Nella prima parte ho
discusso degli eventi che hanno condotto alla separazione dei Giudei cristiani
dal resto della nazione, e dell’origine del giudaismo «rabbinico». [►
Lezioni dalla storia 1] Nella seconda parte ho parlato
dello sviluppo del «cristianesimo gentile» e dell’origine della Teologia della
Sostituzione. [►
Lezioni dalla storia 2] Ora m’occuperò del periodo di
tempo che va da Costantino alla prima crociata.
Negli studi precedenti, ho seguito un certo ordine cronologico, sebbene non
stretto. A volte ho deviato dall’ordine cronologico rigoroso e ho raggruppato
gli articoli per soggetto piuttosto che per periodo di tempo, a scopo di
maggiore chiarezza. Quindi, nonostante il mio studio a questo punto si sia
concentrato soprattutto sui padri pre-niceani, ho fatto anche alcune citazioni
dell’epoca post-niceana e medioevale, particolarmente di Agostino e di
Crisostomo. Molte altre cose riguardanti l’argomento non le ho riportate. Il mio
scopo è stato quello di mettere in risalto la separazione tra i Giudei cristiani
e il resto della comunità giudaica, il passaggio delle posizioni di leadership
all’interno della chiesa a un numero sempre più crescente di Gentili e lo
sviluppo dell’atteggiamento anti-semitico all’interno della chiesa, cose che
hanno condotto all’esclusione dei Giudei cristiani dalla comunità cristiana. Ho
anche provato a illustrare i risultati, talvolta disastrosi, di questo
«distacco». Questo ha influito, naturalmente, sulle informazioni che ho scelto
di riportare in questo studio.
Ci sono molti altri argomenti che si possono presentare con un soggetto di così
vasta portata. Mentre incoraggio la vostra attenzione su questi studi, immagino
anche che possono esserci delle domande la cui risposta dettagliata non può
essere data qui.
Parlando d’uno di questi argomenti collaterali, voglio citare la questione di
come coloro che affermano d’essere cristiani possono aver tenuto simili
comportamenti ed essere stati accettati e incoraggiati dalla chiesa. Non c’è una
risposta semplice a questa domanda. Potrei dire che non tutti quelli che portano
il titolo di «cristiani» lo sono veramente. Potrei anche dire che i cristiani
non sono esenti dall’influenza del maligno. Ma potrei anche dire che il
contributo più grande viene dalla nostra carne.
Gli esseri umani sono gelosi per natura e per molti cristiani è duro accettare
che ci possa essere un altro gruppo di gente che abbia un «posto speciale» nel
cuore del «nostro» Dio. D’altra parte, i Giudei hanno spesso considerato i
cristiani come usurpatori — reclamando erroneamente come loro propria esclusiva
la posizione di «eletti di Dio». C’è così tanta confusione, così tanta storia
che non è facile districarsi nel caos generale. Questa è una delle ragioni per
cui dobbiamo cercare di studiare la storia dalla giusta prospettiva. Ma, poiché
ci sono tanti argomenti e obiezioni, nati da atteggiamenti a lungo coltivati
nella chiesa, forse continuerò questa serie di studi dando uno sguardo alla
storia del giudaismo cristiano, mettendo in luce la sua riapparizione nel 19°
secolo, e infine, alla luce di Romani 9-11 con gli occhi provvisti dal
retroterra culturale giudaico.
Questo articolo, mostrerà come le Scritture sono state usate impropriamente.
Quello che ho discusso fino a questo punto non è un bel quadro — e diverrà
sempre peggiore man mano che ci s’addentra nella storia. Ho parlato del
crescente atteggiamento anti-semitico all’interno della chiesa, che ha portato
alla nascita della Teologia della Sostituzione, conosciuta in quel momento come
«Trionfalismo», il trionfo della chiesa sopra la sinagoga, che è continuata fino
a oggi in diverse forme. Fondamentalmente, questo pensiero asserisce che Dio ha
terminato con i Giudei: che i cristiani hanno sostituito i Giudei nel cuore di
Dio e che la chiesa è il vero Israele. Questa teologia applica tutte le
benedizioni scritturali alla chiesa e tutte le maledizioni a Israele. Questo
atteggiamento d’auto-glorificazione, che s’appropria di tutte le promesse fatte
a Israele, cancellando la nazione da tutta la storia redentiva di Dio, nega
l’insegnamento di Paolo, dato che egli esorta i credenti gentili a non avere un
giudizio di superiorità sui Giudei ma a rimanere umilmente consapevoli che i
Giudei sono i rami naturali, cioè la crescita naturale dell’albero, e i Gentili
che per natura sono «rami d’olivo selvatico» sono stati innestati nell’olivo
domestico (Rm 11). Prima che proceda, è necessario chiarire che i Giudei non
sono salvati semplicemente perché sono Giudei. La salvezza è — era, e sarà
sempre — solo per la grazia di Dio, manifestata nel sacrificio espiatorio del
Messia. È per mezzo della fede in quel sacrificio eterno, e in nient’altro — che
instauriamo un giusto rapporto con Dio. Spero che questo concetto sia ben
chiaro.
Siamo informati, che, durante una battaglia nell’anno 312, l’imperatore
Costantino disse d’aver avuto la visione d’una croce fiammeggiante e sentito le
parole: «Per mezzo di questo segno tu vincerai». Egli si è in seguito convertito
al cristianesimo e l’ha dichiarato religione ufficiale dell’Impero Romano.
Indipendentemente se questo racconto è vero, sappiamo che nell’anno 313,
Costantino ha chiamato tutte le chiese a incontrarsi e ha nominato sé stesso
capo delle chiese. Comunque, non tutta la cristianità ha risposto alla sua
chiamata. Ci sono stati dei gruppi che hanno rifiutato d’identificarsi con Roma,
e di questi si può trovare traccia negli scritti storici. La maggior parte
d’essi, se non tutti, sono stati bollati come «eretici», nonostante sulla
legittimità d’una tale etichetta ci sia tanto da discutere. Tra questi gruppi
c’erano quelli che, da tutte le indicazioni storiche, sembrano essere i Giudei
cristiani, i quali si sono opposti a molte dottrine considerate dogmatiche dalla
«chiesa».
L’unione di chiesa e Stato, dopo che il cristianesimo è stato riconosciuto
ufficialmente da Costantino nel quarto secolo, è stato considerato come un tempo
di vittoria per la chiesa, ma, come si vedrà, quest’unione non era affatto
felice. Dobbiamo ricordare che, a questo punto, sia Roma che la chiesa, non
hanno fatto alcuna distinzione tra Giudei cristiani e non cristiani. La
conversione di Costantino e la sua dichiarazione che il cristianesimo era ormai
la religione ufficiale dell’Impero Romano ha segnato la fine della persecuzione
contro i cristiani. Tuttavia, non ha segnato la fine della discriminazione e
della persecuzione del popolo giudaico, anzi le cose sono peggiorate.
Idee teologiche negative hanno iniziato a fiorire, come quella che i Giudei
avevano perso il loro diritto d’esistere ed era giusto che soffrissero per mano
dei Gentili, perché Dio li aveva rigettati a causa del loro rifiuto del Messia.
Diversi concili di chiesa hanno emanato dannose legislazioni anti-giudaiche e le
opere successive dei padri (e dei leader della chiesa per gran parte della
storia della chiesa) hanno condannato i Giudei, accusandoli d’essere idolatri,
aguzzini, spiritualmente sordi, bestemmiatori, golosi, adulteri, cannibali,
uccisori di Cristo e senza il perdono di Dio. Giovanni Crisostomo, uno dei Padri
della chiesa, ha particolarmente messo l’accento sulla sensualità dei Giudei,
sulla loro ghiottoneria, sulla loro ostinazione e sul loro rifiuto di Dio.
Nello studio precedente, mi sono soffermato sugli scritti pre-niceani. Lo stesso
atteggiamento continuò a svilupparsi anche dopo, da Costantino all’anno 600, e
nel periodo conosciuto come Medioevo. Durante la prima parte di questo periodo
troviamo i maggiori esempi di tendenza anti-giudaica, proprio nella letteratura
della chiesa e per mano dei suoi principali esponenti:
■ Ilario di Poitiers (291-371) ha scritto: «I Giudei sono gente perversa e
maledetta per sempre da Dio».
■ Gregorio di Nissa (m. 394), vescovo di Cappadocia: «I Giudei sono un nido di
vipere, che hanno in odio la bontà…».
■ Girolamo (347-407) descrive i Giudei come «serpenti, che portano l’immagine di
Giuda, i loro salmi e le loro preghiere sono come il raglio degli asini».
Ho già parlato d’alcuni scritti di Giovanni Crisostomo che, nello sforzo di
guidare la gente a ciò che egli chiamava «la vera fede», ha denunciato i Giudei
in una serie d’otto sermoni e con le parole più veementi. Egli disse: «Molti
conoscono le cose giudaiche e pensano che l’attuale loro modo di vivere sia
rispettabile. Questo è il motivo per cui mi do da fare per sradicare
quest’opinione mortale. La sinagoga non solo è un bordello e un teatro; è anche
un covo di ladri e un ricettacolo di bestie selvatiche… quando Dio abbandona un
popolo, che speranza di salvezza gli può rimanere? Quando Dio abbandona un
luogo, quel luogo diviene un’abitazione di demoni… nessun Giudeo adora Dio… I
Giudei sono degli inveterati assassini, posseduti dal demonio, la loro
ubriachezza e corruzione fa loro avere le stesse sembianze dei maiali. Essi
s’uccidono e si mutilano gli uni gli altri…». Crisostomo ha cercato di separare
completamente il cristianesimo dal giudaismo e ha scritto nel suo 4° Discorso:
«Ho detto abbastanza contro quelli che dicono di stare con noi ma che sono
impazienti di seguire i riti Giudaici… sono i Giudei che io desidero combattere…
i Giudei che sono stati abbandonati da Dio per il crimine di deicidio, per loro
non c’è alcuna espiazione possibile». Un altro sfortunato contributo che
Crisostomo ha dato per lo sviluppo dell’anti-semitismo cristiano è stato quello
di ritenere l’intero popolo giudeo l’unico colpevole dell’uccisione di Cristo.
L’etichetta di «uccisori di Cristo», applicata ai Giudei, è stata riaffermata
non solo dagli anti-semiti, ma da molti che si definivano cristiani per i
seguenti 16 secoli.
Come il tempo passava, alcuni leader della chiesa divennero perplessi. Se i
Giudei e il giudaismo sono stati maledetti da Dio, come era stato insegnato per
secoli, come si poteva spiegare la loro esistenza? Agostino ha affrontato
quest’argomento nel suo «Sermone contro i Giudei», sostenendo che nonostante
essi meritassero la punizione più grave, avendo messo a morte Gesù, sono stati
conservati in vita dalla provvidenza divina per servire, insieme alle loro
Scritture, da testimoni della verità del cristianesimo. La loro esistenza è
stata giustificata più avanti dal servizio che essi hanno reso alla verità
cristiana, nell’attestare attraverso la loro umiliazione, il trionfo della
chiesa sopra la sinagoga. Essi dovevano essere un «popolo di testimoni» —
schiavi e servi che dovevano essere umiliati. I re del Sacro Romano Impero hanno
considerato i Giudei come schiavi della camera (servi camerae) e li hanno
utilizzati come schiavi bibliotecari per conservare gli scritti ebraici. Li
hanno anche utilizzati in altre maniere — come usurai e prestatori di denaro.
Prestare denaro era cosa necessaria in una economia in crescita. Tuttavia, si
pensava che l’usura metteva in pericolo la salvezza eterna dei cristiani e così
è stata proibita. Allora, la chiesa ha dirottato la pratica del prestito verso i
Giudei, poiché secondo essa, le loro anime erano comunque perse. Sebbene
disapprovasse la pratica dell’usura tra i cristiani, la chiesa prendeva in
prestito dai Giudei il denaro per costruire le cattedrali e le chiese.
Come il rapporto tra la chiesa e il governo secolare si è fatto più stretto,
nuove ideologie si sono presentate, come per esempio quella che Cristo regnava
sul mondo attraverso il Sacro Romano Impero. Questo ha fatto sì che molti degli
insegnamenti di cui abbiamo parlato fossero tradotti in legge. Un esempio è il
Codice Giustiniano, un editto dell’imperatore Bizantino Giustiniano (527-564).
Una sezione del codice negava i diritti civili ai Giudei. Una volta che il
codice è stato attuato, i Giudei dell’impero non poterono più costruire
sinagoghe, leggere la Bibbia in ebraico, occupare cariche pubbliche, celebrare
la Pasqua biblica prima di quella cristiana, o testimoniare in una causa
giudiziale contro un cristiano. Altri famosi decreti della chiesa cattolica
romana sono i seguenti: il Sinodo di Trulo (692) proibì ai cristiani d’essere
curati da medici ebrei; il Sinodo di Narbonne (1050) proibì ai cristiani di
vivere in case ebraiche; il Sinodo di Gerona (1078) obbligava gli Ebrei a pagare
le tasse per sostenere la chiesa; il terzo Concilio Laterano (1179) proibiva le
cure mediche cristiane agli Ebrei; il Quarto Concilio Laterano (1215) obbligava
gli Ebrei a indossare un abbigliamento che li contraddistinguesse dai cristiani;
e il Concilio di Basilea (1431-1443) impediva agli Ebrei di frequentare le
università, di fare da intermediari nei contratti tra cristiani e li obbligava
ad assistere ai sermoni di chiesa.
La prima crociata è iniziata nel 1096. Questo era un tempo di conflitti interni
per la chiesa romana. C’erano due papi, ognuno dei quali accusava l’altro
d’essere un anti-papa che stava usurpando la carica. Quando uno morì, l’altro,
Urbano II, necessitò d’una causa per unificare la chiesa. Così, egli promosse
una crociata o guerra santa contro i mussulmani in terra santa, i quali stavano
perseguitando i cristiani e sconsacrando i luoghi santi e Gerusalemme. Così,
nell’estate del 1096, un esercito indisciplinato di 200.000 contadini e
artigiani si sono riuniti in Francia. Però non c’era alcun mussulmano nelle
vicinanze. Così i «campioni della croce» hanno rivolto la loro attenzione ai
Giudei che, ai loro occhi, erano degli «infedeli» e nemici del cristianesimo
quanto i mussulmani. Un cronista, Guibert di Nogent (1053-1124), riferì che i
crociati di Rouen dicevano: «Desideriamo combattere i nemici di Dio in Oriente;
ma abbiamo davanti ai nostri occhi i Giudei, la razza più ostile a Dio d’ogni
altra».
Come i crociati marciavano attraverso l’Europa verso la terra santa, essi hanno
letteralmente violato, saccheggiato e derubato le comunità giudaiche incontrate
lungo il cammino. Di fronte alle grida selvagge dei crociati — «I Giudei hanno
crocifisso il nostro Salvatore ed essi devono ritornare a Lui o morire» — i
Giudei avevano come alternativa al battesimo solo la morte. Migliaia hanno
preferito la morte dei martiri. Circa un quarto o un terzo di tutti i Giudei di
Germania e della Francia settentrionale sono stati uccisi durante la prima
crociata.
Anche se la chiesa non aveva autorizzato ufficialmente questa cosa, tuttavia ha
fatto molto poco per evitarla. Molti preti e vescovi hanno dato protezione e
rifugio ai Giudei dall’odio della folla. Ma molti altri hanno partecipato alle
esecuzioni. Ad esempio, a Magonza, in Germania, l’arcivescovo ha fatto rifugiare
1.300 Giudei nel suo palazzo. Questo si è dimostrato essere un invito alla loro
carneficina, poiché tutti sono stati uccisi sotto i suoi occhi. Egli stesso ha
partecipato alla confisca dei beni di coloro che sono stati uccisi.
Incidentalmente, l’imperatore Enrico IV sentì parlare di questo massacro,
confiscò le proprietà dell’arcivescovo e permise ai Giudei che erano stati
battezzati con la forza sotto il suo regno, di ritornare al giudaismo.
Quando i crociati sono infine arrivati a Gerusalemme, tre anni dopo, essi
avevano una forza di 600.000 uomini. Hanno assediato la città e il 15 luglio
1099, hanno fatto breccia nelle mura. Hanno portato i mussulmani, uomini donne e
bambini, sul Monte del Tempio e li hanno giustiziati, insieme a molti cristiani
scambiati per mussulmani a causa del loro aspetto medio-orientale. I Giudei
cercarono di sfuggire ai crociati rifugiandosi nella sinagoga principale. I
crociati hanno bloccato le porte dall’esterno e gli hanno dato fuoco, I 969
Giudei che stavano dentro hanno tutti subito una terribile morte. Dall’esterno,
i crociati, credendo di star vendicando la morte di Cristo, cantavano «Cristo
noi t’adoriamo», tenendo le loro croci in alto. Essi hanno quindi marciato,
attraverso il sangue delle loro vittime, verso la chiesa del Santo Sepolcro per
ringraziare Dio della sua benedizione. Per l’occasione, un loro capo, Raimondo
d’Aguilers, citò il Salmo 118,24: «Questo è il giorno che l’Eterno ha fatto;
rallegriamoci ed esultiamo in esso».
Di tutti i danni che il cristianesimo ha fatto staccandosi dalla sue radici
giudaiche, questo può essere considerato il più grande. Meraviglia, che per la
maggior parte dei Giudei, la croce è un simbolo d’odio e di morte, non d’amore,
di riconciliazione e di salvezza? La croce è stata letteralmente presa e
utilizzata come una spada contro i Giudei — un simbolo di giudizio invece che di
grazia. Questo purtroppo è rimasto nella loro memoria.
C’è una lezione di gran valore per noi qui. Quelli che ascoltano l’Evangelo
devono accettare la credibilità del testimone prima d’accettare il messaggio
proclamato. E, mentre questa è storia antica, lontano da noi, è però la «nostra»
storia — e i precedenti testimoni storici, che hanno commesso queste atrocità
nel «nome di Cristo», hanno gettato delle ombre sulla credibilità della nostra
testimonianza d’oggi. Dovremmo ricordare questa verità e anche ricordarci di
quelli che verranno dopo di noi in tutto quello che facciamo. La nostra vita
sbagliata, la nostra cattiva testimonianza e condotta, influenzerà la loro
testimonianza, oltre la nostra. Per questo motivo dovremmo essere consapevoli
del nostro passato, gli «scheletri nell’armadio della chiesa», in modo che
possiamo capire meglio le idee sbagliate di quelli che sono fuori della verità
di Dio. Dovremmo cercare d’essere dei testimoni migliori di quelli che ci hanno
preceduto, e che hanno impropriamente usato l’Evangelo per compiere i loro
misfatti e perseguire i loro malvagi ed egoisti interessi. Dobbiamo anche
ricordare che non siamo chiamati a disciplinare quelli che sono fuori della
chiesa per la loro incredulità — questa è opera di Dio. Noi dobbiamo pregare per
quelli che sono nemici della croce e proclamare francamente la verità — al
Giudeo prima, e poi al Greco (Rm 1,16).
Per una presa di
posizione su alcuni aspetti di questo articolo si veda:
►
La questione della «cultura biblica» alla luce del giudaismo 3
{Nicola Martella}.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A2-Lezioni_storiche3_Car.htm
16-02-07; Aggiornamento: 01-03-2008
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