Qui di seguito
discutiamo l’articolo «Uniti
per guarire la terra?». Viene lanciato un «Ultimatum» e viene
promesso un evento, che dovrebbe segnare per sempre la storia della chiesa.
Nulla di nuovo sotto il sole, visto che eventi ultimativi e superlativi son
stati annunciati spesso nel corso degli ultimi due millenni. Ogni generazione
vuole essere l’apice della storia e la grande svolta. La madre del desiderio è
sempre incinta.
Da vari anni si cerca di importare in Italia convenzioni, forme devozionali e
contenuti dottrinari dal Sudamerica, dove una devozione esoterica
popolare convive con varie forme di cristianesimo. Anche i movimenti
carismaticisti ne sono imbevuti e hanno cristianizzato varie fenomenologie
religiose. [►
Preghiere sull’altare?] Sono specialmente questi movimenti che
cercano d’espandersi anche in Italia, portando con sé non solo titoli
altisonanti per ogni occasione (apostoli e apostolesse, profeti e profetesse,
vescovi e vescovesse, ecc.), ma anche varie forme della devozione popolare
sudamericana in versione cristianizzata.
È alto il
pericolo che anche in Italia si accreditino sempre più convinzioni
dottrinali e convenzioni devozionali, mutuate alla religiosità popolare
sudamericana e commiste con varie espressioni del cristianesimo. Il rischio
è che medium vestiti da «profeti» lieviteranno le masse cristiane con i loro
falsi contenuti ideologici e dottrinali. [►
Canalizzazione e visualizzazione]
Nel primo contributo riporto osservazioni di
Michele Montecchi, che è strettamente legato a tale evento. A lui
rispondo con le mie obiezioni nel secondo contributo.
Ecco che cosa mi rinfacciano Maurizio e Flora Rossi: «Il
problema più grande della chiesa oggi e dei cristiani è quello di giudicare
senza conoscere. Pretendiamo di parlare su tutto e tutti. Il principio
biblico dietro questo evento è quello di onorare i padri, che hanno
seminato il Vangelo in Italia, i cui frutti la generazione di oggi sta
raccogliendo. Il seminatore e il mietitore si rallegreranno insieme».
{08-09-2011}
A loro rispondo che chi mi conosce, sa che non giudico ciò, che non conosco;
e sono a conoscenza sia del mondo occulto-esoterico, sia del vasto arcipelago
carismaticista. Riguardo a tale presunto «principio
biblico… di onorare i padri» in un tale sedicente incontro
ultimativo, nel NT non c’è traccia. Dovunque i credenti si radunavano, onoravano
insieme Dio e soltanto lui. Sotto porterò maggiori dettagli.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
opinioni?
Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster
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I contributi sul tema ▲
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1. {Michele
Montecchi}
▲
Ciao Nicola, sono
Michele Montecchi. È la prima volta che ci sentiamo. Ho risposto al tuo commento
sull’«ultimatum». Me lo puoi postare sul tuo sito? Non ti preoccupare non è una
difesa spada tratta, anzi autocritica. Benedizioni.
Caro Nicola (spero
posso darti del tu), vorrei rispondere a ciò, che hai scritto riguardo l’evento
«ultimatum», facendo alcune precisazioni. Premetto subito che questa nota non ha
alcun intento belligerante o di scherno, ma solo didascalico.
Posso concordare con te che il linguaggio usato nella promozione dell’evento sia
un po’ altisonante e pubblicitario, comunque è un video promozionale.
Potrebbe essere altrimenti? Concordo anche sul fatto che l’ultima vera e
completa guarigione della Terra tutta avverrà con l’avvento del Messia. C’è
qualche pazzo qui che crede o afferma il contrario? Non credo. Tanto meno gli
organizzatori dell’incontro Ultimatum che conosco bene e che sto sostenendo in
questo progetto, con il mio piccolo contributo.
Lo scopo dell’incontro non è affatto quello di unire le denominazioni
intorno all’organizzazione, per crearne un’altra (bastava chiamare e chiedere
spiegazioni come ho fatto io per capirlo). Credo anch’io che non si può unire
qualcosa, che dovrebbe già essere unito, ovvero il Corpo di Cristo. Bisogna
piuttosto sforzarsi di conserva l’unità con i vincoli della pace e dell’amore, e
questo è un’altra cosa.
Il video in realtà dovrebbe invitare cristiani, appartenenti a tutte le
denominazioni, a questo incontro il cui scopo principale è «onorare i padri
nella fede in Italia», ovvero tutti quegli uomini che hanno alle spalle
50-60 anni di servizio cristiano nella nazione e che hanno evangelizzato
la nostra terra. Durante l’incontro saranno onorati questi uomini di
Dio dai giovani presenti e, a loro volta, essi stessi benediranno i
giovani. Nel video questo aspetto non risalta molto, ma in realtà è il focus
principale. Per rendersene conto bisogna telefonare o visitare il sito
www.ultimatium.it, dove si trova un elenco non esaustivo dei servi di Dio
presenti. Il riferimento alle denominazioni è più un invito a non farsi fermare
dalle differenze teologiche che altro.
Si parla poi di guarigione della terra in riferimento al verso di Malachia
4,6: «Egli volgerà il cuore dei padri verso i figli, e il cuore dei figli
verso i padri, perché io non debba venire a colpire il paese di sterminio».
Ovvero: il
paese rischia un giudizio quando padri e figli non camminano insieme.
Onorare il padre e la madre, dice Paolo, è il primo comandamento con promessa: è
una condizione per avere una vita lunga e benedetta.
Nella chiesa italiana spesso si manifesta un conflitto tra la vecchia
generazione e la nuova generazione: conflitti nei modi di predicare, di
cantare, di evangelizzare, di governare la chiesa, di vestire... E per piccole
cose la chiesa subisce continue ferite e divisioni. I giovani calunniano i
vecchi, i vecchi calunniano i giovani e il corpo non conserva l’unità con il
vincolo della pace. Il paese di conseguenza non percepisce una chiesa solida e
piena d’amore e ne riceve un danno. Non è forse già questa una maledizione?
Lo scopo degli organizzatori è semplicemente quello di riportare
riconciliazione tra la vecchia generazione e la nuova generazione stabilendo
un principio del regno di Dio: onora il padre e la madre perché in questo
c’è benedizione. Il messaggio vorrebbe essere: «Smettiamo di parlare male,
deponiamo l’ascia di guerra e onoriamo gli uni gli altri». E questo
atteggiamento un po’ di guarigione la rilascia non credi?
Sicuramente è
un po’ eccessivo dire che questo evento guarirà tutta la nazione, ma è
altrettanto eccessivo comparare nello stesso articolo due ragazzi che vogliono
servire il Signore con tutto il cuore come Esteban e Noemi a degli sciamani
esoterico cristiani, non ti pare? Non è proprio il loro caso.
Detto questo, pecchiamo d’immaturità nel non usare un linguaggio corretto
e nel mistificare a volte le cose. Questa è sicuramente una colpa nel mondo
pentecostale / carismatico, di cui faccio parte. Per questo mi pento qui davanti
a tutti: è vero dobbiamo fare autocritica e chiediamo perdono a quanti
siano rimasti scandalizzati. Vi assicuro che non è nostra intenzione. Cerchiamo
solo di crescere nelle vie di Dio secondo la sensibilità che abbiamo ricevuto.
Non siamo esenti davvero da errori. Chi lo è? Dio benedica te e tutti coloro che
leggeranno questo post. {07-09-2011}
2. {Nicola
Martella}
▲
Ringrazio Michele
Montecchi per il garbo (misto a ironia) con cui scrive. Quando si fanno
affermazioni così radicali, non si può mettere tutto sotto la rubrica «linguaggio
altisonante e pubblicitario», come se si stesse promuovendo un prodotto
commerciale. Anche nel campo della pubblicità e del marketing c’è, inoltre, un
codice etico, che proibisce che un prodotto venga presentato per quello,
che non è. Non a caso piovono anche sanzioni. Questo vale tanto più in campo
cristiano, dove siamo chiamati a essere «irreprensibili e
schietti, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione
storta e perversa, nella quale voi risplendete come luminari nel mondo, tenendo
alta la Parola della vita» (Fil 2,15).
Quando si lancia un «ultimatum» per qualcosa, o è vero, o si mente.
Quando si annuncia «un evento di grande importanza, tale da lasciare un
segno nella storia del cristianesimo italiano», o esso è verace o
menzognero. Se si annunciano cose, che non si avvereranno, si creano false
attese e s’ingannano i cristiani. Qui si sfrutta la credulità popolare e,
oltre a essere un inganno, si rischia che qualcuno presenti una denuncia alle
autorità competenti.
La gente che legge tale annuncio e quella che verrà, si aspetta che durante tale
«storico» incontro, avverrà un rito, una specie di esorcismo, con cui un
potente santone o sciamano potrà finalmente «guarire la terra», «guarire
la nazione». Questo è ciò che si dà a intendere.
I cristiani devono «conservare l’unità col vincolo della pace»
(Ef 4,3) non con manifestazioni misticheggianti del genere dalla pubblicità
ingannevole, ma sulla base della Verità rivelata e scritta, la quale solo
permette di arrivare «allo stato di uomini fatti, all’altezza della
statura perfetta di Cristo; affinché non siamo più dei bambini, sballottati
e portati qua e là da ogni vento di dottrina, per la frode degli uomini,
per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore. Ma, orsù, professiamo
verità in amore e cresciamo in ogni cosa verso lui, che è il capo, Cristo»
(vv. 13ss).
Quanto allo scopo di «onorare i padri nella fede in Italia», vorrei
sapere da Michele Montecchi se mi può indicare in tutto il NT una sola occasione
storica della chiesa primordiale, in cui c’è stato un tale evento concreto, in
cui si è fatta una sedicente maga-riunione ultimativa per onorare i padri
nella fede? Io non conosco tale brano. Tutte le riunioni (ordinarie e speciali)
delle chiese del primo secolo servivano per onorare Dio e solo Lui. Gli stessi
uomini di Dio erano convinti di questo: «Io ho piantato, Apollo ha
annaffiato, ma è Dio
che ha fatto crescere; talché né colui che pianta né colui che annaffia sono
alcunché, ma Dio, che fa crescere, è tutto […] Nessuno dunque si glori
degli uomini, perché ogni cosa è vostra: e Paolo, e Apollo, e Cefa, e il
mondo, e la vita, e la morte, e le cose presenti, e le cose future, tutto è
vostro; e voi siete di Cristo, e Cristo è di Dio » (1 Cor 3,6s.21ss).
Un tale incontro speciale per incensare servitori vivi o per celebrare
ministri morti, non stava nell’ottica dei cristiani del primo secolo. Certo mi
si citerà ora il seguente brano, che un Ebreo scrisse ai suoi connazionali: «Ricordatevi
delle vostre guide, le quali vi hanno annunziato la parola di Dio!
Considerate la fine del loro cammino e imitate la loro fede» (Eb 13,7). Si
noti quanto segue. Gli hēgouménōn (part. di hēgéomai «guidare»)
erano le «guide», non quelle che genericamente «hanno alle spalle 50-60 anni di
servizio cristiano nella nazione e che hanno evangelizzato la nostra
terra», ma si parla concretamente dei «vostri
conduttori», ossia di quelli che «vi
hanno annunziato la parola di Dio». Oltre a trattarsi di un far memoria
privatamente, ognuno riguardo alle persone concrete, che lo hanno portato
alla fede, si trattava di persone evidentemente oramai decedute: «la
fine del loro cammino».
Non esiste nel NT nessun incontro speciale e sedicentemente ultimativo, in cui
sono comparsi molti dei servitori del tempo, per essere onorati dai giovani
presenti, e perché questi ultimi ricevessero una particolare benedizione
dai primi. Un tale incensamento degli uomini e un tale sacramentalismo
benedizionale non hanno precedenti nel NT. È un singolare modo di mettere la
creatura al centro invece del Creatore. È una autocelebrazione che assomiglia
molto a quelle della religione corrente, in cui il clero viene celebrato
ed esso dispensa virtù sacramentali. Anche tale sedicente incontro ultimativo ha
i contorni di un processo di clericalizzazione del mondo evangelico
(specialmente in ambito pentecostal-carismatico), che va avanti da tempo.
Quanto a
Malachia 4,6, bisogna notare che ciò non è compito delle chiese, né dei suoi
esponenti. Se si legge il testo nel suo contesto, ci si renderà conto che
l’intero libro riguarda Israele storico e che tale brano riguarda «Elia, il
profeta» (v. 5), e cioè il suo ministero in un tempo escatologico («prima
che venga il giorno dell’Eterno, giorno grande e spaventevole»), ossia nella
prima fase della tribolazione (primi 3 anni ½), quindi prima che si passi
alla seconda fase, chiamata «gran tribolazione». Non mi pare che siamo in tale
periodo. [Per l’approfondimento si vedano in Nicola Martella (a cura di),
Escatologia fra legittimità e abuso.
Escatologia 2 (Punto°A°Croce, Roma 2007), i seguenti articoli: «I vari
giudizi escatologici», pp. 214-219; «La tribolazione», pp. 246-269.] Inoltre,
Malachia parlava dei suoi connazionali giudei, quando menzionava padri e
figli. Infine, l’espressione «perché io non debba venire a colpire il paese
di sterminio», non intendeva certo l’Italia, ma Israele.
L’Italia, come il mondo, rischia un giudizio da sempre, e non sarà tale
sedicente cerimonia ultimativa a cambiare alcunché in una nazione incredula.
Scomodare il comandamento «onora tuo
padre e tua madre» (Es
20,12), è alquanto fuori rima, poiché tale ingiunzione intendeva i propri
genitori naturali (Mt 15,4ss suo, sua; Ef 1,6ss figliuoli / vostri genitori /
padri), e non altri.
Ciò non han nulla a che fare con il «conflitto tra la vecchia generazione»
nelle chiese italiane. E non sarà tale sedicente incontro ultimativo a risolvere
le «ferite e divisioni» vere o presunte. «L’unità con il vincolo della
pace» si realizza nella propria chiesa locale, parlandosi, chiarendosi,
chiedendosi perdono nel concreto e su peccati reali (Mt 5,23s; 18,15ss) e
cercando un cammino comune, non con tali proclami dai contorni clericali e
sacramentali. Non sarà tale incontro a far «percepisce una chiesa solida e
piena d’amore» al paese o a togliere un sedicente danno; il problema delle
persone è un cuore in convertito e le tenebre morali e spirituali, in cui si
trovano; non saranno tali proclami sedicentemente ultimativi a cambiare
alcunché.
In tale «evento storico» quale esorcismo si farà mai per togliere tale «maledizione»?
Vogliamo tornare alla classica ideologia carismaticista della «maledizione»,
della «guerriglia territoriale» e del presunto esorcismo liberatorio di zone,
regioni e nazioni? [Per l’approfondimento si vedano in Nicola Martella,
Carismosofia (Punto°A°Croce, Roma 1995), i seguenti articoli: «La
pastorale esorcistica», pp. 205-212; «La strategia di una “guerriglia”
spirituale», pp. 220-224.]
Se c’è un problema fra vecchia generazione e generazione, esso dev’essere
affrontato nel merito nella singola chiesa locale, dove bisogna cercare la
faccia di Dio e umiliarsi dinanzi a Lui. Non sarà tale presunto «evento di
grande importanza, tale da lasciare un segno nella storia del
cristianesimo italiano», a cambiare alcunché. Il peccato è personale e bisogna
confessarlo non dai pulpiti dinanzi a platee anonime, ma a tu per tu.
Onorare padre e madre
non è un principio del regno di Dio, ma un dovere dei figli verso i
propri genitori naturali. Non bisogna abusare di tale comandamento e
strumentalizzarlo per fini ideologici. Nel NT tale verso non fu mai e poi mai
usato in altro senso, che non nell’ambito strettamente sociale e familiare.
Non sarà tale
presunto armistizio ultimativo a cambiare o a guarire qualcosa nelle
chiese. Incontri del genere servono solo alla carne e al narcisismo di chi li
organizza e a quelli che compariranno. Dopo il grande bagno sentimentalista,
che ci sarà a Catanzaro, nulla cambierà veramente nelle chiese locali, se non un
aumento del clericalismo dai titoli altisonanti degli uni e del
servilismo degli altri nell’ottica di una conduzione monocratica sempre più
accentuata.
Una volta gli uomini di Dio parlavano secondo verità e annunziavano cose
conformi alla sacra Scrittura. Oggigiorno si vuole stupire e ognuno
annunzia le visioni del proprio cuore. Chi annuncia «evento di grande
importanza, tale da lasciare un segno nella storia del cristianesimo
italiano», una presunta «guarigione della terra» della nazione, è ciò non
avviene nei modi e nei tempi annunciati, è un falso profeta, chiunque
egli sia. Geremia afferma in merito: «Le profezie che vi fanno sono visioni
menzognere, divinazione, vanità, imposture del loro proprio cuore» (Ger
14,14; 23,16).
Una volta si parlava di «americanate», oggigiorno dobbiamo abituarci a parlare
sempre più di «sud-americanate», visto che la devozione sincretistica
cristianizzata del Sudamerica sta penetrando progressivamente le chiese
italiane.
Sebbene sia nobile fare autocritica e ammettere di peccare
d’immaturità nel linguaggio e nel mistificare le cose, ciò non basta, se non
si cambia nulla e se a Catanzaro tutto avverrà come se nulla fosse successo; si
tratta di un’intera
ideologia religiosa sincretistica cristianizzata, che dal Sudamerica sta
prendendo sempre più piede in Italia e che sta producendo i propri pronipoti di
Balaam, dei Nicolaiti e di Jezabel. E molti conduttori delle chiese italiane
vanno dietro a tale lievito esoterico cristianizzato.
Temiamo fortemente per le chiese italiane. Siamo tristi per tutti quei
conduttori senza vero discernimento spirituale, che vanno dietro alle novità
spiritualistiche (2 Tm 4,3ss) e vi trascinano pure i membri delle loro chiese.
Siamo preoccupati per quei credenti che assomigliano a «bambini,
sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina, per la
frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore»
(Ef 4,14).
3. {Giuseppe
Vitale}
▲
Mi viene in mente
un passo: «“Alla legge! Alla testimonianza!” Se il popolo non parla così, non
vi sarà per lui nessuna aurora!» (Isaia 8,20). Il problema di molti
cristiani è che non lasciano l’ultima parola alle Scritture, non usano la
Bibbia come metro unico ed essenziale per misurare le affermazioni, che gli
vengono propinate come verità. Forse la maggior parte di noi cerca di
utilizzarla al di fuori dell’ambito ecclesiale, cioè quando parla con un non
convertito e ascolta le sue tesi; ma si abbandona ogni discernimento,
quando si trova in chiesa e ascolta, senza verificare la biblicità, le
affermazioni del predicatore. Eppure le Scritture dicono che «negli ultimi
giorni verranno tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti, amanti
del denaro, vanagloriosi, superbi [...] aventi l’apparenza della pietà,
mentre ne hanno rinnegato la potenza» (2 Timoteo 3,2-5). Dunque è scritto
che dobbiamo stare attenti addirittura in chiesa, dove possono
infiltrarsi dei «supersantoni», che rinnegano totalmente la reale potenza (e in
questo caso la fedeltà) di Dio. Che il Signore ci doni tanto discernimento!
{07-09-2011}
4. {Esteban
Pronesti}
▲
Caro Signore
Nicola, visto che si trova con mancanza di versetti del Nuovo Testamento,
che possano appoggiare la visione di «Onorare» cioè riconoscere il
lavoro fatto da un’altra generazione, qui vi lascio l’appoggio biblico
necessario. «La bellezza dei giovani sta nella loro forza, e l’onore dei
vecchi, nella loro canizie» (Proverbi 19,29; Vecchio Testamento) Nel Nuovo
Testamento, l’apostolo Paolo c’incoraggia in questo modo: «Gli anziani che
tengono bene la presidenza, siano reputati degni di doppio onore,
specialmente quelli che si affaticano nella predicazione e nell’insegnamento»
(1 Timoteo 5,17). Non è un caso che l’apostolo dà questo insegnamento al
giovane Timoteo. Infine, vorrei lasciarle un compito, legga in casa e mediti
su 1 Tessalonicesi 5,12.
Salutando, voglio ricordarle le parole del nostro grande maestro per eccellenza
Gesù Cristo: «Infatti, Dio non ha mandato suo figlio nel mondo per
giudicare il mondo» [Gv 3,17, N.d.R.]. E l’apostolo Paolo dice: «Siate
imitatori di me, come io lo sono di Cristo» [1 Cor 11,1, N.d.R.].
Mi dispiace che gente della sua età utilizzi questo mezzo di comunicazione per
scoraggiare una generazione, che desidera ansiosamente vedere un risveglio
in tutta l’Italia. Già Internet uccide la mente di migliaia di persone,
distruggendo vite, mancavano soltanto Signori con poca prospettiva della vita (visione),
che vogliono esporre il loro pensiero, facendo credere che Dio la pensa come
loro. Se tutto va bene, ci vediamo in cielo. {08-09-2011}
5. {Nicola
Martella}
▲
Ringrazio Esteban
Pronesti per il suo tentativo di spigarmi il suo intento ultimativo di
guarire la terra, tuttavia non deve aver fatto un grande sforzo al riguardo.
È anche mal riuscito il suo tentativo di convincermi che bisogna inventarsi un
tale incontro ultimativo per «riconoscere il lavoro fatto da un’altra
generazione», e che tale evento dovrebbe essere addirittura «un evento di
grande importanza, tale da lasciare un segno nella storia del cristianesimo
italiano», come recita la pubblicità. Vedo che ha preso versetti fuori dal
loro contesto storico e culturale, per piegarli alle sue tesi.
Non ho capito che cosa c’entri Proverbi 19,29 con tale spettacolo, in cui
i giovani dovranno celebrare pubblicamente alcuni servitori anziani e quest’
ultimi saranno chiamati a benedire ritualmente i primi. Dove troviamo in tutto
il NT un tale spettacolo religioso addirittura nazionale?
Conosco bene
1 Timoteo 5,17, ma che c’entra con tale spettacolo auto-celebrativo? Il
missionario Paolo dava direttive a Timoteo, suo collaboratore (che giovane non
era più, avendo allora circa 40 anni!), di come comportarsi nelle chiese
locali. Egli gli diede le direttive di come trattare lui personalmente con
differenti gruppi di persone nelle chiese locali: l’uomo anziano (1 T, 5,1), i
giovani, le donne anziane, le giovani (v. 2), le vedove (vv. 3-16) e gli anziani
(o conduttori di chiesa, vv. 17-20). Nel caso delle vedove «onorare» significava
farsene carico finanziariamente (vv. 3s.8.16). Allo stesso modo, nel caso
dei conduttori, reputarli «degni di doppio onore» ha a che fare non tanto col
riconoscimento pubblico (che già hanno, presiedendo, predicando e insegnando),
ma del loro sostegno finanziario. Infatti, nel verso 18 è scritta la
motivazione: «Infatti la Scrittura dice: “Non legare la bocca al bue che
trebbia”; e “l’operaio è degno del suo salario”». Quindi, Paolo non
si sognava neppure che Timoteo raccogliesse molti conduttori di chiesa in un
luogo, perché durante un pubblico spettacolo essi fossero onorati dagli altri.
Si trattava soltanto dell’ambito delle chiese locali e solo del sostegno
finanziario degli operai del Signore.
Riporto anche
1 Tessalonicesi 5,12s: «Ora, fratelli, vi preghiamo di riconoscere
coloro, che fra voi faticano e che vi sono preposti nel Signore e vi
ammoniscono e di stimarli smisuratamente in amore a motivo dell’opera loro».
È un bel brano, ma anche qui si tratta della raccomandazione, che l’apostolo
fece ai fratelli di una chiesa locale riguardo a coloro che lavoravano in
mezzo a loro. Paolo non suggerì di portali tutti in un luogo particolare,
insieme a decine d’altri, di metterli in pubblico spettacolo per
celebrarli pubblicamente. Si trattava del riconoscimento e della stima, che i
membri della chiesa locale dovevano mostrare quotidianamente verso i
propri conduttori locali!
Non si capisce poi proprio a che cosa serve qui Giovanni 3,17, visto che
Giovanni (e non Gesù) parla del ministero di Gesù allora sulla terra. Inoltre,
il verso 18 lo spiega benissimo: nella sua prima venuta il Figlio di Dio non
ebbe necessità di giudicare il mondo, poiché «chi crede in lui non è
giudicato; chi non crede è già giudicato» (cfr. 12,47). Ciò non significa
che Gesù abbia rinunciato al giudizio, visto che egli ne parlò durante il suo
ministero: «Oltre a ciò, il Padre non giudica alcuno, ma ha dato tutto il
giudizio al Figlio… e gli ha dato autorità di giudicare, perché è il
Figliuol dell’uomo» (Gv 5,22.27); «Anche io se giudico, il mio giudizio è
verace» (Gv 8,16). A ciò si aggiunga il giudizio del mondo al suo secondo
ritorno (Mt 19,28; 25,31ss).
Quanto a 1 Corinzi 11,1, non ho capito la successione col verso
precedente né perché sia stato citato qui. Constato una indebita versettologia.
In ogni modo, Paolo non chiese ai Corinzi di metterlo al centro di una
conferenza e di celebrarlo, ma si appellò ai credenti di una chiesa
locale, che lui aveva portato alla fede, di seguire il suo esempio. Sono
quindi due cose completamente differenti.
Alla fine, poi, non poteva mancare la predica sentimentale, in cui si addita a
coloro che sedicentemente scoraggiano addirittura il risveglio. Essi
avrebbero
poca visione, farebbero credere che Dio la pensa come loro e chissà se
saranno mai in cielo. Probabilmente è difficile trovare altrove tante quisquilie
religiose in poche righe.
Esteban Pronesti proprio non se la fa un po’ di autocritica? Lancia un
presunto «ultimatum» alle chiese italiane e pensa che gli altri debbano
stare a guardare!? Annuncia «un evento di grande importanza, tale da
lasciare un segno nella storia del cristianesimo italiano», come se fosse
l’Elia escatologico, e tutti i credenti delle chiese in Italia dovrebbero dargli
credito, come se a Catanzaro accadrà qualcosa, che cambierà veramente la storia
della chiesa!? Egli metterà in pubblico spettacolo alcuni dei servitori delle
chiese italiane, facendo fare a loro favore una specie di rito
auto-celebrativo, e tutti gli altri operai del Signore dovrebbero tacere
dinanzi a tale show o «sud-americanata»!? Usando le parole di Esteban Pronesti,
dovremmo proprio
credere che Dio la pensa come lui?
6. {Valentina
Ruocco}
▲
■
Contributo: Caro Nicola, […] io
partecipo, perché partecipa la mia chiesa e il mio pastore... e se
lui non ne fosse stato convinto, lo avrebbe detto apertamente. Si fanno tanti
convegni con solo musica e baldoria evangelica, e questo evento è tutt’altro!
Questa e-mail la potresti mandare a Esteban Pronesti, se t’interessa
sapere, ecc.; è lui che ha organizzato! E comunque evita detti come «la madre
del desiderio è sempre incinta»... non è un parlare da cristiano!
{08-09-2011}
▬ Risposta
(Nicola Martella): Cominciamo dalla fine. «La madre del desiderio
è sempre incinta» è ricalcato su un detto popolare; in esso non trovo nulla di
riprovevole. Esso significa che la gente è guidata dai propri desideri, che mai
finiscono, e li confondono con la realtà.
Per il mio scambio di idee con Esteban Pronesti, vedi sopra. È bella la
stima, che tu hai del tuo conduttore, faresti però bene a valutare tale
evento anche personalmente alla luce della Scrittura.
Come non darti ragione sui «convegni con solo musica e baldoria evangelica»?
Tuttavia, in che «questo evento è tutt’altro»? Nel fatto che si promette
un altisonante evento da «Ultimatum», che muterà addirittura la storia
della chiesa italiana? Lo vedremo il giorno dopo. L’evento, che ha lasciato un
segno nella storia della salvezza, c’è già stato con la croce e la
risurrezione. Il prossimo «ultimatum», di cui la Scrittura ci parla e che
muterà nuovamente la storia, sarà il ritorno di Cristo e la risurrezione dei
redenti.
Vedremo il
giorno dopo tale singolare convegno con i suoi proclami, i suoi spettacoli,
i suoi particolari riti e i suoi esorcismi territoriali e anti-maledizione
generazionale, quanto di «ultimativo» sarà avvenuto veramente. Vedremo se
la spesa è valsa l’impresa, se Esteban Pronesti ha agito per comando di Dio o se
ha seguito soltanto i desideri del suo cuore. Tutt’al più darà appuntamento a «Ultimatum
II», se il primo non è stato troppo ultimativo e non ha lasciato
abbastanza segni nella storia.
7. {Ivano
Acunto}
▲
■
Contributo: Caro Nicola, ho appena
terminato di leggere il tuo articolo (compreso i commenti degli altri fratelli
Montecchi e Vitale) sull’evento di Catanzaro. Non voglio giudicare (non mi sento
capace) la bontà dell’iniziativa, anche se mi son sentito rinfrancato
da alcune cose espresse dal fratello Montecchi. Vorrei solo ribadire il
mio desiderio (e penso quello di molti cristiani sinceri) di tornare al
cristianesimo autentico, insegnato dal Signore agli apostoli e trasmesso fino a
oggi. Si tratta del desiderio di recuperare l’insegnamento evangelico e
dell’unità di quanti «invocano il Signore con cuore puro».
{08-09-2011}
▬
Risposta (Nicola
Martella): Resta da vedere che cosa Ivano Acunto
intenda per «cristianesimo
autentico», se è quello che si evince dall’esegesi contestuale del NT o
dalle idee religiose dei cristiani. Lo stesso dicasi dell’«insegnamento
evangelico» e intorno a che cosa costruire tale «unità».
Dopo la mia analisi degli
eventi annunciati per tale raduno a Catanzaro, ho mostrato che di tali
elementi autenticamente cristiani secondo il NT ce ne sono ben pochi. Si
tratta della
cristianizzazione di convinzioni ideologiche ben note nel carismaticismo, di
cui ho già parlato sopra, e del tentativo di accreditarle mediante una
indebita versettologia, che strumentalizza la Scrittura per rendere
accettabili tale spettacolo e tali riti agli occhi di disavveduti conduttori
e incauti cristiani.
8. {Eleonora
Parisi}
▲
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Contributo: Quando ho letto questo scritto: «Uniti per guarire la
terra», sono rimasta colpita, e mi son detta: Ma ciò è biblico? La terra non è
destinata al fuoco, a dissolversi. Ditemi se mi sbaglio, grazie.
{13-09-2011}
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Risposta 1
(Nicola Martella): La Terra è destinata prima a essere governata dal Messia,
che porterà in essa la vera guarigione. Poi, avendo la Terra finito il suo
compito, sarà destinata al fuoco, per essere sostituita con una nuova
Terra.
Attualmente il compito dei credenti non è primariamente quello di guarire
la Terra, né con progetti ecologistici mondiali, né con presunti esorcismi
carismaticisti, ma di annunziare l’Evangelo e di fare discepoli in ogni
nazione. Gente rinnovata spiritualmente e moralmente farà anche meno male
alla Terra. Tuttavia, non c’è da illudersi, fino a quando il Messia non tornerà,
gli uomini malvagi continueranno a fare del male alla Terra a causa dei
loro interessi. Solo al tempo del regno politico di Gesù Messia si
realizzerà questo: «Il lupo abiterà con l’agnello, e il leopardo giacerà col
capretto, il vitello, il giovine leone e il bestiame ingrassato staranno
assieme, e un bambino li condurrà. La vacca pascolerà con l’orsa, i loro piccini
giaceranno assieme, e il leone mangerà lo strame come il bue. Il lattante si
trastullerà sul buco dell’aspide, e il divezzato stenderà la mano sul covo del
basilisco. Non si farà né male né guasto su tutto il mio monte santo,
poiché la terra sarà ripiena della conoscenza dell’Eterno, come il fondo del
mare dalle acque, che lo coprono» (Is 11,5-9; 65,25; cfr. Rm 8,19-23).
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Replica (Eleonora Parisi): Comunque non
credo che si dovrebbe parlare di «esorcismo carismatico», non è giusto.
Infatti, credo che i nostri fratelli facciano ciò con lo zelo di vedere
la nazione sanata. Anche io mi ritrovo spesso a pregare, affinché Dio faccia
sorgere uomini, che governano bene, sospinti da santo timore, perché ovviamente
siamo stanchi di vedere come vanno le cose, e tutti desideriamo tempi di
refrigerio... anche se tutti sappiamo che ciò non sarà pienamente
realizzabile fin quando Dio non stabilirà il suo regno. Shalom a tutti.
{14-09-2011}
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Risposta 2 (Nicola Martella): Se dovessi
fare l’elenco di tutti i santoni carismaticisti ben integrati in questo
movimento, che pretendono di cacciare il diavolo e i suoi accoliti da una
certa zona mediante un «esorcismo», la lista sarebbe alquanto nutrita. Tale
dottrina si chiama «guerriglia territoriale» o simili. Vedi in merito in
Nicola Martella,
Carismosofia (Punto°A°Croce, Roma 1995), gli articoli:
■ La pastorale esorcistica, pp. 205-212
■ La pastorale esoterica: guarigione interiore pp. 213-219
■ La strategia di una «guerriglia» spirituale pp. 220-224.
Si tratta di una
falsa dottrina dai contorni magico-esoterici, certamente ben cristianamente
confezionata. Grazie a Dio che molti pentecostali classici la rifiutano. D’altra
parte, essendo il carismaticismo un lievito pernicioso, non tutti sono
abbastanza avveduti per accorgersi della sua permeazione.
9. {}
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10. {}
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11. {Vari
e medi}
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Gianni Irace:
Questi dell’«Ultimatum» sono dei ragazzi guidati da pastori, che hanno
praticato l’occultismo e la magia nera. Questi «pastori» dicono di
saper legare l’uomo forte e di sdemonizzare piazze, città e nazioni
intere... (personalmente, li ho visti sudare freddo e farsi il segno della
croce davanti a piccoli problemi comunitari!) Purtroppo, già sono stati
provati. {08-09-2011}
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Risposta (Nicola
Martella): È la classica ideologia carismaticista, che pretende di liberare
dalla «maledizione generazionale» intere zone, regioni e nazioni,
mediante la cosiddetta «guerra spirituale» o «guerriglia territoriale» e
mediante il presunto esorcismo liberatorio. Sono forme sacramentali
assunte dalla religiosità sincretistica fra riti esoterici e prassi
esorcistica cattolica estesa a luoghi.
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Salvatore Paone:
Rimango, ancora una volta, sbalordito constatando dove possa arrivare il
narcisismo. Credo che i mali peggiori, che possano introdursi nella vita dei
semplici credenti, siano proprio tali eventi. Hanno un’apparenza cristiana,
ma non sono altro che organizzazioni misticheggianti del tutto antibibliche. «Uniti
per guarire la terra». Vorrei ricordare a tali uomini che noi siamo degli
operai, che lavorano la vigna; tuttavia, la vigna non è nostra, ma del
Signore. Ed Egli è Colui, che ne fa ciò che vuole.
{09-09-2011}
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Michele Montecchi:
Voglio solo farti una domanda tra te e me. Tu mi consideri un fratello in
Cristo? {09-09-2011}
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Risposta (Nicola Martella): Visto che
questa domanda l’ho già sentita, rispondo a Michele Montecchi con questo
articolo: ►
Neopentecostali e neocarismatici sono «fratelli»?. Spero che, dopo la
lettura, potrà rispondere da solo alla sua domanda. La domanda, che resta, è la
medesima: «Tu mi consideri un fratello in Cristo?».
12. {Vari e
brevi}
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Adolfo Monnanni: Comunque
vada, sarà un successo. Saranno in tanti a lasciarsi incantare,
purtroppo. Pastori, profeti e più chi ne ha, più ne metta; è un’esplosione di
follia «satan-religiosa» collettiva. Teniamoci stretti al nostro Signore, che ha
sanato le nostre colpe. Saluti {07-09-2011}
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Enzo D’Avanzo: Caro Nicola,
noi del M.A.D. [= Ministero delle Assemblee di Dio, N.d.R.] abbiamo deciso che
non parteciperemo a questo evento. {07-09-2011}
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Daniele Sambasile: Ho visto
questo post, condiviso da tanti fratelli. Lì per lì ho pensato che veramente i
credenti non riflettono, e questa cosa mi rattrista veramente. Come
scamperanno ai tranelli del nemico, se già
si fanno abbindolare da queste cose? {08-09-2011}
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Antonio Capasso: È un bel
articolo. Ancora più bella è stata la risposta a Montecchi. Devo dire che sono
rimasto un po’ perplesso sui nomi dei partecipanti all’evento trovati sul
sito, di cui, a detta di Montecchi, bisogna onorare come padri nella
fede. {08-09-2011}
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Giovambattista Mele:
Uniti per guarire la terra? Ma, si dovrebbero riunirsi per guarire se stessi,
implorando il perdono di Dio. Ma, purtroppo, lasciatemelo dire: Questo è proprio
il tempo di Satana, siamo in piena «apostasia». Il Signore abbia misericordia di
loro... {09-09-2011}
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Elena Ungaro:
Iddio continui a proteggere coloro, che son deboli nella fede! Si deve stare in
preghiera, poiché i giorni si accorciano e vedremo molti dei nostri
cadere nelle astuzie del nemico per mezzo anche di prediche con
filosofia umana. {12-09-2011}
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Guarire_terra_Car.htm
08-09-2011; Aggiornamento: 14-09-2011 |