1 ENTRIAMO IN TEMA (Nicola
Martella): Abbiamo lungamente scritto sul tema del rhẽma, un termine
greco non particolarmente significante, del tutto sinonimo del più conosciuto e
ricorrente lógos. Eppure la recente ideologia del rhema, inventata da
Kenneth Haghin, ha posto tale termine al centro della propria dottrina. Fa
parte della demagogia, anche quella religiosa, di rendere grande ciò, che è
piccolo, e di sminuire ciò, che è grande. Fino ad alcuni decenni or sono, nessun
credente normale conosceva tale parola; ora è diventata una parola alla moda,
uno slogan, un termine tecnico di tale ideologia, con cui si vogliono
giustificare come «parola di Dio per l’oggi» presunti messaggi
trascendentali.
A Corinto Paolo ingiunse la seguente regola: «Parlino due o tre
proclamatori [gr. profetai], e gli altri giudichino» (1 Cor 14,29). I
seguaci del rhema, invece, pretendono che non si debbano mettere in forse né
sotto verifica i loro messaggi celestiali, essendo «parola di Dio». Con un tale
trucco, si aggiungono
dottrine alla Bibbia mediante altre presunte rivelazioni e altre dottrine
vengono sminuite mediante tale «filtro» rivelatore (cfr. Ap 22,18s). Con tale
arbitrio si finisce a dare spazio a un altro spirito e si predica un
altro cristo e un altro evangelo (Gal 1,6ss; 2 Cor 11,3s).
Come abbiamo visto già altrove, in modo arbitrario si designano i comandi
dell’Eterno a
Noè come rhema e lo stesso accade per la rivelazione rivolta a Giovanni
nell’Apocalisse. Ciò non è serio. È sbagliato
proiettare cose inesistenti nella Bibbia, ed è sbagliato designare
una rivelazione come rhema, visto che non è un termine tecnico specifico.
Rhẽma è un termine greco, mentre la Genesi è stata scritta in ebraico;
quindi Noè non poteva ricevere un rhẽma, essendo questa una parola
a lui ignota. È scritto semplicemente che Dio parlò a
Noè (Gn 6,13; 7,1; 8,15; 9,8.17), gli comandò (Gn 6,22), lo benedisse (Gn 9,1).
Altro non c’è scritto, né venne usato un qualche termine specifico.
La visione di
Giovanni non venne mai chiamata rhẽma nell’Apocalisse, per il
semplice motivo che in tutto il libro tale termine non ricorre mai! Al
contrario, venne usato il termine greco
apokalypsis «rivelazione» (Ap 1,1).
Nella Bibbia si
parla, quindi, di «rivelazione» (2 Sam 7,27 nella Settanta c’è qui il verbo
apokalyptō) e che «l’Eterno si
rivelava» (1 Sm 3,21). Dio parlò in visione (Gn 15,1; Nu 12,6;
24,4), in sogno (Gn 20,3; 31,24; 1 Re 3,5), in manifestazioni naturali
(Gn 15,17; Es 19,18; 20,18s; Sal 18,7ss; cfr. 1 Re 19,11ss); in ebraico è
scritto letteralmente: «La
parola accadde a qualcuno» (Gn 15,4; 1 Sm 15,10; 2 Sm 24,11). Nell’AT e nel
NT rhẽma non è mai un termine tecnico, usato dagli scrittori per
descrivere, in modo onnicomprensivo, la manifestazione o la rivelazione di Dio.
Come vedremo, quando compare, non è dissimile da logos, che è molto più
ricorrente.
2 GESÙ, LÓGOS E RHEMA
(Nicola Martella): Mi è stato posto all’attenzione quale sia il rapporto di Gesù
con
lógos e rhẽma; rispondo al riguardo come segue. Già altrove ho fatto
notare che nella Scrittura Gesù è chiamato lógos, ma mai rhẽma.
Ciò era dovuto al fatto che, come risulta dai papiri al tempo del NT, lógos
nel greco popolare veniva usato per l’avvocato (a Roma si direbbe «er
parola», il parolaio), colui che difendeva gli interessi del suo cliente e ne
faceva le veci in giudizio. La stessa cosa avviene oggigiorno, quando il popolo
dice «dottore» (= laureato in qualche disciplina) per intendere il
«medico». Per questo motivo, Gesù è chiamato «avvocato
[gr. paráklētos] presso il Padre»
(1 Gv 2,1); per questo Egli disse che avrebbe mandato un «altro
paráklētos» (Gv 14,16), perché Egli, come lógos, era già il primo.
Quanto al rapporto fra Gesù e rhẽma, bisogna far notare che esso
non è nulla di particolare. Egli usò lógos e rhẽma senza
distinzione, privilegiando il primo termine, che è oltremodo più ricorrente nel
NT. I suoi discorsi (o ragionamenti), anche quelli di rivelazione e predizione,
furono chiamati specialmente lógos / lógoi (Mt 7,28; 15,12; Mc
10,24; Lc 9,44; 10,39; Lc 24,19; Gv 2,22; 4,50; 8,31; 14,23; 18,32) e, molto più
raramente. rhẽma / rhẽmata (Mt 26,75; Gv 8,20).
Si può affermare, in qualche modo, che ciò, che Dio disse in Gesù e
mediante Gesù (ciò vale anche per la «parola di Cristo», che gli apostoli
annunciarono; Rm 10,7; Col 3,16), era l’ultima parola importante, che
Egli aveva da dire nella storia, fino alla sua conclusione. «Dio,
dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per
mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del
Figlio» (Eb 1,1s).
Essa è «la parola
profetica più salda» (2 Pt 1,19), ossia la parola della proclamazione
apostolica, che poi è stata messa per iscritto. «La testimonianza
di Gesù è lo spirito della profezia» (Ap
19,10); come nell’antico patto il Decalogo era la «testimonianza» (=
lett. «ciò che si può conoscere», ossia della volontà di Dio; Costituzione) per
Israele, nel nuovo patto l’insegnamento di Gesù è tale «base di
conoscenza divina», che è il cuore della proclamazione apostolica, la quale c’è
stata poi tramandata per iscritto. Dio ha parlato sufficientemente nella
storia; a ciò non bisogna colpevolmente aggiungere né togliere più alcunché (Ap
22,18s).
3. RHEMA NEL NT
3.1. LE
RICORRENZE DI RHEMA NEL NT (Edoardo Piacentini): Non sapevo che
lógos nel greco popolare veniva usato per l’avvocato.
I versi del Nuovo Testamento, dove è usato rhẽma invece di
lógos sono i seguenti: Matteo 4,4 «L’uomo non vive di solo pane, ma di
ogni parola [rhẽmati] che procede dalla bocca di Dio» (anche Luca 4,4);
Matteo 26,75 «Allora Pietro si ricordò di quello che Gesù gli aveva detto
[rhẽmatos]: Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte» (anche Marco
14,72); Matteo 27,14 «Ma egli non gli rispose neppure una parola [rhẽma],
tanto che il governatore ne fu grandemente meravigliato»; Luca 1,38 «Allora
Maria disse: Ecco la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola
[rhẽma]. E l’angelo si allontanò da lei»; Luca 3,2 «sotto i sommi
sacerdoti Anna e Caiafa, la parola [rhẽma] di Dio fu indirizzata a Giovanni,
figlio di Zaccaria, nel deserto»; Giovanni 3,34 «Infatti colui che Dio ha
mandato, proferisce le parole [rhẽmata] di Dio, perché Dio non gli dà lo Spirito
con misura»; Giovanni 8,20 «Gesù pronunziò queste parole [rhẽmata] nel
luogo del tesoro, insegnando nel tempio; e nessuno lo prese, perché non era
ancora venuta la sua ora»; Giovanni 15,7 «Se dimorate in me e le mie
parole [rhẽmata] dimorano in voi, domandate quel che volete e vi sarà fatto»;
Atti 2,14 «Ma Pietro si alzò in piedi con gli undici e ad alta voce parlò
loro: Giudei e voi tutti che abitate in Gerusalemme, vi sia noto questo e
prestate attenzione alle mie parole [rhẽmata]»; Atti 10,37 «Voi sapete
ciò [rhẽma] che è accaduto per tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo
il battesimo che Giovanni predicò»; Atti 11,14 «Egli ti dirà parole
[rhẽmata], per mezzo delle quali sarai salvato tu e tutta la tua casa»; Atti
11,16 «Mi ricordai allora della parola (rhẽmatos) del Signore che diceva:
Giovanni ha battezzato con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo»;
Atti 13,42 «Ora, quando i Giudei furono usciti dalla sinagoga, i gentili li
pregarono che il sabato seguente fossero loro proposte le stesse cose [rhẽmata]»;
Atti 26,25 «Ma egli disse: Io non farnetico, eccellentissimo Festo, ma
proferisco parole [rhẽmata] di verità e di buon senno»; Romani 10,8 «Ma
che dice essa? La parola [rhẽma] è presso di te, nella tua bocca e nel tuo
cuore. Questa è la parola [rhẽma] della fede, che noi predichiamo»; Romani
10,17-18 «La fede dunque viene dall’udire, e l’udire viene dalla parola
[rhẽmatos] di Dio. Ma io dico: Non hanno essi udito? Anzi, "La loro voce è corsa
per tutta la terra, e le loro parole [rhẽmata] fino agli estremi confini del
mondo"»; 2 Corinzi 12,4 «fu rapito in paradiso e udì parole [rhẽmata]
ineffabili, che non è lecito ad alcun uomo di proferire»; 2 Corinzi 13,1 «Ecco,
questa è la terza volta che vengo da voi. Ogni parola [rhẽma] sarà confermata
per la bocca di due o tre testimoni»; Efesini 6,17 «Prendete anche l’elmo
della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola [rhẽma] di Dio»;
Ebrei 6,5 «e hanno gustato la buona parola di Dio [rhẽma] e le potenze del
mondo a venire»; Ebrei 11,3 «Per fede intendiamo che l’universo è stato
formato per mezzo della parola [rhẽmati] di Dio, sì che le cose che si vedono
non vennero all’esistenza da cose apparenti»; Ebrei 12,19 «né allo
squillo di tromba, né al suono di parole [rhẽmatôn], che quelli che l’udirono
richiesero che non fosse più rivolta loro alcuna parola»; 1 Pietro 1,25 «ma
la parola [rhẽma] del Signore rimane in eterno; e questa è la parola [rhẽma] che
vi è stata annunziata»; 2 Pietro 3,2 «affinché vi ricordiate delle parole
[rhẽmatôn] già dette dai santi profeti e del comandamento dello stesso Signore e
Salvatore trasmessovi da noi apostoli»; Giuda 1,17 «Ma voi, carissimi,
ricordatevi delle parole [rhẽmatôn] che gli apostoli del Signore nostro Gesù
Cristo hanno predetto».
3.2. LE
RICORRENZE DI RHEMA NEL NT (Nicola Martella): Come ha mostrato Edoardo
Piacentini, il termine rhẽma era abbastanza raro nel NT, tanto che
tutti i suoi riferimenti possono essere contenuti in tale lista, e non si
riferiva per nulla sempre a una rivelazione; basta prendere in mano una
concordanza greca del NT o della Settanta per accorgersene. Se uno dovesse fare
l’elenco del termine lógos, magari non gli basterebbero venti volte di
più. Il termine rhẽma è un po’ come la parola «vocabolo» in italiano, che
usiamo molto più raramente rispetto a «termine, parola»; o è come il termine
«proposizione», che usiamo raramente, preferendo «frase». Tuttavia, sono solo
sinonimi e basta.
L’abilità del diavolo sta sempre lì a prendere le cose ultime, per renderle
prime e preponderanti, riempiendole di nuovo contenuto e significato. Similmente
il diavolo rende piccole le cose grandi dinanzi a Dio, e viceversa. Così è per
il raro termine rhẽma, che oggigiorno dà il nome a dottrine,
scuole bibliche, istituti di vario genere, a presunte rivelazioni e così via.
Così sono nate varie false dottrine da parte di gente confusa, che ha
avuto la presunzione che i propri pensieri provenissero dalla bocca di Dio e che
essi fossero i «canali privilegiati» per nuove rivelazioni. Un confronto
fra tali asserzioni dottrinali e la sacra Scrittura, mostra la falsità di tali
concezioni. Il problema è quando col consenso creato s’interpreta la
Scrittura mediante il «filtro» di tali rivelazioni, e si crede che sia così e
s’insegna in tale modo. Si vedano al riguardo l’interpretazione gnostica dei
primi capitoli della Genesi da parte di W.M. Branham e di Eliseo
Bonanno, suo emulo (rapporti sessuali fra serpente e Eva; Caino figlio del
serpente; il corpo prigione dello spirito, ecc.). [►
Branham e i suoi seguaci;
►
Speculazioni gnostiche di Eliseo Bonanno sulle Origini] La medicina è
anche qui sempre e solo l’esegesi contestuale rigorosa (2 Tm 2,15).
3.3. LE
RICORRENZE DI RHEMA NEL NT (Edoardo Piacentini): Io ritengo che questa
distinzione, presupposta dai seguaci del rhema, non esiste, perché rhẽma
e lógos sono assolutamente sinonimi; è solo un espediente. che
usano di solito i «maestri secondo le loro proprie voglie» (2 Tm 4,3) per
imporre le loro false dottrine ai credenti, come i falsi profeti, che
parlano in nome dell’Eterno, per dire quello che «l’Eterno non ha proferito»
(Dt 18,22). In tal modo, vogliono farsi credere dai cristiani sprovveduti,
che non sono soliti confrontare quello, che odono con la Scrittura. Al
contrario, i Giudei di Berea, dopo aver ascoltato l'insegnamento dell’apostolo
Paolo, esaminavano «ogni giorno le Scritture per vedere se queste cose
stavano così» (At 17,11). Hai ragione, caro Nicola, quando dici che la
medicina è sempre e solo l’esegesi contestuale rigorosa (2 Tm 2,15).
4. RHEMA NELLA SETTANTA
(Nicola Martella): Abbiamo visto che nel NT il più raro termine rhẽma e
il più frequente termine lógos sono semplicemente sinonimi, come
lo sono in italiano «parola, termine, vocabolo» e «frase, proposizione,
discorso». Niente di più. Ambedue i termini si applicano alle singole parole o
ai discorsi parlati o scritti. Solo l’ideologia
religiosa ha strumentalizzato rhẽma, snaturandolo a proprio uso e
consumo, pur di trovare un improbabile pezzo d’appoggio.
Ecco uno studio comparativo nella Settanta, la traduzione greca dell’AT
fatta nel terzo secolo a.C. Mi limito perlopiù a indicare i termini greci nel
testo italiano. Tale studio mostra la corrispondenza dei termini rhẽma e
lógos fin dal greco dell’AT.
■ Parole scritte: Nella Settanta troviamo: «E Mosè scrisse tutte le
parole [rhēmata] del Signore» (Es 24,4; καὶ ἔγραψεν Μωϋσῆς πάντα τὰ
ῥήματα κυρίου).
Al riguardo i due termini greci sono semplicemente sinonimi: Nella
Settanta troviamo: «E il Signore scrisse sulle tavole le parole [rhēmata]
del patto, le dieci parole [lógûs]» (Es
34,28; καὶ ἔγραψεν τὰ ῥήματα ταῦτα ἐπὶ τῶν πλακῶν τῆς διαθήκης, τοὺς δέκα
λόγους). Le «dieci parole [lógûs]»
di Esodo 34,28 (così anche Dt 10,4) in Deuteronomio 4,13 sono chiamate Le
«dieci parole [rhēmata]» (τὰ δέκα ῥήματα; Dt 5,22 «Queste
parole [rhēmata]»). Contrariamente alle attese dei seguaci della teorie del
rhema, il termine rhẽma è usato per le parole scritte come lo è
lógos.
■ Parole in visione: Nella Settanta troviamo: «Dopo queste parole [rhēmata],
la parola [rhẽma] del Signore avvenne in visione a Abramo» (Gn 15,1).
Similmente leggiamo: «Così dice colui che
ode le parole [lógia] di Dio, colui che contempla la visione
dell’Onnipotente» (Nu 24,4; similmente nel v. 16). «Nathan parlò a
Davide, secondo tutte queste parole [lógûs] e secondo tutta questa
visione» (2 Sm 7,17). Nel testo ebraico parole e visione si trovano anche
altrove insieme, mentre nel testo greco c’è quanto segue:
Is 2,1 lógos; Ez 11,25 lógûs;
Am 1,1 lógoi;
Mi 1,1 lógos. Come si vede, contrariamente alle aspettative di
coloro che affermano che il rhẽma sia connesso alla visione, mentre il
lógos alla parola scritta, vediamo che nella Settanta il termine lógos
è preponderante, visto rhẽma che si trova soltanto in Genesi 15,1.
■ Parole parlate: Nella Settanta troviamo:
Lamec invitò le sue mogli ad ascoltare i suoi lógoi
(Gn 4,12). «Mosè riferì a Aaronne tutte le parole [lógûs], che
il Signore lo aveva incaricato di dire» (Es
4,28).
Al riguardo i due termini greci sono semplicemente sinonimi: Nella
Settanta qualcuno
raccontò «tutte queste parole [rhēmata]»
(Gn 20,8 Abimelek; Gn 24,28; Rebecca; 1 Sm 25,37 Abigail). Similmente è
scritta la stessa cosa con lógoi: «Egli
[Giacobbe] raccontò a Labano tutte queste parole [lógûs]» (Gn 29,13
πάντας τοὺς λόγους τούτους).
Si confronti anche quanto segue: «Ascoltate
le mie parole [lógōn]»
(Nu 12,6). «Ma pure, ascolta, o Giobbe, i miei discorsi [rhēmata],
porgi orecchio a tutte le mie parole [laliàn]»
(Gb 33,1). «Ascolta le mie parole [rhēmata]»
(Sal 17,6). «Ascolta, figlio mio, ricevi le mie parole [lógûs]»
(Pr 4,10). Contrariamente alle attese dei seguaci della teorie del rhema,
il termine rhẽma è usato per le parole parlate come lo è lógos.
►
Approfondimento storico-biblico sul rhema? Parliamone {Nicola Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Rhema_storic-BB_EdF.htm
25-08-2012;
Aggiornamento: 19-10-2012 |