11.
Valutazioni durante il percorso
Dopo aver mandato il questionario alcuni degli invitati
hanno reagito prontamente. Ecco qui di seguito le loro reazioni. Esse sono
importanti per vedere le loro reazioni: accoglienza positiva dell'iniziativa,
preoccupazione per eventuali negativismi gratuiti, gratitudine per aver potuto
partecipare, sfogo di chi si è scottato con alcune persone delle Assemblee,
eccetera. Qui poniamo anche quegli interventi che
sono seguiti alla pubblicazione dei risultati e che non costituiscono
direttamente un'analisi generale dell'indagine, ma una presa di posizione
personale, una comunicazione della propria situazione locale e una testimonianza
della propria esperienza all'interno delle Assemblee.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi
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I contributi sul
tema
▲
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sottostante
1.
{Roberto Frache} ▲
Nota editoriale: Queste osservazioni sono state fatte da Roberto appena
ricevuto il questionario, ma le ritengo utili anche come indicazioni generali.
■
Contributo: Caro Nicola, trovo interessante il tuo esperimento di
conoscere quanto le persone sanno o non sanno del movimento Assemblee. Da
diverso tempo non ho più avuto occasione di frequentare il Convegno degli
Anziani, che si tiene per consuetudine a Poggio Ubertini e, quindi, sono un po’
spiazzato circa la conoscenza della situazione generale delle nostre comunità.
Vivo in Piemonte dove si «respira» ancora — nel bene e nel «male» — il clima
delle Assemblee come erano più o meno all’origine. Sono anch’io convinto che
tutto questo si vada perdendo e molte nuove testimonianze nascano, nel nostro
ambiente, senza sapere bene da dove vengono e dove vanno. Da qui nascono diverse
conseguenze come: ▪ a) La notevole differenziazione fra le assemblee; ▪ b)
L'esposizione — purtroppo vera però anche nelle chiese più antiche — alle varie
novità, soprattutto di tipo carismatico. Per mio diletto mi sono riletto
recentemente la documentazione (Maselli, D. Ronco) esistente sulle Assemblee e
ho confezionato un PowerPoint che ho già utilizzato — su richiesta — in diverse
assemblee che sentono, specialmente nei confronti dei più giovani, la necessità
d’indicare la nostra collocazione.
Ritengo che sarebbe utile dedicare un prossimo Convegno
Anziani a Poggio a fare il punto sulla situazione toccando vari aspetti: ▪ a)
Storia; ▪ b) Situazione attuale; ▪ c) Confronto con quanto accade nelle
assemblee all’estero; ▪ d) Prospettive. (In alternativa si potrebbe chiedere a
«Il Cristiano» di sviluppare queste tematiche in una serie d’articoli).
Per quanto sopra detto, mi pare che la compilazione del
questionario possa essere utile solo se finalizzata a un esito positivo e non a
verificare quanta «confusione» esista fra le assemblee!! {29-09-2008}
▬
Risposta:
Caro Roberto, grazie per le cose che mi scrivi
come valutazione generale delle Assemblee. Come ti avevo anticipato, prima era
necessario fare un’anamnesi che ci permettesse di verificare lo stato generale
delle Assemblee; ora che per ogni voce abbiamo un certo campione di risposte, è
possibile che tu e altri facciate una competente valutazione in merito, una
specie di diagnosi della situazione, e diate gli eventuali suggerimenti sul
daffare. Dopo ciò, tu stesso puoi farti promotore delle iniziative che riterrai
necessarie (convegno, ecc.). {Nicola Martella}
2.
{Emanuela Busatto} ▲
Nota editoriale: Queste osservazioni sono state fatte da Emanuela dopo i
miei ringraziamenti per aver riempito il questionario.
Volevo ringraziarti/vi per questo questionario:
riesco solo a dire che è bello quello che state facendo, analizzando, pensando,
sperando... è solo una frase ma, credimi, mentre la scrivo, mi sento bene. [...]
Grazie ancora per la tua risposta: non mi fa sentire un numero, ma una sorella.
{08-10-2008}
3. {Sesto Mondoro, ps.} ▲
Nota editoriale: Queste osservazioni sono state fatte da Sesto dopo il
ricevimento del questionario e prima della pubblicazione dei risultati. Egli
conosce le Assemblee, essendone stato membro attivo di una per diversi anni e
avendola poi lasciata per vari problemi legati alle persone che la gestivano.
■
Contributo 1:
Per quanto riguarda la chiesa dei fratelli,
conosco tutte le chiese della mia regione, non solo quella che ho frequentato, e
ti posso dire che stanno languendo. [...] Pur non conoscendo tutte le realtà,
c’è chi mi tiene informato su quasi tutta la situazione italiana e tranne
qualche rara eccezione, c’è ben poco da mangiare nel piatto. {10-10-2008}
▬
Risposta 1:
Non sarei così pessimista. Dio è capace
di rinnovare uomini e quindi strutture. La storia d’Israele ce lo insegna. Il
Signore Gesù minaccia di togliere un «candelabro», ma è certamente pronto a
piazzarne altri mille, no?
{Nicola Martella}
■
Contributo 2:
Per quanto riguarda le chiese dei fratelli, sai bene che per quanto
languenti. In generale il culto viene guidato con dignità e precisione.
L’esecuzione della «liturgia» corre via bene. C’è tutto quello che serve: il
decoro, i canti, in molte la cerimoniosità. Manca però un elemento: la vita.
Sappiamo anticipatamente quello che avverrà. Non c’è sorpresa, non ci sarà alcun
sussulto improvviso. Niente sembra muoversi nell’anima della gente. Non deve
accadere niente d’imprevisto né in chi parla e né in chi ascolta; raramente si
raggiungono nuove comprensioni della Parola di Dio; la vita di tutti i giorni
non riceve alcuna luce ulteriore. Regna la monotonia. Non c’è fuoco. Gli
incontri sono freddi, rigidi, «morti». Si cercano belli edifici, ma il culto decade. Si
sentono discorsi retorici, ma chi sa ancora pregare? o dire qualcosa che tocca
veramente la vita e l’anima? Molti sono bravi a fare i fuochi d’artificio, ma
chi è capace di dare insegnamenti freschi?
Certo, le persone vanno ancora «in chiesa», ma che
significa perlopiù questa prassi per coloro che la seguono? È rendere culto?
L’assiduità domenicale è diventata più un culto rivolto alla comunità che un
servizio divino. La gente concede semplicemente parte del proprio tempo alla
«funzione religiosa». Gli incontri sono permeati da una notevole freddezza.
Quanti vanno al culto si mantengono a una rispettosa distanza dalle cose di Dio.
Dicono: «Perdonaci, abbiamo peccato», ma non c’è chi vi s’immedesimi con
convinzione. Dicono: «Devi amare il Signore con tutto il cuore», ma con
distacco, nel più totale anonimato, come se stessero fornendo la loro opinione
su una questione qualsiasi. C’è rilassatezza, e anche una certa compiacenza. Cosa
può uscire da una simile atmosfera? Gli incontri sono formali, ma il locale è
pulito e ordinato. Nessuno grida e nessuno piange. La gente s’aspetta che il responsabile guidi l’incontro
e faccia un bel discorso: un culto efficiente e fatto con perizia. Ma efficienza
e precisione non sono un rimedio contro la sterilità religiosa. Molti hanno sviluppato l’abitudine di pregare per
delega: l’importante è che ci sia qualcuno che prega, poi se io non prego non ha
importanza. La preghiera è diventata un gesto vuoto. Questo a causa della
mancanza di fede o per una sorta di timidezza religiosa.
Abbiamo una grande
responsabilità. [...] {Sesto
Mondoro, ps.; 12-10-2008}
▬
Risposta 2:
Ho letto quanto da te scritto riguardo alle Assemblee e devo concludere
che non si può parlare così d’un movimento presente in tutto il mondo, solo
perché hai conosciuto un numero di chiese dei Fratelli che forse si possono
contare su una o due mani. Quanto tu descrivi, può riguardare qualunque
tipo di chiesa. Sono certamente cose da prendere sul serio, quando capitano; ma
potrebbero capitare anche da te. Ogni movimento è criticabile, ma non possiamo
giudicare tutto un movimento per le poche esperienze che abbiamo fatto; così
cadremmo nell’ingiustizia. Nella prima chiesa che abbiamo fondato, dovevamo
frenare le persone a pregare o a partecipare più d’una volta (si doveva
aspettare che pregassero o parlassero un certo numero prima di rifarlo), per
rispetto verso quelle che non s’erano ancora espresse. Ancora ora c’è una grande
partecipazione. Anche a Tivoli, pur essendo pochi, c’è una grande
partecipazione. Ricordati che Laodicea può essere ovunque, anche nella
tua comunità, ma non è possibile descrivere un intero movimento come Laodicea.
Neppure io che sono, per certi versi, critico con alcuni aspetti della
tradizione e della liturgia di certe chiese dei Fratelli, mi permetto
simili giudizi sommari. Di chiese in Italia ne ho visitate parecchie; esse sono
fatte d’uomini e donne così eterogenee che è difficile pettinarli con un solo
pettine. Dappertutto ho visto persone straordinarie che, nei loro limiti,
servono Dio in novità di vita nella situazione in cui si trovano. Il tuo dente avvelenato verso la comunità, verso cui
hai avuto problemi in passato, non deve renderti colpevole mediante un giudizio
sommario e quindi ingiusto. I problemi ci sono nelle Assemblee, come in altri
tipi di chiese, ma solo un’analisi reale e concreta può accertarne le reali
malattie e farvi efficacemente fronte.
{Nicola Martella}
■
Contributo 3:
Per quanto riguarda le impressioni di carattere generale che ti ho
mandato, è ovvio che esse dipendono in gran parte dalla mia esperienza personale
soprattutto con la chiesa che sai. Non posso mica parlare di chi non conosco.
Nella mia regione la situazione è questa. Ma come ti ho detto, sono però
abbastanza informato sullo zoccolo pugliese delle chiese dei fratelli, e non c’è
molto da stare allegri quanto a settarismo. Se tu leggi le cose con occhiali
diversi dai miei è un altro discorso e hai la libertà di farlo. Per uno il
bicchiere può essere mezzo pieno e per l’altro mezzo vuoto. Io sono poco
ottimista. Certo che quando vai a visitare le chiese, vedi tutto roseo, ma
quella è la facciata, bisogna viverci dentro per vedere i panni sporchi, se non
ti sembreranno tutti puliti. {Sesto
Mondoro, ps.; 14-10-2008}
▬
Risposta 3:
Mio caro, io ho fatto una scelta decenni
fa, ossia d’attenermi strettamente a ciò che comprendo della Parola di Dio e non
ai diktat di eventuali «baroni» e tradizioni di un movimento (sono cose
che esistono in tutte le compagini ecclesiali). Ciò non mi ha portato
sempre simpatie e vantaggi, ma anzi vari problemi. Conosco bene la
mentalità da «arcivescovo» di alcuni fratelli delle Assemblee (anche questo
ricorre in altre chiese), i quali pretendono una «tutela» sugli altri, e ho
avuto modo di confrontarmi con coloro che sono stati disposti a farlo. Conosco
anche diverse situazioni delle Assemblee in Italia, essendoci stato di persona e
ricevendo lettere con richieste di consigli. Inoltre ho militato fin dalla mia
infanzia nelle Assemblee e ci sono ancora; conosco quindi i punti di forza e le
debolezze. Varie questioni, da te menzionate, non riguardano attualmente solo le
Assemblee (ma non si può generalizzare), ma rispecchiano tutt'al più, in senso
più ampio, la situazione ecclesiale in Italia.
{Nicola Martella}
4. {Sandro Bertone} ▲
Caro Nicola,
il «Convegno
degli Anziani» del 2006 aveva questo tema: «Il movimento delle Assemblee fra
passato e futuro».
Nella nostra Assemblea non c’è stato nessuna messa in opera di ciò che noi
Anziani abbiamo ascoltato, non c’è nessuna curiosità di sapere chi siamo, da
dove veniamo e, meno che meno, dove andiamo. Siamo costituiti da un gruppo forte
di fratelli, che sono usciti (si fa per dire) dall’assemblea darbista e che ora
s’incontra la domenica con una minoranza «variegata» di fratelli e sorelle
provenienti, la maggior parte da esperienze (di solito negative) fatte in chiese
evangeliche. Il Movimento dei Fratelli è il lasciapassare per partecipare ai
Convegni e avere accesso all’«Agape di Spinetta» o partecipare a incontri con
Anziani e Responsabili d’altre Assemblee, ma non viene mai citato come Carta
d’Identità.
Noi siamo una assemblea aperta e libera di fare ciò che una maggioranza
silenziosa impone. Nel caso non ci si dovesse trovare d’accordo, c’è sempre una
porta aperta per lasciare il locale. La struttura organizzativa poggia su due
Anziani (il sottoscritto e Paolo Apicella), mentre fino all’anno scorso era un
collegio di tre, ma ora uno si è ritirato e frequenta il Tempio Valdese di
Torino.
La storia è breve ma intensa ed è significativa per l’indagine che stai
svolgendo. La sorella Claudia Martino, ex appartenente all’area dei Fratelli, è
una delle persone che hanno lasciato e non credo né per paura né per apatia, ma
per sfinimento (questa è la mia diagnosi, ma posso lasciare a lei il commento).
La nostra Assemblea è certamente una anomalia nel contesto generale, ma come
dici tu ogni lumaca ha il suo guscio, i suoi problemi e siamo così presi dal
lavorio di sopravvivere agli altri che ci perdiamo il senso della missione, che
il Signore ci affida, e la perfezione nell’unità viene raggiunta eliminando il
dissenso. Personalmente assisto a questo spettacolo, chiedendo a Dio di darmi la
giusta illuminazione per trasformare i problemi in opportunità; ma credi che c’è
molto da trasformare e, a volte, mi viene la tentazione di lasciare ognuno al
suo destino. Poi ci sei tu, che sei più testardo d’un mulo, e m’incoraggia
sapere che ci sono persone più caparbie di me, m’incoraggia sapere che il Dio,
in cui credo, quello della pietà e della misericordia, è più testardo di Nicola
e che porterà a compimento il suo disegno d’amore anche contro ogni umano
tentativo di distruggerlo.
Se noi pecchiamo (e non me ne sento per nulla escluso), Lui è sempre pronto a
perdonarci. Perché quindi non fare nostro il suo proposito e perdonare coloro
che «non sano quello che fanno»?
Perché abbandonare il progetto, quando siamo guidati da un Progettista che
prosegue la sua opera contro qualsiasi ragionevolezza? Perché cedere alle
difficoltà, quando siamo certi di non fare la nostra volontà ma, d’interpretare
il volere Suo?
Il tema del Convegno del 2008 era «Spirito di Servizio o di Potere», e già sul
titolo ci siamo arresi, perché troppo forte e dirompente in un contesto che,
come dici tu, ha paura d’essere tacciato d’esercitare il potere invece di
mettere i doni al servizio.
Io ho fatto da facilitatore in un gruppo d’Anziani; e t’assicuro che fuori dalla
«grande sala», i fratelli sono diversi, acquisiscono caratteristiche «umane»,
ammettono d’essere spesso inadeguati e deboli, ma poi nella riunione plenaria
chi ha il coraggio di dirlo?
Scusa lo sproloquio, mi sono lasciato prendere dallo slancio di scrivere… Un
fraterno saluto. {19
novembre 2008}
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/CdF11-Valutaz_percorso_Sh.htm
10-11-2008; Aggiornamento: 23-12-2009
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