Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Manuale Teologico dell’AT

 

Cristianesimo giudaico

 

 

 

 

Dopo una introduzione alle problematiche della teologia dell’AT, segue il dizionario teologico dell’AT.

   Ecco le parti principali dell’introduzione alla teologia dell’AT:
■ Il compito e l’oggetto della Teologia dell’AT
■ Le posizioni teologiche più ricorrenti
■ I patti e gli altri approcci
■ Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT.

 

Al dizionario teologico dell’AT sono acclusi un registro delle voci e un registro ragionato delle stesse detto «percorsi teologici».

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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DOTTRINA ANTITRINITARIA DI GIANNI MONTEFAMEGLIO

Fonte ispiratrice di Angelo Ficara e d’altri moderni Ebioniti

 

 di Nicola Martella

 

 

1.  LE QUESTIONI: Il seguente articolo è nato dalle esplicazioni di questa lettrice. Caro Nicola, ti scrivo per darti un’informazione, della quale immagino tu sia già al corrente. Dopo aver letto il tuo articolo «Fantasia mitologica d’un giudaizzante antitrinitario», mi è venuto in mente un altro sito, che propaga in modo subdolo la dottrina antitrinitaria, come «Regno Messianico». Si tratta di «Biblistica», che si propone in una chiave molto intellettuale e accattivante. Ne è stato molto attratto un mio contatto, che sto evangelizzando; essendo egli un intellettuale, faticava ad accettare le mie argomentazioni bibliche, perché la marea d’informazioni, che questo sito gli forniva, gli sembrava molto più accattivante della semplicità del messaggio evangelico. Per grazia di Dio, lo Spirito Santo ha parlato al suo cuore e l’ha convinto dell’eresia, che esiste in questo sito.

     Approfitto di questo messaggio per ringraziarti delle preziose informazioni, che riceviamo quasi ogni giorno, tramite Facebook, da parte tua e che ci aiutano ad applicare il discernimento spirituale. Il Signore continui a benedire il tuo ministero e t’incoraggi! Saluti in Cristo. {Claudia Guiati; 21-02-2011}

 

 

2.  GENESI RELIGIOSA: Ho analizzato un po’ il sito di Gianni Montefameglio. Lo catalogherei fra i dotti vetero-avventisti antitrinitari o, se si vuole, fra gli Ebioniti moderni, i giudeo-cristiani che rifiutavano la deità di Gesù, ritenendolo solo un figlio di Davide e un rabbino giudeo. Egli vanta numerose lauree, rispettivamente in psicologia, teologia, scienze bibliche e filosofia. La vasta conoscenza si palesa anche nelle cose che scrive e nel modo che lo fa. Chiaramente solo pochi tenteranno una confutazione delle sue asserzioni, poiché per farlo, bisognerebbe essere uno studioso come lui e capire quello che afferma. Questo non è un problema per me.

     Quanto alla traduzioni usate, egli cita molto la Bibbia interconfessionale «Parola del Signore», oltre alla «Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture»; a ciò si aggiunga una non meglio identificata «“Bibbia diabiblica” (di G. Montefameglio; non confessionale)», che è come dire «Scrittura diascritturale», un pleonasmo singolare.

     Come i gruppi cristiani ebioniti, vetero-avventisti antitrinitari e giudaizzanti, non crede che Gesù (Yeshùa per questi gruppi) sia «Dio presso Dio», ma un semplice rabbino ebreo, solo figlio di Davide. Quindi, nulla di nuovo o di originale. Sebbene il NT sia scritto interamente in Greco, questi gruppi insistono sul nome giudaico Yeshùa, perché sarebbe il vero nome di Gesù. Si cola il moscerino e s’inghiotte il cammello. Se il nome aramaico di Gesù fosse stato così importante, gli scrittori del NT ce l’avrebbero messo. Faccio una nota al margine: alcuni di questi gruppi arrivano ad affermare, secondo i casi, che se non si prega, usando il nome «Geova» (o Jahwè) o «Yeshùa», le preghiere non saranno neppure ascoltate da Dio. Grazie a Dio che Gesù ha rivelato il «Padre nostro» e Dio come «Abba, Padre»!.

     In pratica, Gianni Montefameglio ha, per molti aspetti, la stessa teologia della Torre di Guardia (cfr. anche «palo», «E.V.» [Era Volgare] per «d.C.», «a.E.V.» [avanti Era Volgare] per a.C.; ecc.), ma non ne condivide la questione del nome «Geova», delle date e della cronologia. È quindi un semi-geovista sui generis. È antitrinitario come gli Ebioniti del 2° secolo, gli Ariani (4° sec.) e alcune correnti vetero-avventiste del 18 del 19° secolo. Insiste su alcune questioni tipiche dei gruppi giudeo-cristiani antitrinitari (Yeshùa, sabato, ecc.).

 

 

3.  ALCUNI ESEMPI: Non affronto qui di seguito l’antitrinitarismo, avendo già scritto al riguardo in varie occasioni su «Fede controcorrente». La sostanza è la stessa. [► Deità: Teologia propria]

 

3.1.  L’OSSESSIONE SU YESHÙA: Analizzando gli articoli scritti da Angelo Ficara, di cui ho parlato nell’articolo sopra citato, ho visto varie citazioni dirette (ma senza virgolette e fonte!) e a senso (e a volte in malo modo), che provengono proprio da tale sito, segnalato dalla lettrice. Ho letto ultimamente come Angelo Ficara affermi che il vero nome di Gesù nel NT non dovrebbe essere questo, poiché «Yeshùa» (il nome aramaico di Gesù) dovrebbe essere riportato come «Giosuè». Alla fine di una confusa disquisizione sul «vero nome di Gesù», egli afferma letteralmente: «In ebraico il nome è perciò Yehoshùa. Se parliamo in greco lo traduciamo Iesùs, ma se parliamo in italiano lo traduciamo Giosuè. […] Il Messia si chiamava allora Yehoshùa? Si, ma alla sua epoca (primo secolo della nostra era), il nome era pronunciato Yeshùa. È proprio sotto questa forma che la letteratura ebraica del suo tempo parla di lui. Il suo nome proprio, quello vero, era dunque Yeshùa: עושי. […] Il Gesù che ci è stato trasmesso dalle religioni cosiddette cristiane ha spesso ben poco a che vedere con l’ebreo Yeshùa. Occorre riscoprire tutta la sua vera identità, iniziando dal suo vero nome: Yeshùa. Ovviamente non vogliamo dire che i cristiani non abbiano conosciuto l’opera di Yeshùa, in quanto anche loro usufruiscono della grazia apportata da Lui, ma piuttosto ci riferiamo semplicemente al fatto che essi attribuiscano a Yeshùa un’identità sbagliata. Yeshùa infatti da loro viene spesso definito la seconda persona di una presunta trinità… […] In questo sito verrà dunque utilizzato il nome originale Yeshùa anziché Gesù. La traduzione italiana corretta sarebbe Giosuè, tuttavia questo genererebbe confusione (data l’ormai universale accettazione del nome inesatto “Gesù”); ripristinare il nome originale ebraico pare quindi la scelta corretta, tanto più che Yeshùa è proprio il nome con cui i suoi contemporanei lo chiamavano» (grassetto nostro).

     Tale questione un po’ bizzarra l’ho letta proprio nel sito di Gianni Montefameglio! («Il vero nome di Gesù»). In pratica, Angelo Ficara ha citato letteralmente da tale articolo di Gianni Montefameglio, adattandolo tratti al meglio; si tratta quindi di un palese plagio, visto che viene ripreso lo scritto altrui, senza riportarne il nome dell’autore! Angelo Ficara non è altro che una pallida eco di Gianni Montefameglio, delle cui piume si veste, senza mai citarlo!

     Faccio notare al riguardo quanto segue:

     ■ 1. Jehôšûa` (Dt 3,21; Gdc 2,7; poi solo Jehôšua`) è il nome completo riportato nell’AT per Giosuè e per altre persone.

     ■ 2. Ješûa` era la forma breve di questo nome, come Gianni lo è di Giovanni; tale forma si trova in Esd 2,6.36.40; 3,9; 8,33; Ne 3,19; 7,11.39.43; 8,7; 9,4s; 10,10; 12,8.24; 1 Cr 24,11; 2 Cr 31,15; indica anche una città della giudea Ne 11,26.

     ■ 3. La Settanta (traduzione greca dell’AT) traduce già nel 3° secolo a.C. ambedue le forme con ησος [Iēsous].

     ■ 4. Correttamente il NT riporta i nomi di Giosuè e Gesù ambedue con Iēsous; essi vengono distinti nelle nostre traduzioni ai fini della comprensione (At 7,45; Eb 4,8).

     ■ 5. In latino tale nome fu riportato come Iesus; essendo la «i» iniziale consonante, si scrisse poi anche Jesus (cfr. similmente Jahwè). Ed è così che il nome si è conservato in molte lingue: Jesus (inglese, tedesco, Danese, Norvegese); Jezus (Olandese, Polacco); Jesús (Spagnolo) e in altre variazioni simili. Iesus / Jesus è diventato in italiano Gesù («i» consonantico iniziale o «j» -> «g»; come in altri casi: Jacob -> Giacobbe; Joseph -> Giuseppe; Judas -> Giuda, ecc.). In italiano si trovano come nomi anche Gesuino e Gesuina.

     ■ 6. Quindi, non solo è falsa la tesi, secondo cui Yeshùa sarebbe da tradurre nel NT con Giosuè, ma è vero proprio il contrario: anche «Giosuè» sarebbe da tradurre nel NT con «Gesù», la forma italianizzata del nome greco ησος [Iēsous]!

 

3.2.  L’AVVERSIONE PER «CRISTIANO»: Mi ha meravigliato che la tanta erudizione faccia dire a Gianni Montefameglio varie cose che nel dettaglio non sono chiaramente vere. Come afferma un proverbio tedesco, «il diavolo sta nei dettagli». Ecco un esempio, che riguarda la sua avversione per il termine «cristiano». Egli afferma a conclusione di un articolo: «In tutte le Scritture Greche i credenti in Yeshùa sono sempre chiamati «discepoli», anche dopo che fu affibbiato loro l’appellativo di «cristiani». Essi non usarono mai tra loro il termine di «cristiani», ma lo subirono». Le dotte falsità dell’autore ingannano solo gli sprovveduti. Il termine «discepolo /i» si trova in circa 257 versi del NT, ossia solo da Matteo 5,1 a Atti 21,16, ma mai da Romani 1 a Apocalisse 22! Che i credenti, al tempo del NT, «non usarono mai tra loro il termine di “cristiani”», è falso, visto che l’ebreo Pietro, scrivendo ai cristiani giudei della diaspora, menzionò loro come cosa scontata, anzi onorevole tale uso: «Se uno patisce come cristiano, non se ne vergogni, ma glorifichi Dio, portando questo nome» (1 Pt 4,16). Per l’ovvietà del termine si veda anche Atti 26,28s: «E Agrippa disse a Paolo: «Per poco non mi persuadi a diventare cristiano». E Paolo: «Piacesse a Dio che per poco o per molto, non solamente tu, ma anche tutti quelli che oggi m’ascoltano, diventaste tali, quale sono io [= cristiano], all’infuori di questi legami».

 

 

4.  ALTRI ASPETTI: Infine, mi è saltato all’occhio anche la seguente affermazione riguardo a incontri e riunioni: «Non organizziamo incontri e riunioni. Non indirizziamo ad alcuna confessione religiosa. Questo sito vuol essere semplicemente di aiuto a chi cerca una vita spirituale accettando l’Insegnamento (l’erroneamente chiamata Legge) di Dio rivelato nella Sacra Scrittura». Tale affermazione è semplicemente singolare. Allora che cosa è un battitore libero, un libero professionista della Legge mosaica cristianizzata? Se non appartiene apparentemente a nessuna chiesa, cosa tutta da provare, prende le sembianze di un «dotto», di un «maestro», di uno «scriba», quindi di «guru» telematico. Angelo Ficara, da come attinge da tale sito, mostra di esserne diventato un seguace dipendente di tale «santone telematico» ebionita.

     Tutti i «battitori liberi» telematici e i «senza chiesa» li ho trovati finora molto virulenti e pericolosi per la salute mentale dei credenti biblici. Ogni «uomo fazioso» del genere è da schivare (Tt 3,10), poiché tenta di sostituirsi alla stessa sacra Scrittura, nutre sentimenti di onnipotentismo ideologico. Volentieri si credono dei «superapostoli», proprio come i Giudei cristiani di stampo esoterico, che presero il potere nella chiesa di Corinto (2 Cor 11,5; 12,11), seducendo i credenti e introducendovi uno «spirito diverso» e un «evangelo diverso» (2 Cor 11,3s). Paolo non ebbe remore a designarli come «falsi apostoli, operai fraudolenti, che si travestono da apostoli di Cristo» e da «ministri di giustizia» (vv. 13ss).

 

Per l’approfondimento si veda in Nicola Martella (a cura di), Escatologia fra legittimità e abuso, Escatologia 2 (Punto°A°Croce, Roma 2007), le sezioni «Escatologia e primo millennio», pp. 27-52; «Escatologia e secondo millennio», pp. 53-113; in particolare si vedano gli articoli: «Dall’avventismo al geovismo», pp. 108-113; «Testimoni di Geova quali compagni di via?», pp. 118-122; «Panorama dell’attività predizionale dei Testimoni di Geova», pp. 123s.

     Sul sito si veda nella sezione «Gruppi di frangia» la rubrica dedicata alla «Torre di guardia».

 

Dottrina antitrinitaria di Gianni Montefameglio? Parliamone {Nicola Martella} (T)

Fantasia mitologica d’un giudaizzante antitrinitario {Nicola Martella} (A)

Fantasia mitologica d’un giudaizzante antitrinitario? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Montefameglio_antitrinitar_MT_AT.htm

25-02-2011; Aggiornamento: 06-04-2011

 

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