Diamo qui di
seguito occasione per discutere l’articolo «Bisogna
andare a evangelizzare di casa in casa?: Confutazione di un luogo comune dei Testimoni di Geova». Al tempo
del NT, i credenti andavano sistematicamente di casa in casa per evangelizzare?
Battevano sistematicamente il territorio come fanno attualmente i seguaci della
«Torre di guardia»? Oppure aprivano le loro case alla testimonianza e alla
comunione? Non erano essi un «buon profumo di Cristo» viepiù con il loro
comportamento, la testimonianza personale e le loro buone opere?
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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I contributi sul
tema
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sottostante
1.
{Filippo Bonello} ▲
Fratello Nicola,
pace. Il tuo testo è giusto, anche perché ne abbiamo parlato già con certi
pastori. Io sarei d’accordo però d’esseri uniti di pari consentimento, poi se i
discepoli lo facevano, era perché Gesù l’aveva ordinato. Io sono d’accordo,
perché mi ricordo nel 1967, quando io mi sono convertito, noi facevamo i culti
all’aperto e predicavamo l’Evangelo nelle piazze; ora certe pastori dicono
bisogna seguire l’evoluzione, i giovani oggi non sanno che cosa è un culto
all’aperto. Poi abbiamo parlato di riunirci di casa in casa, per potere essere
uniti; rispondono che è l’evoluzione.
Poi ci sono sorelle e fratelli, che quando debbono venire ai culti, il mercoledì
vengono in ritardo, poiché dicono che non hanno tempo, poi però testimoniano
quello che Dio ha fatto nella loro vita.
Poi abbiamo parlato di questo soggetto [ossia se andare di casa in casa], e
molti pastori dicono che non possiamo, perché possono prenderci per Testimoni di
Geova.
E così si è creato una diaspora nella Chiesa Cristiana, il cristianesimo oggi in
certe chiese diventa uno spettacolo. Sì, bisogna dire che non ci può essere una
chiesa perfetta, ma come dirige il pastore la Chiesa? La Scrittura dice: «Se
uno non sa governare la propria famiglia, come potrà aver cura della chiesa di
Dio?» [1 Tm 3,5].
Fratello Nicola, il tuo testo è importante. Riguardo ai Testimoni di Geova io ho
una Cassetta Video e un Dvd, in cui risulta quanto segue. Fanno morire per non
dare sangue; obbligano coppie sposate d’andare di porta in porta; e se poi una
donna ha il marito, che lavora, arriva a casa, non trova niente da mangiare,
nascono liti e divorziano, i loro anziani anziché mettere l’accordo fra i due,
li obbligano di rompere il matrimonio, come ha fatto una parente di mia moglie,
che ora piange e maledice la setta.
Ci sono inoltre donne che sono arrivate al suicidio, per loro. Pace, e Dio ti
benedica. {27 ottobre 2008}
2.
{Gianni Siena} ▲
Molti anni fa avevo
trovato un’obiezione che metteva in crisi più d’un Testimone di Geova. La locale
«sala del regno» mandò uno dei loro «pionieri» sotto casa, il quale disse che
«almeno» loro andavano di casa in casa a proclamare il messaggio del regno. Da
ciò era evidente (= a lui) che i veri «seguaci» di Gesù fossero i T.d.G. e
basta. In pratica, l’ubbidienza della Parola di Dio ridotta a un unico
«comando», interpretato a proprio uso e consumo.
Io non so se questo modo d’evangelizzare sia normativo per i credenti, ma so per
esperienza che non funziona: in Italia, è notorio, non funzionano diversi
«sistemi d’evangelizzazione» (tende e volantinaggi) che altrove hanno dato
cospicui frutti. Molti anni fa una coppia di giovani fidanzati credenti della
nostra chiesa (ADI) di Sanpierdarena (Ge) batterono la delegazione «casa per
casa», distribuendo trattati e parlando con le persone, ma senza risultato.
Erano giovani e zelanti, pregarono e si prepararono al compito con molta
accuratezza, ma invano s’affaticano i costruttori se Dio non edifica! Io conosco
un metodo molto più efficace:
■ Una vera conversione al Signore.
■ Una vita e una reputazione eticamente molto elevate.
■ Le buone opere quale frutto della fede, per amore di Colui che ci ha salvato.
È faticoso e
impegna molto, ma i risultati arrivano prima o poi, e il «profumo di Cristo» si
spande come un aroma dal Brennero a Lampedusa... «affinché vedano le vostre
buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli!». A quel punto
«parlare e fare discepoli» fra le nazioni (= siamo in Italia) diventa un compito
realmente eseguibile. Nessuna credibilità morale darà la certezza che gli altri
si convertiranno a Cristo (Dio conosce i suoi), ma noi avremo fatto del nostro
meglio per servire il nostro amato Signore. Oggi la gente diffida di quanti la
vogliono arruolare in qualche «causa» precisa ed esige che non sia sottoposta a
pressioni psicologiche tese a influenzare la scelta che si farà: io rispetto le
persone e propongo semplicemente la Parola di Dio che salva. Fidando nello
Spirito Santo che può realmente convincere di peccato e far aprire i cuori alla
Parola salvifica. Questa è l’attrezzatura che deve essere usata in ogni opera di
proselitismo della chiesa evangelica, senza dimenticarsi di pregare e
intercedere per i perduti. Poi, ben vengano evangelisti e metodi efficaci per
preparare le persone al delicato compito d’incontrare il pubblico non
convertito. {28 ottobre 2008}
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Casa_in_casa_R56.htm
05-11-2008; Aggiornamento:
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