No, non siamo in un
film di fantascienza, che narra di un ordine segreto massonico e dei suoi
iniziati, i quali custodiscono un «segreto» e hanno particolari poteri. Non
siamo neppure fra la cerchia dei mormoni o di simili gruppi di frangia. Parliamo
della dottrina di particolari «pneumatofori» (portatori dello Spirito), che
pretendono di essere i veri «mandati» del cristianesimo, essendo in
diretta successione con i primi apostoli e i loro discepoli. Essi si fanno
chiamare proprio i «Mandati». Tale casta di santoni carismaticisti arroga a sé
il diritto esclusivo di comunicare lo Spirito Santo a coloro, cui essi impongono
le mani. Non si tratta d'altro che dell’odierna versione degli antichi Nicolaiti
(gr. «dominatori di popolo»), che spadroneggiavano nelle chiese del primo
secolo, recando molto danno. Abbiamo ricevuto la seguente lettera che illustra
molte delle questioni, a cui daremo risposta.
1. LE QUESTIONI: Caro Nicola, forse non ti ricordi di me,
magari t’aiuta sapere che gestisco il sito «Solo
per grazia».
In ogni caso ti scrivo per un motivo bene preciso, nella mia giovane vita da
credente, ho avuto modo di sperimentare molti lati del «cristianesimo moderno»
ma ciò che mi ha più profondamente segnato è stato cadere nelle grinfie d’uno di
quelli che tu, mi sembra, definisci «guru», ovvero presunti cristiani che
con presunte rivelazioni, profezie, e chi più ne ha più ne metta, calpestano
fratelli e non, auto-innalzandosi al di sopra di tutto e tutti. Il
problema più grande è stato che con questa persona ho vissuto per anni e anni
fianco a fianco; è stata perciò dura, quando le cose si sono rivelate per quelle
che erano. Tuttavia non è di ciò che voglio parlare, anche se questo fatto mi ha
segnato profondamente in meglio, poiché ne ho tratto una lezione fondamentale
che altrimenti non avrei mai avuto modo d’imparare. Soprattutto ho potuto
rivalutare la vera essenza dell’Evangelo, imparando a chiamare con il giusto
nome tutti quelli che sono
atti carismaticisti, per usare una parola che in breve faccia capire di cosa
sto parlando (intanto ho scritto una
testimonianza al riguardo).
Ora che il Signore ha avuto la grazia di svegliarmi dalla mia ignoranza (in
parte, perché ne ho ancora molta) mi trovo dall’altro fronte, ovvero a dover
difendere a spada tratta l’Evangelo da quella che sembra essere la più grande
piaga di sempre, ed è qui che volevo arrivare. Proprio ieri con i fratelli
ci siamo incontrati (ciò avviene sempre nella casa d’un fratello) ed erano
presenti anche due persone esterne, marito e moglie, che da molto tempo
non vedevamo, ma che sapevo avevano intrapreso una strada dottrinale che non mi
piace. Quello che è successo è proprio che queste due persone hanno prima
raccontato quanto accadutogli in questo tempo, molte cose erano ambigue e non
scritturali, ma non ho voluto essere pesante, ma successivamente hanno voluto
portarcele come insegnamento, al che non sono più riuscito a tenermi, e ne è
nata un’aspra discussione.
Non voglio stufarti a oltranza e voglio perciò esporti e chiederti ciò per il
quale ti ho scritto.
Quello che queste persone volevano insegnarci era un misto di cose presenti
nell’ambito pentecostale e altre delle quali non conosco la provenienza, in ogni
caso
tramandatagli da alcuni brasiliani che hanno conosciuto. Riassumendo, e
cercando di ricordare, le cose che dicevano sono le seguenti.
Gesù è stato battezzato da Giovanni Battista, e da Lui solo poteva
esserlo, perché è l’unico che aveva lo Spirito Santo già da prima d’essere nato,
e lo ha tramandato a Gesù che prima d’allora non lo aveva; perciò lo
Spirito Santo si riceve per tramando ed è sempre stato così. Chi predica deve
essere un mandato (Rm 10,15) e solo così lo Spirito può essere
tramandato e la persona sperimentare la nuova nascita, non esistono casi
biblici che non siano questi. Al riguardo devono essere presenti i segni
descritti in Marco 16,17, altrimenti la persona può credere, essere
salvata, ma non essere nata di nuovo (questa distinzione veniva motivata dal
fatto che gli apostoli erano salvati prima della Pentecoste, ma non nati di
nuovo). In base a queste cose, siccome si convertirono e fecero il battesimo
«con noi», il loro battesimo non era giusto perché non gli avevamo
parlato del battesimo con lo Spirito Santo (Atti 19,2-7) e perché colui che lo
ha somministrato loro, non era un mandato, poiché solo delle persone che sono
mandate, possono farlo. La dimostrazione che nel secondo battesimo è stato
veramente battezzato con lo Spirito Santo, è stato il suo «parlare in altre
lingue» chiaramente incomprensibili e il fatto che siano incomprensibili
sarebbe giustificato col passo di Sofonia 3,9-13 (una forzatura biblica di
questo livello merita un premio). A suo avviso, secondo tutto ciò, il problema
che nelle chiese ci sono
un mucchio di persone che si dichiarano cristiane, ma che non sono nate
di nuovo, è che coloro che predicano il Vangelo non sono veri mandati,
e che perciò non sperimenteranno mai la nuova nascita.
Ecco in breve esposto ciò che hanno detto, non ricordo tutto di preciso perché
sono state dette molte cose. Quello che volevo domandarti è se hai già avuto
modo di confrontarti con questa dottrina e se magari la conosci in modo più
approfondito. In secondo luogo, se conosci dei passi molto chiari che annullano
quanto scritto sopra, io ne ho citati diversi, ma conoscendo la tua esperienza
in questo campo, sicuramente saprai rispondere in modo più esaustivo. In
particolare volevo domandarti in merito al passo di Marco 16,17, dove sono
descritti dei segni; questo passo, per modo di dire, mi destabilizza un attimo,
perché io mi baso sui frutti e non sui segni; però è anche vero che Gesù
ha detto che quelli sarebbero stati i segni che avrebbero accompagnato coloro
che avrebbero creduto. Mi chiedo che peso e sotto quale chiave bisogna leggere
questa affermazione, dal momento che la stragrande maggioranza dei cristiani
carismatici sono traboccanti di segni, ma totalmente privi dei frutti.
Grazie per il tempo dedicatomi, rispondi alle mie domande solo se non ti dà noia
e se ne hai il tempo, in caso contrario non c’è problema.
Che la pace del Signore possa essere su te e la tua famiglia. Un caro saluto.
{Simone Monaco; 22-02-2010}
2. LE RISPOSTE
■ I mandati: Ricordo che, quando ero giovanotto, nella mia zona d’origine
s’era insediato un gruppo che si faceva chiamare «i mandati» e che avevano
simili aspirazioni. Poi scomparve per auto-dissoluzione. Mi meraviglia che ora
ritorni a galla dopo vari decenni. Si vede che falsi insegnamenti rimangono da
qualche parte e poi come epidemie ritornano all’attacco, appena le difese
immunitarie delle chiese calano.
Il termine «mandato» traduce semplicemente il greco apostolos,
che identificava chi era mandato come ambasciatore con un incarico particolare e
che aveva facoltà di rappresentare il mandante in una certa questione. Nel NT
tale temine intendeva dapprima i dodici apostoli di Gesù, le guide della
assemblea messianica di Gerusalemme e poi i fondatori della missione cristiana,
visto che si recarono in ogni parte del mondo d’allora per fondare chiese. Allo
stesso tempo, apostolos
indicava ogni uomo che riceveva da una chiesa locale il mandato di recarsi
altrove per fondare altre chiese; egli era, quindi, un missionario fondatore di
chiese (p.es. Paolo, Barnaba e le loro squadre missionarie).
■ La successione: Tale gruppo strumentalizza un aspetto della questione a
favore di una ideologia estranea alla Bibbia. Tale concezione è nata in ambito
clericale come esercizio di potere di una nomenclatura religiosa sulla massa dei
fedeli. A sua volta, il concetto di «successione» è legata a un «mistero»
esclusivo da amministrare sulla base di una particolare consacrazione
dell’iniziato da parte di un dignitario, titolare di tale «successione». Tale
«mistero» era chiamato in greco
mysterion e in latino sacramentum e intendeva che chi aveva tale
specifica consacrazione, era in grado di trasformare gli elementi apparenti
(pane, vino, olio, ecc.) in elementi spirituali (transustanziazione), quali cibo
per lo spirito. In pratica, tale concezione di una «successione» (connessa a
tale sacramentalismo) è nata in ambito delle «religioni dei misteri» e da qui la
cosiddetta «gnosi» l’ha rivestita di concetti presi dalla sacra Scrittura. La
«gnosi» è dapprima una commistione fra paganesimo e giudaismo, nata in ambito
ellenistico; da qui trovò poi accesso nel cristianesimo. La «gnosi» era simile
al carismaticismo odierno che cristianizza concezioni e fenomeni esoterici e li
rende accettabili a certi tipi di cristiani, attribuendoli allo Spirito Santo.
La «successione» si trova nell’occultismo, nell’esoterismo, nella massoneria e
in arti occulte affini. La cosiddetta «successione apostolica» non è altro che
la trasposizione e la cristianizzazione di tale concezione clericale e
sacramentale nel cristianesimo. L’idea è che l’autorità apostolica e il presunto
potere a esso connesso sarebbero tramandati mediante una catena di successivi
consacrati, i quali solo avrebbero legittimità clericale e potere sacramentale.
I cosiddetti «mandati» hanno ripreso tale concezione in ambito carismaticista,
come per altro per altre cose.
■ Giovanni Battista: Che egli solo avesse lo Spirito Santo e lo potesse
tramandare addirittura a Gesù, è privo di ogni fondamento. La generazione di
Gesù nel seno di Maria è avvenuto mediante lo Spirito Santo e la potenza
dell’Altissimo, talché il nascituro sarebbe stato chiamato «Figlio di Dio» (Lc
1,35). È vero che Giovanni sarebbe stato «ripieno dello Spirito Santo fin dal
seno di sua madre» (Lc 1,15), ma anche Elisabetta era ripiena di Spirito
Santo, quand’era gravida (v. 41), senza che v’era successione e iniziazione da
parte del figlio. Lo stesso dicasi di Zaccaria, suo padre (v. 67). Essere
ripieno di Spirito Santo era la condizione di ogni vero credente che cercava Dio
e lo proclamava.
Riguardo allo Spirito Santo bisogna distinguere la sua presenza nel credente
rigenerato e la sua attivazione ministeriale. Sebbene tutti i credenti abbiano
il medesimo Spirito, non tutti hanno il medesimo ministero e gli stessi carismi.
Aveva Gesù lo Spirito Santo nella sua infanzia e gioventù? Certamente, visto che
a 12 anni fece meravigliare gli scribi nel tempio (Lc 2,45-48); come poteva Gesù
altrimenti rispondere ai suoi genitori quanto segue? «Perché mi cercavate?
Non sapevate che io dovevo trovarmi nella casa del Padre mio?» (v. 49). Dal
battesimo di Gesù in poi si parla dell’attivazione ministeriale dello Spirito
Santo nella sua vita (Lc 4,1).
Si afferma che Giovanni Battista sarebbe stato il primo detentore dello Spirito
Santo e lo avrebbe
trasmesso a Gesù. Se si legge ciò che il Battista predicava, ci si accorgerà
che le cose non stanno così: «Ben vi immergo io
in acqua, in vista del
ravvedimento; ma colui che viene dietro a me è
più forte di me, ed io non son degno di portargli i calzari;
egli vi immergerà nello Spirito Santo
e nel fuoco» (Mt 3,11). È sempre il superiore a trasmettere lo Spirito
all’inferiore mediante l’imposizione delle mani; Giovanni era convinto che Gesù
fosse più forte di lui e, al contrario di lui, il Messia avrebbe immerso le
persone nello Spirito.
Inoltre al battesimo di Gesù, Giovanni si oppose dapprima al battesimo (vv.
14s). Lui non trasmise lo Spirito mediante imposizione di mani, ma assistette
solo alla sua manifestazione ministeriale e alla voce dal cielo (vv. 16s):
ciò aveva lo scopo di identificare Gesù come il Messia promesso, di cui Giovanni
era solo il preparatore della via. Infine, si noti che se Giovanni avesse
posseduta la capacità di trasmettere lo Spirito Santo, iniziando una
«successione di iniziati», non si capisce perché i suoi propri discepoli
non fossero validi anelli d’essa! Alcuni discepoli di Giovanni passarono a
seguire Gesù, riconoscendo in lui il Messia (Gv 1,35ss). Inoltre, Giovanni
continuò ad avere i suoi propri discepoli, da lui battezzati (Mt 9,14; 14,12; Lc
5,33; 7,18ss; At 18,25s Apollo; 19,3). Quando Paolo incontrò dodici discepoli
di Giovanni in Efeso, chiese loro: «Riceveste voi lo Spirito Santo,
quando credeste?»; essi risposero: «Non abbiamo neppure sentito dire che
ci sia lo Spirito Santo» (At 19,2). Come faceva Giovanni Battista a
trasmettere lo Spirito Santo a Gesù, visto che i suoi discepoli non ne
conoscevano neppure l’esistenza? Poiché è il superiore che impone le mani
all’inferiore, anche qui i discepoli di Giovanni furono battezzati nel nome del
Signor Gesù e ricevettero lo Spirito Santo per l’imposizione delle sue mani a
dimostrazione della superiorità di Gesù su Giovanni (vv. 4ss).
■ Romani 10,15: Trarre da questo verso («E come predicheranno se non
sono mandati?») una dottrina sui «mandati» è come cavare sangue dalle rape.
Tutti i credenti rigenerati sono «mandati», senza distinzione, ed essendo un
«regale sacerdozio», possono annunziare l’Evangelo e proclamare le virtù di Dio
nel mondo (1 Pt 2,9), senza bisogno di una casta clericale d’iniziati. Nella
chiesa di Gerusalemme «furono tutti ripieni dello Spirito Santo e
annunziavano la parola di Dio con franchezza» (At 4,31; cfr. 2,46s; 8,12.35
Filippo). Addirittura coloro che erano stati dispersi a motivo della
persecuzione, annunziarono l’Evangelo ai Gentili (At 8,4; 11,19s). La chiesa di
Antiochia si costituì senza alcun «mandato», e solo in seguito la chiesa mandò
non uno dei dodici apostoli, ma Barnaba (At 11,22). Quest’ultimo, arrivato che
fu, non impose le mani a nessuno per trasmettere lo Spirito Santo, ma li esortò
soltanto (v. 23).
■ Marco 16,17: Su questo brano non intendo dilungarmi. Esso manca nei
migliori manoscritti nel NT e, potendo essere un’aggiunta postuma, si fa bene a
non trarre da esso dottrine. [►
Marco 16,16-20] In ogni modo, tale periodo straordinario (era
apostolica) venne visto già dall’autore dell’epistola agli Ebrei come un ricordo
oramai passato (Eb 2,3s).
■ Salvati ma non rigenerati?: Questa è proprio una falsa dottrina. Si può
essere credenti senza essere nati da Dio (cfr. At 8,5-13; vv. 12s i Samaritani e
Simone avevano creduto ed erano stati battezzati, ma non rigenerati), sebbene si
possano fare opere potenti (Mt 7,22s si può aver profetizzato, cacciato demoni e
fatto molte opere potenti e, nonostante ciò, rimanere «operatori d’iniquità»).
Essere salvati, senza essere rigenerati (nati di nuovo o da Dio), è impossibile.
Gesù disse al Fariseo Nicodemo: «Se uno non è nato di nuovo, non può vedere
il regno di Dio» (Gv 3,3; v. 5. nato Spirito). Vedere o entrare nel regno,
significa salvarsi. Paolo disse a Timoteo: «Il Signore… mi salverà nel suo
regno celeste» (2 Tm 4,18; cfr. 2 Pt 1,11).
Usare in modo ideologico il tempo di transizione dall’antico al nuovo
patto, per attestare tale presunta dottrina, secondo cui «gli apostoli erano
salvati prima della Pentecoste, ma non nati di nuovo», è demagogia. Gesù parlò
della nuova nascita a Nicodemo all’inizio del suo ministero e la presentò come
una cosa ovvia: «Tu sei il dottore d’Israele e non sai queste cose?» (Gv
3,10). Come faceva Gesù a pretendere la «nascita da Dio» da un Fariseo e farla
mancare proprio tra i suoi discepoli? È un discorso irrazionale (cfr. p.es. la
testimonianza di Pietro e l’approvazione di Gesù in Mt 16,15ss).
■ Il battesimo non era giusto?: Questa è la logica dell’ideologia dei
«mandati». La presunta «successione apostolica» del cattolicesimo (e della
massoneria) viene qui presentata come una dottrina biblica. È la logica
conseguenza di una dottrina demagogica, che pretende che chi battezza abbia un
potere particolare, da cui gli altri debbano dipendere. Tale dottrina crea solo
partiti intorno a particolari «unti», santoni e guru. Così fu già nella chiesa
di Corinto, in cui s’erano introdotti Giudei gnostici con la pretesa d’essere
«sommi apostoli» (= mandati) con poteri particolari (2 Cor 11); così pretendono
gli unti carismaticisti d’oggi. Paolo, pur essendo apostolo (non dei Dodici, ma
delle chiese), battezzò relativamente poche persone, poiché il suo scopo era di
annunciare l’Evangelo. Paolo rese chiaro, fin dalla sua prima epistola, quanto
segue: «Voglio dire che ciascun di voi dice: “Io son di Paolo”; e “Io
d’Apollo”; e “Io di Cefa”; e “Io di Cristo”. Cristo è egli diviso? Paolo è egli
stato crocifisso per voi? O siete voi stati battezzati nel nome di Paolo? Io
ringrazio Dio che non ho battezzato alcun di voi, salvo Crispo e Gaio; cosicché
nessuno può dire che foste battezzati nel mio nome. Ho battezzato anche la
famiglia di Stefana;
del resto non so se ho battezzato alcun altro. Perché
Cristo non mi ha mandato a battezzare ma a evangelizzare; non
con sapienza di parola, affinché la croce di Cristo non sia resa vana» (1
Cor 1,12-17).
■ Parlare in altre lingue: Fa oramai parte della fissazione
carismaticista che l’esperienza odierna, falsamente etichettata come
«battesimo di Spirito», debba palesarsi assolutamente con la glossolalia
odierna, una
manifestazione psichica di natura estatica, che nulla ha a che fare con il
parlare in altri linguaggi del primo secolo, che serviva essenzialmente per
comunicare l’Evangelo a persone straniere (xenoglossia; cfr. Pentecoste). Tale
ferreo binomio dottrinario tra «battesimo di Spirito» e glossolalia smentisce
quanto asserito da Paolo: «Ora vi è
diversità di doni, ma v’è un medesimo Spirito… a un altro,
diversità di lingue, e a un altro, la interpretazione delle lingue; ma tutte
queste cose le opera quell’uno e medesimo Spirito, distribuendo i suoi doni a
ciascuno in
particolare come Egli vuole…
Parlano tutti in lingue? Traducono tutti?» (1 Cor 12,4.10s.30). Tali domande
retoriche sono da rispondere con un «no». Se vi è diversità di carismi e lo
Spirito li elargisce a proprio arbitrio, non è possibile che uno d’essi (e
singolarmente proprio il fanalino di coda) sia la somma caratteristica di un
fenomeno particolare. [►
Glossolalia]
■ Luoghi comuni: Per dire che «nelle chiese ci sono un mucchio di
persone che si dichiarano cristiane, ma che non sono nate di nuovo»,
significa essere onniscienti. «Il solido fondamento di Dio rimane fermo,
portando questo sigillo: “Il Signore
conosce quelli che sono suoi”; e: "Si ritragga dall’iniquità chiunque
nomina il nome del Signore”» (2 Tm 2,19). Se non si hanno le prove di ciò
che si afferma, si è solo ciarlatani. Affermare che «coloro che predicano il
Vangelo non sono veri mandati» e cose del genere, è demagogia dottrinale,
visto che serve solo ad accreditare presunti unti, santoni e guru, ossia gente
come i «superapostoli» di Corinto, i «Nicolaiti» e i seguaci di Balaam, ossia
«dominatori di popolo», come ambedue i termini significano. Da sempre sono sorte
persone, che hanno dichiarato d’essere qualcosa di speciale (Paracleto, Cristo,
Elia, un profeta escatologico, ecc.), per avere il dominio sulle persone. Ho
mostrato tutto ciò in una carrellata di due millenni di storia nelle sezioni
«Escatologia e primo millennio» e «Escatologia e secondo millennio» della mia
opera «Escatologia fra legittimità e abuso.
Escatologia 2», pp. 27-113.
■ Frutto dello Spirito e non solo segni: Che si possano operare grandi
segni ed essere definiti «operatori d’iniquità», lo ha detto Gesù, scacciando da
sé tali persone in giudizio (Mt 7,22s). Perciò aver profetizzato, cacciato
demoni e fatte molte opere potenti nel nome di Gesù, non sono una garanzia di
genuinità biblica. L’unica cosa, contro non c’è legge in giudizio, è proprio il
«frutto dello Spirito» (Gal 5,22s). Non sono i carismi e un presunto mandato
particolare a garantire che si potrà entrare nel regno di Dio e vedere il
Signore, ma solo la rigenerazione e la santificazione (Gv 3,3.5, Eb 12,14).
►
La casta dei «Mandati»? Parliamone {Nicola Martella}(T)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Mandati_casta_MeG.htm
11-03-2010; Aggiornamento: 19-03-2010 |