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BENNY HINN AL VELODROMO DI PALERMO

 

 a cura di Nicola Martella

 

Ora, Benny Hinn al velodromo di Palermo c'è finalmente stato. Il 23 settembre del 2006 è ormai passato. E il bilancio? (oltre a quello suo finanziario s'intende!). Velodromo... a gonfie vele o bonaccia? Chi dirà che è stato un grande fiasco e tirerà un sospiro di sollievo. Chi dirà visibilmente alleggerito (anche di tasca): meno male che non è successo di peggio! Questi giurerà sui «tanti» miracoli accaduti (chi li controlla dopo 3, 6, 12, 18 mesi?). L'altro se ne è tonato a casa profondamente turbato per i fatti contingenti che ha visto. Qualche altro penserà: «C'è proprio bisogno di chiamare in Italia e assoldare superstar e telepredicatori del genere?». L'amaro in bocca resterà senz'altro a tanti predicatori in Italia che svolgono il loro ministero con dedizione, con sacrificio e senza tanto clamore. Quindi, qual è il bilancio? È quello del velodromo di Palermo l'immagine che gli evangelici danno di sé al Paese? È quella la normale immagine di chi sta nella sequela di Cristo? Quale bilancio rimane?

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema

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I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Lettore

2. Recensione su Loria

3. Antonio Morlino

4. Past. Giuliano

5. Antonio Morlino

6. Nicola Martella

7. Antonio Morlino

 

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Lettore} 

 

Hai notato che Salvatore Loria non ha pubblicato finora alcuna intervista con Benny Hinn sul suo sito? Domenica mattina, aveva messo una foto gigante di Hinn, con un titolone che recitava più o meno: «10.000 persone a Palermo per vedere Benny Hinn». Wow! Che notizia strabiliante da prima pagina! Poi però ha tolto tutto l’indomani. Mi sembra che questa campagna sia stata un mezzo fiasco. Non ho trovato alcun’altra notizia dell’evento, né di miracoli e prodigi né di un incredibile risveglio che, secondo Porrello, sarebbe dovuto esplodere in quest’occasione. Come i botti di capodanno, insomma: molto rumore per... nulla. Solo tanto fumo... negli occhi.

     Mi angoscia pensare a tutti i malati che se ne sono tornati a casa forse più sofferenti — come una sorella della mia comunità che, l’anno scorso, andò a Roma assai speranzosa, soffrendo terribilmente alle gambe, e che se ne tornò, non potendo quasi più camminare per la fatica e lo stress, con le piaghe aperte alle gambe... Io, però, l’avevo avvisata!. Ma sono ancora più angosciato per tutti i peccatori che, come diceva mio nonno di chi andava a certi incontri religiosi, «sono andati “baccalà” e sono tornati “stoccafissi”»! E il nome di Dio è stato ancora una volta bestemmiato fra i pagani per colpa di questo ladro e brigante infilatosi nel gregge di Dio, ma che si spaccia per un «pastore»! {Lettera firmata}

 

 

2. {Recensione su Loria} 

 

Recensione dell’articolo «Benny Hinn al velodromo di Palermo» di Salvatore Loria .

 

Poiché l’autore non ha autorizzato di riportare l’intero articolo, ne facciamo un sunto-recensione.

     L’autore afferma di essere stato uno dei primi ad essere giunto per vedere ed ascoltare il telepredicatore Benny Hinn. Egli sperava «nella possibilità d’intervistarlo per sottoporgli i capi di accusa che vanno, com’è noto, dalla simonia all’inganno bell’e buono e che porterebbero ad una sola conclusione: Benny Hinn è un falso profeta, un mistificatore che torce le Scritture a proprio uso e consumo, un pericolo per la chiesa». Egli voleva chiedergli ragione della «tempesta violenta di articoli e di scambio di e-mail, tutti contro di lui» nelle settimane che hanno preceduto il mega raduno palermitano. Le preoccupazioni maggiori sono, nella sintesi di Loria, le seguenti: «La predicazione, il concetto di prosperità economica e l’annesso uso del denaro raccolto, il culto della sua persona, i rapporti con il cattolicesimo, le guarigioni».

     Poi l’autore passa ad analizzare gli eventi, sia in positivo, sia in negativo. Loria evidenzia che i due messaggi di Benny Hinn sarebbero stati assolutamente cristocentrici. Egli non ha avuto nulla di eccepire sulle affermazioni inerenti la «prosperità», essendo essa «il risultato della verità» e del fatto che «bisogna mettere Dio al primo posto». ● N.d.R: Faccio notare che dagli scritti di Hinn e dalle registrazioni video di altri eventi sul tema si trova tutto e il contrario di tutto.

     Secondo l’autore non ci sarebbe stato il culto della persona.

     Quanto al cattolicesimo, evidenzia che sul palco fu «invitata a pregare una simpaticissima e fervente suora». Ma non scappò alla donna nessuna «Ave Maria», «nell’infuocata preghiera, dopo i numerosi “gloria a Dio!” […] abbiamo sentito pure un “gloria a Benny Hinn”».

     Loria menziona del televangelista la «sua enfasi sulla guarigione», evidenziando però che ha «pregato per pochi casi», poiché il resto è stato assolto dai suoi «numerosissimi “consiglieri spirituali” che si aggiravano tra il pubblico sul prato del velodromo davanti al palco». Poi menziona tre dei presunti miracoli avvenuti. Infine, menziona il fatto che «rimane il problema delle decine di invalidi che sono tornati a casa così come erano venuti: sulle sedie a rotelle». Ma subito cerca di giustificare il telepredicatore e i relativi pochi «miracoli» avvenuti con osservazioni teologiche: «non basta “aver fede”, per esser guariti» e «Il vento soffia dove vuole...». Sembra che la morale sia questa: Si vede che Dio non abbia voluto fare di più!

     Fin qui l’autore ha evidenziato gli aspetti più o meno positivi, poi da cronista sa che non si può lasciar tutto così senza aver nulla da obiettare sul telepredicatore e sull’evento. Infatti, mette subito l’enfasi sul cosiddetto «abbattimento dello Spirito»: «Per la verità è rimasto solo un po’ di amaro in bocca per le cosiddette “cadute”, gli svenimenti per intenderci. Francamente, a giudicare da come sono stati gestiti, non se ne capisce né la ragione né la finalità». L’autore si consola affermando che «per fortuna erano brevi» e «che diverse persone, soprattutto giovani, al tocco o soffio del telepredicatore sono rimaste in piedi: avranno resistito alla potenza divina od a quella della suggestione? Perfino parte del coro […] non ha accolto l’ondata di svenimento repentino e di brevissima durata».

     Infine, l’autore ha espresso il suo profondo rammarico e la sua delusione di carattere professionale perché né prima né dopo la manifestazione gli organizzatori gli hanno permesso di intervistare Benny Hinn.

     L’autore ha concluso l’articolo con parole in cerca di destinatari: «Tutto sommato, al velodromo […] io non ho sentito né visto il diavolo. Forse era altrove, impegnato ad agitare i mari d’internet ed a fomentare una campagna di diffamazione nei confronti del telepredicatore».

 

 Nota redazionale: Che dire? Meno male che l’autore ci ha assicurati che il suo radar «localizza diavolo» era in funzione e che perciò ci ha dato la certezza che al velodromo l’avversario non c’era proprio! Ora siamo più tranquilli. Ora sappiamo pure che ogni tentativo di apologetica, in internet o altrove, è paragonabile a una campagna di diffamazione, fomentata dal diavolo! Gli antichi apologeti hanno quindi sbagliato a combattere la vecchia gnosi. Così sbagliano certamente anche i moderni apologeti a combattere i neognostici di turno. Per fortuna che la sua visione soggettiva della cose può essere assurta a verità incontestabile. Sì, con tali assicurazioni da parte del cyber-giornalista, ora possiamo stare proprio più tranquilli.

 

 

3. {Antonio Morlino} 

 

Ho appena letto con vivo interesse l’articolo a firma di Salvatore Loria, direttore di ICN-News, sull’evangelizzazione tenuta a Palermo da Benny Hinn. In questa cronaca-testimonianza, l’autore si è sforzato di scagionare Hinn da alcuni celebri «capi d’imputazione». Naturalmente, considerando i miei articoli, mi pare evidente che egli abbia inteso rispondere indirettamente anche a me, visto che le sue parole riecheggiano talvolta le mie. Sinceramente, mi aspettavo un po’ di più, ben conoscendo la sua irresistibile verve giornalistica e data la temperie quasi da «singolar tenzone» in cui ci troviamo a scrivere da diverse settimane. Però non gliene faccio una colpa; neanche una brillante penna come la sua avrebbe potuto fare di meglio per prosciogliere il controverso telepredicatore dalla schidionata di accuse ben fondate e documentate (da me riportate solo in minima parte), dato che poche ore a Palermo, in cui Hinn ha detto tante belle parole — alcune delle quali davvero «sante» e «cristocentriche» — non possono certo reggere al confronto con una mole mastodontica di documenti probatori scritti, audio e video non solo di parole «empie» e «blasfeme» dette e scritte in tanti anni da Hinn, ma di fatti a dir poco vergognosi e «anticristiani», degni di un «falso profeta».

     A tale proposito, mi viene da pensare alla storia del topolino e dell’elefante che erano amici per la pelle e che stavano continuamente insieme. Un giorno, mentre il roditore si trovava in groppa al pachiderma, i due attraversarono un ponte di legno, facendolo scricchiolare, piegare e oscillare paurosamente. Dopo aver attraversato, il topolino, impressionato dalla «loro» capacità di sortire un simile effetto, disse all’elefante: «Abbiamo dato proprio una bella scossa a quel ponte, no?». Come dire: chi «pesa» di più, il topo o l’elefante? Hinn per 2 giorni a Palermo o Hinn in più di 20 anni di «ministero»?

     In tutta onestà, mi rammarica profondamente che l’indiscussa star mediatica del moderno marketing religioso non gli abbia concesso l’intervista (figuriamoci!) e che, invece, Loria abbia visto il diavolo in chi scrive di Hinn sul WEB… Proprio una grottesca «commedia degli equivoci» con una goffa inversione dei ruoli, quella allestita da Loria nel riferire le giornate palermitane! La cosa peggiore, però, è che ci siamo persi per sempre un’interessantissima pagina giornalistica dell’evangelismo di tutti i tempi: chissà quali nuove «rivelazioni» o ricantazioni ci avrebbe regalato quella «volpe» di un Benedictus, incalzato dal mordace giornalista-teologo calabrese! L’amaro in bocca è rimasto, sinceramente, anche a me…

     A proposito delle guarigioni e dei miracoli riferiti, mi faccio promotore di un’iniziativa per andare fino in fondo alle vicende riportate nella cronaca-testimonianza: sarebbe deontologicamente giusto e corretto chiedere la documentazione clinica delle guarigioni e dei miracoli avvenuti. Porrello — pastore della chiesa «Parola della grazia» (organizzatrice degli eventi palermitani) — è medico, oltre che pastore, e credo che sarebbe eticamente doveroso da parte sua confermare il grido al miracolo con la voce autorevole della scienza. Magari inizierebbe anche un «processo di beatificazione» di «Benedictus Toufik Hinn» da parte dell’altro ben più celebre «Benedictus» (XVI, «papa Ratzinger», per intenderci), entrambi biancovestiti: chi può dirlo? Infatti, vista la presenza della suora invitata a pregare sul palco, adesso dobbiamo aspettarci di tutto, anche una simile canonizzazione pre-mortem di un «protestante ecumenico»! In questo caso, si tratterebbe di un ennesimo miracolo di Hinn o, piuttosto, del bailamme postmoderno e sincretistico in cui ci troviamo a vivere? Considerate le influenti amicizie hinniane nelle alte sfere vaticane, però, neanche questo «miracolo» mi sorprenderebbe. Mi sembra, però, che il vero miracolo delle precedenti giornate evangelistiche sia avvenuto nel pastore Porrello, un tempo accanitamente antiecumenico, dato che, avendo non solo invitato il «papalino» Hinn a tenere l’evangelizzazione palermitana, ma anche lasciato pregare la «simpaticissima e fervente suora», adesso si è «convertito» (mi sembra) all’ecumenismo! Quindi, l’aggiornamento teologico che avevo subodorato c’è stato eccome!

     Nel caso, però, si fossero verificate vere guarigioni e autentici miracoli (non di origine diabolica — possibilità questa da non scartare mai!), mi unirei personalmente a Loria e a Porrello nel dare la gloria soltanto a Dio! In ogni caso, la mia posizione in proposito è che se in una campagna hinniana la gente ripone la giusta fede biblica in Dio, può guarire ed essere finanche salvata, ma non grazie a Hinn, la cui predicazione è orribilmente «annacquata» e «avvelenata» da eresie, e la cui «unzione sepolcrale», quando egli impone le mani, soffia o lancia la giacca, piuttosto «stende» le persone e, spesso, ahimè, per sempre, mandandole al camposanto! A tale proposito, mi chiedo: che bisogno abbiamo di correre, per la salvezza e la guarigione, dietro a predicatori di dubbia fama, ma di indubbia opulenza? Perché non ce ne restiamo nelle nostre chiese ad ascoltare il fedele insegnamento della Parola di tanti autentici ministri di Dio, i quali si affaticano senza chiedere soldi in cambio, anzi, spesso rimettendoci lo stipendio e, in alcuni casi, non avendo neanche il necessario per vivere? Perché quando ci ammaliamo non chiediamo agli anziani della chiesa di pregare per noi, così come ci dice di fare la Scrittura? (cfr. Gcm 5,14ss). Perché non esercitiamo noi il «ministero evangelistico» o della «riconciliazione» (cfr. 2 Cor 5,18ss), praticando i carismi biblici, visto che Gesù ha promesso che tali doni avrebbero accompagnato tutti i credenti, quindi anche noi? (cfr. Mc 16,17ss). Che bisogno abbiamo di gente come Benny Hinn? A mio parere, nessuno. Anzi…

     Inoltre, mi sorprende davvero che un esegeta scafato come Loria dica di non aver sentito né visto il diavolo a Palermo: dovrebbe sapere che Satana si traveste da «angelo di luce», come dice Paolo parlando dei «falsi apostoli» e degli «operai fraudolenti» che «si travestono da apostoli di Cristo» (2 Cor 11,13s). Come dire che, se il diavolo si presentasse a un culto-musical di Benny Hinn con tanto di corna e di forcone, la gente penserebbe di trovarsi a un concerto-sabba di Marilyn Manson e fuggirebbe via inorridita! Interessante, in merito, come continua Paolo: «Non è dunque cosa eccezionale se anche i suoi servitori si travestono da servitori di giustizia». Mi permetto, però, di ricordare al riguardo che «la loro fine sarà secondo le loro opere» (2 Cor 11,15). Anche quella di Benny Hinn.

     Non posso, però, non elogiare e ringraziare di cuore il raffinato teologo e biblista che so esserci in Salvatore Loria, oltre che l’ottimo giornalista, per averci ricordato la dottrina della «sovranità di Dio» nella salvezza — che mi sta particolarmente a cuore, essendo io un riformato carismatico — e quindi anche nella guarigione, avendo egli citato Rm 9,16, Gv 3,8 ed Eb 2,4. Ha fatto molto bene a contraddire la dottrina magico-meccanicistica della fede-guarigione predicata e praticata da Hinn, Porrello e compagnia. Come ha fatto benissimo anche a sollevare qualche lecito dubbio sulle cadute «on demand», diciamo pure a bacchetta «magica». Fra l’altro, mi sono sempre chiesto perché nel ministero terreno di Gesù tale fenomeno si sia verificato solo due volte — alla trasfigurazione sul Tabor (cfr. Mt 17,6) e all’«Io sono» del Getsemani (cfr. Gv 18,6), con l’evidente contenuto teologico della «teofania» — mentre con Hinn le persone cadono di continuo come birilli… Forse che il Cristo fosse meno «unto» di Hinn? Forse che Gesù fosse meno «teo-fanico» di Benny? Certamente, però, Egli non era uno show-man come lui, in cui a «mostrasi», appunto, è l’uomo, non Dio!

     Per concludere, anch’io con i miei articoli ho inteso «raccontare quello che ho visto e udito» riguardo a Benny Hinn da più di 10 anni, e se c’è qualcosa che davvero mi amareggia di tutta questa vicenda è che, all’inizio, quel mio primo articolo «Benny Hinn: un uomo di Dio?», io lo proposi proprio a Loria, a cui, però, non lo inviai, avendomi egli manifestato previamente e privatamente il suo secco rifiuto a «diffamare» in absentia il telepredicatore senza dargli prima «la possibilità di difendersi dalle accuse ben note», decisione che io rispettai senza condividerla, ma che, per amore di Cristo e della sua chiesa, non riuscì a imbavagliarmi: «Per amor di Sion io non tacerò, per amor di Gerusalemme io non mi darò posa, finché la sua giustizia non spunti come l’aurora, la sua salvezza come una fiaccola fiammeggiante» (Is 61,11).

     Mi dispiace che Loria continui a definire «campagna di diffamazione» un’iniziativa come la mia, accolta invece del fratello Martella, nata in risposta al cuore pastorale dell’Alleanza Evangelica Italiana contro quello che io ho dimostrato ampiamente essere «un ladro e un brigante» entrato nell’ovile della chiesa italiana. No, questa si chiama «apologetica»! Si chiama «combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre»! (Gd 1,3). Questo significa, anche, denunciare apertamente le opere infruttuose delle tenebre (cfr. Ef 5,11) e, se io avessi taciuto, sarei stato omertoso! Però, con il mio silenzio, mi sarei reso colpevole degli stessi crimini di Hinn e non avrei risposto alla chiamata che Dio ha rivolto a ogni suo autentico profeta-predicatore: «Ora, figlio d’uomo, io ho stabilito te come sentinella per la casa d’Israele; quando dunque udrai qualche parola della mia bocca, avvertili da parte mia. Quando avrò detto all’empio: “Empio, per certo tu morirai!” e tu non avrai parlato per avvertire l’empio che si allontani dalla sua via, quell’empio morirà per la sua iniquità, ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano. Ma, se tu avverti l’empio che si allontani dalla sua via, e quello non se ne allontana, egli morirà per la sua iniquità, ma tu avrai salvato te stesso» (Ez 33,7ss).

     Tutto questo, Salvatore Loria lo sa molto, molto bene. Un tempo aveva il dente particolarmente amaro con alcuni «neoevangelici» e certi predicatori «neocarismatici» di cui non faccio nome. Che ci sia stato qualche «aggiornamento teologico» anche da parte sua? Spero proprio di no. Anzi, sono sicuro di no, vista la sua onestà — gliene do atto — nel riferire quello che egli ha «visto e udito» al velodromo «Paolo Borsellino» di Palermo.

 

 

4. {Past. Giuliano} 

 

Molto spesso amo ripetere predicando: «Se hai paura di rimanere solo, hai già perso». Fratello Antonio, è probabile che rimarrai solo: questo ti spaventa? Rimanere soli non è desiderabile né perseguibile, ma di questi tempi sta diventando una scelta obbligatoria per chi vuole mantenere intatta la propria dignità. Ai nostri antichi precettori abbiamo spesso ceduto la nostra personalità, ma non siamo stati mai disposti a cedere la nostra dignità. Ho ricevuto i tuoi scritti su Benny Hinn. Grazie di avermeli mandati. Continuo a credere che veramente per mezzo di quest’uomo si saranno convertite chissà quante migliaia di persone, ma continuo a credere altresì che non possiamo rimanere insensibili a quello che i nostri occhi continuano a vedere in questi raduni che dovrebbero essere cristiani, ma che, secondo me, non lo sono. E che dire di organizzatori che anni fa disertarono e fecero disertare le riunioni di Reinhard Bonnke e Yonngi Cho e che ora, essendo essi gli organizzatori, legittimano la venuta in Sicilia di Benny Hinn? Forse perché allora non fu «colpevolmente» privilegiato nella scelta il capoluogo siciliano? Che pena…! Viva gli uomini liberi che onorano l’Evangelo, non temendo né le persecuzioni né tanto meno l’esclusione dalle potenti lobby. […] Grazie e… vai avanti.

 

 

5. {Antonio Morlino} 

 

Carissimo fratello, ti sono immensamente grato per le belle parole di incoraggiamento. Scritte da te, hanno davvero un altro sapore e valore, giacché io sono giovane negli anni e nella fede e ho bisogno dei consigli, delle correzioni e, perché no, anche degli incoraggiamenti di padri naturali e spirituali come te. Grazie di cuore.

     No, non mi spaventa restare solo. Mi spaventa, invece, l’idea di restare solo perché abbandonato da Dio. Quello sì che è tremendo! E se disubbidissi alla sua chiamata, ribellandomi al suo volere, sarei come il figlio prodigo partito per un paese lontano. Lontano dal Padre, non potrei che voltolarmi fra i porci. Ma poiché questo Padre meraviglioso mi ha donato la vera dignità di un figlio, di suo Figlio, non posso tacere, anche a costo di essere abbandonato dal mondo intero.

     Le parole che più di tutte in questo tempo riecheggiano nel mio cuore sono quelle di Geremia, che esprimono meravigliosamente i miei stessi sentimenti: «Tu mi hai persuaso, o Eterno, e io mi sono lasciato persuadere; tu sei più forte di me e hai vinto. Sono diventato oggetto di scherno ogni giorno; ognuno si fa beffe di me. Poiché ogni volta che io parlo, grido e proclamo: “Violenza e saccheggio!”. Sì, la parola dell’Eterno è per me un motivo di obbrobrio e di scherno ogni giorno. Allora ho detto: “Non lo menzionerò più e non parlerò più nel suo nome”. Ma la sua parola era nel mio cuore come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo. Udivo le calunnie di molti: “Terrore all’intorno! Denunciatelo e lo denunceremo!”. Tutti quelli con i quali vivevo in pace aspettavano che io inciampassi e dicevano: “Forse si lascerà persuadere, così noi prevarremo contro di lui e ci vendicheremo di lui”. Ma l’Eterno è con me come un potente eroe; perciò i miei persecutori inciamperanno e non prevarranno; saranno grandemente svergognati, perché non riusciranno; la loro vergogna sarà eterna e non sarà dimenticata» (Gr 20,7-11).

     Hai proprio ragione a parlare di «potenti lobby»... Sto per rivelare qualcosa di «grosso» e scottante in un prossimo articolo, sempre su Hinn, in cui parlerò di alcune connessioni mondiali che formano una rete d’iniquità dietro la facciata della «religione», anche evangelica. Non ti dico di più. Lo leggerai, se vorrai.

     Io ho avuto il coraggio, un mese fa, di raccogliere quella che definisco «la sfida di Elia», e la cosa forse più entusiasmante è stata scoprire, proprio come il grande profeta, che non siamo soli nel combattere contro i falsi profeti di Baal: anche in Italia esiste un residuo di tutti quelli «che non hanno piegato le loro ginocchia davanti a Baal e che non l’hanno baciato con la loro bocca» (1 Re 19,18). E tu ne sei una bella conferma che davvero m’incoraggia ad andare avanti. Grazie di cuore.

 

 

6. {Nicola Martella} 

 

Ho ricevuto un paio di articoli ancora su Benny Hinn e su Palermo. Uno è di Eliseo Paterniti (07-10-2006), in cui definisce chi ha criticato i fatti di Palermo come segue: «Purtroppo i fatti eclatanti non sono finiti ma sono continuati in modo VERGOGNOSO». Egli riferisce di «un’azione veramente vergognosa e deplorevole», che egli descrive così: «Alcuni così detti “cristiani evangelici” hanno stampato o meglio dire, fatto molte fotocopie sottoforma di opuscoli con la foto di Benny Hinn con il dollaro disegnato in bocca e li hanno applicati la sera di venerdì 22 su gran parte dei parabrezza delle auto messe in sosta nelle vicinanze del velodromo». Poi inveisce contro tali oppositori di Benny Hinn, paragonandoli a ciò che fa Satana, al quale «per lo più gli sono graditi i religiosi, per maledire i figli di Dio». Li ritiene aventi una «mente perversa e ottenebrata» e li considera «dei vigliacchi». Poi Paterniti ritorna a fare gli elogi «biblici» di Hinn.

     Perché Paterniti non prende sul serio la preoccupazione dei fratelli? Perché non capisce la differenza fra «calunnia» e «apologetica» (difesa della fede e della «sana dottrina»).

     Sono stato su diversi siti, in cui si possono vedere Benny Hinn e i suoi collaboratori in azione. Posso solo dire che sono stato preso da un sentimento di desolazione e raccapriccio per quanto ho visto: una commistione fra mesmerismo, magnetismo, tecniche psicologiche, suggestione, spettacolo, gnosticismo…

     Leggendo le difese di Benny Hinn qui in Italia e confrontando ciò con i tanti video presenti sul Web, ho dovuto concludere così: certi evangelici italiani fanno come chi si accontenta di valutare un solo centimetro quadrato di un fenomeno mastodontico, per affermare qualcosa di totale su di lui, evitando di guardare il tutto. Ci si sta incamminando sulla solita via ideologica. Che abbaglio!

     È proprio tipico degli ideologi di deformare l’intera realtà, basandosi sulla loro piccola esperienza. Uno studioso, invece, analizza la maggior parte dei casi e le fonti oggettive e verificabili e dà voce anche alle tesi contrarie, a cui poi fa le sue obiezioni.

     Il neognosticismo è un grande pericolo per la chiesa odierna. Basta andare sul Web. Anche notizie e telefonate che mi giungono confermano tale gravità. La storia insegna che senza una corretta apologetica la chiesa magari evangelizza, si dà alla contemplazione, celebra Dio e cura la comunione dei santi, mentre intorno altri creano bastioni di menzogne, che poi immancabilmente penetrano dentro e come un lievito la trasformano. Corinto insegna!

     Invece, diversi conduttori di chiesa in Italia mostrano evidenti segni di come opera l’accecamento prodotto dal sortilegio del neognostico Benny Hinn! Che per difendere lui, si demonizzino i fratelli che dissentono, ciò mostra come sia profonda la fascinazione e come sia completa la malia!

 

 

7. {Antonio Morlino} 

 

Voglio segnalare che nel sito ufficiale di Benny Hinn  è in programmazione per tutta la settimana la crociata a Palermo (si vada a «weekly guide»). Imperdibile la suora e quello che dice Hinn (lunedì), confermando alcune cose del mio articolo sull’ecumenismo! «Sono stato cresciuto da suore francescane in Israele. Loro mi hanno insegnato la Bibbia». E si vede e si sente! «Ecco perché amo le suore cattoliche», ha concluso Hinn, prima di far «predicare» un po’ la suora che conclude la preghiera con un bel «gloria a Benny Hinn». Amen.

   Quanto ai «miracoli», lascio giudicare ai lettori... Quando ero un cattolico-carismatico, ho visto accadere esattamente le stesse cose alla «messe di guarigione» di padre Tardif e padre Betancourt! Di predicazione, invece, nemmeno l’ombra. In effetti, la Parola di Dio non è così importante in revivalistic shows come questi, dove si dà tutto lo spazio alla bella musica e alle forti emozioni e, fra tanti «alleluia» e «gloria a Dio», la gente se ne torna a casa carica di «panem et circenses» — come scriveva «satiricamente» Giovenale, parlando del regime paternalistico dei suoi tempi. Ma dov’è il «vero pane», quello che «dà la vita al mondo»?

   Non era sicuramente questo, però, il «metodo evangelistico» di procedere di un certo Paolo, il quale scrisse: «È piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione. I Giudei infatti chiedono miracoli e i Greci cercano sapienza, MA NOI PREDICHIAMO CRISTO CROCIFISSO […]» (2 Corinzi 1,21-23). Altro che «miracle crusades»!

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-BHinn_Palermo_EnB.htm

2006; Aggiornamento: 15-12-2009

 

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