1. ENTRIAMO IN TEMA: Questo
studio di Luca 24 è risultato necessario per capire che il giorno della
Pentecoste lo Spirito Santo venne solo sui dodici apostoli. Infatti,
alcuni, confondendo alquanto i fatti, credono di poter arrivare ad altri
risultati; essi appartengono specialmente all’ambito pentecostal-carismatico.
Questi ultimi vedono in pericolo una delle loro massime dottrine, chiamata
«battesimo nello Spirito» con annessa glossolalia, «seconda esperienza» che essi
pensano di ricavare proprio dagli eventi di Pentecoste e che affermano come
valida per tutti i credenti. Perciò, a Pentecoste vogliono vedere presenti tutti
i credenti allora disponibili e non solo quei dodici Galilei (At 1,11; 2,7), che
erano stati chiamati a rivestire il ministero speciale di apostoli del Signore
(At 1,2.26; 2,14). [►
A Pentecoste lo Spirito discese solo sui dodici apostoli]
Per tali motivi, essi usano specialmente Luca 24, proiettando in questo brano
un’unica e lunga scena, che coinvolgerebbe apostoli e altri credenti dalla
prima apparizione di Gesù risorto alla sua ascensione. Ad un’analisi testuale
attenta ciò risulta inconcepibile e improponibile.
■ La cornice storica: I fatti descritti in Luca 24 e in Giovanni 20 (cfr.
Mc 16) avvennero nello spazio di 40 giorni (At 1,3 «40 giorni»),
contandoli dalla risurrezione di Cristo in poi!
Poi, tra il giorno dell’ascensione (At 1,1-12) e il «cinquantesimo giorno» (At
2,1) trascorsero dieci giorni circa. Ciò si evince dal fatto che dai
50 giorni, che andavano dalle Primizie a Pentecoste, bisogna appunto
sottrarre il tempo, in cui Gesù si fece vedere dai suoi apostoli e li istruì. Se
si contano i 40 giorni dalla risurrezione, resta comunque più di una
settimana di tempo dal giorno dell’ascensione a Pentecoste.
Che i fatti accaduti nel periodo, che va dalla risurrezione all’ascensione,
siano stati molteplici, ci viene fatto intuire dall’apostolo Giovanni, che fu un
testimone oculare. A proposito di una delle apparizioni agli apostoli, avvenuta
in Galilea, presso il mar di Tiberiade (Gv 21,1), egli disse: «Questa era già
la terza volta che Gesù si faceva vedere ai suoi discepoli, dopo essere
risuscitato dai morti» (v. 14). Che fossero gli apostoli, è evidente dalla
menzione di Pietro, del «discepolo che Gesù amava» (= Giovanni) e degli «altri
discepoli» (vv. 7s.11s.14.15ss.20ss). Tale occasione non fu neppure l’ultima.
■
Osservazioni testuali: Non si può fare un’analisi testuale seria senza una
critica testuale preliminare. Si noti che in alcuni manoscritti manca Luca
24,40: «E detto questo, mostrò loro le mani e i piedi»; quindi si fa
bene a non usarlo nel proprio ragionamento. Tale verso è stato probabilmente
posto da qualcuno come nota marginale, attingendola da Giovanni 20,19;
successivamente un copista, usando tale manoscritto, lo fece finire sbadatamente
nel testo stesso. Similmente in Luca 24,36 manca in alcuni manoscritti la
parte finale: «…e disse: “Pace a voi!”»; le ragioni sono le stesse di
quelle appena enunciate. Lo stesso dicasi di Luca 24,12, che in alcuni
manoscritti manca del tutto.
2. I FATTI IN SINTESI: Il
cambiamento temporale e/o locale fu introdotto da Luca con un verbo unito alla
particella dè «ma, però, invece, e, ora, poi», che mostra il
cambiamento. Le traduzioni italiane traducono tutte con l’avverbio temporale
«poi» nei vv. 44.50. Tale particella, però, è indicativa anche di cambiamenti
temporali e/o locali anche in altri versi di Luca 24. Metterò l’avverbio
temporale «poi» laddove Luca usò la particella greca dè all’inizio di una
frase in tale senso (è da distinguere dal dè alla fine di una frase, come
nel v. 24, dove ha lo stesso valore di allà «ma»; lo stesso vale anche
per il dè all’interno della frase, come nel v. 49, dove ha similmente
valore avversativo).
■ Le donne
(Lc 24 1-12): «Durante il sabato si riposarono, secondo il comandamento.
Poi, il primo [giorno] della settimana, molto presto, esse si recarono al
sepolcro e portarono gli aromi, che avevano preparato. [2] Poi trovarono
la pietra rotolata dal sepolcro. [3] Poi, essendo entrate, non trovarono
il corpo del Signor Gesù» (vv. 1ss). In tal modo Luca indicò una successione
temporale e locale: dopo lo šabbāt, partirono, arrivarono fuori del
sepolcro e poi entrarono dentro. E dopo che due uomini in vesti sfolgoranti
comparirono loro, si legge: «Poi, essendo esse impaurite, e
chinando il viso a terra, essi dissero loro: “Perché cercate il vivente fra i
morti?”» (v. 5). Dopo tale colloquio, esse tornarono dal sepolcro e
annunziarono tutto ciò agli Undici e a tutti gli altri, poi segue
l’elenco delle donne (come nei vv. 4s: prima kaì e, poi, dè).
2.1. I
DISCEPOLI DI EMMAUS (Lc 24,13-35): I due discepoli si avviarono nel
tardi pomeriggio dello stesso giorno verso Emmaus, che distava da Gerusalemme
qualcosa più di 11 chilometri, discutendo insieme sulle vicende accadute (vv.
13s). Si accostò a loro un altro viandante (Gesù), che ascoltò per un po’ i loro
discorsi (vv. 15s). Quindi, ci fu il cambiamento: «Poi egli
domandò loro: Che parole sono queste, che vi scambiate fra voi camminando? Ed
essi si fermarono accigliati. [18] Poi, rispondendo uno di nome Cleopa,
gli disse… [19] Ed egli disse loro: “Quali?”. Poi essi gli risposero...
» (vv. 17ss). Poi il dialogo continuò ed essi arrivarono a destinazione; i
due discepoli invitarono il «forestiero» a pernottare da loro (v. 28s). Come
ospite poté recitare la benedizione, spezzare il pane e darlo agli altri (v.
30). Solo a quel punto avvenne il cambiamento: «Poi gli occhi
loro furono aperti, ed essi lo riconobbero; ed egli si rese invisibile dinanzi a
loro» (v. 31). Dopo essere tornati in sé, a quell’ora tarda si rifecero
nuovamente più di 11 chilometri fino a Gerusalemme (v. 32), dove «trovarono
radunati gli Undici e quelli che erano con loro» (v. 33). Si noti che, prima
ancora che i due discepoli potessero raccontare le loro vicissitudini (v. 35),
essi stessi ne sperimentarono un’altra: «Il Signore è stato veramente
resuscitato ed è apparso a Simone» (v. 34).
Alla fine del loro racconto questi due discepoli dovevano essere molto
stanchi sia per l’intensa giornata avuta, sia per gli oltre 22 chilometri
fatti (11 dei quali al buio!). Sebbene da Marco 16,9-20 non bisogna trarre
dottrine, mancando questo testo in alcuni dei più antichi manoscritti, pure è
interessante leggere in esso il seguente dato storico: «Poi (dè), dopo
questo, apparve in altra forma a due di loro, che stavano camminando,
recandosi ai campi. [13] E quelli, andati, [lo] annunziarono agli altri; ma
neppure a quelli credettero» (vv. 12s).
2.2.
L’APPARIZIONE DEL RISORTO AGLI APOSTOLI (Lc 24,36-49): Luca, unico fra
gli Evangelisti, tramandò l’intero episodio dei due discepoli di Emmaus,
su cui si dilungò alquanto (in Mc 16,12s c’è appena una sintesi), e pure il
fatto che Gesù era apparso prima a Pietro e poi al resto degli apostoli. Ciò è
conforme a quanto scrisse anche Paolo: «Egli apparve a Cefa, poi ai Dodici»
(1 Cor 15,5). Qui per «Dodici» s’intendeva tutti gli apostoli insieme prima
dell’ascensione (sebbene fossero solo 11), poiché «Dodici» era oramai diventato
un termine tecnico per «apostoli»). Se il Signore si fosse mostrato prima di
Pentecoste, dopo l’elezione di Mattia, non lo sappiamo; Paolo affermò che Gesù
si mostrò poi a cinquecento fratelli, poi a Giacomo, poi a tutti gli apostoli
(probabilmente delle chiese) e infine a Paolo (1 Cor 15,6ss).
Tornando a Luca 24, prendiamo atto che da qui alla fine del capitolo, Luca
mise insieme
solo alcune delle scene, sintetizzandole; non bisogna dimenticare,
però, che esse avvennero nell’arco di 40 giorni! Ciò mostra la
complessità degli eventi fra risurrezione e Pentecoste, che non bisogna
semplificare col pressapochismo.
Anche Luca 24,36 ha la stessa struttura di dè più verbo: «Taũta dè
autōn laloúntōn» e, per la stessa logica testuale, bisogna tradurre così: «Poi,
mentre essi parlavano di queste cose». Per seguire la logica sintattica di
Luca, qui ci dev’essere stata un’altra cesura temporale. Il soggetto può
riferirsi senz’altro ai soli apostoli.
Con le stesse riserve, sopra esposte, riguardo a Marco 16,9-20, da cui
non bisogna trarre dottrine, in tale testo è interessante leggere anche il
seguente dato storico: «In seguito, apparve agli stessi undici,
mentre erano a tavola, e rimproverò la loro incredulità e durezza di cuore,
perché non avevano creduto a quelli che l’avevano veduto risuscitato» (v.
14). Dapprima ci fu il grande mandato missionario (vv. 15s; cfr. Mt 28,18ss),
poi seguì l’assunzione al cielo di Gesù (v. 19) e l’adempimento del mandato
missionario (v. 20). I due eventi (apparizione ai due discepoli e poi agli
undici) non erano contigui, e nel secondo si parlò solo degli apostoli.
Abbiamo appurato che si trattava di un’altra scena rispetto alla
precedente: nella prima c’erano gli apostoli, i due discepoli di Emmaus e altri
(Lc 24,33); nella seconda c’erano solo gli apostoli (vv. 36ss). Ora possiamo
proseguire con l’analisi temporale. «Poi, mentre essi parlavano
di queste cose», apparve il Risorto. «Poi essi, smarriti e
impauriti, pensavano di vedere uno spirito» (v. 37). Come si vede abbiamo un
doppio cambiamento di scena dei discepoli: prima tranquilli, poi smarriti. E fu
qui che Gesù cominciò con la sua «terapia», che dapprima riguardava il vedere e
toccare il suo corpo (vv. 38ss). Nonostante ciò, c’erano sentimenti misti: «Poi,
siccome non credevano ancora per l’allegrezza e si stupivano…» (v. 41), Gesù
passò alla seconda parte della sua «terapia», che riguardava il mangiare (vv.
42s).
Il cambiamento avvenne con il «poi disse loro» (v. 44). Che Gesù
parlasse qui solo con i suoi apostoli, era dato dalla concordanza fra questo
verso e il momento storico, allorché disse loro precedentemente tali parole.
«Poi disse loro: “Queste sono le cose
che io vi dicevo quando ero ancora con voi: che bisognava che tutte le
cose scritte di me nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi, fossero
adempiute”.
Allora apri loro la mente per
intendere le Scritture, e disse loro: “Così è scritto, che il Cristo
soffrirebbe, e risusciterebbe dai morti il terzo giorno…”» (Lc 24,44ss)
|
|
«Poi, presi con sé i dodici, disse loro: “Ecco, noi
saliamo a Gerusalemme, e saranno adempiute rispetto al Figlio dell’uomo
tutte le cose scritte dai profeti; poiché egli sarà dato in man dei Gentili, e
sarà schernito ed oltraggiato e gli sputeranno addosso; e dopo averlo
flagellato, l’uccideranno; ma il terzo giorno risusciterà”. Ed essi non
capirono nulla di queste cose; quel parlare era per loro oscuro, e
non intendevano le cose dette loro» (Lc 18,31-34). |
L’insegnamento (vv.
46-48) terminò con le parole: «Voi siete testimoni di queste
cose». Qui il pronome hymeis è accentuato in greco, e si potrebbe
tradurre «proprio voi», «quanto a voi» o «per quanto vi riguarda» (così nel v.
49, dove anche egō «io» è accentuato); qui le persone sono conosciute,
definite e delimitate.
Poi seguì la promessa e il comando specifici per loro: «Ed ecco, per
quanto mi riguarda, io mando la promessa del Padre mio sopra voi; ma
[dè], per quanto vi riguarda, voi rimanete in questa città, finché siate
rivestiti dall’alto di potenza».
Ricapitolando,
Matteo non si soffermò molto sugli eventi fra la risurrezione e
l’ascensione, ma terminò solo col grande mandato missionario (Mt 28,16-20). La
parte finale di Marco è una sintesi, sebbene sui generis, di quanto
scritto in Luca e in Giovanni. Luca 24,36, sia per gli aspetti grammaticali, sia
per l’accordo con Marco 16,14, trova un pieno accordo con Giovanni 20,19-23,
dove c’erano solo dieci degli apostoli; Luca sintetizzò insieme anche la scena
con Tommaso, senza nominarlo (Gv 20,24-28).
2.3.
L’ASCENSIONE (Lc 24,50s): Qui la particella greca dè introduce un
cambiamento di scena, anche di luogo: «Poi [dè] li condusse
fuori fino
presso Betania» (v. 50). Da qui tornarono successivamente a Gerusalemme
(v. 52). Similmente nel libro degli Atti, secondo lo stesso Luca, Gesù
parlò solo ai suoi undici apostoli in Betania (At 1,2 apostoli; v. 3 «ai
quali»; v. 4 «e trovandosi con loro»; v. 11 «uomini galilei).
Nell’aggiunta a Marco non si parla del luogo dell’ascensione (Mc 16,19), ma
furono menzionati esplicitamente gli undici (v. 14). Ciò suggerisce che Gesù
alcune cose le abbia dette ai suoi apostoli, camminando con loro fino al monte
degli Ulivi («Il Signor Gesù dunque, dopo aver loro parlato…»).
Per gli
altri dettagli sull’ascensione (e su Pentecoste) rimando all’articolo sopra
nominato «A
Pentecoste lo Spirito discese solo sui dodici apostoli» e ai relativi
temi di discussione connessi (1;
2;
3), specialmente al primo, visto che in esso si discutono gli eventi
dalla risurrezione all’ascensione.
3. ASPETTI CONCLUSIVI:
Abbiamo visto che la nota finale di Marco 16 parla degli stessi episodi di Luca
24, sebbene ognuno lo faccia a modo suo e con uno scopo differente:
■ 1. Dapprima i due discepoli riferirono della manifestazione di Gesù,
che avevano sperimentato (Mc 16,12s = Lc 24,13-35).
■ 2. Poi disgiunto da tale scena, seguì l’incontro del Signore con i soli
undici
apostoli (Mc 16,14ss = Lc 24,36-49).
■ 3. Infine, ci fu la scena dell’ascensione di Gesù, a cui assistettero
solo gli undici apostoli (Mc 16,19 = Lc 24,50-53).
Essi erano gli «uomini
galilei», a cui si rivolsero i due esseri celesti (At 1,11). Dopo l’aggiunta
di Mattia al gruppo degli apostoli, furono solo loro a radunarsi in un consiglio
apostolico; fu allora che venne lo Spirito Santo su di loro e li abilitò
al ministero (At 1,26-2,1ss). Essi furono identificati chiaramente come «Galilei»
(At 2,7) e di loro Luca parlò, affermando: «Ma Pietro, levatosi in piè
con gli undici, alzò la voce e parlò…» (v. 14). Nello stesso capitolo
egli ricordò pure «l’insegnamento degli apostoli» (2,42) e
il fatto che «molti prodigi e segni erano fatti dagli apostoli»
(v. 43).
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Luca24_success_Avv.htm
04-08-2011;
Aggiornamento: 05-08-2011 |