Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

Prima pagina

Contattaci

Domande frequenti

Novità

Arte sana

Bibbia ed ermeneutica

Culture e ideologie

Confessioni cristiane

Dottrine

Religioni

Scienza e fede

Teologia pratica

▼ Vai a fine pagina

 

Carismosofia

 

Pentecostalismo

 

 

 

 

Carismaticismo e occultismo a confronto
   Ecco le parti principali:
■ Alcune basi del carismaticismo
■ Problemi del carismaticismo
■ Carismaticismo ed esoterismo
■ Carismaticismo e dottrine
■ Fatti, casi ed eventi
■ Casi di cura d’anime

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Serviti della e-mail sottostante!

E-mail

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GLOSSOLALIA E DEMONIZZAZIONE?

 

 di Nicola Martella

 

La questione del lettore La risposta

 

Non è mia intenzione entrare in una discussione fra fratelli all’interno di una realtà ecclesiale locale, né prendere partito per qualcuno. D’altro canto, è stata richiesta la mia opinione da un lettore e uno dei servizi offerto dal sito «Fede controcorrente» è di rispondere ai quesiti posti. Confido nella maturità dei fratelli che quanto qui detto non verrà usato in modo strumentale per questioni e situazioni che non conosco. Le mie riflessioni vogliono rappresentare solo un approfondimento biblico, su cui riflettere.

 

 

La questione del lettore  

 

Caro Nicola, […] Alcune tue opere come «La lieve danza delle tenebre» che possiedo da diversi anni sono nel complesso d’indubbio valore, altre come «Carismosofia» sarebbero da mandare al macero o da riscrivere correggendo le citazioni bibliche errate che ti ho segnalato da mesi e dedicando almeno metà del libro a parlare bene del movimento pentecostale e mettendo testimonianze di credenti che parlano in lingue e ne sono felici e soddisfatti e non hanno nessun demone... […] {Stefano Ferrero; 15-10-2007}

 

 

La risposta ▲

 

Aspetti preliminari

     Partiamo da qualche premessa. Quanto dico qui di seguito, non ha nulla di personale verso Stefano, ma rispondo semplicemente a ciò che ribadisce in questa sua missiva. Di per sé avrei voluto glissare su questo tema, poiché non mi edifica oltremodo, ma le insistenze del mio interlocutore mi costringono a cercare di mettere un punto finale alla questione… almeno spero, vista la sua militanza partigiana su tali temi, di cui sembra averne fatta una specie di missione.

     Ringrazio Stefano dell’apprezzamento positivo quanto a «La lieve danza delle tenebre». Quanto al suo disprezzo di «Carismosofia», meno male che questa è solo la sua discutibile opinione. Tanti altri lettori mi dicono diversamente (cfr. anche la recensione). Molti acquirenti sono fratelli pentecostali e addirittura pastori; anche da loro ho ricevuto positivi apprezzamenti.

     Sebbene Stefano non abbia espressamente affermato che io nutra preclusioni personali verso i pentecostali in quanto tali, voglio prendere l'occasione per ribadire che le cose non stanno assolutamente così, se mai fosse venuto il dubbio, anche perché lo spettro dei cristiani pentecostali è molto variegato per fare di tutta l'erba un fascio. Fra di loro ce ne sono tanti non carismaticisti e che vogliono solo essere fedeli e ubbidienti alla Parola di Dio, esercitando vigilanza sulla sana dottrina e discernimento degli spiriti. Anche fra i fratelli pentecostali ce ne sono di quelli che non credono a qualunque «profeta» che si crede tale, né a qualunque chiaroveggente che si spaccia per «profeta» di Dio, né a qualunque esercente di mesmerismo che si spaccia per «unto di Dio», arricchendosi così per di più fuori ogni misura. Neopentecostali e neocarismatici sono «fratelli»? {Nicola Martella}

     Quanto alle presunte «citazioni bibliche errate» che Stefano mi avrebbe «segnalato da mesi», se esse fossero state congruenti e non viziate dalla sua solita e ricorrente sovrastruttura dogmatica carismaticista, ne avrei seriamente tenuto conto; ma non mi hanno per nulla convinto perché si basano sia sulla versettologia (versi presi fuori contesto), sia su preconcetti aprioristici, sia su interpretazioni dogmatiche all’interno di una sovrastruttura ideologica dell’esperienza.

 

Glossolalia sempre d’origine demonica?

     Qui affronto specialmente il tema di glossolalia e demonizzazione. Come detto, lo faccio controvoglia perché non sono cose che mi edificano; preferirei parlare di più del «frutto dello Spirito» (vero distintivo del cristiano) in contrapposizione alle «opere della carne». Il mio interlocutore evidenzia l’asserzione secondo cui «credenti che parlano in lingue […] ne sono felici e soddisfatti e non hanno nessun demone»; egli lo esprime così come se io l’avessi mai messo in dubbio per la stragrande maggioranza delle persone credenti. Infatti non ho mai detto che tutti coloro che parlano in lingue, siano demonizzati. Come potrebbero mai esserlo?

     Infatti la stragrande maggioranza della glossolalia esercitata è di natura psichica! Ossia la stragrande maggioranza di coloro che esercitano la glossolalia non parlano veramente in un’altra lingua; infatti una lingua, qualunque essa sia, si distingue per una grammatica, un ricco vocabolario e una sintassi. La stragrande maggioranza di coloro che esercitano la glossolalia recitano in effetti quello che nella psicologia si chiama un «engramma». L’engramma psichico è definito tecnicamente una «traccia perenne di impressioni psichiche». Nel caso della glossolalia si tratta di una parola o frase chiave, continuamente ripetuta. Questo fenomeno si trova pressoché in tutto il mondo, fra tutti i popoli e religioni. Si tratta di una specie di «mantra» sempre uguale che si riceve durante un’esperienza di «illuminamento spirituale» di tipo mistico. Ricordiamo che il «mantra» proviene dalle religioni dell’India, dove significa una «asserzione religiosa considerata efficace», perché si crede provenga dalla trascendenza e la si riceva nel momento dell’illuminamento spirituale; per estensione oggigiorno è usato per fenomeni religiosi simili, in cui viene ripetuta continuamente una «locuzione chiave» per ottenere dei risultati spirituali o mistici.

     Anche in campo cristiano, sia tra i mistici cattolici, ortodossi, eccetera, sia dentro ai tipici movimenti pentecostali e neo-pentecostali (o carismaticisti) sia fuori di essi, ci sono fenomeni mistici simili con fissazione di tale «engramma psichico» e sua ripetizione devozionale.

     Certamente esiste un fenomeno di «engramma» anche all’interno dei fenomeni tipicamente occulti, ma non sono da confondere con quelli tipicamente mistici. Per l’engramma psichico in campo occulto cfr. Nicola Martella, La lieve danza delle tenebre (Veritas, Roma 1992), pp. 57 (nota 4), 96s, 103. Per la ricorrenza dell’engramma psichico in campo carismaticista, cfr. Nicola Martella, Carismosofia (Punto°A°Croce, Roma 1995), pp. 76s.

     Nel momento di una esperienza mistica (poi interpretata magari con termini biblici o dottrinali), si riceve tale «engramma psichico» (registrazione endogena). Poi, ogni qual volta che tale «locuzione chiave» viene attivata con la prassi (ripetizione)», il detentore dell’engramma fa nuovamente un’esperienza simile all’estasi vissuta durante l’illuminamento.

     Detto questo, bisogna tener presente quei casi in cui tale «engramma psichico» o «locuzione chiave» avviene realmente mediante uno spirito demoniaco. In tali casi, tale specie di «mantra» in altra lingua contiene invocazioni a demoni, a dèi, a divinità, a spiriti o a patroni religiosi oppure contiene parole di bestemmia. Ciò è stato verificato nei casi in cui in una riunione, in cui qualcuno ha recitato tale mistica «locuzione chiave», si trovava qualcuno che parlava e capiva tale lingua del suo paese natio. In altri casi si trattò di lingue antiche che uno aveva studiato; io stesso ho avuto l’occasione di verificare una donna che recitava una tale «mantra» in ebraico, cosa che poi abbiamo approfondito insieme ad altri fratelli (si legga al riguardo in «Carismosofia», pp. 246-250).

     Che dire in quei specifici casi, in cui il contenuto di un engramma è contrario alla sana dottrina, significa che tali persone sono demonizzate? Tranne le eccezioni, in cui tali persone non sono veramente rigenerate, bisogna rispondere di no. In questi casi, tali credenti fanno semplicemente «posto al diavolo» (Ef 4,27) in quei particolari momenti e prestano così le loro membra al servizio dell’ingiustizia e dell’iniquità (Rm 6,12ss.19). Ciò succede però a tutti i credenti ogni qual volta che essi hanno una prassi di vita peccaminosa, ad esempio, quando sparlano e calunniano, quando si comportano in modo sleale o indecoroso. Come raccomanda la Parola di Dio per tali casi, bisogna ravvedersi e abbandonare tale prassi peccaminosa, qualunque sia tale peccato. Infatti una prassi d’iniquità, qualunque essa sia, impedisce la comunione con Dio e, quindi, le sue benedizioni.

     Un problema è che riguardo ai peccati normali, essendo evidenti, possiamo riconoscerli da noi stessi o possono avvertirci altri al riguardo; quando tale «engramma psichico» contiene un messaggio moralmente disdicevole o un contenuto teologicamente scorretto, chi ci avvertirà? Infatti coloro che sanno interpretare veramente e correttamente il contenuto della glossolalia, sono come l’ago nel pagliaio. Può succedere che tali credenti sentano un’irrequietezza che non sanno spiegare o cominciano a soffrire di oppressione o di depressione, ma non collegano tale situazione con la glossolalia, convinti come sono che sia nel loro caso un carisma divino. In tali casi magari cercano maggiore «unzione», pellegrinando da un «unto» a uno ritenuto più potente; alla fine rischiano di diventare dipendenti dagli uomini, non risolvendo per di più il loro vero problema.

     Per testimonianza di credenti che erano in dubbio riguardo alla fonte della loro «locuzione chiave», mi è stato riferito che hanno chiesto al Signore con serietà e onestà quanto segue: «Signore, se questo carisma non è da parte tua, toglimelo; in tal caso, io ci rinuncio e non voglio più averlo». E il Signore lo ha effettivamente tolto per sempre. Un caso del genere è successo a me, quale curatore d’anime, e alla presenza di testimoni fedeli, verso una credente che esercitava la glossolalia, pur non essendo pentecostale né carismaticista (si legga al riguardo in «Carismosofia», pp. 250ss). A tutt’oggi tale sorella in fede può dare testimonianza di quanto le è accaduto in modo immediato e di come è scomparsa anche la depressione che l’affliggeva da anni, motivo per il quale era principalmente venuta nella cura d’anime.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Glossolalia_demonizzazione_Car.htm

15-10-2007; Aggiornamento: 23-01-2008

 

Punto°A°Croce

▲ Vai a inizio pagina ▲

Proprietà letteraria riservata

© Punto°A°Croce