Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Matteo, l’evangelista dei giudei

 

Cristianesimo giudaico

 

 

 

 

Nello stesso libretto sono contenute le domande per lo studio e il dizionarietto, dove trovare le risposte.

   Ecco le parti principali della parte di studio:
■ Introduzione all'Evangelo di Matteo
■ Nascita, battesimo e tentazione (Mt 1,1-4,11)
■ Attività in Galilea (Mt 4,12-16,12)
■ Istruzione dei dodici (Mt 16,13-18,35)
■ Viaggio verso Gerusalemme e ultimi giorni in essa (Mt 19-25)
■ Crocifissione e risurrezione (Mt 26-28).

 

Inoltre ci sono, tra altre parti, anche le seguenti:
■ Dizionarietto
■ Guida allo studio personale e di gruppo.

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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GESÙ, IL GIUDAISMO E LA CHIESA

 

 Argentino Quintavalle

 

Il problema della storia della chiesa, a mio giudizio, è la mancanza d’interesse per Gesù. La semplice fede in Gesù, ossia un’adesione devozionale semplificata, ha preso il posto della sua urgente chiamata all’attività di discepolato, il quale include uno studio serio dei suoi insegnamenti e un forte coinvolgimento con la Bibbia ebraica. La Torà è la parte della Bibbia più trascurata tra le persone della chiesa. Abramo Joshua Heschel focalizza l’attenzione sul cuore del problema:

     «Ci fu ben presto nella storia della chiesa cristiana una deliberata intenzione di coltivare le differenze dal giudaismo, una tendenza a comprenderlo alla luce non del vasto debito che la chiesa ha nei suoi confronti, ma piuttosto delle divergenze cha ha con esso. Con la crescita e l’espansione del cristianesimo nel mondo greco-romano, i cristiani gentili hanno schiacciato il movimento dei cristiani giudei, ed è iniziato un continuo processo di accomodamento con lo spirito del mondo. Il risultato fu una consapevole o inconsapevole de-giudaizzazione del cristianesimo, che ha influito sul modo di pensare della chiesa e sulla sua vita interna così come con il suo rapporto con il passato e la presente realtà d’Israele — il padre e la madre della vera essenza del cristianesimo. I figli non hanno mai portato rispetto per la madre; anzi, l’hanno sempre guardata con i paraocchi. Alcuni teologi continuano ad agire come se essi non conoscessero il significato di «onora il padre e la madre»; altri, ansiosi di dimostrare la superiorità della chiesa, parlano come se soffrissero di una forma spirituale del complesso di Edipo» (The Insecurity of Freedom [Schocken, New York 1972], pp. 169s).

     Da una parte, sia molti laici che molti leader e studiosi cristiani, hanno riconosciuto il problema e si sono dati da fare per porvi rimedio. Dall’altra parte, lo spirito del marcionismo (ossia dall’insegnamento di Marcione), che rifiuta tutte le cose giudaiche, continua a esercitare una forte, potente e incontrollata influenza, che talvolta passa inosservata. La chiesa è infestata da un’attitudine nociva che è allergica al giudaismo di Gesù, predicando spesso una religione nuova, e a volte lontana dai suoi insegnamenti basilari.

     Per noi cristiani Gesù è il Logos divino, il Rivelatore di Dio. Sebbene Egli abbia parlato, pochi ascoltano. Apprendere la sua parola dovrebbe sfidare, guidare e aumentare la fede genuina nella sacra Scrittura. Lo studio sensato del giudaismo deve essere parte di tale processo.

     La critica di Heschel alla teologia cristiana è devastante (e accurata). Molti Giudei sono morti proprio a causa del pensiero cristiano sul giudaismo. Non solo i cristiani (anche evangelici) hanno erroneamente perseguitato il popolo giudaico a causa delle nostre opinioni sbagliate su di loro e sul giudaismo, ma ci siamo derubati di una preziosa eredità che sarebbe stata la fonte di un grande arricchimento spirituale. Rifiutando il giudaismo, la chiesa ha perso molto di Gesù. Il problema maggiore che oggi ha il cristianesimo è proprio quello di non riuscire ad apprezzare la vita e gli insegnamenti di Gesù. La malattia di un nuovo marcionismo ha infettato il nostro punto di vista teologico.

     L’acuta ellenizzazione del cristianesimo ci ha condotto sulla strada di Atene piuttosto che su quella di Gerusalemme. Se vogliamo avvicinarci alla chiesa primitiva, la ricerca deve condurci ai giorni del tempio giudaico e ai ricchi centri della cultura ebraica.

     Heschel sfida i cristiani a considerare il pedigree, l’origine del messaggio dell’Evangelo: «Qual è l’origine dell’Evangelo cristiano? Queste sono le parole con cui il Nuovo Testamento inizia: «Libro della genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abrahamo» (Mt 1,1; vedi anche 1 Cor 10,1-3; 1 Pt 1,10ss). Ma il potente fascino del mondo dell’ellenismo ha portato molte menti a cercare le origini del messaggio cristiano nel mondo ellenico, la Grecia. Come è strano che Dio non ha messo la culla di Gesù a Delfi, o almeno in Atene!» (The Insecurity of Freedom, p.170).

     Gesù è nato in Bethlehem di Giudea. La culla di Gesù è stata messa nel cuore dell’Israele del primo secolo. Gesù è vissuto in Galilea e ha ben conosciuto la grandiosità della Gerusalemme erodiana, ma egli non ha mai visitato Atene o Roma. Quando Gesù era piccolo, sua madre e suo padre lo portavano al tempio. Egli ha appreso l’AT e la tradizione ebraica in sinagoga e nei centri di cultura ebraica. Egli ha insegnato nei cortili del tempio e ha celebrato la Pasqua con i suoi discepoli. Ma Gesù non ha mai visto le glorie del Partenone di Atene o del Colosseo di Roma. L’eredità giudaica di Gesù è stata spesso tristemente dimenticata o fraintesa. Per la sua gente la Bibbia ebraica era stimata come sacra e molto più rispettata di quanto hanno fatto i cristiani. Il sabato veniva osservato. Come Giudeo osservante, lo Šema` Israel (Ascolta Israele…) era spesso sulle labbra di Gesù. Il mondo ellenico era molto diverso.

     La chiesa ha bisogno d'essere rivitalizzata da un nuovo «gesuanismo» (ossia dall’insegnamento di Gesù) basato sul vecchio giudaismo. Gesù non ha cercato di distruggere la Torà e i Profeti; piuttosto, egli è venuto a fissare questi sacri scritti in maniera più solida per mezzo di una interpretazione più precisa. Questa enfasi sulle origini giudaiche di Gesù, non significa che i cristiani gentili si devono convertire al giudaismo o simulare di essere Giudei. Questo significherebbe compromettere l’identità giudaica e cristiana. Bisogna permettere ai Giudei di vivere come Giudei e ai cristiani di seguire gli insegnamenti di Gesù! Una nuova visione di Gesù significa che i cristiani devono imparare ad amare il popolo giudaico e portare stima verso la radice dell’olivo che sostiene i rami. Una nuova visione di Gesù richiede la decisione di studiare i suoi insegnamenti e vivere la vita di discepolo. Una nuova visione dell’ebraicità di Gesù porterà a non commettere tanti errori d’interpretazione che la chiesa purtroppo e inevitabilmente fa, se non ritorna a considerare le origini.

 

«Ricordati che non sei tu a portare la radice, ma è la radice che porta te» (Rm 11,18)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A2-Gesu_chiesa_Mt.htm

06-04-2007; Aggiornamento: 02-07-2010

 

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