da Lui: «Quanto a
voi, avete ricevuto l’unzione dal Santo e
tutti avete conoscenza» (1 Gv
2,20). Inoltre c’è scritto: «Or colui che con voi ci fortifica in Cristo e
che ci ha unti, è Dio; egli ci ha
pure segnati con il proprio sigillo
e ha messo la
caparra dello Spirito nei nostri
cuori» (2 Cor 1,21-22). Non si ha bisogno d’invocare lo Spirito o presunte
unzioni.
Quanto al
sangue, anche questa invocazione pare faccia parte più d’un formulario
magico che di una preghiera a Gesù. Infatti il sangue versato dal nostro Signore
è il pieno significato del suo sacrificio a fine espiatorio. Esso ha un
significato materiale, poiché è stato versato sulla croce; oltre a ciò ha anche
il potere d’espiare i peccati. Infatti il sacrificio viene fatto una volta per
tutte e mai viene invocato il suo sangue. Gesù Cristo «non ha ogni giorno
bisogno d’offrire sacrifici, come gli altri sommi sacerdoti, prima per i propri
peccati e poi per quelli del popolo; poiché egli ha fatto questo
una volta per sempre, quando ha
offerto se stesso» (Ebrei 7,27).
Per terminare questo breve excursus, aggiungo che non bisogna considerare la
preghiera come una formula magica, ma preghiamo per dare onore a Dio come
ci ha insegnato Gesù (Matteo 6,9-13). Dev’essere una preghiera con il cuore puro
e soprattutto senza nulla togliere e aggiungere a ciò che è scritto nella Sacra
Scrittura. {16-01-2010}
8.
{Pietrina Porzia, ps.}
▲
■ Contributo:
Comunque... devo dirti Martella che la tua
prima risposta l’ho trovata un po’ provocatoria e di conseguenza ha
trovato un campo fertile in quel momento.... Cerchiamo di andare
d’accordo, non provocandoci gli uni gli altri sottilmente, perché questo
non conduce a saggezza. Non siamo noi che ci dobbiamo difendere... ma è
Dio che prende in mano ogni situazione e conosce i cuori di ciascuno e
sopratutto le vite! Noi dobbiamo solo amarci! Non siate in molti a far
da maestri... ma con umiltà sopportatevi, cioè portate sopra!! Pace
{16-01-2010}
▬
Risposta: Chi vuol dialogare, dà risposte pacate
alle domande e spiega il suo punto di vista. La provocazione è tale, se
chi riceve una semplice domanda, è prevenuto e la considera un affronto.
Io ricevo ogni giorno domande, richieste e quant’altro (rimproveri,
affronti, impropri). Mi esercito a rispondere a tutti nel merito, con
pacatezza e con la forza della ragione e del buon senso, riportando le
questioni a ciò che afferma la Scrittura.
Quanto all’andare d’accordo, per prima cosa dobbiamo andare d’accordo con
la verità. Un amore senza verità, è sentimentalismo. La saggezza è l’efflusso
del timor di Dio, che viene dalla Parola di Dio; se la consideriamo «lettera
morta», c’è solo arbitrio e quindi stoltezza e pericolo per sé e per gli altri.
Certo che «è Dio che prende in mano ogni situazione», ma ciò non ci esime dalle
nostre responsabilità di tagliare «rettamente la parola della verità»
(2 Tm 2,15) e di «combattere strenuamente per la fede, che è stata una volta
per sempre tramandata ai santi» (Gd 1,3).
«Noi dobbiamo solo amarci»? No, noi dobbiamo amare «sopra tutto» Dio (Dt
6,5; 10,12; 11,13…) e la sua verità (2 Ts 2,10). La comunione con chi si chiama
«fratello» è condizionata dalla sua dottrina (Gal 2,4; 1 Gv 2,19) o dalla sua
condotta morale (1 Cor 5,11s).
Se Paolo avesse applicato tale romantica tolleranza, che Ornella propone,
poteva risparmiarsi la lettera ai Galati (contro i giudaisti; cfr. Gal 1,6-9),
le lettere ai Corinzi (contro i super-apostoli giudaici di stampo gnostico,
appunto carismaticisti; cfr. 2 Cor 11), la lettera ai Colossesi (mise in guardia
da santoni giudaici con strane filosofie basate su visioni, cfr. Col 2,16ss) e
le epistole ai suoi collaboratori (1-2 Tm; Tt), in cui parlò dei suoi
combattimenti e delle sue persecuzioni e mise in guardia da falsi maestri (cfr.
2 Tm 4,3; cfr. anche Pietro in 2 Pt 2,1). Paolo poteva anche risparmiarsi di
chiamare a Mileto i conduttori della chiesa di Efeso per fare loro severe
raccomandazioni: «Io so che dopo la mia partenza, entreranno fra voi dei
lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; e di
fra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per
trarre i discepoli dietro a sé» (At 20,29s; cfr. Mt 7,15).
Quando Giacomo affermava: «Fratelli miei, non siate molti a far da maestri»
(Gcm 3,1), non intendeva certo affermare che chi aveva ricevuto carismi e
responsabilità, dovesse far finta di niente verso le questioni dottrinali e
morali. Questa è colpevole tolleranza. Chi sta a guardare, senza agire, diventa
complice. Giacomo più di altri ha giudicato varie situazioni e ha sentenziato
quale sia il volere divino. Egli intendeva l’uso sbagliato della lingua in campo
interpersonale (vv. 2ss), e non l’obbligo che gli uomini di Dio hanno di
difendere la verità biblica. Altrimenti non si capisce perché Paolo raccomandò
al suo discepolo e collaboratore: «Predica la Parola, insisti a tempo e fuor
di tempo, riprendi, sgrida, esorta con grande pazienza e sempre istruendo.
Perché verrà il tempo che non sopporteranno la
sana dottrina; ma per prurito
d’udire si accumuleranno dottori secondo le loro
proprie voglie e distoglieranno le
orecchie dalla verità e
si volgeranno alle favole» (2
Tm 4,2ss).
Quindi,
non strumentalizziamo la Parola di Dio per il nostro tornaconto, sebbene
buonista, ciò ci renderebbe colpevoli. Chi vuol procedere così, lo faccia senza
di me. Io non voglio far ingrassare agnelli per destinarli ai lupi di
turno. {Nicola Martella}
9.
{Antonio Capasso}
▲
Fratello Nicola, pace. Invocare il sangue o
l’unzione, non è biblico, non si sa come, ma purtroppo, queste
espressioni sono entrate a far parte del linguaggio di molti pentecostali dei
primi anni, quando avevano poca conoscenza biblica. I primi credenti
pentecostali, per lo più appartenenti a un’estrazione sociale povera e
contadina, non avevano una preparazione teologica, né una tradizione evangelica
alle spalle, venendo quasi tutti dal cattolicesimo. Tanti sono stati purtroppo
gli errori fatti all’inizio, avendo zelo senza conoscenza.
Nei primi anni della mia conversione (32 anni fa), vedevo credenti invocare il
sangue di Gesù anche per liberare le persone possedute da demoni, nonostante che
Gesù abbia detto: «Nel nome mio scacceranno i demoni».
Questo modo di fare è stato sempre riprovato da quei fratelli che avevano
maggiore conoscenza della Parola di Dio. Negli ambienti pentecostali classici
questo è ormai
quasi del tutto scomparso, ma continua a prosperare nell’ambito
carismaticista. [...] Fraterni saluti… {16-01-2010}
10.
{Patrizia Miceli}
▲
■ Contributo:
Una cosa non capisco: questi «unti» non dovrebbero essere mansueti,
uomini di pace, riflessivi e ponderati? Non è il primo esempio di
comportamento «isterico» di cui leggo. Ricordo quel tale che esorcizzava
le e-mail e scacciava il diavolo dall’indirizzo di posta elettronica. [►
Paranoia carismaticista? Parliamone 1] Vedo che è un
comportamento standard per questi «oliati»; l’arroganza la fa da padrona
nelle loro esternazioni. Se vedi uno agitato che inveisce contro tutto e
tutti… bene, quello è un «oliato
carismatico».
Magari, con tutto
questo «olio» non dovrebbero attaccarsi addosso, eppure... Mi chiedo:
Contro gli unti-santoni lo sgrassatore dovrebbe andare bene o no?
{17 gennaio 2010}
▬
Risposta: Per una che è uscita scottata e
traumatizzata dal «movimento della prosperità» (e da una «chiesa
azienda»), è comprensibile il sarcasmo usato; bisogna comunque tenerlo
nei limiti. In ogni modo, oltre all’esorcismo
dell’indirizzo e-mail, non
bisogna dimenticare quello del serbatoio. [►
Paranoia carismaticista? Parliamone 2]
Gli «oliati» (!) non dovrebbero attaccarsi? Invece s’attaccano
e come (gonfiano pulci, inghiottono elefanti), t’attaccano (non avendo
validi argomenti, passano alle ingiurie) e ti fanno attaccare
(spesso altri, senza neppure conoscerti né presentarsi, scrivono le cose più
indicibili, per venire in soccorso a «unti» e «santoni»). Come si sa, l’olio
rende viscido ciò che si vorrebbe afferrare; così è anche per gli «unti»
e i loro accoliti.
Per gli
«oliati» è tutto «power» e «prosperità» (la loro), parlano d’amore, ma non sanno
dove stia di casa il «frutto dello Spirito», visto che lo mettono ben
presto fuori servizio, credendo di avere una licenza particolare in merito,
quando ti scrivono, ti attaccano e ti minacciano. Devo pensare a qual pastore
carismaticista che un giorno mi ha telefonato, cominciando con queste parole: «Io
ti denuncio!». Tralascio il resto; per calmarlo e portarlo alla ragione, non
è stato facile.
{Nicola Martella}
11. {Guerino De
Masi}
▲
E ancora una volta
mi è toccato tornare a «Fede controcorrente» per rileggermi il tutto prima
d’esprimermi.
Sai cosa ho visto Nicola? Il focoso «pastore D’Avanzo» si è lanciato con le sue
stilettate alle 11 e dieci e per un quarto d’ora. Poi per un buon tre
quarto d’ora ancora, dalle 12 meno venti fino alle 12 e trenta quasi. Un buon
venti minuti ancora, dalle cinque in poi. Per poi riprendere subito per altri
dieci minuti fino alle 17 e trenta. E botto finale, alle 21 e trenta.
Ma ti rendi conto? Gli hai rovinato la giornata e l’appetito! Pensa se tu lo
avessi offeso o contraddetto (!!!), gli prendeva un infarto...
È fin troppo lampante la sua sprovveduta e scarsa preparazione. Poveri
credenti che si devono affidare alla sua cura pastorale, visto che è pastore.
Io t’avrei risposto così: Se devo affrontare un caso particolarmente
delicato (e mi è successo davvero), sento tutto il bisogno d’affidarmi al
Signore, riportando al mio cuore i benefici del sangue prezioso che il Signore
Gesù ha versato alla croce per darmi la salvezza e la vittoria sulla morte e sul
nemico.
Mi sono riletto tutti quei brani, in cui è evidenziata la vittoria di Cristo
alla croce, che diventa nostra vittoria con la sua risurrezione, la garanzia e
la certezza della nostra salvezza. Così come quei brani, in cui è evidenziata la
sconfitta e la messa alla berlina delle potenze avversarie («sgabello dei suoi
piedi»!!!).
Certamente, non mi sarei
messo in vetrina, per una situazione così delicata. Tutt’al più avrei
chiesto (come feci a suo tempo, e parlo di trent’anni fa circa), aiuto e
consiglio a qualche fratello maturo e con esperienza in quel dato problema.
Non ti ha dato risposta?
Non ne ha di risposte da darti, caro Nicola. Io preferirei lasciarlo nel
suo brodo... ma non finirà per lessare? {18-01-2010}
►
Benny Hinn e la mistica del sangue
{Nicola Martella} (D)
►
Invocare il sangue e invocare l’unzione
{Enzo D’Avanzo - Nicola Martella} (T/A)
►
Invocare il sangue e invocare l’unzione? Parliamone 2
{Nicola
Martella} (T)
►
Unzione
{Nicola
Martella} (Diz)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Invoca_sangue_unzione_Car.htm
15-01-2010; Aggiornamento: 01-09-2012 |