L’autore prosegue qui di seguito nella risposta alle domande di un lettore
(Mario), che ha chiesto quali siano le differenze tra l’UCEBI e il
Proto-Battismo. Per «Proto-Battismo» (o Vetero-Battismo) s’intende qui il
Battismo delle origini. Si tratta di una serie di tre articoli, di cui qui
presentiamo il secondo. La
prima parte affronta la questione dell’ispirazione della
Bibbia. La domanda dell'attuale parte è la seguente: Nell’UCEBI la soteriologia
(dottrina della salvezza) è praticamente slegata dalla questione etica e,
quindi, dalla riprensione biblica? L'attuale versione, strutturata e redatta da
noi in modo confacente allo stile di un articolo, si basa su uno scritto che
aveva, in origine, lo stile di una lettera personale. Non potendo verificare
alcune questioni particolari, menzionate qui di seguito, l'autore dell'articolo
si esprime a suo titolo e, se interpellato dalle persone chiamate in causa,
fornirà chiarimento in modo personale. {Nicola Martella} |
1. IL PROTO-BATTISMO: Il Vetero-Battismo, prendendo come
riferimento la confessione di fede di Helwys, sostiene che «Dio all’inizio creò
tutte le cose dal niente (Gn 1,1) e ha fatto l’uomo dalla polvere della terra
(Gn 2,7), alla sua propria immagine (Gn 2,27), nella giustizia e nella vera
santità (Ef 4,24); ancora, essendo tentato fallì per la disobbedienza (Gn
3,1-7): attraverso questa disobbedienza, tutti gli uomini hanno peccato. Il suo
peccato, essendo imputato a tutti, la morte passò così su tutti gli uomini»
(Art. 2).
«Dal seme promesso della donna viene “Gesù Cristo”, per la cui ubbidienza tutti
sono resi giusti. Tutti sono fatti viventi. La sua giustizia è imputata su
tutti» (Art. 3). [W.H. Burgess, John Smyth, Thomas Helwys e la nascita della
prima chiesa in Inghilterra (Clarke ed., 1911), p. 216.]
«Tutti i fratelli impenitenti in qualche peccato, dopo l’ammonizione della
Chiesa, sono a essere esclusi dalla Comunione dei Santi (Mt 18,17; 1 Cor
5,4-13)».
2. L’UCEBI: La confessione di fede dell’UCEBI afferma
quanto segue.
■
Art. 1: Sola Grazia: «Dio compie l’opera di creazione, di giudizio e di
salvezza del mondo e di ogni singola persona, per la sola grazia»
■
Art. 2: Solus Christus: «Dio Padre compie la sua opera per mezzo del Suo
Unigenito Figliolo Gesù Cristo. Parola fatta uomo, morto sulla Croce per il
peccato dell’umanità, risorto per la giustificazione dei credenti, Signore e
Salvatore del mondo».
■
Art. 5: Sola Fide: «La Parola di Dio, incarnata in Gesù Cristo, testimoniata
nella Bibbia e annunciata nella predicazione dell’evangelo, può essere accolta
solo per fede. L’Umanità peccatrice, ottiene per fede, nel ravvedimento, la
giustificazione e la riconciliazione».
■
Art 14: L’Etica: «Le decisioni etiche, che qualificano il discepolato
cristiano, vanno prese in virtù della forza dell’amore manifestatosi in Cristo e
con responsabilità verso Dio, verso le persone e verso il creato. Tali decisioni
sono ispirate e orientate dalla Parola di Dio e si traducono in comportamenti
ora conformi ai valori comunemente riconosciuti, ora dirompenti e innovatori».
[Domenico Tomasetto, La Confessione di fede dei battisti italiani
(Claudiana, Torino 2002), pp. 9s.]
3. ALCUNE CONSIDERAZIONI: Come si può constatare, la
confessione battista di Helwys, che è figlio della Riforma, non riporta il
corollario teologico, che tutto sommato può essere anche accettato nelle sue
linee generali, ma formula una confessione più strettamente biblica con
riferimenti biblici. La serietà della loro confessione di fede era visibilmente
percepibile nella serietà dell’adempimento etica cristiana, che trovava la sua
ragione d’essere nella teologia della disciplina che l’UCEBI nega. C’è una
stretta connessione tra la
soteriologia e l’etica, cosa che è estremamente deficitaria nella
spiritualità ucebina.
■ Salvezza e disciplina della fede:
Per loro la salvezza per grazia mediante la fede (il sola grazia,
il solus Christus, la sola fide) è una semplice una formula
teologica applicata nel credente solo nel suo essere escatologicamente inserito
nel Regno di Dio. In poche parole: tu credi, puoi peccare come vuoi e quando
vuoi, ma sei salvato e nessuno può disciplinarti, perché siamo tutti
peccatori; nell’articolo 14 sull’etica è soltanto affermata la «responsabilità
del credente», che non è conseguenza della sua obbedienza ai comandamenti di
Dio, quindi non è prescrittiva, ma è il risultato di situazioni specifiche e
circoscritte, quindi, è situazionale. In aggiunta, riportando il commento di
Tomasetto, a p. 103, ciò può essere il risultato di situazioni nuove emerse da
nuove sensibilità e nuove prospettive: «Tali decisioni si traducono in
comportamenti ora conformi ai valori comunemente riconosciuti, ora dirompenti e
innovatori. La cosa diventa facilmente comprensibile: se il riferimento
fondamentale d’ogni decisione etica trae ispirazione ed è dettato dalla Parola
di Dio, il conseguente comportamento sul piano storico può presentarsi come
validamente riconosciuto e accettato dalle norme legali, sociali e di costume
esistenti, oppure in conflitto con esse, facendo emergere così nuove sensibilità
e nuove prospettive: E i singoli credenti, talvolta, anche le chiese, sono stati
artefici di rinnovamento sociale appunto in nome dell’evangelo» (pp. 103s).
Nell’articolo 14 e nel commento di Tomasetto non c’è alcun riferimento al
dettato evangelico, che sono prescrizioni divine, non enunciazioni, che indicano
al credente il comportamento da adottare nelle situazioni in cui si trova, come
ad esempio: «È stato detto: non uccidere; ma io vi dico, chi s’adira contro
suo fratello sarà sottoposto a giudizio» (Mt 5,20). E così le altre
antitesi. È una prescrizione divina o legge che il credente è chiamato a
realizzare in ogni situazione, in cui si trova; e può farlo solo e soltanto
nell’essere unito a Cristo.
■
Liberalismo teologico ed etico: È ancora più sconvolgente l’affermazione
riguardante un comportamento etico che è «in conflitto con le norme
legali, sociali e di costume esistenti». Fermo restando che Tomasetto non sta
parlando dell’etica eccezionale di Gesù, che sconvolge il sentire etico comune,
come ad esempio amare i propri nemici e fare del bene a coloro che perseguitano
e pregare per coloro che maledicono, vivere la sessualità all’interno del
matrimonio, e soprattutto riguardante i rapporti matrimoniali eterosessuali.
Probabilmente Tomasetto (e la leadership dell’UCEBI) ha in mente
problemi etici come l’omosessualità, l’aborto, la fecondazione assistita, la
bioetica; a quest’ultima egli stesso fa riferimento a p. 101, dove sono prese
decisioni contro l’etica cristiana (è chiaramente individuabile, ad esempio,
tutta la problematica sull’omosessualità, dove vi sono pastori e «credenti» che
sono a favore dell’unione civile degli omosessuali).
Tomasetto certamente non ha in mente alcune direttive etiche elementari, che
fanno la differenza tra i non credenti e i cristiani. Egli stesso si è macchiato
di infrazioni gravi, in qualità di Presidente del Collegio degli Anziani,
quando ha affrontato, peraltro illegittimamente, la questione etica all’interno
della Chiesa Battista di Via Della Rinascita di Marghera (Ve). In
quell’occasione lui e gli altri membri del Collegio degli Anziani avevano
affermato, prendendo il treno da Roma per Venezia, che l’avrebbero fatta pagare
al pastore scomodo che lottava per una salvezza per grazia a caro prezzo.
■
Grazia a poco prezzo: Per capire tutto ciò, bisogna sapere che gli Ucebini
sostengono una grazia ammorbidita, che Bonhoeffer definisce «grazia a poco
prezzo», che egli considera «il nemico mortale della nostra chiesa. Noi oggi
lottiamo per una grazia a caro prezzo». [Bonhoeffer, Sequela (Queriniana ed, Bs
1975), p. 21.] Bonhoeffer, continuando, afferma che «la grazia a poco prezzo è
giustificazione non del peccatore, ma del peccato, è annunzio del perdono senza
pentimento» (p. 22).
Egli, definendo la grazia a caro prezzo, afferma ancora: «Grazia a caro
prezzo è il tesoro nascosto nel campo, per amore del quale l’uomo va e vende
tutto ciò che ha, con gioia; la perla preziosa, per il cui acquisto il
commerciante dà tutti i suoi beni; è a caro prezzo perché ci chiama a seguire, è
grazia perché chiama a seguire Gesù Cristo; è a caro prezzo perché l’uomo
l’acquista al prezzo della propria vita; è cara perché condanna il peccato, è
grazia perché giustifica il peccatore. La grazia è a caro prezzo soprattutto
perché è costata molto a Dio: è costata la vita del Suo Figliuolo.
La grazia a poco prezzo è grazia intesa come dottrina, come principio, come
sistema; è perdono dei peccati inteso come verità generale, come concetto
cristiano di Dio (nella nostra fattispecie, dell’UCEBI). La grazia a poco prezzo
è rinnegamento della Parola vivente di Dio, rinnegamento dell’incarnazione della
Parola di Dio. La grazia a caro prezzo è un atto d’obbedienza: il discepolo non
risponde confessando a parole la sua fede in Gesù, ma, ubbidendo, s’incammina
dietro a lui. Si è chiamati fuori e bisogna “venire fuori” dall’esistenza
condotta fino a questo giorno; si deve “esistere” nel senso più rigoroso della
parola…» (pp. 22ss, 36s).
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Differenze tra Proto-Battismo e UCEBI 3:
Ancora congregazionalisti?
{P. Brancè} (A)
►
Martin Luther King: un modello da imitare?
{Nicola Martella} (A)
►
Pastore omosessuale in casa UCEBI
{Nicola Martella} (A)
►
Pastore omosessuale in casa UCEBI: Abominio in luogo sacro?
{Nicola Martella} (T)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A2-UCEBI2_soter-etic_EdF.htm
17-10-2009; Aggiornamento: 13-03-2010 |