Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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L’uomo e la donna nella Bibbia— Generi e ruoli 1:

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La donna nel Nuovo Testamento — Generi e ruoli 2

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BISOGNA ANDARE A EVANGELIZZARE DI CASA IN CASA?

Confutazione di un luogo comune dei Testimoni di Geova

 

 di Nicola Martella

 

La questione del lettore La risposta

 

Qui di seguito non affrontiamo la questione se sia legittimo o opportuno andare oggigiorno a evangelizzare di casa in casa o di porta in porta. Ci interessa primariamente verificare se una tale pratica si evinca chiaramente dal NT, ossia se i cristiani del primo secolo avessero una tale abitudine di andare sistematicamente di porta in porta per evangelizzare il proprio villaggio.

 

 

La questione del lettore  

 

Ieri sera il nostro incontro con i Testimoni di Geova è andata bene. Ci hanno fatto vedere un DVD che descrive la loro opera. In esso viene affermato di essere l’unica vera religione, e cioè perché sono gli unici che vanno di casa in casa a predicare l’Evangelo (o meglio: la propaganda geovista!).

     Tuttavia volevo domandarti se quella pratica dei discepoli d’andare di casa in casa (Atti 5,42) è applicabile a noi oggi. Si tratta d’una usanza culturale di quei tempi? E poi quel passo non si scontra con il comando di Cristo di Luca 10,7? Noi Cristiani dobbiamo essere luce e sale della terra. Sempre pronti a testimoniare, ma vuol dire che dobbiamo andare di porta in porta? Che mi dici? {Gaio Rannuni; 12-01-2008}

 

 

La risposta ▲

 

Di là da come si penserà sul fatto di andare di casa in casa per motivi di evangelizzazione, faccio presente quanto segue. Un errore madornale è quello di isolare un verso dal suo contesto (letterario, storico, culturale, ecc.), di riempirlo con nuovi contenuti e di usarlo in modo fazioso, associandolo magari ad altri versi e inserendo il tutto in una cornice ideologico-religiosa.

 

     ■ Atti 5,42: Questo brano recita come segue: «E ogni giorno, nel tempio e per le case, non smettevano d’insegnare e di annunziare Gesù come il Cristo». Questo verso rispecchiava la prassi del giudaismo cristiano. I cristiani giudei di Gerusalemme, andavano al tempio come tutti i Giudei, ma poi si radunavano nelle case dei credenti per la comunione e l’insegnamento. A quel tempo non esistevano locali di culto, ma i credenti di un luogo si radunavano in varie «chiese in casa» (cfr. Rm 16), secondo il bisogno e secondo che le case d’allora potevano contenere. In questo verso non si trattava di andare a evangelizzare di casa in casa i non-credenti, ma della normale prassi di chiesa fra i credenti, le cui case diventavano centri di insegnamento e d’evangelizzazione. Tale prassi è la stessa menzionata in At 2,42.46s: «Ed erano perseveranti nell’attendere all’insegnamento degli apostoli, nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere… 46E tutti i giorni, essendo di pari consentimento assidui al tempio, e rompendo il pane nelle case, prendevano il loro cibo assieme con letizia e semplicità di cuore, 47lodando Dio…». Il tempio era il luogo del rito, così com’erano abituati. Le case era il luogo dell’insegnamento apostolico, della comunione fraterna, della comunione dei beni («rompere il pane» = mangiare insieme), delle preghiere e della lode a Dio. Subito dopo si legge: «E il Signore aggiungeva ogni giorno quelli che erano sulla via della salvezza» (v. 47b). È evidente che non c’era un andare di casa in casa fra i non-credenti, ma i credenti aprivano le proprie case, che diventavano centri d’insegnamento biblico e d’evangelizzazione.

 

     ■ Evangelizzazione o missione?: Spesso si fa riferimento alla prassi di Gesù di mandare i suoi discepoli in missione e si interpreta che ciò volesse dire mandarli nel proprio villaggio di casa in casa. Non si trattava di evangelizzazione cittadina, ma di missione. Gesù mandò i dodici in missione e cioè a due a due (Mc 6,7). Sebbene dovessero compiere un viaggio, comandò loro di non portarsi nulla con sé, ma di vivere dell’ospitalità della gente di ogni luogo dove sarebbero arrivati (vv. 8ss); tuttavia c’era anche la triste evenienza di essere rifiutati (v. 11). Similmente Gesù, dopo aver designato settanta discepoli, «li mandò a due a due dinanzi a sé, in ogni città e luogo dove egli stesso era per andare» (Lc 10,1). Si trattava di missione estensiva (v. 2). Bisognava mettersi in viaggio, con tutti i pericoli che ciò significava, e contare solo sull’ospitalità della gente, dove si arrivava (vv. 3-6). È chiaro che ciò era possibile solo in una cultura che praticava ciò, ossia che accoglieva e ospitava i forestieri: «E dimorate in quella stessa casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno della sua retribuzione. Non passate di casa in casa». Non si trattava quindi di uscire da casa propria per alcune ore, ma di recarsi in altre città distanti, sperando di essere accolti e col rischio di rimanere senza vitto e alloggio (vv. 8-11).

 

     ■ Questo costume dei predicatori itineranti del cristianesimo si tenne per secoli in Oriente. Essi si recavano di luogo in luogo per edificare i cristiani e vivevano di ciò che i credenti davano loro durante la loro permanenza e per l’ulteriore viaggio (Rm 15,24.28; 1 Cor 16,5ss). A volte venivano scritte lettere di raccomandazione da parte di chiese o di persona conosciute (Fil 2,29s; Col 4,10; Tt 3,13s). Giovanni scriveva a Gaio: «Diletto, tu operi fedelmente in quel che fai a pro dei fratelli che sono, per di più, forestieri. 6Essi hanno reso testimonianza del tuo amore, dinanzi alla chiesa; e farai bene a provvedere al loro viaggio in modo degno di Dio; 7perché sono partiti per amor del nome di Cristo, senza prendere alcun che dai pagani. 8Noi dunque dobbiamo accogliere tali uomini, per essere cooperatori con la verità» (3 Gv 1,5-8).

 

     ■ Arriviamo ad alcuni aspetti conclusivi. Non si può affermare che la prassi dei seguaci della Torre di Guardia di andare di casa in casa (ossia di coloro che non sono T.d.G.) abbia un chiaro fondamento biblico; non si può neppure considerare ciò un elemento significativo che garantisca la loro originalità e l’essere la «religione giusta».

     Nel libro degli Atti e nelle epistole del NT non è conosciuta una prassi del genere, ossia di andare di casa in casa fra i non-credenti nel proprio villaggio. Al contrario, vediamo che le case dei credenti diventavano luoghi di testimonianza, di comunione, di vita, eccetera. La vita di chiesa avveniva nelle «chiese in casa» (At 16,5; 1 Cor 16,19; Col 4,15; Flm 1,2) ed esse erano il luogo d’accoglienza anche dei non credenti (1 Cor 14,23ss; Gd 1,12). È scritto che «Saulo devastava la chiesa, entrando di casa in casa» (At 8,3). I neo-convertiti aprivano le loro case (At 16,14s.40).

     Paolo e Barnaba, arrivati in un certo luogo, non andavano di casa in casa, ma si recavano nella locale sinagoga (At 13,14; 14,1; 17,1ss.10.17; 18,4.19; 19,8), predicando qui Gesù quale Cristo. Quando nasceva il conflitto con i Giudei che rifiutavano l’Evangelo (At 17,5ss), separavano i discepoli e si dedicavano a questi (At 19,9). Spesso anche lo stesso annuncio pubblico dell’Evangelo era dato da una situazione contingente (miracolo, tumulto, persecuzione, processo, ecc.) più che dalla volontà dei predicatori. In certe città greche ci si recava nella piazza o nell’areopago per parlare e discutere e Paolo fece similmente (At 17,17ss). Dove egli si recava, certamente cercava ospitalità presso persone timorate di Dio (At 18,7 entrò in casa d’un tale); ma non andava di casa in casa.

 

Bisogna andare a evangelizzare di casa in casa? Parliamone (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Casa_in_casa_GeR.htm

13-01-2008; Aggiornamento: 05-11-2008

 

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