Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Tutto ciò che serve per istruire il neofita nella sana dottrina e in una sana morale cristiana, per così orientarsi nell'insegnamento biblico di base, nella devozione e nel discernimento spirituale riguardo alle questioni che attengono alla fede biblica e al saggio comportamento nel mondo. È «vademecum» per chiunque voglia trasmettere la fede biblica.

   Ecco le singole parti principali:
01. La via che porta a Dio;
02. Le basi della fede
03. La Sacra Scrittura
04. Dio
05. Creazione e caduta dell’uomo
06. Gesù Cristo
07. Lo Spirito Santo
08. La salvezza dell’uomo
09. Il cammino di fede
10. La chiesa biblica
11. Ordinamenti e radunamenti
12. L’opera della chiesa
13. Il diavolo
14. Le cose future
15. Aspetti dell’etica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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INTERVISTA A UN EX-ANZIANO DEI TESTIMONI DI GEOVA:

PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Le esperienze di chi è stato fra i Testimoni di Geova (T.d.G. da qui in poi) e ne è fuoriuscito, sono molteplici e dipendono da vari fattori, ad esempio: il tempo, che si è stati in tale «gruppo di frangia»; il legame, che si è avuto verso un gruppo specifico; il ruolo, che si è rivestito, e la responsabilità portata nel tempo; il modo, come gli altri hanno reagito e specialmente i propri parenti rimasti nell’organizzazione; se si è avuta una vita sociale e interessi culturali fuori dei limiti della propria congregazione; e così via.

     Una volta fuoriusciti dalla «società» dei T.d.G., c’è chi ha avuto una transizione facile verso una vita «normale». Altri hanno subito tutti i tipi di screzi: isolamento, angherie, pressioni, continue telefonate intimidatorie, terra bruciata intorno e quant’altro da parte dei vecchi correligionari, oltre al disprezzo da parte dei propri ex-fratelli e specialmente dei propri parenti rimasti nell’organizzazione, per i quali il fuoriuscito è come se fosse già morto.

     Rocco Politi appartiene a quest’ultima categoria, affermando di aver subito tutto il male possibile da parte dei suoi ex-compagni di via.

     Qui di seguito commentiamo l’articolo « Intervista a un ex-anziano dei Testimoni di Geova», che Nicola Martella ha condotto con Rocco Politi, ex-conduttore dei T.d.G. e che è stato militante in tale organizzazione per 40 anni, occupando in essa posizioni di rilievo.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

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I contributi sul tema 

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Maurizio Ruffino

2. Eliseo Paterniti

3. Edoardo Piacentini

4. Eliseo Paterniti

5. Pietro Calenzo

6. Gianni Siena

7. Edoardo Piacentini

8.

9.

10.

11.

12. Autori vari

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Maurizio Ruffino}

 

Contributo: Non si capisce perché ha lasciato i T.d.G. (o, almeno, io non l’ho capito), e perché ha rilasciato queste interviste al canale cattolico? {08-05-2013}

 

Nicola Martella: All’inizio di questo tema c’è il link dell’articolo e dell’intervista. Alla fine di quest’ultima c’è un recapito. Puoi chiederglielo direttamente.

     ■ Per quanto ho capito, ha lasciato i T.d.G., per motivi di coscienza, quando essa si è risvegliata.

     ■ Quanto alle interviste rilasciate a televisioni cattoliche, gliel’ho chiesto anch’io. Mi ha risposto che l’ha fatto per mettere in guardia altri, che sono fra i T.d.G. e per poter aiutare altri fuoriusciti.

     ■ In pratica, sul piano spirituale, parlando con un’illustrazione, come ho fatto nell’articolo, Rocco Politi è uscito dall’Egitto, ma deve ancora trovare la via per la terra promessa. Durante il periodo di «disintossicazione» ha cominciato a conoscere Cristo in modo nuovo, ma — come gli ho fatto presente — deve ancora scoprirlo e accettarlo come suo personale Salvatore e Signore, entrando nella «libertà dei Figli di Dio». Mi è sembrato desideroso di farlo. Preghiamo per lui.

 

 

2. {Eliseo Paterniti}

 

Contributo: Io conosco un carissimo fratello in Cristo e ho amicizia con lui. Anche lui quasi 15 anni fa uscì dai Testimoni di Geova. Lui era uno dei membri del comitato giudiziario. Una semplice domanda da parte un semplicissimo fratello lo mise in grosse difficoltà da non farlo dormire neanche la notte. Per abbreviare, quando il mio amico e fratello in Cristo diede il suo cuore a Dio, la moglie lo lasciò, perché lo riteneva una vergogna. In questi anni, nonostante la sua solitudine, lui continuò a crescere nella fede in Cristo ed è stato usato dallo Spirito Santo per parlare ad altri fuoriusciti, anch’essi dissociati di T.d.G. Lui, oltre alla moglie, ha «perso» la comunione con altri due figli, che sono persone note all’interno dai seguaci della torre di guardia. La moglie successivamente se ne uscì pure dai Testimoni di Geova, non per riconciliarsi con il marito, ma per mettersi con altri uomini e, quindi, lei non crede più a niente. Il fratello, da circa un mese, si è risposato con una simpatica sorella in Cristo e servono il Signore assieme. {08-05-2013}

 

Nicola Martella: Grazie della tua testimonianza. Se tale fratello di tua conoscenza ha internet, mandagli il link dell’articolo; potrebbe essergli d’incoraggiamento e indurlo a prendere parte alla discussione per dare la sua testimonianza. Se non ha profilo su Facebook, e mandarmi le sue impressioni per e-mail.

 

 

3. {Edoardo Piacentini }

 

La testimonianza di Rocco è importante, perché può dissuadere chi sta per entrare nell’organizzazione dei T.d.G., ma non credo che sia efficace per chi nell’organizzazione c’è già da tempo e considera le accuse di un ex-militante come un atto di tradimento. L’adepto di un gruppo del genere, infatti, non si rende conto di essere stato plagiato e ha la tendenza a respingere ogni accusa di plagio, che viene rivolta alla sua organizzazione religiosa. Ritengo più efficace contattare singolarmente i T.d.G., per confrontare le dottrine che insegna l’organizzazione, a cui appartiene, con quelle che la Sacra Scrittura insegna. È evidente che ci vogliono persone preparate, per provare a convincere un T.d.G. che è nell’errore e non sempre ci si riesce; ma se il T.d.G., che abbiamo contattato, è da Dio, sarà lo Spirito Santo a convincerlo e ad aprirgli le Scritture! {09-05-2013}

 

 

4. {Eliseo Paterniti}

 

Il fratello Piacentini ha parlato di persone preparate, ma esse possono fare ben poco. Lo dico per esperienza personale, per lo stesso motivo che è stato giustamente evidenziato, cioè perché sono plagiate. Occorre una persona, che parla il loro stesso linguaggio e che ha vissuto nell’organizzazione religiosa. La giusta abilità, per parlare con membri dell’organizzazione, è di non fargli capire che è un ex, se no lo cacciano via. Il fratello, che conosco io, sta lavorando così e rimango meravigliato, per come si pone senza farsi riconoscere, pur parlando il loro linguaggio.

     Io, tante volte, con la mia modesta preparazione, ho affrontato i T.d.G., ma dopo è andato a finire non proprio bene, perché sopratutto i capi non digeriscono bene essere messi in imbarazzo, quando gli dimostri le loro limitazioni nella conoscenza delle Scritture. Qualche anno fa, un anziano dei T.d.G. mi rispose arrabbiato e indispettito: «Lei è come una vipera velenosa, che usa le Scritture per mettermi in difficoltà, quindi non le rispondo». Devo riconoscere che, con tutta la mia preparazione, ho fallito. Il fratello ex-T.d.G., nonostante fosse una persona colta in merito alla dottrina della torre di guardia, fu conquistato da una semplice domanda, fatta da un fratello semplice e forse poco preparato riguardo alle dottrine dei T.d.G. Io, nel lontano 1988, mi sono divorato il manuale dei T.d.G. intitolato: «Ragioniamo insieme facendo uso delle Scritture», per scoprire le loro strategie, trovando le dovute risposte per metterli in difficoltà, non sono riuscito a conquistare un testimone di Geova a Cristo. Ribadisco: ammetto il mio fallimento.

     In merito all’anziano dei testimoni di Geova, che ho «affrontato» io, qualche settimana prima aveva messo in difficoltà due fratelli della mia comunità; infatti uno di loro mi disse che costui era molto preparato e che avrebbe messo in difficoltà pure me. Sapete quale è stata la differenza? A parlare erano solo i due fratelli, interrompendosi l’uno dall’altro, e il T.d.G. faceva le domande. Io sono stato a faccia a faccia con lui, facendo parlare lui, e a fare le domande ero io. Per fare un esempio, abbiamo trattato il tema sulla deità di Gesù (tema che mise in seria difficoltà i fratelli in questione). Lui mi fece una domanda: «Se lei, come altri evangelici, afferma che Gesù è Dio, perché non ne parla l’Antico Testamento?». Io aprii Isaia 44,6: «Così dice l’Eterno, il re d’Israele e suo Redentore, l’Eterno degli eserciti: “Io sono il primo e sono l’ultimo, e all’infuori di me non c’è Dio”». Così cominciai a fare le domande, citando i versetti del Nuovo Testamento (che riporto qui). Le mie domande hanno mandato su tutte le furie il T.d.G., rispondendomi quello, che ho scritto sopra. {09-05-2013}

 

 

5. {Pietro Calenzo}

 

     1. La crescita del moderno arianesimo, è un severo monito alla chiesa di Cristo. La domanda ereticale dei Russelliti in Italia trova più accoglienza che il sano insegnamento evangelico. Il loro lievito sta fermentando tra gli esuli di altre religioni e in primo luogo di quella ufficiale. Perché? Rispondere a questa domanda è di rilevante importanza. {10-05-2013}

 

     2. Ecco un consiglio, che mette in difficoltà i T.d.G. Prima di cominciare qualsiasi dibattito, domandate loro, se va bene come traduzione della Scrittura la CEI, la Luzzi, o qualsiasi altra. Non accettate mai il confronto sulla traduzione del Nuovo Mondo. Domandate loro, se conoscono la traduzione del N.T. di Johannes Greber. Se non rispondono, dite che loro che hanno fatto uso di tale traduzione, per redigere la traduzione del Nuovo Mondo. Johannes Greber era un ex-prete, poi spiritista; sua moglie era una medium. Personalmente ogni volta che parlo con essi, prima di sedermi, metto in chiaro di non voler accettare la loro traduzione.

     Se rimangono, almeno farete loro sentire la Parola di Dio, e insinuerete in loro la giusta convinzione che la loro traduzione si fonda anche su una traduzione spiritistica. Nella sede centrale di Brooklyn sono conservate diverse copie dello spiritista Greber, per essere consultate dagli studenti e dai vari dirigenti. Mettere subito in chiaro che accetterete un confronto su qualsiasi traduzione, ma non sulla loro. {11-05-2013}

 

 

6. {Gianni Siena}

 

Non è facile dialogare con i testimoni di Geova. L’ho fatto per molti anni, ho sempre «vinto» gli incontri dialettici con loro, ma è una cosa molto stancante per le ragioni addotte dalle varie parti, che scrivono.

     Quando vengono a bussare, mi rifiuto di parlare, sono persone che non hanno vissuto i fallimenti predizionali della Società verso i loro predecessori e non sanno nulla del passato.

     La Società, negli anni ’20 [del 20° sec., N.d.R.], fu finanziata da elementi anticristiani della massoneria americana, e questo la dice lunga sullo spirito che anima i leader geovisti.

     L’impatto diabolico delle loro dottrine e della conseguente «relazione fraterna» emerge, drammaticamente, da tutte le storie che riguardano gli ex-T.d.G. Ne conosco una in particolare, che considero emblematica del loro modo di distruggere le anime: l’ho vissuta in prima persona, accanto a una sventurata famiglia. Molti anni fa, durante un capodanno, si unì a noi una famiglia di credenti ex-T.d.G. Passammo le ore intorno alla mezzanotte in preghiera; e, dopo mangiato, alle due di notte, i fratelli che avevano partecipato all’invito, se ne stavano tornando a casa salutandoci. Questa coppia con uno dei figli era «sconcertata», lei esclamò infastidita o preoccupata: «Ci state cacciando?». Nessuno li stava «cacciando» e, pur stanchissimi (la vigilia era lavorativa), noi parlammo ancora a lungo con loro. Se ne andarono solo dopo le cinque. Nei giorni successivi tornarono a visitarci ed esternarono tutta la loro tristezza e il loro delirio.

     L’uomo era uno zelante evangelizzatore… «eredità» del suo passato nella Società; in quei giorni portò in chiesa due «mendicanti» che, in qualche modo, conoscevo. E mi disse: «Li ho evangelizzati davanti a un supermercato e si sono convertiti... provvedi alle loro necessità». Gli dissi di provvedere lui, in prima persona; affermai che non poteva essere sicuro della loro «conversione». Quelli se ne andarono, non erano vestiti di stracci, vestivano abiti dimessi, ma non erano «sofferenti»; e non cercavano altro che qualche moneta.

     La donna, senza esitazioni, esternò il suo disagio e, dopo una lunga esposizione dei loro guai, disse: «Cerchiamo un fratello con il dono di profezia o lingue con interpretazione da “consultare”, per sapere se possiamo separarci» (questo è biblicamente mostruoso). La mia risposta fu immediata: «Circa il matrimonio la Bibbia è chiara: nessun uomo separi quel, che Iddio ha unito. I doni carismatici sono per l’edificazione dell’assemblea e del singolo credente... non c’è scritto nulla di quel, che tu cerchi. Pregate piuttosto il Signore e chiedete il suo consiglio e soccorso, prima di prendere una decisione, che vi condizionerà il futuro. Avete figli coinvolti almeno quanto voi dalle vostre decisioni».

     Conosco la loro chiesa ed è una comunità formata da persone «dabbene e ripiene dello Spirito Santo». Il pastore è un uomo con la testa sul collo e con i requisiti del ministero, ma quella famiglia era messa molto male.

     Conoscevo il padre di lei, distribuiva letteratura dei T.d.G. nel mio quartiere e qualche volta parlammo di religione. Aveva uno «spirito» non frequente nei membri della Società, l’avrei scambiato per un evangelico pentecostale; molti anni prima avevo letto o udito la storia di un credente pentecostale divenuto T.d.G. Affermava (grosso modo) che era stato confuso con le false dottrine sullo Spirito Santo e aveva parlato in lingue; poi, per la «luce» di Geova attraverso la Società, aveva smesso: era proprio «lui». Costui era assiduo sotto casa e cercava di portarmi nella sua congregazione; gli dissi chi ero e che i suoi sforzi erano inutili.

     Quell’uomo è morto da diversi anni, era una persona semplice, non fanatica, e ammetteva senza reticenze i passati errori della Torre di Guardia. Io gli chiesi se non era una buona ragione per abbandonare questi «profeti», che accusano solo gli altri cristiani di essere «falsi»? Non ebbi risposta da lui, ma ora è morto; quando mi capitò la figlia in casa, nella circostanza descritta, capii quanto questi «intermediari» di Dio possano far danno alle anime, che periscono.

     Questa coppia, pur convertita, s’è sfasciata, per non aver abbandonato il loro precedente retaggio religioso. Secondo diversi esperti di salute mentale, la Società attira persone già precarie rispetto ai canoni psichiatrici dell’equilibrio mentale. E ne esaspera le debolezze, acuisce le contraddizioni relazionali e familiari.

     Quando i T.d.G. s’accorgono di non essere andati da nessuna parte, lasciano la Società e, in genere, vivono la loro inadeguatezza sociale e psicologica, la cui precedente militanza non ha risolto.

     So per esperienza che i conflitti relazionali e personali non si risolvono nell’arco di una serata, in cui l’individuo si converte al Signore: più uno è «precario» e più tempo impiegherà a rifasarsi, vale anche per i credenti.

     Questi ultimi hanno a disposizione «armi potenti», per ricostruire le loro vite interiori, distrutte dal peccato e piene di disarmonia; ma, almeno, essi sanno che possono farcela con l’aiuto del Signore.

 

 

7. {Edoardo Piacentini}

 

Contributo: Ecco un altro consiglio, oltre quello suggerito da Pietro Calenzo: all’inizio di ogni incontro, e magari anche nel bel mezzo di essi, chiediamo ai T.d.G. di pregare insieme con noi e invochiamo la guida e la sovranità di Gesù Cristo su quell’incontro! Preghiamo anche prima d’incontrarci con i T.d.G., affinché il Signore ci aiuti a maturare un profondo amore per loro e una vera compassione per queste anime, che sono preda di questa organizzazione con scopo di lucro, impariamo a pregare seriamente per loro e chiediamo con tutto il nostro cuore di farci usare dal Signore Gesù per la conversione al vero Dio di molte di queste anime preziose. Teniamo sempre presente che i T.d.G. sono anch’essi creature amate da Dio, per le quali Gesù ha dato la sua vita sulla croce, per cui è sempre possibile il loro ravvedimento e la loro salvezza eterna, a meno che non abbiano bestemmiato contro lo Spirito Santo! {11-05-2013}

 

Nicola Martella: Quello di chiedere di pregare insieme, è un buon consiglio. Per mi esperienza, però, essi si rifiutano di farlo. Tuttavia, se ciò avvenisse, sarebbe certamente una buona cosa.

     Pregare per T.d.G., che noi conosciamo, e intercedere per loro, perché il velo cada dalla loro faccia, è certamente cosa auspicabile. Come per i Giudei «le loro menti furono rese ottuse; infatti, fino al dì d’oggi,… lo stesso velo rimane, senz’essere rimosso, perché è in Cristo che esso è abolito… quando però si saranno convertiti al Signore, il velo sarà rimosso» (2 Cor 2,14.16).

 

 

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12. {Autori vari}

 

Gianpirro Venturini: «Chi è il bugiardo se non colui che nega che Gesù è il Cristo? Egli è l’anticristo che nega il Padre e il Figlio. Chiunque nega il Figlio non ha neppure il Padre; chi riconosce pubblicamente il Figlio ha anche il Padre» (1 Giovanni 2,22-23). Questa è Parola apostolica, tutto il resto sono fandonie, farneticazione di spiriti dell’anticristo! {09-05-2013}

 

Maurizio Sabidussi: Complimenti, fratello Nicola, per questo servizio che stai facendo. Dio ti benedica! {08-05-2013}

 

Gloria Biancamano: Caro fratello Nicola, grazie. Io ho un fratello T.d.G. E purtroppo ne sono diventati anche altri, andando dietro a lui. Preghiamo per loro. {09-05-2013}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Ex-anziano_TdG_EdF.htm

09-05-2013; Aggiornamento: 12-05-2013

 

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