Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Sesso & affini

Sessualità e contestiSesso & affini 1: Qui è trattata la sessualità nella società e nella Bibbia. Ecco le parti principali:
■ La questione della sessualità
■ Società e sesso
■ Sessualità e Bibbia
■ Etica e Bibbia
■ Fra etica ed estetica
■ Sessualità e istruzione
■ Singolarità dei due sessi

 

Tenerezza e fedeltàSesso & affini 2: Qui sono presentati alcuni consigli per vivere una sessualità matrimoniale felice. Ecco le parti principali:
■ Fra rinuncia e attesa
■ Prima del matrimonio
■ Il matrimonio
■ Matrimonio e sesso
■ Questioni di sessualità coniugale
■ La procreazione
■ Relazioni eterosessuali proble-matiche

 

Disturbi e abusiSesso & affini 3: Qui sono trattati i problemi del sesso e le sue deviazioni. Ecco le parti principali:
■ Aspetti della consulenza
■ I disturbi della sessualità
■ Le deviazioni sessuali
■ L’abuso sessuale
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■ Dipendenza da sesso
■ Casi ed esempi
■ Dizionarietto dei termini
■ Una lettura del Cantico dei Cantici
■ Foglio d’analisi

 

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Sesso & affini 2

 

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SFOGO DI CATTOLICO SUL VIAGGIO PAPALE NEGLI USA

 

 di Fausto Marinetti

 

Il seguente articolo rispecchia le opinioni dell’autore, un sacerdote che definirei «alternativo», seguace di don Zeno (si vedano le note autobiografiche alla fine). Sebbene prete dissidente, egli scrive al papa come un «figlio» fa con un «padre». È chiaro che per me il papa di Roma non né «padre» né modello di ortodossia, sebbene egli si presenti volentieri come tale. L’autore si riferisce qui al viaggio di Joseph Ratzinger negli USA nell’aprile del 2008.

     Con molti aspetti dell’analisi di Fausto Marinetti posso concordare; probabilmente avremo alcune opinioni differenti quanto alle cure dei mali della società e della religione cristiana. Ho letto comunque con interesse il suo articolo e ne ho tratto vari spunti di riflessione. Facendo la redazione dell’articolo, ho tolto alcuni aspetti, che davano alito a essere interpretati nel senso di un relativismo teologico, e ho appianato il discorso, senza snaturarlo. Chiaro che per me Gesù Messia è e rimane l’unico Salvatore del mondo. Le correzioni hanno trovato consenziente l’autore del seguente «sfogo». {Nicola Martella}

 

Caro Papa, tu che dici d’essere «padre di tutti», non puoi non ascoltare anche lo sfogo di quello che potresti considerare l’ultimo dei tuoi figli, vero?

 

     ■ 1. E se invece d’incontrarti con cinque vittime degli abusi sessuali del clero ti fossi incontrato in uno stadio con i cinquemila e più preti pedofili? Se invece di parlare di «questa terribile prova come un momento di purificazione», avessi riconosciuto con loro le colpe istituzionali, la violazione della «Carta del fanciullo» dell’ONU che proibisce l’arruolamento e la segregazione dei minori in seminario? Se avessi ammesso che un ambiente in cui il celibato è presentata come sublime virtù e dove la sessualità di per sé è considerata peccato, non può che favorire le peggiori depravazioni sessuali quali la pedofilia? Se avessi individuato nella cultura catto-pagana della corporeità la causa di tante deviazioni e ossessioni sessuofobiche? Una certa devozione mariana non contribuisce all’immaturità emozionale, trasmettendo un modello di donna asessuata, incorporea? Che cosa succederà quando il giovane prete sarà a contatto con il gregge che al 50% è femminile? Come può il celibato essere una libera scelta se il candidato non sa, di fatto, ciò a cui rinuncia ed è travolto dall’entusiasmo giovanile e dall’indottrinamento? Che ne sa della crisi di paternità, della naturale complementarietà con l’altra «metà del cielo», della solitudine affettiva, che lo sorprenderà più avanti? Non è temerarietà mandare allo sbaraglio dei giovani, senza «istruzioni per l’uso», senza una maturazione umana per il controllo delle pulsioni? In certi delitti ci sono gli esecutori materiali e i mandanti. Nel caso della pedofilia chi sono i mandanti? È sufficiente elaborare un regolamento più restrittivo, chiedere perdono, alleggerire le casseforti diocesane (2 miliardi di dollari), lasciando tutto il resto come prima?

     Si dice che tu abbia letto, da cardinale, i resoconti di migliaia di denunce. Ma allora perché usare questo linguaggio: «comportamento gravemente immorale»; «questo male»; «la dimensione e la gravità del problema»; «il peccato d’abuso» — senza mai chiamarlo con il suo vero nome, cioè crimine, delitto, come prevede il codice civile? (Anche il card. B. Law in tribunale aveva dichiarato: «Noi credevamo che fosse un peccato, non un crimine…»). Ti sei reso conto che bambini e bambine, traditi dal rappresentante di Dio, hanno avuto la sensazione d’essere violentati da Dio stesso? Una tragedia così insopportabile, che diversi hanno infierito su se stessi con il suicidio, la droga, l’alcool. Erano certi che neppure una chiesa-matrigna, cieca e sorda alla loro disperazione, avrebbe potuto restituire loro la gioia di vivere?

 

     ■ 2. E se invece d’un incontro segreto, avessi invitato nello stadio le oltre diecimila vittime dichiarate, questo fatto non avrebbe incoraggiato tutte le altre a venire allo scoperto? E se ti fossi fatto aiutare dai cinquemila preti pedofili a lavare loro i piedi? E se poi avessi fatto imbandire un banchetto? Non sarebbe stato il segno più efficace della celebrazione del perdono? (Secondo certe proiezioni non c’è stadio capace di contenere le centomila vittime presunte...)

     Doveroso mescolare le tue lacrime con quelle delle vittime, ma queste dichiarano che non basta piangere, ci vogliono azioni concrete, fatti nuovi. Per esempio: non premiare il card. Law con il titolo d’arciprete di santa Maria maggiore; processare e destituire i vescovi responsabili della diffusione dell’infezione; ascoltare i laici, coinvolgerli nella gestione della parrocchia e dei beni ecclesiastici. Meglio ancora, tornare alle origini: i preti siano solo degli anziani di provata saggezza.

 

     ■ 3. L’incontro con il presidente Bush fa pensare a un Papa «americanizzato» più che globalizzato. E se invece di stringere una mano insanguinata, avessi posato con l’ultimo candidato alla pena di morte, quale brivido evangelico avrebbe invaso il mondo? E se poi avessi celebrato il «Vangelo della vita» nel braccio della morte del più grande carcere statunitense? Non è forse vero che il presentarsi sulla scena del mondo come capo di Stato non può che indurre a inevitabili quanto intollerabili compromessi? Te lo immagini un Cristo che posa sorridente con Erode o con Nerone?

 

     ■ 4. Se il pastore chiama a raccolta solo le pecorelle che sono nel recinto; se cerca il loro plauso e applauso; se coltiva il loro servilismo, non rischia d’ampliare il mito del «führer religioso»? Se invece d’una popolarità gonfiata ad arte, al costo di 20 dollari per gadget; se invece d’accarezzare il vezzo popolare che mette sullo stesso piano rock star, politici, capi religiosi, tu avessi dato un segno profetico, celebrando nel Bronx, in una periferia, in un nosocomio, in un raduno d’afro-americani? Oh, la lezione del Cristo, che fa il suo ingresso trionfale a Gerusalemme in groppa a un asinello! Che presa in giro dei generali che celebravano i loro sanguinosi trionfi entrando in città a cavallo, con i trofei degli schiavi e i bottini di guerra! Perché presentarsi ancora con insegne imperiali, bardature medioevali, cui hanno rinunciato anche i capi di Stato? Viene forse sminuito lo spessore morale di altri capi religiosi, quando si presentano con il vestito della semplicità?

 

     ■ 5. È bene ricordare le «ingiustizie sofferte dalle native popolazioni americane e da quanti dall’Africa furono portati qui come schiavi». Ma perché non mettere il dito sulla piaga dell’american way of living, su uno stile di vita all’insegna dell’usa-e-getta, che diventa il modello d’ogni popolo? Non una parola sull’inquinamento delle culture minori, sulle nuove invasioni hollywoodiane, i fast-food, le armi personali, lo «spionaggio celeste», la tortura, le guerre stellari, eccetera.

 

     ■ 6. Se Cristo afferma di essere venuto per i malati e non per i sani, perché non incontrare drogati, carcerati, malati terminali, prostitute, aspiranti suicidi, traviati e quant’altro? E se invece di chierici, vescovi e cardinali (non li incontri tutti i momenti nei sacri palazzi?), avessi riservato un incontro ufficiale alle madri, i cui figli sono stati uccisi in guerra? E se avessi ascoltato le donne, le ragazze madri, le vedove per sentire il loro parere su contraccettivi, staminali, feti prematuri, eccetera? Tu, professore e gran teologo, saprai tutto, ma non saprai cosa vuol dire essere donna e madre, vero? Ah, la mania clericale di predicare, insegnare, far piovere la «verità» dall’alto! Ma se non s’ascolta, se non s’accoglie il tormento degli altri, se non si condivide, come sarà possibile dare delle risposte ai disperati e ai perduti?

 

     ■ 7. Se all’ONU invece di richiamare le nazioni ai loro doveri, avessi chiesto perdono per aver imbavagliato tanti teologi, interrotto il dialogo, offeso le altre denominazioni cristiane, dichiarandole incapaci di salvezza? Forse che hanno un diritto al Cristo solo la curia e cattolicesimo romano? Si parla di trionfo papale nel palazzo di vetro, ma fame e differenze fra nord e sud del mondo ci sono andati stretti nel discorso ufficiale. Sei forse un papa filoccidentale, quasi sordomuto per i popoli senza voce?

 

     ■ 8. E se tu sapessi cosa vuol dire disperarsi per non poter dare da mangiare ai figli, non avresti detto una parola chiara a chi si dice cattolico e possiede capitali tali da finanziare anche il viaggio papale? (Quattro cittadini americani — Bill Gates, Paul Allen, Warren Buffet e Larry Eleison — detengono il PIL di 42 paesi poveri con una popolazione di 600 milioni d’abitanti!) Come può chi si definisce il «padre di tutti» ignorare che 50 milioni d’americani sono a rischio impoverimento? Proprio nel palazzo di vetro il segretario generale aveva invitato le nazioni ad arrestare l’aumento del prezzo dei generi alimentari, che è di circa il 40% in un anno[1] e che produrrà un vero «silenzioso omicidio di massa» (Jean Ziegler). «Più di tre miliardi di persone sono condannate a una morte prematura. Lunedì 26 marzo la sinistra idea di trasformare gli alimenti in combustibile è stata definitivamente fissata come linea economica della politica estera statunitense» (Fidel Castro).

 

     ■ 9. E se invece d’esaltare ancora una volta la carità, avessi detto che i problemi si risolvono con la giustizia e con cambiamenti strutturali? Come esorti medici, infermieri e farmacisti a fare obiezione di coscienza contro tutto ciò che s’oppone al «Vangelo della vita», perché non inviti a obiettare contro le guerre preventive, i bombardamenti all’uranio impoverito, le bombe intelligenti, i morti civili (che i generali chiamano danni collaterali), i profughi (5 milioni), i mutilati (4 milioni), le vedove e gli orfani, i 12 milioni di senzatetto, i 12 milioni di traumatizzati, i 7/8 milioni di bambini di strada in America Latina?

     ■ 10. Se a Ground Zero non ti fossi limitato a pregare, ma avessi richiamato una nazione onnipotente al rischio d’essere erede della cultura del super-popolo, d’una nuova «razza ariana», che tanta strage ha fatto? Non pesa su un terzo dei cattolici americani (60 milioni) la responsabilità d’essere la nazione più armata (750 basi militari nel mondo), più arricchita, più sfruttatrice, più bellicosa del mondo?

     Forse gli ingenui siamo noi, che pretendiamo, da un papa-professore, di parlare più da «padre» che da cattedratico, più con segni efficaci che con raziocini astratti?

     Saluti da quello che tu probabilmente considererai un tuo indegno figlio… {28 aprile 2008}

 

Ecco qui di seguito alcune notizie autobiografiche dell’autore.

 

Fausto Marinetti è nato a Milano nel 1942. Ordinato sacerdote nel 1968, si è licenziato in Teologia Pastorale a Roma, rinunciando al dottorato accademico per entrare nell’«università del popolo». Le seguenti esperienze hanno determinato la sua vita.

     ■ 1. La convivenza con i rifiuti umani scaricati ai margini della città (miserabili, tossicodipendenti, prostitute, ecc.) gli insegna che i mali della società non possono essere curati con semplici palliativi.

     ■ 2. Dieci anni in una piccola società alternativa (Nomadelfia: «la fraternità è legge»), dove quaranta famiglie stanno tentando l’avventura dell’uomo nuovo, della famiglia nuova e della nuova società, gli infondono la speranza dell’utopia.

     ■ 3. Quasi vent’anni sul «Calvario» del terzo mondo (Nordest del Brasile) gli rivelano la più grande tragedia della storia: l’oceano della miseria, l’arricchimento dei popoli del nord al prezzo della povertà estrema di quelli del sud. Alla scuola dei «depauperati del pianeta» impara che è necessario mettere la scure alla radice del male e che la cosa più urgente è un cambiamento radicale della nostra civiltà.

     ■ 4. Conferenziere e scrittore, denuncia le cause dell’ingiustizia istituzionale con libri-testimonianza: «L’olocausto degli empobrecidos» (1986, 7a edizione), «Lettere dalla periferia della storia» (1989), «Canto l’uomo» (1990), «Ai confini di Dio» (1995), «L’eresia dell’amore» (2000), «Obbedientissimo ribelle» (2006).

     ■ 5. Dal 1990 al 2000 visita vari paesi come reporter per diverse riviste missionarie cattoliche.

     ■ 6. Rientra in Italia nel 2000 e si dedica all’approfondimento e diffusione del messaggio di don Zeno.

 

 

[1]. Sono scoppiate «sommosse del pane» in Camerun, Egitto, Burkina Faso. Negli ultimi anni la domanda di cibo è cresciuta dell’8%, il prezzo è aumentato del 50%. È la globalizzazione dei morti di fame. Secondo l’ONU, circa 4 miliardi vivono sotto il limite di sopravvivenza: 2 miliardi e 800 milioni dispone di 60 dollari mensili; 1 miliardo e 200 milioni di 30 dollari. Un miliardo sono gli analfabeti (tre quarti sono donne). Ventisette milioni vivono in situazione di schiavitù; duecento milioni vivono per il commercio sessuale. Nel mondo ogni anno muoiono di fame da 5 a 20 milioni di persone. Secondo il World Food Programme (2001), sul pianeta c’è cibo sufficiente per l’intera popolazione mondiale. Ma nonostante ciò la fame affligge ancora una persona su sette. In Europa e Stati Uniti si spendono 17 miliardi d’euro per gli animali domestici. Ne bastano 13 per garantire salute e alimentazione in tutto il mondo.

 

Sfogo di un cattolico sul papa? Parliamone {Nicola Martella} (T)

L’arroganza della chiesa di Roma {Nicola Martella} (A)

L’arroganza vaticana? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A2-Viaggio_papale_sfogo_S&A.htm

02-05-2008; Aggiornamento:

 

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