Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Sesso & affini 1

 

Cristianesimo giudaico

 

 

 

 

Sesso & affini

Sessualità e contestiSesso & affini 1: Qui è trattata la sessualità nella società e nella Bibbia. Ecco le parti principali:
■ La questione della sessualità
■ Società e sesso
■ Sessualità e Bibbia
■ Etica e Bibbia
■ Fra etica ed estetica
■ Sessualità e istruzione
■ Singolarità dei due sessi

 

Tenerezza e fedeltàSesso & affini 2: Qui sono presentati alcuni consigli per vivere una sessualità matrimoniale felice. Ecco le parti principali:
■ Fra rinuncia e attesa
■ Prima del matrimonio
■ Il matrimonio
■ Matrimonio e sesso
■ Questioni di sessualità coniugale
■ La procreazione
■ Relazioni eterosessuali proble-matiche

 

Disturbi e abusiSesso & affini 3: Qui sono trattati i problemi del sesso e le sue deviazioni. Ecco le parti principali:
■ Aspetti della consulenza
■ I disturbi della sessualità
■ Le deviazioni sessuali
■ L’abuso sessuale
■ Sesso e consumismo
■ Dipendenza da sesso
■ Casi ed esempi
■ Dizionarietto dei termini
■ Una lettura del Cantico dei Cantici
■ Foglio d’analisi

 

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Sesso & affini 2

 

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IL GIUDAISMO E L’EVANGELO

 

 di Antonio Fausto Gaeta

 

1. Alle origini della chiesa

2. Mutamenti nella storia della chiesa

3. Il Messia Gesù e il monoteismo

 

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1.  ALLE ORIGINI DELLA CHIESA: Durante la vita di Gesù tutti i suoi seguaci erano Giudei. Subito dopo la sua salita al cielo, durante la festa di Pentecoste, si convertirono a Cristo oltre tremila anime (At 2,41) e subito dopo altri cinquemila uomini (At 4,4), per non parlare delle donne e bambini. In At 6 si parlò di una grande moltitudine di discepoli, e persino una grande quantità di sacerdoti ubbidiva alla fede in Cristo, proprio coloro che l’avevano rifiutato, portandolo alla croce. Circa 25 anni dopo, quando Paolo tornò dal suo terzo viaggio missionario, gli anziani della chiesa di Gerusalemme sottolineavano che il numero dei credenti era cresciuto a decina di migliaia: «Fratello, tu vedi quante migliaia di Giudei ci sono che hanno creduto; e tutti sono zelanti per la legge» (At 21,20).

     Si afferma addirittura che, solo nel primo secolo dopo Cristo, gli Ebrei che avevano accettato Cristo come loro Signore e Salvatore, superavano il 20% della popolazione. Per l’anno 133 d.C. vengono menzionati addirittura 13 vescovi ebrei in Gerusalemme.

 

 

2.  MUTAMENTI NELLA STORIA DELLA CHIESA: Durante la storia della chiesa, tutti i grandi teologi (p.es. Origine, Gerolamo, Ambrosio, Agostino, Crisostomo, Martin Lutero) hanno insegnato ai cristiani di separarsi dai Giudei. Così facendo, però, si sono privati di molte benedizioni, oltre a separare nuovamente quel «popolo» in due, che il sangue di Cristo aveva unito (Ef 2,11-14). Con questo si era dimenticato che erano i Gentili a essere esclusi dalla «cittadinanza d’Israele» e a essere «estranei ai patti della promessa» (v. 12), non il contrario; inoltre i Gentili sono stati innestati sul tronco d’Israele ed essi come rami non possono portare del frutto, senza le radici (cfr. Rom 11,16-21). A ciò si aggiunga che si è dimenticato che il Nuovo Testamento ha radici giudaiche e che sono stati i Giudei a evangelizzare i Gentili e non a viceversa. Paolo essendo chiamato sulla via di Damasco per essere l’Apostolo dei Gentili, disse addirittura che evangelizzava i Gentili per rendere gelosi quelli del suo sangue (Rom 11,13-14; cfr. 1 Cor 9,16 «e guai a me, se non evangelizzo!»). Per Pietro, Paolo e tutti i Giudei cristiani non era dapprima una cosa lecita evangelizzare i Gentili, ma l’hanno dovuto imparare per mezzo dello Spirito Santo.

     Le cose cambiarono con il grande scisma iniziato da Costantino durante il II Concilio di Nicea (325 d.C.), quando si affermò che la Pasqua doveva essere celebrata di domenica e non doveva coincidere mai con la Pasqua ebraica. È stato fatto notare che Costantino dichiarò: «Non dovremmo quindi avere nulla in comune con gli Ebrei, perché il Salvatore ci ha mostrato un’altra strada. Adottando concordemente questo modo [la domenica di Pasqua], desideriamo, cari fratelli, separarci dalla detestabile compagnia degli Ebrei (Vita di Costantino 3,18-19). Così iniziò lo sradicamento del cristianesimo dalle radice ebraiche.

     La seconda questione fu la controversia riguardo all’osservanza del sabato. La terzo questione riguardò la separazione degli Ebrei che si convertivano alla fede cristiana dal loro popolo: veniva ingiunto loro di separarsi da ogni legame con le loro radici e con la loro cultura. Così la chiesa decise che gli Ebrei convertiti dovevano rinunciare verbalmente al popolo ebraico, usando queste parole: «Rinuncio a tutte le usanze, i riti, i legalismi, i pani azzimi e gli agnelli sacrificali degli ebrei e a tutte le altre festività ebraiche, ai sacrifici, alle preghiere, alle aspersioni, alle purificazioni, alla santificazioni e alle propiziazioni, ai digiuni, alle lune nuove, agli shabbat, alle superstizioni, agli inni, ai canti, alle osservanze e alle sinagoghe, ai cibi e alle bevande degli ebrei» (Assemani, Cod. Lit. I., p. 105). In poche parole, dovevano rinunciare a tutto quello ciò che era giudaico: legge, riti e costumi.

     Costantino avrebbe fatto meglio a seguire le orme di sua madre perché era una donna che amava il popolo ebreo. Da questo giorno iniziò la teologia della sostituzione. E se vorremmo narrare tutte le persecuzioni che il popolo ebraico ha subito da parte della chiesa fino alla seconda guerra mondiale, occorrerebbero molti libri. Non dobbiamo dimenticare che gli Ebrei hanno ricevuto la persecuzione anche dai paesi della Riforma. Lutero iniziò bene, ma quando si occorse che gli Ebrei non accettavano la sua predicazione, dedicò gli ultimi dieci anni della sua vita a combatterli, chiamandoli persino dei «cani» che bisognava spogliare di ogni loro bene e che bisognava cacciare via dalla nazione. Così continuò il grande odio verso il popolo ebreo. Inoltre vorrei aggiungere che tutte le denominazioni che si ritengono cristiane, hanno sempre cercato di sostituire Israele, dimenticando che Israele è il popolo scelto da Dio e che è tale resterà in perpetuo, perché Dio l’ha promesso. Dio per mezzo d’Israele ha voluto farsi un nome fra le nazioni: «E qual popolo è come il tuo popolo, come Israele, l’unica nazione sulla terra che Dio sia venuto a redimere per formare il suo popolo, e per farsi un nome, e per compiere a suo pro cose grandi e tremende, cacciando d’innanzi al tuo popolo che ti sei redento dall’Egitto, delle nazioni coi loro dèi?...» (2 Sm 7,23).

     I Gentili invece hanno ricevuto misericordia da Dio: «Come in passato voi siete stati disubbidienti a Dio, e ora avete ottenuto misericordia per la loro disubbidienza» (Rom 11,30). Essi furono chiamati da Dio a rendere geloso il suo popolo: «Io dico dunque: Hanno essi così inciampato da cadere? Così non sia; ma per la loro caduta la salvezza è giunta ai Gentili per provocar loro a gelosia» (Rom 11,11; cfr. Dt 32,21).

     Inoltre nel Nuovo Testamento sta anche scritto che agli «Israeliti… appartengono l’adozione e la gloria e i patti e la legislazione e il culto e le promesse, dei quali sono i padri, e dai quali è venuto, secondo la carne, il Cristo» (Rom 9,4). In Romani 15,27 Paolo affermò che i Gentili avevano un debito verso Israele, anzi addirittura un obbligo.

 

 

3.  IL MESSIA GESÙ E IL MONOTEISMO: L’evangelizzazione fatta verso gli Ebrei, in tutto il periodo della storia della chiesa, perseguiva un unico obbiettivo: convertire gli Ebrei alla chiesa, dimenticando che essi sono ferrei assertori di un ferreo monoteismo, conforme alle Sacre Scritture. Gli Ebrei conoscono un solo Dio: «Ascolta, Israele: l’Eterno, il Dio nostro, è l’unico Eterno. Tu amerai dunque l’Eterno, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze. E questi comandamenti che oggi ti do ti staranno nel cuore» (Dt 6,4-6; cfr. Dn 7-9; 11,13-21; Nu 15,37-41). Avendo questo insegnamento e avendo fatto l’esperienza di un ambiente politeistico durante la deportazione in Babilonia, ogni Ebreo è portato a reagire negativamente al politeismo e al culto degli idoli. La chiesa non ha fatto diventare geloso il popolo d’Israele; infatti non gli ha presentato Gesù quale realizzazione delle promesse messianiche dell’AT. Oltre a ciò, varie denominazioni cristiane hanno aggiunto al monoteismo la dottrina dei santi e di Maria quale regina del cielo e madre di Dio. Questo è esecrabile per un Ebreo. Se si vuole evangelizzare gli Ebrei, bisogna partire innanzitutto dal fatto che essi hanno un velo riguardo all’Evangelo (cfr. Is 6,9-10). Però l’Apostolo Paolo affermò: «Ma fino a oggi, quando si legge Mosè, un velo rimane steso sul cuor loro; quando però si saranno convertiti al Signore, il velo sarà rimosso» (2 Cor 3,15-16).

     Bisogna quindi aiutarli a comprendere le Sacre Scritture iniziando dall’AT. Nel Sal 110,1 è scritto: «Jahwè ha detto al mio Signore», mentre nel Sal 2,7.12 Jahwè parlò al figlio, il Messia (cfr Is 48,16).

     Nel NT è facile identificare la persona di Gesù come parte della Trinità (Lc 3,22; Gv 10,30). Fu evidenziata l’uguaglianza col Padre (Gv 5,18) e che agiva nella sua autorità , essendo stato mandato dal Padre (Gv 5,19-30). Solo così si può rendere gelosi gli Ebrei, perché questo è lo stesso schema che ha rivelato loro Mosè.

     I cristiani d’oggi farebbero bene a ricordarsi che Gesù tornerà a Gerusalemme e non a Roma. E lo farà solo quando gli Ebrei riconosceranno Gesù quale Messia: «Poiché vi dico che d’ora innanzi non mi vedrete più, finché diciate: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”» (Mt 23,39).

     A ciò si aggiunga che Israele sarà di nuovo una benedizione per tutto il mondo solo quando si sarà convertito al Signore dei Signori, che è Gesù Cristo (cfr. Is 19, 24; Zc 8,13).

 

{adattato e corretto da Nicola Martella}

 

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A2-Giudaism_evang_S&A.htm

12-04-2007; Aggiornamento: 02-07-2010

 

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