Alla fine di settembre 2006 ha fatto scalpore il fatto che
Milingo, l’arcivescovo cattolico-carismatico che si è sposato con una seguace
della setta di Moon, abbia consacrato vescovi degli sposati. Milingo è stato
scomunicato per tale gesto. Non sarò proprio io a voler difendere Milingo, che
ritengo uno che abbia mischiato lo sciamanismo africano con il cristianesimo di
stampo cattolico. Qui di seguito ci interessa il celibato e il matrimonio delle
guide ecclesiali.
■ Piena disponibilità?: I
motivi che normalmente vengono addotti a favore del celibato dei
chierici è che così hanno la disponibilità
assoluta per tutti.
● Aspetti biblici: Paolo, difendendosi dinanzi alle accuse dei
Corinzi, disse: «Non abbiamo noi il diritto di condurre attorno con noi una
moglie, sorella in fede, così come fanno anche gli altri apostoli e i fratelli
del Signore e Cefa [= Pietro]?» (1 Cor 9,5). Pietro, gli apostoli e gli
altri servitori del Signore avevano una disponibilità assoluta per le chiese,
tanto che le visitavano continuamente; una moglie non era al riguardo
d’impedimento, essendo una «sorella in fede», anch’essa impegnata nell’opera di
Dio.
■ Prete quale «alter Christus»?:
Viene addotto un motivo metafisico: il Signore Gesù viene assurto a modello di
castità assoluta, essendo vissuto vergine. Poiché ogni chierico viene visto come
un «alter Christus», si afferma che si conviene che
sia vergine.
● Concezioni differenti: La chiesa romana di rito latino afferma
che si tratta di
verginità fisica e che essa sia incompatibile con il
matrimonio. Le chiese orientali, cattoliche o meno, parlano di
verginità spirituale e reputano che il loro ministero sia compatibile con il
matrimonio. Nelle chiese di rito orientale viene dato il sacerdozio ai
coniugati. ● Aspetti biblici: Un problema di base è la distinzione
fra chierici e laici all’interno della chiesa. L’apostolo Pietro parlò di un
«sacerdozio santo» per tutti i credenti (2 Pt 2,5), dichiarandoli senza
distinzione «generazione eletta, un regale sacerdozio, una gente santa, un
popolo che Dio s’è acquistato» (v. 9). Anche Giovanni fa parlare l’intera
chiesa quando viene affermato solennemente che Gesù Cristo «ci ha fatti
essere un regno e sacerdoti al Dio e Padre suo» (Ap 1,6; 5,10; 20,6). ●
L’altro aspetto riguarda Gesù assurto a modello di castità. Nel NT si parla di
Gesù e della chiesa quale modello per marito e moglie (Ef 5,22ss). E l’apogeo
della storia biblica è raggiunto proprio nelle nozze dell’Agnello con la sua
sposa (Ap 19,7ss), la quale è dichiarata poi sua moglie (Ap 21,9; cfr. 22,17). ●
Quanto al chierico quale «altro Cristo», io NT conosce solo l’immagine del capo
e corpo con le sue membra (Rm 12,4s). Il termine «cristiano» non fu dato alle
sole guide della chiesa d’Antiochia, ma a tutti i credenti (At 11,26; cfr. At
26,28). Pietro disse di tutti i credenti: «Se
uno patisce come cristiano, non se ne vergogni, ma glorifichi Dio portando
questo nome» (1 Pt 4,16). Non esiste quindi un «altro Cristo», ma solo
«cristiani», ossia seguaci dell’unico Cristo. Chi pretende d’essere un «altro
Cristo», può finire per essere un «falso Cristo» (Mt 24,24). ● Infine ricordiamo
che non è il tipo di ministero a discriminare fra sposati e non sposati, ma il
carisma individualmente ricevuto. Il celibe Paolo ricordò: «Io vorrei che
tutti gli uomini fossero come sono io; ma ciascuno ha il suo proprio dono da
Dio: l’uno in un modo, l’altro in un altro» (1 Cor 7,7). Poi aggiunse: «Ma
se non si contengono, sposino; perché è meglio sposarsi che ardere» (v. 9).
● L’unico limite che era posto agli episcopi e ai servitori era che, se si
sposassero, fossero «mariti di una sola moglie» (1 Tm 3,2.12; Tt 1,6) e
quindi non poligami; furono anche ricordati i loro doveri familiari (1 Tm 3,4s;
Tt 1,6).
■ In vista della persecuzione?:
Viene addotto anche un motivo pratico, rifacendosi all’insegnamento di Pio X: la
persecuzione è un tratto distintivo della chiesa. Più si
avvicinerà la parusia, e più i periodi di tranquillità saranno brevi ed
eccezionali.
Si afferma pertanto che il celibato dei chierici torna utile.
● Aspetti biblici: È interessante che nell’ecclesiologia dell’apostolo
Paolo non solo egli differenziò fra chierici e laici, ma usò una tale
argomentazione proprio per tutti i credenti. «Io stimo dunque che a motivo
della imminente distretta sia bene per loro di restar come sono» (1 Cor
7,26). Poi, però, in tale situazione critica pur volendo risparmiare ai credenti
sposati la «tribolazione nella carne», affermò che chi si sposava non commetteva
peccato (v. 28).
■ Celibe meno ricattabile?: Se
il celibato è stato vissuto bene, si è acquisito un
tale autocontrollo, che non c’è tortura, minaccia o lusinga che faccia
specie. Ma anche se lo si è vissuto male, il celibe è meno
ricattabile. ●
Aspetti biblici: Questo argomento nel NT non viene usato per una categoria
specifica, ma come abbiamo visto in 1 Cor 7 per tutti i credenti. Paolo affermò
però che era meglio sposarsi che ardere (1 Cor 7,9) e che sposarsi non fosse
peccato (v. 28), ma che bisognava sposarsi nel Signore (v. 39). Abbiamo anche
visto che nelle chiese del primo secolo, essere sposati era la normalità tra i
credenti e tra le guide (1 Cor 9,5; 1 Tm 3,2.12; Tt 1,6).
■ Rimedio al nepotismo?: In un blog qualcuno
argomentava così: «Una chiesa con preti celibi evita in gran parte il nepotismo,
dando alla chiesa energie magari imperfette ma nuove di generazione in
generazione». ● Osservazioni: Il termine «nepotismo» significa
«favoritismo verso nipoti» e il termine nacque dal fatto che i papi,
specialmente nel rinascimento, favorivano i loro parenti. I prelati procreavano
figli con le loro dame (cfr. i Borgia), figli a cui poi bisognava appianare la
strada nella società, procurando loro un posto mediante raccomandazione. Anche
oggigiorno un chierico, sebbene non favorisca i propri figli, perché
inesistenti, se vuole, può favorire i suoi nipoti e gli altri parenti, poiché in
certe realtà locali, dopo il sindaco e qualche signorotto, è lui una delle
autorità più influenti.
■ «Carne» sotto controllo?: In un blog ho letto
anche questa argomentazione: «La chiesa ha in gran parte imparato a convivere
con i desideri terreni dei suoi preti e dei suoi religiosi minimizzando
l’evidenza delle “cadute” e massimizzando per il prete e/o il religioso tutta
una serie di dipendenze, anche pratiche, dalla chiesa e dalle sue strutture». ●
Osservazioni: Se si leggono articoli di cronaca, alcuni studi di settore e
alcuni documenti riservati della chiesa, svelati da qualcuno, ci si renderà
conto della drammaticità della situazione in cui si trovano molti chierici:
vessazioni sessuali, abusi, omosessualità, pedofilia, eccetera. Molti di questi
casi vengono tenuti segreti e insabbiati dalla curia.
■ Problemi maggiori per un clero sposato?:
Qualcuno si chiede sul Web: «Siamo sicuri che la chiesa cattolica saprebbe
fronteggiare altrettanto bene i problemi derivanti da un clero sposato?». ●
Osservazioni: Al riguardo bisogna parlare di chiesa cattolica latina. Le
chiese orientali (cattoliche e non) hanno già da lungo tempo affrontato e
risolto il problema, avendo chierici sposati. Tutte le chiese protestanti hanno
pastori e conduttori sposati. Perché dovrebbe avere difficoltà di gestione per
l’istituto più naturale del mondo?
Per l’approfondimento cfr. Nicola Martella, «Preti e matrimonio»,
Tenerezza e fedeltà, Sesso & Affini 2 (Punto°A°Croce, Roma 1998), pp. 158-162. Cfr. qui
anche «Il matrimonio dei conduttori», 152-157. ● Si veda pure Nicola Martella, «Pastori che abusano»,
Disturbi e abusi, Sesso & Affini 3 (Punto°A°Croce,
Roma 1998), pp. 341-345. |
►
Celibato sacerdotale {Nicola Martella} (D)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Chierici_matrimonio_UnV.htm
2007; Aggiornamento: 02-03-2011 |