Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Šabbât

 

Assemblee dei Fratelli

 

 

 

 

Il sabato, l’anno sabbatico e il giubileo.

 

Ecco le parti principali:
■ Il patto, l'etica e il pensiero sabbatico
■ Il sabato nell’Antico Testamento, nel giudaismo, nel Nuovo Testamento e relative questioni odierne
■ L’estensione del sabato: l’anno sabbatico e lo jôbel nella Torà e nella storia
■ L’ideale e le funzioni teologiche risultanti
■ Excursus: Storia del giubileo cattolico
■ Le feste principali in Israele.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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INDAGINE SULLE ASSEMBLEE DEI FRATELLI

 

 a cura di Nicola Martella

 

11. Valutazioni durante il percorso

 

Dopo aver mandato il questionario alcuni degli invitati hanno reagito prontamente. Ecco qui di seguito le loro reazioni. Esse sono importanti per vedere le loro reazioni: accoglienza positiva dell'iniziativa, preoccupazione per eventuali negativismi gratuiti, gratitudine per aver potuto partecipare, sfogo di chi si è scottato con alcune persone delle Assemblee, eccetera.

    Qui poniamo anche quegli interventi che sono seguiti alla pubblicazione dei risultati e che non costituiscono direttamente un'analisi generale dell'indagine, ma una presa di posizione personale, una comunicazione della propria situazione locale e una testimonianza della propria esperienza all'interno delle Assemblee.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito può dare uno pseudonimo, se richiesto.

I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Roberto Frache

2. Emanuela Busatto

3. Sesto Mondoro, ps.

4. Sandro Bertone

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Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Roberto Frache}

 

Nota editoriale: Queste osservazioni sono state fatte da Roberto appena ricevuto il questionario, ma le ritengo utili anche come indicazioni generali.

 

Contributo: Caro Nicola, trovo interessante il tuo esperimento di conoscere quanto le persone sanno o non sanno del movimento Assemblee. Da diverso tempo non ho più avuto occasione di frequentare il Convegno degli Anziani, che si tiene per consuetudine a Poggio Ubertini e, quindi, sono un po’ spiazzato circa la conoscenza della situazione generale delle nostre comunità. Vivo in Piemonte dove si «respira» ancora — nel bene e nel «male» — il clima delle Assemblee come erano più o meno all’origine. Sono anch’io convinto che tutto questo si vada perdendo e molte nuove testimonianze nascano, nel nostro ambiente, senza sapere bene da dove vengono e dove vanno. Da qui nascono diverse conseguenze come: ▪ a) La notevole differenziazione fra le assemblee; ▪ b) L'esposizione — purtroppo vera però anche nelle chiese più antiche — alle varie novità, soprattutto di tipo carismatico. Per mio diletto mi sono riletto recentemente la documentazione (Maselli, D. Ronco) esistente sulle Assemblee e ho confezionato un PowerPoint che ho già utilizzato — su richiesta — in diverse assemblee che sentono, specialmente nei confronti dei più giovani, la necessità d’indicare la nostra collocazione.

     Ritengo che sarebbe utile dedicare un prossimo Convegno Anziani a Poggio a fare il punto sulla situazione toccando vari aspetti: ▪ a) Storia; ▪ b) Situazione attuale; ▪ c) Confronto con quanto accade nelle assemblee all’estero; ▪ d) Prospettive. (In alternativa si potrebbe chiedere a «Il Cristiano» di sviluppare queste tematiche in una serie d’articoli).

     Per quanto sopra detto, mi pare che la compilazione del questionario possa essere utile solo se finalizzata a un esito positivo e non a verificare quanta «confusione» esista fra le assemblee!! {29-09-2008}

 

Risposta: Caro Roberto, grazie per le cose che mi scrivi come valutazione generale delle Assemblee. Come ti avevo anticipato, prima era necessario fare un’anamnesi che ci permettesse di verificare lo stato generale delle Assemblee; ora che per ogni voce abbiamo un certo campione di risposte, è possibile che tu e altri facciate una competente valutazione in merito, una specie di diagnosi della situazione, e diate gli eventuali suggerimenti sul daffare. Dopo ciò, tu stesso puoi farti promotore delle iniziative che riterrai necessarie (convegno, ecc.). {Nicola Martella}

 

 

2. {Emanuela Busatto}

 

Nota editoriale: Queste osservazioni sono state fatte da Emanuela dopo i miei ringraziamenti per aver riempito il questionario.

 

Volevo ringraziarti/vi per questo questionario: riesco solo a dire che è bello quello che state facendo, analizzando, pensando, sperando... è solo una frase ma, credimi, mentre la scrivo, mi sento bene. [...] Grazie ancora per la tua risposta: non mi fa sentire un numero, ma una sorella. {08-10-2008}

 

 

3. {Sesto Mondoro, ps.}

 

Nota editoriale: Queste osservazioni sono state fatte da Sesto dopo il ricevimento del questionario e prima della pubblicazione dei risultati. Egli conosce le Assemblee, essendone stato membro attivo di una per diversi anni e avendola poi lasciata per vari problemi legati alle persone che la gestivano.

 

Contributo 1: Per quanto riguarda la chiesa dei fratelli, conosco tutte le chiese della mia regione, non solo quella che ho frequentato, e ti posso dire che stanno languendo. [...] Pur non conoscendo tutte le realtà, c’è chi mi tiene informato su quasi tutta la situazione italiana e tranne qualche rara eccezione, c’è ben poco da mangiare nel piatto. {10-10-2008}

 

Risposta 1: Non sarei così pessimista. Dio è capace di rinnovare uomini e quindi strutture. La storia d’Israele ce lo insegna. Il Signore Gesù minaccia di togliere un «candelabro», ma è certamente pronto a piazzarne altri mille, no? {Nicola Martella}

 

Contributo 2: Per quanto riguarda le chiese dei fratelli, sai bene che per quanto languenti. In generale il culto viene guidato con dignità e precisione. L’esecuzione della «liturgia» corre via bene. C’è tutto quello che serve: il decoro, i canti, in molte la cerimoniosità. Manca però un elemento: la vita. Sappiamo anticipatamente quello che avverrà. Non c’è sorpresa, non ci sarà alcun sussulto improvviso. Niente sembra muoversi nell’anima della gente. Non deve accadere niente d’imprevisto né in chi parla e né in chi ascolta; raramente si raggiungono nuove comprensioni della Parola di Dio; la vita di tutti i giorni non riceve alcuna luce ulteriore. Regna la monotonia. Non c’è fuoco. Gli incontri sono freddi, rigidi, «morti».

     Si cercano belli edifici, ma il culto decade. Si sentono discorsi retorici, ma chi sa ancora pregare? o dire qualcosa che tocca veramente la vita e l’anima? Molti sono bravi a fare i fuochi d’artificio, ma chi è capace di dare insegnamenti freschi?

     Certo, le persone vanno ancora «in chiesa», ma che significa perlopiù questa prassi per coloro che la seguono? È rendere culto? L’assiduità domenicale è diventata più un culto rivolto alla comunità che un servizio divino. La gente concede semplicemente parte del proprio tempo alla «funzione religiosa».

     Gli incontri sono permeati da una notevole freddezza. Quanti vanno al culto si mantengono a una rispettosa distanza dalle cose di Dio. Dicono: «Perdonaci, abbiamo peccato», ma non c’è chi vi s’immedesimi con convinzione. Dicono: «Devi amare il Signore con tutto il cuore», ma con distacco, nel più totale anonimato, come se stessero fornendo la loro opinione su una questione qualsiasi.

     C’è rilassatezza, e anche una certa compiacenza. Cosa può uscire da una simile atmosfera? Gli incontri sono formali, ma il locale è pulito e ordinato. Nessuno grida e nessuno piange.

     La gente s’aspetta che il responsabile guidi l’incontro e faccia un bel discorso: un culto efficiente e fatto con perizia. Ma efficienza e precisione non sono un rimedio contro la sterilità religiosa.

     Molti hanno sviluppato l’abitudine di pregare per delega: l’importante è che ci sia qualcuno che prega, poi se io non prego non ha importanza. La preghiera è diventata un gesto vuoto. Questo a causa della mancanza di fede o per una sorta di timidezza religiosa.

     Abbiamo una grande responsabilità. [...] {Sesto Mondoro, ps.; 12-10-2008}

 

Risposta 2: Ho letto quanto da te scritto riguardo alle Assemblee e devo concludere che non si può parlare così d’un movimento presente in tutto il mondo, solo perché hai conosciuto un numero di chiese dei Fratelli che forse si possono contare su una o due mani. Quanto tu descrivi, può riguardare qualunque tipo di chiesa. Sono certamente cose da prendere sul serio, quando capitano; ma potrebbero capitare anche da te. Ogni movimento è criticabile, ma non possiamo giudicare tutto un movimento per le poche esperienze che abbiamo fatto; così cadremmo nell’ingiustizia. Nella prima chiesa che abbiamo fondato, dovevamo frenare le persone a pregare o a partecipare più d’una volta (si doveva aspettare che pregassero o parlassero un certo numero prima di rifarlo), per rispetto verso quelle che non s’erano ancora espresse. Ancora ora c’è una grande partecipazione. Anche a Tivoli, pur essendo pochi, c’è una grande partecipazione.

     Ricordati che Laodicea può essere ovunque, anche nella tua comunità, ma non è possibile descrivere un intero movimento come Laodicea. Neppure io che sono, per certi versi, critico con alcuni aspetti della tradizione e della liturgia di certe chiese dei Fratelli, mi permetto simili giudizi sommari. Di chiese in Italia ne ho visitate parecchie; esse sono fatte d’uomini e donne così eterogenee che è difficile pettinarli con un solo pettine. Dappertutto ho visto persone straordinarie che, nei loro limiti, servono Dio in novità di vita nella situazione in cui si trovano.

     Il tuo dente avvelenato verso la comunità, verso cui hai avuto problemi in passato, non deve renderti colpevole mediante un giudizio sommario e quindi ingiusto. I problemi ci sono nelle Assemblee, come in altri tipi di chiese, ma solo un’analisi reale e concreta può accertarne le reali malattie e farvi efficacemente fronte. {Nicola Martella}

 

Contributo 3: Per quanto riguarda le impressioni di carattere generale che ti ho mandato, è ovvio che esse dipendono in gran parte dalla mia esperienza personale soprattutto con la chiesa che sai. Non posso mica parlare di chi non conosco. Nella mia regione la situazione è questa. Ma come ti ho detto, sono però abbastanza informato sullo zoccolo pugliese delle chiese dei fratelli, e non c’è molto da stare allegri quanto a settarismo. Se tu leggi le cose con occhiali diversi dai miei è un altro discorso e hai la libertà di farlo. Per uno il bicchiere può essere mezzo pieno e per l’altro mezzo vuoto. Io sono poco ottimista. Certo che quando vai a visitare le chiese, vedi tutto roseo, ma quella è la facciata, bisogna viverci dentro per vedere i panni sporchi, se non ti sembreranno tutti puliti. {Sesto Mondoro, ps.; 14-10-2008}

 

Risposta 3: Mio caro, io ho fatto una scelta decenni fa, ossia d’attenermi strettamente a ciò che comprendo della Parola di Dio e non ai diktat di eventuali «baroni» e tradizioni di un movimento (sono cose che esistono in tutte le compagini ecclesiali). Ciò non mi ha portato sempre simpatie e  vantaggi, ma anzi vari problemi. Conosco bene la mentalità da «arcivescovo» di alcuni fratelli delle Assemblee (anche questo ricorre in altre chiese), i quali pretendono una «tutela» sugli altri, e ho avuto modo di confrontarmi con coloro che sono stati disposti a farlo. Conosco anche diverse situazioni delle Assemblee in Italia, essendoci stato di persona e ricevendo lettere con richieste di consigli. Inoltre ho militato fin dalla mia infanzia nelle Assemblee e ci sono ancora; conosco quindi i punti di forza e le debolezze. Varie questioni, da te menzionate, non riguardano attualmente solo le Assemblee (ma non si può generalizzare), ma rispecchiano tutt'al più, in senso più ampio, la situazione ecclesiale in Italia. {Nicola Martella}

 

 

4. {Sandro Bertone}

 

Caro Nicola, il «Convegno degli Anziani» del 2006 aveva questo tema: «Il movimento delle Assemblee fra passato e futuro».

     Nella nostra Assemblea non c’è stato nessuna messa in opera di ciò che noi Anziani abbiamo ascoltato, non c’è nessuna curiosità di sapere chi siamo, da dove veniamo e, meno che meno, dove andiamo. Siamo costituiti da un gruppo forte di fratelli, che sono usciti (si fa per dire) dall’assemblea darbista e che ora s’incontra la domenica con una minoranza «variegata» di fratelli e sorelle provenienti, la maggior parte da esperienze (di solito negative) fatte in chiese evangeliche. Il Movimento dei Fratelli è il lasciapassare per partecipare ai Convegni e avere accesso all’«Agape di Spinetta» o partecipare a incontri con Anziani e Responsabili d’altre Assemblee, ma non viene mai citato come Carta d’Identità.

     Noi siamo una assemblea aperta e libera di fare ciò che una maggioranza silenziosa impone. Nel caso non ci si dovesse trovare d’accordo, c’è sempre una porta aperta per lasciare il locale. La struttura organizzativa poggia su due Anziani (il sottoscritto e Paolo Apicella), mentre fino all’anno scorso era un collegio di tre, ma ora uno si è ritirato e frequenta il Tempio Valdese di Torino.

     La storia è breve ma intensa ed è significativa per l’indagine che stai svolgendo. La sorella Claudia Martino, ex appartenente all’area dei Fratelli, è una delle persone che hanno lasciato e non credo né per paura né per apatia, ma per sfinimento (questa è la mia diagnosi, ma posso lasciare a lei il commento).

     La nostra Assemblea è certamente una anomalia nel contesto generale, ma come dici tu ogni lumaca ha il suo guscio, i suoi problemi e siamo così presi dal lavorio di sopravvivere agli altri che ci perdiamo il senso della missione, che il Signore ci affida, e la perfezione nell’unità viene raggiunta eliminando il dissenso. Personalmente assisto a questo spettacolo, chiedendo a Dio di darmi la giusta illuminazione per trasformare i problemi in opportunità; ma credi che c’è molto da trasformare e, a volte, mi viene la tentazione di lasciare ognuno al suo destino. Poi ci sei tu, che sei più testardo d’un mulo, e m’incoraggia sapere che ci sono persone più caparbie di me, m’incoraggia sapere che il Dio, in cui credo, quello della pietà e della misericordia, è più testardo di Nicola e che porterà a compimento il suo disegno d’amore anche contro ogni umano tentativo di distruggerlo.

     Se noi pecchiamo (e non me ne sento per nulla escluso), Lui è sempre pronto a perdonarci. Perché quindi non fare nostro il suo proposito e perdonare coloro che «non sano quello che fanno»? Perché abbandonare il progetto, quando siamo guidati da un Progettista che prosegue la sua opera contro qualsiasi ragionevolezza? Perché cedere alle difficoltà, quando siamo certi di non fare la nostra volontà ma, d’interpretare il volere Suo?

     Il tema del Convegno del 2008 era «Spirito di Servizio o di Potere», e già sul titolo ci siamo arresi, perché troppo forte e dirompente in un contesto che, come dici tu, ha paura d’essere tacciato d’esercitare il potere invece di mettere i doni al servizio.

     Io ho fatto da facilitatore in un gruppo d’Anziani; e t’assicuro che fuori dalla «grande sala», i fratelli sono diversi, acquisiscono caratteristiche «umane», ammettono d’essere spesso inadeguati e deboli, ma poi nella riunione plenaria chi ha il coraggio di dirlo?

     Scusa lo sproloquio, mi sono lasciato prendere dallo slancio di scrivere… Un fraterno saluto. {19 novembre 2008}

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/CdF11-Valutaz_percorso_Sh.htm

10-11-2008; Aggiornamento: 23-12-2009

 

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