Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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L’ABUSO DI EBREI 1,1-2 E 13,8

 

 di Nicola Martella

 

Da parte dei seguaci di certi santoni (come W.M. Branham, Kenneth Hagin, ecc.) si strumentalizza Ebrei 1,1s e si abusa d’esso, per affermare che Dio ci parlerebbe ancora oggigiorno per mezzo di Gesù, come ai tempi in cui Egli era sulla terra. Inoltre, si pretende di confermare ciò, abusando di Ebrei 13,8. E tutto ciò avviene per accreditare i messaggi di tali santoni gnostici come «parola attuale di Dio», come presunta «rhema» e cose del genere. Sono tutte una buona scusa per spacciare i propri messaggi o quelli di tali «guru» cristianizzati (viventi o spesso da tempo defunti) e le loro singolari, se non false dottrine, come provenienti da Dio.

 

 

1.  IN QUESTI ULTIMI GIORNI? (Eb 1,1s): Ciò che affermò l’autore dell’epistola agli Ebrei in tale brano, era quanto segue.

 

1.1. Lo sguardo al passato rispetto a se stesso: «Dio, dopo aver in molte volte e in molte maniere parlato anticamente ai padri per mezzo dei profeti…» (Eb 1,1).

 

1.2. Lo sguardo ai suoi giorni: «…in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del suo Figlio» (v. 2).

     ■ Dal punto di vista esegetico, la locuzione «in questi ultimi giorni» intendeva i tempi dell’autore, il suo presente. La locuzione «[Dio] ha parlato» intendeva che lo aveva già fatto in quel tempo, quando l’autore scriveva.

     ■ Contestualmente, la locuzione «ha parlato a noi» intendeva a quella specifica generazione, a quella del tempo dell’autore, ossia agli apostoli e ai credenti d’allora.

     ■ La locuzione «mediante il suo Figlio» intendeva per l’autore che Dio aveva parlato ai suoi seguaci al tempo della sua presenza sulla terra.

     Dopo l’ascensione, Gesù andò alla destra del Padre e mandò lo Spirito Santo, ma Cristo stesso non era (e non è) più sulla terra per parlare direttamente da parte di Dio Padre.

     Lo stesso Paolo, che ebbe una visione di Gesù (At 9; una visione è cosa differente da una presenza storica e fisica sulla terra!), affermò: «Se anche abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora però noi non lo conosciamo più così» (2 Cor 5,16). Il Signore Gesù Cristo non poteva più essere sperimentato storicamente, come si fa personalmente e direttamente per ogni altro essere vivente.

 

1.3. L’autore evidenziò tre contrasti

     ■ Il primo contrasto era fra «anticamente» e «in questi ultimi giorni», il tutto rispetto al primo secolo e all’esperienza dell’autore e di quella sua generazione.

     ■ Il secondo contrasto era fra «[ha parlato] ai padri» e «[ha parlato] a noi», intendendo qui la sua propria generazione.

     ■ Il terzo contrasto era fra «per mezzo dei profeti» e «per mezzo del suo Figlio». È evidente che Dio parlò per mezzo dei profeti, fintantoché essi erano in terra; la stessa cosa evidenziò l’autore per Gesù Cristo: Egli, quand’era in terra, parlò a quella generazione da parte di Dio Padre.

 

 

2.  CONTINUITÀ DI CHE COSA? (Eb 13,8): Per cercare di rendere plausibile che Dio parli (o operi prodigi) ancora oggigiorno allo stesso modo come ha fatto allora che Gesù era in terra, si cita volentieri Ebrei 13,8. In effetti tale verso non vuole sostenere una cosa del genere, ma è un’asserzione cristologica e recita letteralmente così: «Gesù è lo stesso Cristo ieri, oggi, e in perpetuo». Anche qui si rispecchia la testimonianza dell’autore rispetto al suo tempo.

     ■ «Gesù è lo stesso Cristo ieri», ossia quando era in terra.

     ■ «Gesù è lo stesso Cristo… oggi», ossia al tempo in cui l’autore scriveva.

     ■ «Gesù è lo stesso Cristo… in perpetuo», ossia anche in futuro rispetto a quell’oggi dell’autore.

 

Tale verso intende dire semplicemente che Gesù, da quando iniziò il suo ministero terreno (Mt 3s), non ha smesso di essere il Messia-Re e di svolgere tutte le funzioni legate al suo ufficio alla destra di Dio Padre, né ha rinunciato alla sua pretesa di svolgere tale suo mandato un giorno sulla terra come Re universale. Tale verso intende, quindi, la continuità del ministero di Gesù quale Messia, dal giorno in cui fu battezzato in avanti, ossia dal tempo in cui assunse il suo compito di Messia-Re in poi.

     Non bisogna abusare di tale verso per altri scopi, come ad esempio per accreditare se stesso (o un santone) e i presunti messaggi propri o altrui, a cui si vuol dare un carattere particolare o trascendentale. Conviene seguire il consiglio dell’autore, che segue appena un verso dopo: «Non siate trasportati qua e là da diverse e strane dottrine» (v. 9). Di tali dottrine ne nascono continuamente come funghi, strumentalizzando spesso cose secondarie nella sacra Scrittura per accreditare se stessi o tali santoni come qualcosa di particolare (Branham e altri pretesero, ad esempio d’essere il profeta Elia redivivo). Essi colano spesso il moscerino e inghiottono il cammello, introducendo presunte «nuove rivelazioni» (spesso si tratta di vecchie dottrine gnostiche riscaldate), generando confusione, aggiogamento e dipendenza.

     La cura a tutto ciò si chiama esegesi contestuale della Parola di Dio.

     ■ «Ora, fratelli, a causa vostra queste cose le applicate a me stesso e a Apollo, affinché per nostro mezzo impariate il “non oltre quello che è scritto» (1 Cor 4,6).

     ■ «Studiati di presentare te stesso approvato dinanzi a Dio: operaio che non debba essere confuso, che tagli correttamente la parola della verità» (2 Tm 2,15).

     ■ Alle pretese di tali santoni, che si presentano con asserzioni tipo «Dio mi ha rivelato…», «Così parla il Signore…», ecc., bisogna contrapporre lo «sta scritto», usato dai profeti, da Gesù e dagli apostoli.

 

In W.M. Branham si è manifestato Cristo nella sua seconda venuta? {Vincenzo Ragusa - Nicola Martella} (A)

 

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Per l'approfondimento:

Branham e i suoi seguaci (vari articoli)

Linguaggio diretto di Dio nella falsa profezia {Nicola Martella} (A)

Linguaggio diretto di Dio nella falsa profezia? Parliamone {Nicola Martella} (T)

Logos e rhema: sotto l’ideologia niente {Nicola Martella} (D)

Logos e rhema: sotto l’ideologia niente! Parliamone {Nicola Martella} (T)

Nuovo patto e «così parla il Signore» {Davide Gattuso - Nicola Martella} (T/A)

Voglia di profeti e veggenti {Nicola Martella} (A)

Voglia di profeti e veggenti? Parliamone (1) {Nicola Martella} (T)

Voglia di profeti e veggenti? Parliamone (2) {Nicola Martella} (T)

Voglia di nuove visioni {Nicola Martella} (A)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Ebrei1-1s_13-8_Car.htm

07-06-2011; Aggiornamento:

 

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