Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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L’EVANGELO SECONDO YONGGI CHO

 

 di Nicola Martella

 

1. Entriamo in tema

2. Un articolo inquietante

3. Aspetti conclusivi

 

Clicca sulle frecce iniziali per andare avanti e indietro.

 

 

1.  ENTRIAMO IN TEMA: Molti libri di questo pastore coreano sono stati pubblicati in Italia e all’estero. Quando anni fa pubblicai il libro «Carismosofia», diversi cristiani mi scrissero, dicendomi che nell’articolo «La quarta dimensione» (pp. 31-34) — dal titolo del libro omonimo di Paul Yonggi Cho) — avevo scritto calunnie su di lui, che essi consideravano un «unto» e «uomo di Dio», che avevo così peccato contro lo Spirito Santo e che avrei dovuto ravvedermi. Risposi loro che non stavo calunniando il pastore coreano, ma avevo semplicemente citato dai suoi scritti, in conformità col suo pensiero, come ognuno poteva leggere alle pagine indicate.

     Quando io e altri studiosi che avevamo analizzato i suoi scritti, sia in Italia sia all’estero, affermavamo che la logica che ne trapelava era quella di un buddista rimasto tale, pur essendo diventato cristiano, che Cho aveva rivestito con concetti cristiani vari contenuti tipici del buddismo, diversi cristiani stentavano a crederlo.

     Negli ultimi anni ho conosciuto alcuni pastori pentecostali che sono molto perplessi su Yonggi Cho (oltre che su vari tele-evangelisti di spicco). Diversi di noi hanno avuto anche l’occasione di chiedere a credenti coreani che cosa pensassero di lui. Oltre a noi, diverse persone hanno aperto gli occhi e si sono resi contro che la «via coreana» di Yonggi Cho è in effetti una commistione fra buddismo e cristianesimo.

 

 

2.  UN ARTICOLO INQUIETANTE: Il seguente articolo lo abbiamo tradotto letteralmente da una versione inglese. L’originale coreano è stato ripreso dalla rivista «Hanguk Ilbo» (Time coreano) del 14 maggio 2004 e riporta come luogo Kwong Hei Park. Chi sa il coreano può richiederci una copia dell’immagine dell’articolo. Quello che segue ora, è l’articolo integrale.

 

— Inizio dell’articolo —

 

LA NOSTRA NON È LA SOLA RELIGIONE CHE DETIENE LA VERITÀ

 

«Il Cristianesimo e il Buddismo hanno ognuno la loro propria salvezza», dice Yong Gi Cho, presidente della Pure Gospel Church [= chiesa del puro Evangelo], enfatizzando la coincidenza con il Buddismo.

     «Gli insegnamenti del Cristianesimo e del Buddismo sono simili. Per questo le due religioni dovrebbero comunicare e cooperare l’una con l’altra».

     Durante una conferenza speciale tenuta dalla Buddhist Graduate School of Dong Gook University (Scuola di Laurea buddista della Università Dong Gook) il 12 dicembre 2003 presso l’Ambassador Hotel a Seoul, Yong Gi Cho, presidente della Pure Gospel Church, dichiarò di essere favorevole ad una collaborazione fra il Cristianesimo e le altre religioni. I commenti di Cho sono senza precedenti per qualcuno che è una tale figura chiave e leader della più grande chiesa protestante nel mondo, che consiste in 750.000 membri. Era la prima volta che egli parlava a un raduno buddista e anche la prima volta che ha promulgato la coesistenza delle religioni.

     Il pastore Cho affermò di essere nato in una famiglia buddista praticante e che suo padre credeva nel «Buddismo San». Egli parlò anche della sua personale affinità col Buddismo. Raccontò dei suoi anni di liceo, quando si era ammalato di tubercolosi e gli avevano diagnosticato poco tempo da vivere. Disse di aver sempre vissuto in accordo alla cultura buddista fino al giorno che un amico di sua sorella gli diede una Bibbia ed egli incontrò Gesù. Egli raccontò inoltre degli aneddoti sul Buddismo ai tempi in cui, dopo essersi ripreso dalla sua malattia, guidava una chiesa che aveva sede in una tenda nel distretto di Dae-jo di Seoul.

     «Un giorno, incontrai una donna che stava vivendo una vita di sofferenze. Quando le dissi di credere in Gesù perché sarebbe finita all’inferno se non lo avesse fatto, lei mi derise e disse: “Non possiedo cibo per nutrirmi, né vestiti e scarpe da indossare — non è questo l’inferno? Invece di dirmi che posso andare in paradiso dopo la morte, perché non fai qualcosa per me ora, dato che sto già vivendo l’inferno?”».

     «A queste parole», disse il pastore Cho, «mi ricordai delle parole di mio padre: “Buddha è nel mio cuore”. Così dissi alla donna: “Gesù è nei nostri cuori”, e cercai di infonderle un po’ di speranza. Questo era lo stesso che avere Buddha nei nostri cuori, come aveva detto mio padre. Quindi il Buddismo e il Cristianesimo hanno gli stessi insegnamenti».

     Egli confessò che anche predicando, aveva pensieri simili. «Mio padre mi disse che anche chi non conosce il Buddismo, riceve la salvezza se chiede semplicemente a Buddha di salvarlo. Mi resi conto che similmente se uno non conosce le dottrine e le leggi della chiesa, sarà benedetto semplicemente credendo in Gesù. Dissi alla donna che invece di imparare dai credenti tutto ciò che riguarda le difficili e complicate leggi della chiesa, lei avrebbe dovuto prima di tutto credere in Gesù».

     Il pastore Cho enfatizzò che «tutte le religioni, sia il Cristianesimo, sia il Buddismo, sia l’Islam, hanno in comune il fatto di preoccuparsi della questione dell’eternità e, mentre ci rendiamo conto delle nostre differenze, dobbiamo, tuttavia, comunicare e lavorare insieme». Egli proseguì lodando il Buddismo, dicendo che «tra le varie religioni della società coreana è stata mantenuta la pace, e ciò è dovuto per gran parte alle dimostrazioni di tolleranza del Buddismo, il grande fratello delle religioni in Corea». Egli affermò inoltre che «Poiché il Buddismo offre una forma buddista della salvezza e il Cristianesimo offre una forma cristiana della salvezza, nessuno dei due ha il diritto di criticare la salvezza dell’altro», e «né Gesù né Buddha vorrebbero che sosteniamo la nostra religione e cancelliamo l’altra».

     Il pastore Cho disse anche che, dopo il suo pensionamento fra due anni, spera di intraprendere delle attività missionarie estere e allo stesso tempo di sostenere il progresso della cooperazione religiosa in patria.

 

— Fine dell’articolo —

 

 

3.  ASPETTI CONCLUSIVI: Su tale articolo ho chiesto conferme e spiegazioni ad Alexander Seibel, esperto tedesco del settore, mio amico e fratello in Cristo, il quale mi ha scritto: «Se si pensa che quest’uomo era (o è ancora) presidente mondiale delle “Assemblies of God”, allora si può intuire qualcosa dei pesanti errori che concernono i nostri ultimi giorni».

     L’articolo, appena letto, mostra il vero volto di Yonggi Cho, le sue vere radici e lo spirito che lo anima. È la logica di chi entra nel cristianesimo senza purificarsi delle sue radici pagane, ma cerca una sintesi tra l’ideologia precedente e i contenuti del NT. Si tratta di sincretismo e commistione. I concetti buddisti vengono «cristianizzati» e i contenuti del NT vengono interpretati alla luce dello gnosticismo buddista.

     Ciò non è nulla di nuovo nella storia della chiesa. La stessa logica caratterizzò il cristianesimo dal 2° secolo d.C. in poi, quando delle persone di spicco, provenienti dallo gnosticismo pagano del tempo, si convertirono al cristianesimo senza abbandonare la loro ideologia gnostica. Ciò fu un grosso danno per il cristianesimo, per la teologia e per le chiese. Mentre al tempo degli apostoli tali persone furono chiaramente riconosciute, ammonite, pubblicamente denunciate e, in caso di indurimento, allontanate dai credenti e dalle chiese (At 8,20-23; Col 2,8.16ss), in seguito si introdussero di soppiatto nel gregge (cfr. già Gal 2,4; 2 Pt 2,1). Poi, una volta raggiunto posizioni di spicco, propagarono senza freno le loro ideologie gnostiche e sincretistiche. Gli gnostici cristianizzati ebbero una grande influenza dottrinale e introdussero nelle chiese concezioni mistiche delle «religioni dei misteri» quali, ad esempio, il sacramentalismo, vari «esercizi spirituali» (digiuni, penitenze, astensione da cibi o dal matrimonio) e varie dottrine estranee alla Bibbia (Cristo non sarebbe morto veramente; proiezione di Mariam di Nazaret nel mito delle «religioni dei misteri» riguardo alle dèe-madri quali Iside e la Magna Mater, ma anche Diana e Astante; il culto dei morti; eccetera).

     Le parole dette da Yonggi Cho sedurranno molte persone a credere che ogni religione sia una via «biblicamente» legittima di salvezza. Perché allora doversi convertire a Cristo? Al massimo si può diventare buddo-cattolico, zen-evangelico, scinto-protestante, krishna-ortodosso, tao-pentecostale, veda-carismatico, visnu-battista, sciamano-metodista o qualcosa di simile. Si potrà allora cercare la volontà di Dio nella Bibbia o con «I Qing», il taoista «libro dei misteri».

     È ora che gli evangelici si sveglino e tornino al manifesto dei Riformatori: «sola Scrittura — solo Cristo — sola grazia».

     ■ Solo la Scrittura: «Se alcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali le piaghe descritte in questo libro. E se alcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dell’albero della vita e della città santa, delle cose scritte in questo libro» (Apocalisse 22,18s).

     ■ Solo Cristo: «Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso, e che Dio ha risuscitato dai morti…E in nessun altro è la salvezza; poiché non v’è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo a esser salvati» (Atti 4,10.12).

     ■ Solo la grazia: «È per grazia che voi siete stati salvati, mediante la fede, e ciò non viene da voi: è il dono di Dio» (Efesini 2,8).

     ■ Attenzione all’inganno: «Nessuno a suo talento vi derubi del vostro premio per via d’umiltà e di culto di inviati [= personalità], affidandosi alle proprie visioni, gonfiato di vanità dalla mente della sua carne, e non attenendosi al Capo (Cristo)» (Colossesi 2,18). «Diletti, non crediate a ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio; perché molti falsi profeti sono usciti fuori nel mondo» (1 Giovanni 4,1).

     ■ Il criterio del giudizio: «E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco… quanto ai codardi, agli increduli, agli abominevoli, agli omicidi, ai fornicatori, agli stregoni, agli idolatri e a tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda» (Apocalisse 21,8).

 

Yonggi Cho fra pensiero positivo e visualizzazione {Gianni Siena - Nicola Martella} (T/A)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Yonggi_Cho_Car.htm

06-04-2007; Aggiornamento: 20-07-2009

 

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