Fiorina Pistone aveva scritto del suo cambiamento nell’articolo
«Come sono diventata evangelica», testimoniando del suo cammino
nella ricerca della verità biblica. Dopo ciò, il catechista cattolico Paolo Elia
ha voluto confrontarsi con lei su vari temi, specialmente sui seguenti:
Il papato - Maria - Salvati per grazia o per opere? - Venerazione.
Paolo Elia ripresenta qui argomenti e argomentazioni già
trattati in questo sito con lui e con altri. È un sostenitore della
mariologia. Una cosa singolare è la sua credenza nella divinizzazione
dell’uomo. Tutto ciò fa presumere che egli abbia
tendenze spiritualistiche assai simili nel contenuto all’antico gnosticismo
e al moderno esoterismo. C'è da chiedersi se tali convincimenti non siano
l'efflusso delle sue simpatie col carismaticismo.
Qui di seguito discutiamo il lungo confronto dal titolo «Il catechista cattolico e la neo-evangelica».
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster
(E-mail)
Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli
firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito
può dare uno pseudonimo, se richiesto.
I contributi sul tema
▲
(I
contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.
I
contributi attivi hanno uno
sfondo bianco)
Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante
1. {Paolo Elia}
▲
Nota redazionale :
Tale contributo è arrivato prima che tale lettore ricevesse l’invito alla
lettura del confronto sopra citato e lo leggesse. Ho eliminato le parti inutili.
■ Contributo: […]
Lo dico subito qui, senza polemica ma malvolentieri, trovo assai di poco di
gusto, direi quasi: poco cristiano, questo tagliuzzamento, questi ritardi,
queste risposte non possibili, ecc. senza citare tutto quello che scrivo. Così
va il mondo, dicono.
Per prima cosa. Mi si definisce più d’una volta «catechista
cattolico seguace del movimento carismatico cattolico». Vediamo.
1. «Catechista: Ne sono onorato da momento che
sento abbastanza urgente e cogente il «Vae mihi nisi evangelizzavero» di Paolo,
come credo tutti voi [= N.d.R. «Guai a me se non evangelizzo»]. Nei gruppi
biblici che conduco, nei genitori con cui leggo la Bibbia, negli adulti che
preparo alla cresima, cerco appunto di dare il massimo di me, sperando di poter
adempiere quanto chiede lo stesso Paolo ai vari ministeri in 1 Cor 12. Quindi,
grazie del complimento.
2. «Cattolico»: Ebbene sì, con un po’ di
sforzo.
3 «Seguace»: Incasellare così una persona, mi
pare una caduta di stile in chi lo fa.
4. «…del movimento carismatico cattolico»:
Divertente questa classificazione, molto divertente. Mi sentirei onorato di far
parte di questo movimento per quello che conosco, però solo online e
librescamente. Ma non ne faccio parte, né ne ho mai fatto parte. Nicola avrà i
suoi motivi, ma non so dove possa aver attinto questa mia appartenenza.
5. Dici che sono stato troppo lungo e per questo mi hai
censurato. Non credo questo sia il vero motivo.
Io tra l’altro, ho solo risposto succintamente e solo a
quasi tutte le argomentazioni di Fiorina. Niente altro. Vorrei capire allora
come si fa in questo tuo sito. Per ora chiudo. Continuerò certamente,
sperando che mi si pubblichi per intero gli interventi, come credo quelli degli
altri. Naturalmente sulla divinizzazione. […] {2 marzo 2010}
▬ Risposta: Il cosiddetto «tagliuzzamento» e la
pubblicazione dapprima della sola parte introduttiva in «
Come sono diventata evangelica? Parliamone 2» era dato da vari motivi: 1.
Paolo Elia mette sempre troppa carne al fuoco e non possiede il dono della
sintesi né sa attenersi al merito delle cose; 2. Fiorina stessa ha risposto al
suo scritto a tappe; 3. Quella che era una semplice testimonianza di un cammino,
è stata presa da Paolo Elia come occasione per fare un mini catechismo
cattolico; 4. I temi dottrinali non sono di mia simpatia e richiedono sempre
tanto sforzo e fatica nella risposta; 5. Il mega-contributo di Paolo Elia è
arrivato non proprio a tempo, visto che l’argomento trattato cambia dopo un paio
di giorni.
Non capisco perché dichiarare una persona per
ciò che fa (catechista) e per ciò che professa (seguace, cattolico, carismatico)
sia così negativo. Poi ognuno può chiarire sufficientemente da sé (come poi
Paolo Elia ha fatto qui) ciò che si è e quale sia la propria matrice dottrinaria
e ideologica.
A parte la lunghezza dei suoi contributi (direi
trattati), i sospetti di censura o di altri motivi reconditi per la non
pubblicazione sono a buon mercato e li rimando al mittente. È proprio singolare
che tale lettera sia giunta proprio nel giorno in cui ho messo in rete il suo
scritto, pronto per altro da molti giorni. Gli faccio notare che il 04-02-2010,
dopo una sua sollecitazione, gli avevo scritto, tra altre cose, quanto segue. I
motivi
perché il tuo scritto non figura ancora in internet sono diversi, eccotene
alcuni:
■ Il molto daffare degli ultimi giorni non mi ha permesso di leggere a fondo
quanto scrivi.
■ Il tuo scritto è troppo lungo per un contributo. Non hai proprio il dono di
stare al tema e di essere sintetico.
■ Metti molta carne a cuocere che va ben oltre quanto affermato da Fiorina nella
sua testimonianza. Il tuo non è un contributo, ma un'enciclopedia, a cui per
rispondere bisognerebbe impiegare tanto tempo, che attualmente non ho. Sul sito
vengono trattate però tali cose.
■ Non metto nulla in rete che non abbia una risposta. Non ho mandato ancora il
tuo scritto a Fiorina, poiché era ingolfata con altre due risposte e con un
computer non funzionate bene.
Mando il tutto a Fiorina oggi stesso, ma non garantisco che lei ti risponderà.
Se lo farà, creerò una nuova pagina extra.
Poi già l’08-02-2010 lo informai della risposta di Fiorina alla prima parte
del suo contributo. Infine il 02-03-2010 notte, comunicandogli la pubblicazione
dell’intero confronto, gli scrivevo, tra altre cose, quanto segue. Dopo
un parto difficile, a causa della lunghezza dei tuoi scritti, del tanto daffare,
ecc. ho messo in rete un confronto che ti riguarda… Sinceramente non ho molto
piacere a occuparmi più di tanto di dottrine cattoliche, tanto più già
affrontate in precedenza. Quindi considero concluso qui per ora il nostro
confronto. Ho altre cose che reclamano la mia attenzione, specialmente la cura
pastorale di persone e la risposta ad argomenti di natura biblica ed esegetica.
Alla prossima tornata, sperando con altri temi.
Quindi, mi sono comportato sempre correttamente
con lui. Inoltre, dove ho potuto eventualmente inquadrare in modo non preciso le
convinzioni dottrinarie e ideologiche degli interlocutori del sito, permetto
loro sempre di far correggere il tiro. Il problema di tali scritti polemici,
come quest’ultimo, è che non ci si occupa del merito, ma solo di dettagli spesso
polemici e incongruenti, a cui poi bisogna rispondere e che generano un
ping-pong inutile e stancante. {Nicola Martella}
2.
{Vincenzo Russillo}
▲
Ho letto con molta attenzione le tesi del sig. Paolo Elia e le risposte che
seguono. Mi pare che questo amico cattolico si sia soffermato su una discussione
squisitamente teologica, cercando di scavalcare i problemi dottrinali. Riguardo
all’importanza di Pietro sicuramente non si può discutere: egli ebbe un
ruolo primario nel diffondere l’Evangelo (Atti 1-10) e la sua testimonianza
cristologica fu la prima pietra, sulla quale Cristo poté fondare la sua chiesa.
Ma Gesù stesso è la pietra angolare (Efesini 2,19-20) e l’unico vero pastore (1
Pietro 2,25). Inoltre si dovrebbe dimostrare l’infallibilità papale, per il
resto riguardo al primato di Pietro mi sembra sia stato già ampiamente discusso.
Quanto a Maria è vero, Dio ha scelto una donna
timorata per mettere alla luce il Salvatore. Ma lei stessa si riconobbe
peccatrice (Luca 1,47). Come fa a essere mediatrice presso Dio? Nella Bibbia c’è
scritto: «Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se
qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il
giusto». Cristo è l’unico nostro intermediario, tutto il resto che non è
biblico, lo possiamo scartare.
Anche quanto alle opere, la Bibbia insegna che
siamo salvati per grazia, la quale si riceve per fede (Efesini 2,8-9), e che le
buone opere sono il frutto del cambiamento del cuore, ottenuto dalla salvezza
(Efesini 2,10, 2 Corinzi 5,17).
Questo c’è scritto e niente d’aggiungere o da togliere;
ma io ancora sto aspettando un cattolico che si confronti, citando la Sacra
Scrittura e non solo testi apocrifi o di presunti dottori della Parola. Non
si tratta di discutere su quisquiglie, ma si tratta della Verità. Io spero che
il sig. Paolo possa arrivare alla Verità di Cristo (Gv. 8,32) e non segua
dottrine d’uomini fallaci (Marco 7,7). {04-03-2010}
3. {Pietro
Calenzo}
▲
Ho letto, con attenzione e per paio di volte, la lineare ed evangelica
testimonianza della sorella Fiorina, le repliche direi alquanto (apparentemente)
ecumeniche del signor Paolo Elia, e i chiarimenti del fratello Nicola Martella.
Direi che a una prima lettura non noto nulla di carismatico nelle riconfermate
dottrine cattoliche del signor Elia, se intendiamo per carismatico qualcosa che
proviene o deriva dalla grazia, charis, appunto.
Che la chiesa romanica sia figlia d’un cesaropapismo
ritinteggiato o verniciato dopo il Concilio Vaticano II, emerge da ogni sua
dichiarazione. M’auguro per il bene spirituale di questo caro amico, che
allorquando parla di «divinizzazione» dei credenti, abbia voluto
intendere santificazione, altrimenti ogni suo approccio pseudo-cristiano risulta
essere indifendibile.
Vorrei intendere anche come si possono difendere
dottrine chiaramente antiscritturali come il papato e la mariolatria,
rifacendosi a recenti risoluzioni ecumeniche con ortodossi o luterani, oppure
citando oscuri esegeti che conoscono la lingua greca! Non mi sembra una
credibile apologetica cattolica. Che il papato sia frutto d’un vasto
assortimento di passi biblici non mi pare assolutamente credibile, da un punto
di vista storico, ma primariamente Scritturale. Oltre ai passi citati dai cari
Fiorina e Nicola, vorrei aggiungere un altro paio di spunti, che forse possono
integrare tale argomento. Paolo nell’epilogo o chiusa della sua lettera ai
Romani, cita una infinità di credenti di Roma, se Pietro fosse stato
fondatore e vescovo della primitiva comunità di Roma, come mai Paolo non lo
cita? Per il fatto semplice, ci spiega la Scrittura, che a Pietro era stata
affidata l’evangelizzazione dei circoncisi (insieme ad altri apostoli o
servitori di quel tempo). Ciò è tanto vero, che anche molti dei cosiddetti
biblisti cattolici romani, ritenendo indifendibile la posizione di Pietro a
Roma, oggi dichiarano che Pietro pur avendo fondato la Chiesa di Roma,
saltuariamente s’allontanava da essa.
Sulla mariolatria rimane fossilizzato a fallaci
dogmi del magistero docente vaticano. La Scrittura c’indica che Gesù fu uguale a
tutti gli uomini tranne che nel peccato, e qui si disquisisce alla Socino ancora
sulla verginità di Maria post-partum.
Non esistono diversi modi di convertirsi al
Signore Gesù Messia, ma solo uno, non esistono due o diversi modi per
incamminarsi sulla via della salvezza per sola grazia, ma solamente uno, per
mezzo della fede.
Al di là di ciò, difendere il culto dei trapassati
(come nel caso di Maria o d’altri campioni della fede), adducendo
differenzazioni che sono tali solamente nella cavillosa e ingannevole difesa
dell’amico Paolo Elia, è un non senso scritturale. La Bibbia vieta l’adorazione
o il prostrarsi della creatura, e non sono sufficienti i sofismi distintivi
della dulia e della iperdulia, che possono ingannare solamente
coloro che sono a digiuno di Scrittura, o che la interpretano con gli occhiali
del magistero docente vaticano.
Volevo concludere, sottolineando il cammino sofferto ma
esemplare della cara sorella Fiorina, che con la sua mitezza e pacatezza
confuta, con discernimento e conoscenza, ogni tentativo di fagocitazione da
parte del pensiero cattolico romanico, ogni
attività spirituale così come intesa dall’amico Paolo Elia.
In questi commenti, per
forza di cose succinte, concordo pienamente con l’analisi fatta sul sito dal
fratello Nicola Martella. Il cattolicesimo oltre che una confessione religiosa è
anche una specifica filosofia di vita, che sulle sua fondamenta permea e
penetra ogni aspetto della vita cultuale o di relazione dei suoi seguaci.
Non è sufficiente
affermare (cattolicamente parlando) che l’adorazione
si deve solo a Dio, parlare di dulia e iperdulia, e poi tutti i pontefici romani
vanno a Lourdes, a Piazza Navona, o a Fatima, inginocchiandosi in raccoglimento
ai piedi delle
sculture che raffigurano Maria, pregandola in modo diretto o indiretto.
Non è sufficiente affermare che tutti i cristiani sono figli di Dio
(naturalmente quelli non cattolici, sono imperfetti), e poi ribadire tutti i
canoni del Concilio Tridentino e l’infallibilità papale a tal punto che,
se un concilio ecumenico romanico è privo in alcune sue deliberazioni o decreti
del cosiddetto successore di Pietro, essi sono invalidi. {05-03-2010}
4. {}
▲
5. {}
▲
6. {}
▲
7. {}
▲
8. {}
▲
9. {}
▲
10. {}
▲
11. {}
▲
12. {}
▲
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Catec-carism_neo-evang_EdF.htm
05-03-2010; Aggiornamento: |