Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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UNITI PER GUARIRE LA TERRA? PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Uniti per guarire la terra?». Viene lanciato un «Ultimatum» e viene promesso un evento, che dovrebbe segnare per sempre la storia della chiesa. Nulla di nuovo sotto il sole, visto che eventi ultimativi e superlativi son stati annunciati spesso nel corso degli ultimi due millenni. Ogni generazione vuole essere l’apice della storia e la grande svolta. La madre del desiderio è sempre incinta.

     Da vari anni si cerca di importare in Italia convenzioni, forme devozionali e contenuti dottrinari dal Sudamerica, dove una devozione esoterica popolare convive con varie forme di cristianesimo. Anche i movimenti carismaticisti ne sono imbevuti e hanno cristianizzato varie fenomenologie religiose. [ Preghiere sull’altare?] Sono specialmente questi movimenti che cercano d’espandersi anche in Italia, portando con sé non solo titoli altisonanti per ogni occasione (apostoli e apostolesse, profeti e profetesse, vescovi e vescovesse, ecc.), ma anche varie forme della devozione popolare sudamericana in versione cristianizzata.

     È alto il pericolo che anche in Italia si accreditino sempre più convinzioni dottrinali e convenzioni devozionali, mutuate alla religiosità popolare sudamericana e commiste con varie espressioni del cristianesimo. Il rischio è che medium vestiti da «profeti» lieviteranno le masse cristiane con i loro falsi contenuti ideologici e dottrinali. [ Canalizzazione e visualizzazione]

     Nel primo contributo riporto osservazioni di Michele Montecchi, che è strettamente legato a tale evento. A lui rispondo con le mie obiezioni nel secondo contributo.

     Ecco che cosa mi rinfacciano Maurizio e Flora Rossi: «Il problema più grande della chiesa oggi e dei cristiani è quello di giudicare senza conoscere. Pretendiamo di parlare su tutto e tutti. Il principio biblico dietro questo evento è quello di onorare i padri, che hanno seminato il Vangelo in Italia, i cui frutti la generazione di oggi sta raccogliendo. Il seminatore e il mietitore si rallegreranno insieme». {08-09-2011}

     A loro rispondo che chi mi conosce, sa che non giudico ciò, che non conosco; e sono a conoscenza sia del mondo occulto-esoterico, sia del vasto arcipelago carismaticista. Riguardo a tale presunto «principio biblico… di onorare i padri» in un tale sedicente incontro ultimativo, nel NT non c’è traccia. Dovunque i credenti si radunavano, onoravano insieme Dio e soltanto lui. Sotto porterò maggiori dettagli.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema 

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Michele Montecchi

2. Nicola Martella

3. Giuseppe Vitale

4. Esteban Pronesti

5. Nicola Martella

6. Valentina Ruocco

7. Ivano Acunto

8. Eleonora Parisi

9.

10.

11. Vari e medi

12. Vari e brevi

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Michele Montecchi}

 

Ciao Nicola, sono Michele Montecchi. È la prima volta che ci sentiamo. Ho risposto al tuo commento sull’«ultimatum». Me lo puoi postare sul tuo sito? Non ti preoccupare non è una difesa spada tratta, anzi autocritica. Benedizioni.

 

Caro Nicola (spero posso darti del tu), vorrei rispondere a ciò, che hai scritto riguardo l’evento «ultimatum», facendo alcune precisazioni. Premetto subito che questa nota non ha alcun intento belligerante o di scherno, ma solo didascalico.

     Posso concordare con te che il linguaggio usato nella promozione dell’evento sia un po’ altisonante e pubblicitario, comunque è un video promozionale. Potrebbe essere altrimenti? Concordo anche sul fatto che l’ultima vera e completa guarigione della Terra tutta avverrà con l’avvento del Messia. C’è qualche pazzo qui che crede o afferma il contrario? Non credo. Tanto meno gli organizzatori dell’incontro Ultimatum che conosco bene e che sto sostenendo in questo progetto, con il mio piccolo contributo.

     Lo scopo dell’incontro non è affatto quello di unire le denominazioni intorno all’organizzazione, per crearne un’altra (bastava chiamare e chiedere spiegazioni come ho fatto io per capirlo). Credo anch’io che non si può unire qualcosa, che dovrebbe già essere unito, ovvero il Corpo di Cristo. Bisogna piuttosto sforzarsi di conserva l’unità con i vincoli della pace e dell’amore, e questo è un’altra cosa.

     Il video in realtà dovrebbe invitare cristiani, appartenenti a tutte le denominazioni, a questo incontro il cui scopo principale è «onorare i padri nella fede in Italia», ovvero tutti quegli uomini che hanno alle spalle 50-60 anni di servizio cristiano nella nazione e che hanno evangelizzato la nostra terra. Durante l’incontro saranno onorati questi uomini di Dio dai giovani presenti e, a loro volta, essi stessi benediranno i giovani. Nel video questo aspetto non risalta molto, ma in realtà è il focus principale. Per rendersene conto bisogna telefonare o visitare il sito www.ultimatium.it, dove si trova un elenco non esaustivo dei servi di Dio presenti. Il riferimento alle denominazioni è più un invito a non farsi fermare dalle differenze teologiche che altro.

     Si parla poi di guarigione della terra in riferimento al verso di Malachia 4,6: «Egli volgerà il cuore dei padri verso i figli, e il cuore dei figli verso i padri, perché io non debba venire a colpire il paese di sterminio». Ovvero: il paese rischia un giudizio quando padri e figli non camminano insieme. Onorare il padre e la madre, dice Paolo, è il primo comandamento con promessa: è una condizione per avere una vita lunga e benedetta.

     Nella chiesa italiana spesso si manifesta un conflitto tra la vecchia generazione e la nuova generazione: conflitti nei modi di predicare, di cantare, di evangelizzare, di governare la chiesa, di vestire... E per piccole cose la chiesa subisce continue ferite e divisioni. I giovani calunniano i vecchi, i vecchi calunniano i giovani e il corpo non conserva l’unità con il vincolo della pace. Il paese di conseguenza non percepisce una chiesa solida e piena d’amore e ne riceve un danno. Non è forse già questa una maledizione?

     Lo scopo degli organizzatori è semplicemente quello di riportare riconciliazione tra la vecchia generazione e la nuova generazione stabilendo un principio del regno di Dio: onora il padre e la madre perché in questo c’è benedizione. Il messaggio vorrebbe essere: «Smettiamo di parlare male, deponiamo l’ascia di guerra e onoriamo gli uni gli altri». E questo atteggiamento un po’ di guarigione la rilascia non credi?

     Sicuramente è un po’ eccessivo dire che questo evento guarirà tutta la nazione, ma è altrettanto eccessivo comparare nello stesso articolo due ragazzi che vogliono servire il Signore con tutto il cuore come Esteban e Noemi a degli sciamani esoterico cristiani, non ti pare? Non è proprio il loro caso.

     Detto questo, pecchiamo d’immaturità nel non usare un linguaggio corretto e nel mistificare a volte le cose. Questa è sicuramente una colpa nel mondo pentecostale / carismatico, di cui faccio parte. Per questo mi pento qui davanti a tutti: è vero dobbiamo fare autocritica e chiediamo perdono a quanti siano rimasti scandalizzati. Vi assicuro che non è nostra intenzione. Cerchiamo solo di crescere nelle vie di Dio secondo la sensibilità che abbiamo ricevuto. Non siamo esenti davvero da errori. Chi lo è? Dio benedica te e tutti coloro che leggeranno questo post. {07-09-2011}

 

 

2. {Nicola Martella}

 

Ringrazio Michele Montecchi per il garbo (misto a ironia) con cui scrive. Quando si fanno affermazioni così radicali, non si può mettere tutto sotto la rubrica «linguaggio altisonante e pubblicitario», come se si stesse promuovendo un prodotto commerciale. Anche nel campo della pubblicità e del marketing c’è, inoltre, un codice etico, che proibisce che un prodotto venga presentato per quello, che non è. Non a caso piovono anche sanzioni. Questo vale tanto più in campo cristiano, dove siamo chiamati a essere «irreprensibili e schietti, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale voi risplendete come luminari nel mondo, tenendo alta la Parola della vita» (Fil 2,15).

     Quando si lancia un «ultimatum» per qualcosa, o è vero, o si mente. Quando si annuncia «un evento di grande importanza, tale da lasciare un segno nella storia del cristianesimo italiano», o esso è verace o menzognero. Se si annunciano cose, che non si avvereranno, si creano false attese e s’ingannano i cristiani. Qui si sfrutta la credulità popolare e, oltre a essere un inganno, si rischia che qualcuno presenti una denuncia alle autorità competenti.

     La gente che legge tale annuncio e quella che verrà, si aspetta che durante tale «storico» incontro, avverrà un rito, una specie di esorcismo, con cui un potente santone o sciamano potrà finalmente «guarire la terra», «guarire la nazione». Questo è ciò che si dà a intendere.

     I cristiani devono «conservare l’unità col vincolo della pace» (Ef 4,3) non con manifestazioni misticheggianti del genere dalla pubblicità ingannevole, ma sulla base della Verità rivelata e scritta, la quale solo permette di arrivare «allo stato di uomini fatti, all’altezza della statura perfetta di Cristo; affinché non siamo più dei bambini, sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina, per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore. Ma, orsù, professiamo verità in amore e cresciamo in ogni cosa verso lui, che è il capo, Cristo» (vv. 13ss).

     Quanto allo scopo di «onorare i padri nella fede in Italia», vorrei sapere da Michele Montecchi se mi può indicare in tutto il NT una sola occasione storica della chiesa primordiale, in cui c’è stato un tale evento concreto, in cui si è fatta una sedicente maga-riunione ultimativa per onorare i padri nella fede? Io non conosco tale brano. Tutte le riunioni (ordinarie e speciali) delle chiese del primo secolo servivano per onorare Dio e solo Lui. Gli stessi uomini di Dio erano convinti di questo: «Io ho piantato, Apollo ha annaffiato, ma è Dio che ha fatto crescere; talché né colui che pianta né colui che annaffia sono alcunché, ma Dio, che fa crescere, è tutto […] Nessuno dunque si glori degli uomini, perché ogni cosa è vostra: e Paolo, e Apollo, e Cefa, e il mondo, e la vita, e la morte, e le cose presenti, e le cose future, tutto è vostro; e voi siete di Cristo, e Cristo è di Dio » (1 Cor 3,6s.21ss).

     Un tale incontro speciale per incensare servitori vivi o per celebrare ministri morti, non stava nell’ottica dei cristiani del primo secolo. Certo mi si citerà ora il seguente brano, che un Ebreo scrisse ai suoi connazionali: «Ricordatevi delle vostre guide, le quali vi hanno annunziato la parola di Dio! Considerate la fine del loro cammino e imitate la loro fede» (Eb 13,7). Si noti quanto segue. Gli hēgouménōn (part. di hēgéomai «guidare») erano le «guide», non quelle che genericamente «hanno alle spalle 50-60 anni di servizio cristiano nella nazione e che hanno evangelizzato la nostra terra», ma si parla concretamente dei «vostri conduttori», ossia di quelli che «vi hanno annunziato la parola di Dio». Oltre a trattarsi di un far memoria privatamente, ognuno riguardo alle persone concrete, che lo hanno portato alla fede, si trattava di persone evidentemente oramai decedute: «la fine del loro cammino».

     Non esiste nel NT nessun incontro speciale e sedicentemente ultimativo, in cui sono comparsi molti dei servitori del tempo, per essere onorati dai giovani presenti, e perché questi ultimi ricevessero una particolare benedizione dai primi. Un tale incensamento degli uomini e un tale sacramentalismo benedizionale non hanno precedenti nel NT. È un singolare modo di mettere la creatura al centro invece del Creatore. È una autocelebrazione che assomiglia molto a quelle della religione corrente, in cui il clero viene celebrato ed esso dispensa virtù sacramentali. Anche tale sedicente incontro ultimativo ha i contorni di un processo di clericalizzazione del mondo evangelico (specialmente in ambito pentecostal-carismatico), che va avanti da tempo.

     Quanto a Malachia 4,6, bisogna notare che ciò non è compito delle chiese, né dei suoi esponenti. Se si legge il testo nel suo contesto, ci si renderà conto che l’intero libro riguarda Israele storico e che tale brano riguarda «Elia, il profeta» (v. 5), e cioè il suo ministero in un tempo escatologico («prima che venga il giorno dell’Eterno, giorno grande e spaventevole»), ossia nella prima fase della tribolazione (primi 3 anni ½), quindi prima che si passi alla seconda fase, chiamata «gran tribolazione». Non mi pare che siamo in tale periodo. [Per l’approfondimento si vedano in Nicola Martella (a cura di), Escatologia fra legittimità e abuso. Escatologia 2 (Punto°A°Croce, Roma 2007), i seguenti articoli: «I vari giudizi escatologici», pp. 214-219; «La tribolazione», pp. 246-269.] Inoltre, Malachia parlava dei suoi connazionali giudei, quando menzionava padri e figli. Infine, l’espressione «perché io non debba venire a colpire il paese di sterminio», non intendeva certo l’Italia, ma Israele.

     L’Italia, come il mondo, rischia un giudizio da sempre, e non sarà tale sedicente cerimonia ultimativa a cambiare alcunché in una nazione incredula. Scomodare il comandamento «onora tuo padre e tua madre» (Es 20,12), è alquanto fuori rima, poiché tale ingiunzione intendeva i propri genitori naturali (Mt 15,4ss suo, sua; Ef 1,6ss figliuoli / vostri genitori / padri), e non altri.

     Ciò non han nulla a che fare con il «conflitto tra la vecchia generazione» nelle chiese italiane. E non sarà tale sedicente incontro ultimativo a risolvere le «ferite e divisioni» vere o presunte. «L’unità con il vincolo della pace» si realizza nella propria chiesa locale, parlandosi, chiarendosi, chiedendosi perdono nel concreto e su peccati reali (Mt 5,23s; 18,15ss) e cercando un cammino comune, non con tali proclami dai contorni clericali e sacramentali. Non sarà tale incontro a far «percepisce una chiesa solida e piena d’amore» al paese o a togliere un sedicente danno; il problema delle persone è un cuore in convertito e le tenebre morali e spirituali, in cui si trovano; non saranno tali proclami sedicentemente ultimativi a cambiare alcunché.

     In tale «evento storico» quale esorcismo si farà mai per togliere tale «maledizione»? Vogliamo tornare alla classica ideologia carismaticista della «maledizione», della «guerriglia territoriale» e del presunto esorcismo liberatorio di zone, regioni e nazioni? [Per l’approfondimento si vedano in Nicola Martella, Carismosofia (Punto°A°Croce, Roma 1995), i seguenti articoli: «La pastorale esorcistica», pp. 205-212; «La strategia di una “guerriglia” spirituale», pp. 220-224.]

     Se c’è un problema fra vecchia generazione e generazione, esso dev’essere affrontato nel merito nella singola chiesa locale, dove bisogna cercare la faccia di Dio e umiliarsi dinanzi a Lui. Non sarà tale presunto «evento di grande importanza, tale da lasciare un segno nella storia del cristianesimo italiano», a cambiare alcunché. Il peccato è personale e bisogna confessarlo non dai pulpiti dinanzi a platee anonime, ma a tu per tu.

     Onorare padre e madre non è un principio del regno di Dio, ma un dovere dei figli verso i propri genitori naturali. Non bisogna abusare di tale comandamento e strumentalizzarlo per fini ideologici. Nel NT tale verso non fu mai e poi mai usato in altro senso, che non nell’ambito strettamente sociale e familiare.

     Non sarà tale presunto armistizio ultimativo a cambiare o a guarire qualcosa nelle chiese. Incontri del genere servono solo alla carne e al narcisismo di chi li organizza e a quelli che compariranno. Dopo il grande bagno sentimentalista, che ci sarà a Catanzaro, nulla cambierà veramente nelle chiese locali, se non un aumento del clericalismo dai titoli altisonanti degli uni e del servilismo degli altri nell’ottica di una conduzione monocratica sempre più accentuata.

     Una volta gli uomini di Dio parlavano secondo verità e annunziavano cose conformi alla sacra Scrittura. Oggigiorno si vuole stupire e ognuno annunzia le visioni del proprio cuore. Chi annuncia «evento di grande importanza, tale da lasciare un segno nella storia del cristianesimo italiano», una presunta «guarigione della terra» della nazione, è ciò non avviene nei modi e nei tempi annunciati, è un falso profeta, chiunque egli sia. Geremia afferma in merito: «Le profezie che vi fanno sono visioni menzognere, divinazione, vanità, imposture del loro proprio cuore» (Ger 14,14; 23,16).

     Una volta si parlava di «americanate», oggigiorno dobbiamo abituarci a parlare sempre più di «sud-americanate», visto che la devozione sincretistica cristianizzata del Sudamerica sta penetrando progressivamente le chiese italiane.

     Sebbene sia nobile fare autocritica e ammettere di peccare d’immaturità nel linguaggio e nel mistificare le cose, ciò non basta, se non si cambia nulla e se a Catanzaro tutto avverrà come se nulla fosse successo; si tratta di un’intera ideologia religiosa sincretistica cristianizzata, che dal Sudamerica sta prendendo sempre più piede in Italia e che sta producendo i propri pronipoti di Balaam, dei Nicolaiti e di Jezabel. E molti conduttori delle chiese italiane vanno dietro a tale lievito esoterico cristianizzato.

     Temiamo fortemente per le chiese italiane. Siamo tristi per tutti quei conduttori senza vero discernimento spirituale, che vanno dietro alle novità spiritualistiche (2 Tm 4,3ss) e vi trascinano pure i membri delle loro chiese. Siamo preoccupati per quei credenti che assomigliano a «bambini, sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina, per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore» (Ef 4,14).

 

 

3. {Giuseppe Vitale}

 

Mi viene in mente un passo: «“Alla legge! Alla testimonianza!” Se il popolo non parla così, non vi sarà per lui nessuna aurora!» (Isaia 8,20). Il problema di molti cristiani è che non lasciano l’ultima parola alle Scritture, non usano la Bibbia come metro unico ed essenziale per misurare le affermazioni, che gli vengono propinate come verità. Forse la maggior parte di noi cerca di utilizzarla al di fuori dell’ambito ecclesiale, cioè quando parla con un non convertito e ascolta le sue tesi; ma si abbandona ogni discernimento, quando si trova in chiesa e ascolta, senza verificare la biblicità, le affermazioni del predicatore. Eppure le Scritture dicono che «negli ultimi giorni verranno tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi [...] aventi l’apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza» (2 Timoteo 3,2-5). Dunque è scritto che dobbiamo stare attenti addirittura in chiesa, dove possono infiltrarsi dei «supersantoni», che rinnegano totalmente la reale potenza (e in questo caso la fedeltà) di Dio. Che il Signore ci doni tanto discernimento! {07-09-2011}

 

 

4. {Esteban Pronesti}

 

Caro Signore Nicola, visto che si trova con mancanza di versetti del Nuovo Testamento, che possano appoggiare la visione di «Onorare» cioè riconoscere il lavoro fatto da un’altra generazione, qui vi lascio l’appoggio biblico necessario. «La bellezza dei giovani sta nella loro forza, e l’onore dei vecchi, nella loro canizie» (Proverbi 19,29; Vecchio Testamento) Nel Nuovo Testamento, l’apostolo Paolo c’incoraggia in questo modo: «Gli anziani che tengono bene la presidenza, siano reputati degni di doppio onore, specialmente quelli che si affaticano nella predicazione e nell’insegnamento» (1 Timoteo 5,17). Non è un caso che l’apostolo dà questo insegnamento al giovane Timoteo. Infine, vorrei lasciarle un compito, legga in casa e mediti su 1 Tessalonicesi 5,12.

     Salutando, voglio ricordarle le parole del nostro grande maestro per eccellenza Gesù Cristo: «Infatti, Dio non ha mandato suo figlio nel mondo per giudicare il mondo» [Gv 3,17, N.d.R.]. E l’apostolo Paolo dice: «Siate imitatori di me, come io lo sono di Cristo» [1 Cor 11,1, N.d.R.].

     Mi dispiace che gente della sua età utilizzi questo mezzo di comunicazione per scoraggiare una generazione, che desidera ansiosamente vedere un risveglio in tutta l’Italia. Già Internet uccide la mente di migliaia di persone, distruggendo vite, mancavano soltanto Signori con poca prospettiva della vita (visione), che vogliono esporre il loro pensiero, facendo credere che Dio la pensa come loro. Se tutto va bene, ci vediamo in cielo. {08-09-2011}

 

 

5. {Nicola Martella}

 

Ringrazio Esteban Pronesti per il suo tentativo di spigarmi il suo intento ultimativo di guarire la terra, tuttavia non deve aver fatto un grande sforzo al riguardo. È anche mal riuscito il suo tentativo di convincermi che bisogna inventarsi un tale incontro ultimativo per «riconoscere il lavoro fatto da un’altra generazione», e che tale evento dovrebbe essere addirittura «un evento di grande importanza, tale da lasciare un segno nella storia del cristianesimo italiano», come recita la pubblicità. Vedo che ha preso versetti fuori dal loro contesto storico e culturale, per piegarli alle sue tesi.

     Non ho capito che cosa c’entri Proverbi 19,29 con tale spettacolo, in cui i giovani dovranno celebrare pubblicamente alcuni servitori anziani e quest’ ultimi saranno chiamati a benedire ritualmente i primi. Dove troviamo in tutto il NT un tale spettacolo religioso addirittura nazionale?

     Conosco bene 1 Timoteo 5,17, ma che c’entra con tale spettacolo auto-celebrativo? Il missionario Paolo dava direttive a Timoteo, suo collaboratore (che giovane non era più, avendo allora circa 40 anni!), di come comportarsi nelle chiese locali. Egli gli diede le direttive di come trattare lui personalmente con differenti gruppi di persone nelle chiese locali: l’uomo anziano (1 T, 5,1), i giovani, le donne anziane, le giovani (v. 2), le vedove (vv. 3-16) e gli anziani (o conduttori di chiesa, vv. 17-20). Nel caso delle vedove «onorare» significava farsene carico finanziariamente (vv. 3s.8.16). Allo stesso modo, nel caso dei conduttori, reputarli «degni di doppio onore» ha a che fare non tanto col riconoscimento pubblico (che già hanno, presiedendo, predicando e insegnando), ma del loro sostegno finanziario. Infatti, nel verso 18 è scritta la motivazione: «Infatti la Scrittura dice: “Non legare la bocca al bue che trebbia”; e “l’operaio è degno del suo salario». Quindi, Paolo non si sognava neppure che Timoteo raccogliesse molti conduttori di chiesa in un luogo, perché durante un pubblico spettacolo essi fossero onorati dagli altri. Si trattava soltanto dell’ambito delle chiese locali e solo del sostegno finanziario degli operai del Signore.

     Riporto anche 1 Tessalonicesi 5,12s: «Ora, fratelli, vi preghiamo di riconoscere coloro, che fra voi faticano e che vi sono preposti nel Signore e vi ammoniscono e di stimarli smisuratamente in amore a motivo dell’opera loro». È un bel brano, ma anche qui si tratta della raccomandazione, che l’apostolo fece ai fratelli di una chiesa locale riguardo a coloro che lavoravano in mezzo a loro. Paolo non suggerì di portali tutti in un luogo particolare, insieme a decine d’altri, di metterli in pubblico spettacolo per celebrarli pubblicamente. Si trattava del riconoscimento e della stima, che i membri della chiesa locale dovevano mostrare quotidianamente verso i propri conduttori locali!

     Non si capisce poi proprio a che cosa serve qui Giovanni 3,17, visto che Giovanni (e non Gesù) parla del ministero di Gesù allora sulla terra. Inoltre, il verso 18 lo spiega benissimo: nella sua prima venuta il Figlio di Dio non ebbe necessità di giudicare il mondo, poiché «chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato» (cfr. 12,47). Ciò non significa che Gesù abbia rinunciato al giudizio, visto che egli ne parlò durante il suo ministero: «Oltre a ciò, il Padre non giudica alcuno, ma ha dato tutto il giudizio al Figlioe gli ha dato autorità di giudicare, perché è il Figliuol dell’uomo» (Gv 5,22.27); «Anche io se giudico, il mio giudizio è verace» (Gv 8,16). A ciò si aggiunga il giudizio del mondo al suo secondo ritorno (Mt 19,28; 25,31ss).

     Quanto a 1 Corinzi 11,1, non ho capito la successione col verso precedente né perché sia stato citato qui. Constato una indebita versettologia. In ogni modo, Paolo non chiese ai Corinzi di metterlo al centro di una conferenza e di celebrarlo, ma si appellò ai credenti di una chiesa locale, che lui aveva portato alla fede, di seguire il suo esempio. Sono quindi due cose completamente differenti.

     Alla fine, poi, non poteva mancare la predica sentimentale, in cui si addita a coloro che sedicentemente scoraggiano addirittura il risveglio. Essi avrebbero poca visione, farebbero credere che Dio la pensa come loro e chissà se saranno mai in cielo. Probabilmente è difficile trovare altrove tante quisquilie religiose in poche righe.

     Esteban Pronesti proprio non se la fa un po’ di autocritica? Lancia un presunto «ultimatum» alle chiese italiane e pensa che gli altri debbano stare a guardare!? Annuncia «un evento di grande importanza, tale da lasciare un segno nella storia del cristianesimo italiano», come se fosse l’Elia escatologico, e tutti i credenti delle chiese in Italia dovrebbero dargli credito, come se a Catanzaro accadrà qualcosa, che cambierà veramente la storia della chiesa!? Egli metterà in pubblico spettacolo alcuni dei servitori delle chiese italiane, facendo fare a loro favore una specie di rito auto-celebrativo, e tutti gli altri operai del Signore dovrebbero tacere dinanzi a tale show o «sud-americanata»!? Usando le parole di Esteban Pronesti, dovremmo proprio credere che Dio la pensa come lui?

 

 

6. {Valentina Ruocco}

 

Contributo: Caro Nicola, […] io partecipo, perché partecipa la mia chiesa e il mio pastore... e se lui non ne fosse stato convinto, lo avrebbe detto apertamente. Si fanno tanti convegni con solo musica e baldoria evangelica, e questo evento è tutt’altro! Questa e-mail la potresti mandare a Esteban Pronesti, se t’interessa sapere, ecc.; è lui che ha organizzato! E comunque evita detti come «la madre del desiderio è sempre incinta»... non è un parlare da cristiano! {08-09-2011}

 

Risposta (Nicola Martella): Cominciamo dalla fine. «La madre del desiderio è sempre incinta» è ricalcato su un detto popolare; in esso non trovo nulla di riprovevole. Esso significa che la gente è guidata dai propri desideri, che mai finiscono, e li confondono con la realtà.

     Per il mio scambio di idee con Esteban Pronesti, vedi sopra. È bella la stima, che tu hai del tuo conduttore, faresti però bene a valutare tale evento anche personalmente alla luce della Scrittura.

     Come non darti ragione sui «convegni con solo musica e baldoria evangelica»? Tuttavia, in che «questo evento è tutt’altro»? Nel fatto che si promette un altisonante evento da «Ultimatum», che muterà addirittura la storia della chiesa italiana? Lo vedremo il giorno dopo. L’evento, che ha lasciato un segno nella storia della salvezza, c’è già stato con la croce e la risurrezione. Il prossimo «ultimatum», di cui la Scrittura ci parla e che muterà nuovamente la storia, sarà il ritorno di Cristo e la risurrezione dei redenti.

     Vedremo il giorno dopo tale singolare convegno con i suoi proclami, i suoi spettacoli, i suoi particolari riti e i suoi esorcismi territoriali e anti-maledizione generazionale, quanto di «ultimativo» sarà avvenuto veramente. Vedremo se la spesa è valsa l’impresa, se Esteban Pronesti ha agito per comando di Dio o se ha seguito soltanto i desideri del suo cuore. Tutt’al più darà appuntamento a «Ultimatum II», se il primo non è stato troppo ultimativo e non ha lasciato abbastanza segni nella storia.

 

 

7. {Ivano Acunto}

 

Contributo: Caro Nicola, ho appena terminato di leggere il tuo articolo (compreso i commenti degli altri fratelli Montecchi e Vitale) sull’evento di Catanzaro. Non voglio giudicare (non mi sento capace) la bontà dell’iniziativa, anche se mi son sentito rinfrancato da alcune cose espresse dal fratello Montecchi. Vorrei solo ribadire il mio desiderio (e penso quello di molti cristiani sinceri) di tornare al cristianesimo autentico, insegnato dal Signore agli apostoli e trasmesso fino a oggi. Si tratta del desiderio di recuperare l’insegnamento evangelico e dell’unità di quanti «invocano il Signore con cuore puro». {08-09-2011}

 

Risposta (Nicola Martella): Resta da vedere che cosa Ivano Acunto intenda per «cristianesimo autentico», se è quello che si evince dall’esegesi contestuale del NT o dalle idee religiose dei cristiani. Lo stesso dicasi dell’«insegnamento evangelico» e intorno a che cosa costruire tale «unità».

     Dopo la mia analisi degli eventi annunciati per tale raduno a Catanzaro, ho mostrato che di tali elementi autenticamente cristiani secondo il NT ce ne sono ben pochi. Si tratta della cristianizzazione di convinzioni ideologiche ben note nel carismaticismo, di cui ho già parlato sopra, e del tentativo di accreditarle mediante una indebita versettologia, che strumentalizza la Scrittura per rendere accettabili tale spettacolo e tali riti agli occhi di disavveduti conduttori e incauti cristiani.

 

 

8. {Eleonora Parisi}

 

Contributo: Quando ho letto questo scritto: «Uniti per guarire la terra», sono rimasta colpita, e mi son detta: Ma ciò è biblico? La terra non è destinata al fuoco, a dissolversi. Ditemi se mi sbaglio, grazie. {13-09-2011}

 

Risposta 1 (Nicola Martella): La Terra è destinata prima a essere governata dal Messia, che porterà in essa la vera guarigione. Poi, avendo la Terra finito il suo compito, sarà destinata al fuoco, per essere sostituita con una nuova Terra.

     Attualmente il compito dei credenti non è primariamente quello di guarire la Terra, né con progetti ecologistici mondiali, né con presunti esorcismi carismaticisti, ma di annunziare l’Evangelo e di fare discepoli in ogni nazione. Gente rinnovata spiritualmente e moralmente farà anche meno male alla Terra. Tuttavia, non c’è da illudersi, fino a quando il Messia non tornerà, gli uomini malvagi continueranno a fare del male alla Terra a causa dei loro interessi. Solo al tempo del regno politico di Gesù Messia si realizzerà questo: «Il lupo abiterà con l’agnello, e il leopardo giacerà col capretto, il vitello, il giovine leone e il bestiame ingrassato staranno assieme, e un bambino li condurrà. La vacca pascolerà con l’orsa, i loro piccini giaceranno assieme, e il leone mangerà lo strame come il bue. Il lattante si trastullerà sul buco dell’aspide, e il divezzato stenderà la mano sul covo del basilisco. Non si farà né male né guasto su tutto il mio monte santo, poiché la terra sarà ripiena della conoscenza dell’Eterno, come il fondo del mare dalle acque, che lo coprono» (Is 11,5-9; 65,25; cfr. Rm 8,19-23).

 

Replica (Eleonora Parisi): Comunque non credo che si dovrebbe parlare di «esorcismo carismatico», non è giusto. Infatti, credo che i nostri fratelli facciano ciò con lo zelo di vedere la nazione sanata. Anche io mi ritrovo spesso a pregare, affinché Dio faccia sorgere uomini, che governano bene, sospinti da santo timore, perché ovviamente siamo stanchi di vedere come vanno le cose, e tutti desideriamo tempi di refrigerio... anche se tutti sappiamo che ciò non sarà pienamente realizzabile fin quando Dio non stabilirà il suo regno. Shalom a tutti. {14-09-2011}

 

Risposta 2 (Nicola Martella): Se dovessi fare l’elenco di tutti i santoni carismaticisti ben integrati in questo movimento, che pretendono di cacciare il diavolo e i suoi accoliti da una certa zona mediante un «esorcismo», la lista sarebbe alquanto nutrita. Tale dottrina si chiama «guerriglia territoriale» o simili. Vedi in merito in Nicola Martella, Carismosofia (Punto°A°Croce, Roma 1995), gli articoli:

     ■ La pastorale esorcistica, pp. 205-212

     ■ La pastorale esoterica: guarigione interiore pp. 213-219

     ■ La strategia di una «guerriglia» spirituale pp. 220-224.

 

Si tratta di una falsa dottrina dai contorni magico-esoterici, certamente ben cristianamente confezionata. Grazie a Dio che molti pentecostali classici la rifiutano. D’altra parte, essendo il carismaticismo un lievito pernicioso, non tutti sono abbastanza avveduti per accorgersi della sua permeazione.

 

 

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11. {Vari e medi}

 

Gianni Irace: Questi dell’«Ultimatum» sono dei ragazzi guidati da pastori, che hanno praticato l’occultismo e la magia nera. Questi «pastori» dicono di saper legare l’uomo forte e di sdemonizzare piazze, città e nazioni intere... (personalmente, li ho visti sudare freddo e farsi il segno della croce davanti a piccoli problemi comunitari!) Purtroppo, già sono stati provati. {08-09-2011}

Risposta (Nicola Martella): È la classica ideologia carismaticista, che pretende di liberare dalla «maledizione generazionale» intere zone, regioni e nazioni, mediante la cosiddetta «guerra spirituale» o «guerriglia territoriale» e mediante il presunto esorcismo liberatorio. Sono forme sacramentali assunte dalla religiosità sincretistica fra riti esoterici e prassi esorcistica cattolica estesa a luoghi.

 

Salvatore Paone: Rimango, ancora una volta, sbalordito constatando dove possa arrivare il narcisismo. Credo che i mali peggiori, che possano introdursi nella vita dei semplici credenti, siano proprio tali eventi. Hanno un’apparenza cristiana, ma non sono altro che organizzazioni misticheggianti del tutto antibibliche. «Uniti per guarire la terra». Vorrei ricordare a tali uomini che noi siamo degli operai, che lavorano la vigna; tuttavia, la vigna non è nostra, ma del Signore. Ed Egli è Colui, che ne fa ciò che vuole. {09-09-2011}

 

Michele Montecchi: Voglio solo farti una domanda tra te e me. Tu mi consideri un fratello in Cristo? {09-09-2011}

Risposta (Nicola Martella): Visto che questa domanda l’ho già sentita, rispondo a Michele Montecchi con questo articolo: Neopentecostali e neocarismatici sono «fratelli»?. Spero che, dopo la lettura, potrà rispondere da solo alla sua domanda. La domanda, che resta, è la medesima: «Tu mi consideri un fratello in Cristo?».

 

 

12. {Vari e brevi}

 

Adolfo Monnanni: Comunque vada, sarà un successo. Saranno in tanti a lasciarsi incantare, purtroppo. Pastori, profeti e più chi ne ha, più ne metta; è un’esplosione di follia «satan-religiosa» collettiva. Teniamoci stretti al nostro Signore, che ha sanato le nostre colpe. Saluti {07-09-2011}

 

Enzo D’Avanzo: Caro Nicola, noi del M.A.D. [= Ministero delle Assemblee di Dio, N.d.R.] abbiamo deciso che non parteciperemo a questo evento. {07-09-2011}

 

Daniele Sambasile: Ho visto questo post, condiviso da tanti fratelli. Lì per lì ho pensato che veramente i credenti non riflettono, e questa cosa mi rattrista veramente. Come scamperanno ai tranelli del nemico, se già si fanno abbindolare da queste cose? {08-09-2011}

 

Antonio Capasso: È un bel articolo. Ancora più bella è stata la risposta a Montecchi. Devo dire che sono rimasto un po’ perplesso sui nomi dei partecipanti all’evento trovati sul sito, di cui, a detta di Montecchi, bisogna onorare come padri nella fede. {08-09-2011}

 

Giovambattista Mele: Uniti per guarire la terra? Ma, si dovrebbero riunirsi per guarire se stessi, implorando il perdono di Dio. Ma, purtroppo, lasciatemelo dire: Questo è proprio il tempo di Satana, siamo in piena «apostasia». Il Signore abbia misericordia di loro... {09-09-2011}

 

Elena Ungaro: Iddio continui a proteggere coloro, che son deboli nella fede! Si deve stare in preghiera, poiché i giorni si accorciano e vedremo molti dei nostri cadere nelle astuzie del nemico per mezzo anche di prediche con filosofia umana. {12-09-2011}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Guarire_terra_Car.htm

08-09-2011; Aggiornamento: 14-09-2011

 

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