Alessandro Pitrelli parte dalla sua esperienza personale e
formula poi delle tesi riguardo alla demonizzazione di credenti battezzati, alla
liberazione degli stessi e ad altri aspetti. A esse risponde Nicola Martella con
osservazioni e obiezioni, quindi con un’antitesi. Sia il lettore stesso ad
approfondire ulteriormente le questioni e a trarre le sue eventuali conclusioni.
|
1. La tesi
{Alessandro Pitrelli}
▲
Gentile Sig.
Martella, gradirei esprimere una mia opinione riguardo il tema «Parlando del
cuore d’un carismaticista» e tutto a quello a cui si lega. Spero verrà
pubblicato nonostante sia d’opinione diversa dalla sua.
«Di tutti i pareri espressi posso dire di condividere quello del fratello
Luciano Mancin, obbiettivo e realistico. Non dobbiamo pensare che dato che ci
sono i falsi apostoli e profeti allora tutti siano dei falsi. Se ci sono i falsi
vuol dire che da qualche parte ci saranno anche i veri, magari pochi, ma ci
saranno.
Personalmente posso dire d’aver conosciuto un vero apostolo, servo di Dio che
ritengo sia il padre spirituale di tutta l’intera chiesa di cui faccio parte.
Non cito il nome per rispetto (e anche per la legge sulla privacy) e perché non
mi sembra il luogo in cui fare «pubblicità». Sono stato liberato da una
possessione diabolica che mi voleva condurre alla morte per suicidio; nonostante
avessi fatto confessione di fede e il battesimo in acqua, la mia condizione
spirituale era sempre altalenante con profondi e preoccupanti vortici verso il
basso. Questo perché quando si fa il battesimo in acqua, non si riceve in
automatico anche lo Spirito Santo, ma Dio dona lo Spirito Santo a coloro che
glielo chiedono (Lc 11,13). E quando si riceve lo Spirito Santo bisogna essere
liberi dentro da tutti «gli inquilini indesiderati», spiriti diabolici per
intenderci; perché Dio non può venire ad abitare in un tempio infestato da
Satana. Ma dato che noi dovremmo diventare il «tempio dello Spirito Santo» è
necessario che sia libero e spazzato da ogni impurità. Ecco perché è necessario
pregare per la liberazione delle anime, cacciando, con la preghiera, il nemico
nel nome di Gesù, proprio come facevano gli apostoli dopo l’ascesa al cielo di
Gesù. Questo in breve, per sintetizzare la mia esperienza che è veritiera e
trova riscontro in Mc 16,16. Senza la preghiera di liberazione fatta dal mio
pastore e da mia moglie su di me con l’imposizione delle mani e il battesimo
nello Spirito Santo che mi ha reso libero, non so se sarei ancora su questa
terra, e se anche ci fossi, chissà in quali condizioni. Come me ci sono fratelli
liberati da possessioni diaboliche delle più svariate che li rendevano schiavi:
droga, fumo, depressione, vizi, alcool, occultismo, eccetera.
Detto questo, voglio però precisare che non condivido affatto i toni usati dal
pastore Maggia, decisamente non degni del ruolo che ricopre; in verità è davvero
triste vedere come le differenze dottrinali portino poi a un attrito reciproco
che rende divisa la stessa chiesa di Cristo. Perché dove c’è la vera e reale
esperienza della nuova nascita, lì ci sono dei veri figlioli di Dio; in verità
quest’estate ho anche conosciuto una ragazza di fede cattolica, mamma di tre
bambine, che ha fatto l’esperienza della nuova nascita... Ebbene sì, basta
gridare a Dio con tutto il proprio cuore desiderando di ricevere e conoscere
Gesù personalmente, e Egli non si farà aspettare!! Per cui ritengo che ci siano
veri credenti tra i battisti, tra i pentecostali, tra i fratelli e via dicendo;
che credano o no, che pratichino o meno la liberazione delle anime e la ricerca
dello Spirito Santo, questo non li deve far sentire di serie B e io stesso non
mi sento di giudicarli, oppure migliori d’altri perché pensano di tagliare
rettamente la Parola. Non sono i doni e i carismi a farci essere apprezzati, ma
l’amore. 1 Corinzi 13,1-2 «Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,
ma non avessi amore, sarei un rame risonante o uno squillante cembalo. Se avessi
il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi
tutta la fede in modo da spostare i monti, ma non avessi amore, non sarei nulla».
Le parole di Paolo ci fanno capire però che questi carismi si dovrebbero avere
per l’edificazione della chiesa, infatti i Corinzi li avevano, ma farne un uso
corretto o meno dipende dalla responsabilità del credente. Escludere a priori
che oggi, nel periodo della grazia, i doni e i carismi siano superati vorrebbe
dire che anche i Corinzi erano in errore, seppur anche loro stessero già vivendo
nel periodo della grazia come noi. La mia esperienza mi dice che Dio ci vuole
per sé non solo nel Suo Regno quando saremo con Lui, ma anche adesso, su questa
terra e ha mandato lo Spirito Santo non solo per ministrarci dall’esterno, ma
per abitare in noi, cosicché «non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me»
(Gal 2,20).
Parlando di Bob Hazlett non dobbiamo fare di tutta l’erba un fascio. Bob è una
persona e Corrado un’altra. Il fatto che Corrado si sia espresso in modi così
privi d’amore cristiano (per non dire altro...), non dovrebbe gettare discredito
anche sul ministero del fratello Hazlett; io ho visto quest’ultimo in azione e
devo dire che non ha nulla a che fare con lo show spettacolarista di Benny Hinn
(del quale sono, anche per lui, stato spettatore). Mi sono presentato alla
riunione senza neanche capire bene cosa stavo andando ad assistere, pensavo più
a una normale riunione di lode e preghiera con un non meglio identificato
ministro americano; nessuno mi ha mandato avanti per ricevere una profezia e
nemmeno mi sono «buttato avanti» per ricevere un messaggio a tutti i costi. È
stato Hazlett ad avvicinarsi e a profetare senza che lui conoscesse me e la mia
famiglia, profezia che ha calzato a pennello per i problemi e le vicissitudini
che abbiamo vissuto nel passato e nel presente. Ho ricevuto anche una
riprensione e un ammonimento (per cui non è vero che si profetizzano sempre cose
meravigliose) e anche su mio figlio Dio ha detto delle parole che mi devono far
stare in campana. Per il futuro, beh, non è così tutto semplice: io penso che lo
spirito della profezia si muova per far capire agli uomini quali siano i piani
che Lui ha per noi, come ci vuole usare e cosa vuole fare di noi, insomma un
aiuto per adoperarci come Dio vuole. Ma se noi non ci pieghiamo alla volontà di
Dio, allora anche i piani che Dio aveva per noi saltano; non è che saltano i
Suoi piani, mi raccomando, non fraintendete, ma semplicemente saltiamo via noi
dai Suoi piani... che Dio manderà comunque a effetto servendosi di qualcun
altro!! Quindi ricevere una parola profetica, in cui viene annunciata una
chiamata al ministero, per esempio, non è cosa su cui scherzare, anzi da
meditare e da mettere in atto con l’aiuto di Dio per non essere poi trovato
disubbidiente. Non vuol dire che da domani posso vivere di rendita perché
intanto Dio mi ha detto che diventerò un evangelista, ad esempio, ma vuole
invece dire che mi devo dare da fare di più di prima, molto di più, perché Dio
ha un’aspettativa nei miei confronti e io non devo certo deluderla.
Come dice 1 Tessalonicesi 5,21 «ma esaminate ogni cosa e ritenete il bene»
ognuno tragga le conclusioni a livello personale e non influenzato da questo o
da quell’opinione. Conviene mettersi davanti a Dio e chiedere la rivelazione
dello Spirito Santo perché faccia chiarezza su quanto ha visto o ricevuto.
Certo, chi non ha ricevuto alcuna parola profetica, potrà essere più scettico o
incredulo (o anche chi l’ha ricevuta forzatamente), ma chi l’ha ricevuta deve
essere ben cosciente di cosa farà di tale parola. Chi ha il coraggio
d’annullarla del completo se fosse veramente proveniente da Dio? Personalmente
la credo e la sento dal Signore non fosse altro per l’ammonimento, la
riprensione, la consolazione e l’incoraggiamento che ha prodotto in me. Se fosse
dal nemico penso non produrrebbe questi tipi di frutti, non produrrebbe una
rinnovata ricerca della santificazione e del contatto con Dio, non produrrebbe
un’iniezione di fiducia nel perdurare con maggiore zelo: che vantaggio ne
trarrebbe il nemico nel fare questo? potrebbe mai incoraggiare i figli di Dio?
potrebbe mai dir loro di servire Dio? non è egli invece del continuo
l’accusatore delle nostre anime davanti al trono di Dio (Ap 12,10)? Non li
indurrebbe invece ad abbandonarsi a qualche strana dottrina di demoni? Sta al
singolo credente non fare di Bob un idolo da seguire in ogni dove andrà, egli è
un servo di Dio come ce ne sono tanti che umilmente, a gran fatica, senza le
luci della ribalta, giorno dopo giorno, guidano chiese, piccoli gruppi o la sola
propria famiglia ad amare Dio e a essergli gradito. Hazlett è uno strumento di
Dio, non Dio.
Saluto nella pace del Signore il gestore del sito il Sig. Nicola Martella, tutti
i credenti in Cristo e tutti coloro che lo stanno cercando con tutto il proprio
cuore». {22-11-2007}
2. Osservazioni e obiezioni
{Nicola Martella}
▲
Ringrazio il
lettore per la sua presa di posizione e per i suoi toni pacati. Il suo cammino
nella fede e le sue opinioni sono rispettabili. È difficile dire alcunché su una
testimonianza di cui non sono in grado di verificare il merito. Quindi le mie
osservazioni avranno solo un carattere analitico su base teologica, fondate
sulle asserzioni del lettore; perciò non riguardano la sua persona, ma solo
quanto egli asserisce.
■ Il caso pastorale personale: Il lettore parla di confessione di fede
e di battesimo in acqua, poi però di possessione. Mi viene da pensare: o
l’imbroglio sta prima o sta dopo; o i conduttori sono stati poco accorti e
sorveglianti prima o dopo. Battezzare qualcuno che poi si scopre ancora
demonizzato, mostrerebbe l’incompetenza di tali conduttori.
Inoltre che cosa significa «possessione»? Il lettore non lo spiega,
perciò è estremamente difficile dire alcunché. La «demonizzazione» (il termine
tecnico corretto) va da fastidi demonici — passando per oppressione e ossessione
— fino all’incorporamento, e in quest’ultimo c’è un vasto spettro di fenomeni
dalla presenza iterativa a quella stabile. Al riguardo rimando al seguente
articolo: Nicola Martella, «L’oppressione spirituale»,
Entrare nella
breccia
(Punto°A°Croce, Roma 1996), pp. 122-140; si veda qui inoltre: «I disturbi
psichici e le loro cause», pp. 141-161. Quindi spesso si parla in modo
incompetente di questi fenomeni, e lo fanno anche i conduttori di chiesa! Quindi
parlare di «possessione diabolica che mi voleva condurre alla morte per
suicidio» non significa nulla sul piano tecnico. Conduttori che battezzano una
persona presumibilmente «demonizzata» e poi ritengono che sia ancora
«indemoniata», sono ancora attendibili nella loro competenza?
Il lettore scrive una frase preoccupante e grave: «…quando si fa il battesimo
in acqua, non si riceve in automatico anche lo Spirito Santo». Da quando in
qua si riceve lo Spirito Santo mediante il battesimo? Questo è una grave forma
di sacramentalismo. E Dio quand’è che «Dio dona lo Spirito Santo a coloro che
glielo chiedono»? Nel momento di una sincera e reale conversione, che permette
allo Spirito di Dio di rigenerare chi crede in Gesù Cristo: questa è la realtà
biblica. La confusione dottrinale su questo aspetto, il battesimo di persone
«credenti» ma non veramente «rigenerate» porta poi a formulare scorciatoie
dottrinali pericolose e a ipotizzare presunte «seconde esperienze» risolutive.
Certamente che «quando si riceve lo Spirito Santo bisogna essere liberi
dentro da tutti “gli inquilini indesiderati”, spiriti diabolici per
intenderci», ma questo deve avvenire nel momento della conversione! L’eventuale
liberazione dal controllo di potenze malefiche deve precedere l’atto di
conversione efficace, altrimenti la fede esercitata resta solo un mero desiderio
che non porta a nulla. Per l’approfondimento rimando all’articolo «Il
discernimento degli spiriti I»,
Entrare nella
breccia, pp. 41-54.
Quanto alla «liberazione delle anime, cacciando, con la preghiera, il nemico nel
nome di Gesù», al riguardo il Signore mi ha posto sulla via molte anime in cui
ho esercitato tale ministero all’interno della cura pastorale. Ciò deve avvenire
però in concomitanza con una reale conversione, altrimenti si pratica un
grande inganno: del ravveduto (ma non rigenerato), di se stessi (il curatore
d’anime), degli altri che considerano tale «credente» anche «rigenerato» e delle
dottrina, poiché poi si dovrà falsamente affermare che un «credente rigenerato»
possa essere ancora posseduto.
Quanto a Mc 16,16 ricordo che il brano di Mc 16,9-20 non si trova nei
manoscritti più antichi e autorevoli e perciò bisogna evitare di trarre da tale
brano dottrine particolari. [►
Marco 16,16-20]
È difficile per me esprimere una valutazione su tale «preghiera di liberazione»,
non avendo gli estremi concreti per analizzare e giudicare il caso. Parlare però
di «battesimo nello Spirito Santo che mi ha reso libero» è teologicamente
uno sproposito. In tutta il NT non esiste in greco un’espressione «battesimo
nello (o dello) Spirito Santo», sebbene le nostre traduzioni ne parlano a
sproposito in 1 Cor 12,13. Un presunto «battesimo nello Spirito Santo» non
libera nessuno, ma una persona liberata da Cristo sperimenta la rigenerazione
mediante lo Spirito Santo! Infatti 1 Cor 12,13 è da tradurre correttamente così:
«Infatti noi tutti siamo stati immersi mediante un unico Spirito dentro un
unico corpo, e Giudei e Greci, e schiavi e liberi; e tutti siamo stati
abbeverati di un unico Spirito». Poiché lo Spirito è colui che immerge nel
corpo di Cristo, ciò avviene nel momento di una reale conversione e
rigenerazione! Tutto il resto sono pericolose scorciatoie dottrinali e dottrine
che generano confusione. Per l’approfondimento rimando al seguente articolo:
Nicola Martella, «Quando si riceve lo Spirito Santo,
Carismosofia
(Punto°A°Croce, Roma 1995), pp. 195-199. Si veda pure sul sito l’articolo «Simultaneità
con Cristo».
Tale
confusione dottrinale è riscontrabile nella frase in cui prima si parla di
«fratelli liberati da possessioni diaboliche» — o sono «fratelli» o sono
«demonizzati»; e poi si definisce «possessioni diaboliche» (senza competenza e
capacità tecnica) come «droga, fumo, depressione, vizi, alcool, occultismo,
eccetera» — ciò è spaventoso e getta pesanti ombre dottrinali sulla possibilità
che un credente rigenerato possa tornare a essere demonizzato nel momento che
cade in un vizio! È chiaro che da ciò risulta poi una malsana prassi
esorcistica, che pretende di scacciare presunti demoni anche da credenti
rigenerati! Per non dilungarmi rimando per l’approfondimento della cosiddetta
«pastorale esorcistica» all’articolo «Il discernimento degli spiriti II»,
Entrare nella
breccia, pp. 68-72 (V. Il fronte pastorale attuale). Si
veda qui in
Carismosofia
anche i seguenti articoli: «La pastorale esorcistica», pp. 205-212; «La
pastorale esoterica: guarigione interiore», pp. 213-219.
■ Corrado Maggia: Non ritornerò sul caso. [►
Lo stato del cuore di un carismaticista;
►
Un ex carismaticista a Corrado Maggia;
►
La mente di un carismaticista;
ecc.] Faccio notare che le cosiddette «differenze dottrinali» sono oggetto di
tutti gli scritti del NT. Sulla mia attività apologetica rimando a questi
articoli: ►
L’importanza dell’apologetica;
►
A ognuno la sua «missione possibile».
■ Nuova nascita e demonizzazione: Meraviglia che il lettore, dopo aver
parlato sopra confusamente di battesimo d’acqua, di battesimo di Spirito quale
sedicente seconda esperienza, di possessione di credenti e di definizione
arbitraria di possessione diabolica (tutti i vizi come tale), affermi che «dove
c’è la vera e reale esperienza della nuova nascita, lì ci sono dei veri figlioli
di Dio»! Bisogna decidersi per l’uno o per l’altro. Tale contraddizione prosegue
con le frasi che seguono e viene da chiedere come mai non ha funzionato nel suo
caso la ricetta — «…basta gridare a Dio con tutto il proprio cuore desiderando
di ricevere e conoscere Gesù personalmente, e Egli non si farà aspettare!!» —
ma, pur essendo credente e battezzato, dovette essere esorcizzato! (che
discernimento è questo del lettore e dei conduttori che l’anno dapprima
battezzato e poi esorcizzato!).
■ Carismi e agape: Concordo sull’agape. Non mi dilungo sui carismi,
avendo già scritto a sufficienza su questo sito e in
Carismosofia.
La questione per me non è se i carismi sono presenti o meno, ma come vengono
riempiti di significato. Sul «profetismo» del nuovo patto nel senso di
«proclamazione ispirata sulla base della sacra Scrittura», ho scritto a
sufficienza su questo sito. Sulla glossolalia rimando all’articolo «Glossolalia
e demonizzazione?» e faccio notare nell’articolo «Glossolalia
allo specchio»,
Carismosofia,
pp. 69-83, che in 1 Cor 13,8 è scritto in greco: «quanto alle lingue, esse
cesseranno di per sé», ossia un poco alla volta (in greco c’è come forma
verbale il «medio» non un attivo). E questa è stata l’esperienza della storia
della chiesa: già nel 2° secolo erano solo gruppi marginali e con dottrine
gnostiche a praticare la glossolalia estatica; poi cadde pressoché nell’oblio
fino alla «riscoperta» all’inizio del 20° secolo e alla sua promozione
dottrinale a particolare manifestazione del cosiddetto «battesimo nello Spirito»
quale seconda esperienza.
Quanto alla
manifestazione dello Spirito nella vita del credente, che è necessaria,
l’enfasi del NT sta non tanto sui carismi, ma sul frutto dello Spirito, di cui
l’agape ne è il dono maggiore.
■ Bob Hazlett: Non voglio ritornare su questo soggetto, avendolo già
affrontato a sufficienza. [►
Voglia di profeti e veggenti;
►
Bob Hazlett: testimonianza e riflessioni;
►
Bob Hazlett: due tesi a confronto;
►
Parlando di profeti e veggenti (1);
►
Parlando di profeti e veggenti (2)]
Di là dai doverosi distingui fra le persone, faccio solo notare che Bob Hazlett
come Benny Hinn attingono il loro «fuoco» dallo stesso altare di Toronto, dalle
stesse dottrine ed esperienze, ossia da un «fuoco estraneo» cristianizzato. [►
Voglia di «fuoco estraneo»?]
Quello che Bob Hazlett ha fatto nella vita del lettore e in quella di altri
credenti presenti in tali riunioni, non si chiama tecnicamente «profezia», ma
divinazione, chiaroveggenza o vaticinio. La «profezia» biblica nel NT è altra
cosa e ha a che fare con la sacra Scrittura, non con lo svelamento di contenuti
personali, che uno «spirito guida» attinge dalla mente della persona in esame!
Questo non è uno «spirito della profezia» ma uno «spirito di divinazione» (Gr
14,14; Ez 12,24; 12,23; 21,28). Chi si espone a tale «spirito guida» e gli
permette di fare tali «rivelazioni», secondo la mia esperienza, non rimarrà
impunito e le conseguenze psichiche e spirituali derivanti da tale
contaminazione si faranno presto sentire. Ogni vero medium è capace di spillare
informazioni dalla mente dei suoi clienti mediante il suo «spirito giuda»; le
conseguenze di tale manipolazione non si fanno attendere. Lo stesso vale per i
medium cristiani travestiti da «profeti», i quali — sebbene non ne siano sempre
coscienti — hanno attinto dal «fuoco estraneo» (Lv 10,1; Nu 26,61),
contaminandosi e contaminando, hanno fatto «posto al diavolo» (Ef 4,27),
mancando di prudenza e discernimento spirituale (1 Gv 4,1), e, sebbene sotto
manto spiritualista, prestano le loro «membra al servizio della impurità e della
iniquità» (Rm 6,19), quando praticano tali attività gnostiche e medianiche e,
coscienti o inconsapevoli, spacciano i loro contenuti divinatori per messaggi
ricevuti dal Signore.
■ Profezia?: L’espressione «spirito della profezia» si trova solo
in Ap 19,10 e riguarda la «testimonianza di Gesù» che risulta dalla lettura
delle sacra Scritture (allora era solo l’AT). Si tratta di un altro uso è
indebito, come quello attribuito alle cosiddette «profezie personali», di
cui non c’è insegnamento nel NT, trattandosi sempre di parole ispirate dalla
sacra Scrittura all’interno di una comunità che si incontra per studiarla (1 Cor
14). [►
Profezie personali]
Indebito è anche l’uso al riguardo dell’espressione «parola profetica»
per tali sedicenti «profezie personali», poiché essa ricorre nel NT greco solo
per indicare le sacre Scritture ebraiche (1 Pt 1,19ss); ogni altro uso di tale
espressione è un abuso. Ciò che decide sull’ubbidienza o sulla
disubbidienza, non è ciò che possa dire chicchessia indicato o autonominato
«profeta», ma la Parola di Dio stessa; essa sarà quella che giudicherà alla fine
dei tempi (Gv 12,48). Le aspettative di Dio verso i suoi figli si trovano
nella sacra Scrittura e non c’è bisogno dell’«oroscopo profetico» di qualcuno
per ricordarcelo. I cristiani farebbero bene a studiarla e ubbidirla di più la
sacra Scrittura, allora non avrebbero bisogno di «divinazioni» spacciate per
«profezia». La «rivelazione dello Spirito Santo» si trova nella Bibbia ed
è essa che deve giudicare intenzioni e comportamenti (Eb 4,12) e deve portarci a
provare gli spiriti (1 Gv 4,1).
■ Nessuna ingenuità: Si afferma: «Che vantaggio ne trarrebbe il
nemico nel fare questo?», eccetera. È una grande ingenuità parlare così. In Gn 3
il serpente si propose alla donna come qualcuno che voleva aiutarla e darle
illuminazione. Nel NT Paolo non usa mezzi termini sui «superapostoli»
gnostici che avevano preso il potere in Corinto: «Codesti tali sono dei falsi
apostoli, degli operai fraudolenti, che si
travestono
da apostoli di Cristo. 14E non c’è da meravigliarsene, perché anche
Satana si traveste da angelo di
luce. 15Non è dunque gran che se anche i suoi ministri si
travestono da ministri di
giustizia; la fine loro sarà secondo le loro opere» (2 Cor 11,13ss).
Il vantaggio è quindi grande, poiché alla fine dei tempi succederà per
bocca del Signore Gesù proprio questo: «Sorgeranno falsi cristi e falsi
profeti, e faranno gran segni e prodigi da
sedurre, se fosse possibile, anche
gli eletti» (Mt 24,24). Medium e indovini travestiti da profeti e
apostoli saranno uno strumento efficace nel seminare false dottrine, nello
sviare i semplici e nel portare il cristianesimo nella spiritualità esoterista!
L’arte della seduzione sta proprio nell’imbrogliare qualcuno senza che se ne
accorga; una seduzione maggiore è ingannare strumento («profeti») e oggetto
(credenti). E questo è ciò che sta accadendo. Contaminati dal «fuoco estraneo»
di Toronto, l’infezione spirituale degli ultimi tempi sta contaminando altri,
rendendo vaste aree di cristiani dei «lebbrosi spirituali». Tali cristiani,
ammaliati dal «pifferaio magico» di turno, lo seguono entusiastici verso il
precipizio!
Concludo ricordando
questa parola proclamata da Isaia nel suo tempo di decadenza spirituale e
giudizio storico: «Quando vi dicono: “Interpellate gli spiriti di morti e i
medium, che sussurrano e bisbigliano” — allora dite: “Un popolo non deve
interpellare il suo Dio? Si rivolgerà ai morti per i vivi?” 19Orsù,
all’insegnamento [ebr. Torà] e alla testimonianza [= Decalogo]! Se il popolo non
parla così, non vi sarà per lui alcuna aurora!» (Is 8,19s). E similmente nel
NT, in un tempo in cui dilagava il legalismo e lo gnosticismo, Paolo
raccomandò a Timoteo: «Studiati di presentar te stesso approvato dinanzi a
Dio: operaio che non abbia a essere confuso, che tagli rettamente la parola
della verità» (2 Tm 2,15).
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Commistione_confusione_OiG.htm
24-11-2007; Aggiornamento:
|