1. PII
DESIDERI PROFETICI: Nel mondo carismaticista tutto può diventare una
«profezia», termine con cui in tale ambiente s’intende un «messaggio celeste»,
con cui Dio indicherebbe la sua precisa volontà o farebbe una predizione per
qualcuno. «Profezia» è un termine che si presta a molte manipolazioni e
strumentalizzazioni. Ciò deriva anche dal fatto che non è una traduzione di un
termine greco, ma solo la sua trasposizione in italiano; perciò, ognuno lo
riempie come crede. In effetti, il termine greco profeteia non significa
altro che «proclamazione», ossia discorso pubblico, dinanzi agli altri.
Esso non ha direttamente a che fare con «predizione» (affermare in anticipo).
Tuttavia il consenso lo ha distorto in questo senso. A differenza
dell’insegnamento, che serve per istruire nel preciso consiglio di Dio, la
«proclamazione», per il suo carattere estemporaneo, serve soprattutto per
edificare, ravvivare, esortare e così via col suo linguaggio particolare (cfr. 1
Cor 14,3).
Alcuni credenti, che vivono in tale clima entusiastico, volenti o nolenti,
rivestono
i propri desideri, le proprie aspirazioni e le proprie volontà in modo tale, da
dare loro un carattere «profetico», per così farli apparire con più credibilità.
Già il linguaggio usato trae spesso in inganno: «Il Signore mi ha detto;
Dio mi ha rivelato; Gesù mi ha parlato; lo Spirito Santo mi ha comunicato...».
Quando, poi, si chiede a tali credenti come ciò sia avvenuto, ci si accorge che
è spesso soltanto un modo di dire devozionale; in effetti, non hanno
sentito alcuna voce, ma hanno soltanto riflettuto nel loro cuore, o un brano
della Bibbia li ha toccati particolarmente. In tale clima devozionale
entusiastico, dove ognuno sembra voler primeggiare con fenomeni trascendentali,
ripetendo continuamente le stesse cose, ci si convince in effetti di ciò, che si
desidera che fosse.
Singolare è il fatto che un credente di tale ambiente è pronto a giurare che Dio
gli ha parlato, rivelandogli che la data persona è il partner destinatogli da
Dio. Essi affermano di averci pregato sopra anche insieme e che Dio avrebbe
dato loro precisi segni. In tanti casi, quando s’incontra un tale credente
alcuni mesi dopo e si chiede come va tale relazione, ci si sente rispondere: «Ci
siamo lasciati. Non eravamo destinati l’uno per l’altro. Si vede che non era la
volontà di Dio». Ancora più grave è quando qualcuno si trasforma in una specie
di «agenzia matrimoniale» e si convince che Dio gli avrebbe dato un «dono
profetico» d’intuire chi sarebbe fatto l’uno per l’altra. Perciò, si reca da
tali persone singolarmente e presenta loro le sue «intuizioni» come «profezia» o
«rivelazione divina».
Negli ambienti entusiastici tali cose vengono prese molto seriamente. Spesso
manca pure una verifica seria da parte di fratelli maturi o della chiesa locale.
Si crede che le «profezie» non si debbano discutere, ma solo adempierle; le
gravi conseguenze di tale fatalismo spiritualizzato sono molteplici. Ho
sentito di persone che si sono sposate su tali indicazioni, per recarsi in un
certo posto e per fare certe cose. Quante tragedie sono nate da tali
manipolazioni
profetiche. Quante persone, che non si amavano, si sono sposate per
adempiere un presunto volere divino, vivendo drammi matrimoniali per
incompatibilità e finendo in una separazione o in un divorzio. Quante persone
hanno venduto ogni cosa e si sono recate in posti specifici, per adempiere tali
presunte «profezie» di qualcuno, e per finire nella completa indigenza e nel
pieno disastro esistenziale, economico e ministeriale. In vari casi
documentati i credenti entusiastici si rifiutavano di portare a seppellire
il corpo oramai puzzolente del loro congiunto morto (figlio, genitore, coniuge),
perché qualche «unto» aveva «profetizzato» che Dio lo avrebbe sicuramente
riportato in vita; la polizia, per evitare epidemie, dovette procedere con la
forza. Che cosa triste e drammatica, quando i propri pii desideri fanno
mettere colpevolmente in bocca a Dio parole, che Egli non ha mai pronunciato. È
così che alcuni sedicenti «profeti» carismaticisti hanno fatto carriera.
2. CASI
CONCRETI DI «PROFEZIA» AMOROSA
2.1.
L’ESPERIENZA DI UN GIOVANE CREDENTE: Tempo fa, un giovane amico credente
mi ha scritto la seguente lettera. Shalom, Nicola, come va? Quello che ti
propongo, è forse un argomento affrontato in tutte le salse. Eppure continuo a
vedere nella mia personale esperienza quanto la chiesa di Dio abbia bisogno di
essere istruita circa la profezia.
Mi è capitato (specialmente in ambito pentecostale) di trovare ragazze che,
senza conoscermi, affermano di aver avuto da Dio tramite «profeti» la
rivelazione che io fossi l’uomo della loro vita. Col caro Luciano [Leoni]
ci facciamo un paio di risate, ma poi ci si sofferma a riflettere sulla gravità
del problema.
Ancora un’ultima esperienza personale, ho pregato per lungo tempo con una
sorella. Solo dopo, quando ho capito che non era la persona che Dio voleva per
me, è uscito fuori che taluni «profeti» le avevano detto che ero «l’uomo della
sua vita». Ad oggi, lei mi vede come il peccatore, che ha resistito alla
volontà di Dio. Secondo lei, Dio voleva che noi stessimo insieme, ma io ho
rinunciato a questa «benedizione» di Dio.
Le conseguenze di quanto «rivelato da tali profeti», sono deleterie. Non
solo, mi rendo conto che poi ci si aspetta da Dio e dagli uomini cose, che né
l’Uno né gli altri hanno mai promesso.
C’è ancora un altro aspetto. Nella Torà un metro di misura per
riconoscere il vero dal falso profeta consisteva nel notare se ciò, che
proclamava si adempiva o no, esaltando un Dio sovrano sugli avvenimenti.
Oggigiorno, il «profeta» sembra proclamare una «verità» soggetta alla
responsabilità umana (una visione piuttosto arminiana a parer mio).
Molti «profeti», che proclamano, anziché Cristo e Lui crocifisso, il futuro
altrui a guisa di veggenti, quando non ci azzeccano, non vengono ripresi
né squalificati dal loro ministero.
Come già detto in altri tuoi articoli, purtroppo molti apostoli non
fondano mai delle chiese, ma prendono solo autorità su di esse; molti dottori
non insegnano correttamente tutto il consiglio di Dio e non sono nemmeno
preparati (o forse chiamati?!), ecc. ecc. Dunque, i profeti? Invece di
proclamare Cristo, si soffermano a predire il futuro; che tristezza. Dio ti
benedica. {Christian Tursi; 27-05-2011}
Molto tempo dopo,
ritrovando il suo scritto, lo interpellai di nuovo circa le sue esperienze, in
cui ragazze cristiane hanno usato «profezie» comode per trovare marito. Gli
chiesi se avesse altri aspetti da aggiungere, per farne un tema di discussione.
Si ricordò, tra altre cose, che il tutto prendeva spunto dalla sua personale
esperienza nei confronti di una sorella in Cristo, con cui stava pregando, per
comprendere quale fosse la volontà del Signore. Ecco quanto ha aggiunto: Non
riporto il nome della persona per non «esporla a infamia», usando un’espressione
biblica, ma quando io capii che non poteva essere la persona, che Dio voleva
pormi affianco come aiuto convenevole, lei mi narrò di due profezie: ● 1. Una
pastora le profetizzò, poco prima che iniziassimo a pregare, che lei avrebbe
sposato un ministro di culto. ● 2. Un profeta brasiliano, contattato come
una sorta di SOS spirituale in Brasile, le diede molte informazioni su di me,
pur non avendomi mai conosciuto (si trova dalla parte opposta del globo
terrestre); egli le disse che io ero «l’uomo della sua vita».
Così, alla luce di ciò, quando io le diedi il mio punto di vista delle cose, lei
mi disse: «Stiamo forse pregando due Dèi diversi? Dio vuole benedirti con
me, ma
tu stai resistendo alla volontà di Dio». {Christian Tursi; 13-04-2012}
2.2.
ALCUNE OSSERVAZIONI: Visto il fatto che diverse donne sono venute da
Christian in cerca di un marito, usando il tasto «profetico», ciò porta con sé
alcune conseguenze. Ciò mostra come l’urgenza e il desiderio di trovare
marito, spinga alcune donne in ambiente entusiastico o a bluffare o a
prestarsi a una attività ricorrente, che fa confondere i desideri personali con
la volontà di Dio.
Se Christian avesse dovuto adempiere a tutte tali cosiddette «profezie»
matrimoniali, oggigiorno sarebbe un poligamo, pur di piacere a Dio e per
appagare i desideri di tali donne cristiane.
Visto che le donne, che hanno usato tale artificio «profetico» sono diverse, si
può nutrire molti dubbi sull’uso domestico e intenzionale di tali sedicenti
«profezie». Almeno in tutti i casi meno uno si è dovuto trattare di
falsa profezia.
Confrontando tali casi, accaduti allo stesso giovane, l’immagine di Dio degli
entusiastici risulta alquanto contraddittoria. Se le sedicenti «profezie»
fossero vere, risulterebbe un Dio alquanto contraddittorio, alquanto
labile nelle sue intenzioni e mutevole nella sua volontà. Questo non è il Dio
sovrano, di cui parla la Bibbia.
Ammesso, ma non concesso, che tali sedicenti «profezie» fossero vere, è
immancabile che Christian sia da considerare un grande peccatore, che
continuamente si rifiuta di compiere la volontà di Dio! Contro quale donna,
desiderosa di maritarsi, ha peccato di più? Oppure avrebbe dovuto sposarsele
tutte per essere veramente ubbidiente, magari trasferendosi nella
terra natia dei mormoni o in un paese islamico? Perché Christian ha rinunciato
mai a tanta «benedizione» divina!?
Come non notare che
in ambiente entusiastico sono specialmente donne a rivestire i panni di
«profetessa» e di occuparsi di questioni sentimentali? Nella Bibbia le donne
profetesse sono un fenomeno raro e si possono contare sulle dita di una
mano. Nel mondo mistico-entusiastico sono in maggioranza! Nella Bibbia le
predizioni (non le «profezie», termine che significa soltanto
proclamazione!) avevano a che fare con questioni importanti del popolo di Dio e
dell’opera del Signore, nel mondo entusiastico il tutto è stato declassato a
questioni domestiche, al desiderio di sapere, a una specie di oroscopo, di
divinazione quotidiana. Come nell’antichità si andava dalla Pizia, per
consultare il destino, oggigiorno di chiede il responso alla «profetessa» di
turno.
Come mostra la questione del «profeta brasiliano», che viene consultato
come una specie di «pozzo di san Patrizio», si tratta di chiaroveggenza
cristianizzata. Già in Israele c’era questa attività divinatoria, esercitata in
nome dell’Eterno, ma contro la sua volontà (cfr. Ger 14,14).
3.
ASPETTI CONCLUSIVI: Per far capire l’uso erroneo del termine «profezia»
e il suo uso ideologico e strumentale riporto il seguente aneddoto. Si
racconta che c’era una conferenza cristiana, che durò diversi giorni. A un certo
punto di tale convegno, un uomo, vincendo le proprie resistenze e facendosi
coraggio, si avvicinò a una donna e le disse: «Sorella, permette una parola? E
da giorni che la guardo. Il Signore mi ha rivelato mediante profezia che tu sei
la donna della mia vita». Ella, vinse subito il momento di imbarazzo e sorpresa
e, garbatamente sorridente, gli rispose: «Oh, fratello, questo è proprio
interessante e mi fa piacere. Per favore, però, potresti dirlo anche a mio
marito?». Volentieri sarei stato uno di coloro, che assistevano a tale scena.
Per nulla al mondo vorrei essermi trovato nei panni di tale uomo in cerca di
moglie! Posso immaginarmi come tale evento sia passato di bocca in bocca durante
tale convegno, diventando lo spasso «discreto» degli astanti. Non è stato
tramandato se tale uomo, coperto di vergogna e imbarazzo, abbia abbandonato la
conferenza prima del tempo.
La mancanza di discernimento negli ambienti entusiastici è
impressionante. Basta che uno apra la bocca e pronunci il nome di Dio, di Gesù o
menzioni lo «Spirito», che si pensa subito che tale chiaroveggenza o divinazione
provenga da Dio. In tale modo i seguaci di Balaam, dei Nicolaiti e della falsa
profetessa Iezabel si fanno strada e fanno carriera «cristiana» (Ap 2,6.14s.20).
►
Profezie di comodo, specialmente amorose? Parliamone {Nicola Martella} (T)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Profez_comod_amor_EnB.htm
26-09-2012; Aggiornamento: 30-09-2012 |