Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Manuale Teologico dell’AT

 

Calvinismo

 

 

 

 

Dopo una introduzione alle problematiche della teologia dell’AT, segue il dizionario teologico dell’AT.

   Ecco le parti principali dell’introduzione alla teologia dell’AT:
■ Il compito e l’oggetto della Teologia dell’AT
■ Le posizioni teologiche più ricorrenti
■ I patti e gli altri approcci
■ Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT.

 

Al dizionario teologico dell’AT sono acclusi un registro delle voci e un registro ragionato delle stesse detto «percorsi teologici».

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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DIO AMA SOLO GLI ELETTI?

 

 di Marco Soranno - Nicola Martella

 

1. La tesi {Marco Soranno}

2. Osservazioni e obiezioni {Nicola Martella}

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere il punto sottostante

 

Marco Soranno mi ha chiesto di analizzare alcuni contenuti del suo blog «Il Protestante». Lo faccio volentieri, sperando così di arginare un po’ quella che si potrebbe interpretare una palese deriva ideologica come reazione alle sue personali vicende esistenziali pregresse e come contrappasso alle sue precedenti convinzioni dottrinali, cose di cui egli parla nel suo blog. In questo suo seguente articolo egli amplifica semplicemente le tesi di quella parte del calvinismo succube della discutibile dottrina della «doppia predestinazione». La «sua» tesi è questa: Dio ama solo gli eletti. Per fare questo, è costretto necessariamente a piegare a tale tesi ideologica vari brani biblici tolti dal loro contesto naturale, per usarli secondo la logica della «versettologia» e per allinearli a una tesi inquietante.

    Alcune volte ho notato che diversi di coloro che si sentono particolari «eletti» e che evidenziano la «grazia irresistibile», la «doppia predestinazione» e l'amore esclusivo di Dio per i soli eletti, hanno bisogno di questa concezione unilaterale per coprire le loro grandi debolezze della carne e spesso i loro grandi deficit morali. Spesso i pronipoti di Calvino non ne hanno sempre la dirittura morale. Per questo hanno bisogno di un Dio che assomigli a un «zio buono», longanime sempre e solo con loro, gli unici «beniamini». Si può essere «eletti» e continuare a vivere nel peccato, nell'immoralità e nella carne? Si può reclamare l'amore esclusivo di Dio per gli «eletti» e vivere trasgredendo i comandamenti divini del nuovo patto? La chiara risposta della Bibbia è chiaramente no (cfr. 1 Gv 3,6-10; 5,2s). Chi vive però secondo un'ideologia, ha bisogno di tale «pezza dottrinale» per coprire le proprie incongruenze morali. Si vuole quindi un Dio di grazia solo per sé, che ami solo gli «eletti». Questa è una coperta troppo corta, biblicamente parlando.

    Intanto tale blog fu chiuso e il suo contenuto fu poi trasferito su un sito riformato, con cui Marco pensava di avere varie affinità elettive; egli abbandonò poi anche quest'ultimo. Certo la sostanza però non mutava, cambiando spazio; tale nuovo collocamento corroborava solo quanto era stato precedentemente risultato dall'analisi fatta nel merito.

    Per i nuovi sviluppi, si veda la nota finale.

 

 

1. La tesi {Marco Soranno}

 

Poniamoci una domanda? Dio ama tutti? La domanda non è banale e risposta non è affatto scontata: come calvinista mi sono domandato questo perché è importante capire la sovranità di Dio e la portata del Suo piano di redenzione. Sono orientato a credere che Dio ami solo gli eletti e il motivo è semplice: Cristo è l’espressione dell’amore di Dio Padre, ma biblicamente verso chi? Verso gli eletti, che hanno bisogno del sangue del Figlio. Non sto dando i numeri! Nella «preghiera sacerdotale» Gesù dice chiaramente: «Queste cose disse Gesù, poi alzò gli occhi al cielo e disse: “Padre, l’ora è venuta; glorifica il Figlio tuo, affinché anche il Figlio glorifichi te, poiché tu gli hai dato potere sopra ogni carne, affinché egli dia vita eterna a tutti coloro che tu gli hai dato. Or questa è la vita eterna, che conoscano te, il solo vero Dio, e Gesù Cristo che tu hai mandato. Io ti ho glorificato sulla terra, avendo compiuta l’opera che tu mi hai dato da fare. Ora dunque, o Padre, glorificami presso di te della gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse. Io ho manifestato il tuo nome agli uomini che tu mi hai dato dal mondo; erano tuoi, e tu me li hai dati; ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi hanno conosciuto che tutte le cose che tu mi hai dato vengono da te, perché ho dato loro le parole che tu hai dato a me; ed essi le hanno accolte e hanno veramente conosciuto che io sono proceduto da te, e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi» (Giovanni 17,9).

     Le parole del Cristo fugano ogni dubbio. La venuta e il sacrificio di Cristo sono per coloro che il Padre ha dato al Figlio, messi divinamente in condizione d’osservare la Parola. Gesù non prega per il mondo ma solo per gli eletti. Pertanto, come se Dio amasse tutti gli uomini, come mai il Figlio prega solo per una parte d’essi? È chiaro che sono solo gli eletti l’oggetto dell’amore di Dio.

     Per chiarire ulteriormente leggiamo insieme le parole dell’Apostolo Paolo: «Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali son chiamati secondo il suo proponimento. Perché quelli che Egli ha preconosciuti, li ha pure predestinati a esser conformi all’immagine del suo Figliuolo, affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli; e quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati» (Romani 8,28-30).

     Quindi solo chi è predestinato, chiamato, giustificato e glorificato è amato da Dio. Da notare che è Dio che giustifica gli eletti, non loro che realizzano la giustificazione con le loro opere.

     Chiariamo però che gli eletti non sono una sparuta minoranza, un manipolo di spirituali. Vi sono milioni e milioni di figli di Dio, che credono in Cristo Gesù. {14-11-2007}

 

 

2. Osservazioni e obiezioni {Nicola Martella}

 

L’ideologia detta legge

     Quando si parte da una sovrastruttura dogmatica che contiene una dottrina particolare quale la falsa dottrina della «doppia predestinazione», non meraviglia che si cercherà di leggere la Bibbia con tali «lenti ideologiche». In tali casi la sovrastruttura dogmatica diventa il codice (o filtro) ermeneutico per decifrare la Scrittura. In tali casi, quando è già avvenuta una proiezione dottrinale nella Bibbia (eisegesi), l’esegesi è limitata solo a difendere i principi dell’ideologia di base. La Bibbia viene imbavagliata e non le è permesso di dire diversamente. Le affermazioni multipolari su Dio e la sua opera vengono «stirate» a una sola logica: quella della sovrastruttura dogmatica.

 

Risposte prevedibili

     Le risposte di Marco Soranno, che si dichiara calvinista, sono scontate e prevedibili. Sull’altare di una concezione ideologica della «sovranità di Dio», viene sacrificato l’amore di Dio per tutti gli uomini. Visto che la tesi è chiara fin dall’inizio (Dio amerebbe solo gli eletti), per lui vale ora solo la «dimostrazione» della tesi. Egli è perciò un ideologo.

     Un esegeta non fa così! Egli analizza i brani chiave della Scrittura nel loro contesto (letterario, storico, culturale, ecc.), nello sviluppo della rivelazione e nella differenziazione dell’antico e del nuovo patto; in tal modo accerta che cosa dica in modo multipolare la Bibbia su una data questione (qui l’amore di Dio per tutti gli uomini).

     Invece di mostrare la tensione scritturale di una rappresentazione multipolare della verità biblica, si preferisce semplificare tutto, adducendo «prove» apparentemente bibliche, addomesticate alla tesi! Perciò Dio amerebbe solo gli eletti e Cristo sarebbe morto solo per loro. I brani citati mostrano solo tale realtà. Non si introducono né discutono i brani antitetici a tale tesi. Questo è il tipico atteggiamento dell’ideologo e del demagogo, che riduce tutta la composita e multiforme realtà a una sola tesi: la sua.

 

Il ragionamento di parte

     Si cita Giovanni 17,1-9 come se fosse l’unica realtà teologica su questo argomento; si dimentica il momento particolare in cui Gesù disse tali parole in preghiera al cospetto dei discepoli: egli stava per essere dato nelle mani dei suoi aguzzini (Gv 18,1ss), i suoi undici discepoli si sarebbero dispersi (Gv 16,32s) ed egli aveva annunziato loro la sua risurrezione (Gv 16,16) e l’avvento dello Spirito Santo (Gv 16). Era logico che in tale situazione Gesù pregasse in modo concentrato per questi suoi seguaci (e non per il mondo) e chiedesse al Padre una particolare protezione per loro, che da lì a poche settimane avrebbero cominciato la grande rivoluzione di Gesù proprio nel mondo. In questo testo Gesù non trattò l’argomento se Dio amasse o meno tutti gli uomini o se volesse salvare o meno tutti gli esseri umani. Qui si trattava di un testamento personale ai suoi attuali seguaci. È triste vedere come un fatto circostanziato e riguardante gli undici discepoli in particolare in quella specifica situazione venga generalizzato in senso dottrinale! È la manovra di sempre degli ideologi dogmatici. Si noti che i verbi sono al passato prossimo!

     Per tale motivo, le conclusioni a cui Marco Soranno arriva, sono condizionate dalle sue scelte a priori, dettate dalla falsa dottrina della «doppia predestinazione». Perciò si afferma quanto segue: Cristo sarebbe venuto e morto solo per gli eletti.

     Una tale affermazione non si trova direttamente mai nel NT in nessuna variazione. Nell’Evangelo di Giovanni si trova la quintessenza dell’Evangelo in Gv 3,16: «Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna».

     Qui «mondo» ha lo stesso significato che in Gv 17 (qui Gesù si concentra sugli undici discepoli). «Mondo» e «chiunque» sono troppo generici per limitarli a certi privilegiati (eletti). Nel NT «mondo» ricorre in 174 versi, di cui ben 58 (!) solo nell’Evangelo di Giovanni.

     Questo concetto sta sempre per «terra abitata» (Ap 3,10; 12,9; At 17,24; Rm 10,18), umanità in genere (Gv 3,19; Rm 5,12; 2 Cor 5,19; Col 2,8), popoli e nazioni (Sal 9,8; 96,10.13; 98,9; Is 34,1), umanità senza Cristo e ostile ai cristiani (sia Giudei storici sua Gentili; Gv 15,18s; 17,14; 1 Gv 3,13). Il «mondo» mai si limita ai soli eletti!

     Non meraviglia neppure che a Gv 17 segua Romani 8,28ss, in cui Paolo non affrontò la complessa questione in esame, ma solo un aspetto specifico riguardante i salvati. In Rm 8 non si trova nulla della questione eletti e non eletti, redenti e non redenti, eccetera. L’ideologia fa sempre uso di cose parziali e particolari, semplificando le questioni, ma tace sulla multiformità dei fenomeni e della multipolarità delle questioni.

 

Piedi d’argilla ideologici e il largo respiro dell’Evangelo

     ■ Ecco un esempio di dove si possa arrivare, cavalcando la logica del falso sillogismo. A ragion di logica, se si partisse solo da Mt 15,24: «Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d’Israele» (cfr. 10,5s il primo mandato dei discepoli), bisognerebbe concludere che gli eletti erano solo Ebrei e che Rm 8,28ss riguardasse solo loro! Dopo che i capi dei Giudei e la maggior parte di loro rifiutarono Gesù quale Messia, Gesù si concentrò particolarmente sugli undici discepoli (Gv 13-17), che ammaestrò in modo particolare anche dopo la risurrezione. Erano quindi solo loro gli eletti?

     Partendo dalla logica di Mt 15,24, del fatto che specialmente gli Ebrei sono chiamati «eletti» (1 Cr 16,13; Sal 105,6.43; Sal 106,5; Is 43,20; 45,4; 65,9) e tenendo presente Rm 8,28ss, bisognerebbe concludere a ragione di logica con l’Apocalisse che gli eletti sono solo uomini vergini delle dodici tribù d’Israele (!), ossia solo 144.000 (Ap 7,3.8).

     Questo è un esempio di dove si possa andare a parare, basandosi su un falso sillogismo! In effetti, però, prima di ascendere al cielo, Gesù diede però ai suoi apostoli il grande mandato, ma non disse: «Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo» solo a tutti gli eletti, ma «a ogni creatura» (cfr. Mc 16,15). Non ingiunse: «Andate dunque e fate discepoli» solo di tutti gli eletti, ma «tutti i popoli» (Mt 28,19). Anche nel caso dell’Apocalisse, Giovanni parlò, subito dopo aver introdotto i 144.000, di «una gran folla che nessun uomo poteva noverare, di tutte le nazioni e tribù e popoli e lingue» (Ap 7,9).

     Questo mostra i limiti delle facili ideologie dogmatiche! Si tratta solo di falsi sillogismi. La dottrina della «doppia predestinazione» è tale! Bisogna quindi guardarsi dall’arbitraria combinazione di versetti («versettologia»).

 

     ■ Romani 8,28-30 mostra il piano di Dio nella storia dell’intera umanità, non solo per un «numero chiuso» di pochi eletti elitari. Si tratta del piano di redenzione per «chiunque crede in Lui» all’interno di quel mondo amato (Gv 3,16). Dio aveva effettivamente creato le basi di redenzione per tutti e non solo per una nomenclatura: «Dio riconciliava con sé il mondo in Cristo non imputando agli uomini le loro trasgressioni» (1 Cor 5,19). Effettivamente «Dio, nostro Salvatore… vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità» (1 Tm 2,3s). A ciò si deve l’incarnazione di Gesù, l’aver «dato se stesso qual prezzo di riscatto per tutti» e la sua funzione di mediatore (vv. 5s).

     ■ Si pratica quindi un falso sillogismo quando, partendo da Rm 8,28ss, si deduce che Dio avrebbe amato solo gli eletti. Chi afferma ciò non conosce il fatto che già nell’AT Mosè proclamò a Israele: «Certo, l’Eterno ama i popoli» (Dt 33,3). Non comprende che l’elezione era sempre strumentale: Dio elesse degli uomini per raggiungere il mondo. Dio disse ad Abramo: «Io farò di te una grande nazione e ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione» (Gn 12,2). Ciò fu ripetuto anche a tutti e tre i patriarchi: «In te saranno benedette tutte le famiglie della terra» (v. 3; 26,4; 28,14). Dio predisse del Messia un compito non solo per gli eletti del suo popolo, ma per tutta l’umanità: «È troppo poco che tu sia mio servo per rialzare le tribù di Giacobbe e per ricondurre gli scampati d’Israele. Voglio far di te la luce delle nazioni, lo strumento della mia salvezza fino alle estremità della terra» (Is 49,6). Dio ha avuto in mente nel suo piano tutto il mondo e tutta l’umanità.

     Il succo di tutto si trova proprio in Giovanni 3,16s: «Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. 17Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». Gli obiettivi di Dio sono stati sempre ambiziosi. Uno studio dei primi quattro capitoli mostra che «mondo» è proprio l’umanità e che «chiunque crede in Lui» è proprio «ogni persona che esercita la fede in Gesù».

            ● Mondo: Esso è il luogo fatto dal Logos (Gv 1,10) e in cui egli venne e visse (vv. 9s). Gesù quale «l’Agnello di Dio… toglie il peccato del mondo» (Gv 1,29), non solo degli eletti. La corrispondenza fra mondo e uomini malvagi è riscontrabile in Gv 3,19, proprio appena dopo aver detto che «Dio ha tanto amato il mondo» e aver ribadito il proposito che «il mondo sia salvato per mezzo di lui» (vv. 16s). I Samaritani stessi, che eletti non erano, riconobbero che Gesù fosse «veramente il Salvatore del mondo» (Gv 4,42). E così via.

            ● Chiunque crede: Essi sono identificati con «tutti quelli che l’hanno ricevuto… quelli, cioè, che credono nel suo nome»; a tutti loro «egli ha dato l’autorità di diventare figli di Dio» (Gv 1,12). Questo è ribadito non solo in Gv 3,16, ma anche in 3,18, dove lo spartiacque non è tra eletti o meno, ma tra «chi crede in lui» e chi non lo fa.

 

Aspetti conclusivi

     Partendo quindi da false premesse, si arriva altresì a false conclusioni. Combinando in modo arbitrario brani biblici, si ottiene una verità a immagine e somiglianza della sovrastruttura dogmatica di riferimento, ma non la stessa «verità biblica». Essa si può evincere solo con un’esegesi attenta e rigorosa. Quest’ultima mostra che la realtà, presentata dalla Scrittura, è multipolare e che semplificare o arrivare a sintesi dogmatiche (spesso in contrasto con altre), non fa cogliere l’intera verità biblica, ma solo una blanda parodia unilaterale. L’ideologia basata sul falso sillogismo sembra che abbia sempre ragione all’interno di sistemi dogmatici chiusi, ma in effetti, avendo già sacrificato «la verità» (quella oggettiva e multiforme) sugli altari della filosofia dogmatica, sta trattando solo una «verità» fatta a propria immagine e somiglianza.

     Quo vadis giovane calvinista militante con le tue false sicurezze elitarie? Dove ti porterà la deriva calvinista? Sei proprio sicuro di essere nel numero chiuso degli «amati eletti»? E come fai a saperlo in concreto e a esserne così sicuro? Chi mai ti darà tale certezza? Dove la troverai in te stesso? E se proprio tu ti sbagliassi e non appartenessi veramente a tale nomenclatura elitaria? E se proprio tu mostrassi dei piedi di argilla, mentre cerchi sicurezze in una sovrastruttura dogmatica apparentemente così rassicurante?

     Alle tue apparenti sicurezze ideologiche preferisco le assicurazioni datemi dal manifesto dell’amore universale di Dio che applico a me stesso: «Dio ha tanto amato il mondo [quindi anche me!], che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque [quindi anch’io!] crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. 17Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo [quindi neppure me!], ma perché il mondo [quindi anch’io!] sia salvato per mezzo di lui» (Gv 3,16s).

 

A distanza di una anno dalla pubblicazione di questo articolo, Marco Soranno mi ha scritto, tra altre cose,  quanto segue: Caro Nicola, Shalom. Volevo dirti che ho deciso definitivamente di chiudere la pagina web su Riforma e di depennare l’articolo di studio tanto contestato... adesso magari potresti scrivere che non ho più un blog o un sito e che comunque ciò, che scrissi all’epoca, non lo penso più così. Del resto essere calvinisti non vuol dire essere nel torto, essere sbagliati in tutto... ci sono eccessi questo lo so; all’epoca io elaborai un pensiero e feci l’errore di metterlo online..., ma non ne facevo un dogma di fede, ero alle prime armi con internet e non pensavo che un blog potesse fare così tanto danno... {25 ottobre 2008}

    Non penso che ci sia molto da aggiungere. Marco Soranno ha frequentato intanto vari altri gruppi di diverso genere nel variegato spettro evangelico e protestante, abbandonandoli dopo un certo periodo.

 

A questo articolo è connesso il seguente tema di discussione: ► Dio ama solo gli eletti? Parliamone

 

Da evangelicale a protestante

Sovrastrutture dottrinali e teologia riformata 1

Sovrastrutture dottrinali e teologia riformata 2

La predestinazione dell’individuo, figlia d’una cultura umanistica

 

► Per l’approfondimento si vedano nel «Manuale Teologico dell’Antico Testamento i seguenti articoli: «I patti e gli altri approcci», pp. 31-53 (un confronto fra la teologia dei patti, quella del patto unico e quella delle dispensazioni); «Sistemi teologici», pp. 332ss (sintesi parziale dell’articolo precedente); «Teologia del patto e l’AT», pp. 354ss (analisi della teologia del patto unico del calvinismo).

     Inoltre, per approfondire i diversi approcci alla sacra Scrittura, si vedano i seguenti articoli: «Teologia biblica e dogmatica: confronti», pp. 252s (i due approcci alla Scrittura a confronto); «Teologia biblica» (approccio esegetico), pp. 353s; «Teologia dogmatica», pp. 356s (approccio dottrinale).

     Infine, per un orientamento generale, consiglio pure la lettura dei seguenti articoli: «Ermeneutica», p. 155 (differenza fra esegesi ed eisegesi); «Versettologia», pp. 378s (come s’arriva a una «dottrina» mediate l’accumulo indifferenziato di versi).

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Dio_ama_eletti_MT_AT.htm

19-11-2007; Aggiornamento: 02-07-2010

 

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