Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Oltre alle parti introduttive (Bibbia, AT) e al Giochimpara finale, il libro contiene due parti distinte dell’AT: l’Epoca Babilonese e l’Epoca Persiana. In appendice ci sono tre excursus:
■ I nomi ebraici di Dio
■ Il patto, i patti e i testamenti
■ La Bibbia fra criticismo e modernismo.

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca babilonese («Libri storici e profetici III»):
■ L’epoca babilonese in generale
■ Sofonia
■ Habacuc
■ Geremia
■ Lamentazioni
■ Daniele
■ Ezechiele
■ Il tempo dell’esilio. 

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca persiana («Libri storici e profetici IV»):
■ L’epoca persiana in generale
■ Esdra-Nehemia
■ Ester
■ Aggeo
■ Zaccaria
■ Malachia
■ L’epoca intertestamentaria.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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COME SONO DIVENTATA EVANGELICA? PARLIAMONE 2

 

 a cura di Nicola Martella

 

Alla testimonianza di Fiorina Pistone «Come sono diventata evangelica» è seguita una prima parte di discussione, che si trova qui: «Come sono diventata evangelica? Parliamone 1». Qui di seguito proseguiamo tale interessante confronto. Fiorina deve affrontare la sua attuale posizione su due diversi fronti: quello evangelico e quello cattolico; a ciò corrispondono anche due diversi tipi di linguaggi: l'evangelichese e il cattolicese.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Guerino De Masi

2. Fiorina Pistone

3. Nicola Martella

4. Guerino De Masi

5. Paolo Elia

6. Fiorina Pistone

7. Nicola Martella

8. Fiorina Pistone

9. Nicola Martella

10. Annamaria Mazzari

11. Guerino De Masi

12.

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Guerino De Masi}

 

Contributo: Ho letto con interesse questa bella testimonianza. Ciononostante, il mio commento vorrebbe essere uno stimolo a esercitarci a essere forse un tantino più precisi, quando testimoniamo della nostra fede.

     Questa testimonianza è esplicita: «Come sono diventata evangelica?». Ma è questo l’importante? Sì, certamente lo è per la signora Fiorini, ma... ma, noi sappiamo che l’oggetto della nostra testimonianza dev’essere l’esaltazione e il dare gloria al Signore Gesù. Tuttavia forse, questo, in un certo senso, viene fatto...

     Manca però quello che non dovrebbe mai mancare nella «nostra testimonianza»: ero perso nei miei falli e nei miei peccati e Gesù mi ha salvato. Ero morto e Gesù mi ha vivificato. Ero senza speranza e Dio mi ha dato la vita eterna in Gesù. I miei peccati ha tolto assieme alla condanna eterna che gravava su di me. La mia vita era senza speranza avvolta nelle colpe dei miei gravi peccati. La mia religiosità, la mia onestà e il mio impegno sociale, non mi danno nessun merito confrontati con la giustizia e la santità di Dio.

     Ho scoperto che il Signore voleva rivestirmi della sua giustizia togliendomi i miei abiti sporchi dalle illusioni che avevo d’essere apposto con la mia religiosità. Ho chiesto perdono per tutti i miei peccati e Gesù mi ha regalato la vita abbondante ed eterna. I miei peccati sono stati cancellati dal sangue di Gesù versato al Calvario.

     Queste cose mettono in secondo piano quell’iter di ricerca e d’impegno personale che, pur essendo diverso per ognuno, tende comunque a sottolineare un non piccolo peso di capacità e merito nostro nella testimonianza.

     La rigenerazione che lo Spirito Santo opera nel cuore, nella mente e in tutta la vita d’una persona dovrebbe risaltare da ogni testimonianza. Non nasciamo «figli di Dio», ma lo diventiamo con la «nuova nascita». Questo manca in questa testimonianza. {30-01-2010}

 

Osservazioni: Le questioni evidenziate da Guerino sono certamente importanti. Una testimonianza è tuttavia qualcosa di spontaneo, che nasce dall’esistenza e dalla ricerca. Se Fiorina fosse stata qui nella nostra comunità o in quella di Guerino, avremmo certamente potuto farle delle domande dirette per capire meglio. Lei però vive altrove. La sua ricerca non è nata ieri e il suo percorso è stato lungo anche con noi, con cui si è confrontata su «Fede controcorrente». Certo le manca il «gergo evangelichese» per spiegare le cose, ma esso non è importante. Sarebbe comunque bello se Fiorina rispondesse a Guerino e spiegasse a lui e a noi, ciò  che le viene richiesto, certo a parole sue. {Nicola Martella}

 

Replica: Grazie, Nicola! Tempestivo, chiaro e conciso. Evangelichese parlando! Vorrei qui sottolinearti il mio ringraziare il Signore per come ha voluto usare «Fede controcorrente» e parlare al cuore di Fiorina. Il Signore lo sa quanto apprezzo il tuo servizio che onora Dio, la sua Parola e mi è di molta utilità e incoraggiamento. Dio ti benedica. {30-01-2010}

 

 

2. {Fiorina Pistone}

 

Una testimonianza un po’ prematura

 

     1. Rispondo a Guerino de Masi. Lo immaginavo che qualcuno avrebbe potuto farmi questo tipo d’osservazioni, eppure quando ho scritto la mia testimonianza, non mi sono sentita di dire nulla di più, perché la mia testimonianza è stata, sotto certi aspetti, prematura. Essa manca di ciò che io ancora non posso dire, ma ho accettato di farla ugualmente, perché sul sito c’erano già diversi miei scritti, in cui mi definivo cattolica, cosa che ormai non corrispondeva più alla realtà.

     Al momento d’entrare nella nuova Chiesa, non ho avvertito in me una sovrabbondanza di gioia: ero semplicemente serena; cosa di cui ero grata a Dio, perché ero uscita da un periodo di notevole sofferenza, con la paura di non riuscire a superare la mia indecisione, ma non potevo ancora immaginare in che modo questa Chiesa avrebbe potuto aiutarmi.

     Ora spero in essa molto di più, perché ho già avuto un assaggio della possibilità di colloquio che vi posso trovare; comunque secondo me la mia conversione alla fede evangelica non mi ha per ora fondamentalmente cambiata.

     Io ritengo d’aver compiuto un grande cammino nella Chiesa Cattolica. Essa mi ha anche indotta a compiere degli errori (cosa di cui, tuttavia, non saprei chi accusare, se volessi rimproverare delle persone precise).

     Credo che anche di me si possa dire che ho indotto altri in errore (ho fatto la catechista), e ho pure fatto propaganda ai messaggi di Medjugorje, regalando diverse volte il giornalino a una mia amica, e forse anche ad altre persone che non ricordo.

     Le apparizioni di Medjugorje sembravano così convincenti. Benché la Chiesa Cattolica non si sia mai pronunciata ufficialmente su d’esse, molti ferventi cattolici ci hanno creduto, molti ci credono ancora. I veggenti sono stati visitati da una equipe di medici, in parte atei, in parte credenti. Questi medici hanno detto che i veggenti sono sani di mente e sinceri. Uno di loro, ateo, intervistato da un giornale, ha detto: «È certo che queste persone vedono: che cosa vedono io non lo posso dire».

     Io avevo smesso di crederci da molto tempo, molto prima che gli Evangelici mi convincessero che non si deve pregare Maria e i Santi. Avevo smesso perché a quella località è legata l’attesa di prodigi sensazionali: sul monte delle apparizioni dovrebbe comparire un segno visibile a tutti, bellissimo e indistruttibile. Io m’ero convinta che Dio non manda segni del genere, non obbliga nessuno a credere. Eppure a me sono servite anche le apparizioni di Medjugorje.

     Sui siti evangelici leggo che è il diavolo che provoca queste apparizioni. Da qualche parte ho letto anche che il diavolo è colui che vuole fare sempre il male e invece fa sempre il bene. Certo è un aforisma piuttosto esagerato, nato probabilmente in quegli ambienti, in cui si pensa che Gesù alla fine salverà tutti, però è vero che Dio sa trarre il bene anche dal male

     È stato proprio nel periodo in cui credevo alle apparizioni di Medjugorje che ho imparato a pregare di più. Andavo a messa tutti i giorni e mi sono comprata il messale per seguire meglio le letture bibliche in chiesa e per prepararmele a casa quando dovevo leggerle io. Sul messale c’erano dei commenti che mi facevano riflettere. Nella mia parrocchia s’era costituito un gruppo di preghiera che diceva il rosario dopo la messa e io ne facevo parte. Sono nate tra di noi delle belle amicizie, ci aiutavamo l’un l’altro nel nostro cammino.

     Il rosario si diceva anche collettivamente, prima della messa, però il nostro era qualcosa che univa il nostro gruppo, che favoriva la nostra amicizia.

     In quegli anni ho imparato ad abbandonarmi a Dio totalmente, a dirgli non solo: «Fammi compiere la tua volontà», ma anche: «Disponi totalmente di me, di tutto ciò che sono e di tutto ciò che ho, perché si compia in me la tua volontà».

     È stato allora che ho avuto le vittorie spirituali più grandi, che mi sono liberata maggiormente dai sentimenti negativi, che ho acquisito la fiducia in Dio più grande, la gioia più grande, la libertà più grande. Allora ero convinta davvero che in me fosse morto l’uomo vecchio (la donna vecchia), d’essere diventata una nuova creatura.

     Poi, però, sono venuti tempi più difficili, e sono venuti non molto tempo fa. Non è stata la mia conversione alla fede evangelica a provocare questo cambiamento: è avvenuto prima, però è durato anche dopo la mia conversione. Io non ero cambiata in senso più negativo, ma le circostanze erano diventate più difficili: mi capitava di trovarmi in certe situazioni, in cui avrei dovuto scegliere il male minore, e probabilmente a volte, invece di scegliere il male minore, ho scelto quello che mi faceva meno paura. Io non mi sentivo più libera come prima e, vedendo le difficoltà che avevo a far fronte ai problemi morali, la mia autostima era scesa molto: avevo la depressione.

     Ora mi sono ripresa abbastanza, però mi sembra che la fiducia d’essere nati di nuovo dipenda anche dal nostro equilibrio personale: se uno ha disgusto di sé stesso, gli pare che anche Dio debba essere disgustato.

     Io non ho voluto prendere antidepressivi: ho poca fiducia nelle medicine. Non me la sono sentita neanche di continuare a parlare di problemi religiosi e morali con una psicologa, da cui sono andata una volta, ma poi non sono tornata.

     Sono, in questi giorni, abbastanza di buon umore. Certi problemi della mia famiglia, di cui risentivo, si sono in buona parte appianati.

     Nella mia nuova Chiesa probabilmente troverò aiuto. Se non sono già salvata, ho fiducia che Dio mi condurrà sulla strada della salvezza.

     A Dio sia gloria; e grazie a tutti coloro che mi hanno aiutata, cattolici ed evangelici.

     Al diavolo no, perché, se mi ha fatto del bene, lo ha fatto per sbaglio.

 

     2. Vorrei dire qualcosa anche a Raffaele Minimi. [ Qui] Quello che ha detto lui, che la Chiesa è superiore alla Bibbia, non fa parte della dottrina ufficiale della Chiesa Cattolica Romana.  Penso proprio che nessun vescovo approverebbe questa affermazione. Il «Catechismo della Chiesa Cattolica» recita come segue nel capitolo secondo: «85. L’ufficio d’interpretare autenticamente la parola di Dio scritta o trasmessa è stato affidato al solo Magistero vivente della Chiesa, la cui autorità è esercitata nel nome di Gesù Cristo, cioè ai vescovi in comunione con il successore di Pietro, il vescovo di Roma».

     «86. Questo magistero, però, non è al di sopra della parola di Dio, ma la serve, insegnando soltanto ciò che è stato trasmesso...».

 

Non so se Lefebvre ha insegnato diversamente... Saluti a tutti

 

 

3. {Nicola Martella}

 

Alcuni si aspettano che chi si avvicina a Cristo, usi un linguaggio usuale al proprio contenitore culturale d’appartenenza. Fiorina Pistone usa sincerità e onestà intellettuale per illustrare il suo cammino nella verità biblica. Facendo ciò, usa il suo proprio linguaggio e narra la sua storia.

     In tale cammino ho dovuto pensare a Cornelio, il quale era un uomo «pio e temente Dio con tutta la sua casa, e faceva molte elemosine al popolo e pregava Dio del continuo» (At 10,2). Di lui fu data la testimonianza che era un «uomo giusto e temente Dio, e del quale rende buona testimonianza tutta la nazione dei Giudei» (v. 22). A Cornelio Dio si è mostrato a modo suo e secondo il suo arbitrio, usando Pietro. Eppure, Cornelio, avendo zelo per il Signore, ma senza conoscenza, quando vide Pietro, «venutogli incontro, gli si gettò ai piedi, e l’adorò» (v. 25), cosa che l’apostolo rifiutò vigorosamente e prontamente. Tale incidente di percorso, non impedì a Piero di annunciare a lui e agli altri l’Evangelo (vv. 34-43) e a questi ultimi di accettare Gesù quale Salvatore e Signore e di essere «battezzati nel nome di Gesù Cristo» (vv. 44-48).

     L’evangelichese è un gergo cultural-religioso, non per forza una necessità. Anche Paolo adattò il suo messaggio alla cultura dei suoi interlocutori (1 Cor 9,19ss). Ognuno parla come mangia; perciò descrive le cose come sa fare. L’importante è che, di là dai contenitori culturali, la «sostanza biblica» ci sia. L’importante è essersi «convertiti dagli idoli a Dio per servire al Dio vivente e vero, e per aspettare dai cieli il suo Figlio, il quale Egli ha risuscitato dai morti: cioè, Gesù che ci libera dall’ira a venire» (1 Ts 1,9s). Poi la rigenerazione è affare dello Spirito Santo in chi crede. Fiorina ha detto a Dio: «Disponi totalmente di me, di tutto ciò che sono e di tutto ciò che ho, perché si compia in me la tua volontà». Lei è certamente nella salvezza, avendo Gesù quale unico Salvatore e Signore della sua vita, unico Mediatore e Garante della sua redenzione. Quindi, non è lei che deve garantire la propria sicurezza di salvezza; ci pensa già Cristo.

     È il frutto che mostra l’albero (Mt 7,16ss), non il gergo religioso. Il suggello di Dio ha due facce: «Ma pure il solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo sigillo: “Il Signore conosce quelli che son suoi”; e: “Si ritragga dall’iniquità chiunque nomina il nome del Signore”» (2 Tm 2,19). Dio salva per grazia mediante la fede (Rm 5,2; Ef 2,8). Inoltre c’è il convincimento interiore dello Spirito Santo mediante la parola di Dio: «Voi avete ricevuto lo Spirito d’adozione, per il quale gridiamo: “Abba! Padre!”. Lo Spirito stesso attesta insieme col nostro spirito, che siamo figli di Dio» (Rm 8,15s). Confido che Fiorina, di là dai linguaggi cultural-religiosi, abbia realizzato proprio tutto ciò, senza se e senza ma.

 

 

4. {Guerino De Masi}

 

Cara Fiorina, non metto in dubbio la sua salvezza, e se così invece è, m’associo alla sua fiducia che Dio la condurrà sulla strada della salvezza.

     Nicola fa riferimento a un «evangelichese», che probabilmente «noi» siamo abituati a utilizzare nei nostri dialoghi. Cercherò dunque d’essere il più schietto possibile compatibilmente con le mie limitate capacità. Il mio precedente intervento voleva sollevare la necessità che nelle nostre testimonianze fosse maggiormente inciso ed evidenziato quanto il Signore ha fatto nella nostra vita in rapporto a noi peccatori che nella sua misericordia ha voluto strappare dalla perdizione.

     Osservo che lei non aveva ancora di più da dire, in quanto per certi aspetti la sua testimonianza è prematura. Più avanti ancora, lei dice di non aver avvertito in lei una sovrabbondanza di gioia (!) e che la sua conversione alla fede evangelica non l’ha per ora fondamentalmente cambiata. Confessa comunque d’essere stata indotta a compiere errori e di conseguenza, aver indotto altri in questi errori. Ebbene, cara Fiorina, questo è un aspetto che nell’evangelichese chiameremo «ravvedimento» e confessione dei propri peccati. La sua nuova vita, s’evince dalle sue affermazioni come:

     ■ Avevo smesso di crederci

     ■ Ero convinta che Dio non obbliga nessuno a credere.

     ■ Abbandonarmi a Dio

     ■ Fammi compiere la tua volontà.

     ■ Disponi totalmente di me, di tutto ciò che sono e di tutto ciò che ho, perché si compia in me la tua volontà

 

Ma se questa convinzione della «nuova nascita» non è sentita in lei, non l’abbinerei alla frequentazione o meno d’una chiesa evangelica e della speranza d’una migliore conoscenza e convinzione. Il neonato non si preoccupa del come spiegare che è nato. Manifesta semplicemente la sua «nuova» vita con il bisogno d’essere nutrito, coccolato, curato e amato. In primo luogo, sono i genitori che si rallegrano della sua nascita! Le pare?

     Anche io ho piena fiducia che il Signore completerà l’opera sua in lei, cara Fiorina. Spero di poter presto leggere di ciò che lei ha sperimentato del perdono, che Dio le ha offerto in Cristo Gesù, della sua speranza e certezza della grazia ricevuta e della pace siglata con Dio con il sangue preziosissimo del Signore Gesù. Dio la benedica. {07-02-2010}

 

 

5. {Paolo Elia}

 

Nota redazionale: Questo catechista cattolico con simpatie carismatiche non ha proprio il dono di stare al tema e di essere sintetico. Il suo contributo va ben oltre quanto affermato da Fiorina nella sua testimonianza. Il suo non è un contributo, ma un’enciclopedia. Metto qui dapprima la parte generale, a cui Fiorina ha risposto. Metterò le altre parti (papa, Maria, Salvati per grazia o per opere, ecc.) qui o altrove, se ella risponderà a esse. Ecco la prima parte del suo contributo.

 

Fiorina, considero del tutto positivo che tu non abbia scritto la parola conversione, né è stata messa la parola nel titolo. Credo che un cammino spirituale di questo tipo non sia una «conversione» ma un completamento (naturalmente lo posso credere anche per coloro che fanno il cammino inverso, verso il cattolicesimo).

     Per essere esatti, infatti, la conversione, come ci è richiesta dal Vangelo, è una evento continuo in un cammino spirituale in Cristo Gesù.

     Inoltre ho ammirato la serenità del tuo itinerario spirituale, a cui auguro un sempre maggior e vivo incontro personale con Gesù sino alla completa divinizzazione.

     Naturalmente essendo io cattolico e volendolo rimanere, dopo molta preghiera e studio biblico, anzi dopo aver fatto un cammino diverso dal tuo, come credo sia naturale ho qualcosa da eccepire.

     Ovviamente non ho nulla da eccepire che tu ti proclami evangelica: quello che invece mi rincresce è che ti fondi su parecchie inesattezze sul cattolicesimo e sulla sua pratica.

     Una cosa per esempio che mi stupisce nel tuo intervento è lo stupore della cattiva pratica di cattolici che tu conosci: ne conosco anch’io, preti e laici e forse anche vescovi: ma sembra che solo fra i cattolici ci siano credenti diciamo scarsi. Sapessi quanto mi rode questo fenomeno (a cui cerco di mettere riparo con la mia testimonianza di vita e della Parola). Quanta fede di cattolici è rimasta al catechismo da bambini: una fede infantile in un adulto...

     Un’altra cosa che ho visto che ti ha scandalizzato è che a volte, giustamente, le credenze cattoliche non sono sempre semplici da capire e, come dici tu ciò distrae «da concetti essenziali della fede cristiana».

     Obiezione assai singolare e che se ricordi toccava già i primi cristiani se san Pietro, per esempio, si sente di tornarci sopra su quanto e come scrive san Paolo (verso la fine della seconda lettera) dopo aver ricordato altre difficoltà (per esempio sempre nella seconda lettera 1,20-21 ecc.).

     La tua è una giusta osservazione, ma questa è una cosa oggettiva che anche tanti eretici hanno lamentato, semplificando e togliendo cose essenziali. Ma la Trinità è facile? e l’Incarnazione del Verbo? e il problema del male? Ecc. e l’infantilismo di tanti adulti? (Ma il Grande Fratello che spopola gli ascolti, e Sanremo, ecc. ecc.). {3 febbraio 2010}

 

 

6. {Fiorina Pistone}

 

Nota redazionale: Come preannunciato, il contributo di Paolo Elia e la risposta di Fiorina Pistone si trovano anche all'inizio del seguente confronto completo: «Il catechista cattolico e la neo-evangelica».

 

Caro Paolo, con piacere rispondo alle tue domande, come mi è possibile.

     Ho visto che Nicola Martella ti ha già fatto osservazione sull’uso della parola «divinizzazione» con riferimento agli esseri umani, nel corso del dibattito «Lo Spirito Santo è un’individualità personale? Parliamone 1» (11° contributo). Forse in quel caso io, probabilmente a torto, non avrei detto nulla; ma ora che parli di «completa divinizzazione», trovo il concetto veramente esagerato. Nella New Age si dice che l’anima umana è una parte di Dio stesso.

     Mi pare che questi concetti s’assimilino facilmente attraverso la televisione o il cinema, perché sono discorsi di moda, ma che non hanno niente a che fare con il cristianesimo. Nella New Age si dice, infatti, che l’anima umana fa parte di Dio, confondendo la creatura con il Creatore.

     Quello che mi disturba nel Cattolicesimo non è che le credenze cattoliche non sono sempre facili da capire. Tu hai ragione a dire che anche la Trinità, l’incarnazione del Verbo e il problema del male sono cose molto difficili da intendere; difatti non le intendiamo, ma ai primi due misteri crediamo per fede, mentre il terzo, che è un enorme dramma, cerchiamo di risolverlo alla luce della nostra fede cristiana, che c’indica in Gesù il nostro Salvatore.

     La Trinità, l’incarnazione del Verbo e il problema della salvezza sono concetti biblici, che un cristiano non può fare a meno di prendere in considerazione senza rinunciare al proprio cristianesimo; diversamente da ciò, però, le credenze mariologiche — come l’immacolata concezione, l’assenza di peccato in Maria e la sua assunzione al cielo — a me sono sempre apparse (con mio tormento, perché come cattolica avrei dovuto crederci e non potevo) come una inutile zavorra. In questo campo ciò che è inutile, è anche dannoso.

     Nicola Martella mi ha anche insegnato a prendere in considerazione il libro dei Proverbi, dove dice: «Ogni parola di Dio è provata al fuoco; egli è uno scudo per chi ricorre a lui. Non aggiungere nulla alle sue parole, perché egli non ti riprenda e tu sia trovato bugiardo» (Proverbi 30,5-6).

     Attenzione! Quando la Scrittura, in casi del genere, parla di «essere bugiardi» non intende le bugie quotidiane che quasi tutti dicono, magari per evitare una brutta figura, ma un vero tradimento della verità biblica in quanto suprema Verità e Parola di Dio. Il menzognero per eccellenza è stato il demonio, che ha ingannato Adamo e Eva inducendoli a ribellarsi a Dio. Quella del demonio è la menzogna che uccide l’uomo, inducendolo al peccato. Di lui infatti Gesù dice in Giovanni 8,44: «Egli è stato omicida fin dal principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna». Non possiamo associarci all’azione omicida del demonio. {6 febbraio 2010}

 

 

7. {Nicola Martella}

 

La prima cosa che mi ha colpito nuovamente nel linguaggio del catechista cattolico Paolo Elia, è il fatto che usa una terminologia tipica delle religioni orientali e dell’esoterismo occidentale in veste cristianizzata: «cammino spirituale», «itinerario spirituale» e «completa divinizzazione». Un seguace della New Age non potrebbe fare meglio. Non è un caso che Paolo Elia sia un simpatizzante del movimento carismatico cattolico, in cui si fondono le spiritualità d’Oriente e d’Occidente di diversa provenienza. Nell’esoterismo di tutti i colori il monismo e il panteismo sono dottrine fondanti e l’obiettivo è che la creatura che si fonda con Creatore, diventando egli stesso «dio». È l’antica gnosi che trae la sua origine da Genesi 3 e dalla proposta del «Serpente antico». Avendo già risposto a tale concezione di Paolo Elia riguardo ella divinizzazione dell’uomo, rimando a tale luogo: «Lo Spirito Santo è un’individualità personale? Parliamone 1».

     Per l’approfondimento di tale linguaggio e di tali contenuti gnostici si veda in Nicola Martella, La lieve danza delle tenebre (Veritas, Roma 1992), nel lungo articolo «La dottrina occulta e la Bibbia», le sezioni: «IV. L’uomo», pp. 396ss; «VI. La salvezza», pp. 399-402. Sulla New Age si veda in Nicola Martella, Dizionario delle medicine alternative, Malattia e guarigione 2 (Punto°A°Croce, Roma 2003), l’articolo «New Age e medicina», p. 345; si vedano qui gli altri articoli suggeriti sull’esoterismo.

     Dal mio vocabolario ho tolto termini come «setta» ed «eretico»; preferisco fare un'esegesi contestuale e confrontarmi nel merito, invece di appiccicare etichette discutibili a coloro che non la pensano come me. Quindi, una nomenclatura del genere mi disturba anche in bocca agli altri. E mi meraviglia tale uso da parte del catechista cattolico Paolo Elia, pur usando lui un linguaggio misticheggiante, tipico della spiritualità esoterica d’Oriente e d’Occidente.

 

 

8. {Fiorina Pistone}

 

Caro Nicola, volevo dirti che forse hai fatto un’osservazione negativa più del necessario a Paolo Elia. Davvero pensi che espressioni come «cammino spirituale» e «itinerario spirituale» siano da mettere al bando da parte d’un cristiano, perché «provenienti dalla terminologia tipica delle religioni orientali e dell’esoterismo occidentale in veste cristianizzata?».

     A me queste espressioni non suonano strane. Credo d’averle trovate molte volte in scritti a carattere biografico che si riferivano a qualche pensatore o scrittore cristiano. Anzi, forse anch’io ho usato, almeno una volta, una di queste espressioni. Se un giovane impara, per esempio, a pregare in modo sempre più generoso, facendo suppliche non solo per sé stesso e per i suoi genitori, per i suoi amici, ma per tutti gli uomini, non è un cammino spirituale, contrapposto a quello materiale, che facciamo con le nostre gambe per raggiungere qualche località? In ogni caso, come sostituire queste espressioni?

    [...] Penso che queste cose siano per te molto evidenti di per sé, ma devi essere piuttosto stanco e te le lasci sfuggire: riguardati... {12 febbraio 2010}

 

 

9. {Nicola Martella}

 

Cara Fiorina, io cerco sempre di misurare le mie parole, anche verso chi non è d’accordo con me. Mi accorgo che hai tolto le espressioni «cammino spirituale» e «itinerario spirituale» dal loro contesto, attribuendomi così un pensiero che non volevo esprimere. La frase intera recita: Egli «usa una terminologia tipica delle religioni orientali e dell’esoterismo occidentale in veste cristianizzata: “cammino spirituale”, “itinerario spirituale” e “completa divinizzazione”». Se noti, i lemmi dopo il doppio punto sono tre e quello in grassetto è l’ultimo; perciò i primi due sono in funzione dell’ultimo, intendendo il «cammino spirituale e itinerario spirituale, che portano alla completa divinizzazione dell’uomo», secondo la logica dello spiritualismo gnostico, esoterico e affini cristianizzati. Nelle dottrine di tali concezioni (monismo, panteismo) si intende che «l’iniziato» comincia un cammino, al cui culmine c’è la divinizzazione dell’uomo, intesa come auto-redenzione e fusione della creatura col divino.

     Le espressioni «cammino spirituale» e «itinerario spirituale» fuori di tale contesto sono accettabili, se si intende il cammino che il credente rigenerato (quindi salvato e riscattato) fa nella santificazione (non per divinizzarsi!). Certo né il termine «cammino» né «itinerario» si trovano nel NT in senso spirituale, ma l’idea chiaramente c’è, ad esempio, quando ci viene suggerito di aggiungere una qualità spirituale a un’altra (2 Pt 1,5ss). Il cammino biblico non è tanto connesso a un percorso spirituale particolare fatto a tappe, quanto alla coerente condotta di vita in sintonia con il patto del Signore. Già di Zaccaria e sua moglie Elisabetta è scritto che «erano ambedue giusti nel cospetto di Dio, camminando irreprensibili in tutti i comandamenti e precetti del Signore» (Lc 1,5s). Nel proprio «itinerario di vita» si può camminare secondo la carne o l’uomo (1 Cor 3,3) o, al contrario, secondo lo Spirito (Gal 5,16), nell’amore (Ef 5,2) e uniti a Cristo (Col 2,6). Tutto ciò, però, non ha a che fare con «stadi di spiritualità», come avviene nelle iniziazioni gnostiche ed esoteriche. È scritto che la chiesa al tempo degli apostoli «aveva pace, essendo edificata; e camminando nel timor del Signore e nella consolazione dello Spirito Santo, moltiplicava» (At 9,31). Ci viene ingiunto quanto segue: «Poiché dunque abbiamo queste promesse, diletti, purifichiamoci d’ogni contaminazione di carne e di spirito, compiendo la nostra santificazione nel timor di Dio» (2 Cor 7,1). Questo è un compito continuo di chi è stato già rigenerato e salvato.

 

 

10. {Annamaria Mazzari}

 

Vorrei aggiungere qualche obiezione alla risposta che Guerino De Masi ha dato alla testimonianza di Fiorina Pistone riguardo alla salvezza, cioè alla scoperta che una persona dovrebbe fare quando si converte. È vero quanto afferma Guerino: il fulcro della conversione sta nell’aver compreso la salvezza personale in Cristo; ma per un cattolico, le prime cose che avverte e che lo portano a essere critico sono certe dottrine: la devozione a Maria, i santi, il papato, pregare per i morti, chiedere la loro intercessione ecc. Un cattolico, all’inizio della sua conversione, è critico nei confronti delle dottrine della sua chiesa; il problema della salvezza generalmente non se lo pone, perché sa d’avere i sacramenti come mezzi di salvezza e questi per lui non si mettono in discussione. Il cattolico sa benissimo che Gesù è morto per salvarci, ma non può comprendere quel rapporto personale che s’instaura fra Cristo e l’uomo, quando quest’ultimo nasce di nuovo, tantomeno avverte la certezza della salvezza.

     Per la mia esperienza, mi rendo conto che questo processo accade quasi sempre nei cattolici che cercano la Verità. Solo in seguito, quando si comprende l’opera meravigliosa che Gesù compie nella tua vita, tutti i problemi dottrinali cessano, non hanno più alcuna importanza perché si è scoperto la perla preziosa. Un caro saluto… {14 febbraio 2010}

 

 

11. {Guerino De Masi}

 

Nota redazionale: Guerino De Masi risponde qui alle rimostranze di Annamaria Mazzari [ 10.] che a sua volta, gli aveva fatto qualche appunto relativamente al suo primo contributo. [ 1.]

 

La mia perplessità, con il mio primo intervento, è che le testimonianze di fede, che comunichiamo, spesso mancano di quell’elemento, per me indispensabile, che rende onore al Signore per la nostra salvezza dal peccato e dalla morte, che Gesù ci ha donato sostituendoci nella condanna. Questo, a mio modesto parere, mancava nel suo scritto, ma lo stesso problema si pone per una persona che «nasce» in una famiglia evangelica. Nel senso che spesso nelle testimonianze individuali l’accento viene messo su altre cose che, se non esulano, perlomeno non sono il «fulcro» del racconto d’una conversione. Ora, la testimonianza, per essere tale, deve testimoniare del cambiamento di vita, di prospettiva, di speranza nonché del sottolineare l’opera compiuta al nostro posto da Signore Gesù.

     La mia esperienza dal cattolicesimo è certamente meno marcata di quella di Fiorina in quanto sono stato toccato dall’Evangelo all’età di sedici anni. Nella mia primissima gioventù ero cattolico praticante e servivo messa ben due volte alla domenica. Abitavo allora in un paesino di montagna del sud-est della Francia. Sono stato cresimato dal vescovo di Grenoble, a cui ho fatto da chierico servendo messa! Non dimentico la sua frase ironica quando gli reggevo il «bastone» (si dice?): «Mi vuoi sostituire?».

     Tuttavia ho la testimonianza d’una cara donna, Maria Viola, che non è più tra noi, a cui per alcuni anni abbiamo presentato il Vangelo, avendo degli incontri in casa sua ogni lunedì sera per studiare la Parola di Dio. Dopo un anno circa, prima del nostro incontro settimanale, mi disse: «Guerino, dimmi se sbaglio. Ho deciso di non pregare più per i “miei” morti perché dalla lettura, che faccio della Bibbia, trovo che questo non è bene, anche se ho promesso solennemente ad alcune mie care in punto di morte che avrei pregato per loro tutti i giorni. Leggo nella Bibbia (e la sua era oramai visibilmente consumata) che Gesù è il nostro avvocato e che le nostre preghiere devono essere rivolte al Padre soltanto nel nome di Gesù. La storia del ricco e del povero Lazzaro narrata da Gesù (Luca 16,19-31) mi fa capire che non si deve pregare per i morti». Questa cara sorella morì poco tempo dopo, durante le sue faccende domestiche, nella sua cucina. Il figlio la trovò lì al rientro dal lavoro.

     Ecco, questo era sicuramente uno dei suoi problemi che, come dice Lei, preoccupano inizialmente un cattolico che si converte. Ma non ho mai insistito o fatto leva sulle differenze dottrinali fra credenti biblici, evangelici e cattolici. La mia preoccupazione era quella di presentare il messaggio che salva, quello del Vangelo del nostro Signore Gesù Cristo. Il figlio maggiore, che era anche un mio collega di lavoro, sua moglie e il figlio hanno anche loro dato la loro vita al Signore e ora sono membri attivi in una chiesa evangelica della Brianza. Gloria a Dio.

     Ovviamente, sto parlando di persone che nella loro ricerca del Signore io ho avuto il privilegio e l’onore di seguire per alcuni anni. Mi rendo conto che è diversa l’esperienza d’un cattolico che, rimanendo nella chiesa, scopre passo dopo passo la meraviglia della Parola di Dio e il suo messaggio di salvezza. Faccio comunque fatica a pensare che continuino ad appoggiarsi ai «sacramenti» per la loro salvezza. La lettura sincera e semplice della Bibbia non mette dubbi sulla salvezza offerta per grazia mediante la fede (Ef 2,8).

     In ogni modo, chi per una via, chi per un’esperienza, chi per l’ascolto d’una predicazione della Parola, l’importante è che si «diventi» dei figli di Dio, ricevendo Gesù come personale Salvatore, per essere anche il nostro Signore ! Dio La benedica. {14 febbraio 2010}

 

 

12. {}

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Diventata_evangelica2_R56.htm

08-02-2010; Aggiornamento: 04-03-2010

 

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