Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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EVANGELO DEL SUCCESSO E DINTORNI

 

 di Antonino e Nunzio Lo Nardo - Nicola Martella

 

1. ENTRIAMO IN TEMA: In un gruppo in Internet, a cui sono iscritto, ho letto alcuni scritti, a cui ho fatto qualche osservazione. Già qualche volta mi era saltata all’occhio l’insistenza di Nunzio Lo Nardo sull’amore di Dio, ponendo le questioni in modo unilaterale, ossia tralasciando completamente la questione della verità e della giustizia. [ Tagliare dritto fra amore e verità] Non credevo che sotto tali asserzioni piene di «pensiero positivo» si nascondesse un’intera concezione ideologica della «dottrina del successo», a cui s’affianca il cosiddetto «evangelo della prosperità». Ciò è corroborato, ora, dalle asserzioni di Antonino Lonardo, secondo cui l’Onnipotente viene relegato alla funzione di una specie di distributore automatico di benedizioni. Parto dai loro scritti per fare alcune osservazioni e obiezioni.

     Ricordo che la «dottrina del successo» e «l’evangelo della prosperità» non sono altro che l’adattamento carismaticista del «pensiero positivo» di matrice gnostico-esoterica. Ma chi propone tale ideologia esoterica cristianizzata, spesso non ne conosce la genesi e la crede (e la propone) come presunta dottrina cristiana. Non a caso tutto ciò si connette a un cosiddetto «evangelo a poco prezzo», che parla dell’amore di Dio e dei suoi benefici, rendendo l’Eterno una specie di «zio buono». E così facendo, si tralascia la verità e la giustizia e, quindi, il giudizio di Dio e la necessità di ravvedersi e convertirsi, di pendere un serio e santo impegno verso l’Onnipotente, per poi servirlo con impegno come Signore della propria vita.

 

2. DIO AL SERVIZIO DELL’UOMO?

 

2.1. LE TESI: Dio vuole che la nostra vita sia piena di benedizioni in ogni campo. Niente è lasciato fuori. Dio non dice: «Potrei benedire la tua vita». Ma dice: «Voglio benedire ogni campo della tua vita. E lo farò». Gran parte della Bibbia ci parla del desiderio di Dio di riempire la nostra vita di benedizioni e di vittorie. {Antonino Lonardo; 21-06-2013}

 

2.2. OSSERVAZIONI E OBIEZIONI: Antonino Lonardo, potresti indicare con precisione dove si trova il seguente verso: «Voglio benedire ogni campo della tua vita. E lo farò», riferito ai credenti del nuovo patto?

     Io posso citare invece un altro verso, che veramente c’è nella Bibbia e recita: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza» (2 Cor 12,9). Per la risposta di Paolo basta leggere i vv. 9b-10.

     Il piano di Dio prevede la sua presenza oggi nella vita del credente e la sua cura paterna, ma il grosso delle benedizioni sono celesti (Ef 1,3s), quindi riservate per il futuro, quando Cristo ritornerà e adempirà ogni cosa. Questo è primariamente il tempo della santificazione e del servizio, cose che richiedono ambedue impegno e sacrificio, in vista del compimento della salvezza e delle benedizioni di Dio.

     Leggendo la Scrittura, Dio dice in vari luoghi: «Voglio essere servito da te in ogni campo della tua vita. Fallo» (cfr. Dt 11,13). Oppure detto con le parole bibliche: «Ed ora, Israele, che chiede da te l’Eterno, il tuo Dio, se non che tu tema l’Eterno, il tuo Dio, che tu cammini in tutte le sue vie, che tu l’ami e serva all’Eterno, che è il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua, che tu osservi per il tuo bene i comandamenti dell’Eterno e le sue leggi che oggi ti do?» (Dt 10,12s). Gran parte della Bibbia ci parla del desiderio di Dio di essere servito come Signore. Oggigiorno, però, Dio viene reso lo «zio buono», che serve l’uomo.

     Come vediamo la sacra Scrittura mette Dio al centro e il servizio per Lui; questo richiede un impegno serio e costante. L’umanesimo cristianizzato mette l’uomo al centro e i benefici, che può trarre dalla fede. Questo è un «evangelo a poco prezzo».

 

3. UN EVANGELO FACILE, FACILE?

 

3.1. LE TESI: Molti credono di aver fatto troppe cose sbagliate, cosi tante che Dio non s’interessa più di loro. Certo, la religione non ti aiuta, anzi, è la principale matrice di questo modo di pensare. Nel tentativo di mantenere l’ordine, la religione ha allontanato dal Signore milioni di persone. Ma la verità è che non è difficile seguirlo, non è complicato servirlo. Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete travagliati e aggravati, e io vi darò riposo. Prendete il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo per le vostre anime. Perché il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero!» (Matteo 11,28-30).

     Non poteva essere più chiaro di cosi! Passiamo troppo tempo a guardare i nostri fallimenti e, di conseguenza, a condannarci. Dio guarda il nostro desiderio di amarlo e considera ciò che vogliamo, non ciò che facciamo. Cambierà quello, che facciamo, soltanto se gli diamo libero accesso al nostro cuore. {Nunzio Lo Nardo; 20-06-2013}

 

3.2. OSSERVAZIONI E OBIEZIONI: È un contributo apprezzabile. Certo rimangono alcuni aspetti che bisognerebbe chiarire. Ad esempio, se non fosse «difficile seguirlo», perché a coloro, a cui Gesù offrì il riposo, ingiunse il suo «giogo», prospettando che non si potesse avere l’una senza l’altro? Se non fosse «complicato servirlo», ossia se ciò non richiedesse impegno e sacrificio, perché Cristo parlò allora di una porta stretta e di una via angusta, che conduce alla vita, ribadendo pure che «sono pochi quelli, che la trovano»? (Mt 7,14).

     Anche la seguente frase è alquanto infelice: «Dio guarda il nostro desiderio di amarlo e considera ciò che vogliamo, non ciò che facciamo». Se Dio non considerasse ciò, che facciamo, sarebbe un Dio distratto, superficiale, non giusto e non potrebbe essere, perciò, neppure il Giudice universale. A ciò si aggiunga che Dio pesa le azioni dell’uomo, non solo le sue intenzioni: «L’Eterno è un Dio di conoscenza, e da lui sono pesate le azioni» (1 Sm 2,3).

     Inoltre, Dio chiede all’uomo di cambiare ciò, che fa (Gr 7,3.5; Mt 18,3): questa si chiama ravvedimento e conversione (cfr. Gr 18,11; 26,13; 35,15).

 

4. L’OBIETTIVO DELLA FEDE È IL SUCCESSO?: Qui c’è la replica alle mie osservazioni.

 

4.1. LE TESI: Gesù ha parlato chiaramente, dobbiamo iniziare a renderci conto che Lui vuole prendersi cura di noi e rendere le nostre vite entusiasmanti e di successo. «Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, chi cerca trova e sarà aperto a chi bussa. Vi è tra voi qualche uomo che, se suo figlio gli chiede del pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro, che è nei cieli, darà cose buone a coloro che gliele chiedono» (Matteo 7,7-11).

     Caro fratello, Dio ci vede in modo diverso rispetto a come siamo portati a credere. Ci ama e desidera starci vicino. Se ti concentri sulla realtà spirituale della sua accoglienza, piuttosto che sulle tue e le mie lotte e sui nostri fallimenti, Lui ci cambierà. Se ti concentri sui fallimenti, non avrai mai successo. L’apostolo Paolo dice: «Infatti coloro che sono secondo la carne volgono la mente alle cose della carne, ma coloro che sono secondo lo Spirito alle cose dello Spirito. Infatti la mente controllata dallo Spirito produce vita e pace. Per questo la mente controllata dalla carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomessa alla legge di Dio e neppure può esserlo. Quindi quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio» (Romani 8,5-8). Pace del Signore; Dio ti benedica. {Nunzio Lo Nardo; 20-06-2013}

 

4.2. OSSERVAZIONI E OBIEZIONI

 

4.2.1. Un evangelo del successo?: Gesù vuol veramente «rendere le nostre vite entusiasmanti e di successo»? Dove lo leggi tale «evangelo del successo»? Tu citi Matteo 7,7ss («Chiedete e vi sarà dato…»), come se Gesù avesse offerto qui ai suoi seguaci una specie di «pozzo di san Patrizio» o un distributore automatico self-service per tutto ciò che l’uomo vuole, e dimentichi nello stesso contesto la sua ingiunzione: «Entrate per la porta stretta…» (vv. 13s). Si fa male a strumentalizzare tali versi per una «dottrina del successo». A chi aveva timore a entrare per tale porta stretta e a camminare su tale via angusta, per seguirlo, Gesù prospettava il fatto che Dio si sarebbe preso cura di lui, non che gli avrebbe dato il successo!

     È proprio singolare aspettarsi da Dio il «successo» (e la prosperità), e citare strumentalmente Romani 8,5-8! In tale brano nel suo contesto le «cose della carne» sono il tentativo di essere giustificato per le opere della legge (cfr. vv. 1-4). Invece, essere «secondo lo Spirito» significa vivere in sintonia con il patto di grazia, il cui effetto è la rigenerazione e al giustificazione (vv. 9ss). Quindi tale brano non c’entra nulla col «successo».

     Faccio notare che, biblicamente parlando, la ricerca del successo e della prosperità appartengono proprio alle «cose della carne». Paolo mostra altrove tale contrasto. Il cammino secondo lo Spirito conduce a questo: «Ora la devozione con animo contento del proprio stato, è un gran guadagno; poiché non abbiamo portato nulla nel mondo, perché non ne possiamo neanche portar via nulla; ma avendo di che nutrirci e di che coprirci, saremo di questo contenti» (1 Tm 6,6ss). A ciò Paolo contrappose il cammino secondo la carne, che conduce a questo: «Ma quelli che vogliono arricchire cadono in tentazione, in laccio, e in molte insensate e funeste concupiscenze, che affondano gli uomini nella distruzione e nella perdizione. Poiché l’amore del danaro è radice d’ogni sorta di mali; e alcuni, che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono trafitti di molti dolori» (vv. 9s).

 

4.2.2. L’evangelo della croce: Invece di un «evangelo del successo (o della prosperità)», io leggo nel NT la presentazione dell’«evangelo della croce». Fu Gesù stesso a presentarlo: «Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me. Chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita la perderà; e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà» (Mt 10,37ss). E ancora: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso e prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per amor mio, la troverà» (Mt 16,24s).

     La generazione del tempo degli apostoli fu angariata, perseguitata, molti di loro furono uccisi (cfr. Stefano, Giacomo). Pietro, Paolo e altri ebbero una vita e un ministero e pieni di stress, preoccupazioni, insidie e pericoli (2 Cor 11,23-27); molti di loro finirono la loro carriera, morendo da martiri (Gv 21,18s; At 12,1s; 2 Tm 4,7). Da sempre questa è stata la costante di coloro, che hanno servito il Signore (cfr. Eb 11,36ss; Ap 17,6; 20,4). Paolo stesso non conosceva tale «evangelo del successo, ma quello della croce (Gal 2,20).

 

4.2.3. Aspetti conclusivi: Come ho già ribadito, i versi da citati da Nunzio Lo Nardo (Matteo 7,7-11) non affermano tale tesi, ma parlano della sfida di Dio a fidarsi di Lui. Dov’è che Cristo ha promesso il «successo»? Come ho mostrato, Romani 8,5-8 non corrobora tale tesi di un presunto «evangelo del successo». Mi meraviglia che tale terminologia mondana sia assunta e usata per le cose delle fede. Cristo non ha promesso il «successo», ma la vita eterna.

     Noi non predichiamo un «Cristo del successo», ma «Cristo crocifisso», scandalo per i Giudei e pazzia per i pagani (1 Cor 1,23). E ci proponiamo di «non saper altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso» (1 Cor 2,2). Perciò, i credenti non sono chiamati ad avere «successo», ma a realizzare questo: «E quelli che son di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e le sue concupiscenze» (Gal 5,24). La ricerca del successo (con prosperità, ricchezza, ecc.) è un’opera della carne. E ancora: «Ma quanto a me, non sia mai che io mi vanti di altro che della croce del nostro Signore Gesù Cristo, mediante la quale il mondo, per me, è stato crocifisso e io sono stato crocifisso per il mondo» (Gal 6,14).

     È singolare che i seguaci della «ideologia della prosperità (e del successo)» abbiano secolarizzato concetti biblici e cristianizzato concezioni mondane. Vorrebbero riuscire con la logica del mondo, tinteggiata di un apparente cristianesimo, attingendo fuoco estraneo agli altari esoterici del «pensiero positivo».

     Per alcuni, che seguono un umanesimo cristianizzato e una fede secolarizzata e mistica, Dio e Mammona (cfr. Mt 6,24) sono così mentalmente identificati, che per loro servire esiste un solo padrone, che essi chiamano «Dio», ma che in effetti è «Mammona».

     Un presunto «evangelo del successo» è un evangelo umanista tinteggiato di cristianesimo, quindi è falso evangelo. È questo ciò che propugni?

     Chiaramente ho aspettato una presa di posizione, che rispondesse nel merito alle mie osservazioni e obiezioni alla cosiddetta «dottrina del successo (e della prosperità)», a cui ho contrapposto la «teologia della croce». Chissà se essa arriverà mai.

 

Per l’approfondimento:

Dona 100 Real - Dio ti dà il doppio! Teologia della prosperità in Brasile {C. Schwambach} (A)

L’evangelo del successo {Gaetano Nunnari} (A)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Evang_succ_Car.htm

21-06-2013; Aggiornamento: 22-06-2013

 

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