1. LE QUESTIONI:
Gesù Messia, dichiarato dalla sacra
Scrittura unico Mediatore fra Dio e gli uomini, necessita di
intermediari umani, oramai morti? Questo è ciò che afferma la
denominazione cristiana prevalente nel nostro Paese. Che cosa afferma però la
Bibbia?
Un lettore mi ha scritto quanto segue: «La
denominazione corrente usa fare una distinzione tra il Mediatore (che è solo
Gesù) e gli intermediari (che sono
i santi). Lo scrivo perché so che tu sei molto preparato anche in
materia linguistica e puoi darci un’esauriente spiegazione». {Stefano
Borgomastro; 19-05-2017}
2. ALCUNE RISPOSTE:
Su tale tema si tengano presenti i seguenti aspetti, che delineo in modo
succinto.
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I termini greci: Nella Bibbia, nelle lingue originarie, non esiste
una tale differenziazione. Nel NT il termine greco
mesítēs «mediatore, intermediario» si applica sia a Mosè (Gal
3,19s); allora era vivo, quando ricevette la legge. Esso si applica anche al
Messia (1 Tm 2,5), e cioè dopo la sua risurrezione e ascensione al cielo. Come
si vede, per fare il mediatore o l’intermediario, bisogna essere vivi (in terra)
o risuscitati (in cielo).
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Il Vivente e i morti: Possono mediare o intermediare solo i
viventi. Gesù è attualmente sommo
sacerdote e mediatore, in quanto è risuscitato dai morti (Eb 8,6
è adesso; 9,15; 12,24). Nessuno, che sia morto e rimasto tale, è mai
chiamato mediatore e o intermediario nella Bibbia e dichiarato attivo in tale
funzione. Inoltre, per essere un vero mediatore tra Dio e gli uomini, bisogna
essere, allo stesso tempo, Dio e Uomo;
solo il Figlio di Dio adempie questa premessa (1 Tm 2,5).
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L’inagibilità dei defunti: I morti non sanno nulla di ciò, che
accade in terra (Ec 9,15). Inoltre, essi non stanno al cospetto di Dio, ma si
trovano nel regno dei morti (i rigenerati nel Paradiso; increduli e malvagi
nell’Ades), dove aspettano la risurrezione e il giudizio finale. I morti
credenti sono coscienti ma inabili; la Bibbia afferma che essi «dormono» (Dan
12,2; 1 Cor 15,18.20; 1 Ts 4,13); come si sa, il sonno pone l’uomo in uno stato
di semicoscienza. Nel regno dei morti non c’è possibilità di lodare Dio e di
rendergli un culto (Sal 115,17). Perciò, i morti non possono essere intermediari
per nessuno, che sia già morto o sia vivente.
■
La trascendenza secondo Gesù: Nella rivelazione, che Gesù
diede sul ricco e Lazzaro (Lc
16,19-31), Abramo fece presente al ricco nell’Ades quanto segue: ●
1. Tra l’Ades (luogo di pena
transitorio in vista del giudizio finale e dell’Inferno per increduli e
impenitenti) e il Paradiso (luogo di godimento transitorio in vista della vita
eterna e della gloria per i credenti nel Dio vivente) c’è una voragine
incolmabile per i morti. ● 2. Lazzaro
(era nel Paradiso) non può recarsi nell’Ades, per portare lenimento alle pene
del ricco. ● 3. Abramo nega al ricco
impenitente ogni possibilità che un morto possa recarsi dai suoi fratelli
viventi, per avvertirli della situazione dopo la morte. ●
4. I morti in Paradiso e nell’Ades non vedono Dio, ma solo il
patriarca Abramo; essi tutti non hanno alcuna possibilità di comunicare con Dio.
■ L’agibilità dell’unico Risorto: Di
nessun morto, che non sia resuscitato, si può dire quanto segue: «Noi
abbiamo un avvocato presso il Padre, cioè Gesù Cristo, il giusto»
(1 Gv 2,1; paráklētos «sovvenitore,
soccorritore, intercessore, assistente legale, ecc.»). Nessun morto, essendo
ritualmente impuro, può stare presso il santuario celeste di Dio, perché lo
contaminerebbe. Solo i resuscitati lo possono fare. Perciò, solo dopo la
resurrezione dei rigenerati si potrà vederli presso il trono di Dio: «Dopo queste cose guardai e vidi una folla immensa che nessuno poteva
contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue, che stava in
piedi davanti al trono e davanti
all’Agnello, vestiti di bianche vesti e con delle palme in mano» (Ap
7,9). Anche allora non ci sarà bisogno d’intercessori, mediatori e intermediari
umani. Infatti, il Figlio di Dio è e rimane «sacerdote in eterno» (Eb 5,6; 6,20; 7,17.21); appunto «questi,
perché dimora in eterno, ha un sacerdozio
che non si trasmette»
(Eb 7,24), né ora, né mai.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Mediat_intermed_EdF.htm
29-05-2017; Aggiornamento: |