Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Offensiva intorno a Gesù 1

 

Cristianesimo giudaico

 

 

 

 

«Chi dice la gente ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 1: È ciò che dicono gli altri su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nei mass-media
■ Gesù fra teologia e filosofia
■ Gesù fra filosofia e ideologia
■ Gesù fra ideologie e religioni
■ Excursus: La via che porta a Dio

 

«E voi, chi dite ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 2: È ciò che la Bibbia dice su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nella Bibbia e nella storia
■ La questione giudaica
■ Aspetti conclusivi (Gesù e le donne, Il Gesù sacramentale, Interrogativi)
■ Dizionarietto dei termini

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 Offensiva intorno a Gesù 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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L’ISTRUZIONE SCOLASTICA DI GESÙ

 

 di Argentino Quintavalle

 

Una lettura attenta del Nuovo Testamento indicherà che Gesù era uno studioso versato nelle Scritture e nella letteratura religiosa del suo tempo, che era vasta e variegata. L’opinione popolare di Gesù è che egli era una persona semplice, di pochi studi; oggi si direbbe che era un «provinciale». Questo malinteso è in parte dovuto alle molte dichiarazioni fatte con disprezzo su Nazaret e sulla Galilea, ad esempio: «Può venire qualcosa di buono da Nazaret?»; oppure: «E tutti stupivano e si meravigliavano, e si dicevano l’un l’altro: “Ecco, non sono Galilei tutti questi che parlano?”» (Atti 2,7).

     Queste dichiarazioni riflettono un pregiudizio dei Giudei contro i Galilei. Alcuni Giudei vedevano se stessi come persone colte e cosmopolite. Ai loro occhi, i Galilei erano dei provinciali dall’accento grossolano e grezzo.

     In realtà, però, poteva essere vero anche il contrario: i Galilei erano più esposti al mondo esterno, mentre i Giudei, che vivevano nel cuore del paese, erano più protetti dal contatto con le nazioni straniere. La Galilea era anche più urbanizzata, con molti villaggi sviluppati. La Giudea, al contrario, era più rurale.

     Questo disprezzo verso i Galilei è manifestato dalla supposizione, conservata in Gv 7,15, che Gesù non aveva avuto istruzione: «E i Giudei si meravigliavano e dicevano: “Come mai costui sa di lettere, senza aver fatto studi?”».

 

Galilei conservatori

     Tali brani hanno dato origine all’idea che Gesù e i suoi discepoli erano ignoranti semplicemente perché provenivano dalla Galilea. Sorprendentemente, però, il livello d’istruzione ed educazione religioso della Galilea sorpassava quello della Giudea.

     Secondo studi fatti negli ultimi decenni, grazie alla riscoperta dello studio della letteratura rabbinica, non solo nel primo secolo i maestri galilei superavano in numero quelli giudei ma la qualità morale ed etica del loro insegnamento era considerata più elevata di quella dei loro colleghi giudei. Famosi maestri galilei del primo secolo erano Johanan ben Zakkai, Hanina ben Dosa, Abba Jose Holikofri di Tiv’on e Zadok, i quali hanno contribuito a dare una profonda comprensione della Torà agli abitanti della Galilea.

     Per il loro alto livello di conoscenza e di rispetto delle Scritture, i Galilei potrebbero essere considerati come i religiosi conservatori di quel tempo. Il nazionalismo messianico è fiorito in Galilea. Giuda il Galileo, per esempio, è stato il fondatore del movimento degli «Zeloti», e fu in Galilea, non in Giudea, che iniziò la grande rivolta contro Roma nel 66 d.C.

 

Educazione primaria

     Il Nuovo Testamento non dice quasi niente della vita di Gesù da dopo la sua nascita fino a quando non si ritrova nel tempio all’età di dodici anni, e da lì fino all’inizio del suo ministero pubblico all’età di trenta anni. Una buona indicazione di ciò che un giovane giudeo faceva a quei tempi può essere trovato in Avot 5,21, un trattato della Mishnah composto da una raccolta di detti rabbinici: «A cinque anni d’età, si è pronti per lo studio della Torà scritta, a dieci anni per lo studio della Torà orale, a tredici anni per il bar mitzvah [= la cerimonia per l’entrata nell’età in cui si è religiosamente responsabili], a quindici per lo studio delle halakot [= decisioni legali rabbiniche], a diciotto per il matrimonio, a venti per seguire una vocazione o l’auto-sufficienza nei mezzi di sostentamento, a trenta per l’entrata nel pieno vigore; a quaranta, saggezza; a cinquanta, capaci di dare consigli; a sessanta, vecchiaia; a settanta, pienezza d’anni; a ottanta, l’età della “forza”; a novanta, un corpo curvato; a cento, ha oltrepassato il mondo» (Mishnah Avot 5,2).

     Sebbene quest’affermazione non può essere datata con certezza, e potrebbe essere stata fatta anche 100 anni dopo i tempi di Gesù, ci sono molti altri passi nelle opere rabbiniche che indicano l’importanza data all’istruzione dei bambini e che ci danno qualche informazione su come probabilmente Gesù passava il suo tempo.

     Certamente, l’educazione era tenuta in alta considerazione dalla società giudaica. Nella sua apologia del giudaismo, Contro Apione, scritto per controbattere l’anti-semitismo, lo storico giudeo del primo secolo, Giuseppe Flavio, dichiara: «Siamo oltremodo orgogliosi dell’istruzione dei nostri figli e consideriamo come il compito più importante della vita l’osservanza delle nostre leggi e delle pratiche pie che su d’esse si basano, le quali abbiamo ereditato» (Contro Apione 1,60).

     Il Talmud suggerisce anche la grandezza della classe ideale: «Il numero massimo d’alunni elementari che dovrebbero stare sotto un insegnante è venticinque; se ce sono cinquanta, deve essere aggiunto un altro insegnante; se sono quaranta, uno studente anziano dovrebbe essere preso per aiutare l’insegnante (Baba Batra 21a).

 

Alto livello d’istruzione

     Una sinagoga del primo secolo aveva solitamente la sua bet sefer (scuola elementare) e la bet midrash (scuola secondaria) in cui bambini e adulti studiavano la Torà e le tradizioni orali. L’istruzione formale finiva all’età di dodici o tredici anni, quando la maggior parte dei giovani andavano a lavorare. Gli studenti più dotati che desideravano continuare i loro studi potevano farlo nella bet midrash insieme agli adulti che studiavano nel loro tempo disponibile.

     Alcuni degli studenti più bravi della bet midrash potevano eventualmente lasciare le proprie case per andare a studiare con un maestro famoso, essendo incoraggiati e talvolta sostenuti dalle loro famiglie. Ma solo gli studenti molto promettenti erano esortati a continuare gli studi poiché, di solito, la loro presenza era necessaria nel lavoro agricolo di casa.

     Si potrebbe pensare che la sinagoga, in quanto luogo di culto, era considerata più importante o più sacra delle scuole, ma non era così. Ancora oggi alla bet midrash viene data più importanza della sinagoga — non perché l’istruzione vale più del culto, ma perché il giudaismo non fa distinzione tra i due. Infatti, il giudaismo ha sempre ritenuto che lo studio della Torà è una delle forme più alte di culto (cfr. Talmud Babilonese, Shabbat 30a).

 

Studio diligente

     La tradizione giudaica ha molte dichiarazioni che raccomandano uno studio continuo e diligente, come mostra questo passo della Mishnah: «Disciplinate voi stessi per studiare Torà, poiché non lo ricevete per eredità» (Avot 2,12). Di questo punto di vista ne troviamo l’eco in molti passaggi del Nuovo Testamento:

     «Or costoro [i cristiani giudei di Berea] erano di sentimenti più nobili… esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se queste cose stavano così» (Atti 17,1).

     «Studiati di presentare te stesso approvato davanti a Dio, operaio che non ha da vergognarsi, che esponga rettamente la parola della verità» (2Tm 2,15).

     «…usando ogni diligenza, aggiungete alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza» (2 Pt 1,5).

 

Memorizzazione

     Nonostante i rotoli venivano usati per la lettura e lo studio, e la pratica della scrittura era molto sviluppata, il materiale scritto era costoso dato che tutti i manoscritti dovevano essere copiati manualmente da persone esperte (gli scribi). I rotoli, quindi, erano relativamente scarsi, e anche se ai tempi di Gesù ogni casa aveva almeno uno dei circa venti rotoli biblici, poche persone avevano un accesso immediato alla vasta biblioteca della letteratura sacra. Apprendere era, di conseguenza, una questione di memorizzazione. Lo studio individuale e di gruppo della Bibbia, ripetizione dei brani, ecc., veniva fatto ad alta voce. È stata coniata l’espressione, «il cinguettare dei bambini», che la gente sentiva passando vicino a una sinagoga, poiché i bambini recitavano i versi. Anche gli adulti, nello studio individuale e di gruppo, leggevano ad alta voce; poiché veniva consigliato di non studiare sussurrando, ma ad alta voce. Questo era l’unico modo per evitare il rischio di dimenticare.

     Agli occhi dei maestri, la ripetizione era la chiave dell’apprendimento, come questi brani illustrano:

     «Una persona che ripete la sua lezione cento volte non è paragonabile a quella che la ripete centouno volte» (Talmud Babilonese, Hagigah 9b).

     «Se [lo studente] apprende la Torà e non la ripete continuamente, è simile a un uomo che semina senza mietere» (Talmud Babilonese, Sanhedrin 99a). Questa memorizzazione è praticata ancora oggi.

 

I contemporanei di Gesù

     Dai racconti trovati nelle fonti giudaiche come quelle sopraccitate, ci si può formare un’idea ragionevolmente precisa di quello che Gesù faceva nella sua infanzia e nella sua adolescenza. Egli studiava, affidando alla memoria una grande quantità di materiale — Scritture e commentari sulle Scritture — tutta la letteratura sacra disponibile a quei tempi.

     Questo era esattamente quello che la maggior parte degli altri ragazzi giudei facevano. La memorizzazione della Torà Scritta e delle tradizioni era la parte più importante dell’istruzione giudaica e la maggior parte dei contemporanei di Gesù, che avevano a disposizione gran parte di questo materiale, s’impegnavano a impararlo a memoria. Era difficile trovare un ragazzo per strada che non conosceva le Scritture.

     Secondo Girolamo (342-420 d.C.) che visse in Betlemme e imparò l’ebraico dai Giudei locali, per poter tradurre la Bibbia in latino (Vulgata), «non c’era alcun bambino che non conoscesse molto bene la storia da Adamo a Zerubabele», cioè la Bibbia ebraica dall’inizio alla fine.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A2-Gesu_istruzione_OiG.htm

17-08-2007; Aggiornamento: 02-07-2010

 

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