Qui di seguito
riporteremo due singolari episodi di una chiesa locale italiana, il cui pastore
aderisce all'ideologia della prosperità, e una questione simile, che
riguarda una chiesa brasiliana in Italia. Dapprima introduciamo l'argomento con
l'analisi di un verso centrale (Mal 3,10), usato e abusato all'interno di tale
ideologia cristianizzata, che trasforma i conduttori di chiesa in esattori di
decime, e riportiamo alcune altre considerazioni bibliche inerenti
l'argomento.
1. PROSPERANTI E ABUSO DELLA PAROLA DI DIO
(Nicola Martella): L’opera del Signore necessita di sostegno, ma non per
questo bisogna smettere di tagliare «rettamente la Parola delle verità»
(2 Tm 2,15). L’abuso di Malachia 3,10
è di vecchia data fra ogni tipo di clero che cerca soldi: «Portate tutte
le decime alla casa del tesoro, perché vi sia del cibo nella mia casa, e
mettetemi alla prova in questo, dice l’Eterno degli eserciti; e vedrete s’io non
v’apro le cateratte del cielo e non riverso su voi tanta benedizione che non vi
sia più dove riporla». Si noti che qui non si parla della chiesa locale, ma
di
ordinamenti del tempio, ossia della teocrazia d’Israele: ▪ 1) Si parla di «decime»
al plurale poiché la legge mosaica le prescriveva nei singoli ambiti (raccolta,
armenti, ecc.); ▪ 2) Solo nel santuario (tenda prima e tempio poi) c’era la «casa
del tesoro» o tesoreria (Gs 6,24; 1 Cr 29,8; Gr 38,11; Gv 8,20); ▪ 3) Il
«cibo nella mia casa» non era una dispensa per i poveri, ma erano
specialmente gli animali sacrificali (Lv 3,11.16; Nu 28,2.24), oltre all’olio
per le lampade e per la consacrazione (Es 30,25), il sale per i sacrifici (Lv
2,13), gli aromi per i profumi (Es 25,6; 30,7s.35ss) e i pani per il tavolo di
presentazione (Es 29,2; Lv 2,4; 7,12; 8,2; Nu 4,7; 6,14s; 1 Cr 9,32; 23,28s; Ne
10,32s).
Le decime erano un’istituzione teocratica dell’antico patto e
corrispondeva al 10% delle entrate. Si noti che non erano da consegnare tutte al
tempio, ma servivano per fare del bene o beneficienza in prima persona verso gli
svantaggiati (Dt 26,10-13). Nel nuovo patto non c’è traccia di un che più minimo
comandamento riguardo a una decima per i membri delle chiese; in Atti 15, nel
concilio di Gerusalemme, non c’è traccia di una tale comandamento per le chiese
gentili. Nelle chiese la responsabilità è posta sui membri, affinché esercitino
l’ospitalità, la beneficienza, il sostegno di operai del Signore e della sua
opera. [►
Decime e offerte volontarie; ►
È comandata la «decima» nel NT?]
Qui il motto della libertà responsabile è il seguente: «Chi semina
scarsamente, mieterà altresì scarsamente; e chi semina liberalmente, mieterà
altresì liberalmente. Dia ciascuno secondo che ha deliberato in cuor suo; non di
mala voglia, né per forza perché Dio ama un donatore allegro» (2 Cor 9,6s;
Gal 6,5-10; Eb 13,16). Non si parla però di far arricchire i propri conduttori e
di farli vivere nel lusso.
Paolo disse ai Corinzi, che erano dominati da una casta di sedicenti
superapostoli: «Io non cerco i vostri beni, ma voi» (2 Cor 12,14).
Alludendo, però, a tali Giudei gnostici (i carismaticisti di allora), l’apostolo
disse: «Che se uno vi riduce in schiavitù, se uno
vi divora, se uno
vi prende il vostro, se uno s’innalza sopra voi, se uno vi percuote in
faccia, voi lo sopportate» (2 Cor 11,20). Perciò egli li denunciò come «falsi
apostoli,
operai fraudolenti, che si
travestono da apostoli di Cristo» (v. 13). Una delle
caratteristiche dei falsi ministri è proprio quella di battere cassa, usando
la religione. Essi «stimano la devozione essere fonte di guadagno» (1 Tm
6,5).
Nel prossimo punto, prende la parola una lettrice che ha raccontato già in
passato la sua testimonianza riguardo alle sue tribolazioni nelle chiese
aderenti all’ideologia della prosperità:
►
Sono uscita dal movimento della prosperità. Ella parla del suo
ex-conduttore di chiesa, seguace dell’ideologia della prosperità, chiamandolo «capo
di quella azienda». Tali persone, per arricchirsi, mettono pesi immani sui
membri delle loro chiese, abusando della sacra Scrittura. Dopo tutto quello che
ha subito sotto tali «prosperanti», ella ha sviluppato una certa vena sarcastica
verso tali carismaticisti prosperanti: chiama tali «unti» come «oleati» e
il discernimento biblico come lo «sgrassatore». Rispondo che per gli
«oleati» «censo» e «incenso» sono sinonimi, e lo «sgrassatore» dev’essere
abbastanza concentrato per funzionare. Vedo che di persone col cuore a forma di
salvadanaio ce ne sono parecchie in giro. Per loro «tutto fa brodo», anzi euro.
2. DUE ANEDDOTI SIGNIFICATIVI
(Michela Depatris, ps.): Veramente potremmo fare un bel libro di storie
impressionanti, tipo X-files. Giorni fa ho avuto modo di parlare al telefono con
un cedente, amico comune, e gli ho raccontato qualche episodio che ho vissuto
lì, in mezzo a quei forsennati. Forse potrebbe essere interessante una
discussione sul fatto che cercano a tutti i costi di derubare il prossimo,
avvalendosi di versi biblici; essi usano, ad esempio, Malachia 3,10
(verso molto più conosciuto di Giovanni 3,16 nelle chiese prosperanti).
■
L’assegno di mantenimento: Il «capo di quell’azienda» mi propose di
mettere alla prova il Signore... Come? Donando il mio assegno di
mantenimento, tutto per intero, nelle sue tasche, visto che così gli aveva messo
in cuore il Signore, perché io potessi ricevere qualche benedizione. Io rimasi
stranita perché non capivo come mai Dio mettesse in cuore a lui queste
cose e non a me, che ero la proprietaria dell’assegno. Tra l’altro mi fu
detto che, se davo l’assegno e avevo fede, Dio avrebbe provveduto.
Viceversa, Dio non avrebbe provveduto, se io avessi mancato di fede. Risposi che
mi sembrava di tentare Dio. M’era per un attimo apparsa davanti agli
occhi una certa immagine di Gesù tentato dal diavolo (le vuoi tutte queste cose,
adorami...). Naturalmente rifiutai e mi fu data l’ennesima maledizione.
Grazie a Dio che le loro maledizioni lasciano il tempo che trovano, perché i
figlioli di Dio non sono maledetti, ma benedetti e protetti [Sal 109,28,
N.d.R.]. Queste persone particolarmente «oleate», che stanno dentro alle
chiesette dei paesucci interni, sono peggio dei santoni che vediamo nei
programmi de «Le iene» o «Striscia la notizia». [►
Aronne Ebenezer, santone ciarlatano] Grazie a Dio per il
discernimento cristiano: esso è lo «sgrassatore» adatto per tenere a bada «gli
unti». {06 aprile 2010}
■
Controllore delle imposte: Ecco un altro episodio saliente di questa
untuosa telenovela senza fine. Il «pastore dell’azienda» si lamentava spesso che
le entrate erano poche, nonostante il cesto con le offerte, chiamate
«semina», passava due volte la domenica. Il motto era: «Doppia unzione, doppia
benedizione», intendendo che ci sarebbe stata una doppia entrata nostra, quindi
una doppia «semina» (la nostra) e un doppio raccolto (quello suo). Ciò accadeva
anche il giorno della riunione infrasettimanale, per un totale di circa 11-12
volte al mese.
Un bel giorno, adirato al massimo d’una rabbia, che covava da parecchio tempo,
annunciò che ogni volta che si «seminava», lui sarebbe stato
davanti al cesto, messo accanto ai suoi piedi, giustificandosi che anche
Gesù lo aveva fatto (Marco 12,41ss) per guardare chi fosse lo spilorcio e chi
non lo fosse. Lui avrebbe guardato quanto ognuno di noi avrebbe messo nel
cestino. E chi metteva poco, sarebbe stato svergognato davanti a tutti;
mentre chi metteva di più, sarebbe stato lodato. Inutili furono le repliche a
proposito della destra, che non deve sapere cosa faccia la sinistra [Mt 6,3s].
In quel periodo, comunque, il «raccolto» fu abbondante e poté sopperire alle
spese familiari per l’arrivo d’un bebè, un nipote unto più del nonno, il
quale era determinato a gestire il cesto, mano ai fianchi e aria autoritaria.
{07 aprile 2010}
3. CONDUTTORI O ESATTORI DI TASSE?
(Nicola Martella): Giorni fa ho partecipato a una chiesa domestica e ho
incontrato lì una credente brasiliana, che normalmente frequenta una comunità,
in cui anche il pastore è brasiliano. Da quanto mi ha detto lei e il suo
fidanzato italiano, è risultata non solo una dipendenza psicologica di tale
donna credente dal pastore e dalle convenzioni ecclesiali particolari di tale
comunità, ma anche una vera e propria dipendenza economica. Portando all’estremo
i precetti dell’AT, applicati impropriamente al nuovo patto, tale pastore
richiede il mese di giugno una copia della dichiarazione dei redditi d’ogni
membro di chiesa. Se le decime, date in buste segnate sopra con nome e cognome,
sono al di sotto del 10% di quanto dichiarato, egli rimprovera tale credente,
rinfacciandogli di aver derubato Dio! Oltre alle decime, tale pastore si aspetta
pure offerte volontarie. Come mi è stato detto, in tale comunità ci sono
credenti (perlopiù stranieri) che vivono con 500 euro al mese; e il pastore
pretende la decima di ciò. Chiaramente costui li consolerà, dicendo che Dio darà
loro il multiplo di ciò, ma intanto essi devono vedere come sopravvivere fino
alla fine del mese. Con tale dittatura psicologica ed economica, non si potrà
certo dire che tali credenti rientrino nella categoria: «Dia ciascuno secondo
che
ha deliberato in cuor suo; non di
mala voglia, né per forza perché Dio ama un
donatore allegro» (2 Cor 9,7).
Come si vede, questa è la logica conseguenza di quando si proietta l’AT
(teocrazia d’Israele) sul nuovo patto, senza discernere e differenziare, e
quando si fa versettologia indebita, tagliando fuori tutti i brani biblici che
non corroborano la propria tesi. La conseguenza è una dipendenza spirituale,
psicologica ed economica riguardo a minacciosi conduttori di chiesa, che si
presentano come particolari, potenti e inattaccabili «unti del Signore».
►
Benedizione dell’anno in pericolo?
{Nicola Martella} (A)
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Teologia della prosperità in Brasile {C. Schwambach} (A)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Decime_pastori_prosper_Mds.htm
20-04-2010; Aggiornamento: |