Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Oltre alle parti introduttive (Bibbia, AT) e al Giochimpara finale, il libro contiene due parti distinte dell’AT: l’Epoca Babilonese e l’Epoca Persiana. In appendice ci sono tre excursus:
■ I nomi ebraici di Dio
■ Il patto, i patti e i testamenti
■ La Bibbia fra criticismo e modernismo.

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca babilonese («Libri storici e profetici III»):
■ L’epoca babilonese in generale
■ Sofonia
■ Habacuc
■ Geremia
■ Lamentazioni
■ Daniele
■ Ezechiele
■ Il tempo dell’esilio. 

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca persiana («Libri storici e profetici IV»):
■ L’epoca persiana in generale
■ Esdra-Nehemia
■ Ester
■ Aggeo
■ Zaccaria
■ Malachia
■ L’epoca intertestamentaria.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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BISOGNA ANDARE A EVANGELIZZARE DI CASA IN CASA? PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Diamo qui di seguito occasione per discutere l’articolo «Bisogna andare a evangelizzare di casa in casa?: Confutazione di un luogo comune dei Testimoni di Geova». Al tempo del NT, i credenti andavano sistematicamente di casa in casa per evangelizzare? Battevano sistematicamente il territorio come fanno attualmente i seguaci della «Torre di guardia»? Oppure aprivano le loro case alla testimonianza e alla comunione? Non erano essi un «buon profumo di Cristo» viepiù con il loro comportamento, la testimonianza personale e le loro buone opere?

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Filippo Bonello

2. Gianni Siena

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Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Filippo Bonello}

 

Fratello Nicola, pace. Il tuo testo è giusto, anche perché ne abbiamo parlato già con certi pastori. Io sarei d’accordo però d’esseri uniti di pari consentimento, poi se i discepoli lo facevano, era perché Gesù l’aveva ordinato. Io sono d’accordo, perché mi ricordo nel 1967, quando io mi sono convertito, noi facevamo i culti all’aperto e predicavamo l’Evangelo nelle piazze; ora certe pastori dicono bisogna seguire l’evoluzione, i giovani oggi non sanno che cosa è un culto all’aperto. Poi abbiamo parlato di riunirci di casa in casa, per potere essere uniti; rispondono che è l’evoluzione.

     Poi ci sono sorelle e fratelli, che quando debbono venire ai culti, il mercoledì vengono in ritardo, poiché dicono che non hanno tempo, poi però testimoniano quello che Dio ha fatto nella loro vita.

     Poi abbiamo parlato di questo soggetto [ossia se andare di casa in casa], e molti pastori dicono che non possiamo, perché possono prenderci per Testimoni di Geova.

     E così si è creato una diaspora nella Chiesa Cristiana, il cristianesimo oggi in certe chiese diventa uno spettacolo. Sì, bisogna dire che non ci può essere una chiesa perfetta, ma come dirige il pastore la Chiesa? La Scrittura dice: «Se uno non sa governare la propria famiglia, come potrà aver cura della chiesa di Dio?» [1 Tm 3,5].

     Fratello Nicola, il tuo testo è importante. Riguardo ai Testimoni di Geova io ho una Cassetta Video e un Dvd, in cui risulta quanto segue. Fanno morire per non dare sangue; obbligano coppie sposate d’andare di porta in porta; e se poi una donna ha il marito, che lavora, arriva a casa, non trova niente da mangiare, nascono liti e divorziano, i loro anziani anziché mettere l’accordo fra i due, li obbligano di rompere il matrimonio, come ha fatto una parente di mia moglie, che ora piange e maledice la setta.

     Ci sono inoltre donne che sono arrivate al suicidio, per loro. Pace, e Dio ti benedica. {27 ottobre 2008}

 

 

2. {Gianni Siena}

 

Molti anni fa avevo trovato un’obiezione che metteva in crisi più d’un Testimone di Geova. La locale «sala del regno» mandò uno dei loro «pionieri» sotto casa, il quale disse che «almeno» loro andavano di casa in casa a proclamare il messaggio del regno. Da ciò era evidente (= a lui) che i veri «seguaci» di Gesù fossero i T.d.G. e basta. In pratica, l’ubbidienza della Parola di Dio ridotta a un unico «comando», interpretato a proprio uso e consumo.

     Io non so se questo modo d’evangelizzare sia normativo per i credenti, ma so per esperienza che non funziona: in Italia, è notorio, non funzionano diversi «sistemi d’evangelizzazione» (tende e volantinaggi) che altrove hanno dato cospicui frutti. Molti anni fa una coppia di giovani fidanzati credenti della nostra chiesa (ADI) di Sanpierdarena (Ge) batterono la delegazione «casa per casa», distribuendo trattati e parlando con le persone, ma senza risultato. Erano giovani e zelanti, pregarono e si prepararono al compito con molta accuratezza, ma invano s’affaticano i costruttori se Dio non edifica! Io conosco un metodo molto più efficace:

     ■ Una vera conversione al Signore.

     ■ Una vita e una reputazione eticamente molto elevate.

     ■ Le buone opere quale frutto della fede, per amore di Colui che ci ha salvato.

 

È faticoso e impegna molto, ma i risultati arrivano prima o poi, e il «profumo di Cristo» si spande come un aroma dal Brennero a Lampedusa... «affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli!». A quel punto «parlare e fare discepoli» fra le nazioni (= siamo in Italia) diventa un compito realmente eseguibile. Nessuna credibilità morale darà la certezza che gli altri si convertiranno a Cristo (Dio conosce i suoi), ma noi avremo fatto del nostro meglio per servire il nostro amato Signore. Oggi la gente diffida di quanti la vogliono arruolare in qualche «causa» precisa ed esige che non sia sottoposta a pressioni psicologiche tese a influenzare la scelta che si farà: io rispetto le persone e propongo semplicemente la Parola di Dio che salva. Fidando nello Spirito Santo che può realmente convincere di peccato e far aprire i cuori alla Parola salvifica. Questa è l’attrezzatura che deve essere usata in ogni opera di proselitismo della chiesa evangelica, senza dimenticarsi di pregare e intercedere per i perduti. Poi, ben vengano evangelisti e metodi efficaci per preparare le persone al delicato compito d’incontrare il pubblico non convertito. {28 ottobre 2008}

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Casa_in_casa_R56.htm

05-11-2008; Aggiornamento:

 

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