Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Dall’avvento alla parusia

 

Cattolicesimo

 

 

 

 

La prima parte del «Panorama del NT» porta il titolo «Dall’avvento alla parusia», ossia dalla prima alla seconda venuta del Signor Gesù. Questo titolo evidenzia la tensione in cui erano posti i cristiani del primo secolo (e noi oggi). Essi guardavano indietro all’incarnazione, ai patimenti e alla risurrezione di Gesù quale Messia (primo avvento) e guardavano parimenti avanti alla manifestazione del Signore, del suo regno e della sua salvezza. Il termine «avvento» mette quindi in evidenza l’abbassamento del Messia , mentre «parusia» (gr. parousía «venuta, arrivo») evidenzia la manifestazione gloriosa del Signore alla fine dei tempi. Questo è altresì l’uso che si fa di questi due termini nella teologia.

   Ecco le sezioni dell'opera:
■ Aspetti introduttivi
■ Gesù di Nazaret
■ Gli Evangeli
■ Dall’ascensione alla fine dei tempi
■ Aspetti conclusivi

 

► Vedi al riguardo la Recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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CONFRONTO FRA UN EX-SACERDOTE E UN’EX-SUORA

 

 di Ernesto Miragoli - Annamaria Mazzari

 

Ernesto Miragoli comincia così la sua lettera: «Gentile Moderatore del Sito, un amico mi ha segnalato il dibattito fra due sorelle, che hanno lasciato il velo, sul tema della conoscenza della Bibbia». Egli reagiva così al seguente confronto fra Annamaria Mazzari e Fiorina Pistone: Confronto fra un’amica cattolica e un’ex-suora.

     Dopo che Annamaria si è confrontata a lungo con questa amica, una cattolica illuminata, ma sulla linea del Catechismo della chiesa romana, si è confrontata con Raffaele Minimi, un seguace di Pio X e del rito tridentino e dissidente del Concilio Vaticano II [ Un cattolico tradizionalista e due ex-suore a confronto]. Ora si apre un altro filone di discussione, visto che Ernesto Miragoli è un ex-prete sposato di tutt’altro fronte, ossia allineato sulle posizioni delle «comunità di base» e di «noi siamo chiesa», movimenti cattolici dissidenti nati sulla scia del Concilio Vaticano II e, in qualche modo, simili per liberalismo teologico ed etico, femminismo, dottrine e profilo ecclesiale alle chiese valdesi. Leggendo la sua lettera, non posso certo dire che in ciò che dice non ci sono semi di verità storica e teologica, tutt’altro, ma l’impressione è che le interpretazioni della Scrittura risultanti derivino — come nel resto di tali movimenti — da scelte fatte a priori di tipo cultural-religiose (vedi anti-maschilismo, figlio del femminismo degli scorsi decenni) e in reazione ad altre posizioni culturali (p.es. cattolicesimo reazionario, preconciliare, tridentino) e specialmente alla curia romana di per sé. Qualcuno, a cui ho chiesto il parere mi ha scritto: «Sinceramente non condivido né il loro modo d’essere né il loro pensiero, perché restano legati alla chiesa cattolica in quanto dottrina dogmatica, vogliono giustamente la libertà di sposarsi; sono evoluzionisti e femministi».

     Io non so quanto ci sia di vero di ciò nel pensiero di Ernesto Miragoli che, in ogni modo, voglio ringraziare quale interlocutore, ossia proprio perché è stato disposto a dialogare e a presentare la sua visione delle cose.

     Poiché le questioni riguardano direttamente Annamaria, ho inviato il testo di Ernesto Miragoli a lei, chiedendole di rispondergli. Ecco qui di seguito il risultato. Al testo continuo dell’uno seguono le risposte brano per brano dell’altra. Aggiungo solo qualche nota redazionale per completare il quadro. {Nicola Martella}

 

*°*°*°*°*°*°*°

 

I cattolici e la Bibbia

 

EM: Ho visitato e letto con attenzione le argomentazioni. Debbo convenire con Annamaria Mazzari: le sue tesi e risposte sono ben fondate.

     C’è una cosa che Annamaria non dice e che a me, da sacerdote che ha lasciato il ministero attivo per contrarre matrimonio, ha sempre lasciato molto perplesso: il fatto che le suore, dalla chiesa gestita da maschi, siano considerate donne e, quindi, lasciate in secondo piano, quasi fossero un prete in sedicesimo o in trentaduesimo.

 

AM: Ricordo da religiosa, d’aver pensato tante volte che le suore fossero donne nella chiesa d’ordine «Z» ; molte volte a servizio dei Signori Preti, sempre pronte a obbedire perché rappresentavano Gesù. Era un comportamento che non sopportavo affatto.

 

EM: Mi spiego: uno degli interrogativi che mi ponevo allora e che continuo a pormi è il perché la mentalità «cristiana» (nel senso di pensiero del Cristo), sia stata recepita nel corso dei secoli con i condizionamenti della cultura occidentale che è maschilista. Nulla contro la cultura occidentale, per carità, ma tutto contro il fatto che tale cultura abbia condizionato pesantemente la novità del messaggio cristiano al punto che, quasi appena dopo la morte degli Apostoli, i loro successori abbiano ripreso tout court lo schema sociale del tempo che riteneva la donna «tratta dalla costola dell’uomo», strumento per generare figli, essere debole e inetto alle «grandi cose» come la guerra, gli affari e via elencando e che, nella elaborazione d’una teologia spirituale, la figura femminile sia stata confinata come remedium concupiscientiae [rimedio alla concupiscenza, N.d.R.].

     Teologi e non solo, a queste osservazioni, inarcano le sopracciglia e argomentano a dovere. Citano Teresa d’Avila e Teresina del Bambin Gesù, Caterina da Siena e Giovanna Francesca di Chantal e via elencando fino a Madre Teresa. Sostengono che il magistero ha sempre tenuto in grande considerazione la donna fino al punto che essa è stata oggetto di lettere pastorali, lettere apostoliche ed encicliche.

 

AM: Questi teologi dimenticano come le mogli dei preti del medioevo e rispettivi figli furono, dal papa, allontanate brutalmente dai loro mariti e dimenticano le nefaste e scandalose conseguenze che seguirono. Il celibato del prete oggi, affonda le sue radici in questi fatti, anche se lo hanno ricoperto di misticismo per cui la sposa del prete sarebbe la chiesa.

    [N.d.R.: L’altra parte della medaglia sono state le numerose cortigiane e concubine che popolavano la corte dei papa-re, dei cardinali e dei vescovi-conti. Da ricordare sono anche le guerre condotte da tali prelati per conquistare un proprio feudo a figli e nipoti (cfr. i Borgia). Questi stessi chierici emisero poi nefaste dottrine (p.es. indulgenze, purgatorio, salvezza per opere, sacramentalismo, culto dei morti, crociate, Inquisizione, persecuzione dei dissidenti…) che hanno condizionato la fede, le dottrine, la devozione (e la salvezza) di milioni e milioni di fedeli. A livello più basso della gerarchia non c’era solo la «monaca di Monza», ma anche la perpetua concubina del prete…]

 

EM: Sì, appunto. Oggetto. La donna è considerata oggetto. Se così non fosse non si spiegherebbe perché essa non possa presiedere l’Eucaristia, spiegare la Parola in una celebrazione eucaristica, essere diaconessa permanente (con o senza famiglia), ecc., ecc., ecc.

 

AM: Non condivido il pensiero cattolico del rito eucaristico, cioè la Messa (descrissi le motivazioni nella seconda parte della nostra testimonianza [ Perché due suore hanno lasciato la Chiesa Cattolica]) e non condivido il fatto che la donna dovrebbe «presiedere». Spero di saper esprimere il mio pensiero: penso alla famiglia dove il capo secondo la Bibbia è il marito, la moglie è sottomessa al marito, ma collabora, condivide, s’adopra con il marito per l’educazione dei figli, ma il capo è uno, il marito. Così dovrebbe essere nella chiesa locale, le donne hanno un loro ruolo di condivisione ma le guide restano sempre coloro che sono chiamati a condurre localmente il popolo di Dio; è il capo che ha il compito di portare il nutrimento ai figli.

    [N.d.R.: A livello locale tutto ciò è stemperato nella comunità dalla comunione diretta e fraterna. Il problema è subentrato con la gerarchizzazione della chiesa. Leggendo il NT, prendiamo atto che a livello locale, al tempo apostolico, alla donna fu riconosciuto il diritto di profetare [ Profezia e profetare nel NT] e di pregare pubblicamente (1 Cor 11) e anche di discepolare a tu per tu (At 18,26), ma non d’insegnare pubblicamente (1 Tm 2,12) né di guidare una comunità (1 Tm 3; Tt 1).]

    Per l’approfondimento si veda in Nicola Martella, Generi e ruoli 2 (Punto°A°Croce, Roma 1996), gli articoli: «La donna che serve», pp. 67-78; «Ministeri preclusi alle donne», pp. 83-102; cfr. qui anche «Il ministero della nubile», pp. 79-82; «La donna e il culto», pp. 54-66.

 

EM: Lo studio della Scrittura ha convinto Annamaria e la sua compagna a lasciare l’abito. Perché lo studio della Scrittura è liberante.

     Annamaria sostiene che per anni si è volutamente tenuta nell’ignoranza della Scrittura il popolo di Dio: è verissimo. Perché? Perché i primi ignoranti erano i preti.

 

AM: Non «erano ignoranti», ma lo sono. Se si pensa che durante i quattro anni di seminario le ore settimanali di studio della Bibbia sono tre o quattro, a confronto delle tante ore dedicate allo studio della teologia dogmatica, morale, ecc.; quale formazione biblica possono avere i seminaristi? Se la Bibbia è Parola di Dio, non dovrebbe occupare quasi tutte le ore di studio? Ciò che è dottrina biblica, sarebbe lì compreso; il resto è frutto di ragionamenti umani che non trovano posto nelle Sacre Scritture.

 

EM: A me che, ragazzino, chiedevo al mio parroco come aveva fatto Noè a far entrare nell’arca tutti gli animali senza paura che il leone mangiasse la pecora; il buon parroco rispondeva che Dio li aveva creati buoni. E quando lo incalzavo convenendo con lui, ma sostenendo quello che lui m’aveva insegnato che questo era prima del peccato originale e Noè veniva dopo, mi rispose con una gelida frase che ricordo ancora: «Tu non ti devi chiedere come si comporta Dio».

     Auguro a Annamaria e a tutti noi che il percorso liberante della lettura e approfondimento della Scrittura sia contagioso per le persone che incontriamo ogni giorno. Ci vorrà molto tempo, ma è solo questa la strada per una seria riforma della chiesa. Cordialità. Ernesto Miragoli {www.webalice.it/miragoli; 25-03-2008}

 

AM: Credo che noi dopo aver lasciato la chiesa cattolica, abbiamo il compito e il dovere d’approfondire sempre di più la conoscenza della Parola per poter nutrire altri perché, come dice Osea 4,6: «Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza».

     Dobbiamo portare la verità e non le dottrine degli uomini o degli scienziati o dei filosofi, che sono pur sempre uomini soggetti all’errore. Gesù sfidò così i suoi discepoli: «Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; e conoscerete la Verità, e la Verità vi farà liberi» (Gv 8,31s). Cordiali saluti, Annamaria

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A2-Ex-sacerdote_ex-suora_cfr_Avv.htm

27-03-2008; Aggiornamento: 09-04-2008

 

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