1. UNA SPIEGAZIONE NECESSARIA: Non pensavamo mai che,
quella che era nata come una parodia [►
San Ladrone], per mostrare l’assurdità del polisantismo (=
politeismo fatto di santi) del cattolicesimo romano e della religiosità
popolare, diventasse una faccenda seria… seria al punto che alcuni mi hanno
scritto per firmare e altri per correggerci: il Ladrone è già santo e si chiama,
a seconda del filone leggendario che si segue, almeno Disma e Tito.
San Disma è amato specialmente in Brasile. Esistono siti che raccolgono numerose
leggende su di lui e presentano varie storie leggendarie sul suo conto. I suoi
devoti hanno scritto articoli, in cui ricostruiscono la sua figura, e
invocazioni dirette a lui.
Viene chiamato il «buon ladrone» per distinguerlo da quello malvagio che
ingiuriava Gesù in croce.
2. LA REAZIONE DI ALCUNI LETTORI: Premetto che i lettori
fanno riferimento a una prima versione dell’«avviso» in cui proponevamo di fare
«santo subito» san Ladrone, di raccogliere firme e di presentarci uniti in
piazza san Pietro il 24/10 per reclamare il diritto di questo santo emarginato —
ma era solo una provocazione per far aprire gli occhi ai lettori… presi nella
ragnatela della mentalità polisantista e intenti a dare gloria a creature morte
invece che al Dio vivente.
■
Un primo messaggio: Carissimi, voglio
collaborare per sostenere la diffusione della devozione a San Ladrone, che è
chiamato San Disma in America latina, quindi è già santo per la Chiesa, ma
purtroppo qui da noi è praticamente dimenticato... io ho già stampato
immaginette con approvazione ecclesiastica... mi piacerebbe
diffonderle... San ladrone interceda per noi! {dr.ssa Chicca
Canger; 04-02-2008}
■
Un secondo messaggio:
Caro Nicola, sono
molto lieta di trovare il tuo
interesse nei confronti di questo Santo, di cui io sono devota e per il quale ho
già fatto stampare immaginette — con approvazione ecclesiastica...
Non è vero che non è santo, tanto è
vero che in America latina lo chiamano san Disma, come la tradizione ha voluto
nominarlo. Quindi si tratta solo di cambiare nome... ti mando l’immaginetta che
ho stampato, con la preghiera che ho scritto, affettuosamente… {dr.ssa
Chicca Canger; 04-02-2008} Poi segue in allegato
un’immagine di san Ladrone, ossia un particolare della crocefissione come
rappresentata in un dipinto del Beato Angelico, e una preghiera scritta
personalmente e rivolta a «San Ladrone, mio amatissimo santo…»
■
Un terzo messaggio: Carissimi,
navigando nel web mi sono imbattuto nella vostra proposta di promuovere la
santificazione del buon ladrone che mi ha trovato subito consenziente. Vedo però
che la petizione è datata 16/09/07 per cui suppongo che il ritrovo a Roma del
24/10 sia già occorso. Mentre vi chiedo come è andata, se è andata, devo però
avvertirvi d’una scoperta disarmante: prima d’attivarmi per sottoscrivere la
vostra petizione, poiché sono un inguaribile curioso, ho digitato san Ladrone su
Google e, sorpresa e meraviglia, nonché scornata per la mia ignoranza, ho
scoperto che egli è già santo col nome Disma ed è conosciuto anche col nome
Tito, che gli è attribuito da uno dei vangeli apocrifi e al quale ha dedicato
una canzone il grande Fabrizio De André (CD «La Buona Novella»). Tutto ciò
dall’enciclopedia Wikipedia; se le cose stanno veramente così, mi sembrerebbe
doverosa una vostra chiara rettifica. Fraternamente… {Gianni Maestroni;
10-02-2008}
Aggiungiamo che
abbiamo rispetto per questi lettori e per i loro sentimenti religiosi, che però
non condividiamo, non essendo essi indirizzati esclusivamente sul Dio vivente e
su suo Figlio, Gesù Cristo. Tali lettori esprimono ciò che è stato alimentato in
loro, nella «serra religiosa» in cui sono vissuti, da parte di un magistero che
ha incoraggiato la devozione popolare polisantista. Così si espresse Gesù sui
capi religiosi del suo tempo: «Guai a voi, dottori della legge, poiché avete
tolta la chiave della conoscenza! Voi stessi non siete entrati, e avete impedito
quelli che entravano» (Lc 11,52).
3. UNA RISPOSTA BIBLICA: Prima cosa voglio ringraziare i
lettori: essi hanno confermato, da una parte, la voglia di credere a qualcosa,
dall’altra, hanno mostrato come la religiosità popolare si costruisca i propri
oggetti di venerazione e culto e, infine, come sia necessaria
un’alfabetizzazione biblica e la diffusione della conoscenza della sacra
Scrittura. Ho dovuto pensare subito ai seguenti versi biblici.
■ «Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza» (Os 4,6).
■ «Essi l’hanno mosso a gelosia con divinità straniere, l’hanno irritato con
abominazioni. 17Hanno sacrificato a demoni che non sono Dio, a dèi
che non avevano conosciuti, dèi nuovi, apparsi di recente, dinanzi ai quali i
vostri padri non avevano tremato. 18Hai abbandonato la Rocca che ti
diede la vita, e hai obliato il Dio che ti mise al mondo» (Dt 32,16-18; cfr.
Gdc 5,8).
■ «Maledetto l’uomo che fa un’immagine scolpita o di getto, cosa abominevole
per l’Eterno, opera di mano d’artista, e la pone in luogo segreto!» (Dt
27,15).
■ «Così parla l’Eterno: “Maledetto L’uomo che confida nell’uomo e fa della
carne il suo braccio, e il cui cuore si ritrae dall’Eterno! 6Egli è
come un tamerice nella pianura sterile […]
7Benedetto l’uomo che confida nell’Eterno, e la cui fiducia è l’Eterno!
8Egli è come un albero piantato presso all’acque […]”» (Gr
17,5-8).
■ «Essi hanno mutato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito
la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno» (Rm 1,25).
È incredibile che nelle preghiere formulate per il san Ladrone, ci si concentri su un uomo dal
passato oscuro per chiedere grazia e intercessione. Come abbiamo mostrato nella
sezione «Lo stato intermedio» del libro «Escatologia
1» (pp. 182-212), nel momento della morte gli uomini vanno o nel
Paradiso (coloro che hanno accettato Gesù quale unico e personale Salvatore e
Signore) o nell’Ades (coloro che hanno rifiutato Gesù quale unico e personale
Salvatore e Signore; Gv 3,36). Il Paradiso e l’Ades sono luoghi di attesa fino
alla risurrezione. Il Paradiso non è il Cielo, dove risiede Dio (i morti essendo
impuri non possono stare alla presenza di Dio), ma un luogo intermedio, dove
sono coscienti ma inattivi, non avendo un corpo. In tale «stato intermedio» i
redenti non hanno possibilità di sapere che cosa succeda sulla terra (sono i
nuovi morti che portano le novità!) o nel cielo (cfr. Ec 9,5). Non hanno quindi
nessuna possibilità di intercedere presso Dio né di agire a favore degli umani.
I morti in Cristo aspettano pazientemente la risurrezione della carne per poter
tornare ad essere attivi in senso personale e storico.
Stando così le cose, le preghiere rivolte a persone particolarmente meritevoli,
caso mai ce ne fossero (sono salvati tutti per grazia mediante la fede! Ef 2,8),
non le raggiungono. La devozione e la venerazione dei viventi verso tali
«santi» (per la Bibbia ogni credente in Cristo è santo!) non li lambisce
neppure. Le richieste di intercessione e d’aiuto non arrivano a destinazione,
poiché i morti in stato di grazia sono tagliati fuori dal mondo dei viventi e
dal mondo di Dio (cielo) fino alla risurrezione. È quinti tutta un’attività
inutile, un affanno devozionale senza fondamento e senza risultato.
A ciò si aggiunga che l’apostolo Paolo rivelò che tutta la devozione non
indirizzata al Dio vivente e a Cristo, suo Figlio, ma a persone morte o ad
angeli, diventi uno spiritualismo esoterico e valga molto più per i
demoni! «Io dico che le carni che i Gentili sacrificano, le sacrificano ai
demoni e non a Dio; ora io non voglio che abbiate comunione coi demoni. 21Voi
non potete bere il calice del Signore e il calice dei demoni; voi non potete
partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demoni» (1 Cor 10,20s).
È terribile questo pensiero: ogni venerazione che non ha come oggetto Dio Padre
e Cristo non è legittima e ha come oggetto i demoni! Perciò, a nessun credente
della chiesa apostolica del primo secolo era mai venuto in mente di rivolgersi
in preghiera a una persona immanente o trascendente che non fosse Dio!
■ «E come Pietro entrava, Cornelio, fattoglisi incontro, gli si gettò
ai piedi, e l’adorò. 26Ma Pietro lo rialzò, dicendo: “Lèvati, anch’io
sono uomo!”» (At 10,25). Ricordo che nella Bibbia non c’è mai i termini
«venerazione, venerare». Tutto ciò che viene fatto in senso di devozione è
sempre e solo adorazione!
■ «E io, Giovanni, sono colui che udii e vidi queste cose. E quando le ebbi
udite e vedute, mi prostrai per adorare ai piedi dell’angelo che mi aveva
mostrate queste cose. 9Ma egli mi disse: “Guardati dal farlo; io sono
tuo conservo e dei tuoi fratelli, i profeti, e di quelli che conservano le
parole di questo libro. Adora Dio”» (Ap 22,8s; cfr. 19,10).
Torniamo alla
crocifissione. Sul tema proposto dai lettori, personalmente preferisco
guardare a nessuno dei due ladroni, ma al Nazareno nel loro mezzo. Dopo la morte
di Lazzaro, Gesù disse a Marta:
«Io sono la resurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muoia, vivrà;
26e chiunque vive e crede in me, non morrà mai. Credi tu questo?» (Gv
11,25s).
Egli ha inoltre tolto ogni alibi di un polisantismo e della possibilità di altre
vie verso Dio: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre
se non per mezzo di me» (Gv 14,6).
Anche l’apostolo Paolo ha espresso questa verità con un’affermazione
dottrinale, costruita ad arte: «Uno è infatti Dio, uno e mediatore di Dio e
degli uomini, l’uomo Cristo Gesù, il quale diede se stesso come [prezzo di]
riscatto per tutti» (1 Tm 2,5s).
Gesù è il Sommo Sacerdote sempre vivente, sempre presente, sempre vigile,
sempre sensibile e misericordioso e sempre pronto a soccorrere (Eb 2,17; 4,14s;
8,1ss). Come figli di Dio abbiamo il privilegio di accostarci, sempre e
comunque, direttamente a Dio in preghiera per mezzo di Gesù Cristo. Se siamo
figli del Re, possiamo accedere sempre, direttamente e personalmente nella
stanza del trono, senza passare per anticamere e mediatori umani, e rivolgerci a
Lui dicendogli: «Caro Padre!». «Voi non avete ricevuto lo spirito di servitù
per ricader nella paura; ma avete ricevuto lo Spirito d’adozione, per il quale
gridiamo: “Abba! Padre!”» (Rm 8,15). «E perché siete figli, Dio ha
mandato lo Spirito del suo Figlio nei nostri cuori, che grida: “Abba, Padre”.
7Perciò tu non sei più servo, ma figlio; e se sei figlio, sei anche erede
per grazia di Dio» (Gal 4,6s).
A che servono allora mediatori, se abbiamo l’unico Mediatore? A che servono
ambasciatori e intercessori, se il principe Gesù è nostro fratello e il re Dio è
nostro Padre?
Il polisantismo è un inganno costruito nei secoli dalla religiosità
popolare, perché non conosce la verità biblica e perché abituata al politeismo.
Il polisantismo è stato altresì favorito dal clero durante i secoli per legare a
sé le masse, abituate alla superstizione religiosa, indirizzando tali molteplici
devozioni d’origine politeista, cristianizzandole e reinterpretandole in senso
polisantista; ciò ha permesso al clero di continuare a esercitare un’influenza e
un potere sulla gente ignara e senza conoscenza biblica. Il pantheon prima era
costituito da molteplici dèi, ognuno con un’altra specializzazione e funzione.
Lentamente fu sostituito da «santi», ossia da persone particolarmente
meritevoli; le funzioni degli antichi protettori pagani furono attribuire, a
mano a mano, ai nuovi protettori cristianizzati. Dal politeismo si passò al
polisantismo. Il pantheon (concistoro di dèi) si trasformò in un panàgion
(concistoro di santi).
L’apostolo
Pietro attestò senza tentennamenti dinanzi al Sinedrio: «E in nessun
altro è la salvezza; poiché non v’è sotto il cielo alcun altro nome che sia
stato dato agli uomini, per il quale noi possiamo esser salvati» (At 4,12).
E l’apostolo Paolo aggiunse: «Dio lo ha sovranamente innalzato e gli
ha dato il nome che è al di sopra d’ogni nome, 10affinché nel nome di
Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto la terra, 11e
ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre»
(Fil 2,9-11).
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-San_Disma_Esc.htm
12-02-2008; Aggiornamento: |